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TADDEO DELLA MOTELLA (Taddeo da Martinengo)
Figlio di Giacomo della Motella, padre di Marcantonio della Motella, suocero di Soncino Benzoni.
+1524 (gennaio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1482 | |||||
Ago. | Napoli | Chiesa | Lazio | Prende parte alla battaglia di Campomorto. E’ sconfitto e fatto prigioniero. | |
1487 | |||||
Lug. | Venezia | Austria | Trentino | Alla conquista di Castello Tesino. | |
1495 | |||||
Mag. | Venezia Milano | Francia | 60 lance | Emilia | Militano ai suoi ordini 240 cavalli. |
Lug. | Emilia e Piemonte | Giunge al campo della Lega Italica dove con Alessandro Colleoni ha il comando di 245 lance. Partecipa alla battaglia di Fornovo inquadrato nella quinta schiera. Ha l’incarico di salire sui monti sovrastanti il Taro per chiudere in una morsa la retroguardia nemica: con il Colleoni si impadronisce delle artiglierie. Presto è respinto dall’ ala destra francese e costretto alla fuga. Sempre nel mese si trasferisce a Vespolate dove si collega con gli sforzeschi per assediare Novara. | |||
Ago. | Piemonte | Alla notizia che 4000 fanti tedeschi stanno lasciando Vercelli per portare soccorsi e rifornimenti a Novara assale gli avversari con la sua compagnia colleonesca: nella scaramuccia sono catturati 25/30 uomini d’arme e 100 fanti, alcuni dei quali sono sorpresi nascosti nelle macchie vicine in attesa della notte. | |||
1496 | |||||
Mag. | Lombardia | Viene nuovamente inviato in soccorso del duca di Milano Ludovico Sforza. | |||
Nov. | Lombardia | A Mantova. Assiste nella chiesa di San Francesco ad una messa celebrata in suffragio del re di Napoli Ferdinando d’Aragona. | |||
Dic. | 60 lance | Liguria | In soccorso di Genova con Taliano da Carpi, Luigi Avogadro ed Alessandro Colleoni. | ||
1498 | |||||
Lug. | 60 lance | Lombardia | A Manerbio, per la rassegna della sua compagnia. | ||
Ott. | Veneto | Staziona tra Valeggio sul Mincio e Legnago, pronto ad unirsi con il marchese di Mantova Francesco Gonzaga e spostarsi con tale capitano in Toscana per affrontarvi i fiorentini. | |||
Nov. | Veneto | E’ segnalato sempre nel veronese anche quando Francesco Gonzaga preferisce condursi con il duca di Milano piuttosto che con la Serenissima. | |||
1499 | |||||
Feb. | Veneto | Sempre di stanza a Valeggio sul Mincio. Accompagna a Peschiera del Garda il capitano generale dei veneziani Niccolò Orsini nella sua marcia di trasferimento da Ghedi nel Casentino in Toscana. | |||
Apr. | I veneziani gli concedono una dilazione nel pagamento del proprio debito verso la Signoria di 400 ducati: a causa della fedeltà dimostrata potrà ottemperare ai propri impegni in quattro anni restituendo 100 ducati l’anno. | ||||
Ago. | Venezia | Milano | 60 lance e 20 cavalli leggeri | Lombardia | Gli sono saldate le paghe arretrate. Chiede l’autorizzazione ai provveditori per un colloquio con il Gonzaga: non avuta risposta si reca lo stesso a Mantova. Ritorna nel bresciano per combattere gli sforzeschi. Affianca Niccolò Orsini a Fontanella e nel cremonese. Alla rassegna che si svolge a metà mese non si registrano perdite nella sua compagnia. |
Sett. | Lombardia | Presenzia nella cattedrale di Cremona alla stipula della resa della città ai veneziani. | |||
Sett. | Lombardia | Presenzia nella cattedrale di Cremona alla stipula della resa della città ai veneziani. | |||
1500 | |||||
Feb. | Venezia | Sforza | Lombardia | Affianca Bernardino di Montone alla difesa di Cremona con 600 cavalli e 600 fanti allorché Ludovico Sforza tenta di recuperare il ducato di Milano. | |
