ANTONIO PIO

0
2958
Porta delle Chiavi
Porta delle Chiavi, Faenza

Last Updated on 2024/01/19

ANTONIO PIO Di Carpi

Padre di Costanzo Pio e di Vittorio Pio, suocero di Ludovico di San Bonifacio.

  • 1513 (ottobre)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1487     
Ago.VeneziaAustria TrentinoPrende parte alla battaglia di Calliano agli ordini di Guido dei Rossi.
1494  100 cavalliVenetoHa l’incarico di sorvegliare con la sua compagnia i confini con gli estensi.
1495     
Lug.Venezia MilanoFrancia40 lanceEmilia

Partecipa alla battaglia di Fornovo, inquadrato nelle schiere comandate da Antonio da Montefeltro: quando quest’ultimo non vuole intervenire nel combattimento perché non ha ricevuto l’ordine in tal senso da Rodolfo Gonzaga disubbidisce e  vi prende parte con Giovanni dalla Riva.

1496     
Apr.   Piemonte

Viene segnalato ad Alessandria con Taliano da Carpi e Marco da Martinengo allo scopo di visionare le fortificazioni fatte allestire dal duca di Milano Ludovico Sforza.

Mag.    E’ inviato in soccorso degli sforzeschi.
Lug.   Lombardia Alto Adige

Ha l’incarico con Marco da Martinengo e Taliano da Carpi di ambasciatore a Milano   presso Ludovico Sforza   ed a Malles Venosta presso l’imperatore Massimiliano d’Austria.

1497     
Mar.VeneziaFirenze Romagna e ToscanaLascia la Toscana per muoversi in soccorso di Bibbiena, assediata dai fiorentini.
1498     
Lug.  160 cavalliVenetoA San Bonifacio per la rassegna della sua compagnia.
Ott.   Lombardia

Riceve del denaro per mettere in ordine le sue squadre;   è inviato dal capitano generale della Serenissima, il marchese di Mantova Francesco Gonzaga, in avanscoperta per studiare gli itinerari più acconci da utilizzare nel caso di un possibile intervento a favore dei pisani ai danni dei fiorentini. Il sopralluogo effettuato con Giovanni Michele Badelo termina con il parere che è impossibile raggiungere la Val di Serchio con gli uomini d’arme, perché la strettezza dei passi e l’avvicinarsi dell’inverno pongono gravosi problemi per il vettovagliamento delle truppe.

Nov.   Veneto e Romagna

Francesco Gonzaga preferisce accordarsi per una condotta con il duca di Milano anziché con la Serenissima: Antonio Pio viene allora inviato con la sua compagnia in Polesine ed a Ravenna.  Giunge nella regione con Marco da Castellazzo. E’ indirizzato a Castiglione di Cervia con Carlo Secco, Guido e Giovanni Brandolini.

Dic.   Romagna

Presta soccorso a Ramberto Malatesta da Sogliano nella sua azione offensiva in Val di Bagno: si trova presto in gravi difficoltà per la mancanza di denaro e di vettovaglie; i fanti, in mezzo a montagne disabitate, sono costretti a mangiare castagne per la mancanza del pane; lo stesso provveditore Giovanni Paolo Gradenigo è obbligato ad impegnare alcuni beni personali per provvedere all’acquisto di strame per le cavalcature. Antonio Pio si lamenta con gli altri condottieri delle fallaci promesse di Ramberto Malatesta da Sogliano. Le difficoltà, tuttavia, non gli impediscono di sconfiggere con Vincenzo Naldi, Melchiorre Ramazzotto e Giovanni da Feltre 1000 fiorentini comandati da Chiriaco dal Borgo. Giovanni Paolo Gradenigo lo invita inutilmente a spostarsi in Casentino.

1499     
Gen.   RomagnaStaziona ancora in Val di Bagno.
Feb.   Romagna e Marche

Raggiunge Tezzo con altri condottieri; scorre a Fasano e vi procura gravi danni; con Giovanni da Feltre si porta a Casteldelci alla ricerca di soccorsi ed a Ravenna per attendervi Niccolò Orsini.

Apr.   RomagnaA Ravenna. Reclama il saldo delle proprie spettanze.
Mag.   Veneto

Le sue paghe sono saldate, anche in natura, attraverso la consegna di un carico di farina. Si reca a Venezia, si incontra con il doge Agostino Barbarigo cui chiede un aumento della propria condotta.

