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VINCENZO NALDI (Naldo Naldi, Vincenzo da Brisighella) Di Brisighella, capofazione della Val di Lamone. Signore di Madrara (frazione di Russi). Cugino di Dionigi Naldi; zio di Babone Naldi, Ottaviano Naldi, Guido Naldi, Giovanni Naldi e di Cesare da Cavina.
1466-1525 (gennaio)
Anno, mese | Stato, Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1488 | |||||
Mag. | Faenza | Milano | Romagna | Galeotto Manfredi viene ucciso in Faenza. Il Naldi è tra coloro che si oppongono al duca di Milano Ludovico Sforza desideroso di impadronirsi della città. Entra con altri armati nella rocca per assicurare l’indipendenza della città. | |
1494 | |||||
……… | Napoli | Francia | Romagna | Milita agli stipendi degli aragonesi contro i francesi agli ordini del duca di Calabria Ferdinando d’Aragona e di Niccolò Orsini. | |
……… | Romagna | Viene espulso da Brisighella perché contrario ai Manfredi. | |||
1495 | |||||
……… | Faenza | Firenze Milano | Romagna | Con Niccolò Castagnino si oppone al fatto che Faenza possa cadere in potere dei fiorentini o dei ducali favorendo in tal modo la causa del giovane Astorre Manfredi protetto, a sua volta, dai veneziani. | |
Nov. | Romagna | Asseconda con 400 uomini le truppe della signora di Forlì Caterina Sforza le cui truppe assediano in Cusercoli Guido Guerra da Bagno. | |||
Dic. | Manfredi | Faenza Forlì Venezia Bologna | Romagna | Ospita a Brisighella Ottaviano Manfredi e lo asseconda nel suo tentativo di impadronirsi della signoria di Faenza. Viene respinto dalle milizie della Sforza, da quelle dei veneziani (200 cavalli e 80 balestrieri condotti dal provveditore Cristoforo Moro) e dei bolognesi. I suoi avversari pongono sulla sua testa una taglia di 200 scudi e lo inseguono sino a Brisighella. Sono messe a sacco le sue case. Nel corso della spedizione è catturato dai veneziani il fratello di Dionigi Naldi, Pier Francesco, ed un suo partigiano, Sicuranza dei Galamini. Il Naldi si affretta ad inviare a Venezia un suo emissario, attraverso il quale si offre di passare al soldo della Serenissima nonostante che il congiunto ed il suo fautore siano stati fatti decapitare dai faentini. | |
1496 | |||||
Ago. | Venezia | Romagna | I veneziani gli concedono una provvigione mensile di 20 ducati; fanno pure in modo che i Manfredi tolgano la taglia messa sulla sua testa. | ||
1498 | |||||
Mar. | Romagna | Si trova nel faentino. Esercita forti pressioni per potere rientrare nel capoluogo. | |||
Mag. | Romagna | Lascia la Val di Lamone e si sposta a Ravenna alla notizia che Ottaviano Riario, figlio di Caterina Sforza, ha accettato una condotta dai fiorentini. | |||
Ago. | Romagna | Ritorna in Val di Lamone. | |||
Sett. | Romagna | Nuovamente a Ravenna alla notizia che Astorre Manfredi si è condotto con i veneziani. | |||
Ott. | Venezia | Firenze | Romagna e Toscana | Ricevuti 50 ducati della sua provvigione, si sposta nel riminese dove raccoglie 300 provvigionati per contrastare i fiorentini nel Casentino. | |
Nov. dic. | Toscana e Romagna | Si comporta in maniera insolente. E’ segnalato nei pressi di Bibbiena; a dicembre viene dirottato con Giovanni da Feltre e Melchiorre Ramazzotto in Val di Bagno con 800 fanti per prestare soccorso a Lamberto Malatesta da Sogliano. Presto comincia a protestare con tali capitani a causa del ritardo delle paghe. Riprende a combattere i fiorentini a seguito di un intervento a suo favore del provveditore Giovanni Paolo Gradenigo su Astorre Manfredi. Gli sono restituiti i beni confiscati a suo tempo a Brisighella. Ricevuti 2000 ducati, che divide con Giovanni da Feltre ed il Ramazzotto, segue il Gradenigo e sconfigge a Caresto (dove rimane ferito) 1000 fanti fiorentini comandati da Chiriaco dal Borgo. | |||
