BOLDRINO DA PANICALE (Giacomo Paneri, Boldrino Paneri, Boldrino Pamieri, Boldrino da Perugia) Di Panicale. Di origine contadina.
Signore di alcune terre in Umbria e nella Marche, fra cui Civitanova Marche.
1331 ca. – 1391 (giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……………… | Umbria |
Episodio decisivo per le scelte future di Boldrino è l’uccisione del padre Ambrogio, pugnalato più volte sul greto del fosso Gioveto. Accecato dall’ odio, è spinto a ricercare, al momento senza risultati, gli assassini. Abbandona il mestiere di contadino per darsi alla ventura. |
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1348/1351 | Umbria | Vive a Perugia dove si dedica alla scuola d’armi. Nel 1351 matura alcuni sospetti; lascia di nascosto la città e rientra a Panicale dove uccide i due assassini del padre. | |||
……………… | Milita per due anni con i Tarlati stringendo amicizia fraterna con Bartolomeo da Pietramala ed Uguccione Casali. Viene ricercato dai perugini per assassinio e diserzione; sulla sua testa pende una forte taglia. | ||||
1364 | |||||
Apr. | Pisa | Firenze | Toscana |
Milita agli ordini di Giovanni Acuto contro i fiorentini. Partecipa alle devastazioni della Toscana condotte fin sulle porte di Firenze. |
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……………….. | Firenze | Pisa | Toscana |
Segue Anichino di Baumgarten nella sua diserzione a favore dei fiorentini. |
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Lug. | Toscana |
Partecipa alla battaglia di Cascina in cui è battuto l’Acuto. |
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1375 | Marche |
Viene segnalata la sua presenza per un periodo di cinque anni nelle Marche: la regione è messa in continuo a soqquadro dalle sue bande. |
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1378 | Marche |
Sverna con 1000 cavalli nei territori di Matelica e di San Severino Marche; molesta il contado di Camerino. |
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1382 | |||||
……………….. | Chiesa | Camerino | Marche |
Agli stipendi del rettore della Marca al dine di combattere Gentile da Varano. Espugna il castello di Penna San Giovanni, già conquistato dai nemici. |
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……………….. | Perugia | Fuoriusciti | Umbria |
E’ assoldato dai perugini per dodici giorni allo scopo di contrastare i fuoriusciti. Viene licenziato al termine di tale periodo; il collega Riccardo Ramsey è invece confermato. |
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……………….. | Comp. ventura | Siena | Umbria e Toscana |
Con il favore del signore di Cortona Uguccione Casali si getta con Bartolomeo da Pietramala e Guido d’Asciano nel contado senese e lo mette a sacco. Semina ovunque terrore, rapine, uccisioni e vendette. |
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1383 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Umbria |
Intervengono le autorità perugine nei suoi confronti affinché ponga un limite alle sue incursioni in Umbria. |
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Feb. | Comp. ventura | Siena | Toscana |
Supera il ponte di Valiano e depreda il territorio di Montepulciano. |
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Estate | Comp. ventura | Cortona | Toscana |
Saccheggia ancora il senese ed il territorio di Cortona; si ferma a Chiusi ove realizza grandi prede. |
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……………….. | Perugia | Fuoriusciti | Umbria |
Combatte Michelotto dei Michelotti e Niccolò dei Michelotti, accusati di volersi riconciliare con i fuoriusciti. Al comando di 600 cavalli piomba nel Chiugi il Pietramala; si porta a Castelnuovo e da qui si muove per saccheggiare le coste del lago Trasimeno, comprese l’Isola Maggiore ed Isola Polvese. Amico del Pietramala è da costui insignito dell’arma dei Tarlati. |
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1384 | |||||
Feb. | Fuoriusciti | Perugia | Umbria |
Su pressione di Michelotto dei Michelotti muta partito, opera nei dintorni di Perugia; sempre con Bartolomeo da Pietramala semina rovine a Ponte San Giovanni ed a Ponte Valdiceppi |
