GIOVANNI DAL BORGO

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1975
Porta Santa Croce, Padova, 1967
Porta Santa Croce, Padova, 1967

Last Updated on 2022/11/12

GIOVANNI DAL BORGO  (Giovanni Picone, Giovanni Picossi). Di Sansepolcro.

  • 1525 ca.
Anno,  meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1487
PrimaveraFirenzeGenovaLiguriaPrende parte alla guerra di Sarzana. Cerca di liberare Sarzanello dall’assedio postovi dai genovesi.
1495
Lug.FirenzePisaToscana
1499
Feb.FirenzeVenezia150 fantiToscanaAll’assedio di Bibbiena agli ordini di Paolo Vitelli.
1500
Apr.Lombardia

Supera le linee difensive tra Melegnano e Sant’Angelo Lodigiano, espugna il castello di Bascapè, vi fa 50 prigionieri e vi razzia  300 capi di bestiame.

………….FirenzePisaToscana
1506
Sett.Venezia200 fantiRomagnaA Rimini. Fa costruire nella città due bastioni, uno alla Porta di San Giuliano ed uno verso il porto.
Nov.Viene licenziata metà della sua compagnia.
1507
Nov. dic.200 fantiToscana

Ottiene una nuova condotta da parte del Collegio dei Pregadi; gli è concessa una provvigione di 80 ducati l’anno. Raccoglie truppe nel Casentino con Piero del Monte a Santa Maria: per tale fatto incorre nelle ire dei fiorentini.

1508
Gen.VeneziaImperoVenetoE’ segnalato nel veronese.
Feb.500 fanti
Mar.Trentino e Friuli

Si trova a Torbole con 300 provvigionati al fine di controllare eventuali movimenti degli imperiali verso Riva del Garda. E’ trasferito in Friuli per sorvegliare il passo di Aupa.

Apr.Friuli

Partecipa agli attacchi contro Gorizia; assale la rocca, dalla parte della torre che difende il ponte della città, con 400 fanti ed alcuni pezzi di artiglieria: è respinto.

Lug.Veneto

Al termine del conflitto accompagna Bartolomeo d’Alviano a Venezia;  è presente in San Marco alla cerimonia in cui vengono consegnati al condottiero lo stendardo ed il bastone di governatore generale. Il suo comportamento è lodato in collegio dal provveditore generale Giorgio Corner.

Ago.300 fantiCroazia

A Fiume con 100 provvigionati. Gli è concessa una provvigione annua di 300 ducati. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 1488 ducati.

1509
Apr.VeneziaFrancia500 fantiLombardiaAi suoi uomini se ne uniscono altri 2000, tra i quali vi sono 1000 ordinanze. Alla guardia di Cremona.
Mag.Lombardia

Si trova al campo di Pontevico, inquadrato nella terza colonna comandata da Antonio Pio. Partecipa alla battaglia di Agnadello: dopo la sconfitta si porta su Cremona. Non riesce ad entrare nella località.

Giu.VenetoSi ritira al seguito del capitano generale Niccolò Orsini. Attraversa il Brenta a San Bauson, raggiunge Mira e Mestre dove colloca il proprio campo.
Lug.VenetoAlla difesa di Treviso con 1000 fanti. Si lamenta in Collegio dei Pregadi per i ritardi che si sono accumulati nell’apprestamento delle opere difensive.
Ago.Veneto

Sempre a Treviso. Ha il compito di calmare gli animi dei soldati esacerbati dal provveditore Piero Marcello: costui, infatti, ha fatto impiccare alcuni fanti di Cipriano da Forlì divenuti disertori per la scarsa puntualità delle paghe.

Sett.VenetoA Venezia ed a Treviso.
Nov.300 fantiVeneto

Ancora a Treviso. Si trasferisce a Noale con Francesco Calzone e Carlo Corso; da qui si dirige a Vicenza, località appena riconquistata dai veneziani, e ne resta alla guardia con 1200/1500 fanti.

Dic.VenetoE’ trasferito da Vicenza. Al suo posto viene Zanone da Colorno.
1510
Gen.378 fantiVeneto e MontenegroConnestabile a Villanova nel veronese. A fine mese è trasferito a Cattaro.
Apr.MontenegroChiede inutilmente il permesso di potersi recare a Venezia.
Mag.VeneziaFrancia  Ferrara300 fantiMontenegro e Veneto

Lascia Cattaro con metà compagnia a causa del ritardo delle paghe.  Raggiunge San Bonifacio. Affianca Bernardino di Montone;  si muove nel padovano alla testa di un colonnello di 1000 fanti a seguito dell’abbandono del Polesine da parte di Antonio Pio, di Giovanni Greco, di Zitolo da Perugia e di Giovanni Forti. Si sposta a Praglia per coadiuvare i difensori di Monselice; si porta al campo di Brentelle, nei pressi di Padova, e preme sui veneziani affinché sia assunto Chiriaco dal Borgo.

