FACINO CANE

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facino cane

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

FACINO CANE  (Bonifacio Cane) DI Santhià o di Casale Monferrato. Conte di Biandrate. Ghibellino.

Signore di Alessandria, Pavia, Como, Valenza, Vercelli, Piacenza, Novara, Tortona, Galliate, Borgo San Martino, Montecastello Varese, Brebbia, Gavi, Castano Primo, Castiglione Olona, Cassano d’Adda, Vigevano, Mortara, Abbiategrasso, Seveso, Romanengo, Monte di Brianza, Valsassina, Cantù, le terre del Lago Maggiore fino a Vogogna.  Fratello di Filippino Cane, zio di Luigi Cane, genero di Ruggero Cane.

1360 – 1412 (maggio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……………..PiemonteAppartiene ad uno dei rami meno ricchi della famiglia Cane, importante casata casalese nel XIV secolo.
……………..PiemonteE’ segnalato a Casale Monferrato. Ha le sue prime esperienze belliche con i fratelli Filippino e Marcolo.
1377
Feb.FirenzeChiesaMarcheMilita nella compagnia di Lucio Sparviero. Affianca Guido Chiavelli alla conquista di Fabriano.
Sett.MarchePrende parte alla battaglia di Matelica.
Ott. nov.MonferratoAstiPiemonte

Si trova al servizio del marchese Secondotto di Monferrato;  assedia in Asti Rodolfo di Brunswick. Può entrare nella città solo per l’intervento delle milizie viscontee.

1380
Mar.FirenzeComp. ventura10 lanceToscanaAgli ordini di Giovanni Acuto contrasta la “Compagnia di San Giorgio” condotta da Alberico da Barbiano.
1381
Ago.NapoliDurazzoCampania

Combatte agli ordini di Ottone di Brunswick. Ha il compito di attaccare in Napoli la Porta di San Gennaro e di raggiungere Castel Capuano dall’interno della città. Sconfitto e fatto prigioniero, si dà allo sbando come il resto dell’esercito angioino.

………………NapoliAgli stipendi di Carlo di Durazzo.
1382
Sett.NapoliAngiòCampaniaContrasta le truppe di Luigi d’Angiò.
1383
Nov.PugliaAll’assedio di Barletta. A novembre può entrare nella città.
1384
Mag.50 lanceToscanaLa sua condotta ora ascende a 50 lance. E’ segnalato a Cortona.
1385
Nov.PiemonteRientra in Piemonte allorché il re di Napoli Carlo di Durazzo si reca in Ungheria.
1386
Giu.VeronaPadovaVeneto

Agli ordini di Cortesia da Serego prende parte alla battaglia di Brentelle. Alla testa dell’avanguardia con Francesco da Sassuolo attacca i carraresi e giunge al rastrello del ponte di Porta Savonarola: gli scaligeri si danno  al saccheggio; ciò dà modo a Giovanni degli Ubaldini di spingersi al contrattacco e di colpire i veronesi in piena crisi di movimento. Nel combattimento vi sono 821 morti, compresi quelli che annegano nel tentativo di fuggire. Facino Cane viene catturato con 7910 uomini, tra i quali vi sono tutti i principali comandanti (Cortesia da Serego, Ostasio da Polenta, Ugolino dal Verme, Giovanni Ordelaffi).

1387
Feb.400 lanceVenetoSi oppone nuovamente ai carraresi. Si scontra a Piacenza d’Adige con Antonio Balestrazzo.
Mar.Veneto

Sconfitto e catturato  nella battaglia  di Castelbaldo, viene condotto a Padova, dove è rinchiuso in una torre del castello in attesa del pagamento del suo riscatto. Liberato, accetta il soldo dei carraresi.

Ott.PadovaUdineFriuli

Viene inviato in Friuli per coadiuvare le truppe del patriarca di Aquileja contro gli udinesi. Esce da Castelfranco Veneto e si ferma a Treviso, ove prende alloggio nel borgo dei Santi Quaranta e nei monasteri fuori la città.

Nov.Veneto e Friuli

Esce da Treviso con Ugolino Ghislieri, il fratello Filippino, Antonio Conte e Brunoro Gattero (500 cavalli). Tocca Perzo di Breda, guada il Piave e giunge nelle vicinanze di Sacile. Espugna una piccola bastia presso la porta e la fa dare alle fiamme dopo essersi impadronito di molti capi di bestiame ed avere catturato alcuni uomini. Prosegue per Prata ed incendia alcuni villaggi; ne assedia il castello e si ritira solo dietro la promessa da parte dei difensori  di una certa somma di denaro. Facino Cane si procura, di seguito,  alcune imbarcazioni e si getta su Meduna di Livenza che viene messa a sacco. Continua nella sua politica di devastazione  ponendo a ferro e fuoco villaggi e campagne perché gli abitanti di Prata non vogliono ottemperare ai loro impegni.

1388
Gen.Friuli

Si trova sempre nel contado di Meduna di Livenza nei pressi del Tagliamento.  Deruba nei pressi di Udine,  centotrentasette carri carichi di vettovaglie e di merci appartenenti ad alcuni mercanti tedeschi (panni d’oro e d’argento, velluti, rasi e seta, mandorle, pepe, zafferano ed altre spezie per un valore complessivo di  80000/120000 ducati. Il bottino  è venduto dai soldati a prezzi stracciati in parte a Belluno ed in parte a Treviso. A fine mese gli avversari recuperano Meduna di Livenza e gli tolgono i beni che egli vi ha accantonato: come rappresaglia espugna la rocca e la fa spianare.

Feb. mar.FriuliSi muove tra il Livenza ed il Tagliamento. A marzo ottiene a forza Polcenigo.
Apr.Friuli

Entra in Aquileia;  sottopone la città ad un tremendo sacco non risparmiando neppure gli edifici religiosi. Il signore di Padova è costretto a fare a meno dei suoi servizi per lo scandalo suscitato dalla sua condotta.

Mag.MonferratoConte  SavoiaPiemonte

Prende parte alla guerra del Tuchinaggio per conto di Teodoro di Monferrato. Cattura Ottone di Grandson ed ottiene a patti Tronzano Verecellese con la consegna di una certa somma di denaro al connestabile Antonio di Palazzo che ne è alla difesa.

Giu.    lug.Piemonte

Compie frequenti incursioni nel territorio di Bianzé per impedire che giungano soccorsi ai sabaudi che stanno assediando Verrua. Ha una scaramuccia a Livorno Ferraris con Amedeo di Savoia ed è obbligato a ripiegare con l’arrivo degli avversari.

Sett.PadovaUdineFriuli

Viene richiamato dai carraresi in Friuli. Con Antonio Balestrazzo ed Antonio Conte affianca Conte da Carrara nel suo tentativo di espugnare Spilimbergo.

Ott.PadovaMilanoFriuli e VenetoSi fortifica in Sacile. Ritorna nel Veneto e vi affronta i viscontei. Preda il vicentino con Antonio Balestrazzo.
1389
Feb.MilanoVenetoCon la caduta di Padova in potere degli avversari passa agli stipendi di questi ultimi.
1390
Giu.MilanoFirenzeEmiliaAgli ordini di Jacopo dal Verme è sconfitto e fatto prigioniero da Giovanni Acuto sulle sponde del torrente Samoggia.
1391
PrimaveraLombardiaE’ sempre al fianco del dal Verme.
Giu.Lombardia

Viene sconfitto da Corrado Lando davanti alla Porta Cologno di Bergamo: tra i viscontei sono uccisi 80 uomini d’arme e molti balestrieri, altri 150 cavalli vengono catturati; 200 cernite milanesi muoiono annegate mentre stanno tentando di guadare  un fiume.

Lug.Lombardia

E’ vinto dall’Acuto a Paterno, ove è ferito gravemente da un verrettone. Per salvarsi con il suo alfiere Bellora indossa una giacca di cuoio tolta ad un soldato svizzero morto e si mette in testa un elmo inglese. Si nasconde in un fossato e di notte riesce a sfuggire alla cattura.

………………MonferratoConte  SavoiaPiemonte

Guarito, ritorna in Piemonte al fine di combattere ancora i sabaudi al servizio del marchese Teodoro di Monferrato. Opera nel basso Canavese; conquista Carisio, Caravino e Settimo Rottaro facendone per alcuni anni non solo una solida base operativa, ma anche    centri di controllo del territorio attraverso l’operato di propri castellani.

Nov.Piemonte

Nelle sue scorrerie tocca Borgo San Martino, Cartosio ed Azeglio. Gli viene contro il maresciallo di Savoia Bonifacio di Challant.

Dic.PiemonteSi porta a Castagnole Piemonte, devasta il biellese; occupa Cassano Canavese che appartiene ai conti di Masino.
1392
Gen.Piemonte

Compie una scorreria ad Occhieppo Superiore, marcia su Lucedio e nel contado di Santhià, dove razzia bestiame ed uccide molti abitanti che stanno cercando di difendere i loro averi. Ad Azeglio incarcera alcuni familiari del podestà di Ivrea Jacopo Champouis.

……………….Piemonte

Occupa Valfenera e punta su Pancalieri; ottiene Vernone e danneggia il contado di Fossano. E’ nominato capitano di Chieri con Antonio Balestrazzo. Il principe di Savoia-Acaia esercita forti pressioni sul conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti affinché Facino Cane sia trasferito in Lombardia.

Dic.PiemonteRientra nel Monferrato.
1393
Gen.PiemonteA Casale Monferrato.
Nov.Piemonte.

E’ licenziato dal  Visconti che  gli fa consegnare in prestito 4000 fiorini;  si impegna a ritornare al suo servizio in caso di necessità. Intima agli abitanti di Casale Monferrato di versargli i 30000 fiorini dovutigli per il frumento fatto affluire nella città durante l’assedio dei sabaudi l’inverno precedente. Sempre in Casale Monferrato incoraggia il commercio dei milanesi con le terre di giurisdizione del comune, stabilisce calmieri sui prezzi delle derrate ed altre utili misure di carattere economico. Non cessano, al contrario,   i soprusi e le vendette private che provocano odio nei suoi confronti che si realizzano in una congiura (sventata) per sopprimerlo.

