Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVAN FRANCESCO GAMBARA Di Pralboino.
Conte. Signore di Verolanuova, Gambara, Pralboino, Gottolengo, Quinzano d’Oglio, Manerbio, Corvione. Padre di Brunoro e della poetessa Veronica, fratello di Niccolò Gambara, cognato di Giberto Pio e di Antonio Maria da San Severino, genero di Marco Pio e di Antonio da Tolentino.
1465 ca-1511 (novembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
…….. | Lombardia | Trascorre i suoi primi anni a Brescia, in contrada Santa Giulia, nel palazzo oggi detto Maggi-Gambara. | |||
1473 | Lombardia | Ottiene dalla divisione dei beni paterni le terre di Canove, di Castel Merlino e di Molino di Cignano, oltre ai beni immobili di Cremona e di Brescia ed il feudo di Verola Alghisi (Verolanuova) dove vive con il fratello Niccolò. | |||
1481 | |||||
Dic. | Venezia | Friuli | In Friuli con Deifobo dell’Anguillara ed Annibale da Martinengo allo scopo di visionare alcune opere difensive. | ||
1482 | Venezia | Milano | 20 lance | Ha ai suoi ordini 100 cavalli. | |
1483 | |||||
Sett. | Lombardia | Contrasta gli sforzeschi nel bresciano. | |||
1484 | |||||
Ago. | Lombardia | Con la firma della pace di Bagnolo rimane alla guardia del bresciano. | |||
1487 | |||||
Gen. | Emilia | Si trova a Bologna per le nozze di Annibale Bentivoglio con una figlia di Ercole d’Este. Ha l’incarico di giudice in una giostra destinata agli uomini d’arme. | |||
1495 | |||||
Mag. | Venezia | Francia | 240 cavalli | ||
Giu. | Maresciallo di campo | Emilia | Viene nominato dal marchese di Mantova, Francesco Gonzaga, capitano generale della Serenissima, maresciallo di campo assieme con Febo Gonzaga, Marco da Martinengo e Luigi Avogadro. | ||
Lug. | Emilia e Piemonte | Partecipa (da spettatore) alla battaglia di Fornovo, inquadrato nell’ala sinistra con Antonio da Montefeltro e 492 lance che restano inutilizzate nel corso del combattimento. Trasferito in Piemonte, giunge a Vespolate; affianca gli sforzeschi all’ assedio di Novara. | |||
……. | Piemonte | Con Marco da Martinengo ha il compito di provvedere alla sorveglianza del campo di Vespolate. A dicembre è segnalata sempre la sua presenza in Piemonte. | |||
1496 | |||||
Apr. | Piemonte | Ad Alessandria con Taliano da Carpi ed Antonio Pio per rafforzare le fortificazioni cittadine. | |||
1497 | |||||
Feb. | Piemonte | Entra in Alessandria con Niccolò Orsini e Bernardino di Montone al fine di difendere la località dalle minacce di Gian Giacomo da Trivulzio. | |||
Lug. | Lombardia ed Emilia | Vive a Brescia. E’ chiamato in suo soccorso dal cognato Giberto Pio quando costui si appropria della parte di Carpi appartenente a Lionello Pio. Chiede ai veneziani il permesso di intervenire. Subito dopo si muove sotto Carpi. | |||
Sett. | Lombardia | Accoglie in Brescia con 200 cavalli l’ex regina di Cipro Caterina Corner, invitata dal fratello Giorgio podestà della città. Nell’occasione dà ospitalità a Gaspare ed a Galeazzo da San Severino, intervenuti con il loro seguito per partecipare ad una giostra. | |||
1498 | |||||
Mar. | Lombardia | Ospita a Brescia Ludovico Gonzaga, giunto nella città con 18 cavalli e 6 mulattieri. | |||
Lug. | 240 cavalli | Lombardia | A Manerbio, per la rassegna della sua compagnia. | ||
Ott. | 50 lance | Veneto | Entra a far parte della compagnia di Niccolò Orsini. Si trova tra Valeggio sul Mincio e Legnago per unirsi con il Gonzaga e spostarsi in soccorso dei pisani. | ||
Nov. | Venezia | Firenze | Veneto | Tenta di raggiungere la Toscana attraverso il mantovano: il Gonzaga non gli concede il passo a Gazzo. | |
Nov. | Venezia | Firenze | Veneto | Tenta di raggiungere la Toscana attraverso il mantovano. Il marchese di Mantova Francesco Gonzaga non gli concede il passo a Gazzo. | |
1499 | |||||
……… | Venezia | Milano | 60 lance e 15 cavalli leggeri | ||