Giu.366 fantiVeneto

Con Zanone da Colorno e Marco da Rimini spinge per un’azione risoluta diretta alla riconquista di Vicenza. Segue con 1000 fanti fra Leonardo Prato verso Cittadella; si ferma poi  a Monselice per sei giorni per ispezionare le fortificazioni cittadine con Dionigi Naldi, Giampaolo Manfrone e fra Leonardo Prato. Arrivato a conclusioni sconfortanti,  si rifiuta di porsi alla difesa della località. Viene subito trasferito a Cattaro.

Lug.334 fantiVeneto

E’ richiamato alla guardia di Padova. Ha l’incarico di sorvegliare la Porta di Santa Croce. Allorché è licenziato Pandolfo da Castello la compagnia di tale condottiero viene aggregata alla sua.

Ago.400 fantiVeneto

E’ spostato in Friuli: l’ordine è revocato appena giunge a Fusina. Giovanni dal Borgo si incontra a Venezia con il doge Leonardo Loredan e rientra a Padova. Ha un consiglio di guerra con il provveditore Andrea Gritti, cui esterna la scontentezza delle milizie per il ritardo delle paghe.

Sett.Veneto

Prende parte all’assedio di Verona;  con Zitolo da Perugia ha il comando delle artiglierie dopo il ferimento di Lattanzio da Bergamo. Di guardia alla batteria posta davanti al castello di San Felice, respinge una sortita dei difensori solo a prezzo di forti perdite. I veneziani sono costretti a ritirarsi per cui Giovanni dal Borgo passa alla difesa di Montagnana. Giunge a Bevilacqua con Giampaolo Manfrone e 3 pezzi di artiglieria.  Attacca a San Zeno 50 uomini d’arme, 100 arcieri a cavallo e 400 fanti francesi provenienti da Legnago: tutti gli avversari sono uccisi o fatti prigionieri.

Ott.300 fantiVeneto ed Emilia

Al comando di un colonnello di fanti asseconda in Polesine l’iniziativa del provveditore generale Paolo Capello. Occupa Stellata abbandonata dagli estensi; distrugge il ponte di barche di Ficarolo e, inserito nella retroguardia, muove verso il ferrarese ed il modenese.

Nov.Emilia

Attacca Sassuolo; sale sulle mura e, dopo una serie di assalti, conquista la località facendo strage dei difensori: tra i veneziani si contano 15 morti, tra essi un suo nipote.

1511
Gen.EmiliaAll’assedio di Mirandola.
Mag.Emilia e Romagna

La sua compagnia perde numerosi effettivi sempre per il ritardo delle paghe. E’ coinvolto nella sconfitta di Casalecchio di Reno; riesce a portare in salvo 1000 fanti di varie formazioni con i quali si prende la strada della montagna e da qui raggiunge Cesenatico. A Fano con Troilo Savelli e Giovanni Vitelli.

Lug.378 fantiVenetoCon Chiriaco dal Borgo affianca nel veronese il provveditore generale Paolo Capello.
Sett.Veneto

Si colloca davanti a Cittadella con le artiglierie ed i cavalli leggeri; all’ annuncio che i nemici si sono allontanati da Nervesa della Battaglia per puntare su Asolo, rientra a  Padova. A metà mese irrompe in Cittadella con Chiriaco dal Borgo.

Ott.VenetoA Padova. I suoi uomini reclamano per la scarsa puntualità delle paghe
Nov.VenetoEsce da Padova con Giampaolo Manfrone allo scopo di recuperare il castello di Scala.
1512
Feb.236 fantiVeneto

Al campo di Vicenza; segue Giampaolo Baglioni.  Viene sconfitto dai francesi di Gastone di Foix alla torre del Magnano sull’ Adige. Tenta di fermare l’avanguardia  avversaria; non  sostenuto nella sua azione dalla cavalleria,  è presto sconfitto con la perdita di 2 falconetti e di altri 2 cannoni. Si muove su Brescia; è nuovamente sconfitto dai francesi.

Giu.452 fantiVenetoAd Albaredo d’Adige alla guardia del locale ponte.
Lug.Emilia

A Piacenza con il provveditore degli stradiotti Giovanni Vitturi e Baldassarre di Scipione (100 balestrieri a cavallo, 100 schioppettieri, i fanti della sua compagnia e due falconetti): ha il compito di impadronirsi del ponte e delle imbarcazioni in navigazione sul Po.

Ago.Emilia e Lombardia

Attraversa il Po con Bernardino di Montone, Antonio Pio e Vincenzo Naldi, giunge nel bresciano ed ottiene con le artiglierie il castello di Sant’Eufemia della Fonte.

Sett.LombardiaAll’assedio di Brescia. Non condivide alcune decisioni prese da Giampaolo Baglioni e ne informa la Signoria.
Ott.300 fantiLombardia

Ha il comando della seconda squadra di 800 fanti che deve assalire le mura di Brescia con la copertura del fuoco delle artiglierie. A fine mese affianca Giampaolo Baglioni (alla testa di un colonnello di 1400 fanti) nella sfilata dimostrativa che i veneziani effettuano davanti alla città, tra la Torrelonga ed il castello.