1394
Gen.MonferratoConte  SavoiaPiemonte

Riprende le scorrerie; si aggira intorno a Riva, Avigliana, Rivoli, Susa, Lanzo Torinese, Ciriè, Caselle, Rivarolo Canavese. Ivrea, Biella.

Feb.Piemonte

Rientra nel Canavese d’accordo con i signori di Masino, tocca Caluso; a fine mese fa prigionieri alcuni viandanti sulle porte di Ivrea. Nella medesima circostanza sono pure uccise 7 persone e razziati 170 buoi.

Mar.Piemonte

Si avvia con 300 cavalli a Valfenera e verso Pancalieri per portare soccorso al marchese Federico di Saluzzo, minacciato dal conte di Savoia e dal principe di Savoia-Acaia.

Mag.PiemonteA Valfenera: i sabaudi sono obbligati a ritirarsi.
Ago.PiemonteVi è una tregua tra le parti. Facino Cane resta disoccupato.
Sett.FranciaGenova160 lancePiemonte e Liguria

Viene condotto dal duca d’ Orleans con 160 lance (480 cavalli): la ferma è stabilita in tre mesi e gli è riconosciuta una provvigione mensile di 100 fiorini. Facino Cane raggiunge ad Asti Enguerrand de Coucy e lo asseconda alla conquista di Savona.

Ott. nov.PiemonteGli sono consegnati 1300 ducati. Staziona nei pressi di Novi Ligure per impedire che giungano soccorsi da nord ai genovesi.
Dic.Piemonte

Invia 200 cavalli all’assedio di Pareto. Si reca anch’egli in tale centro, con Bertolino da Verona supera la resistenza dei fanti genovesi e vi penetra. Il castello cade parimenti, forse per le informazioni di qualche difensore che ne ha rivelato per denaro i punti deboli.

1395
Gen. mar.500 cavalliPiemonteIn quattro mesi gli sono saldati 3750 fiorini, pari alla metà delle sue spettanze. A marzo viene licenziato.
Apr.Liguria

Gli sono saldati da Enguerrand de Coucy  i suoi crediti: il fatto si verifica solo dopo che il capitano francese è riuscito ad avere in prestito una certa somma dal Visconti, a valere sulla dote di Valentina Visconti che deve sposarsi con il duca d’ Orleans.

Mag.AdornoFrancia1000 cavalli e 100 fantiLiguria

Viene assoldato dall’ex doge di Genova Antoniotto Adorno;  Facino Cane si accinge con Ramazzotto Corradengo della Mella a contrastare in Genova i francesi. Colloca il campo ad Albisola ed incomincia ad assalire Savona.

Giu.LiguriaEnguerrand de Coucy lo convince a desistere da tale iniziativa.
Ago.Liguria
Sett.Piemonte

Si sposta a Novi Ligure. Alla fine della guerra i genovesi gli consegnano 5250 fiorini a titolo di saldo per quanto dovutogli.

Ott.Genova1000 cavalli e 100 fantiLiguriaGli viene rinnovata la ferma per altri tre mesi.
1396
Gen.Liguria

E’ lasciato libero da ogni impegno contrattuale; gli sono assicurati vettovaglie, a  pagamento,  per otto giorni ed il diritto di passaggio per tutto il territorio. Invia una lettera di sfida al principe d’Acaia.

Feb.   giu.MonferratoConte  Savoia  AcaiaPiemonte

Scorre con rinnovata furia nel chierese. Occupa Vernone ai margini del territorio controllato dal comune di Chieri, soggetto ai Savoia; minaccia Gassino Torinese, conquista Vergnasco e Tonengo, sconfigge le milizie di Chieri e cattura 115/200 persone che sono costrette, per la loro liberazione, a dovergli riconoscere un riscatto di 16000 fiorini. Con fra Carlo Busca e Bertolino da Verona danneggia i contadi di Moncalieri, Collegno, Pianezza, Carignano, Fossano, Sant’Albano Stura, Trinità, Savigliano, Monasterolo di Savigliano, Moretta, Barge, Villafranca Piemonte, Vigone, Casalgrasso.

Lug.Piemonte

Occupa numerosi borghi quali Marentino, Mombello di Torino, Moriondo, Montaldo, Pavarolo, Baldissero Torinese, Riva: i danni sono valutati sui 2000 fiorini tra furti di bestiame e riscatto di prigionieri. Mondovì cade, tuttavia, nelle mani degli avversari: la stessa notte Facino Cane con il Bellora mettono a sacco Margarita, Magliano, Trinità, Sant’Albano Stura, Bastia Mondovì, Carrù, Dogliani e Monchiero. Il bottino ascende a 1000 capi di bestiame ed a 500 some di frumento, i prigionieri sono 200: il valore totale dei danni viene stimato in 3000 ducati.

Nov.PiemonteSi allontana dal campo monferrino di Gassino Torinese per spingersi verso Torino.
1397
Gen.Dal solo riscatto di 200 persone, catturate nel contado di Chieri, in dodici mesi i suoi uomini ricavano 10000 fiorini.
Feb.PiemonteDà alle fiamme alcuni mulini nelle vicinanze di Torino.
Apr.Piemonte

Effettua una nuova scorreria nel torinese. Alcuni suoi uomini sono catturati vicino ad un ponte del Po e vengono rinchiusi nel fondo della torre di Porta Susa a Torino. Stanno per essere impiccati finché prevale il consiglio di consegnare i prigionieri agli abitanti perché molti di costoro hanno propri parenti in mano delle compagnie di Facino Cane.

Giu.Piemonte

Si unisce con Ramazzotto Corradengo della della Mella ed irrompe nel Canavese. Lo contrasta Gioacchino Francese; Facino Cane conquista  con i soliti metodi di Caluso, Cossano Canavese, Caravino; espugna Settimo Rottaro;  procede fin sulle porte di Ivrea.

Lug.MilanoMantovaPiemonte  Lombardia

Interviene il Visconti che lo riprende al suo soldo; lascia Gassino Torinese e raggiunge a Borgoforte il dal Verme per fronteggiare le truppe della lega antiviscontea. Occupa Luzzara (per trattato) e Suzzara.

Ago.Lombardia ed Emilia

Partecipa alla battaglia di Governolo, dove ha il comando di 1500 cavalli: nello  scontro si batte a cavallo ed a piedi con Pataro Buzzaccarini. Con la sconfitta si ritira nel parmense e nel reggiano.

Sett.LombardiaPerviene a  Montichiari dove si ferma con il dal Verme alla testa di 500 lance.
……………….Lombardia

Penetra nel serraglio di Mantova ed occupa Marcaria e Solferino; costringe Francesco Gonzaga a rinchiudersi nel capoluogo. I suoi uomini abbordano le galee avversarie nel lago di Mantova e si spingono sino a Porta Pradella.

1398
Mag.MilanoLombardiaRimane agli stipendi dei viscontei anche dopo l’annuncio della tregua tra i contendenti.
Ago.MilanoGuelfiLombardia

Viene inviato nel bergamasco per domarvi i tentativi di ribellione dei guelfi locali. Prende alloggio con i suoi uomini tra Vezzanica e Stezzano.

1399
Gen.Monferrato AcaiaPiemonte

Ricompare nel vercellese e nei pressi di Alice Castello; imprigiona nove uomini prima di un lodo del duca di Milano  favorevole al marchese Teodoro di Monferrato. Depreda i contadi di Gassino Torinese e di Chieri, si sofferma con singolare accanimento nelle terre di Santhià, di Vercelli e del Canavese.

Ago.LombardiaSosta con 1000 cavalli nel bergamasco. I suoi uomini sono alloggiati parte a Mozzanica ed in parte a Stezzano.
Sett.Piemonte

A metà mese il marchese Teodoro di Monferrato gli concede in feudo Borgo San Martino dove può organizzare ed alloggiare i propri uomini nelle lunghe soste invernali.

Ott.MonferratoConte  SavoiaPiemonte

Riceve 6000 fiorini di paghe arretrate, si riversa con violenza nel biellese e nel Canavese. Affronta Rodolfo di Gruyères e si abbatte sui paesi dipendenti dalla castellania di Santhià: Carisio, Balocco, Villarboit, Buronzo, Greggio, Tronzano Vercellese, San Germano Vercellese e Santhià.

1400
Gen.Piemonte

Affronta una volta di più Rodolfo di Gruyères (50 lance), Niccolò le Tartre (200 armagnacchi), Aymone Garindi (100 balestrieri) e Girardo da Mugnareto, 50  (cavalli).

Feb.  mar.Piemonte

Tenta di avere per trattato il castello di San Maurizio: l’autore del complotto è squartato e la moglie è bruciata viva. Depreda Rivarolo Canavese, entra in Settimo Rottaro (dopo averne scalate le mura), ha  Caravino e Carisio.

Apr.PiemonteSi scontra con Rodolfo di Gruyèree. Irrompe nei borghi di Ivrea. Questi sono dati alle fiamme.
Mag.Piemonte

Attraversa il Po e penetra in Castiglione Torinese. Avanza verso Chieri, intimidisce Pavarolo e Montaldo; prende la strada per il nord, transita per Brandizzo e Lanzo Torinese, punta su Barbania.

Lug.Piemonte

A Caravino con 1000 cavalli; vi è sconfitto da 800 cavalli condotti dal Gruyères, da Giovanni di Vernay, da Amedeo di Challant, da Galeazzo da Mantova e da Ugo di Monforte. Assale gli avversari quando costoro si ritirano, li coglie in disordine e  cattura vari capitani con 600 cavalli. I prigionieri sono condotti a Caravino ed a Settimo Rottaro.

