BERNARDINO DI MONTONE

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Castello di Montone
Castello di Montone

Last Updated on 2023/07/01

BERNARDINO DI MONTONE  (Bernardino Fortebracci) Conte. Figlio di Carlo di Montone, fratello di Braccio di Montone, padre di Carlo di Montone.

1441 – 1531 (maggio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1463
Ago.VeneziaTriesteV. GiuliaPrende parte all’assedio di Trieste.
1469
Mag.VenetoA Lonigo.
1477
Ago. sett.di MontoneChiesa260 cavalliUmbria

Difende il castello di Montone dagli attacchi dei pontifici comandati da Federico da Montefeltro. Effettua numerose sortite,  in una di queste dà alle fiamme un palazzo di Città di Castello in cui muoiono soffocate tre persone.  Roberto  Malatesta convince la sorella Margherita, moglie del padre Carlo, ad arrendersi cedendo castello e rocca in un giorno in cui egli è alloggiato all’esterno della fortezza. Sono consegnati alla madre 6000 fiorini; il Montone abbandona il territorio.

Nov.Piemonte

In Valle Agarina; presenzia al trattato di pace tra il duca di Savoia, da un lato, ed il duca di Milano ed il marchese Guglielmo di Monferrato, dall’ altro.

1478
Ago.FirenzeChiesa NapoliUmbria

Dà alle fiamme nel perugino un palazzo con trenta persone al suo interno. Compare nottetempo davanti a Città di Castello con Niccolò Vitelli, Bernardino da Todi ed Andrea Corso (quattro squadre di cavalli e 3000 fanti). Incendia la Porta di San Florido e si impadronisce del mulino collocato sul ponte; i suoi soldati salgono sulle mura;  ne sono respinti a causa della resistenza riscontrata. Nella città non nasce alcun disordine a  favore dei fiorentini per cui è costretto a ritirarsi conducendo con sé Gian Francesco da Piagnano catturato nella circostanza. Il capitano marchigiano muore poco dopo per le ferite riportate alla testa.

Sett.Toscana

E’ assediato in Monte San Savino dal Montefeltro. Cavalca verso Asinalonga (Sinalunga) con il Vitelli alla testa di 400 cavalli e di 800 fanti: sono date alle fiamme case, capanne, foraggi;  all’ Amorosa muoiono nelle fiamme altre sei persone: sulla strada del ritorno, i due capitani sono affrontati dal Corso e da Carlo da Faenza. Costoro  sono sconfitti e fatti prigionieri con 60 uomini.

1479
Mag.75 lanceToscanaHa ai suoi ordini 3 squadre di uomini d’arme.
Giu.VeneziaChiesa NapoliUmbria

Assale Perugia;  giunge sino al cassero di Porta Sant’Angelo che fa incendiare con fascine e piccole botti:  obbligato a ripiegare con Roberto Malatesta e Costanzo Sforza, danneggia gravemente il territorio facendo prigionieri e razziando bestiame. Passa al servizio dei veneziani; alla morte del padre occupa Passignano sul Trasimeno, saccheggia Preggio, Borghetto, Vernazzano, Frontignano, San Feliciano, Zocco per un totale di 23 castelli. Attacca i pontifici e gli aragonesi che sono sconfitti a Passignano sul Trasimeno; scorre con furia nel Chiugi e mette a ferro e fuoco Migianella dei Marchesi, Zolfagnano, Montecolognola e Monte Gualandro.

Lug.Umbria e Toscana

Con Roberto Malatesta assale Castiglione del Lago alla cui difesa si trova Carlo da Pian di Meleto; respinto nel territorio si Cortona dal  Montefeltro, ritorna sotto Castiglione del Lago e ne assedia la rocca. Cavalca in Val d’Orcia;  con Deifobo dell’Anguillara incendia Bagno Vignoni.

Ago.ToscanaDà alle fiamme altri castelli allo scopo di vendicare la distruzione di Montone.
Sett.Toscana

Assedia in San Martino del Fico Andrea Corso, sospettato di avere avvelenato il padre Carlo di Montone e, subito dopo, di avere disertato  nel campo pontificio. Bernardino di Montone lo cattura e lo fa impiccare ad un  pero nei pressi; incendia le case ed i palazzi della località come il castello di San Costanzo; si attenda a Ponte Pattoli e ripete le usuali devastazioni. Giorni dopo, si trasferisce in fretta in Val di Pierla per soccorrere i resti dell’esercito fiorentino che è stato sconfitto a Poggio Imperiale (Poggibonsi).

