BABONE NALDI

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BABONE NALDI  (Filiberto Babone Naldi, Babbone da Brisighella) Di Brisighella.

Fratello di Giovanni Naldi, Ottaviano Naldi e Guido Naldi; nipote di Dionigi Naldi, Carlino Naldi e  Vincenzo Naldi.

1474 – 1544 (aprile)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1508
Mar.VeneziaImpero700 fantiVeneto

Segue Bartolomeo d’Alviano in Cadore alla testa di 700 fanti;   si colloca nel lato destro dello schieramento con Rinieri della Sassetta, Carlino Naldi e Lattanzio da Bergamo. Partecipa alla battaglia di Tai di Cadore o di Rio Secco.

Apr.FriuliAffianca l’Alviano a Savorgnano. Prende parte all’assalto contro la rocca di Gorizia, ove conduce il primo assalto con Giovanni dal Borgo.
Lug.Veneto

A Venezia, per la cerimonia in cui vengono consegnate all’Alviano lo stendardo ed il bastone di governatore generale delle truppe della Serenissima.

1509
Ago.VeneziaFrancia Impero500 fantiVeneto

Ha con Carlino Naldi il comando di 1000 provvigionati. Esce da Treviso e passa alla difesa di Padova con 500 fanti: si colloca con i suoi uomini nel borgo di San Giovanni e combatte agli ordini dello zio Dionigi.

Nov.VenetoAlla conquista di Vicenza con il congiunto Dionigi.
1510
Gen.VenetoAffronta 235 fanti francesi ed imperiali nel veronese.
Mag.VeneziaFrancia Impero Ferrara100 fantiRomagna e Veneto

Si trova a Montalbano con 100 fanti;  raccoglie nuove leve in Val di Lamone ed in Romagna per conto di Dionigi Naldi;  raduna 1000 uomini che conduce a Chioggia.

Giu.VenetoAl campo di Brentelle, nei pressi di Padova, con 195 fanti.
Lug.Veneto

Si reca a Venezia per i funerali dello zio Dionigi. Si incontra con il doge Leonardo Loredan.  Rientra subito a Padova perché i fanti romagnoli vogliono militare solo agli ordini di un capitano della medesima regione.  Consiglia che il loro comando sia affidato allo zio Vincenzo.

Ago.320 fantiVeneto

Lo zio Vincenzo chiede invano per Babone una condotta di 25 cavalli: offeso per il rifiuto da parte veneziana domanda di lasciare il campo;  il permesso non gli è accordato dai provveditori.

Sett.Veneto

Prende parte all’assedio di Verona. Viene preposto con 200 fanti alla guardia delle artiglierie davanti al castello di San Felice: è sorpreso nottetempo da un attacco portato da 1800 fanti tedeschi usciti da una breccia delle mura.  Nel corso dell’azione rimane ucciso Zitolo da Perugia.

Ott.Veneto ed EmiliaEsce da Montagnana con 400 fanti. Si congiunge nel ferrarese con i pontifici comandati da Francesco Maria della Rovere.
1511
Giu.EmiliaCon la rotta di Casalecchio di Reno ha il compito di arruolare nuovi contingenti di fanti in Romagna.
Lug.208 fantiRomagna e VenetoSi imbarca in una galea con i suoi uomini. Da Chioggia raggiunge nel veronese via fiume il provveditore generale Paolo Capello.
Ago.VenetoDa Padova si porta alla difesa di Torino con 230 fanti anziché i 370 previsti dalla sua condotta.
Nov.VenetoSi collega con Meleagro da Forlì (350 balestrieri a cavallo) per riconquistare Montagnana e Cologna veneta.
Dic.EmiliaAll’assedio di Bologna. Partecipa ad un assalto alle mura cittadine inserito nello squadrone comandato da Francesco Maldonado.
1512
Feb.Lombardia