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……………….. | Perugia | Fuoriusciti | Umbria |
Si rappacifica con i perugini; su pressione del cardinale Bomporti ritorna al loro stipendio per contrastare nuovamente i Michelotti. |
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Mag. | Perugia
Comp. ventura |
Comp. ventura
Camerino |
Umbria |
Con l’Acuto, Giovanni degli Ubaldini ed il Ramsey costituisce la “Compagnia della Rosa”. Si trasferisce poi con i propri uomini nelle Marche ai danni delle terre dei da Varano: minaccia Amandola con 500 cavalli e 300 fanti. Giunge a Cingoli. |
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Giu. | Pietramala
Siena |
C.di Castello
Fuoriusciti |
Capitano g.le 150 lance | Umbria e Toscana |
Porta ostilmente le armi nel contado di Città di Castello a favore del Pietramala. Passa in breve al soldo dei senesi con 150 lance. |
Lug. | Pietramala
Siena |
C.di Castello
Vico |
Umbria e Toscana |
Presenzia alla rassegna dei propri uomini. Si volge di nuovo contro Città di Castello, i cui abitanti sono colpevoli di molestare di continuo le terre dei Pietramala. Combatte indi per i senesi il prefetto Francesco di Vico; si rifiuta viceversa di affrontare i Malavolti ed i Salimbeni che stanno devastando il territorio vicino il capoluogo. Accampa la scusante di non essere stato condotto per aggredire i fuoriusciti. Accetta il denaro di questi ultimi e li favorisce di nascosto. |
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Dic. | Siena | Comp. ventura | 150 lance e 15 lance morte
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Toscana |
E’ condotto per sei mesi con 150 lance vive e quindici morte. Ad ogni lancia è corrisposto lo stipendio mensile di 18 fiorini. Il costo totale della sua condotta risulterà di 18744 fiorini. Sconfigge nei pressi di San Galgano la compagnia di Guido d’Asciano, di Ugolotto Biancardo e di Anderlino Trotti. |
1385 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Umbria |
Sosta in Umbria: i perugini lo avvicinano tramite Contucciolo di Niccolò, Petruccio Montesperelli e Bartolomeo Guidalotti che gli consegnano 500 fiorini affinché non presti soccorso ai fuoriusciti, né tanto meno compia qualche azione ostile ai danni del comune. |
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Feb. | Siena | Fuoriusciti | Toscana |
I senesi lo inviano con parte della sua compagnia contro i Malavolti che conducono la guerriglia ai danni del comune. Attacca Scorgiano con 300 cavalli e dà alle fiamme il palazzo in cui si è fortificato Uguccione Malavolti: costui gli si arrende e si cala dalla fortezza tramite una corda con la nuora, quattro nipoti ed un prete; un famiglio muore per la rottura del canapo; muore nell’incendio anche la moglie del Malavolti. Nelle fiamme risultano pure distrutte notevoli quantità di frumento, d’olio, di foraggi, di carne salata e masserizie varie per un valore di 12000 fiorini. Di seguito Boldrino da Panicale infesta il territorio vicino; razzia cinquanta buoi, sessanta asini e molti maiali; combatte i Salimbeni e si muove in soccorso di Giuncarico. I nobili assoldano 300 cavalli bretoni: costoro hanno la meglio nei confronti del Panicale ed interrompono il flusso dei rifornimenti a Siena. Il condottiero si rinserra nella città e rifiuta di uscirne. |
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Mar. | Capitano di guerra | Toscana |
Viene nominato capitano di guerra; gli vengono consegnate le insegne del comando che il Panicale accetta malvolentieri. Gli ambasciatori fiorentini gli consegnano 4000 fiorini a nome dei rivali affinché se ne stia inoperoso. Finge di volere la pace tra la fazione popolare e quella nobiliare, si allontana da Siena e sparpaglia le sue milizie nel contado per meglio sottoporlo a saccheggio. |
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Apr. mag. | Fuoriusciti | Siena | Toscana e Umbria |