Lug.   VenetoSi ammala a Monselice: viene a rendergli visita il podestà di Rovigo Marino Giustinian.
Ago.VeneziaMilanoMaestro di campo 60 lanceVeneto e Lombardia

Gli è ordinato di lasciare il Polesine e di trasferirsi nel bresciano per combattere gli sforzeschi alla testa di 240 cavalli. E’ nominato dal capitano generale della Serenissima, il conte di Pitigliano Niccolò Orsini, maestro di campo con Giovan Francesco Gambara, Filippo Albanese e Luigi Avogadro. E’  segnalato a Fontanella ed a Pontevico, dove ha il compito di sorvegliare la costruzione di un ponte sull’Oglio.

Sett.  46 lanceLombardiaA Cremona, dove si svolge la rassegna della sua compagnia.
1500     
Mar.VeneziaSforza60 lanceLombardiaA Lodi, con Filippo Albanese e Carlo Secco.
Mag.   LombardiaAlla fine del conflitto fa rientro a Treviglio. Viene lasciato alla guardia di Brignano Gera d’Adda dal provveditore Cristoforo Moro.
Giu.VeneziaImpero Ottomano Friuli 
Ago. ott.   Friuli VenetoSi ammala gravemente ad Udine. Chiede una licenza e si reca a Padova per curarsi. Ado ottobre rientra in Friuli dopo la rassegna della sua compagnia.
1502  60 lance  
1503     
Feb.   VenetoE’ inviato nel Polesine dal Consiglio dei Dieci.
Apr.   Veneto

Il Consiglio dei Savi gli concede una sovvenzione di 500 ducati per la dote di una sua nipote che deve sposarsi.

Ago.   LombardiaA Ghedi per la rassegna della sua compagnia. Muore il papa Alessandro VI ed Antonio Pio è trasferito a Ravenna.
Nov.VeneziaFaenza180 cavalliRomagna

Durante le operazioni contro Faenza si congiunge con Giovambattista Caracciolo e Lazzaro Grasso;  è favorevole ad una tattica attendista, diversa dalle tesi più offensiviste espresse da Dionigi e Vincenzo Naldi, da Giulio Vitelli e da Giampaolo Manfrone; consiglia di piantare le artiglierie, di aspettare i rinforzi attesi e di assalire successivamente la Porta Montanara. Con la resa della città è inviato a San Zaccaria per avere un colloquio con i Tiberti al fine di avere per trattato Cesena. Le trattative non vanno in porto.

Dic.   Romagna

A Faenza con Filippo Albanese. Il suo comportamento nella recente guerra è lodato nel Collegio dei Pregadi dal provveditore Niccolò Foscarini.

1504     
Gen.    Chiede licenza di rientrare nei propri possedimenti e di lasciare il comando della sua compagnia al figlio Costanzo.
Feb. mar.   Veneto e RomagnaA Venezia. Domanda che gli sia aumentata la condotta. A Faenza, dove ospita Francesco Rangoni.
1505     
Mar.   RomagnaE’ sempre di stanza a Faenza.
1506     
Sett.   RomagnaA Rimini
1507     
Feb.  100 lanceRomagnaDi presidio sempre a Rimini.
Giu.   RomagnaHa il permesso di lasciare Rimini, dove è rilevato da Carlo Secco.
1508     
Gen.   FriuliCon Bartolomeo d’Alviano controlla i lavori che portano alla distruzione della fortezza di Gradisca d’Isonzo.
Feb.VeneziaImpero100 lanceFriuli

Ad Udine con la sua compagnia (400 cavalli) e 200 stradiotti per fronteggiare le truppe imperiali. Si unisce con Girolamo Savorgnano;  dal passo della Mauria va incontro all’Alviano che sta marciando da Bassano del Grappa verso  Pieve di Cadore.

Mar.   Veneto

I tedeschi sono sconfitti a Tai di Cadore: il Pio e Girolamo   Savorgnano tagliano loro la ritirata occupando il passo di Treponti. Ottiene la resa di Pieve di Cadore;  si sposta a Lorenzago con 3000 cernite e 600 cavalli.

Apr.   FriuliEspugna Cormons. Vi cattura Daniele di Ungrispach.
Mag.   Friuli             V. Giulia  Slovenia

Dal Friuli si trasferisce in Venezia Giulia; con la conquista di Trieste è inviato verso Lubiana con 400 cavalli leggeri. E’ presto richiamato a causa dell’arrivo di un contingente tedesco dalla Croazia.

Lug.   Veneto

Il suo operato è elogiato nel Collegio dei Pregadi dal provveditore generale Giorgio Corner. Con altri capitani accompagna l’Alviano nel suo solenne ingresso in Venezia ed è presente alla cerimonia in San Marco in cui al condottiero umbro sono consegnati lo stendardo ed il bastone di governatore generale. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 5864 ducati.