Ago. ott.Piemonte

Scorre i territori di Ciriè, Lanzo Torinese, Caselle Torinese, Rivarolo Canavese destando ovunque forti trepidazioni. A settembre occupa Barbania. Ad ottobre mette a sacco i paesi di Settimo Rottaro, Castellamonte, Occhieppo Superiore e Carisio.

Nov.PiemonteE’ firmato un armistizio tra il marchese del Monferrato ed il conte di Savoia. Facino Cane è costretto a desistere dalle sue incursioni.
1401
………………PiemonteRiprende il conflitto. Il condottiero colloca il proprio quartiere generale a Carisio. Minaccia nuovamente Ivtra.
Mar.Piemonte

E’ segnalato tra Verrua e Santhià; respinge un attacco portato da Bonifacio di Vallide con gli abitanti di Santhià, di San Germano Vercellese, di Tronzano Vercellese e di Buronzo.

Lug.PiemonteRazzia molto bestiame nei contadi di Santhià e di Biella.
Sett.MilanoFirenze500 lanceLombardia

Viene richiamato dal duca di Milano per trasferirsi alla difesa di Brescia ed opporsi all’ esercito della lega guelfa capitanato da Francesco Novello da Carrara. Il dal Verme lo invia con 200 cavalli e 300 saccomanni sui monti del bresciano al fine di impedire l’avanzata ai nemici.

Ott.Lombardia

Con Alberico da Barbiano, Pandolfo Malatesta, il dal Verme ed Ottobono Terzi (4500 lance tutte italiane) sconfigge a Nave i tedeschi dell’ imperatore Roberto di Baviera, chiamato in Italia da fiorentini e da carraresi. La vittoria è propiziata dalla  carica di cavalleria pesante che conduce insieme con il Terzi (1800 cavalli) e che scompagina la cavalleria  tedesca. Gli avversari si mettono all’inseguimento di 200 cavalli e di 300 saccomanni che, usciti da Brescia, si danno alla fuga alla vista del nemico e li portano a cadere in un agguato predisposto da Facino Cane. Tra i tedeschi è catturato il maresciallo del duca di Lorena,  condotto a Brescia con 1000 cavalli catturati nella circostanza. Nel corso dello scontro  Carlo Malatesta viene   disarcionato da Giacomo da Carrara. Facino Cane con altri condottieri contribuisce a rimettere in sella il signore di Rimini.

Nov.Facino CaneConte SavoiaPiemonteRientra in Piemonte. Riprende le scorrerie nei territori sabaudi e nell’astigiano. Insidia San Germano vercellese.
1402
Gen.PiemonteContinuano le sue incursioni nella regione.
Mar.PiemonteRestituisce al conte di Savoia i castelli di Carisio, Settimo Rottaro e Canavino in cambio di 7000 fiorini in contanti.
Mag.MilanoFirenze BolognaEmilia

A Cento con il resto dell’esercito visconteo. Si pone alla difesa di San Giovanni in Persiceto; con il Barbiano e Pandolfo Malatesta si scontra  con Giacomo da Carrara (armato di una grossa lancia), Muzio Attendolo Sforza e Lancillotto Beccaria. Quando gli avversari si gettano in modo particolare contro le cavalcature per ucciderle, fa scendere a terra i suoi uomini d’arme per meglio affrontare i nemici. Si avvicina al Reno per togliere l’acqua a Bologna: è battuto.

Giu.Emilia

Vince gli avversari a Casalecchio di Reno; alla testa dell’ avanguardia con Ludovico Gabriotto Cantelli (2000 cavalli), getta a terra Fuzzolino Tedesco e lo cattura dopo che a tale condottiero viene ucciso la cavalcatura. I suoi uomini fanno pure prigionieri Bernardo della Serra, Francesco Terzo da Carrara, Luca Lion, Ludovico Buzzaccarini e Ludovico di San Bonifacio: tutti, con l’eccezione di Bernardo della Serra e del Carrara, sono scortati a Parma. Quando Francesco Terzo da Carrara, nel suo luogo di prigionia, approfitta di una relativa libertà di muoversi per darsi alla fuga, il condottiero rivendica i propri diritti sul prigioniero cui impone di presentarsi entro venti giorni al suo castello di Borgo San Martino in Monferrato e di non allontanarsene senza sua speciale licenza. Ottiene un rifiuto. Facino Cane entra in Bologna con Galeazzo da Mantova per la Porta di San Donato. Nella città tra le proprie insegne inalbera anche il pennone di San Giorgio. Si adopera con l’inganno per facilitare il passaggio dei poteri a favore del  Visconti ed evitare un possibile governo popolare.

Lug. ago.EmiliaProsegue la guerra contro i fiorentini. Assedia Fiorenzuola d’Arda. Sconfitto, è obbligato a ripiegare.
Sett.LombardiaA Milano per i funerali del duca Gian Galeazzo Visconti che si celebrano nel duomo cittadino.
Ott.MilanoChiesa500 lanceEmilia

Opera nel parmense con le sue compagnie,  depreda il territorio ed ostacola i collegamenti sulle strade che portano a Brescello ed a Reggio Emilia.

Dic.Emilia

Entra in Parma per la Porta Cristina e la Porta Benedetta con il Malatesta, Tommaso Trotti, Marcoardo dalla Rocca e Guglielmo della Scala.

1403
Gen.MilanoGuelfiEmilia e PiemonteSi collega con Lancillotto e Castellino Beccaria per depredare le terre guelfe del pavese, del piacentino e del contado di Tortona.
Feb.Facino CaneConte  SavoiaPiemonte

Estende le sue scorrerie nel vercellese controllato dai sabaudi. Ricevuti dal tesoriere ducale 8000 fiorini in conto dei suoi crediti esce da Borgo San Martino e ritorna in Emilia.

Mar.MilanoChiesaCapitano g.leEmilia

Gli è affidato il comando generale delle truppe (2000 fanti e 400 lance) che presidiano Bologna. Nella città si mantiene sopra gli odi intestini.

Mag.Emilia

Organizza un trattato con Bolgaro Boccatorta per impadronirsi di Sant’Agata Bolognese; fa impiccare 5 cittadini (imputandoli di furto) che hanno mormorato contro il suo regime  bloccando in tal modo ogni aspettativa di malcontento. A fine mese è impiccato Gaspare di Gian Leone Leoni colpevole di avere introdotto nella città alcuni messaggi di Nanne Gozzadini.

Giu.Emilia

Fa correre un palio in Strada Saragozza. Esce dalla città con 400 lance e 2000 fanti alla ricerca di vettovaglie; contrasta con forza le milizie pontificie di Alberico da  Barbiano, di Carlo Malatesta e di Paolo Orsini. Si accampa a Casalecchio di Reno e si dirige verso Castel San Pietro Terme, caduta nelle mani degli avversari.

Lug.Emilia

L’Orsini ed Uguccione Contrari rompono il muro di una piccola torre tra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano ed irrompono in Bologna con 200 armati. Facino Cane si dirige in quel punto e fa grande strage dei pontifici di cui alcuni sono gettati dalle mura dopo avere tentato di scalarle. I cadaveri di costoro, calpestati dai cavalli, sono lasciati sul terreno. Facino Cane esce poi dalle mura con 1200 cavalli ed assale Uguccione Contrari che si ritira fino alla chiara dell’Idice. E’ qui attaccato da Niccolò d’Este, da Carlo Malatesta e da Paolo  Orsini, i quali, dopo due ore, lo respingono nella città con gravi perdite. Tra i pontifici sono catturati 150 uomini che vengono condotti in Bologna trascinando per terra le loro bandiere; tra i viscontei sono fatti prigionieri 300 cavalli, tra i quali spiccano il fratello Filippino e Lancillotto Beccaria. In Bologna sono impiccati gli abitanti sorpresi sulle mura durante l’azione dei nemici. A metà mese Facino Cane viene nominato governatore di Bologna per la morte di Leonardo Malaspina: ordina che siano impiccati i bolognesi che pervengono nelle sue mani e provvede all’approvvigionamento della città con organizzate spedizioni. Distribuisce le sue truppe nelle chiese cittadine, non fa più suonare di giorno e di notte le campane.

Ago.Emilia e Lombardia

Compie ripetute incursioni e razzie; scorre a Lovoleto, a Cento ed a Pieve di Cento dove cattura 200 fanti; cibarie varie e granaglie, nonché cento buoi sono convogliati da tali centri in Bologna. Impone un prestito forzoso di 40000 ducati a scapito di due facoltosi cittadini bolognesi Bartolomeo dei Bolognini e Marchionne dei Marzoli. Si sposta in Lombardia e con il Terzi soccorre la cittadella di Brescia. Attacca Francesco Novello da Carrara, entratovi a sua volta, e dopo un aspro combattimento viene respinto nella cittadella. A Bologna.

Sett.MilanoAlessandria500 lanceEmilia e Piemonte

Dopo la firma del trattato di Canedio tra i pontifici di Bonifacio IX e la duchessa Caterina Visconti Facino Cane fa lega con la fazione degli scacchesi (vicina ai filoviscontei Pepoli) ai danni dei ghibellini  maltraversi, sostenuti invece da Galeazzo da Mantova e da Paolo Savelli. Gli scacchesi tentano di dare alle fiamme alcuni punti della città; giungono a Bologna il dal Verme e Francesco Gonzaga per indurre il condottiero a cedere le armi. Suonano le campane a stormo; si ribellano gli abitanti del borgo di San Vitale; costoro si impadroniscono della  porta, svellano i cancelli che chiudono la piazza (Piazza Maggiore) e ne scacciano il presidio comandato da Cermisone da Parma. Facino Cane  accorre con 50 lance, riprende il controllo della Porta di San Vitale. Respinto dalla moltitudine ripiega verso la piazza; a seguito di un combattimento durato quattro ore in cui cadono più di 200 uomini, è costretto a puntare in direzione della zona occidentale della città non senza aver fatto prima appiccare il fuoco ad un certo numero di case in contrada Broccaindosso (con l’uccisione di dodici uomini) e dopo avere ferito e ucciso a colpi di spada chiunque gli si parasse dinanzi alla sua cavalcata. Ripara nella cittadella del Pratello, ove si collega con Cermisone da Parma. Quando comprende che è impossibile ogni tipo di resistenza ne esce; per impedire eventuali attacchi notturni  si getta nel vicino borgo dando alle fiamme ad oltre trecento case  della contrada di San Felice.    Il giorno seguente abbandona Bologna e si dirige verso il Piemonte senza trovare alcuno ostacolo. Il cardinale Baldassarre Cossa entra a sua volta nella città in nome dello stato della Chiesa; bandisce Facino Cane e gli altri capitani viscontei peraltro tutti  lontani da Bologna. Il Cane si congiunge con Tommaso Malaspina;  su sollecitazione della duchessa Caterina Visconti muove su Alessandria che ha alzato la bandiera francese con Gabriele Guasco.