1480FuoriuscitiPerugiaUmbriaCon Carlo Baglioni aiuta Rodolfo Baglioni a rientrare in Perugia e da scacciarne gli Oddi.
1482
Mag.VeneziaFerrara100 lancevenetoCombatte nella guerra di Ferrara alla testa di 500 cavalli. Entra nel Polesine.
Giu.Vento

All’assedio di Ficarolo. Vi è un assalto condotto dai fanti di Pietro Carlino e di Tommaso da Imola che tentano di scalare le mura del castello: quando costoro sono respinti il Montone fa scendere da cavallo i suoi uomini d’arme per sostenere l’azione della fanteria. I veneziani occupano un tratto dei camminamenti e provocano una frattura nelle linee nemiche.

AutunnoEmiliaSi ammala di peste per cui deve lasciare il campo.
Dic.Vi è un ribaltamento delle alleanze. Lo stato della Chiesa ora si dichiara ostile alla Serenissima alleandosi con i suoi avversari. Di conseguenza Bernardino di Montone viene dichiarato ribelle dal papa Sisto IV.
1483
Sett.EmiliaA Pontelagoscuro con 5 squadre di uomini d’arme. Milita ora agli ordini del duca Renato di Lorena.
Dic.LombardiaScorre nel mantovano con il provveditore Antonio Boldù. Ottiene per trattato il bastione di San Michele sul Tartaro.
1484
Apr.Emilia e Veneto

Ritorna a Pontelagoscuro; il giorno di Pasqua si trova a Venezia dove il doge lo arma cavaliere e gli fa dono dell’insegna di San Marco.

Lug.Emilia

Muove da Pontelagoscuro con Galeotto della Mirandola ed il provveditore Luigi Querini per impadronirsi per trattato del Borgo del Leone a Ferrara: gli estensi contrattaccano e bernardino di Montone è costretto a ripiegare. Sono fatti tra i veneziani 400 prigionieri che sono subito liberati.

Ago.Emilia e Friuli

Dopo la pace di Bagnolo consegna Pontelagoscuro a Sigismondo d’Este; i due condottieri si abbracciano. Prima di partire comincia la demolizione del bastione con le sue mani; alla fine, date le  dimensioni della fortezza, lo fa minare e saltare in aria. bernardino di Montone viene trasferito con i suoi uomini in Friuli.

1485
Feb.Veneto

A Venezia. Assiste ad una giostra organizzata in piazza San Marco da Roberto da San Severino. Sempre nel mese, presenzia alla cerimonia in cui sono consegnati a Giulio Cesare da Varano il bastone e lo stendardo di governatore generale.

1487
Feb.Un breve del papa Innocenzo VIII elimina le censure ecclesiastiche poste nei suoi confronti.
Lug.VeneziaAustriaVeneto e Trentino

Combatte le truppe del duca Sigismondo d’Austria. Con Deifobo dell’Anguillara ed i provveditori Cristoforo Moro e Domenico Dolfin muove verso Bassano del Grappa alla difesa del vicentino. Prende parte alla conquista del castello di Tesino.

Ago.Trentino

Con il recupero di Rovereto, abbandonata dagli avversari, si sposta in Valsugana con Deifobo dell’Anguillara;  punta su Trento.

1494
EstateVenetoNel Polesine. Sorveglia il confine con il ducato di Ferrara.
1495
Mag.VeneziaFrancia560 cavalliVeneto e FriuliA Venezia. In Friuli per raccogliervi truppe allo scopo di affrontare i francesi.
Giu.LombardiaAttraversa rapidamente l’Oglio con Ranuccio Farnese per unirsi con il reso delle truppe della lega comandate dal marchese di Mantova Francesco Gonzaga.
Lug.Emilia