1509     
Feb.   LombardiaAlla rassegna della sua compagnia.
Apr.VeneziaFrancia Impero Ferrara100 lanceLombardia

Si trova al campo di Pontevico, dove ha il comando della terza colonna forte di 360 uomini d’arme, 5450 fanti e cernite e 185 balestrieri a cavallo.

Mag.   Lombardia

Prende parte alla battaglia di Agnadello. Le milizie giunte da Brescia, che in gran parte fanno parte della sua colonna,  si danno alla fuga allorché vedono la retroguardia dell’Alviano soccombere di fronte al numero preponderante dei francesi; nello stesso tempo le sue 360 lance sia per la pusillanimità, o   per il tradimento di Giacomo Secco, o per evitare di impegnarsi secondo gli ordini di Niccolò Orsini ripiegano anziché gettarsi a chiudere la falla: solo i pochi cavalli leggeri cercano inutilmente di  arginare l’attacco degli avversari. Il Pio si ritira nel bresciano con 200 lance,  entra nel capoluogo,  ne viene allontanato dagli abitanti quando si presenta un araldo del re di Francia a chiedere la capitolazione della città. Per tutti questi motivi è biasimato in Collegio a Venezia con Bernardino di Montone da Zitolo da Perugia e dal provveditore alle fanterie Giovanni Diedo; vi è anche chi lo taccia di slealtà. Si dirige su Verona.

Giu.   Veneto

Nonostante le accuse segue Niccolò Orsini nel suo ripiegamento verso est, guada il Brenta a Sambruson e si accampa a Mestre. A Venezia in Collegio, scarica la responsabilità sul suo luogotenente Giacomo Secco, da lui lasciato al comando della colonna, perché nel corso della battaglia si trovava al fianco dell’Orsini.

Lug.   Veneto

Esce da Mestre e raggiunge Treviso; chiede il permesso di recarsi a Monselice per  verificare lo stato dei suoi possedimenti immobiliari.  Si sposta alla difesa di Padova.

Ago.  52 lanceVeneto

Con Niccolò Orsini e Bernardino di Montone accoglie in Padova il nuovo capitano della città Zaccaria Dolfin; più tardi, con il provveditore generale Cristoforo Moro riceve al Bassanello Francesco Gonzaga, appena catturato dai veneziani ad Isola della Scala. Nella città si colloca con la sua compagnia a Sant’Antonio;  ha l’incarico di difendere con 127 uomini d’arme e 300 cavalli leggeri il tratto delle mura intercorrente da Porta Savonarola fino al Carmine.

Nov.   Veneto

Al termine dell’assedio di Padova con il genero Ludovico di San Bonifacio minaccia di abbandonare lo stipendio dei veneziani per il ritardo delle paghe.

Dic.   Veneto

Opera nel Polesine per difenderne il territorio con 130 lance e 600 fanti; si congiunge a Badia Polesine con il provveditore generale Giovanni Paolo Gradenigo.

1510     
Feb.  64 lanceVeneto

A Castelnuovo sul Po per opporsi agli estensi con Zitolo da Perugia e Giovanni Greco: sono inviati in avanscoperta 25 cavalli che alla vista del nemico si ritirano per  attirare gli avversari in un luogo dove è stata predisposta in anticipo un’imboscata. Sono catturati 30 uomini d’arme e 60 balestrieri a cavallo. Antonio Pio è lodato per  tale azione.

Apr.   Veneto

Si lamenta per il trattamento ricevuto che ritiene inadeguato per i suoi meriti;  minaccia come altre volte in passato di lasciare il mestiere delle armi.  A Monselice con Zitolo da Perugia per controllare lo stato delle fortificazioni del castello. Negli stessi giorni è fatto il suo nome in sede di Consiglio dei Savi (con quello di Lucio Malvezzi, di fra Leonardo Prato e quello di Giano Fregoso) per la nomina a governatore generale. Viene autorizzato a completare l’organico della sua compagnia.

Mag.   Veneto

Accetta la proposta che prevede Francesco Gonzaga come capitano generale. Ha un consiglio di guerra con Giovanni Paolo Gradenigo allorché i francesi  decidono di attaccare il Polesine; consiglia di lasciare Rovigo. Si avvia di notte a Montagnana; la città  si è già data agli estensi. Chiede due paghe per i suoi uomini a valere sull’arretrato. Con fra Leonardo Prato fa pressioni affinché sia intrapresa un’azione diversiva ai danni degli estensi.

