BOLDRINO DA PANICALE

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Boldrino da Panicale, Portrait, Municipal Library of Panicale

Last Updated on 2023/10/07

BOLDRINO DA PANICALE (Giacomo Paneri, Boldrino Paneri, Boldrino Pamieri, Boldrino da Perugia) Di Panicale.

Di origine contadina. Signore di Civitanova Marche, Arquata del Tronto, Ficano (Poggio San Vicino).

1331 ca. – 1391 (giugno)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……………..Umbria

Episodio decisivo per le scelte future di Boldrino è  l’uccisione del padre Ambrogio, pugnalato più volte sul greto del fosso Gioveto. Accecato dall’ odio, è spinto a ricercare, al momento senza risultati, gli assassini.   Abbandona il mestiere di contadino per darsi alla ventura.

1348/1351UmbriaVive a Perugia dove presta servizio nel collegio militare cittadino. Nel 1351 viene a conoscenza del nome degli assassini del padre. Lascia di nascosto la città e rientra a Panicale. Uccide  nelle loro case i due uomini responsabili della morte del padre. Viene condannato in contumacia per il delitto dalle autorità del comune. Trova inizialmente rifugio nella piccola chiesa di Santa Maria La Querciolana, ai piedi del paese. All’avvicinarsi di una compagnia di ventura alla ricerca di soldati da ingaggiare, si aggrega a costoro.
………………Milita per due anni con i Tarlati stringendo amicizia fraterna con Bartolomeo da Pietramala ed il signore di Cotona Uguccione Casali. Viene ricercato dai perugini per assassinio e diserzione; sulla sua testa pende una forte taglia. In questo periodo si segnala in modo particolare nelle Marche. E’ armato cavaliere dopo essere stato tra i primi nello scalare le mura di un castello dopo due inutili assalti.
1362Comp. venturaMilita nella compagnia di Giovanni Acuto.
1364
Apr.PisaFirenzeToscana

Combatte agli ordini di Giovanni Acuto contro i fiorentini. Partecipa alle devastazioni della Toscana  condotte fin sulle porte di Firenze.

Lug.ToscanaPrende parte alla battaglia di Cascina in cui è battuto l’Acuto. Si salva dalla cattura con il suo capitano perché al momento dello scontro si trova alla retroguardia.
1367
Mar.FirenzeImperoToscanaSempre al fianco del condottiero inglese. I fiorentini assumono la compagnia di quest’ultimo. con una breve condotta. al fine di impedire alle truppe dell’imperatore Carlo di Boemia di compiere devastazioni nel contado durante il loro passaggio.
1376Comp. venturaMarcheTermina la sua militanza nella compagnia di Giovanni Acuto per dare vita ad una propria compagnia, formata da 1000 uomini tra cavalli ed arcieri. Suoi capitano sono Ambrogio Ceppotti, Cherubino Cherubini, Guglielmo Saccallossi ed alcuni congiunti come il cugino Anselmo. Viene segnalata la sua presenza nelle Marche: la regione è messa in continuo a soqquadro dalle sue bande.
1378Matelica San Severino M.CamerinoMarcheSverna con 1000 cavalli e molti fanti nei territori di Matelica e di San Severino Marche. Effettua numerose incursioni nel contado di Camerino.
1382
………………..ChiesaCamerinoMarche

Agli stipendi del rettore della Marca al fine di combattere il signore di Camerino Gentile da Varano. Espugna il castello di Penna San Giovanni, già conquistato dai nemici. Gli avversari sono costretti a ritirarsi in San Ginesio. In questo periodo è presente nella sua compagnia, come saccomanno, il giovane Muzio Attendolo Sforza.

………………..PerugiaFuoriuscitiUmbria

E’ assoldato dai perugini per dodici giorni  allo scopo di contrastare i fuoriusciti. Viene licenziato al termine  di tale periodo;  il collega Riccardo Ramsey è invece confermato.

………………..Comp. venturaSienaUmbria e Toscana

Con il favore del signore di Cortona Uguccione Casali si getta con Bartolomeo da Pietramala e Guido d’Asciano nel contado senese e lo mette a sacco. Semina ovunque terrore, rapine, uccisioni e vendette.

1383
Gen.Comp. venturaUmbria

Intervengono le autorità perugine nei suoi confronti affinché ponga un limite alle sue incursioni in Umbria.

Feb.Comp. venturaSienaToscana

Supera il ponte di Valiano e depreda il territorio di Montepulciano.

EstateComp. venturaCortonaToscana

Saccheggia ancora il senese ed il territorio di Cortona; si ferma a Chiusi ove realizza grandi prede. I suoi soldati rivendono il bottino nel mercato di Siena.