Ago. | Maestro di campo | Lombardia | E’ nominato dal capitano generale della Serenissima Niccolò Orsini maestro di campo dell’esercito veneziano assieme con Filippo Albanese, Antonio Pio e Luigi Avogadro. | ||
Sett. | Lombardia | Segue l’Orsini a Fontanella; entra in Treviglio con Luigi Avogadro. Si dirige verso Soncino; con la resa di Cremona vi è la rassegna della sua compagnia. | |||
1500 | |||||
Feb. | Venezia | Sforza | Lombardia | Con Carlo Secco recupera Lodi per conto degli alleati francesi. | |
Mar. | Lombardia | Staziona sempre attorno a Lodi con la compagnia di Alessandro Colleoni e quella di Ludovico da Vilmercate (140 uomini d’arme). | |||
Mar. | Lombardia | E’ segnalato sempre nelle vicinanze di :Lodi con le compagnie di Alessandro Colleoni e di Ludovico da Vilmercate (140 uomini d’arme). | |||
1503 | |||||
Mar. | Veneto | Si reca a Venezia; nel Collegio dei Pregadi deve scusarsi per avere dato ospitalità ai San Severino suoi parenti. Il doge Leonardo Loredan lo rimprovera. | |||
Ago. | Lombardia | A Ghedi, per la rassegna della sua compagnia. | |||
Dic. | Lombardia e Veneto | Ha una discussione con il podestà di Brescia Andrea Loredan che si lamenta a Venezia per la sua disobbedienza ad una legge che proibisce a chiunque di portare armi: il Gambara lo schiaffeggia. E’ invitato subito a presentarsi in Collegio nella capitale. Vi si porta con Giulio da Martinengo per giustificarsi. | |||
1504 | |||||
Gen. mar. | Anche alcuni nobili bresciani lo accusano di tenere modi sprezzanti: è tenuto un giudizio in Brescia. A marzo viene attaccato nuovamente nel Collegio dei Pregadi per il suo comportamento. | ||||
1505 | |||||
Gen. | Lombardia | Allontanato da Brescia, vi può rientrare solo essersi rappacificato con il podestà Loredan. | |||
1507 | |||||
Mag. | Lombardia | A Soncino, per la rassegna dei suoi uomini. | |||
1508 | |||||
Mar. | Venezia | Impero | 300 cavalli | Combatte gli imperiali; la condotta gli viene aumentata di altri 60 cavalli. Il costo complessivo della sua compagnia ammonta nell’anno a 4272 ducati. Prende parte alla battaglia di Tai di Cadore. Si precipita dai monti vicini e percuote gli avversari nel fianco; li mette in fuga coadiuvato dai fanti di Carlino Naldi e di Babone Naldi nonché dai cavalli leggeri e dai fanti di Rinieri della Sassetta che intervengono dall’ altro lato. | |
1509 | |||||
Apr. | Venezia | Francia | 90 uomini d’arme | Lombardia | Contrasta i francesi ad Asola. Al campo di Pontevico è inserito nel colonnello di Niccolò Orsini. |
Mag. | Lombardia | Partecipa alla battaglia di Agnadello: si dà subito alla fuga con Luigi Avogadro e Taddeo della Motella. Fatto prigioniero, è condotto da Galeazzo da San Severino davanti al re di Francia Luigi XII; è liberato dietro il pagamento di una taglia. I veneziani non gli concedono il permesso di rientrare a Brescia; il Gambara scioglie la propria compagnia, provoca alcuni disordini e con Luigi Avogadro favorisce la capitolazione della città nelle mani dei francesi. Si fa consegnare dai transalpini il podestà di Brescia Sebastiano Giustinian e lo rimanda a Venezia sano e salvo. | |||
Giu. | Lombardia | Viene accusato di tradimento dai veneziani anche perché con Marco da Martinengo ed il fratello Niccolò capeggia in Brescia la fazione filofrancese. I francesi, da parte loro, lo infeudano con il fratello di Quinzano d’Oglio e Manerbio; la comunità di Gottolengo accetta spontaneamente il suo dominio. I nuovi territori gli procurano un reddito ulteriore di 2050 scudi. | |||
Lug. | Francia | Venezia | 50 lance | Lombardia | Con il fratello Niccolò e Luigi Avogadro affianca il sovrano francese nel suo solenne ingresso in Milano. |
Ago. | Francia | Gli sono confermati dal sovrano i nuovi feudi: gli è posta la sola condizione che al fisco governativo siano riservati i proventi del dazio sulle mercanzie, le tasse dei cavalli, le entrate del sale e che tali terre devono essere riconosciute come donazione regia. Segue il re Luigi XII in Francia. E’ nominato dal sovrano ciambellano, gentiluomo di camera, consigliere e capitano. | |||