E’ inviato alla difesa di Brescia;  nella città colloca i suoi alloggiamenti a San Pietro in Oliveto, sotto il castello. Ha il comando di 800 fanti romagnoli; lo affiancano numerosi bresciani appena arruolati da Filippino Sala e da Giovanni Giacomo Savallo.   E’ attaccato da 500 uomini d’arme francesi e da una grossa compagnia di archibugieri usciti dalla fortezza. A costoro si uniscono anche 1500 fanti guasconi. Con l’ausilio di Baldassarre di Scipione di 60 uomini d’arme di Taddeo della Volpe e della compagnia di Giampaolo Manfrone riesce a respingere due assalti.   Agli avversari si uniscono altri 1000 cavalli agli ordini del Baiardo (ferito ad una coscia da un colpo di lancia), altri fanti guasconi ed un corpo di lanzichenecchi: i fanti romagnoli si danno  alla fuga e si rifugiano in una chiesa ove sono tutti uccisi. Gli abitanti si sollevano a favore dei francesi e la disfatta per i veneziani è totale. Il Naldi è catturato; riscattatosi con del denaro che gli è fornito dal provveditore Andrea Gritti, ripara ad Albettone;  si reca a Venezia per riferire sulla vicenda nel Collegio dei Pregadi.

Apr.RomagnaRaccoglie 1000 fanti in Val di Lamone. Con tali soldati soccorre i pontifici in difficoltà a Faenza.
Ago.281 fantiLombardiaAll’assedio di Brescia. Cala dai monti vicini ed ha una scaramuccia con alcuni fanti guasconi a Costa Longa sopra Mompiano.
Sett.Lombardia Romagna

Viene accolta la sua offerta di raccogliere altri 1000 fanti in Romagna da utilizzare all’assedio di Brescia: al momento della partenza ad ogni soldato è consegnato un ducato. Ritorna sotto la città con 400/500 fanti e gli è dato il comando di un colonnello. Ha il compito di recuperare Peschiera del Garda con Guido Rangoni: fa presente che tale località fa parte della giurisdizione di Verona controllata dagli imperiali con i quali la Serenissima ha in corso una tregua. Il Naldi si fa parte attiva nel fare transitare per il veronese le artiglierie destinate all’assedio di Brescia.

Ott.280 fantiLombardia

Viene ferito alla faccia da un verrettone. Ha il comando con Vincenzo Naldi di 1096 fanti, la prima squadra di riserva nel caso di attacco alle mura di Brescia.

Dic.417 fantiLombardia309 provvigionati della sua compagnia su 417 sono stanziati a Pontevico.
1513
Gen.VenetoA Zevio per sorvegliare i movimenti di tedeschi e spagnoli.
Feb.284 fantiVeneto
Mar.VenetoA Venezia. In una cerimonia a San Marco compare al fianco del doge Leonardo Loredan e di Renzo di Ceri.
Mag.VeneziaSpagna Impero368 fanti
Lug.Veneto

Alla difesa di Padova; si pone al bastione di Santa Croce. Ha ai suoi ordini un colonnello di 2213 fanti. Allorché i soldati veneziani sono sfidati a duello da 10 tedeschi  sceglie i campioni del nome italiano.

Ott.206 fantiVeneto

Prende parte alla battaglia di Creazzo al comando dei fanti romagnoli della Val di Lamone; il suo quadrato di fanteria è completato dalle cernite del territorio  (fanti con poca esperienza, venturieri, contadini ed operai).  Di fronte alla sua linea avanza a ranghi serrati la fanteria tedesca di Giacomo di Landau e quella spagnola con Ferdinando d’Avalos. Le cernite che dovrebbero sostenere il suo quadrato,  anziché serrare e sostenere i  fanti romagnoli vacilla e si dà alla fuga: le prime righe, rimaste senza appoggio, non  sono in grado di resistere all’urto e sono in breve travolte. Nello scontro i veneziani perdono 400 uomini d’arme e 4000 fanti: muoiono capitani quali Antonio Pio, Meleagro da Forlì, Ermes Bentivoglio e Sacramoro Visconti; altri, quali  Giampaolo Baglioni, Giulio Manfrone e Malatesta Malatesta da Sogliano vengono fatti prigionieri. Il Naldi evita la cattura, ripara a Padova e ritorna alla difesa della città con 206 provvigionati.