………………..PerugiaFuoriuscitiUmbria

Combatte Michelotto dei Michelotti e Niccolò dei Michelotti, accusati di volersi riconciliare con i fuoriusciti. Alla testa di 600 cavalli piomba nel Chiugi con  Bartolomeo da Pietramala; Boldrino da Panicale si porta a Castelnuovo e da qui si muove per saccheggiare le coste del lago Trasimeno, comprese l’Isola Maggiore ed Isola Polvese. Amico del Pietramala è da costui insignito dell’arma dei Tarlati.

1384
Feb.FuoriuscitiPerugiaUmbria

Su pressione di Michelotto dei Michelotti muta partito, opera nei dintorni di Perugia; sempre con Bartolomeo da  Pietramala semina rovine a Ponte San Giovanni ed a Ponte Val di Ceppi

………………..PerugiaFuoriusciti150 lanceUmbria

Si rappacifica con i perugini;  su pressione del cardinale legato Bomporti e di Antonio da Montefeltro ritorna al loro stipendio  per contrastare nuovamente i Michelotti. Ottiene una condotta di 150 lance e gli è riconosciuto un compenso mensile di 500 fiorini.

Mag.PerugiaComp. venturaComp. venturaCamerinoUmbria

Con Giovanni Acuto,  Giovanni degli Ubaldini, Riccardo Ramsey e Bartolomeo da Pietramala costituisce la Compagnia della Rosa. Si trasferisce poi con i propri uomini nelle Marche ai danni delle terre dei da Varano: minaccia  Amandola con 500 cavalli e 300 fanti. Giunge a Cingoli.

Giu.PietramalaSienaC.di Castello FuoriuscitiCapitano g.le 150 lanceUmbria e Toscana

Porta ostilmente le armi  nel contado di Città di Castello a favore del Pietramala. Passa in breve al soldo dei senesi con 150 lance.

Lug.PietramalaSienaC.di Castello VicoUmbria e Toscana

Presenzia  alla rassegna dei propri uomini.  Si volge di nuovo contro Città di Castello, i cui abitanti sono colpevoli di molestare di continuo le terre dei Pietramala. Combatte indi per i senesi il prefetto Francesco di Vico; si rifiuta viceversa di affrontare i Malavolti ed i Salimbeni che stanno devastando il territorio vicino il capoluogo. Accampa la scusante di non essere stato condotto per aggredire i fuoriusciti. Accetta il denaro di questi ultimi e li favorisce di nascosto.

Dic.SienaComp. ventura150 lance e 15 lance morteToscana

E’ condotto  per sei mesi  con 150 lance vive e 15 morte (vale a dire esistenti solo sulla carta). Ad ogni lancia è corrisposto lo stipendio mensile di 18 fiorini. Il costo totale della sua condotta risulterà di 18744 fiorini. Sconfigge nei pressi di San Galgano la compagnia di Guido d’Asciano, di Ugolotto Biancardo e di Anderlino Trotti.

1385
Gen.Comp. venturaUmbria

Sosta in Umbria: i perugini lo avvicinano tramite Contucciolo di Niccolò, Petruccio Montesperelli e Bartolomeo Guidalotti che gli consegnano 500 fiorini affinché non presti soccorso ai fuoriusciti, né tanto meno compia qualche azione ostile ai danni del comune.

Feb.SienaFuoriuscitiToscana

I senesi lo inviano con parte della sua compagnia contro i Malavolti che conducono la guerriglia ai danni del comune. Attacca Scorgiano con 300 cavalli e dà alle fiamme il palazzo in cui si è fortificato Uguccione Malavolti: costui gli si arrende e si cala dalla fortezza tramite una corda con la nuora, quattro nipoti ed un prete; un famiglio muore per la rottura del canapo; muore  nell’incendio anche la moglie del Malavolti. Nelle fiamme risultano pure distrutte notevoli quantità di   frumento, olio,  foraggi,  carne salata e masserizie varie per un  valore di 12000 fiorini. Di seguito Boldrino da Panicale infesta  il territorio vicino;  razzia 50 buoi, 60 asini e molti maiali; combatte  i Salimbeni e  si muove in soccorso di Giuncarico. I nobili assoldano 300 cavalli bretoni: costoro hanno la meglio nei   confronti del Panicale ed interrompono il flusso dei rifornimenti a Siena. Il condottiero si rinserra nella città e rifiuta di uscirne.

Mar.Capitano di guerraToscana

Viene nominato capitano di guerra;  gli sono consegnate le insegne del comando che egli accetta malvolentieri. Gli ambasciatori fiorentini gli consegnano 4000 fiorini a nome dei rivali affinché se ne stia inoperoso. Finge di volere la pace tra la fazione popolare e quella nobiliare, si allontana da Siena e sparpaglia le sue milizie nel  contado per meglio  sottoporlo a saccheggio.