Si trova al campo della lega;  con Marco da Martinengo ha ai suoi ordini 352 uomini d’arme. A Fornovo ha il comando dell’ala sinistra dell’ esercito della Lega Italica:  non vuole iniziare subito il combattimento per attendere che i francesi superino il Taro. Prevale il parere di Francesco Gonzaga che  per primo assale oltre il fiume in piena gli avversari;  al  Montone spetta il compito di condurre la seconda ondata. Gettatosi nella mischia, aggredisce gli avversari secondo i piani; con la retroguardia fa alcuni prigionieri e si dirige verso lo stendardo reale; presto si trova isolato in mezzo alla compagnia di Giovanni di Foix, perché gli stradiotti si  gettano sui carriaggi scompaginando le linee veneziane e, nel contempo, non intervengono nel momento cruciale i rilevanti contingenti di riserva. Da assalitore diventa assalito;  è minacciato di accerchiamento. La fanteria guascona e quella tedesca incomincia ad uccidere le cavalcature;  molti uomini d’arme, spaventati, si danno alla fuga. Il Montone viene colpito più volte da colpi di mazza ferrata e di lancia per un totale di dodici ferite (sette alla testa, tre alla gola e due alle spalle);  è gettato da cavallo. Della sua squadra 60 uomini d’arme sono uccisi. Un suo soldato lo trascina in un fossato e lo  nasconde tra la vegetazione.

Ago.Emilia

E’ curato a Parma a spese della Serenissima che invia appositi chirurghi da Padova, da Verona e da Bologna: gli sono levati dalla testa tre frammenti di osso cosicché una parte della calotta cranica resta scoperta. I veneziani gli aumentano la condotta a 1000 cavalli e gli riconoscono una pensione annua di 500 ducati.

Ott.

Nella battaglia di Fornovo il destriero del  Montone ritorna da solo al campo;  viene trafugato dagli sforzeschi. La Signoria per indennizzarlo  della perdita durante la sua convalescenza gli dona una cavalcatura, donata alla repubblica  dal sultano, del valore di 3000 ducati, comprese sella e briglie ricoperte di oro, di perle e di gemme varie.

1496
Giu.LombardiaRitorna in servizio. Nel bresciano.
Ago. sett.VeneziaFirenze1000 cavalliToscanaIn Toscana, in soccorso dei pisani in lotta con i fiorentini.
Dic.PiemonteFronteggia i francesi che minacciano Alessandria e Genova.
1497
Feb.PiemonteEntra in Alessandria con Niccolò orsini e Giovan Francesco Gambara per contrastare l’azione di Gian Giacomo da Trivulzio.
Lug.Friuli
1498
Gen.VenetoGiace ammalato per cinque mesi.
Giu.1000 cavalli

Si dichiara disponibile a spostarsi in Toscana per combattervi ancora i fiorentini: prima della rassegna domanda due paghe perché i suoi uomini hanno dato in pegno le loro armi a causa del ritardo delle loro spettanze.

Lug.FriuliA Sacile, per la rassegna della sua compagnia.
Ago, sett.Veneto e LombardiaViene segnalato prima a Lonigo e, di seguito, nel bresciano, sull’Oglio con il compito di sorvegliare i confini con il ducato di Milano.
Ott.Lombardia

Ha l’incarico di puntare verso il mantovano,  unirsi con il Gonzaga e proseguire con lui  verso la Toscana. Gli sono consegnati 4400 ducati per mettere in ordine i propri uomini; tocca Orzinuovi. L’azione sfuma a causa del  marchese di Mantova che, tradendo ogni aspettativa, all’ ultimo momento preferisce accordarsi con il duca di Milano.

Dic.Lombardia e Veneto

Lascia Orzinuovi e si porta a Lonigo dove si trovano i suoi accampamenti invernali. Nel corso dell’anno è avvicinato dai fuoriusciti perugini affinché si colleghi loro per scacciare i Baglioni da Perugia: Venezia si oppone al disegno e non gli dà il permesso di abbandonare i suoi territori.

1499
Lug.Veneto

Si offre di combattere contro i turchi in Friuli; la sua salute non è in uno stato ottimale; ricevuto in udienza a Venezia, è colto da un malore. Ristabilitosi in breve, si reca ad Onigo di Piave dove gli sono consegnate due paghe sulle tre richieste. I suoi uomini non hanno ricevuto quanto loro dovuto per dieci mesi.

Ago.VeneziaMilano250 lance e 40 cavalli leggeriVeneto e Lombardia

Giunge a Lonigo ed è sollecitato a trasferirsi nel bresciano. Si sposta quindi in Lombardia;  si collega a Pontoglio con Niccolò Orsini e  Bartolomeo d’Alviano. Ai suoi ordini sono 250 lance e 40 cavalli leggeri.

