Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
MARCO DA MARTINENGO (Marco Palatini) Di Brescia. Signore di Ventimiglia e di Salò.
- 1519
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1481 | |||||
Primavera | Napoli | Impero Ottomano | Puglia | ||
1482 | Napoli | Venezia Chiesa | 29 lance | Per il comando di 29 lance gli è riconosciuta una provvigione di 150 ducati. Contrasta veneziani e pontifici nella guerra di Ferrara. E’ inserito nel colonnello di Cesare d’Aragona. | |
1486 | Chiesa | Naoili | Milita agli ordini di Roberto da San Severino | ||
1489 | |||||
Lug. | Venezia | ||||
1490 | |||||
Nov. | Venezia | 200 cavalli | E’ condotto dai veneziani per due anni di ferma ed uno di rispetto. Il pagamento è previsto in dieci paghe. Marco da Martinengo si assume l’obbligo di combattere in qualsiasi parte d’Italia. | ||
1494 | |||||
Estate | 200 cavalli | Veneto | Nel Polesine. Sorveglia il confine con gli estensi. | ||
1495 | |||||
Giu. | Venezia Milano | Francia | Maresciallo campo 240 cavalli | Lombardia ed Emilia | Si unisce a Seniga con il capitano generale della Serenissima, il marchese di Mantova Francesco Gonzaga: è nominato con Febo Gonzaga, Giovan Francesco Gonzaga e Luigi Avogadro maresciallo di campo. Prosegue nel parmense. |
Lug. | Emilia e Piemonte | Partecipa alla battaglia di Fornovo in cui combatte inserito nell’ala sinistra agli ordini di Bernardino di Montone (al comando di 352 uomini d’arme). Di seguito si sposta a Vespolate; si collega con gli sforzeschi all’assedio di Novara. Con Giovan Francesco Gambara ha l’incarico di provvedere alla sorveglianza degli alloggiamenti. | |||
1496 | |||||
Apr. | Piemonte | Ad Alessandria con Taliano da Carpi ed Antonio Pio allo scopo di visionare le fortificazioni fattevi allestire dal duca di Milano Ludovico Sforza. | |||
Mag. | 240 cavalli | Piemonte | In Piemonte in soccorso degli sforzeschi. | ||
Lug. | Lombardia A. Adige | I veneziani lo utilizzano, con Taliano da Carpi ed Antonio Pio, come ambasciatore presso Ludovico Sforza a Milano e l’imperatore Massimiliano d’Austria a Malles Venosta. | |||
Sett. | Lombardia | Accoglie in Brescia con 100 cavalli l’ex-regina di Cipro Caterina Corner, invitata nella città dal podestà, il di lei fratello Giorgio. | |||
1497 | |||||
Ott. | Venezia | Firenze | Governatore g.le 300 cavalli | Ha il comando delle truppe veneziane che combattono in Toscana i fiorentini a favore dei pisani (400 uomini d’arme, 800 stradiotti e 2000 fanti). | |
Nov. | Toscana | A Pisa. | |||
Dic. | Toscana | Cade in Val di Calci in un agguato tesogli da Ranuccio da Marciano: nello scontro sono uccisi alcuni stradiotti ed è catturato Franco dal Borgo. | |||
1498 | |||||
Gen. | Toscana | Fa mettere in ordine tutti gli uomini d’arme ed i fanti per andare incontro agli stradiotti che a Collesalvetti hanno razziato 6000 pecore e molte cavalle; con la sua sola presenza fa desistere gli uomini di Ranuccio da Marciano da ogni velleità offensiva. | |||
Feb. | Toscana | Protegge in maremma le razzie degli stradiotti. | |||
Mar. | Toscana | A San Regolo prima ed a Pisa in un secondo momento. | |||
Mag. | Toscana | Il nuovo provveditore Tommaso Zeno lo invia verso San Vincenzo e Campiglia Marittima per proteggervi le incursioni degli stradiotti: si scontra con i fiorentini di Ranuccio da Marciano a San Regolo e li sconfigge in modo pesante: si impadronisce di 5 stendardi. Gli avversari perdono nello scontro più di 400 uomini, in prevalenza fanti; altri 170 cavalli e 500 fanti sono catturati con molti capitani. | |||