Apr. | Lombardia | Attraversa l’Adda a Rivolta. La guerra ha presto termine. | |||
Giu. | Veneto | A Venezia: chiede che gli sia aumentata la sua condotta ed una condotta per il figlio. Il doge Agostino Barbarigo gli risponde con buone parole. | |||
1502 | |||||
Feb. | 60 lance | Lombardia | Viene arrestato dai veneziani perché accusato di avere organizzato a Cremona, con l’ ambasciatore dell’imperatore Massimiliano d’Austria, un tentativo di insurrezione. E’ scagionato in breve da ogni accusa. | ||
1503 | |||||
Ago. | Lombardia | A Martinengo per la rassegna della sua compagnia. | |||
1504 | |||||
Mar. | Veneto | A Venezia, per chiedere un aumento della condotta. E’ rinviato al Consiglio dei Savi. | |||
1507 | |||||
Mar. | Lombardia | A Soncino, per l’usuale rassegna della propria compagnia. | |||
Estate | Lombardia | E’ preposto alla guardia di Caravaggio allorché milizie imperiali, al servizio di Massimiliano d’Austria, scendono in Italia per la via dei grigioni e del lago di Como. | |||
1508 | |||||
Feb. | Venezia | Impero | 50 lance | Lombardia e Veneto | E’ trasferito da Brescia nel veronese. |
Mar. | Trentino e Veneto | A Riva del Garda. A consulto con il provveditore generale Andrea Gritti a Torri del Benaco. | |||
Apr. | Lombardia Trentino | Si ferma a Gragnano per controllare la situazione in Val di Ledro; vi entra con 800 uomini e recupera il territorio ai veneziani. Il giorno di Pasqua conduce un attacco a Castel Pietra con 50 uomini d’arme della sua compagnia, altre 50 lance francesi e 500 cavalli leggeri: l’assalto termina in modo inglorioso per la cattiva conduzione delle truppe. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 4430 ducati. | |||
1509 | |||||
Apr. | Venezia | Francia | 75 lance | Lombardia | Con la perdita di Treviglio si sposta nel bresciano con Giacomo Secco e Franco dal Borgo; al campo di Pontevico, inquadrato nella prima colonna guidata dall’ Orsini. |
Mag. | Lombardia | Si trova ad Agnadello con l’esercito veneziano: con Luigi Avogadro e Giovan Francesco Gambara non entra nel combattimento e fugge dal campo con 500 cavalli. Si rifugia inizialmente a Caravaggio; sempre con Francesco Secco, all’alba del giorno seguente attraversa l’Oglio per accamparsi a Calcio. | |||
Giu. | Lombardia | Non si arrende ai francesi, almeno inizialmente. I veneziani gli concedono il permesso di rientrare a Brescia. | |||
Lug. | Francia | Lombardia | Ottiene una condotta dai francesi. | ||
1510 | |||||
Ago. sett. | Lombardia | A Milano con il governatore del ducato Chaumont (Charles d’Amboise) in qualità di rappresentante del comune di Brescia. | |||
1512 | |||||
Giu. | Venezia | Francia | Lombardia e Veneto | Brescia è riconquistata dai francesi: prende parte ad un complotto per scacciare i transalpini dalla città. Scoperto, fugge da Brescia; è condannato a morte in contumacia. Con Angelo Francesco da Sant’Angelo Taddeo della Motella si rifugia al campo della Serenissima a Roncà. | |
Lug. | Lombardia | Raccoglie 50 cavalli leggeri da condurre all’assedio di Brescia. E’ segnalato sulle rive del Po. | |||
Ago. | Lombardia | Al campo di san Zeno Naviglio. | |||
Nov. | Lombardia | E’ chiamato in Brescia a far parte di una giunta di 12 cittadini che hanno il compito di governare la città a nome della lega antifrancese. | |||
1513 | |||||
Gen. | Lombardia | E’ convocato a Milano dal viceré di Napoli Raimondo di Cardona. | |||