Dic.210 fantiVeneto

Con altri capitani romagnoli si lamenta per il ritardo delle paghe;  riceve rassicurazioni in merito. Ha ai suoi ordini 210 fanti con nove caporali.

1514
Mag.VenetoGli è concessa una condotta di 400 fanti.
Mag.256 fantiVenetoAl campo di Brentelle. Gli viene confermata la provvigione mensile di 60 ducati. Conduce moglie e figli a vivere a venezia.
Lug.

Il Consiglio dei Savi ribadisce meglio le sue condizioni di ingaggio, gli conferma la provvigione mensile di 60 ducati in tempo di guerra e di 40 in tempo di pace a valere sui beni dei ribelli; gli affida il comando diretto di 1000 fanti.

Sett.VenetoEsce da Padova con Bartolomeo d’Alviano. Si congiunge con Giulio Manfrone. Alla testa di 300 fanti si dirige con tale capitano verso Saletto.
Ott.Veneto

Segue l’Alviano nella sua azione volta alla riconquista di Rovigo. Con Orsino Orsini supera l’Adige su un ponte di barche posto a Campobianco ed entra nella città; cattura il capitano spagnolo Pietro Cano che viene rilasciato dietro il pagamento di una taglia di 300 ducati.

1515
Mar.VenetoA Padova. Informa l’Alviano sulla possibile esistenza in città di un trattato ostile alla Serenissima.
Giu.244 fantiVeneto
Ago.Veneto e LombardiaLascia il campo di Este inquadrato nella retroguardia. Con l’Alviano a Badia Polesine e, successivamente, in Lombardia.
Sett.LombardiaPrende parte all’ultima fase della battaglia di Melegnano.
Ott.Veneto

Nei primi giorni del mese si porta sotto Brescia allo scopo di assediare la città. E’ programmato un assalto alle mura cittadine da condursi in contemporanea su due falsi obiettivi come un intenso fuoco di artiglieria verso Porta Pile e sul tratto di mura che corre tra il castello e la Porta Torlonga. Le forze sono distribuite in 3 squadre di circa 2500 uomini, in gran parte stradiotti e fanti romagnoli. Sono  presenti anche numerosi capitani bresciani tra cui Giovanni Antonio di Val Trompia. Altri 2000 uomini sono posti di riserva agli ordini del Naldi. L’attacco è previsto verso la mezzanotte al brillare di tre fuochi accesi sul monte vicino. Il segnale non compare e nessuna porta viene aperta dai complici come previsto dai piani. L’Aubigny, infatti, che si trova alla difesa di Brescia, ha  qualche sospetto, occupa la porta che avrebbe dovuto essere aperta dai congiurati, cattura uno dei traditori e lo fa squartare all’istante. Prima dell’alba i veneziani si ritirano. Dopo pochi giorni il Naldi prende parte alla conquista di Peschiera del Garda; rimane ferito nel corso delle operazioni.

Nov.LombardiaSi ferma sul lago di Garda con il fratello Giovanni. Rende difficoltoso il vettovagliamento ai difensori di Brescia.
Dic.Lombardia

All’assedio di Brescia. E’ invitato a pranzo dal governatore della città;  i veneziani gli impediscono di raccogliere la proposta. Si collega con Antonio da Castello e Giovan Corrado Orsini ed ostacola l’avanzata di 2500/3000 fanti spagnoli che da Verona stanno tentando di soccorrere Brescia. Il Naldi si sposta  con la sua compagnia al campo invernale di Salò. Nello stesso tempo migliaia di fanti, soprattutto tirolesi, guidati da Guglielmo di Rogendorf e dal conte Ludovico di Lodrone, seguiti da mandrie di buoi, da cavalli carichi di polvere da sparo, da carri di viveri e di forzieri con molto denaro, superano Bagolino e raggiungono il passo di Anfo. Giano Fregoso provvede ad inviare il Naldi, Antonio da Castello e Giovan Corrado Orsini loro contro. I 3 condottieri veneziani si fermano a metà strada perché indecisi sul da farsi.