Ott.Piemonte

Il presidio della cittadella di Alessandria, rimasto fedele ai Visconti, sta per arrendersi agli assedianti: Facino Cane piomba dalla fortezza su guelfi e francesi  alla testa di 600 cavalli e dei ghibellini locali.  In tre giorni  obbliga gli avversari ad asserragliarsi nella fortezza di Bergoglio. Con l’ausilio di alcuni pezzi di artiglieria, ricevuti via Tanaro,  bombarda  il castello e  costringe il Guasco alla resa a patti. Il capitano rivale può allontanarsi dalla città con i suoi seguaci. Agli armagnacchi fatti prigionieri, che hanno mancato di parola dopo essere stati catturati e rilasciati dalle sue milizie in precedenza dietro la promessa di non militare più ai danni dei Visconti, è tagliata la mano. Alessandria è saccheggiata per otto giorni. Le operazioni di spoliazione producono un bottino così grande che i soldati si limitano a rubare solo ciò che possono portare via con facilità; nello stesso tempo si recano nella città  numerosi mercanti di Pavia, Casale Monferrato e Valenza che finiscono di ripulire dei loro beni le case dei ricchi guelfi. Le merci sono caricate su alcune navi ormeggiate nel porto sul Tanaro per essere trasportate e vendute nelle località vicine. Anche    molti abitanti sono catturati e costretti a liberarsi con il pagamento di un riscatto. A causa del tradimento della causa viscontea è, infine, imposta ad Alessandria una taglia di 22000 fiorini. Il pavese Pietro Corti, che ha l’incarico di riscuotere la multa, si rivela infedele nella riscossione di tale denaro; è subito decapitato. Al termine delle stragi Facino Cane fa prelevare dalla locale cattedrale di San Pietro le reliquie del Santo Evasio trafugate dagli alessandrini agli abitanti di Casale Sant’Evasio (Casale Monferrato) nel lontano 1215. Facino Cane le mette al sicuro con altre suppellettili sottratte alla stessa cattedrale, tra cui un antico crocifisso in lamine d’argento e rame, nel suo feudo di Borgo San Martino. Da qui, dopo quindici giorni, le fa traslare  in modo solenne a Casale Monferrato nella chiesa di Sant’ Evasio. Con i suoi famigliari Filippino, Francesco e Castellino Cane prende parte al tragitto processionale di sette/otto chilometri che separa Borgo San Martino dalla cattedrale casalese. Nella chiesa gli è consegnata la chiave dell’arca contenente le reliquie del martire.  Luminarie e  suono di campane per tre giorni festeggiano a Milano la vittoria per volontà di Caterina Visconti. Creditore di somme ingenti la duchessa  dà in pegno al condottiero le terre di Valenza (valore 40000 fiorini), di Montecastello (8000 fiorini) e di Breme (7000).

Nov.Facino CaneOrléansPiemonte

Due amici di Facino Cane (Secondino Asinari ed Antonio della Valle) occupano di sorpresa il castello di Burio nel territorio del duca d’ Orleans. Il Cane, che ha avuto mano nell’organizzare l’operazione, finge di comperare da costoro la rocca.

Dic.MilanoPadovaPiemonte  Lombardia

Le truppe del governatore di Asti Giovanni di Fontaines si pongono davanti a Burio; Facino Cane minaccia subito Canelli con le sue masnade ed ottiene il ritiro dei francesi. Firma una tregua con i transalpini e rientra in Lombardia. Si unisce con Pandolfo Malatesta per lottare contro il signore di Padova che si è impadronito di Brescia.

1404
Gen.Lombardia

Fa costruire un ponte sul Ticino, nei pressi di Pavia, presso le Fornaci e fuori della cinta muraria, per permettere il passaggio alle sue truppe provenienti da Alessandria. Con il Malatesta e Ludovico Gabriotto  Cantelli (7000 cavalli e 2000 fanti) espugna Pandino, attraversa l’Adda ed assale Brescia: è respinto.

Feb.Lombardia e Veneto

Con il Malatesta attacca nuovamente con le bombarde Brescia e vi entra domando la resistenza dei Gambara: rimangono uccisi 300 guelfi, molti altri ancora sono catturati. Ai rivali sono incendiate e spianate le case. Prosegue per Verona con il Malatesta; qui giunto il governatore visconteo della città Ugolotto Biancardo, per timore di eventuali disordini causati dalle milizie milanesi, non permette loro l’ingresso. Fallisce un tentativo dei carraresi di impossessarsi del castello di Zevio; Facino Cane esce da Verona con Ugolotto Biancardo ed attacca a Porcile (Belfiore) un ponte fattovi costruire da Filippo da Pisa. I due condottieri giungono a Scardovara;  qui le truppe viscontee si ammutinano una prima volta per il ritardo delle paghe. Con i soldati rimasti Facino Cane perviene nel vicentino e si fortifica a Montegalda dove lo vengono a trovare il vescovo di Feltre e Belluno, Enrico Scrovegni ed il dal Verme, ambasciatori ducali a Venezia. Cerca di aprirsi un varco verso San Martino di Lupari, assale il serraglio di Tencarola e vi viene contrastato da Filippo da Pisa, da Giacomo da Carrara e da Francesco Novello da Carrara.

Mar.Veneto e Lombardia

Tenta di superare nottetempo le linee nemiche con Ludovico Gabriotto Cantelli: ne segue uno scontro durissimo che va avanti fino al mezzogiorno del dì seguente. Francesco Novello da Carrara durante la mischia chiede di incontrarlo; al termine del combattimento il Cane  ha un abboccamento con il signore di Padova che gli ricorda l’antica amicizia. A questa memoria fa seguito l’invio di un mulo carico di fiaschi pieni di monete d’oro; come risultato dopo due giorni il condottiero rientra in Lombardia dove è chiamato anche dagli echi della guerra civile in corso tra guelfi e ghibellini. Per strada mette a sacco Villaverla e preda altre località del vicentino e del veronese con la  cattura di 800 uomini di taglia. Giunge, da ultimo, a Brescia. Si ferma davanti alla Porta di San Nazzaro: il Malatesta gli permette di entrare in città con soli 50 cavalli; sdegnato, punta su Ostiglia ed attraversa il Po.

Mag.  ago.Facino CaneParmaEmilia

Entra in Piacenza con la moglie ed i famigliari; obbliga il Terzi a ritirarsi dalla città ed infierisce sui guelfi, saccheggia i loro beni e fa numerosi prigionieri. Finge di  occupare il centro a nome del conte di Pavia Filippo Maria Visconti. In pochi  giorni cadono nelle sue mani la cittadella di Fodesta ed il castello di Sant’Antonio; ottiene con la forza quello di Sant’ Antonino. Si fa proclamare dai suoi soldati signore di Piacenza a compenso delle paghe arretrate che gli sono dovute dal duca di Milano. Per conciliarsi il favore popolare Facino Cane fa venire da Alessandria molte barche cariche di frumento, farina e vino venduti in città a prezzi calmierati. La moglie Beatrice Cane, che alloggia nel palazzo di Filippo Roncovieri,   asseconda la politica pacificatrice del marito  facendo molte elemosine; anch’egli si esibisce nello stesso modo  intrattenendosi, inoltre, con molte persone pie. Decide di fare  smantellare dalle fondamenta il grande monastero di San Sisto che fa parte delle fortificazioni fatte costruire dal Terzi. Dietro le insistenti preghiere di quanti sono devoti alle reliquie del santo ivi contenute, rinuncia alle ragioni di carattere militare che lo hanno portato a tale scelta come pure ad  abbattere il campanile della chiesa (il cui scampanio acuto e fragoroso gli riesce insopportabile) per compiacere il marchese Corrado del Carretto.

Sett.Facino CaneGuelfiEmilia  Piemonte

Esce da Piacenza, supera con furia la Lomellina e riprende nell’alessandrino la lotta contro i guelfi che si sono ribellati durante la sua assenza. Si getta su Cairo Lomellina e su Frascarolo (il castello è raso al suolo); abbatte le fortificazioni di Olevano di Lomellina, occupa le terre di Sant’Angelo Lomellina e di Cilavegna; lascia che i soldati ritornino a dare il guasto nel pavese, specie a Stradella. Occupa, infine,  Valenza senza trovare particolari ostacoli.

Ott.Lombardia

Dopo la morte della duchessa Caterina Visconti a Monza, in cui si è rifugiata per resistere alle vendette ghibelline, Facino Cane difende le pretese del nuovo duca di Milano Giovanni Maria Visconti ai danni del  Malatesta e di Giovanni da Vignate. Questi ultimi lasciano  Trezzo sull’ Adda per  puntare su Milano.

Nov.Lombardia

Sconfigge a Pieve d’Incino il Malatesta;  lo assedia in Erba con Francesco Visconti. Attaccato da altri avversari deve lasciare l’impresa.

1405
Mar.Facino CaneGuelfiPiemonte   Lombardia

Con il marchese Teodoro di Monferrato assale nei suoi possedimenti della Valsesia Francesco Barbavara. Si sposta nel pavese.