Apr. mag.FuoriuscitiSienaToscana e Umbria

Spinto dai fuoriusciti, si colloca davanti ad una porta di Siena in attesa che gli venga aperta: il trattato è rivelato da uno dei congiurati. Si conclude con la decapitazione di 9 uomini, l’impiccagione di altri 13 e la messa al bando di  48 abitanti. Il Panicale muove  contro San Quirico, dove gli è promesso il possesso di tutti i beni ivi raccolti dai Nove: ne viene respinto con alcune perdite. Presto vi è una rivolta in Siena che porta al cambiamento del governo cittadino: 4000 artigiani abbandonano la città disperdendosi in varie contrade italiane. Il Panicale  può così rientrare nel perugino carico di prede. Negli stessi giorni si collega con Taddeo Pepoli e minaccia il fiorentino. La repubblica chiede ai bolognesi di potere utilizzare 75 lance inglesi che negli stessi giorni hanno concluso il loro periodo di ferma con tale comune. In questo periodo Il Panicale fonda la Compagnia della Rosa con l’Acuto, l’Ubaldini, il Pepoli, Everardo della Campana ed il Pietramala. La compagnia è forte di 3000 cavalli e di 1000 fanti.

Giu.Comp. venturaBologna MilanoUmbria Toscana ed Emilia

E’ avvicinato da Biordo Oddi che gli promette 500 fiorini al fine di evitare scorrerie nel territorio del comune per due mesi. Si muove in Val di Chiana con il Pepoli; si collega con l’ Acuto, l’Ubaldini ed il Pepoli;  penetra nel bolognese. Gli abitanti del comune felsineo, dopo avere subito gravissimi danni, riconoscono ai venturieri una taglia di 30000/35000 fiorini (ufficialmente 15000). Si dirige poi verso il milanese con l’obiettivo di liberare Bernabò Visconti,  privato della signoria di Milano dal nipote Gian Galeazzo. I viscontei bloccano la marcia alla compagnia. Presto abbandona  l’Ubaldini con 800 cavalli e si collega nel bolognese con l’Asciano. Ottiene da Bologna un salvacondotto; minaccia una volta di più i senesi.

Lug.TolomeiChiesaSienaNapoliToscana Romagna Marche Umbria Campania

E’ al soldo dei Tolomei;  si accorda con i senesi  dietro il riconoscimento di una provvigione annua di 500 fiorini ed il suo impegno a non offenderne il territorio per quattro anni. Ritorna al servizio del papa Urbano VI. Esce da Imola con Grasso da Imola, attraversa  il contado di Fano e si dirige a Nocera Umbra allo scopo di combattervi le truppe di Carlo di Durazzo. Durante la marcia di avvicinamento a questo centro si sfoga nel territorio di Assisi, ove razzia numerosi capi di bestiame e cattura molti uomini.

Ago.Comp. venturaSiena PerugiaUmbriaScorre con Bartolomeo da Pietramala lungo le sponde del lago Trasimeno. Sono al solito razziati nel Chiugi numerosi capi di bestiame. Entra in Isola  Maggiore, mette a sacco Isola Polvese e, sempre con il Pietramala, assale numerosi castelli. Si collega indi con Giovanni Beltoft e Taddeo Pepoli ed entra nel senese. Ai tre condottieri sono consegnati dai senesi 2000 fiorini affinché sia risparmiato il loro territorio per un certo periodo di tempo (un anno).
Sett.Comp. ventura         Perugia CamerinoPerugia                        Venturieri ChiesaUmbria e Marche

Con il Pepoli ed il Beltoft rientra ostilmente nel perugino;  taglieggia Cerqueto, Papiano e Spina Nuova. Presto si ammala e si riconcilia con i perugini. Entra in Perugia per curarsi; vi è accolto con tutti gli onori. Guarito, si muove a vantaggio degli stessi perugini affrontando alcune piccole compagnie di ventura che stanno infestando il contado. Frena i loro saccheggi e scaccia i venturieri dal territorio. Il compenso pattuito con il comune è di 500 fiorini. Viene arruolato da Rodolfo e da Gentile da Varano cui Conte da Carrara ha tolto Penna San Giovanni: è sconfitto nei pressi dai pontifici.

Ott.ChiesaAscoli PicenoMarche

Si trova a Fabriano, dove acconsente al matrimonio del figlio Giovanni Aretino di dieci anni con la novenne Piccarda da Gubbio: testimoni dell’ atto sono il signore della città Guido Chiavelli, quello di Sassoferrato Giovanni di Sassoferrato e quello di Matelica Guido di Matelica, incaricato di stimare la dote della sposa. ha modo di recarsi a Matelica. Passa agli stipendi del papa Urbano VI;  assale invano Ascoli Piceno.