1516
Gen.Lombardia Trentino

Scende dal Trentino un nuovo convoglio. E’ intercettata una lettera di Gerardo d’Arco in cui chiede che gli siano inviate incontro altre truppe. Da Salò il Naldi depreda la Valle di Vestone: intercetta 200 tedeschi, li batte e dà il guasto a tutto il territorio fino a Lodrone. Si muove ad Idro ed a Anfo dove si unisce con  Giano Fregoso e Giovan Corrado Orsini: si scontra con 1500 fanti tedeschi il cui campo attacca di notte. Gli avversari, colti addormentati, fuggono in disordine dopo avere subito notevoli perdite. 500 sono i morti tra i nemici;  sono catturati Gerardo d’Arco e Ludovico di Lodrone, 800 fanti e 50 uomini d’arme borgognoni. Giorgio di Liechtenstein riesce invece, con il denaro trasportato in 16 bauli, ad evitare la cattura riparando in Lodrone dopo essere salito su una barchetta con la quale attraversa il lago d’Idro. Il Naldi rientra a Salò. Gerardo d’Arco sarà liberato a Mantova con il pagamento di una taglia di 300 ducati.

Feb.LombardiaAlla difesa di Anfo. I suoi uomini e quelli di Giacomino di Val Trompia danno inizio ai lavori di ricostruzione del castello.
Mar.Lombardia

Fa impiccare ad Anfo l’assassino di Ludovico Cozzalli,  ammazzato in tale località per ragioni di carattere privato. Si sposta a Breno con Maffeo Cagnolo;  si scontra con gli spagnoli tra Rivolta e Cassano d’Adda.

Mag.LombardiaE’ inviato da Teoodoro da Trivulzio e dal provveditore generale Andrea Gritti con il suo colonnello di fanti a recuperare la Val Camonica.
Ago.Capitano g.le fanteriaVeronaAll’assedio di Verona.
Sett.Veneto

Gli sono consegnati 400 ducati. Con Malatesta Baglioni 300 cavalli e 400 fanti) si accampa al Campo di Marte di Verona. Respinge entro le mura una sortita dei difensori (30 cavalli spalleggiati da 200 fanti).

Ott.Veneto e Trentino

Viene inviato dal Trivulzio con Borghese da Borgo lungo il corso corso dell’Adige fino a Brentonico per impedire che giungano rifornimenti e soccorsi via fiume ai difensori di Verona: sono uccisi alcuni fanti ed altri muoiono annegati nel tentativo di porsi in salvo. Recupera Crovara (Groara) alla testa del suo colonnello di 1200 fanti: attaccato dagli imperiali, è soccorso da Mercurio Bua; nonostante tale intervento è costretto a cedere la posizione dopo un intenso bombardamento. Coopera quindi con il Bua e Giovanni Naldi nell’inseguire quattro bandiere di fanti imperiali respinti fino alla Chiusa. Il Bua ed il fratello chiedono al provveditore generale Andrea Gritti che gli  uomini del Naldi ricevano il saldo delle loro spettanze.

Nov.Lombardia

Giunge a Salò con 500 fanti; si collega con Giacomino di Val Trompia per assalire nuovamente Anfo: la rocca si arrende all’alba, a patti, per timore di un bombardamento con le artiglierie.

Dic.215 fanti
1517
Gen.ChiesaComp. venturaVeneto

Al termine del conflitto a metà mese entra in Verona per Porta Calzari al seguito del Trivulzio. Con la fine del conflitto  passa al soldo dei pontifici per contrastare il della Rovere, teso alla riconquista del ducato di Urbino.

1521
Giu.

Rientra al servizio dei veneziani;  raduna 300 fanti perché è imminente un nuovo conflitto con gli imperiali. Si trova a Vicenza ed a Padova alla rassegna dei suoi uomini.

Ago.VeneziaImperoVeneto

Viene rimproverato dalle autorità perché a Padova alcuni suoi soldati hanno molestato degli studenti universitari ed i membri del seguito di un vescovo.