Sett.248 lance e 16 cavalli leggeriLombardia

Si ammala presto a Pontevico per cui il suo contributo al conflitto in corso è limitato. Con la caduta di Cremona vi è la rassegna delle sue compagnie, cui partecipano 248 uomini d’arme e 16 balestrieri a cavallo.

1500
Feb.VeneziaSforzaLombardia

A Brescia ed a Cremona per contrastare il tentativo di recupero del ducato di Milano da parte di Ludovico Sforza. Si ferma nella seconda località con Taddeo della Motella alla testa di 600 cavalli e di 600 fanti: i soldati pongono i loro alloggi nei monasteri per non pesare troppo sugli abitanti. Allorché in Cremona nasce un tumulto causato da un litigio nella piazza da alcuni fanti (uno schioppettiere uccide casualmente   una nobile alla  finestra mentre  maneggia la sua arma), monta subito a cavallo con il podestà Domenico Trevisan e seda gli animi esacerbati.

Lug.Veneto

Al termine della guerra si reca a Venezia, si incontra con il doge Agostino Barbarigo e domanda denaro per le paghe dei suoi uomini.

1501
Gen.VenetoNuovamente a Venezia. Si lamenta perché da aprile ha ricevuto una sola paga per i suoi uomini.
Giu. lug.LombardiaNel bresciano. A luglio in Ghiaradadda ed a Cremona allorché il capitano generale della Serenissima Niccolò Orsini si trasferisce in Friuli.
1502Una compagnia di colleoneschi e di gatteschi risulta ancora in servizio attivo e viene inserita nella sua. Al momento della fusione 16 uomini d’arme vengono messi a riposo (settembre).
1503
Feb.RomagnaDi presidio a Ravenna.
Ago.940 cavalliLombardiaA Soresina, alla rassegna della sua compagnia.
Nov.RomagnaAlla guardia di Faenza: è coadiuvato da un comitato costituito da sedici cittadini, quattro per ogni quartiere cittadino. Al suo fianco è segnalato Guido Torelli inviato con alcune lance dal signore di Bologna Giovanni Bentivoglio.
1505
Nov.VenetoA Venezia. Si reca nel Consiglio dei Dieci per timore che gli sia tolta la condotta.
1506
Feb.Viene sollecitato a mantenere in ordine i propri uomini.
1507
Mag.LombardiaA Soncino, alla rassegna delle proprie truppe. Nell’occasione si presenta con un numero di armati superiore a quello previsto dalla sua condotta.
1508
Gen. feb.VeneziaImpero800 cavalliLombardia e Veneto

Richiamato dal cremonese per affrontare gli imperiali raggiunge Peschiera del  Garda con 1000 cavalli: nel nuovo conflitto gli è dato il comando diretto di 800 cavalli; gli altri 200 fanno parte della condotta del figlio Carlo. Si sposta ad Arsiero con Saccoccio da Spoleto; da qui passa alla Scala.

Mar.VenetoA Vicenza. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 12200 ducati.
1509
Feb.LombardiaA Cremona con il figlio Carlo.
Mar.VeneziaFrancia ImperoLombardiaE’ raggiunto a Cremona da 1000 fanti romagnoli capitanati da Vincenzo Naldi.
Apr.200 uomini d’armeLombardia

Con il provveditore Giustiniano Morosini, Vincenzo Naldi e Vitello Vitelli si muove verso Treviglio per affrontare i francesi dello Chaumont, da bernardino di  Montone ritenuti muoversi in ordine sparso. Inviati in avanscoperta 200 fanti ed alcuni stradiotti, si scontra con una parte delle truppe avversarie;  le insegue sino al rivellino della porta. Sopraggiunge il resto dei francesi; sono  puntate le artiglierie contro i suoi uomini. I veneziani sono costretti ad arrendersi a discrezione. Sono così catturati 100 cavalli leggeri e 1000 fanti, quasi tutti della Val di Lamone, il provveditore Giustiniano Morosini, il Vitelli ed il Naldi: si salvano con la fuga solo 200 stradiotti. Braccio di Montone è in grado di rientrare a Cremona;  gli è affidata la sorveglianza di tre porte. Si sposta, indi, al campo di Pontevico dove ha il comando della seconda colonna forte di 405 uomini d’arme, 5000 fanti e 200 balestrieri a cavallo.