1499 | |||||
Gen. | Toscana e Marche | E’ segnalato nel Casentino sempre con Melchiorre Ramazzotto. Si trasferisce a Casteldelci, dove si trova con soli 50 fanti in quanto molti uomini della sua compagnia si sono dati in precedenza alla fuga. Gli sono inviati in soccorso alcuni fanti con i quali rientra in Toscana a Pratieghi. Si collega con Alvise Greco. | |||
Apr. | Romagna | Si conclude il conflitto che oppone i veneziani ai fiorentini. Rientra in Romagna e si riavvicina alla signora di Forlì Caterina Sforza. | |||
Mag. | Il suo comportamento nella recente guerra è lodato in Consiglio dei Pregadi dal provveditore Giacomo Venier. | ||||
Giu. | Romagna | Riceve parte delle sue spettanze. Da Ravenna continua a molestare i Manfredi in Val di Lamone. | |||
Sett. | Venezia | Milano | Romagna e Lombardia | Chiede di essere utilizzato in Lombardia contro le truppe del duca di Milano. E’ inviato al campo. | |
1500 | |||||
Ago. | Romagna | Continua ad imperversare in Val di Lamone ai danni dei Manfredi. | |||
Nov. | Romagna | Chiesta licenza ai veneziani entra in Brisighella con Dionigi Naldi. Perseguita i Buosi, famiglia facente parte alla fazione contraria alla sua; dà fuoco alle loro case e li insegue sino a Castrocaro Terme. | |||
Dic. | Chiesa | Faenza | Romagna | Agli stipendi di Cesare Borgia. Avvicina i Sedici della Guerra di Faenza; propone loro la resa. La proposta viene respinta. | |
1503 | |||||
Mar. | Romagna | Raccoglie 100 fanti a Cesena. | |||
Sett. | Ribelli | Chiesa | Romagna | Alla morte del papa Alessandro VI fa sollevare la Val di Lamone ai danni dei pontifici. Con 400 provvigionati (fanti romagnoli chiamati anche “brisighelli”) si unisce con i Malatesta per devastare il riminese. | |
Nov. | Venezia Venezia | Chiesa Faenza | Maestro di campo | Romagna | Si muove con i suoi uomini per favorire la conquista di Faenza da parte dei veneziani. Verso Brisighella per impedire il passo ai fiorentini mossosi in soccorso dei Manfredi. Con Giovanni Greco e Franco dal Borgo entra in Brisighella mentre la Val di Lamone inalbera il vessillo di San Marco. Di seguito, sempre con tali condottieri e Cesare Viarana, entra nella rocca di Faenza dopo avere promesso al castellano spagnolo Cortez (senza alcuna autorizzazione da parte del provveditore Cristoforo Moro) 10000 ducati, di cui 6000 come controvalore delle artiglierie e delle munizioni ivi esistenti. Nella realtà allo spagnolo è riconosciuta dalla Serenissima solo la metà della somma promessa dal Naldi. Negli stessi giorni si dirige a sue spese ad Oriolo (Oriolo dei Fichi) per impedire che tale località cada in potere dei fiorentini. Rientrato a Brisighella con Dionigi Naldi, sostiene la candidatura di Sigismondo Manfredi alla signoria di Faenza ai danni di Astorre (Francesco) Manfredi. Muta presto di parere e ritorna al soldo della Serenissima. Coadiuva il provveditore Cristoforo Moro all’assedio di Faenza. E’ nominato maestro di campo; ai suoi uomini è riconosciuto uno stipendio mensile di 3 ducati, di cui una metà anticipato. Con il cugino Dionigi, Giampaolo Manfrone e Giulio Vitelli esprime l’opinione di un attacco diretto alla città da condursi su tre lati con 2000 fanti e gli uomini della Val di Lamone verso la porta d’Imola dopo avere piazzato due cannoni; dalla rocca dopo avere riempito i fossati con fascine e terra. Altri condottieri come Giovambattista Caracciolo, Antonio Pio e Lazzaro Grasso propendono al contrario ad una strategia più prudente. Faenza si arrende in breve tempo, Ventuno provvigionati delle compagnie di Vincenzo Naldi sono licenziati. |
Dic. | Veneto | Si reca a Venezia in collegio come ambasciatore della Val di Lamone. Il doge Leonardo Loredan lo abbraccia e lo accoglie con buone parole seguito da tutti i membri di tale organo. | |||