Dic.200 fantiVeneto e LombardiaEsce da Padova e raggiunge al campo di Lonato il provveditore generale Andrea Gritti.
1522
Feb.288 fantiLombardiaAl campo di Rovato. Gli è affidato il comando di un colonnello di 1045 fanti.
Apr.Lombardia

A Monza con il Lautrec. Partecipa alla battaglia della Bicocca alla testa di 600/800 schioppettieri; agisce in maniera coordinata con gli svizzeri  appoggiandoli nel loro assalto volto alla conquista del fossato che protegge gli imperiali.  Contrattacca e recupera alcuni pezzi di artiglieria francesi. Con la sconfitta degli alleati è costretto a ritirarsi verso Monza.

Lug.LombardiaCon la fine della guerra l’organico della sua compagnia viene ridotto da 394 a 200 fanti.
1523
Sett.VeneziaFranciaLombardia

E’ di stanza a Crema;  entra in lite con Alessandro Marcello. Si sposta al campo di Verolanuova dove gli è dato il comando di un colonnello di 699 uomini.

1524
Feb.500 fantiLombardia

Al campo di Crema con 1200 fanti. Si trasferisce a Bergamo alla notizia del probabile arrivo di fanti grigioni che, assoldati dai francesi, stanno per puntare su Abbiategrasso;  perlustra i passi del bergamasco per ostacolare il transito agli avversari.

Mar.Lombardia

Si offre di fare disertare dal campo francese 500 fanti di presidio a Lodi. E’ informato che da Caravaggio sono usciti 80 fanti allo scopo di predare il contado di Morengo: esce da Romano di Lombardia e li sorprende mentre stanno rientrando alla loro base con il bottino. Sono recuperate le prede, uccisi dieci avversari e catturati altri venti. Prosegue nell’azione;  con 1000 fanti blocca nei pressi di Caravaggio 220 fanti usciti da Lodi. I francesi sono svaligiati. Giano Fregoso lo invia a controllare i movimenti di 5000 fanti grigioni che, con Renzo di Ceri, cercano di collegarsi  con i francesi ad Abbiategrasso.

Apr.Lombardia

Concerta con Giovanni dei Medici e Giano Fregoso i piani per una linea di azione comune contro i fanti grigioni; si pone con i suoi uomini nelle vicinanze di Bergamo ed obbliga gli avversari a ritirarsi per la mancanza di vettovaglie e di denaro. Con il rinnovo delle minacce francesi gli viene dato del denaro per radunare 500 fanti.

1525
Gen.Lombardia

Ritorna alla difesa di Bergamo. Accusato di tradimento dal provveditore generale Piero Pesaro, è tradotto in catene a Venezia presso il Consiglio dei Dieci.

Feb. apr.LombardiaScagionato in breve tempo, si ferma a Brescia per tre mesi.
Mag.500 fantiLombardia e VenetoDa Bergamo è spedito a Legnago e nel Polesine al fine di controllare i movimenti degli imperiali che si stanno agitando sui confini con la Serenissima.
Ott.VeneziaImperoLombardiaAlla difesa di Crema.
Nov. dic.Lombardia

Francesco Maria della Rovere sposta alla difesa di Crema anche Malatesta Baglioni. Babone  Naldi si sdegna per tale decisione e chiede al provveditore  Piero Pesaro di essere trasferito ad Asola. Non viene accontentato nella sua richiesta. A dicembre, infine, sempre distanza a Crema, trova un “modus vivendi” con il Baglioni.

1526
Giu.500 fantiLombardia

Esce da Crema ed appoggia il Baglioni alla conquista di Lodi: resta agli inizi alla guardia di tale località; subito dopo raggiunge il della Rovere al campo di Melegnano.

Ago.LombardiaA Lodi.
Sett.285 fanti
Nov.LombardiaHa l’incarico di incarcerare il governatore ducale di Lodi (la città fa parte del ducato di Milano alleato con la Serenissima) Giovanni Clemente Vistarini, accusato di volere cedere la città agli imperiali.
Dic.500 fantiEmilia

Gli è consegnato del denaro per assoldare 500 fanti. Con gli uomini della sua compagnia è inviato alla difesa di Piacenza per coadiuvare l’operato di Guido Rangoni. Nella città fa incendiare il borgo di San Lazzaro; invia il suo caposquadra Giovanni Andrea da Faenza verso Fiorenzuola d’Arda con 100 archibugieri.  Da alcuni prigionieri ha informazioni di prima mano sui movimenti dei lanzichenecchi che infestano il territorio vicino.