Spinto dai fuoriusciti, si colloca davanti ad una porta di Siena in attesa che gli venga aperta: il trattato è rivelato da uno dei congiurati. Si conclude con la decapitazione di nove uomini, l’impiccagione di altri tredici e la messa al bando di quarantotto abitanti. Il Panicale muove contro San Quirico, dove gli è promesso il possesso di tutti i beni ivi raccolti dai Nove: ne viene respinto con alcune perdite. Presto vi è una rivolta in Siena che porta al cambiamento del governo cittadino: può così rientrare nel perugino carico di prede. Negli stessi giorni si collega con Taddeo Pepoli e minaccia il fiorentino. La repubblica chiede ai bolognesi di potere utilizzare 75 lance inglesi che negli stessi giorni hanno concluso il loro periodo di ferma con tale comune. In questo periodo Il Panicale fonda la “Compagnia della Rosa” con l’Acuto, l’Ubaldini, il Pepoli ed Everardo della Campana. La compagnia è forte di 3000 cavalli e di 1000 fanti. |
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Giu. | Comp. ventura | Bologna Milano | Umbria Toscana ed Emilia |
E’ avvicinato da Biordo Oddi che gli promette 500 fiorini al fine di evitare scorrerie nel territorio del comune per due mesi. Si muove in Val di Chiana con il Pepoli; si collega con l’ Acuto, l’Ubaldini ed il Pepoli; penetra nel bolognese. Gli abitanti del comune felsineo, dopo avere subito gravissimi danni, riconoscono ai venturieri una taglia di 30000/35000 fiorini (ufficialmente 15000). Si dirige poi verso il milanese con l’obiettivo di liberare Bernabò Visconti, privato della signoria di Milano dal nipote Gian Galeazzo. I viscontei bloccano la marcia alla compagnia. Presto abbandona l’Ubaldini con 800 cavalli e si collega nel bolognese con l’Asciano. Ottiene da Bologna un salvacondotto; minaccia una volta di più i senesi. |
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Lug. | Tolomei
Chiesa |
Siena
Napoli |
ToscanaRomagna Marche Umbria Campania |
E’ al soldo dei Tolomei; si accorda con i senesi dietro il riconoscimento di una provvigione annua di 500 fiorini ed il suo impegno a non offenderne il territorio per quattro anni. Ritorna al servizio del papa; esce da Imola con Grasso da Imola, passa per il contado di Fano e si dirige a Nocera Umbra allo scopo di combattervi le truppe di Carlo di Durazzo. Durante la marcia di avvicinamento a questo centro si sfoga nel territorio di Assisi ove razzia numerosi capi di bestiame e cattura molti uomini. |
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Ago. | Comp. ventura | Perugia | Umbria |
Staziona con il Pepoli nel perugino (2000 cavalli) mentre vi transita Giovanni Beltoft: ai tre capitani sono concessi 3000 fiorini. |
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Sett. | Comp. ventura
Camerino |
Perugia
Chiesa |
Umbria e Marche |
Con il Pepoli ed il Beltoft rientra ostilmente nel perugino; taglieggia Cerqueto, Papiano e Spina Nuova. Presto si ammala e si riconcilia con i perugini. Entra in Perugia per curarsi; vi è accolto con tutti gli onori. Viene arruolato da Rodolfo e da Gentile da Varano cui Conte da Carrara ha tolto Penna San Giovanni: è sconfitto nei pressi dai pontifici. |
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Ott. | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche |
Si trova a Fabriano, dove acconsente al matrimonio del figlio Giovanni Aretino di dieci anni con la novenne Piccarda da Gubbio: testimoni dell’ atto sono il signore della città Guido Chiavelli, quello di Sassoferrato Giovanni di Sassoferrato e quello di Matelica Guido di Matelica, incaricato di stimare la dote della sposa. Passa agli stipendi del papa Urbano VI; assale invano Ascoli Piceno. |
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Dic. | Marche |
Alla difesa di Fermo con 500 cavalli: gli abitanti si rifiutano di farlo entrare nella città. |
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1386 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Siena | Toscana | Scorre con i bretoni nel senese. Gli sono consegnati 2550 fiorini. | |
Feb. mar. | Camerino | Varano | Marche |
Milita per Gentile e Berardo da Varano. Con Grasso da Imola devasta il territorio di Tolentino ai danni di Gentile e Rodolfo da Varano. A metà marzo viene assoldato a Camerino dai fiorentini per mezzo del Pietramala. |
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Apr. | Comp. ventura
Firenze |
Fermo
Urbino |
Umbria e Marche |