Nov.VenetoViene convocato a Venezia.
Dic.317 fanti
1513
Gen.VenetoStaziona nelle vicinanze di Verona. Ha il compito di sorvegliare i movimenti degli imperiali.
Mar.VeneziaSpagna Impero237 fantiVeneto
Apr.VenetoA Venezia. E’ ricevuto nel Collegio dei Pregadi.
Mag.430 fantiVenetoViene ancora inviato ad Albaredo d’Adige allo scopo di controllare il ponte sul fiume.
Giu.VenetoRitorna a Venezia per lamentarsi del trattamento che sta ricevendo dalla Serenissima.
Lug.347 fantiVeneto

E’ inviato da Bartolomeo d’Alviano alla difesa di Treviso con 600 fanti. Nella città ha il comando di un colonnello di 1059 fanti; deve affrontare gravosi problemi quando gli uomini di Alfonso Muto e quelli di Matteo dal Borgo si mettono a saccheggiare il territorio circostante. Anche i soldati della sua compagnia sono accusati degli stessi delitti, tanto che  due di costoro sono uccisi dalla popolazione in rivolta. I loro commilitoni danno fuoco  alle case in cui sono alloggiati.  300 fanti escono da Treviso: per farli rientrare i veneziani spediscono le compagnie del Turcasso e del  Muto al loro inseguimento.

Ago.VenetoE’ convocato a Venezia per discutere sulle indilazionabili opere di rafforzamento delle mura di Treviso.
Ott.Veneto

Inquadrato nell’ala destra guidata da Giampaolo Baglioni, partecipa alla battaglia di  Creazzo. Con la sconfitta ritorna alla difesa di Treviso;  con Antonio da Castello ha il comando di 1200 fanti. I suoi uomini continuano nella loro condotta oltraggiosa nei confronti degli abitanti: il motivo è sempre il medesimo.

Nov. dic.Veneto

Gli viene ridotto l’organico della compagnia a sua disposizione. A dicembre si reca a Venezia e protesta per il licenziamento di molti fanti che hanno militato ai suoi ordini.

1514
Mag.VenetoDa Treviso si reca a Venezia.
Giu.217 fantiVenetoA Treviso.
1515
Apr.Veneto

I suoi uomini e quelli di Antonio da Castello si ammutinano per il cronico ritardo del soldo e cercano di uscire da Treviso: interviene il podestà Giacomo Trevisan che dà loro un acconto prendendo a prestito del denaro dagli stessi abitanti.

Ott.300 fanti
Dic.LombardiaCon il suo colonnello agli accampamenti invernali di Iseo.
1516
Mar.217 fantiLombardiaAlla difesa di Crema.
Ago.LombardiaA Crema. I suoi uomini protestano con forza per il ritardato pagamento degli stipendi.
Nov.200 fantiLombardiaGiovanni dal Borgo contatta il provveditore generale Andrea Gritti. Fa pressioni affinché siano rafforzate le opere difensive di Crema.
1517
Gen.100 fantiLombardiaAl termine del conflitto è lasciato alla guardia di Crema. L’organico della compagnia viene sensibilmente ridotto. Gli viene invece riconosciuta una provvigione di 30 ducati per paga, per otto paghe l’anno.
Feb.LombardiaIl provveditore generale Andrea Gritti consiglia un suo trasferimento nel veronese  perché diventato inviso a Crema.
Mag.Veneto

Ritorna a Venezia ed in Collegio viene armato cavaliere dal doge Leonardo Loredan per il lungo servizio prestato a favore della Serenissima.

Sett.VenetoAlla guardia di Verona.
1518
Mag.VenetoLascia Treviso e si porta a Venezia perché convocato in Collegio dei Pregadi.
1519
Mag.LombardiaE’ trasferito nuovamente a Crema.
1521
Mag.VenetoCollabora con altri condottieri ad uno studio sul miglioramento delle opere difensive di Padova, che viene consegnato al Consiglio dei Savi.
Giu.250 fantiVenetoHa l’incarico di radunare 250 fanti con i quali ritorna alla guardia di Verona.
Ago.300 fantiVenetoA Verona. Si pone con la sua compagnia nella cittadella.
1525
PrimaveraVenetoA Verona. Ha il permesso di ritirarsi a vita privata. Muore poco dopo.

 CITAZIONI

-“Che fu generale de’ Veneziani.” GAMURRINI

-“Iagno dal borgo & quel della Sassetta/ Giovanfrancesco d’ascoli combatte/ e suo nimici come rape affetta/ & molti col furor per terra abbatte/ & sangue & morte si grida a vendetta.” Da “La storia del fatto d’arme di Geradadda” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

-Alla battaglia di Creazzo “Gniagni piccon anchora lui non perde/ pur un attimo d’hora a tanta impresa/ e fa riugier di sangue l’herba verde/ con animo adirato, e mente accesa/ e più sopra il voler più in lui rinverde/ a la pericolosa aspra contesa/ né cura se ben qualche oltraggio acquista/ come fido suggietto al vangelista (San Marco).” DEGLI AGOSTINI

Foto immagine in evidneza: wikimedia

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