1527
Gen.Emilia

Il commissario pontificio Francesco Guicciardini critica in modo aspro i veneziani perché, a causa del ritardo delle paghe, il Naldi si trova a Piacenza con un organico a disposizione inferiore alle attese:  il condottiero rigetta le accuse.

Feb.Emilia

Viene catturata presso Piacenza una sua vecchia conoscenza, Beraldino Beraldo che milita agli stipendi degli imperiali:  il Naldi gli fa mostrare tutte le opere difensive della città e lo lascia libero in modo che possa riferire ai lanzichenecchi sulla validità delle opere approntate dai difensori.

Mar.500 fantiEmilia

I suoi soldati angariano la popolazione civile con le loro richieste. Con la partenza dei nemici il Naldi rimane a Piacenza; una rivolta degli abitanti lo costringe a rinchiudersi nei monasteri di San Sepolcro e di San Sisto. A fine mese può allontanarsi dalla città; è indirizzato dal Collegio in Polesine.

Apr.Veneto

Con Pietro Francesco da Viterbo ha il compito di fortificare i passi di Canda e di Villamarzana e di apprestarvi alcuni bastioni. E’ preposto alla guardia del ponte di Ficarolo con quattro pezzi di artiglieria : lascia la località per le energiche proteste del duca di Ferrara Alfonso d’Este nei confronti dei suoi uomini che hanno provocato gravi danni nel ferrarese. A fine mese si offre di uccidere con il veleno il Connestabile di Borbone: la proposta, accettata in un primo momento, è  rinviata a tempo indeterminato dal Senato della Serenissima.

Mag.LombardiaRientra a Lodi.
Giu.Lombardia

Attraversa il Lambro con il suo colonnello, quattro pezzi di artiglieria e numerosi guastatori agli ordini del provveditore generale Domenico Contarini: mentre marcia sul  ponte con Giampaolo Manfrone, Giacomo Novello, Ambrogio da Landriano, Antonio da Castello e Gian Ludovico Pallavicini è assalito dagli imperiali usciti da Melegnano. Vi è una scaramuccia con due bandiere di fanti italiani che si fortificano in una chiesa spalleggiati da Antonio di Leyva, sopraggiungono in loro soccorso da Milano 14 bandiere di lanzichenecchi e 4 di fanti spagnoli ed italiani muniti  di alcuni pezzi di artiglieria. Nello scontro è ferito ad un braccio Cesare da Napoli ed è ucciso il capitano spagnolo Jacheto. Altre piccole scaramucce seguono a questa.

Lug.Lombardia

Esce dal campo di Riozzo;  con molti cavalli leggeri punta su Milano senza trovare grande resistenza. Su consiglio di Giano Fregoso lascia il campo con Maffeo Cagnolo, Toso da Collalto (350/500 fanti), Cesare Fregoso (40 lance), Giacomo da Vicovaro, Annibale di Lenzo e Tommaso di Costanzo (60 cavalli leggeri). A Vizzolo Predabissi viene tesa un’imboscata agli avversari in cui cadono 50 uomini d’arme, 70/80 cavalli leggeri e due bande di fanti spagnoli e di lanzichenecchi (350 uomini) di scorta ai saccomanni. I nemici sono sconfitti in poco più di un’ora: nello scontro vengono uccisi 100 fanti e sono catturati 40 uomini d’arme con molti cavalli leggeri.

Ago.LombardiaE’ presente alla conquista di Melegnano. Si ammala al campo.
Sett.Lombardia

Viene inviato in soccorso di Sant’Angelo Lodigiano: con la sua sola presenza obbliga gli imperiali (500 fanti, 60 uomini d’arme, 100 cavalli leggeri con cinque pezzi di artiglieria) a ripiegare senza cercare il combattimento.