Mag.Lombardia

Giunge a Treviglio e prende parte alla battaglia di Agnadello. Ha il comando dell’avanguardia. Con la sconfitta  si dà alla fuga con Lucio Malvezzi. A Venezia, nel Collegio dei Pregadi il provveditore alle fanterie Antonio Diedo  accusa sia il Montone che Antonio Pio di non avere fatto il proprio dovere.

Giu.Veneto

Affianca  Niccolò Orsini nella sua ritirata verso est che lo porta ad attraversare il Brenta a Sambruson, a giungere a Mira ed al campo di Mestre: è consegnata a lui ed ai suoi uomini una paga. Il Montone ripete il giuramento di fedeltà alla repubblica nonostante le intimidazioni dell’emissario dell’imperatore Leonardo da Trissino: quest’ultimo, infatti, minaccia di confiscare i suoi possedimenti di Lonigo e di imprigionare a Padova, dove risiedono, la moglie ed i figli nel caso in cui perseveri nella sua fedeltà ai veneziani.

Lug.VenetoAlla difesa di Padova, riconquistata e successivamente assediata dagli imperiali di Massimiliano d’Austria.
Ago.148 lanceVeneto

Accoglie in Padova il nuovo capitano cittadino Zaccaria Dolfin; nella città alloggia a Santa Giustina ed ha il comando di 148 uomini d’arme con i quali sorveglia le mura dal castello fino a Pontecorvo. Esce dalla città con il provveditore generale Andrea Gritti per demolire un monastero, costruito nei pressi ed utilizzato dagli avversari come campo fortificato: riesce a stento a sfuggire ad un’imboscata che gli è stata tesa.

Sett.Veneto

Con i suoi uomini d’arme e 30 balestrieri a cavallo è preposto alla guardia del tratto di mura di Padova intercorrente tra Santa Croce e Santa Giustina.

Dic.VenetoSi fortifica a Lonigo con Niccolò Orsini.
1510
Feb.111 lanceVenetoAlla rassegna della sua compagnia che si svolge a Lonigo. ha ai suoi ordini 111 uomini d’arme sui 200 previsti dalla sua condotta.
Apr.Veneto

A San Bonifacio. Per le sue cattive condizioni di salute è dato l’incarico al provveditore generale Piero Marcello di sondare le sue intenzioni e di verificare l’ipotesi di una sua eventuale rinuncia alla vita militare in cambio di una provvigione annua di 1000 ducati, della proprietà di una casa a Padova (a valere sui beni dei ribelli) e di una condotta al figlio. Rifiuta ogni proposta e resta al campo senza che sia presa alcuna decisione.

Mag.Veneto

E’ tra i condottieri che , come Antonio Pio, non accettano Francesco Gonzaga Gonzaga come capitano generale al posto di Niccolò Orsini morto di recente; partecipa ad un consiglio di guerra ed affianca il provveditore generale Piero Marcello in Polesine con la sua compagnia e 500 fanti. Si dirige a Porto ed a Castelbaldo;  in tale località vi si unisce con il provveditore Giovanni Paolo Gradenigo. Vista la disparità di forze consiglia di lasciare il Polesine; raggiunge Badia Polesine e constata che i veneziani si sono già ritirati oltre l’Adige. Ripiega nel padovano;  a Battaglia Terme ed al campo di Brentelle. Da qui, punta su Bassano del Grappa con il provveditore generale Paolo Capello.

Giu.VeneziaFrancia Impero113 lanceVeneto

Sconfigge gli imperiali nel territorio di Schio e rientra al campo di Brentelle, nei pressi di Padova. Alla notizia che sta giungendo Giampaolo Manfrone, appena liberato dai francesi, si lamenta con i veneziani perché teme che tale capitano sia nominato governatore generale. Si discute a Venezia su un suo possibile incarico in questo senso con una condotta di 200 lance ed uno stipendio di 25000 ducati: la cosa non ha alcun seguito. Si ammala al campo e chiede alla Signoria un’abitazione a Padova dal momento che la sua  vecchia casa è stata incendiata dagli avversari.