Dic.MarcheAlla difesa di Fermo con 500 cavalli: gli abitanti si rifiutano di farlo entrare in città.
1386
Gen.Comp. venturaSienaToscanaScorre con i bretoni nel senese. Gli sono consegnati 2550 fiorini.
Feb. mar.CamerinoVaranoMarche

Milita per Gentile e Berardo da Varano. Con Grasso da Imola devasta il territorio di Tolentino ai danni di Gentile e Rodolfo da Varano. A metà marzo viene assoldato a Camerino dai fiorentini per mezzo del Pietramala.

Apr. ago.Comp. venturaFirenze                       Comp. venturaFermoUrbino                                         S. Severino MarcheUmbria e Marche

Molesta il territorio di Fermo con vari pretesti; si apposta a Montegranaro ed a San Giusto;  scorre nel contado finitimo. Tocca Camerino; lascia la città e punta su Gubbio con 1000 cavalli e 300 fanti per combattere Antonio da il conte di Urbino Montefeltro. Coadiuva Onofrio e Roberto Smeducci ad impadronirsi della rocca di San Severino Marche a spese dei loro congiunti Smeduccio e Bartolomeo Smeducci. Vi colloca al suo interno parte delle sue milizie, mentre con il resto della compagnia inizia a taglieggiare il territorio finitimo allo scopo di provvedere al vettovagliamento delle sue truppe. Ad agosto gli è riconosciuta ufficialmente dai perugini la provvigione annua di 500 fiorini e gli è concessa la loro cittadinanza.

Sett.ChiesaAscoli PicenoMarche

E’ assoldato dai pontifici e dalla lega delle città marchigiane composta da Fermo, Ancona e Recanati; scorre ancora nell’ascolano perché gli abitanti non gli vogliono riconoscere il pagamento di una taglia.

Ott.PerugiaComp. venturaUmbria

Accorre in aiuto dei perugini, minacciati dalla compagnia di Giovanni Acuto e dai  Michelotti: mette   in fuga gli avversari. Rientra nelle Marche.

Nov.ChiesaFermo500 cavalliMarche

E’ affrontato da Grasso da Imola e da Nello da Camerino. Costoro lo ostacolano con 400 cavalli; l’ azione del Panicale si spezzetta in numerose scaramucce senza esito. Si riduce a Recanati.

Dic.MarcheScorre con 500 cavalli nel territorio di Ascoli Piceno. Transita minaccioso sotto le mura di Fermo e depreda anche tale contado.
1387
Mar.ChiesaAngiòMarche

Urbano VI lo invia in Puglia per combattervi le truppe di Luigi d’Angiò. E’ sconfitto da Bartolomeo Smeducci.

………………..FuoriuscitiS. Severino MarcheMarche

Bartolomeo Smeducci si avvicina a San Severino Marche. Boldrino da Panicale esce dalla città;  è ancora vinto  dal rivale con la perdita di 100 uomini. Lo Smeducci rientra in San Severino Marche.

Ago.MilanoVeronaMarche e Umbria

Con Nello da Camerino uccide Grasso da Imola ed occupa  Civitanova Marche;  abbandona la località e ritorna nel perugino. Carlo Malatesta, tramite Pietro di Poggio, lo convince a condursi al servizio di Gian Galeazzo Visconti per impedire con altri condottieri che Bernardo della Sala raggiunga il veronese per militare a favore di Antonio della Scala ai danni dei viscontei.

Sett.PerugiaComp. ventura200 lanceUmbria

Fronteggia la compagnia dei bretoni di Bernardo della Sala e di Everardo della Campana, che continuano a taglieggiare il perugino dalla loro base di Cannara. Non riesce a snidare gli avversari dai fortilizi in cui costoro si sono asserragliati.

Ott.Comp. venturaFermo150 cavalliMarche

Scorrazza nel fermano con 150 cavalli tra il capoluogo e Monte Urano; l’azione termina con l’uccisione di Matteo da Furco e la razzia di 200 buoi e di 600 pecore rubati ai coloni.

Nov.ChiesaPerugiaOrsiniComp. ventura200 lanceUmbria

E’ ancora in Umbria per combattervi Niccolò Orsini, che si è impadronito di Terni e di Narni. Ha pure modo di affrontare Bernardo della Sala, Everardo della Campana e Guido d’Asciano per conto dei perugini.

Dic.SienaFarneseToscana e Marche

E’ condotto con 25 lance dai senesi per soccorrere i Montemarte, impegnati in un conflitto con i Farnese ed i da Baschi. Ritorna nelle Marche.

1388
Gen.Comp. venturaSan Severino MarcheMarche

Entra per trattato in San Severino Marche;  vi cattura Bartolomeo e Smeduccio Smeducci.