Mag.Piemonte

Rientra nell’ alessandrino ed aggredisce i Guasco nei loro castelli; si impossessa del  castello di San Giorgio e fa arrestare, contro i patti, i difensori; distrugge il castello di Sant’Antonino, posto in collina a quattro miglia da Alessandria verso Valenza, e vi uccide tutti i Guasco che cadono nelle sue mani. Dona la rocca agli Inviziati; occupa Valenza, Felizzano, Masio, Castello di Annone, Rocca d’Arazzo, Cassine, Borgoratto Mormirolo, Sezzadio. Viene, al contrario, respinto da Castellazzo, dove sono entrati Rizzo dal Pozzo e Domenico Trotti a nome del re di Francia. Negozia una tregua di un anno con il maresciallo di Francia Boucicaut ed anche questo centro perviene in suo potere. Il duca di Milano gli concede in feudo Galliate, situata nel novarese, non lontano dai paesi della Valsesia, sull’asse nord-sud che congiunge i suoi possedimenti di Borgo San Martino, Valenza, Montecastello ed Alessandria.

Giu.Emilia

Con Francesco Visconti ed Ottobono Terzi (1000 cavalli) occupa Piacenza e scaccia dalla città il Malatesta e Gabrino Fondulo, i quali se ne sono impadroniti quattro giorni prima con l’aiuto dei guelfi. I nemici sono massacrati.

Lug.Facino CaneConte  SavoiaPiemonte

Sottoscrive una tregua di cinque anni con il conte di Savoia ed il principe di Savoia-Acaia. Per nulla intimorito, peraltro, da patti e convenzioni si dedica ancora al suo personale modo di intendere la guerra.  Penetra nel vercellese con il suo luogotenente Ambrogio da Casale;   si impadronisce sulla sponda destra del Sesia dei paesi di Lenta, Ghislarengo, Arborio, Greggio, Albano Vercellese; su quella sinistra di Gattinara e di altre terre  appartenenti ai Savoia.

Ago.PiemonteSi insignorisce di Alessandria. Il duca di Milano Giovanni Maria Visconti lo nomina “prefectus” della città. Il condottiero muta il termine in “dominus”.
Sett.MonferratoConte SavoiaPiemonte

Sostiene Teodoro di Monferrato contro il conte di Savoia;  lo agevola nell’acquisto di Vercelli: gli invia in un primo momento alcune milizie agli ordini di Ambrogino di Casale e, in un secondo tempo, partecipa di persona all’azione.

Ott.Facino CaneGuelfiLombardia

Raggiunge Liscate con 6000 uomini tra cavalli e fanti, supera l’Adda con Francesco e Gasparino Visconti e si ferma a Spirano. Da qui i suoi uomini si disperdono per predare nel territorio circostante. A metà mese irrompe nel contado di Comun Nuovo; gli è aperta una porta ed entra nella località che viene messa a sacco. In un magazzino sono trovati centocinquanta some di granaglie (segale e frumento) senza contare notevoli quantità di miglio, spelta, legumi e vino, quattro maiali, molte galline, capponi ed oche; pervengono nelle sue mani anche alcune bombarde con il loro munizionamento. Assedia subito dopo la rocca di Urgnano, tenuta per conto di Giovanni Piccinino Visconti. La colpisce  per due giorni con una bombarda che lancia grosse pietre. Riceve dalla cittadella di Bergamo una seconda bombarda;  passano  altri quattro giorni ed il castellano si arrende a patti. Facino Cane prosegue nella sua incursione con 1000 cavalli, 500 balestrieri e molti ghibellini del bergamasco; tocca nelle sue scorrerie Pedrengo, Scanzo, Rosciate. Vi entra a forza e vi effettua le solite ruberie; il bottino come sempre consiste in bestiame, vino, foraggio, carni salate, drappi, galline ed altri animali. Sono uccisi molti guelfi; i centri sono dati alle fiamme; le prede sono condotte in parte a Spirano, dove risiede, ed in parte ad Urgnano. Entra in Alzano Lombardo con 2000 cavalli a bandiere spiegate; sono razziati grandi quantità di bestiame di differente taglia; sono tolti agli abitanti i letti ed altra mobilia. Porta con sé 100 prigionieri; nell’ azione, tra i suoi uomini, sono uccisi più di venti soldati. Sulla via del ritorno dà alle fiamme Ranica e Torre Boldone; giunge  a Capriate-San Gervasio; fa piantare sull’argine di San Gervasio alcune bombarde per abbattere una torre esterna al ponte di Trezzo sull’Adda. Assedia nel castello Paolo Capelliata Colleoni. Facino Cane guerreggia in mezzo alle sue truppe e prende parte all’ espugnazione di una fortificazione, la cosiddetta Corna di San Gervasio. Anche in questa occasione con la vittoria sono reperite notevoli quantità di vino e di vettovaglie, che sono divise tra i suoi soldati.

Nov.Lombardia

Si accampa dalla parte di Bergamo e colpisce il castello di Trezzo sull’Adda con i suoi pezzi di artiglieria; dalla parte di Milano si colloca Francesco Visconti che, provvisto anch’egli di alcune bombarde, conduce 6000 uomini, tra fanti e cavalli, provenienti da Milano, da Olginate e da Galbiate. Alla difesa del castello vi sono 1200 uomini e 200 cavalli. Facino Cane disperde le bande provenienti dalla Valle di San Martino ed abbatte la Torre Bianca della fortezza: i guelfi si arrendono a patti ed è stipulata una tregua di tre mesi. Da ultimo, si dirige a Ciserano e si accampa sotto Brescia nel borgo di San Giovanni.

Dic.Lombardia

E’ sempre sotto Brescia. Si incontra con il Malatesta ed a metà mese stipula con i guelfi, a Milano, una tregua di un mese e otto giorni.

1406
Gen.Lombardia

Ha l’incarico con Giorgio del Carretto  di determinare la dote della figlia del marchese Teodoro di Monferrato che si deve sposare con Filippo Maria Visconti. Facino Cane è investito della contea di Biandrate;  per tale nomina accetta un dono dai pavesi che per volontà del duca di Milano non deve superare la somma di 100 fiorini.

……………….LombardiaToglie ai Confalonieri il castello ed i  loro possedimenti di Candia Lomellina.
Apr.Facino CaneParmaEmilia

Si avvicina a Piacenza; il Terzi abbandona la città portando via con sé molti beni e numerosi ostaggi. Il martedì di Pasqua Facino Cane irrompe ancora una volta in Piacenza e ne scaccia il presidio ducale. Assedia senza esito il castello di Sant’ Antonino. Saccheggia la città. Fa venire da Alessandria alcune navi cariche di frumento, farina e vino: i prodotti sono venduti nella città a prezzo calmierato.

……………….MilanoGuelfiLombardia

Penetra nel bergamasco a nome del duca; distrugge Vignano, Cologno al Serio e Stezzano; fa tagliare viti e piante per tutto il contado.

………………Facino CaneMilanoEmiliaGiovanni Maria Visconti ricorre all’aiuto di Jacopo dal Verme e di Carlo Malatesta per mettere a freno la sua insolenza.
Sett.Emilia

Si autonomina a Piacenza governatore e capitano generale del ducato per conto dei fratelli Giovanni Maria e Filippo Maria Visconti. Ottobono Terzi recupera la città a nome dei viscontei.

……………….Lombardia

Carlo Malatesta, governatore del ducato, emana un decreto che proibisce a tutti i sudditi di militare nelle sue compagnie e dà un termine di quindici giorni per obbedire all’ordine pena la confisca dei beni ed il bando. Facino Cane, per rappresaglia  trasferisce al suo caposquadra Andrea da Mantova diritti, castelli e proprietà tolti a tre nobili della Lomellina.

1407
Gen.LombardiaTrova il sostegno dei maggiori capi ghibellini. Alle sue truppe si uniscono quelle di Gabriele Maria Visconti, di Francesco Visconti e di Antonio Visconti.
Feb.Ghibellini MilanoGuelfiCapitano g.leLombardia

Carlo Malatesta si allontana da Milano. Facino Cane si impossessa di Cassano d’Adda e con i Visconti di parte ghibellina (Antonio, Francesco e Gabriele Maria) marcia contro la capitale. Giunge alla certosa di Garegnano ed impone al duca di venire da lui e di riprendere nelle sue grazie i 3 Visconti suoi alleati. Si fa nominare capitano generale mentre il dal Verme è giudicato nemico del duca. Quest’ultimo si congiunge con il Terzi e, con rinforzi che gli sono inviati dal Malatesta, dal Gonzaga, dal  Fondulo, dai veneziani e dal cardinale Baldassarre Cossa, lo affronta a Morimondo. La battaglia è favorevole inizialmente a Facino Cane con numerosi morti d’ambo le parti; un attacco notturno lo sorprende, viceversa,  impreparato e lo costringe a fuggire per il ponte del Ticino lasciando nelle mani  degli avversari 1000 uomini con Marcoardo dalla Rocca. Di seguito, Facino Cane tocca Binasco con Castellino Beccaria, ma non può entrare in Pavia perché Filippo Maria Visconti gli fa chiudere le porte della città. Nel corso della spedizione abbatte il castello di Albonese.

Mar.  apr.Facino CaneMilano   Conte  SavoiaPiemonte  Lombardia

Ripara ad Alessandria ed avvia, senza indugio, le sue truppe a Biandrate ed a Galliate. Si spinge verso la Lomellina e saccheggia tutti i principali centri di tale territorio (Confienza, Sant’Angelo di Lomellina, Cilavegna, Cairo Lomellina, Lomello, Mede e Ceranova). Tiene a bada Amedeo di Savoia e lancia isolate incursioni nel vercellese.

Mag.PiemonteStipula una ennesima tregua con il conte di Savoia. Sgombera il vercellese.
Sett.Lombardia e Piemonte

Assale all’improvviso, tra Frugarolo e Bosco Marengo, i viscontei  guidati da Francesco Barbavara, da Bonifacio Valle, da Francesco e da Tristano di Mede: li mette in fuga.