1504 | |||||
Gen. | Veneto | Ancora a Venezia, ove alloggia nella casa di Piero Donato. Davanti al Consiglio dei Savi si lamenta perché Niccolò Castagnino ed Astorre Manfredi hanno inflitto danni ai suoi beni per 10000 ducati. A titolo di ricompensa per i danni subiti gli sono promessi 2000 ducati in contanti; gli è concessa una provvigione annua di 500 ducati per tutta la vita; è assicurata una condotta di fanti o di cavalli leggeri a lui ed a altri quattro suoi parenti; è esentato dal pagamento di alcune tasse. E’, infine, infeudato di Madrara nei pressi di Faenza; gli sono anche donati un mulino a Solarolo nel ravennate ed una casa a Venezia alla Giudecca. | |||
Feb. | Veneto e Romagna | Gli è consegnato un acconto di 1000 ducati sui 2000 che gli sono stati promessi. E’ armato cavaliere secondo i patti con la relativa veste d’oro foderata di martora. Prende parte alla festa della caccia organizzata in piazza San Marco. A fine mese fa rientro in Val di Lamone. | |||
Mag. | Veneto | A Venezia con il cugino Dionigi. E’ ricevuto in sede di Consiglio dei Savi. | |||
1506 | |||||
Apr. | Romagna | Litiga con Dionigi. Si interpone il provveditore di Faenza che impone la riconciliazione tra i due condottieri. | |||
1508 | |||||
Mar. | Venezia | Impero | 1000 fanti | Veneto | I veneziani, oltre alla provvigione di 500 ducati annua, gli affidano il comando di 1000 fanti. Si trasferisce nel vicentino a Primolano per combattere gli imperiali di Massimiliano d’Austria. |
Nov. | Romagna | Al termine del conflitto rientra in Romagna a Faenza per controllare i movimenti dei pontifici. | |||
Dic. | Romagna | A Rimini al comandi di 300 provvigionati. | |||
1509 | |||||
Gen. | Venezia | Francia Impero Chiesa | 1000 fanti | Romagna | Sono chiari i segnali della prossima guerra che coinvolgerà la Serenissima con gli stati aderenti alla lega di Cambrai. Gli è affidato il comando di un colonnello di 1000 fanti. A Vincenzo ed a Dionigi Naldi sono spediti via mare 10000 ducati per allestire le proprie compagnie. Il denaro è perso in mare. |
Mar. | Lombardia | Entra nel castello di Cremona con un primo contingente di 100 provvigionati, parte romagnoli, parte sudditi dello stato della Chiesa e parte fiorentini. | |||
Apr. | Lombardia | Eseguita la rassegna delle sue compagnie, ha l’incarico di sorvegliare le rive dell’Adda per impedire l’attraversamento del fiume agli avversari provenienti probabilmente da Lodi. Con il provveditore Giustiniano Morosini e Vitello Vitelli si muove verso Treviglio per fronteggiare i francesi dello Chaumont (6000 fanti e numerosi pezzi di artiglieria) che i veneziani credono avanzanti in ordine sparso. Mandati in avanscoperta 200 fanti ed alcuni stradiotti si scontra con una parte delle truppe nemiche. Le insegue sino al rivellino della porta del centro lombardo; sopravviene nel frattempo il resto dell’ esercito transalpino che dopo un aspro combattimento riesce a puntare le artiglierie contro i veneziani. 200 fanti della Serenissima sono uccisi nello scontro; vengono catturati 100 cavalli leggeri ed 800 fanti quasi tutti della Val di Lamone assieme con Giustiniano Morosini, Vitello Vitelli, il Naldi e Bernardino di Montone. Si salvano con la fuga solamente 200 stradiotti. I soldati della Serenissima sono spogliati delle armi e lasciati andare. Il Naldi è condotto prigioniero a Milano. | |||
1510 | |||||
Feb. | Lombardia e Veneto | E’ liberato a seguito di uno scambio di prigionieri. A Venezia in Collegio. | |||
Mar. | Veneto e Romagna | Il Consiglio dei Savi gli concede una condotta di 50 uomini d’arme. Non accetta l’offerta e fa ritorno in Romagna. | |||