Feb. mar.Comp. venturaAnconaMarche

Tenta di impadronirsi per trattato anche del castello di Massignano: il complotto è sventato ed i responsabili della sua custodia sono puniti.

Apr.ChiesaFermoMarche

Fa diversi prigionieri nel territorio di Fermo ove vi razzia molto bestiame. E’ segnalato a Matelica; vi favorisce l’accordo tra i vari membri della famiglia Smeducci volti alla liberazione di Bartolomeo. Quest’ultimo gli vende  in modo fittizio per 10000 fiorini Apiro e Ficano. Nonostante gli accordi presi in precedenza il Panicale non ha nessuna intenzione di restituire i due centri; cede la prima località al camerlengo pontificio e si trattiene in signoria la seconda. Entra in Montegranaro ed in Monte San Giusto spintovi da Marco Zeno (Marco da Montegranaro), teso al recupero della signoria della prima località.  Si scontra ripetutamente con Giovanni Tedesco da Pietramala.

EstateUmbriaTorna in Umbria. I senesi si rivolgono a Bartolomeo da Pietramala per poterlo assoldare.
Sett.MarcheGrazie a Giovanni Tedesco da Pietramala si riconcilia con Fermo.
Ott.Umbria

Effettua una breve incursione in Umbria. Incarcera alcuni cittadini di Bettona: i perugini gli fanno pressione, tramite Crispolto Crispolti, per ottenere la loro liberazione. Gli è consegnato dl denaro, libera i prigionieri e si allontana dal territorio.

Nov.SienaFirenzeToscanaViene condotto dai senesi al fine di rispondere alle minacce dei fiorentini.
Dic.Comp. venturaChiesaMarcheSi trova in contrasto con il rettore della Marca Andrea Tomacelli. Viene affrontato da Corrado di Altinberg.
1389
Gen.ChiesaFermoMarche

Rinnova la propria condotta con lo stato della Chiesa e le comunità marchigiane per mezzo di Guido Chiavelli,  di Roberto da San Severino e del cardinale Andrea Bontempi. Alla lega partecipa pure Fermo, comune con cui il Panicale per lungo tempo è stato in contesa. E’ ferito nella piazza della città dal condottiero umbro Nanno da San Giusto,  destinato alla podesteria di Fermo. Boldrino da Panicale si inasprisce maggiormente con gli abitanti e si presenta sotto le loro mura.  Presto  capisce che la sua iniziativa non può avere frutto.

Mar.ChiesaAscoli PicenoMarcheConduce una scorreria nella valle del Tronto.
Apr.MarcheOttiene per trattato Arquata del Tronto, che gli viene concessa in feudo dai pontifici. Assedia Ascoli Piceno
…………….ChiesaSarnano AnconaMarcheAffronta l’Antidisio che, istigato dagli abitanti di Sarnano, con la sua compagnia sta desolando le campagne vicine. Prende in custodia la rocca dei Brunforte; da questa ne esce per predare il contado di Sarnano. Gli abitanti di Massignano si ribellano ad Ancona e chiedono il suo aiuto. La richiesta non ha seguito; continuano non di meno le  scorrerie del Panicale in tale territorio.
Lug.ChiesaFermo CamerinoMarche

Si collega con Corrado Lando, che con la sua compagnia ha invaso il fermano; con  il condottiero tedesco minaccia Fermo e Camerino. Gli si oppongono Gentile da Varano, Ceccolo Broglia, Brandolino Brandolini, Giovanni Tedesco da Pietramala e Biordo dei Michelotti. Il Panicale scorre con 40 cavalli nel fermano, razzia molti buoi, cattura 12 uomini cui sono tagliati gli orecchi: li minaccia anche di morte perché il comune di Fermo non gli riconosce la taglia da lui imposta. Cade dalla sua cavalcatura e si ferisce in modo serio. Su preghiera del suo confessore e del vescovo di Fermo libera i malcapitati; il cardinale legato, infine, interviene e fa concludere tra le parti una tregua di due mesi.

Sett.MilanoFirenze200 lanceToscana

Viene inviato dal conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti nel senese con Ceccolo Broglia e Brandolino Brandolini per contrastare i fiorentini in Toscana.

1390
Apr.MarcheA fine mese sottoscrive a nome delle terre controllate dal rettore della Marca, il cardinale Andrea Bontempi (Macerata, Osimo, Recanati, Castelfidardo, Montesanto (Potenza Picena), Montelupone, Civitanova Marche, Montecasuario, Morrovalle, Montolmo (Corridonia), Montemilone (Pollenza), Montefano, Montecchio (Treia), Montecassiano, Appignano, Filottrano, Staffolo, Apiro e Domo con Ancona ed i suoi collegati.
Mag.PerugiaFuoriuscitiUmbria

Assedia in Agello Michelotto dei Michelotti e lo costringe alla resa a patti: gli sono consegnati 300 fiorini derivanti dalle taglie di 12 difensori che si sono accordati con il Panicale per avere salva la vita.