……………….Piemonte

I capitani catturati (tra cui i conti di Mede) sono gettati in carcere e strangolati. Facino Cane fa arrestare Guido dal Pozzo, Tommaso ed Obizzo Trotti che sono parimenti torturati e giustiziati.

1408
Gen.Lombardia

Con la definitiva partenza del dal Verme da Milano a Venezia si dirige con il suo esercito contro la capitale del ducato;  cinge d’assedio Busto Arsizio.

Feb.Facino CaneConte PaviaLombardia

Il duca di Milano emana un nuovo editto contro i sudditi del ducato che continuano a militare nelle sue compagnie. Facino Cane, con Castellino Beccaria, muove guerra a Filippo Maria Visconti. Si accampa sulla sponda sinistra del Ticino; interrompe in tal modo le comunicazioni ed i commerci tra il Lago Maggiore e Milano.

Apr.Lombardia

Assale nuovamente  Busto Arsizio. Le sue milizie occupano la campagna attorno al borgo, fermandoosi fuori dal raggio di tiro delle balestre. Minaccia di mettere a sacco e di dare alle fiamme la località. Il vicario del Seprio Benedetto da Marano fornisce vettovaglie alle sue truppe e Stangalino della Palude fa rilasciare un prigioniero, caro a Facino Cane, catturato dai viscontei a Busto Garolfo. Durante la notte fa sgombrare le sue truppe: l’avvenimento, per gli abitanti, è legato ad un intervento miracoloso dei Re Magi.

Mag.Lombardia

Si muove lungo le rive del Ticino, dove fa costruire alcune bastie per controllare i movimenti delle milizie ducali. Nello stesso mese agevola Francesco Rusca ad entrare in Como e le sue genti prendono parte al saccheggio delle case dei Vitani. Viene scacciato dalla città il Malatesta che vi ha ricoperto la carica di podestà. Facino Cane dopo quattro giorni lascia Como per l’avvicinarsi dei ducali.

Ago.Lombardia

Cerca di impadronirsi di Vigevano: lo stesso giorno Carlo Malatesta abbandona il milanese ed al suo posto diviene governatore il fratello Andrea.

Sett.Facino CaneFranciaLombardiaOccupa Novara a spese del Boucicaut. La città è messa a sacco dai suoi uomini d’arme.
Ott.Lombardia

Persuade il castellano della torre grande Matteo Mameli a farlo entrare in Como; assume la signoria della città.

Nov. dic.Facino CaneMilanoLombardiaStringe sempre più d’assedio Milano. A fine anno la città è circondata da ogni parte: a nord, sulla linea di Cantù, dai soldati di Giovanni Piccinino Visconti; ad est, verso Monza e Trezzo sull’Adda, da quelli di Astorre Visconti e dei Colleoni; a sud dalle bande di Facino Cane.
1409
Gen.  feb.CaneMilano FranciaLombardia Piemonte

Inizia trattative di pace con Giovanni Maria Visconti. Il duca di Milano lo inganna e si allea con il Boucicaut, governatore francese di Genova. Furente per la beffa, si allea con il marchese Teodoro di Monferrato e toglie Vercelli a Giacomo Arcelli; riconquista Alessandria.

Mar.Lombardia

Avanza su Pavia con i Beccaria (espulsi dalla città) e conduce le sue genti ad accamparsi sotto il castello in cui si è asserragliato Filippo Maria Visconti. Depreda il parco e le campagne vicine. Contro di lui marciano Carlo e Pandolfo Malatesta.

Apr.Lombardia

Con il favore dei ghibellini, di Giovanni da Vignate, di Astorre Visconti e di Teodoro di Monferrato guada l’Adda, sottomette il Monte di Brianza e si scontra a Rovegnate con il Malatesta. Lo scontro dura due ore; il giorno seguente i due condottieri si incontrano e trovano che non vale la pena di seguitare a lottare fra loro quando sovrasta la minaccia di un’ occupazione francese di Milano. I due capitani si alleano ed uniscono le loro forze. Facino Cane riconquista Melegnano e cinge d’assedio Milano con 3000 cavalli: il pretesto è il recupero di un credito di 50000 fiorini per paghe arretrate.

Mag.Lombardia Piemonte

Colloca il suo campo  a Ronchetto, a due miglia da Porta Ticinese; respinto, ripiega a Magenta con il marchese Teodoro di Monferrato. Sorprende a Castellazzo 1500 uomini d’arme francesi.  A fine mese Facino Cane  si trova a Cassano d’Adda da dove dà inizio a trattative con il duca di Milano.

Giu.MilanoFranciaLombardia

Trovato l’accordo con il duca, è investito di Varese, di Castiglione Olona, di Lonate Pozzolo, di Castano Primo e di altri luoghi minori della contea di Seprio, tra il lago Maggiore e quello di Como. Alla firma della pace esige l’espulsione dei consiglieri ducali e di tutti i francesi.

Lug.Lombardia

Si insignorisce di Mortara, irrompe in Vigevano, che passa sotto il suo controllo a spese del conte di Pavia. Con il ritiro dei Malatesta Facino Cane deve vedersela da solo con il Boucicaut. Quest’ultimo esce da Genova e prende possesso di Piacenza.

Ago.Lombardia e Liguria

Facino Cane entra in Milano con i guelfi di Giovanni da Vignate e di Giorgio Benzoni. Subito dopo si volge contro Genova con il Monferrato, i Doria e gli Spinola. Il condottiero giunge in vista della città e si separa dagli alleati:  avanza con 1800 cavalli e 200 fanti per la  Val Polcevera fino a Sampierdarena; il marchese Teodoro di Monferrato punta, al contrario, con 800 fanti e 1800 cavalli sulla Val di Bisagno e blocca Genova da est.

Sett.Liguria

Genova insorge;  nei tumulti rimane ucciso il luogotenente del Boucicaut, Ugo di Cholet  rifugiatosi  nel Castelletto con 2000 fanti. A Teodoro di Monferrato è offerto il governo della città ed a Facino Cane, fermo a Sampierdarena, sono inviati 30000 fiorini perché si allontani con le sue truppe dalla Liguria.  Negli stessi giorni il Boucicaut entra in Milano con 5500 cavalli e 600 fanti: non riesce ad impadronirsi del castello di Porta Giovia. Alla notizia di quanto accaduto a Genova, il  capitano francese esce da Milano e si porta a Sant’Angelo Lodigiano.

Ott.Piemonte

Facino Cane si dirige a Novi Ligure: il castello, difeso da un presidio francese, gli resiste. Il Boucicaut gli si muove contro, i due eserciti si scontrano tra Sale e Frugarolo.  I francesi sono sconfitti a Gavi. Nello scontro sono uccisi 800 uomini, per lo più italiani: il Boucicaut si ritira nel castello mentre Facino Cane sosta nella città. Solo l’intervento di Andrea Malatesta, ritornato al governo del ducato, restituisce ai transalpini i beni perduti e consente loro di rientrare a Genova.

Nov.Lombardia

Si incontra a Vigevano con Giovanni Maria Visconti ed è nominato governatore del ducato al posto di Andrea Malatesta. Entra in modo solenne in Milano accompagnato da tutti i suoi partigiani scacciati di recente dal duca. Favorisce la fazione ghibellina ed intima al comune il versamento di 30000 fiorini che gli sono dovuti per la fornitura di frumento che ha fatto avere nell’inverno agli abitanti affamati. Come altre volte incoraggia il commercio, riforma il corso delle monete, sollecita i contribuenti morosi. Secondo i capitoli stipulati in precedenza con Vigevano e Mortara preleva dagli abitanti dei due centri i dazi di consumo su pane, vino e carne ed il dazio della mercanzia (abbuona invece loro il censo). Soprusi e vendette private suscitano il malcontento nei suoi confronti; questo si sostanzia presto in una congiura, sobillata dallo stesso duca, per sopprimerlo.

1410
Gen.LombardiaCede Brebbia in feudo ad un suo fautore (Pietro Besozzi).
Mar.LombardiaSi accorda con Astorre Visconti, signore di Monza.
Apr.Lombardia

Giovanni Maria Visconti tenta di farlo uccidere da alcuni provvigionati nel palazzo ducale di Milano mentre sta attraversando il secondo cortile dell’ Arengo. Facino Cane, presente a sé stesso, volta il cavallo, si avventa sugli uomini del duca che sguainano le spade, riporta solo una ferita al capo nell’urtare il portello semiaperto ed esce per Porta Tosa che è controllata dal suo capitano Giorgio Valperga. Si porta a Rosate: Carlo Malatesta, il nuovo governatore del ducato, ed Andrea da Baggio, che non sono coinvolti nel tentativo di omicidio, operano la riconciliazione tra il condottiero ed il duca.

Mag.Lombardia

Invita Giovanni Maria Visconti ad una partita di caccia; nel corso di colloqui confidenziali svolti nel folto di una foresta, persuade il duca a concedergli per tre anni il governo del ducato. Anche il comune gli giura fedeltà. Facino Cane stipula una tregua con Giovanni da Vignate e con Filippino da Desio, castellano ribelle di Melegnano.

Giu.Lombardia

Sottoscrive una tregua con Giorgio Benzoni; si rappacifica, inoltre, con Giovanni Piccinino Visconti, Astorre Visconti ed i Colleoni che hanno il controllo di Trezzo sull’Adda. Fa incendiare i campanili dove si rifugiano i ribelli di Desio e di Gorgonzola.

Lug.PiemonteOttiene la resa di Castellazzo Bormida. Tratta con cavalleria  francesi.
Ott.Lombardia

Cerca di recuperare Melegnano, in mano di Filippino, Antonio e Maffiolo di Desio, alleati del Malatesta. I 3 fratelli sono accusati di tradimento, i loro beni sono confiscati, le loro case abbattute, tranne la facciata, per poterli effigiare come traditori appesi alla forca.