………….Lombardia

A causa del forte ritardo delle paghe (40 giorni) si rivolge a Domenico Contarini  ed a Giano Fregoso per ottenere il denaro necessario: minaccia di abbandonare il campo con i suoi uomini. E’ convinto a stento a non rendere effettivo tale proponimento.

1528
Giu.FirenzeImpero500 fantiToscana

Gli è concessa una condotta di 500 fanti in tempo di guerra;  ha il comando delle cernite;  è riconosciuta a lui una provvigione annua di 400 ducati ed al figlio Paolo una mensile di 10. Con le tasse ed altre agevolazioni la sua paga annuale ascende a 680 ducati l’anno. Si colloca con 16 compagnie di fanti sulla riva destra dell’Arno. Capitano generale è Ercole d’Este, figlio del duca di Ferrara Alfonso.

1529
Giu.FirenzeImpperoToscanaE’ preposto alla difesa della riva destra dell’Arno. Ha il comando di un corpo di fanti territoriali diviso in 30 squadre.
Ago.VeneziaImpero500 fantiRomagna

Ritorna agli stipendi dei veneziani con una condotta di 600 fanti, dei quali 200 destinati a militare agli ordini del figlio Paolo. Si reca a Ravenna; gli è affidato il comando di un colonnello di 500 fanti.

Sett.Veneto e Lombardia

Opera nel veronese. Con 300 fanti si muove fra Rivoli e Cavaion Veronese;  si scontra con i lanzichenecchi che hanno dato alle fiamme alcuni villaggi. Si sposta alla difesa di Salò.

Dic.200 fantiVenetoE’ firmata la pace con gli imperiali. Ritorna alla guardia di Verona.
1530
Gen.50 fantiVenetoViene ulteriormente ridotto l’organico a sua disposizione.
1531
Mar.VenetoGli è riconosciuto il grado di colonnello. Gli è nel contempo riconosciuta una provvigione di 66 ducati per paga, per dieci paghe l’anno.
Nov.

Con il fratello Guido sfida a duello Sigismondo Malatesta, colpevole, a suo parere, del  licenziamento di Roberto da San Severino e di avere dato ripetute prove di viltà: il duello risulta sfavorevole al Malatesta.

1532
Feb. apr.Veneto

Sempre a Verona alloggia con i suoi uomini nel castello di San Pietro. Ha l’incarico di sorvegliare il tratto di mura tra la Porta di San Giorgio e Porta Vescovo. Una sua compagnia viene trasferita a Crema.

Mag. giu.250 fantiVeneto e GreciaE’ avviato alla difesa di Corfù a seguito delle minacce di parte turca. Una prima rassegna, prima della partenza, avviene al Lido (Venezia) ed una seconda al suo arrivo nell’isola alla presenza del provveditore Giovanni Moro.
Sett.Veneto

E’ segnalato a Verona. Con 25/30 balestrieri a cavallo cerca di mantenere l’ordine nel territorio finitimo durante il passaggio delle milizie imperiali dirette in Ungheria.

Ott.VenetoSi incontra a Treviso con il della Rovere.
Nov.VenetoA Babone ed a Guido Naldi è concesso il comando onorifico di 75 lance.
Dic.50 fantiVenetoA Verona.
1533
Apr.VenetoE’ creditore verso i veneziani di 400 ducati relativi alla provvigione.
1536
…………..Lombardia

Ha l’incarico con Antonio da Castello di raccogliere 6000 fanti e 500 cavalli leggeri in occasione del rinnovo dell’alleanza fra la Serenissima e gli imperiali. Le truppe si raccolgono ad Asola: esse saranno in breve richiamate perché i veneziani non vengono coinvolti nel conflitto fra francesi ed imperiali.

…………..VeneziaImpero OttomanoCapita no g.leGrecia

Alla morte di Giacomo Novello il Naldi si offre di comandare le truppe alla difesa di Corfù contro i turchi. In Grecia ha ai suoi ordini 2000 fanti italiani e 2000 greci: fa distruggere i borghi per ridurre l’area di difesa del capoluogo.