Lug.A metà mese muore il cardinale Bontempi. Di fatto scompare il vero protettore del condottiero umbro.
Ott. nov.Comp. venturaAnconaMarche

Il nuovo papa Bonifacio IX si riavvicina agli anconetani ed invia il fratello Andrea Tomacelli, nuovo rettore della Marca, a portare la pace nella provincia. Boldrino da Panicale ostacola il piano ed attizza la fazione nemica allo stato della Chiesa.

Dic.ChiesaMarche

La pace con gli anconetani è raggiunta. Boldrino da Panicale è riconfermato nel capitanato generale delle truppe pontificie; gli sono inoltre riconosciute  la condotta per un un anno ed una provvigione mensile di 100 ducati.

1391
Gen.ChiesaAntipapaUmbria

Entra in Spoleto con Ugolino Trinci ai danni dei partigiani dell’antipapa Clemente VII; ne assedia il castello con trabucchi e bombarde giorno e notte. I maceratesi gli riconoscono 100 fiorini per farlo desistere dalle sue scorrerie nel loro territorio.

Feb.A fine mese nel parlamento di Macerata il rettore della Marca Andrea Tomacelli finge di sottostare alle sollecitazioni del Panicale;  propone l’imposizione di una nuova taglia per soddisfare le sue richieste di denaro. Ancona non accetta il pagamento del tributo in quanto lo ritiene un cedimento; anche i Montefeltro, Gentile da Varano, i Simonetti di Jesi, Benuttino Cima di Cingoli ed i Buscareto sono d’accordo su tale linea.
Mar.Bonifacio IX esorta gli abitanti di Fermo a prestare soccorso al  Tomacelli contro le minacce della compagnia del  Panicale.
Apr.Comp. venturaChiesaMarcheMolesta ancora il maceratese. E’ segnalato a Ficano (Poggio San Vicino) ed a Domo.
Giu.Marche

E’ invitato dal Tomacelli a Macerata per un banchetto. Esce dal castello di Ficano con 20 cavalli per recarsi all’ appuntamento: durante il pranzo, mentre i convitati si stanno lavando le mani, il marchese della  Marca dà l’ordine di ucciderlo. Boldrino da Panicale è ferito mortalmente;  è sepolto nella città. Due anni dopo i soldati già della sua compagnia,  agli ordini del figlio Giovanni Aretino, in odio al Tomacelli, devastano la provincia. Il suo cadavere, riconsegnato dagli abitanti di Macerata ai venturieri, è imbalsamato e messo in una cassa dove viene  conservato per tre anni; anche i consigli di  guerra di questa nuova  compagnia, che si è formata alla sua morte, sono tenuti davanti al suo feretro. La salma, dissepolta, è portata a Panicale. Secondo un’altra fonte Boldrino è ucciso nei pressi di Macerata da Bartolomeo Smeducci.   Biografia di Giuseppe Orsini. Ricordato da Lorenzo Spirito in “Lamento di Perugia soggiogata”. Grazie alle numerose vittorie ottenute per Perugia, Boldrino, da Panicale ebbe in dono le chiavi della città. L’episodio è rappresentato in un telone dipinto dal pittore marchigiano Mariano Piervittori,  custodito nel teatro Cesare Caporali di Panicale (il condottiero è raffigurato nell’atto di ricevere le chiavi della città). Sempre a Panicale, la sua abitazione era posta di fronte alla Collegiata dedicata a San Michele Arcangelo. Un suo ritratto è conservato  a Panicale nella locale Pinacoteca Comunale. Suo affresco nella sala del Palazzo Baglioni a Perugia. Sempre in tale città, nel palazzo Donini (sala Fiume),- sono esposti il ritratto suo e quello di Niccolò Piccinino opera di salvatore Fiume. Di Corintius Corsetti (1626) è la “Laudatio in Panicalis oppidi Perusini honorem texta”. Filippo Alberti ne ha scritto un elogio. Anche Gino Franceschini ha pubblicato nel Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria una sua breve biografia. Boldrino da Panicale è anche il protagonista di un romanzo di Tommaso di Saluzzo in cui compare con l’appellativo di “Baudrin le meurtrier” e nel 2016 di una storia a fumetti a cura di Marco Vergoni (disegnatore delle tavole) e di Daniele Giovagnoni (autore dei testi). Il suo stemma è formato da due scudi di forma diversa, l’uno attaccato all’altro. Nello scudo più grande è contenuta una tavola con tre pani; in quello più piccolo sono raffigurati un ferro di cavallo con un chiodo e, nell’angolo esterno, la sigla B., iniziale di Boldrino. Sposa Laria o Ilaria di Pietruccio.