Giu.Venezia ChiesaFrancia Ferrara72 lanceVeneto

Al campo di Brentelle, nei pressi di Padova, dove si discute di attaccare Vicenza: contrasta le tesi difensivistiche di Lucio Malvezzi che alla fine risulteranno vincenti nonostante l’opposizione di altri condottieri quali Giano Fregoso, Taddeo della Volpe e Lattanzio da Bergamo. Fa la spola tra Brentelle e Monselice; a fine mese gli è consegnata una paga per i suoi uomini.

Lug.   Veneto

Non si esprime su chi debba essere nominato governatore generale. Ad Este con Matteo da Zara;   cattura nel castello cittadino Giovanni da Pernumia, un ribelle ai veneziani con una taglia di 500 ducati sulla testa. Si sposta a Mezzavia e distrugge i mulini di Battaglia Terme; al suo ritorno avvista una grossa squadra nemica a Tencarola.

Ago.   Veneto

Viene elogiato dal collaterale generale Pietro Antonio Battaglia  alla rassegna della sua compagnia che si svolge a Padova. Lascia il campo di Torre e segue i veneziani contro Verona. Ricomincia con le sue lamentele e chiede di essere esonerato dalla militanza; accusa Lucio Malvezzi di scarso coraggio e gli addebita la mancata riconquista della città per non avere voluto continuare in un attacco di cavalleria.

Ott.   Veneto ed EmiliaA Montagnana. Raggiunge a Ficarolo il provveditore generale Paolo Capello. Si collega nel modenese con i pontifici.
Nov.   Emilia

A Bologna per un consiglio di guerra con Fabrizio Colonna, fra Leonardo Prato, Giampaolo Baglioni, Giovanni da Sassatello, Francesco Maria della Rovere e Raffaello dei Pazzi. Ritorna a Castelvecchio nel modenese.

1511     
Gen.   EmiliaAll’assedio di Mirandola.
Mar.   EmiliaE’ costretto a ripiegare di fronte all’avanzata dell’esercito francese.
Giu.   RomagnaRipara a Cattolica a seguito della disfatta subita da veneziani e pontifici a Casalecchio di Reno.
Lug.  72 lanceVenetoA Venezia in Collegio dei Pregadi. ha pure un incontro con il doge Andrea Loredan. Rientra al campo nel veronese con il provveditore generale Paolo Capello.
Nov.   VenetoA Padova muore di peste la moglie in casa di Daniele Vendramin. negli stessi giorni muore per la stessa malattia anche il genero Ludovico di San Bonifacio.
Dic.   Veneto

Lascia Padova; si reca con il figlio Costanzo a Venezia in Collegio dei Pregadi.  Chiede che gli sia affidata la condotta del genero. E’ soddisfatto nella sua richiesta dal Consiglio dei Savi. Si trasferisce a Badia Polesine.

1512     
Gen.   VenetoViene chiamato nel veronese dal provveditore generale Andrea Gritti.
Feb.  130 lanceVeneto e Lombardia

Lascia Bonavigo per seguire Andrea Gritti alla riconquista di Brescia. Attaccato dai francesi di Gastone di Foix, riesce a fuggire: i suoi uomini sono svaligiati.

Mar.  68 lanceVenetoAl campo di Vicenza. Ritorna nel Polesine.
Apr.   Veneto

In Polesine cerca di bloccare il flusso dei rifornimenti al campo francese proveniente dal Po. Si colloca a Ficarolo; alla notizia della sconfitta degli alleati a Ravenna si fortifica a Canda. Ritorna a Ficarolo quando i francesi si ritirano dalla Romagna.

Mag.   VenetoA Montagnana per la rassegna dei suoi uomini d’arme.
Giu.  48 lanceVeneto e Lombardia

A Venezia. Domanda al solito la ricostituzione dell’organico della sua compagnia:  gli è ordinato di rientrare al campo. Vi ottempera solo quando al figlio Costanzo è concessa una condotta di 25 uomini d’arme. Prende parte all’assedio di Pavia.

Lug.   Lombardia Piemonte

La sua compagnia si rifiuta inizialmente di muoversi per il ritardo delle paghe. Sorgono al campo gravi contrasti tra le milizie italiane al servizio dei veneziani e quelle svizzere: con Giampaolo Baglioni contribuisce ad acquietare gli animi. Si sposta a Castellazzo ed a Novi Ligure allorché un grande numero di svizzeri fanno ritorno al loro paese; il Pio attraversa il Po per  dirigersi verso Casalmaggiore.