Ott. | Veneto | All’assedio di Treviso. | |||
Nov. | Veneto | Alla difesa di Verona. | |||
Dic. | Lombardia | Rientra a Brescia. Il suo tentativo di imporre la propria supremazia nella città e nel contado gli aliena il favore di molti nobili bresciani tra i quali l’Avogadro. Costoro iniziano a tramare per restituire Brescia ai veneziani. | |||
1510 | |||||
Gen. | Veneto | Alla difesa di Verona con Grue e 100 lance. | |||
Feb. | Vi sono i primi segnali del mutato animo di Giovan Francesco Gambara nei confronti dei francesi. | ||||
Mag. | Veneto e Lombardia | A Villafranca di Verona. Raggiunge i francesi nel mantovano. | |||
Ago. | Francia | Venezia | Veneto | Al campo di Olmo; si trasferisce alla guardia di Vicenza. Inizia a trattare con i veneziani. I contatti avranno un loro seguito senza, tuttavia, giungere ad una sua adesione alla causa della Serenissima. | |
Sett. | Veneto | Avvia delle trattative coperte con i veneziani per essere perdonato; attraverso il papa Giulio II (o meglio il cardinale di Pavia Francesco Alidosi) si offre di consegnare Brescia alla Serenissima. I veneziani, seppure con qualche perplessità, accettano il colloquio; la trattativa si conclude presto con un nulla di fatto per volontà dello stesso Gambara. | |||
Dic. | Veneto | Ancora a Verona. la sua compagnia è in dissolvimento. | |||
1511 | |||||
Giu. | Emilia e Veneto | A Correggio con 50 lance. Affianca il la Palisse al blocco di Treviso, alla cui difesa si trovano, peraltro, molti bresciani. | |||
Lug. | Lombardia | Entrano in Brescia alcune compagnie di soldati francesi. Costoro provocano con le loro prepotenze gli abitanti della città. Ai primi del mese si verificano numerosi incidenti. Scoppia una rissa in piazza del Novarino tra i cittadini ed i fanti guasconi del Baiardo. Vi sono 4 morti e 12 feriti. Al termine dei disordini i guasconi si raccolgono attorno alle loro insegne e puntano contro la casa del Gambara con il proposito di assalirla, perché tra i cittadini è stato riconosciuto con la spada in mano un suo nipote. Il Gambara è costretto ad abbandonare Brescia per le minacce del Baiardo nei suoi confronti. | |||
Sett. ott. | Veneto | Nel trevigiano. A fine per una malattia sopraggiuntagli decide di rientrare a Brescia. Supera il Piave, si ferma nel castello di Collalto da dove non può momentaneamente proseguire nel suo viaggio per l’aggravarsi del suo male. Viene qui a trovarlo il cardinale Federico da San Severino. Ad ottobre raggiunge Conegliano e da qui raggiunge Brescia. | |||
Nov. | Friuli | A metà mese muore a Brescia. E’ sepolto nella tomba di famiglia a Pralboino, nella chiesa del convento francescano di Santa Maria degli Angeli. Sposa Alda Pio, figlia di Marco, e Giulia da Tolentino, figlia di Antonio. |
CITAZIONI
-“Uomo tra ‘ primieri della città di Brescia chiaro.” BEMBO
-“Gran rebello nostro primario di Brexia.” SANUDO
-“Famoso huomo e importante.” SANSOVINO
-“Uno de’ principali di Brescia.” TARCAGNOTA
-“Huomo prestantissimo nell’arte militare.” CORIO
-“Forse egli avrà veduto il suo peccato,/ Che troppo è disdicevole ad ognuno/ Mutar fazione, e farlo di sovente/ Spetta a core perverso, oppure demente.” GAMBARA
-“Un orgoglioso feudatario e capitano di ventura tradì la Serenissima, non solo per speranza di una restaurazione dei suoi diritti feudali, ma anche, così vuole la tradizione, per l’offesa ricevuta nel dicembre del 1503 dal podestà Andrea Loredan che lo aveva richiamato al rispetto della legge emanata contro l’uso di portar armi, invitandolo a deporre la spada…Alternava la sua dimora, nelle pause tra l’una e l’altra condotta militare, tra il palazzetto di Pralboino ove venne più tardi ospitato l’imperatore Carlo V e la casa di Brescia in contrada S. Giuda (via dei Musei – vicolo Fontanon) a monte della chiesa di S. Zeno in Foro.” PASERO
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