Molesta il territorio di Fermo con vari pretesti; si apposta a Montegranaro ed a San Giusto; scorre nel contado finitimo. Tocca Camerino; lascia la città e punta su Gubbio con 1000 cavalli e 300 fanti per combattere Antonio da Montefeltro. Sempre nel periodo gli è riconosciuta ufficialmente dai perugini la provvigione annua di 500 fiorini e gli è concessa la loro cittadinanza. |
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Estate | Comp. ventura | S.Severino Marche | Marche |
Coadiuva Onofrio e Roberto Smeducci ad impadronirsi di San Severino Marche a spese di Smeduccio e di Bartolomeo Smeducci. |
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Sett. | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche |
E’ assoldato dai pontifici e dalla lega delle città marchigiane composta da Fermo, Ancona e Recanati; scorre ancora nell’ascolano perché gli abitanti non gli vogliono riconoscere il pagamento di una taglia. |
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Ott. | Perugia | Comp. ventura | Umbria |
Accorre in aiuto dei perugini, minacciati dalla compagnia dell’ Acuto e dei Michelotti: mette in fuga gli avversari. |
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Nov. | Chiesa | Fermo | 500 cavalli | Marche |
E’ affrontato da Grasso da Imola e da Nello da Camerino. Costoro lo ostacolano con 400 cavalli; l’ azione del Panicale si spezzetta in numerose scaramucce senza esito. |
Dic. | Marche | Scorre con 500 cavalli nel territorio di Ascoli Piceno. Transita minaccioso sotto le mura di Fermo e depreda anche tale contado. | |||
1387 | |||||
Mar. | Chiesa | Angiò | Marche |
Urbano VI lo invia in Puglia per combattervi le truppe di Luigi d’Angiò. E’ sconfitto da Bartolomeo Smeducci. |
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……………….. | Fuoriusciti | S. Severino Marche | Marche |
Bartolomeo Smeducci si avvicina a San Severino Marche. Il Panicale esce dalla città; è ancora vinto dal rivale con la perdita di 100 uomini. Lo Smeducci rientra in San Severino Marche. |
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Ago. | Milano | Verona | Marche e Umbria |
Con Nello da Camerino uccide Grasso da Imola ed occupa Civitanova Marche; abbandona la località e ritorna nel perugino. Carlo Malatesta, tramite Pietro di Poggio, lo convince a condursi al servizio di Gian Galeazzo Visconti per impedire con altri condottieri che Bernardo della Sala raggiunga il veronese per militare a favore di Antonio della Scala ai danni dei viscontei. |
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Sett. | Perugia | Comp. ventura | 200 lance | Umbria |
Fronteggia la compagnia dei bretoni di Bernardo della Sala e di Everardo della Campana, che continuano a taglieggiare il perugino dalla loro base di Cannara. Non riesce a snidare gli avversari dai fortilizi in cui costoro si sono asserragliati. |
Ott. | Comp. ventura | Fermo | 150 cavalli | Marche |
Scorrazza nel fermano con 150 cavalli tra il capoluogo e Monte Urano; l’azione termina con l’uccisione di Matteo da Furco e la razzia di duecento buoi e di seicento pecore rubati ai coloni. |
Nov. | Chiesa
Perugia |
Orsini
Comp. ventura |
200 lance | Umbria |
E’ ancora in Umbria per combattervi Niccolò Orsini, che si è impadronito di Terni e di Narni. Ha pure modo di affrontare Bernardo della Sala, Everardo della Campana e l’Asciano per conto dei perugini. |
Dic. | Siena | Farnese | Toscana e Marche |
E’ condotto con 25 lance dai senesi per soccorrere i Montemarte, impegnati in un conflitto con i Farnese ed i Baschi. Ritorna nelle Marche. |
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1388 | |||||
Gen. | Comp. ventura | San Severino Marche | Marche |
Entra per trattato in San Severino Marche; vi cattura Bartolomeo Smeducci con il Smeduccio. |
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……………….. | Comp. ventura | Ancona | Marche |
Tenta di impadronirsi per trattato anche del castello di Massignano: il complotto è sventato ed i capi di esso sono puniti. |
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Apr. | Chiesa | Fermo | Marche |