Giu. | Toscana | Si porta a Ponsacco con il provveditore Zeno e vi distrugge i mulini. Si scontra con il provveditore perché richiama gli stradiotti dalle loro scorrerie a causa dell’arrivo nell’ esercito avversario del nuovo capitano generale fiorentino Paolo Vitelli. In un’occasione lo Zeno lo schernisce per la sua prudenza e snuda il pugnale contro di lui: Marco da Martinengo protesta per scritto e chiede al Consiglio dei Dieci di ritornare in Lombardia. L’operato dello Zeno è criticato anche dai pisani e da altri condottieri veneziani. | |||
Lug. | Toscana | Vi è un’inchiesta ufficiale di Domenico Malipiero che dà torto a Marco da Martinengo con l’accusa di scarsa incisività specie dopo la vittoria di San Regolo. Il Martinengo si ferma a Cascina e vi seda un tumulto di 300 fanti che vogliono essere pagati in anticipo. A fine mese scorta un convoglio di rifornimenti diretto a Cascina con 1500 fanti, 200 balestrieri a cavallo, 40 schioppettieri a cavallo e 50 stradiotti. Nei pressi della località di Valiceno è colto da Paolo Vitelli con le truppe che marciano in disordine, senza elmo per il grande caldo: nello scontro sono uccisi alcuni uomini d’arme con Giovanni Gradenigo ed è catturato Franco dal Borgo con 150 cavalli leggeri e cinquantaquattro muli carichi di vettovaglie. I morti sono 150 d’ambo le parti. E’ costretto a darsi alla fuga; viene ora a male parole anche con il provveditore degli stradiotti. La sua azione si rivela sempre più fiacca. | |||
Ago. | Toscana | Non reagisce nella dovuta maniera allorché Paolo Vitelli fa tagliare le mani a 5 schioppettieri veneziani fatti prigionieri a Buti. | |||
Nov. | Toscana | Viene ancora ripreso per la sua inattività dal nuovo provveditore Domenico Malipiero; dirige un attacco contro il castello di Calci, conquistato soprattutto per il coraggio di Gorlino Tombesi. Vi sono nuove proteste nei suoi confronti anche da parte dei provveditori Giacomo Venier e Piero Marcello, con particolari assai gravi dei quali la Signoria non ritiene opportuna la divulgazione nel Collegio dei Pregadi. Ogni cosa è rimessa a discrezione del Consiglio dei Dieci: questo organo, senza tenere conto della sua domanda di licenza per giustificarsi di persona, ordina al Venier ed al Marcello di arrestarlo, incatenarlo ed imbarcarlo su una galea diretta a Genova. Il Collegio modifica le precedenti disposizioni, esonera Marco da Martinengo dal comando e gli concede il permesso di rientrare in Lombardia. Il condottiero ottiene a Lucca un salvacondotto dai commissari fiorentino e sforzesco e prende la via di Pontremoli. | |||
1499 | |||||
Gen. | Lombardia e Veneto | E’ prima ad Orzinuovi; si reca quindi a Venezia in udienza dal Consiglio dei Dieci: cerca di giustificare il contenuto di una sua lettera (intercettata) al duca di Milano. Con il doge Agostino Barbarigo critica apertamente l’operato dei provveditori Tommaso Zeno e Piero Duodo. | |||
Apr. | Lombardia | Licenziato, gli viene tolta la condotta. | |||
Lug. | Milano | Venezia | 100 lance | Lombardia | Vende tutti i suoi beni nel bresciano; fugge a Soncino ed a Milano. Passa agli stipendi del duca di Milano Ludovico Sforza che gli concede una condotta di 100 uomini d’arme ed una provvigione annua di 1000 ducati allo scopo di fronteggiare i veneziani. Invano Niccolò Orsini tenta di dissuaderlo da tale passo. |