Lug.Veneto

Con Lucio Malvezzi ed il  fa presente alle autorità militari che ad essere minacciata dagli avversari è Padova e non Treviso, per cui non è il caso di dividere l’esercito; si propone nuovamente come governatore generale.  Chiede il permesso di completare l’organico della propria compagnia: negli stessi giorni viene avvicinato dai francesi che gli promettono la restituzione dei suoi beni nel caso di una sua diserzione a favore degli imperiali. Con la nomina del Malvezzi a governatore generale rivela alle autorità tutta la sua scontentezza: al contrario di altri condottieri, tuttavia, presenzia alle cerimonie che accompagnano il conferimento dei poteri al Malvezzi. Si fa vedere in compagnia di tale capitano a Padova ai bastioni di Codalunga.

Ago.107 lanceVeneto

Assiste alla rassegna dei suoi uomini: accompagna le usuali lamentele con la richiesta di entrare in possesso dei beni dei ribelli padovani Bagarotti  e del palazzo sito sempre a Padova di Achille Borromeo. Gli è data risposta negativa; chiede allora le proprietà dei Buzzaccarini e quelle di Artuso Conte a Creola. Lascia il campo di Torre con il suo colonnello.

Sett.Veneto

Si reca a San Martino Buon Albergo;  si esprime contro l’ipotesi di un attacco diretto a Verona. Prende parte allo scontro che avviene sotto le mura della città al castello di San Felice.

1511
Gen.Veneto

Il provveditore generale Andrea  Gritti lo lascia a Montagnana con la sua compagnia di uomini d’arme, 400 cavalli leggeri e 700 fanti.

Feb.Emilia e Veneto

Con 300 uomini d’arme, 1000 cavalli leggeri e 1000 fanti si accosta al Po per collegarsi con i pontifici; mette a sacco Guastalla;  fa ritorno a Montagnana di fronte alla pressione dello Chaumont.

Apr.113 lanceVenetoL’offensiva dei francesi è sempre più pesante. Per tale motivo Bernardino di Montone trasferiisce i suoi beni a Padova.
Sett.Veneto

Prende parte alla guardia di Vicenza. Alla morte di Lucio Malvezzi, nell’attesa che arrivi il nuovo governatore generale Giampaolo Baglioni, viene eletto dal Consiglio dei Savi vicegovernatore generale per la sua parentela con lo stesso Baglioni.  Sollecita una condotta analoga a quella del defunto capitano; il Consiglio dei Savi gli concede, al contrario, una sovvenzione di 100 ducati ed una provvigione mensile di 50 ducati.

Ott.VenetoSi incontra a Padova con Giampaolo Baglioni.
Dic.Veneto

Esce da Padova e ritorna alla guardia di Vicenza allorché l’esercito veneziano si trasferisce nel Cadore per contrastarvi gli imperiali.

1512
Gen.113 lanceFriuli e Veneto

Il provveditore Gradenigo chiede il suo operato nel Friuli; il Montone lo raggiunge ad Udine con la sua compagnia di uomini d’arme, 100 cavalli leggeri e 500 fanti. A fine mese viene richiamato nel veronese.

Feb.109 lanceVeneto

Sorveglia il ponte di Valeggio sul Mincio con 200 lance e 600 fanti; costretto a ritirarsi per l’avvicinarsi ad Isola della Scala di Gastone di Foix, fa rompere il ponte di barche posto a Bonavigo sull’ Adige; le relative barche sono condotte a Montagnana. Il  Baglioni rimane così  sull’altra riva con il resto delle truppe. A Montagnana alla rassegna della sua compagnia.

Mag.Veneto

Alla rassegna che si svolge a Vicenza nel Campo Marzio sono licenziati dieci uomini d’arme della sua compagnia. Si ammala;  il comando dei suoi uomini è  assunto da Giovanni Battista da Fano.

Giu.84 lanceVeneto

A Venezia.  Protesta con il doge Leonardo Loredan per i numerosi licenziamenti che hanno intaccato l’organico della sua compagnia. Nella città compare in alcune cerimonie religiose a fianco delle autorità; rientra a Vicenza.

Lug.Piemonte e LombardiaAl campo di Novi Ligure ed a Casalmaggiore.
Ago.Lombardia

Attraversa il Po con Giovanni dal Borgo, il Pio ed il Naldi, si sposta nel bresciano a Sant’Eufemia alla Fonte;  conquista il castello dopo un breve bombardamento.