Fa diversi prigionieri nel territorio di Fermo ove vi razzia molto bestiame. E’ segnalato a Matelica; vi favorisce l’accordo tra i vari membri della famiglia Smeducci tendenti alla liberazione di Bartolomeo. Quest’ultimo gli vende in modo fittizio per 10000 fiorini Apiro e Ficano. Nonostante gli accordi presi in precedenza il Panicale non ha nessuna intenzione di restituire i due centri; cede la prima località al camerlengo pontificio e si trattiene in signoria la seconda. Entra in Montegranaro ed in San Giusto spintovi da Marco Zeno (Marco da Montegranaro), che vuole recuperare la signoria della prima località; si scontra ripetutamente con Giovanni Tedesco da Pietramala. |
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Estate | Umbria |
Torna in Umbria. I senesi per poterlo assoldare si rivolgono al Pietramala. |
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Sett. | Marche | Grazie a Giovanni Tedesco da Pietramala si riconcilia con Fermo. | |||
Ott. | Umbria |
Incarcera alcuni cittadini di Bettona: i perugini gli fanno pressione, tramite Crispolto Crispolti, per ottenere la loro liberazione. |
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Nov. | Siena | Firenze | Toscana |
Viene condotto dai senesi per rispondere alle minacce dei fiorentini. |
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Dic. | Comp. ventura | Chiesa | Marche | Si trova in contrasto con il rettore della Marca. E’ affrontato da Corrado di Altinberg. | |
1389 | |||||
……………….. | Chiesa | Fermo | Marche |
Rinnova la propria condotta con lo stato della Chiesa e le comunità marchigiane per mezzo di Guido Chiavelli, Roberto da San Severino ed il cardinale Andrea Pellegrino. Alla lega partecipa pure Fermo, comune con cui il Panicale per lungo tempo è stato in contesa. E’ ferito nella piazza della città dal condottiero umbro Nanno da San Giusto, destinato alla podesteria di Fermo. Boldrino da Panicale si inasprisce maggiormente con gli abitanti e si presenta sotto le loro mura. Presto capisce che la sua iniziativa non può avere frutto. |
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Mar. | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche |
Conduce una scorreria nella Valle del Tronto. |
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Apr. | Marche |
Ottiene per trattato Arquata del Tronto; assedia Ascoli Piceno. |
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……………. | Chiesa | Sarnano Ancona | Marche | Affronta l’Antidisio che, istigato dagli abitanti di Sarnano, con la sua compagnia sta desolando le campagne vicine. Prende in custodia la rocca dei Brunforte; da questa ne esce per predare il contado di Sarnano. Gli abitanti di Massignano si ribellano ad Ancona e chiedono il suo aiuto. La richiesta non ha seguito; continuano non di meno le scorrerie del Panicale in tale territorio. | |
Lug. | Chiesa | Fermo Camerino | Marche |
Si collega con Corrado Lando, che con la sua compagnia ha invaso il fermano; con il condottiero tedesco minaccia Fermo e Camerino. Gli si oppongono Gentile da Varano, Ceccolo Broglia, Brandolino Brandolini, Giovanni Tedesco da Pietramala e Biordo dei Michelotti. Il Panicale scorre con 40 cavalli nel fermano, razzia molti buoi, cattura dodici uomini cui sono tagliati gli orecchi: li minaccia anche di morte perché il comune di Fermo non gli riconosce la taglia da lui imposta. Cade dalla sua cavalcatura e si ferisce in modo serio. Su preghiera del suo confessore e del vescovo di Fermo libera i malcapitati; il cardinale legato, infine, interviene e fa concludere tra le parti una tregua di due mesi. |
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Sett. | Milano | Firenze | 200 lance | Toscana |
Viene inviato dal conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti nel senese con Ceccolo Broglia e Brandolino Brandolini per contrastare i fiorentini in Toscana. |
1390 | |||||
Apr. | Marche | A fine mese sottoscrive a nome delle terre controllate dal rettore della Marca (Macerata, Osimo, Recanati, Castelfidardo, Montesanto (Potenza Picena), Montelupone, Civitanova Marche, Montecasuario, Morrovalle, Montolmo (Corridonia), Montemilone (Pollenza), Montefano, Montecchio (Treia), Montecassiano, Appignano, Filottrano, Staffolo, Apiro e Domo con Ancona ed i suoi collegati. | |||
Mag. | Perugia | Fuoriusciti | Umbria |