Dic.CanePaviaLombardia

Punta su Pavia;  con l’aiuto di Castellino Beccaria, che presidia la rocchetta del ponte, entra senza difficoltà nella città. Pavia è saccheggiata con feroce metodicità prima nelle case dei guelfi e poi in quelle  dei ghibellini. Anche i tribunali con le carte fiscali, le matricole di dottori, le botteghe di artigiani e di mercanti, gli archivi cittadini sono tutti distrutti. Filippo Maria Visconti ripara a stento nel castello e deve rassegnarsi a riconoscere l’autorità del condottiero. Gli viene ceduta Tortona con tutto il territorio vicino, il cosiddetto Vescovado.

1411
Gen.LombardiaA metà mese è stilato un nuovo atto di concordia tra Facino Cane ed i Beccaria da un lato ed il conte di Pavia dall’altro. Il condottiero fa nominare responsabili del castello di Pavia Giovanni Tornielli ed Urbano di San Luigi.
Mar.Facino CaneConte SavoiaPiemonteAssale con le sue masnade le terre del conte di Savoia.
Apr.Facino CaneCantùLombardiaCon il contributo di Bernabò Carcano scaccia da Cantù Giovanni Piccinino Visconti. Costui trova asilo nella vicina Monza presso Astorre Visconti.
PrimaveraFacino CaneBresciaLombardia

Contrasta sempre Pandolfo Malatesta. Rafforzato da milizie cremonesi condotte da Muzio Botta, riprende l’offensiva e costringe Giovanni da Terzo, che dispone di un numero inferiore di uomini, a riattraversare l’Oglio.

…………….PiemonteAcquista dai francesi per 15000 fiorini Gavi, Montaldo e Paladio.
Ago.LombardiaAttacca in Monza Astorre Visconti. L’azione fallisce. Dopo alcuni giorni preferisce trovare un accordo con il suo emulo.
Ott.Lombardia

Ad Abbiategrasso; da qui intima al capitano sabaudo del Piemonte, Enrico di Colombier, di restituire la Val d’Ossola: in caso contrario minaccia di aggredire  ancora una volta il conte di Savoia.

Nov.Piemonte

Fa decapitare Viviano Guasco; si fa consegnare dai viscontei Gabriele e Cristoforo Guasco (con il riconoscimento di una forte taglia) e fa tagliare ad entrambi la testa.

Dic.CaneBresciaLombardia

Si offre di combattere per i veneziani gli ungheri dell’imperatore Sigismondo;  invia a Venezia 25000 staia di frumento, bene accetti per la mancanza di vettovaglie nei territori veneti. Muove contro il Malatesta e lo vince a Quinzano d’Oglio. Attacca il bergamasco.

1412
Gen.Lombardia

Occupa Melegnano e vi lascia come castellani Giovanni Tornielli ed Urbano di San Luigi. Assale Soncino venendone respinto da Giovanni da Covo; analogo risultato ottiene il suo attacco ad Asola.

Mar.Lombardia

Si allea con i Boccacci, promotori di una ribellione ai danni del Malatesta a Lonato ed a Rivoltella; si accorda con Cominzolo Suardi che, allettato da una grossa somma di denaro, uccide il connestabile di una porta di Bergamo. Facino Cane è ancora respinto dagli abitanti e dai guelfi accorsi prontamente  da Sorisole, da Ponteranica e dalla Val Brembana.

Mag.Lombardia

Ritorna ad assediare Bergamo. A metà mese mentre sta per penetrare nei sobborghi della città è colpito da un violento attacco di gotta. E’ condotto in fretta nel castello di Pavia; qui viene informato dell’ uccisione del duca Giovanni Maria Visconti avvenuta il giorno precedente. Fa chiamare l’arcivescovo di Milano Bartolomeo Capra per raccomandargli di avere cura di Filippo Maria Visconti e della moglie Beatrice Cane (Beatrice di Tenda)  Subito dopo spira. Viene sepolto a Pavia, nella chiesa di Sant’Agostino, ossia di San Pietro in Ciel d’Oro, a tre giorni dalla morte, senza alcuna cerimonia ed alcuna iscrizione sulla tomba. Il monumento, fattogli poi erigere dalla moglie, sarà distrutto agli inizi del 1900 per cavarne calce. Beatrice di Tenda sposa in seconde nozze Filippo Maria Visconti portandogli in dote 400000 fiorini, le sue schiere, nonché il possesso della Lombardia occidentale e del Piemonte orientale. Sulla fine dell’agosto 1418 la donna è stata fatta arrestare dal marito duca di Milano, con l’accusa di adulterio; trasportata nel castello di Binasco,  su sentenza pronunciata dal giudice Gasparino de’ Grassi, viene torturata per estorcere una confessione. Viene, infine, fatta decapitare con il presunto amante Michele Orombello, e due cavalli testimoni della loro colpa. “Facino Cane” è intitolato un racconto di Honoré de Balzac.

 CITAZIONI

-“Facino Cane fu considerato dai suoi contemporanei come una sorta di flagello naturale: una forza bruta scatenata, contro cui non valevano né difese, né scongiure..ladrone, malvagio, drago… Nella sua azione non è possibile rintracciare alcun disegno stabilito, ma solo il sentimento di una prodigiosa capacità di lottare per raggiungere ad ora ad ora le soddisfazioni della prepotenza, dell’odio, della rivalsa, della vittoria. Tutte le vicende della sua vita..confermano che soltanto il fortunoso cammino delle cose suggerì, di volta in volta, al suo impulso la direzione della..guerra…(Tra le) forme di guerra egli prediligeva..l’assalto ai borghi e alle campagne disperse, le devastazioni, gl’incendi, le rapine di uomini e di animali, le inutili crudeltà dei ferimenti e degli omicidi..Facino ammazzava e rubava sistematicamente: questa era, in una parola, la sua tattica…Il suo ghibellinismo era di un genere tutto speciale, diverso anche da quello ..dei Visconti ribelli e dei Beccaria..Facino era solo un disperato capobanda, sciolto da ogni stabile vincolo di tradizione o di casta o di ceto sociale, come da ogni determinato disegno per l’avvenire che non fosse la brutale aspirazione alla potenza e al dominio.” VALERI

-“Non conobbe mai pace; la sua vita si svolse avventurosa, violenta, senza riposo né tregua, sempre avvolta in lunghe e dure calamità, grondando spesso sangue e macchiate di molte colpe.” ARGEGNI

-“Questo Facino fu grande persecutore de Gelfi, e molti ne fece morire, maxime in Alexandria.” CAGNOLA

-“At neque pace virum celebrem belloque Facinum/ Quem vulgo dixere Canem, testata sagacia/ Ante alios, vigilemque ducem cognomina in armis/ Praeterea intactum.” BATTISTA MANTOVANO

-“Facino era un cavaliere impareggiabile e la sua specialità erano le fulminee incursioni e le operazioni di saccheggio alla testa di contingenti di cavalleria. Correva anche la voce che fosse brutale, ma la sua era una brutalità deliberata, intesa a spargere attorno a sé il terrore più grande possibile e così incontrare resistenza minima alle sue imprese.” MALLETT

-“Capitaine très renommé en Italie.” MONTRELET

-“Ch’era uno ladrone.” CORPUS CHRONIC. BONOMIENSUM

-“Dux copiarum egregium.” PLATINA

-“Eccellentissimo capitano de suoi tempi.” SANSOVINO

-“Di animo grande, intrepido, e per giungere a’ suoi fini, passionatissimo ghibellino.” SERRA

-“Vir (preter hoc quod armorum strenuus aliquando) omni vita nequitiae cultor..Ne quid vel factioni vel sceler deesset.” BILLIA

-“Celebre partigiano e condottiero del secolo XIV.” BOSI

-“Fu Facino Cane soldato di grande coraggio e bravura; né alcuno dei valorosi capitani che sopravvissero a Gian Galeazzo Visconti ebbe un potere più vasto ed assoluto di quello ch’egli seppe esercitare, avendo tratto a sé il governo dello stato, punto badando che ci fossero un conte di Pavia ed un duca di Milano.. Ma egli sortì animo feroce ed avarissimo. Per cupidità di danaro e per spirito di vendetta sfogò la rabbia sua sopra inermi popolazioni, di cui devastò le campagne e gli abitanti. Però all’anarchia del ducato e del contado assaliti da ogni parte da nemici, Facino seppe porre un freno ed impedì che la Francia si piantasse nel cuore della Lombardia.” MAGENTA

-“Nobile casalasco e celebre capitano di ventura.” CIBRARIO

-“Huomo gagliardo di cervello e inquieto d’animo.” MONTEMERLO

-“Nec meo recordatu quemquam alium melius nec pulchrius equitantem vidi..Ipse autem Facinus potuit dicisecundus Alexander.” REDUSIO

-“Visse per lo più di saccheggi e di brutalità compiuti insieme con i suoi soldati..La brutalità dei suoi metodi lo portò al successo in un ambiente politico in cui un condottiero più raffinato e meno spietato di lui, come Iacopo Dal Verme, restò soccombente…Il Cane riuscì a conquistare un potere poltico che mai un condottiero aveva raggiunto prima di lui.. Il suo successo dipese largamente dall’abilità con cui egli riuscì a mantenere e ad accrescere il suo esercito guidandolo in imprese gradite ai soldati; i calcoli dei cronisti differiscono tra loro, ma si può dire che a..partire dal 1405, quando spesso si trovò impegnato su due fronti, il Cane riuscì a mettere in campo 5 o 6000 uomini.” BUENO DE MESQUITA

-“Famoso condottiero.” PAGANO

-“Quem valde Lombardi timebant.” STELLA

-“Capitano valoroso.” VEDRIANI

-“Huomo avaro, bestiale e nimico di ogni ragione, di maniera che per le sue perverse condittioni era grandemente odiato da tutto il popolo Bolognese.” VIZANI

-“Est le premier grand nom du XV siècle..il détestait l’inaction, restait un soldat, un conquérant.” LABANDE