 CITAZIONI

-“Un umbro che non fu mai un grande capitano, ma la cui vita errabonda ed irrequieta fu tipica di alcuni professionisti militari dell’Italia centrale. La sua compagnia non contò mai più di duecento lance e passò di continuo dal servizio di Siena o di Perugia a quello dei papi e di diversi signori romagnoli. Boldrino aveva fama di sleale, ma poiché comandava una buona compagnia che gli era fedele poté sempre trovare in quell’area ribollente di conflitti chi ne richiedesse i servizi.” MALLETT

-“E l’altro che di fama ogn’altro avanza,/ Boldrin che fè tremar poggi e pianure;/ E morto acquistò terre in abbondanza.” Cambino Aretino riportato da FABRETTI

-“Io son quel degno capitan famoso/Boldrin nell’armi avventurato e forte,/In tutti i fatti miei vittorioso/E per mio senno e per celeste sorte;/E fu sì caro il mio stil valoroso/Che le mie genti dopo la mia morte/Tre anni il corpo a trionfo portarno/tanto che la mia morte vendicarno.” Da un epitaffio del Matarazzo, riportato da FABRETTI, sotto il suo ritratto un tempo collocato a Perugia nel palazzo di Braccio Baglioni.

-“E tornami a memoria di colui,/ Che fece assai gran prove per la Marca,/ Dico il Boldrin ch’amò me, com’io lui/ Et fu dall’honor suo sua gente carca/ Sì che tre anni guerreggiando intorno/ Il portar morto chiuso d’entro un’arca.” SPIRITO

-“Boldrino, dalla vittoria sempre favorito, fu il flagellator della Marca, lo sgomento delle milizie italiane e straniere, e la vittima d’un tradimento preparato dal tempo e permesso dallo sdegno di Dio. Tempra robusta, forme atletiche, sguardo severo, prontezza d’animo maravigliosa, temerario coraggio e avidità di gloria presagivano in Boldrino un Capitano di alta rinomanza, un uomo da portare lo scoraggiamento in qualunque masnada d’avventurieri…Boldrino panicalese/ Fra i corrotti capitani/ corrottissimo/ emulò lo straniero/ nel far piangere l’Italia:/ il Piceno insanguinato gridò sovente/ infamia al suo nome./Fu morto a tradimento/ perché gli uomini sappiano/ non esser fra l’armi securo/ il delitto.” FABRETTI

-“Armorum ductor, vir pravus et crudelis.” ANNALES FOROLIVIENSES

-“Grandissimo Capitano..Era..il più temuto soldato di quei tempi.” PELLINI

-“Feroce uomo e di animo avverso agli anconetani.” PERUZZI

-“In primis Romanae ducis, omnium es aetate clarissimi.” CRIVELLI

-“Qui tunc in Italia clarus, illustrisque militiae imperator esset.” EGNAZIO

-“Boldrin da Panical, el qual procede/ de sì vil pianta..” SANTI

-“Assai pessimo homo e de condiçione prava, de naçione prava e vilissimo ultra modo..Fo ditto che el ditto Boldrino fo tagliado in più pieççi. E per la ditta morte uno figliolo del ditto Boldrino cavalcò con molte zente per lo tereno de Maçierata e pigliando multe contadini fè sovra loro aspera vendetta del padre.” G. DI M. PEDRINO

-“Buldrinus Panicaliae pontificiae militiae sceptra tenebat, eo nemo ducum felicior fuit: num dum viveret acie semper victor, etiam post mortem, saepius victoriis triumphisq. militum suorum interfuit, ii siquidem ducis sui cadaver exsicatum, conditumque aromatibus in feretro circumferebant, cum neminem, qui succederet militiae imperio dignum putarent; tendebat et praetorium non secum, ac vivo, et circumpositis vexillis belli texera petebatur, ita ut mortui consiliis quadam sorte exceptis feliciter uterentur.” CORNAZZANO

-“Famoso venturiere di quell’età.” CRISTOFANI

-“Famoso capitano del suo tempo.” P. BONOLI

-“Tanto per la sua barbarie e liberalità accrebbe il suo potere che divenne fra breve capitano di oste numerosa e fu podestà di molte cittadi e castella. Non fuvvi in Italia giammai uomo di lui più temuto..Fu della marca d’Ancona e detto Baudrin le meurtier.” PORRO LAMBERTENGHI