Assedia in Agello Michelotto dei Michelotti e lo costringe alla resa a patti: gli sono consegnati 300 fiorini derivanti dalle taglie di dodici difensori che si sono accordati con il Panicale per avere salva la vita. |
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……………….. | Comp. ventura | Ancona | Marche |
Il nuovo papa Bonifacio IX si riavvicina agli anconetani ed invia il fratello Andrea Tomacelli, nuovo rettore della Marca, a portare la pace nella provincia. Il Panicale ostacola il piano ed attizza la fazione nemica allo stato della Chiesa. |
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Dic. | Chiesa | Marche |
La pace con gli anconetani è raggiunta; al Panicale sono riconosciute dai pontifici la condotta di un anno ed una provvigione mensile di 100 ducati. |
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1391 | |||||
Gen. | Chiesa | Antipapa | Umbria |
Entra in Spoleto con Ugolino Trinci ai danni dei partigiani dell’antipapa Clemente VII; ne assedia il castello con trabucchi e bombarde giorno e notte. I maceratesi gli riconoscono 100 fiorini per farlo desistere dalle sue scorrerie nel loro territorio. |
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Feb. | A fine mese nel parlamento di Macerata il rettore della Marca finge di sottostare alle sollecitazioni del Panicale; propone l’imposizione di una nuova taglia per soddisfare le sue richieste di denaro. Ancona non accetta il pagamento del tributo in quanto lo ritiene un cedimento; anche i Montefeltro, Gentile da Varano, i Simonetti di Jesi, Benutino Cima di Cingoli ed i Buscareto sono d’accordo su tale linea. | ||||
Mar. | Bonifacio IX esorta gli abitanti di Fermo a prestare soccorso ad Andrea Tomacelli contro le minacce della compagnia del Panicale. | ||||
Apr. | Comp. ventura | Chiesa | Marche |
Molesta ancora il maceratese. E’ segnalato a Ficano ed a Domo. |
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Giu. | Marche |
E’ invitato dal Tomacelli a Macerata per un banchetto. Esce dal castello di Ficano con venti cavalli per recarsi all’ appuntamento: durante il pranzo, mentre i convitati si stanno lavando le mani, il marchese della Marca dà l’ordine di ucciderlo. Il Panicale è ferito mortalmente; è sepolto nella città. Due anni dopo i soldati già della sua compagnia, agli ordini del figlio Giovanni Aretino, in odio al Tomacelli devastano la provincia. Il suo cadavere, riconsegnato dagli abitanti di Macerata ai venturieri, è imbalsamato e messo in una cassa dove viene conservato per tre anni; anche i consigli di guerra di questa nuova compagnia, che si è formata alla sua morte, sono tenuti davanti al suo feretro. Secondo un’altra fonte il Panicale è invece ucciso nei pressi di Macerata da Bartolomeo Smeducci. Biografia di Giuseppe Orsini. Ricordato da Lorenzo Spirito in “Lamento di Perugia soggiogata”. Grazie alle numerose vittorie ottenute per Perugia, Boldrino, da Panicale ebbe in dono le chiavi della città. L’episodio è rappresentato in un telone dipinto da Mariano Piervittori e custodito nel teatro Cesare Caporali di Panicale. Sempre a Panicale, la sua abitazione era posta di fronte alla Collegiata dedicata a San Michele Arcangelo. Suo affresco nella sala del Palazzo Baglioni a Perugia. Protagonista di un romanzo di Tommaso di Saluzzo in cui compare con l’appellativo di “Baudrin le meurtrier”. |
CITAZIONI
-“Un umbro che non fu mai un grande capitano, ma la cui vita errabonda ed irrequieta fu tipica di alcuni professionisti militari dell’Italia centrale. La sua compagnia non contò mai più di duecento lance e passò di continuo dal servizio di Siena o di Perugia a quello dei papi e di diversi signori romagnoli. Boldrino aveva fama di sleale, ma poiché comandava una buona compagnia che gli era fedele poté sempre trovare in quell’area ribollente di conflitti chi ne richiedesse i servizi.” MALLETT
-“E l’altro che di fama ogn’altro avanza,/ Boldrin che fe tremar poggi e pianure;/ E morto aquistò terre in abondanza.” CAMBINO ARETINO
-“E tornami a memoria di colui,/ Che fece assai gran prove nella Marca,/ Dico il Boldrin..” SPIRITO