Ott.Lombardia

Prende parte all’assedio di Brescia;  asseconda il Baglioni nella sua sfilata davanti a Torrelonga ed al castello. La rassegna è volta a dimostrare ai nemici ed agli alleati la forza dell’esercito veneziano: comanda uno squadrone di 200 uomini d’arme.

Nov.86 lanceLombardia

A Rivoltella con il suo colonnello: cade da cavallo e, per sua fortuna, se la cava con pochi graffi. In un consiglio di guerra con il Baglioni è presa la decisione di inviare la cavalleria agli accampamenti invernali.

1513
Feb.Veneto

Decide di ritirarsi dal mestiere delle armi: 50 uomini d’arme della sua compagnia sono concessi al figlio Carlo dal Consiglio dei Savi, gli altri sono trasferiti, invece, nella compagnia del Pio: in cambio gli viene assegnata una provvigione di 600 ducati ricavati dai beni di alcuni ribelli ed un palazzo, a sua scelta, a Padova o a Treviso.

Mag.VenetoBartolomeo d’Alviano rientra dalla sua prigionia in Francia. Il suo operato ad Agnadello viene biasimato.
Giu.VeneziaSpagnaVeneto

Lascia Padova e passa alla difesa di Vicenza  minacciata dagli spagnoli. Affianca il provveditore Niccolò Vendramin allorché costui esce dalla città  per proteggere i lavori inerenti la costruzione di un ponte di barche ad Albaredo d’Adige per facilitare la ritirata all’  Alviano che è costretto dalle circostanze ad abbandonare la Lombardia.

Lug.VenetoDa Padova a Venezia dove si reca nel Collegio dei Pregadi. E’ ricevuto dal doge Leonardo Loredan.
Ott.VenetoPartecipa alla battaglia di Creazzo. Con la sconfitta si trasferisce alla difesa di Treviso con Giampaolo Manfrone e Taddeo della Volpe.
1514
Gen.VenetoLascia Treviso per recarsi a Venezia. E’ vestito a lutto per la recente morte in battaglia del figlio Carlo.
1515
Feb.VenetoHa l’incarico della sorveglianza di una porta di Padova.
Ott.VenetoA Venezia, in Collegio dei Pregadi. Chiede al doge Loredan di potere fare la sua parte all’assedio di Brescia.
Dic.

In sede di Consiglio dei Savi si discute su un suo possibile incarico di comando  nell’ esercito veneziano: il suo nominativo è scartato per le sua cattive condizioni di salute.

1517
Ago.A Venezia. In Collegio dei Pregadi per discutere della sua provvigione.
1518
Mag.Veneto

Viene chiamato con Giampaolo Manfrone e Giovanni da Sassatello a far parte di una commissione che deve giudicare a Padova su una controversia sorta tra i veneziani ed i benedettini di Santa Giustina per ragioni urbanistiche.

1520
Nov.Veneto

Al posto della provvigione annua di 600 ducati gli sono date alcune proprietà immobiliari tolte ai ribelli, che dovrebbero garantirgli una rendita di pari valore.

1521
Mag.Veneto

Con Giano Fregoso, Malatesta Baglioni, Giulio Manfrone e Teodoro da Trivulzio consegna al Consiglio dei Savi un progetto di miglioramento delle fortificazioni di Padova.

1523
Sett.Veneto

Accetta una provvigione mensile di 50 ducati a valere sul dazio della macinazione di Padova: in cambio rinuncia ai diritti sui beni appartenenti ad Achille Borromeo che gli sono stati concessi in precedenza (un palazzo a Padova e terreni a Lizzano).

1527
Ott.Veneto

Si reca a Venezia;  domanda che al figlio Oddo sia data la condotta del Manfrone morto negli stessi giorni all’ assedio di Pavia: il doge Gritti lo accoglie benevolmente ed al figlio è concessa, benché giovane ed inesperto, una condotta di 50 uomini d’arme.