-“Uomo bellicoso amatissimo e quasi idolatrato da suoi gregari.” ANGELITA

-“Uno de’ più acclamati guerrieri in vita e in morte del suo secolo.” COMPAGNONI

-“Dalla coltura de’ campi passato all’assassinio, dall’assassinio alla milizia, signoreggiava alcune terre dell’Umbria, e tirava provvigione dal papa…(Alla consegna del suo cadavere da parte degli abitanti di Macerata alle truppe che hanno militato ai suoi ordini) Avresti pertanto veduto nel dì stabilito spalancarsi le porte di Macerata, uscirne a processione il popolo, gli oratori delle città amiche, il clero e le matrone scarmigliate e piangenti colle spoglie del condottiero, la compagnia di fuori riaverle in gran pompa e non senza mestizia. Quindi le chiusero in una preziosa bara, e questa per lungo tempo servì come d’insegna alle ricordevoli soldatesche.” RICOTTI

-“Uomo, che godea tra i suoi soldati di tale riputazione che, morto, ne imbalsamarono il cadavere, conducendolo seco in tutte le imprese di guerra, e inalzandogli ogni volta nell’accampamento una tenda distinta; poiché consideravano ancor la sua salma, come l’arra migliore della vittoria.” VON PLATEN

-“Scaltro, opportunista senza scrupoli, naturalmente aggressivo. Si dette al mestiere delle armi e si mostrò subito sensibile al guadagno, applicando alla lettera il principio di cambiar padrone ogni volta che ne vedesse la convenienza, passando al soldo temporaneo del miglior offerente.” GAZZARA

-“Fierissimo condottiero, dalla vittoria sempre coronato, fausto agli amici, infausto ai nemici. Due metri e dieci per centotrenta chili, capitano di ventura, feroce e spietato, di basso lignaggio portato dal proprio valore ai Supremi comando dell’armi si rese formidabile ai Nemici, giocondo agli amici e di tanta autorità, ed estimazione per tutti. Fu Boldrino onesto, osservatore delle leggi, pronto a soccorrere i buoni, tutto amor per la Patria (Perugia), e devotissimo al Pontefice.”www.medioevoinumbria.it>condottieri>boldri.. 

-“Uno dei personaggi meno raccomandabili nel panorama dei condottieri, per quanto circonfuso di un alone di feroce eroismo.” CREVATIN

-“Omnium ea aetate clarissimus.” MINUTI

-“Secondo lo storico Fabretti aveva una “tempra robusta e forme atletiche”, e si dice che avesse un’altezza davvero notevole per la sua epoca tra il 195 e i 210 cm., e che questo bastasse a terrorizzare i nemici. Aveva anche uno sguardo severo, prontezza d’animo, coraggio e avidità di gloria..Fu un feroce capitano ed il solo pronunciare il suo nome incuteva terrore..La sua ferocia gli valse il seguente epitaffio:”Boldrino/fierissimo condottiero/ dalla vittoria sempre coronato/fausto agli amici/infausto ai nemici.” L’iscrizione si può leggere tutt’oggi sulla targa commemorativa affissa sulla parete della sua casa in piazza San Michele Arcangelo, a Panicale. Fu uomo prezzolato che si schierava con il migliore offerente, tanto da trovarsi spesso contro una città o un signore che aveva aiutato la volta precedente. Una di queste occasioni è raffigurata nel sipario del Teatro Caporali di Panicale. Il telone, dipinto dal Piervittori nel 18835, raffigura infatti il Priore di perugia che dona le chiavi della città a Boldrino per ringraziarlo di averli salvati da una scorreria di Bretoni.”www.terredelperugino.it>terribile-boldrino-pani..

-“Dalla coltura de’ campi passato all’assassinio, dall’assassinio alla milizia, signoreggiava alcune terre dell’Umbria, e tirava provvigione dal papa.” RICOTTI

-“Capitaneus multe gentis armorum multa opera fecisset un servitium ecclesie.” SANT’ANTONINO

-“Era feroce, crudele, senza pietà con i nemici. Era avido per sé e per i suoi soldati. Quando si presentava l’occasione, non disdegnava di opprimere e depredare popolazioni inermi…Boldrino fu per lungo tempo capitano generale delle truppe pontificie, e ottenne condotte da Perugia, Siena, Firenze, Milano. A turno, le principali potenze d’Italia si avvalsero della sua maestria nell’arte della guerra..per un quindicennio..fu condottiero pressoché invincibile. Primeggiò in strategia militare, astuzia, spregiudicatezza e intelligenza tattica. Era molto abile nell’individuare prontamente i punti deboli del nemico e sfruttarli per volgere le sorti del conflitto a suo favore. Era ammirato da tutti i suoi soldati per l’irruenza che metteva negli scontri diretti e per l’abile guida in battaglia. Di lui i militi avevano pina fiducia e lo ripagavano sempre con una cieca obbedienza.” TABORCHI

   BIOGRAFIE SPECIFICHE

-G. Franceschini. Boldrino da Panicale (1331?-1391)

-L. Taborchi. Boldrino da Panicale. Storia di un capitano di ventura

Immagine in evidenza: festivaldelmedioevo.it

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