-“Generoso ed inarrivabile guerriero..Austero ed animoso condottiero, che aveva riempito queste regioni (il Piemonte) della gloria del suo nome..L’Italia non vide mai guerriero più generoso, né più valoroso e intrepido l’Europa.” V. DE CONTI

-“La prima virtù di Facino nell’armi fu l’esser ultimo ne gli honori. Non andò al campo come re, ma come soldato, e con l’hasta sola si mise tra ‘fanti nelle prime fila; godendo valore, acquistò anche per sua esperienza la riputazione, e dall’applauso de’ soldati e dell’autorità de’ principi grandi fu eletto Capitano; teneva in perpetuo esercitio i suoi soldati, quasi un altro Corbulone, co’l portar’armi, cavar fosse, correr lancie, maneggiar destrieri; né gl’insegnava ad ornar la chioma, a vestir d’oro, a consigliar gli specchi e starci ne’ conviti o fra le meretrici, ma con severa disciplina a dormire sopra la nuda terra, a indurirsi nelle fatiche, a godere ne’ sudori e ne’ travagli..Premiava i buoni, lodava i forti, confortava i timidi, allettava gli avidi, lusingava i superbi; più dissimulava i vitii che le virtù; più con la vergogna puniva, che co’ fatti; e compagno a tutti del pericolo, inanimava ciascheduno con l’esempio. Talhora etiandio con le pene di pochi castigava i delitti di molti..brevemente la prudenza, ch’era la più bella gioia delle sue virtù, reggeva il suo animo.” MAFFEI

-“Potentissimo condottiero d’armi.” G.ROVELLI

-“Fu uomo brutale.” MUZZI 

-“Di oscuro e semplice milite ch’egli era, venuto al grado di condottiero d’eserciti e poscia di principe, la vita dei campi e delle battaglie aveva in lui ammezzata, non corretta la rozza natura: quindi non cortesia, non umanità, ma intolleranza ed impeto brutale..I mezzi ch’egli adoperò per innalzarsi e sostenersi al suo posto, si restringevano ad uno solo: la forza brutale.” A-VALLE

-“Capitano valoroso in guerra, ma ingordamente rapace e molto partiale.” GIOVIO

-“Gran capitano..Fece al suo tempo di mirabili facti.” BROGLIO

-“Valoroso e sagace, quanto crudele e ambizioso.” BONFADINI

-“Feroce tiranno.” BIMA

-“Figura tipicamente medioevale di partigiano, di feudatario, di capitano di ventura, egli ebbe però le doti di ingegno ed il vigore di temperamento di grande condottiero. Col suo talento seppe acquistarsi molta riputazione, tanto che tutti i principi lo avrebbero voluto al proprio servizio; la fortuna gli arrise sempre..Non migliore né peggiore dei suoi contemporanei e dei principi per quali militava, ambizioso e astuto, feroce e altero, sempre vittorioso…(Di) intelligenza pronta, audacia senza limiti, azione forte e sicura, astuzia inesauribile.” BIGNAMI

-“Owed his nom de guerre, “the Dog”, rather to his aggressive qualities than to his outstanding fidelity…Piedmontese ruffian who was to carve himself so profitable a career under the Visconti.” TREASE

-Con Jacopo dal Verme, Galeazzo da Mantova, Alberico da Barbiano, Ottobono Terzi, Pandolfo Malatesta “Peritissimos belli duces.” BRACCIOLINI

-Con Niccolò Piccinino, Uguccione della Faggiuola, Castruccio Castracani, Lodrisio Visconti, Giovanni Acuto, Bartolomeo Colleoni ed il Carmagnola “Furono capi notissimi per le loro imprese.” AGOSTINI

-Con Ottobono Terzi “Nell’armi assai prodi.” FORMENTON

-Con Ottobono Terzi, Jacopo dal Verme, Alberico da Barbiano, Francesco Gonzaga, Pandolfo Malatesta “Condottieri di stima assai in questo tempo.” PORRO LAMBERTENGHI

-“Cane would soon make his mark as an enemy of Florence in the armies of Milan and as one of the greatest “condottieri” of the fifteenth century.” CAFERRO

-“A condottiere famed for his lightning speed of attack.” STONOR SAUNDERS

-“E’ stato un condottiero italiano, famoso per esser stato un crudele mercenario nell’Italia settentrionale tra il XIV-XV secolo.” WIKIPEDIA

-“Lampi di tragedie, furori e devastazioni, intrighi, crudeltà e delitti fanno da sfondo alla figura di questo singolare personaggio…Uno scenario shakesperiano gli si addice…perché seppe esprimere al massimo le possibilità d’imporsi al vertice del potere da parte di un condottiero.” RENDINA

-“Uomo sbalestrato di cervello.” LOMONACO

“Nominatissimum in armis virum…Praestantissimum in armis virum, magistrum et ducem.” FACIO

-“Smodata sete di guadagno, spietata efficacia militare e grande ambizione di affermazione sociale e politica: probabilmente nessuno fra i grandi capitani di inizio Quattrocento sintetizzò in sé queste caratteristiche quanto lo fece Facino Cane, un personaggio affascinante nel quale si trovano, amplificati al massimo, i caratteri propri di tutta una stagione della politica e delle guerre dell’Italia a cavallo fra Medioevo e Rinascimento.” GULLO

-“(Esempio di coloro che salirono) dagli ultimi a’ supremi gradi della milizia con somma audacia e scaltrezza impareggiabili.” RICOTTI

-“Ardito e vittorioso..astuto capitano..cavalcatore eccellente, coraggiosissimo, nessun pericolo schivò nelle battaglie, sempre primo nell’andarci, ultimo a tornarne, sempre ad un modo esperto capitano e prode soldato…Raggiunse la potenza d’un re, di sommo guerriero la fama.” GHIRON

-“Seppe col suo ingegno acquistarsi tale riputazione.. da diventare in ultimo quasi arbitro del ducato di Milano.” GALLI

-“A Piacenza come a Casale.. ogni manifestazione della religiosità faciniana appare subordinata a un superiore disegno militare e politico. In tale disegno trovano posto le più vistose antinomie di un personaggio che (come tanti altri suoi contemporanei) non esitò a coniugare la religione cristiana alla violenza più efferata, il culto dei santi alle ripetute devastazioni di edifici religiosi, le pie elemosine alle ruberie più inique.” FERRERO

-“Prediligeva le scelte imprevedibili, le azioni feroci e impressionanti, e le sue iniziative, spesso inattese e talvolta misteriose nei loro obiettivi, erano congegnate per generare incertezza, timore e sgomento..Facino Cane fu certamente un distruttore, un predone, ma anche un costruttore di patrimoni materiali e immateriali e un imprenditore fortunato…Aveva messo insieme una compagnia di alto livello, dei quadri di comando di qualità riconosciute, uno staff di collaboratori esperti e fedeli. Aveva messo da parte un considerevole tesoro materiale, e, grazie all’attività militare e a varie operazioni fortunate, controllava diverse città e terre minori, luoghi che in parte riusciva a dominare effettivamente mediante uomini e officiali, in parte realizzava semplicemente come pegno e come cassa da cui estraeva le risorse finanziarie che occorrevano alla compagnia e alla conduzione dell’attività militare…Se si considerano le qualità imprenditoriali di Facino, la sua capacità di selezionatore di uomini, l’adattabilità ai cambiamenti, si può osservare che se davvero il casalese si fosse comportato in modo irrazionale e ottusamente brutale e spietato, come vogliono alcuni biografi, non avrebbe ottenuto i successi che si conoscono, né avrebbe conseguito i ricchi ingaggi che gli furono offerti, né aumentato costantemente la sua compagnia, né formato uomini e amministratori di qualità, né approfittato dei tempi calamitosi in cui visse per acquisire importanti signorie.” COVINI

-“Condottiero molto temuto in Lombardia.” REBUSCHINI

-“Prode e terribile condottiero di eserciti.” CASALIS

-“Facino Cane riuscì a conquistare un potere politico che mai un condottiero di ventura aveva raggiunto prima di lui..Visse per lo più di saccheggi e di brutalità insieme con i suoi soldati, perciò l’opinione generale dei contemporanei lo condanna, così come condannano altri – Ottobono Terzo, ad esempio – certamente non migliori di lui. Uberto Decembrio, che lo chiama “spurchus homo et nequam, de stercore ad tytannidem evectus”, aveva sofferto la sua prigionia. Ma certo altri contemporanei, meno prevenuti contro di lui, lo dipingono negli stessi toni. Tipico è il commento del Billia “vir (preter hoc quod armorum strenuus alquando) omni vita nequitate cultor.””  PIANO

-“Da aristocratico-capitano di compagnia, si rende protagonista di una sbalorditiva scalata al potere che lo porta, alla morte di Gian Galeazzo Visconti, ad esercitare un ruolo pari a quello di un signore a tutti gli effetti.” BALESTRACCI

-“E’ stato messo in luce come Facino Cane fosse un abile imprenditore militare, capace di gestire la propria carriera e la propria compagnia, attraverso un delicato equilibrio di pianificazione strategica e operatività brutale. Saccheggi, devastazioni, prede e bottini erano elementi che garantivano, non solo un’integrazione del salario dei soldati e un elemento di finanziamento dal nemico, ma anche la crescita di una fiamma e di un prestigio che soli potevano garantirgli il saldo comando sugli uomini e un indubbio peso contrattuale nei negoziati con borghi, città e signori.” BERTONI

     BIOGRAFIE SPECIFICHE

-B. del Bo – A. A. Settia. Facino Cane. Predone, condottiero e politico.

-M. Granata. Facino Cane.

-E. Galli. Facino Cane e le guerre guelfo ghibelline nell’Italia settentrionale (1360-1400).

-I. Ghiron. Della vita e delle militari imprese di Facino Cane.

-N. Valeri. La vita di Facino Cane.

-P. Piano. Facino Cane. Condottiero italiano. 1412-2012

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