1529
Nov.VenetoIl figlio Oddo muore ed il comando della sua compagnia viene assegnato a Pier Paolo Manfrone.
1531
Mag.Veneto

Muore a Padova. Gli sono celebrati funerali solenni; seguono il feretro gli studenti dell’università e le autorità cittadine. Viene sepolto nella chiesa degli Eremitani. Commissiona al pittore perugino Bartolomeo Caporali un affresco a completamento dell’altare fatto erigere dal padre Carlo nella chiesa di San Francesco di Montone. Il centro della scena è occupato da Sant’Antonio di Padova, tra il Battista a sinistra e l’arcangelo Raffaele che reca per mano Tobiolo sulla destra. Il Consiglio dei Dieci concederà alla sua vedova una rendita annua di 300 ducati. Sposa Pandolfina Baglioni e Aquilina Buonfio.

 CITAZIONI

-“Dignissimo capetanio in Italia..Fidelissimo condutiere di San Marco.” SANUDO

-“E ben la detta signoria (di Venezia) avesse presso di sé degnie homine e signorie, avevano in questo e suoi fratelli gran fede e speranza, e era amato da la signoria più che alcun altro, per la gran fede quale regniava in lui.” MATARAZZO

-“Huomo valorosissimo.” BENEDETTI

.”Qui primus ex Italis antiquam militaris disciplinae gloriam instaurare coepit, et inter celeberrimos sui temporis duces numeratus fuit.” BEAUCAIRE

-“Capitano affermato e di provata lealtà.” MALLETT

-“Huomo valorosissimo.” ANGELI

-Con Ranuccio Farnese e Rodolfo Gonzaga “Valenti hoomini d’arme.” DIARIO FERRARESE

-“Che parea un leone.” Da “La guerra dei tedeschi contro i veneziani” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

-“El conte bernardino da monton pregiato/ con doi fratelli carnai in compagnia/ ciaschun di loro ha la lancia pigliato/ per dar adosso a quella gente ria/ & ognun di loro si ha  il contrare/ dicendo voi non passerete lombardia/ butando franciosi di molti pali e sassi/ ch’el par ch’el mondo e la terra frachassi.” Da “La storia del re di Francia” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

-Alla battaglia di Fornovo “El conte bernardino a far contesi (contesa)/ Una forbita lanza mette in resta/ Et dove stretti più vede i francesi/ El campion s’abandona con tempesta./ Et tanti morti & feriti distesi/ Fu per sua mano in quel dì che molesta./ Parebbe forse cosa a ricontare/ Ma chi vi fu presente el può acertare.” Da “Guerre orrende d’Italia” in GUERRE IN OTTAVA RIMA 

-“Il conte bernardino da Montone/ Di cicatrice pieno per san Marco.” CORDO

-“Visto rotto el conte Bernardino/ el campo tutto e in fuga li marcheschi,/ passò l’Adese al ponte lì vicino,/ e perché seguir nol possono i Franceschi/ tagliò el ponte, poi spaccò el camino/ lassando l’arthelarie e le baltreschi.” Da “La rotta e presa fatta a Bressa per Francesi, di Anonimo, riportato dal FRATI

-Assediato in Monte San Savino “Cum molta gente e pien de isdegno e duolo/ contra del duca (Federico da Montefeltro), poiché Monton tolse/ al patre suo, havendo quello non solo/ nido paterno, e questa impresa volse/ el giovin, per mostrar sua valentia/ e fede ai Fiorentin, che indi lo accolse.” SANTI

-All’assedio di Verona “Il conte Bernardin come un leone/ ben s’adoprava in la mortal battaglia/ facendo a questo, e a quel votar l’arcione,/ e li nemici scompiglia, e sbaraglia/ menando colpi con distrutione/ tal che non durava piastra, e maglia/ tanto era la sua forza oltra misura/ da portar a ciascudun paura.” DEGLI AGOSTINI

-“Esperto e valoroso capitano.” RIGHI

-“Amato e stimato dai suoi uomini come un ottimo soldato, è tuttavia difficile ritenerlo un grande capitano. L’unico episodio in cui il Fortebracci ebbe occasione di mettere in mostra le proprie capacità e il proprio senso tattico è legato all’avventura italiana di Carlo VIII, e in particolare alla ritirata dell’esercito francese e alla battaglia di Fornovo.” F. ROSSI

-“Non degenere dagli altri della sua famiglia, è noto, oltreché per molte imprese militari, per le quali salì in grande estimazione anche e soprattutto per aver preso parte alla battaglia di Fornovo, il 6 luglio 1495.” ARGEGNI

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