Sett.   Lombardia

A Crema,  con il provveditore generale Cristoforo Moro: si ammutinano  gli stradiotti malcontenti per il forte ritardo delle loro paghe. L’intervento del  Pio vale a reprimere il tentativo di  rivolta.

Ott.   Lombardia

Assedia Brescia;  prende parte a numerosi consigli di guerra. I difensori si arrendono agli spagnoli anziché ai veneziani; a fine mese affianca il Baglioni nella sua parata dimostrativa davanti alla Torrelonga ed al castello, volta a segnalare ad nemici ed alleati la forza dell’esercito veneziano. Antonio Pio cavalca alla testa di uno squadrone di uomini d’arme.

Nov.   Lombardia

A Ghedi per rendere visita al viceré di Napoli Raimondo di Cardona; da qui si sposta nella Riviera di Salò e si acquartiera a Polpenazze del Garda con Giovanni Battista da Fano ed Alessandro Fregoso.

Dic.  54 lanceVeneto

Riprende a Venezia in Collegio dei Pregadi il solito ritornello; chiede che gli sia aumentata la sua condotta ed un’analoga misura a favore del figlio. Il doge Andrea Loredan gli dà buone parole.

1513     
Feb.  46 lanceVeneto 
Mar.   VenetoDomanda di lasciare il campo di San Bonifacio allo scopo di recarsi a Monselice.
Apr.   VenetoSono trasferiti nella sua compagnia 37 uomini d’arme che hanno già militato con Bernardino di Montone. Fa rientro al campo di San Bonifacio.
Mag.VeneziaSpagna Impero47 lanceVeneto

Manifesta ancora una volta il suo stato di disagio; il Consiglio dei Savi rigetta la sua richiesta di una condotta per il figlio Niccolò che ha militato agli ordini di Prospero Colonna. Anche Bartolomeo d’Alviano, liberato dai francesi e giunto a Venezia, si esprime negativamente nei suoi confronti stigmatizzando il suo operato nella giornata di Agnadello. E’  presente alla manifestazione svoltasi in San Marco quando  all’Alviano sono consegnati lo stendardo ed il bastone d’argento di capitano generale.

Lug.   VenetoAlla difesa di Padova. Con il figlio Costanzo difende il tratto di mura che va dalla Porta di Codalunga a quella di San Giovanni.
Ago.   VenetoHa forti contrasti con il capitano generale della Serenissima Bartolomeo d’Alviano, che minaccia di farlo impiccare per la sua insubordinazione.
Sett.   Veneto

Viene criticato in Collegio dal provveditore generale Domenico Contarini per la sua scarsa combattività. Bartolomeo d’Alviano gli consegna una lettera di raccomandazione.  Antonio Pio si reca a Venezia per chiedere una condotta analoga a quella di Guido Rangoni; domanda pure la consegna di un prigioniero, un figlio naturale di Antonio da Thiene, da scambiare con il figlio Vittorio  catturato dagli imperiali a Verona.

Ott.   Veneto

Esce da Padova alla testa di una colonna di uomini d’arme e tocca Limena; prende parte alla battaglia di Creazzo dove ha il comando dell’ala sinistra. Travolto nella disfatta, affoga nel Bacchiglione per il peso della sua armatura mentre sta cercando di porsi in salvo con la fuga. La sconfitta è ancora una volta da addebitare al comportamento dei suoi uomini che si sono dati ad una fuga disordinata. E’ sepolto a Padova nella basilica di Sant’Antonio: alle sue esequie sono presenti Bartolomeo d’Alviano e Teodoro da Trivulzio.

 CITAZIONI

-“Capitano assai chiaro, e nell’impresa di questa guerra non mediocre.” P. GIUSTINIAN

-“Fidel conduttiero.” CORDO

-“Ne l’arme un Scipio un camillo un Torquato.” SACCHINO

-Alla battaglia di Creazzo “…conduttier degnio/ era anchor esso ne la ciuffa entrato/ e combattea senza alcun ritegno/ con el stocco a due man da sir pregiato/ mostrandosi al nemico aspro, e malegnio/ e molte morti traboccava al pro (prode)/ e fa di sé veder cose con vera prova/ ch’un altro egual a lui non se ritrova./…/ Antonio di pii, col figlio apresso / messer costanzo valoroso molto/ furo trovati l’un col capo fesso/ e l’altro quasi senza mezzo volto.” DEGLI AGOSTINI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

Print Friendly, PDF & Email

Rispondi