Ago. | Lombardia | Si sposta alla difesa di Cremona con Giovan Francesco da San Severino. Il Consiglio dei Dieci mette una taglia sulla sua testa per l’accertata defezione e, soprattutto, per il fondato sospetto dei suoi maneggi allo scopo di impossessarsi del feudo di Orzinuovi. Sono promessi 3000 ducati a chi lo consegni vivo, 2000 se morto: a tutti i militari è promesso un avanzamento nella carriera per la sua cattura o uccisione. Il Martinengo si trasferisce indi con Scaramuccia Visconti e 600 fanti alla guardia di Soncino; si allontana presto dalla località per seguire Giovan Francesco da San Severino a Pizzighettone. Vi sostituisce il castellano sospettato di avere intelligenze con i veneziani. E’ segnalato a Milano ed a Pavia dove gli abitanti si rifiutano di farlo entrare in città. I fratelli ed un cardinale premono inutilmente a Brescia per la revoca del suo bando. | |||
Sett. | Lombardia A. Adige | Con la sconfitta del duca di Milano accompagna Ludovico Sforza nella sua fuga a Tirano ed a Merano. | |||
1500 | |||||
Apr. | Sforza | Francia | Piemonte Lombardia | Appoggia Ludovico Sforza nel suo tentativo di recuperare il ducato di Milano. Partecipa alla battaglia di Novara; vi è fatto prigioniero dopo essere stato ferito sotto un occhio. E’ condotto a Milano: i veneziani chiedono agli alleati francesi la sua consegna. | |
Mag. | Lombardia | A Lodi. | |||
Giu. | Lombardia | Chiede ai veneziani un salvacondotto per riferire notizie di vitale importanza per la repubblica: avuta risposta negativa, ripara a Mantova con Gaspare da San Severino presso Francesco Gonzaga. | |||
Dic. | Lombardia | Il cardinale di Mantova, con l’avallo del papa Alessandro VI, si interpone a suo favore per fargli avere il perdono: il prelato ottiene dai veneziani un secco rifiuto. | |||
…………. | Francia | ||||
1507 | |||||
…………… | Liguria | Gli è concessa dai francesi in signoria la città di Ventimiglia; il feudo gli sarà riconfermato dieci anni dopo dal re di Francia Francesco I. | |||
1509 | |||||
Mag. | Lombardia | A fine mese entra in Brescia al fianco del re Luigi XII con Francesco Gonzaga, Gian Giacomo da Trivulzio, Galeazzo da San Severino e Luigi Avogadro. Ottiene in feudo anche Salò. | |||
Giu. | Lombardia | Diviene a Brescia capo della fazione filofrancese. | |||
1512 | |||||
Feb. | Francia | Venezia | Lombardia | Prende parte alla difesa di Brescia allorché la città cade nelle mani dei veneziani: al torrione di Canton Mombello ha un drammatico colloquio con Battista da Martinengo, inviato dal provveditore generale Andrea Gritti. Si rifugia nel castello con 150 lance francesi, 300 fanti e molti ribelli. Dopo alcuni giorni asseconda Gastone di Foix nella conquista e nel saccheggio di Brescia. Con la vittoria ospita nel suo palazzo il Foix ed i veneziani Andrea Gritti ed Antonio Giustinian fatti prigionieri nell’ occasione. | |
Mag. | Lombardia | Si muove in perlustrazione nelle montagne bresciane per verificare le possibilità di impedire il passo agli svizzeri assoldati da veneziani e pontifici. | |||
Ott. | Piemonte | A Torino. E’ impegnato in alcune missioni sulle frontiere alpine. | |||
1519 | Liguria | Muore a Ventimiglia, di cui è stato eletto signore o, meglio, governatore. |
CITAZIONI
-“Condutier fidelissimo nostro.” SANUDO
-“Per esser valenthuomo, la Signoria veneta lo havea tolto in grande gratia et tenivallo molto acharezzato et honorato et aprexiatto.” PRIULI
-“Huomo celebre ne suoi tempi.” SANSOVINO
-“Comandante di rango intermedio.” MALLETT
-“Circonfuso di molta fama per esser “sapientissimo et letterato”, prudente ed esperto in cose militari.” PASERO
Fonte immagine in evidenzA: Beni culturali