Sett.Grecia

Viene attaccato dalle truppe del sultano Solimano (25000 uomini agli ordini del Barbarossa). Gli ottomani dispongono di 30 cannoni, di cui uno gigantesco del calibro 50, all’epoca il più grande del mondo. Ha inizio  il tiro dell’artiglieria contro la cittadella. Corfù dispone  di forti difese. La città, situata nella costa orientale dell’i sola, si trova alle spalle e al di sotto dell’alta cittadella che sovrasta la penisola rocciosa e che si protende verso la costa albanese, in modo da controllare l’accesso via terra e via mare. All’interno della cittadella vi è un presidio di circa 2000 fanti italiani coadiuvato da un ugual numero di abitanti armati e dagli equipaggi delle navi veneziane che al momento dell’attacco si trovano nel porto. Le riserve di vettovaglie e di munizioni sono abbondanti; il morale è eccellente. Le piogge eccezionali che si verificano in quel mese impediscono ai nemici di utilizzare nel fango in modo adeguato i cannoni; inoltre la dissenteria e la malaria si diffondono nel campo turco. Dopo appena tre settimane di assedio l’esercito ottomano è costretto a reimbarcarsi.

1538
Ott.300 fantiGreciaE’ segnalato sempre alla difesa di Corfù alla testa di 300 provvigionati.
…………..GreciaViene sostituito nel comando delle truppe da Valerio Orsini.
1544
Apr.

Muore a Padova; secondo altre fonti sarebbe morto in combattimento dopo essere stato ferito al petto da una palla di archibugio. E’ sepolto a Padova nella chiesa del Carmine in una nicchia sopra la porta maggiore d’entrata. Ritratto di anonimo nella Pinacoteca Comunale di Faenza.

 CITAZIONI

-“Che per haver honor morir non cura/…/Ne le battaglie un marte veramente/…/ d’acquistar sempre honor avido, e caldo./ (Alla difesa di Brescia)/ Babon de Naldo, l’ardito campione,/ in man portava una forte alabarda,/ spezzando ogni corazza e celadoni/ perchè armatura alcuna non riguarda,/ e fece tante prove quel barone,/ che trar adietro fece l’antiguardia,/ ponendo in rotta la lor prima schiera/ con battaglia crudel, spietata e fiera.”/…/ (Alla battaglia di Creazzo) Babbone naldo non stava a dormire/ ma con molto furor fra li nemici/ con la ronca a due mani si vedea agire/ facendo molti miseri, e infelici. /Mai non fu visto in hom cotanto ardire/ sì che copria di morti le pendici/ e per la turba sdruscellando striscia/ come fra l’erba fa l’adirata biscia.” DEGLI AGOSTINI

-“Babon de Naldo che non sta a dormire/ Quando ch’è intrato nel aspro zambello!” CORDO

-“Il quale nelle ultime guerre di terra ferma haveva generato di se ottimo concetto di persona di molto valore, e d’altrettanta fede verso la Rep. e che all’hora teneva nella sua militia grado di Colonnello..Soldato valoroso e fedele.” PARUTA

-“Praefectus fortis, usque militiae peritus, et pro spectata virtute numquam satis laudatus.” G. ROSSI

-“Fu capitano di ventura di buona rinomanza.” ARGEGNI

-“Uomo fedelissimo alla Repub. e reso illustre per le gesta sue nella guerra d’Italia.” A. MOROSINI

-“Vecchio e fedele condottiere.” ZORZI

-“Fu capitano di ventura di buona rinomanza.” ARGEGNI

-Sulla sua tomba è riportato il seguente epitaffio “Babono Naldo et prudentia et pro/ bitate claro: qui multos annos nobiliss./ Venetorum imperio pedestres copias/ ducens, operam fidemque suam/ strenue praestitit./ Paulus ac Dionysius filii suae in eum/ voluntatis, testimonium ad ponendum/ curarunt/ Vixit ann. LXX. OBIIT PRID. ID. APR./ MDXLIIII”

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