-“Boldrino, dalla vittoria sempre favorito, fu il flagellator della Marca, lo sgomento delle milizie italiane e straniere, e la vittima d’un tradimento preparato dal tempo e permesso dallo sdegno di Dio. Tempra robusta, forme atletiche, sguardo severo, prontezza d’animo maravigliosa, temerario coraggio e avidità di gloria presagivano in Boldrino un Capitano di alta rinomanza, un uomo da portare lo scoraggiamento in qualunque masnada d’avventurieri.” FABRETTI
-“Armorum ductor, vir pravus et crudelis.” ANNALES FOROLIVIENSES
-“Grandissimo Capitano..Era..il più temuto soldato di quei tempi.” PELLINI
-“Feroce uomo e di animo avverso agli anconetani.” PERUZZI
-“In primis Romanae ducis, omnium es aetate clarissimi.” CRIVELLI
-“Qui tunc in Italia clarus, illustrisque militiae imperator esset.” EGNAZIO
-“Boldrin da Panical, el qual procede/ de sì vil pianta..” SANTI
-“Assai pessimo homo e de condiçione prava, de naçione prava e vilissimo ultra modo..Fo ditto che el ditto Boldrino fo tagliado in più pieççi. E per la ditta morte uno figliolo del ditto Boldrino cavalcò con molte zente per lo tereno de Maçierata e pigliando multe contadini fè sovra loro aspera vendetta del padre.” G. DI M. PEDRINO
-“Buldrinus Panicaliae pontificiae militiae sceptra tenebat, eo nemo ducum felicior fuit: num dum viveret acie semper victor, etiam post mortem, saepius victoriis triumphisq. militum suorum interfuit, ii siquidem ducis sui cadaver exsicatum, conditumque aromatibus in feretro circumferebant, cum neminem, qui succederet militiae imperio dignum putarent; tendebat et praetorium non secum, ac vivo, et circumpositis vexillis belli texera petebatur, ita ut mortui consiliis quadam sorte exceptis feliciter uterentur.” CORNAZZANO
-“Famoso venturiere di quell’età.” CRISTOFANI
-“Famoso capitano del suo tempo.” P. BONOLI
-“Tanto per la sua barbarie e liberalità accrebbe il suo potere che divenne fra breve capitano di oste numerosa e fu podestà di molte cittadi e castella. Non fuvvi in Italia giammai uomo di lui più temuto..Fu della marca d’Ancona e detto Baudrin le meurtier.” PORRO LAMBERTENGHI
-“Uomo bellicoso amatissimo e quasi idolatrato da suoi gregari.” ANGELITA
-“Uno de’ più acclamati guerrieri in vita e in morte del suo secolo.” COMPAGNONI
-“Dalla coltura de’ campi passato all’assassinio, dall’assassinio alla milizia, signoreggiava alcune terre dell’Umbria, e tirava provvigione dal papa…(Alla consegna del suo cadavere da parte degli abitanti di Macerata alle truppe che hanno militato ai suoi ordini) Avresti pertanto veduto nel dì stabilito spalancarsi le porte di Macerata, uscirne a processione il popolo, gli oratori delle città amiche, il clero e le matrone scarmigliate e piangenti colle spoglie del condottiero, la compagnia di fuori riaverle in gran pompa e non senza mestizia. Quindi le chiusero in una preziosa bara, e questa per lungo tempo servì come d’insegna alle ricordevoli soldatesche.” RICOTTI
-“Uomo, che godea tra i suoi soldati di tale riputazione che, morto, ne imbalsamarono il cadavere, conducendolo seco in tutte le imprese di guerra, e inalzandogli ogni volta nell’accampamento una tenda distinta; poiché consideravano ancor la sua salma, come l’arra migliore della vittoria.” VON PLATEN
-“Scaltro, opportunista senza scrupoli, naturalmente aggressivo. Si dette al mestiere delle armi e si mostrò subito sensibile al guadagno, applicando alla lettera il principio di cambiar padrone ogni volta che ne vedesse la convenienza, passando al soldo temporaneo del miglior offerente.” GAZZARA
-“Fierissimo condottiero, dalla vittoria sempre coronato, fausto agli amici, infausto ai nemici. Due metri e dieci per centotrenta chili, capitano di ventura, feroce e spietato, di basso lignaggio portato dal proprio valore ai Supremi comando dell’armi si rese formidabile ai Nemici, giocondo agli amici e di tanta autorità, ed estimazione per tutti. Fu Boldrino onesto, osservatore delle leggi, pronto a soccorrere i buoni, tutto amor per la Patria (Perugia).” MEDIOEVO IN UMBRIA
“Uno dei personaggi meno raccomandabili nel panorama dei condottieri, per quanto circonfuso di un alone di feroce eroismo.” CREVATIN
“Omnium ea aetate clarissimus.” MINUTI
BIOGRAFIE SPECIFICHE
-G. Franceschini. Boldrino da Panicale (1331?-1391).
Immagine: Wikipedia