Giu. | Venezia | Spagna | Lombardia e Veneto | Gli sono confiscati i beni; viene bandito da Brescia dagli spagnoli in occasione della guerra che li oppone ai veneziani. Si porta al campo di Roncà; si reca, in un secondo momento a Venezia ed è ricevuto nel Collegio dei Pregadi. E’ dato asilo alla sua famiglia, a Padova, presso il collaterale generale Pietro Antonio Battaglia. Taddeo della Motella compare a Venezia in alcune cerimonie. | |
Ott. | Veneto | Prende parte alla battaglia di Creazzo. Con la sconfitta ripara ancora a Padova. | |||
Dic. | Veneto | A Venezia, in Collegio dei Pregadi con il figlio Marcantonio allo scopo di chiedere una provvigione. | |||
1514 | |||||
Lug. | Veneto | Abita a Padova con i famigliari. Il Consiglio dei Savi gli concede una provvigione di 100 ducati per sei mesi. | |||
Ott. | veneto e Lombardia | Lascia Padova per partecipare all’assedio di Brescia. | |||
Dic. | Veneto | Allo scadere delle agevolazioni economiche prese a suo favore ritorna a Venezia: gli sono concesse la casa di Pandolfo Malatesta alla Giudecca ed una provvigione mensile di 20 ducati. | |||
1515 | |||||
Lug. | Veneto | A Venezia. E’ presente alla cerimonia in cui Giovanni Naldi viene armato cavaliere in San Marco. | |||
Ott. | Veneto e Lombardia | Riceve 50 ducati, lascia Badia Polesine per raggiungere il campo veneziano sotto Brescia. Tocca Castelnuovo ove è bloccato dagli spagnoli: è obbligato al ritiro. | |||
Nov. | Lombardia | Staziona nel bresciano. | |||
1516 | |||||
Mar. | Lombardia e Veneto | A Cremona. A Venezia riferisce in Collegio dei Pregadi sulla situazione in cui versa tale località e su quanto accade in Brescia. | |||
Ago. | Lombardia | Con il ritorno di Brescia in potere dei veneziani può rientrare nella sua città. | |||
1517 | |||||
Gen. mar. | Veneto | A Venezia. Prende parte in San Marco ad una solenne cerimonia di ringraziamento per la fine della guerra; ha la veste di rappresentante di Brescia. Presenzia pure ai festeggiamenti dati dalla Serenissima in onore di Teodoro da Trivulzio. | |||
1518 | |||||
Apr. | Veneto | A Venezia con il figlio Marcantonio. Chiede una condotta per il figlio ed una provvigione per sé. | |||
1524 | |||||
Gen. | Lombardia | E’ ferito gravemente in Brescia presso la chiesa di San Bartolomeo. Muore la notte seguente. |
CITAZIONI
-“Fidelissimo nostro.” SANUDO
-“Fu condottiero d’armati.” SPRETI
-“Taddeo appartiene ad un ramo dei Martinengo strettamente legato al nome di Bartolomeo Colleoni (suo padre Giacomo discende da Tisbe Martinengo moglie del Colleoni) ed aveva sposato Isotta, figlia naturale del celebre condottiero) e recava nel sangue l’impronta guerriera della sua stirpe. Giovanissimo ancora aveva militato con i Veneti, era stato messo a capo di una compagnia come il Gambara, come l’Avogadro e si era mostrato fedelissimo alla Repubblica per la quale aveva nel 1508 recuperato Val di Ledro. All’inizio delle prime ostilità dei Francesi si trovava a guardare Caravaggio insieme con Giacomo Secco, ma ne era poi uscito senza combattere con roba e gente “lancia alla coscia” per non cadere nelle mani del nemico avanzante da Treviglio, si era presentato all’adunata di Pontevico ed era stato con i suoi consegnato al corpo del Pitigliano. Lo aveva seguito nella ritirata, dopo Agnadello, fino a Lonato e non avrebbe desiderato abbandonarlo – come invece fece il Gambara – affermando (così almeno dice il Sanudo) di voler “restar in campo e perdere quello l’ha al mondo”; ma Venezia aveva mandato a dire il 24 maggio che lo lasciassero libero di tornare in patria “a conzar i fatti soi col roy.” PASERO
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