Giu. | Romagna e Veneto | Rifiuta parimenti la proposta per un comando di cavalli leggeri. A Venezia chiede il permesso di essere lasciato libero da ogni vincolo contrattuale verso la Serenissima. E’ accettata la sua richiesta anche se non nell’immediato. | |||
Lug. | Veneto | A Padova per visitare il cugino Dionigi che si è ammalato durante la campagna. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nello stesso mese, gli viene affidato per qualche tempo il comando dei fanti romagnoli. La notizia della morte del congiunto lo sconvolge talmente che non mangia per qualche tempo. Il Collegio non lo conferma in tale incarico preferendo concedergli una condotta di 100 fanti. Protesta; fa presente come si sia allentata la disciplina dei fanti della Val di Lamone. Si reca a Venezia, dopo avere richiesto che gli siano pagate le spese, Il doge cede e gli affida ufficialmente il comando dei fanti romagnoli. Gli è pure riconosciuta la provvigione di 500 ducati anno; pretende una corazzina che ha intravisto nella sala del Consiglio dei Dieci e gli sono donati 100 ducati. A Padova su sollecitazione del provveditore generale Andrea Gritti. | |||
Ago. | 605 fanti | Veneto | Ancora a Venezia per perorare la causa di Giovanni Naldi licenziato dalla Serenissima negli stessi giorni; è parimenti disattesa la sua domanda per una condotta di 25 cavalli a favore del nipote Babone Naldi. Il doge Leonardo Loredan riesce a calmarlo; solo per breve tempo perché il Naldi ha ancora occasione di lamentarsi perché al momento della formazione dei colonnelli alcuni fanti delle sue compagnie sono trasferiti agli ordini di Chiriaco dal Borgo. Molti fanti romagnoli si sollevano e fanno pressione per essere lasciati liberi: interviene il Naldi che riesce a fine mese a calmare i loro animi. In questo periodo si trova al comando di 605 provvigionati. | ||
Sett. | 500 fanti | Veneto | Ristabilitosi dopo una rapida malattia, passa all’assedio di Verona. 1800 fanti tedeschi, più alcuni cavalli francesi escono dal castello di San Felice ed assalgono le postazioni dell’artiglieria veneziana. Il Naldi riesce a respingere gli attaccanti catturando sotto le mura il capitano spagnolo Francesco Maldonado. I veneziani subiscono, tuttavia, gravi perdite che culminano con la morte di Zitolo da Perugia. Nello stesso mese è inviato in Polesine alla testa di un colonnello di 500 fanti. | ||
Nov. | Veneto | E’ segnalato ad Albaredo d’Adige. Con 340 fanti cerca di impadronirsi di alcune barche provenienti da Verona. A Montagnana; da qui si muove verso Verona affiancando il provveditore generale Gritti, Lucio Malvezzi e Renzo di Ceri in un tentativo di impadronirsi della città scaligera con un colpo di mano. La marcia dei veneziani è però bloccata da una forte pioggia al campo di San Martino Buon Albergo. Da ultimo è presa la decisione di ritirare le truppe tra Soave e San Bonifacio. A fine mese sette fanti della sua compagnia abbandonano il campo senza permesso per giungere ad Albaredo d’Adige in località Guasti. Qui compiono qualche saccheggio per cui sono feriti dai contadini locali. Per vendetta ritornano sul posto 50 fanti del Naldi i quali danno alle fiamme una casa, un fienile ed a numerosi carri carichi di fieno, vino, frumento, miglio, legumi, farina per un valore di 1500 ducati. E’ posta dalle autorità veneziane una taglia nei loro confronti. | |||
1511 | |||||
……… | Venezia | Francia Impero | Emilia | Contrasta i francesi in Emilia a sostegno dei pontifici. | |
Mag. giu. | Emilia e Lombardia | I suoi uomini minacciano di abbandonare il campo a causa del ritardo delle paghe. A Casalecchio di Reno. Allorché Bologna perviene in potere dei Bentivoglio il Naldi si trova coinvolto nella rotta; è catturato dagli avversari che lo spediscono prigioniero a Brescia (giugno). | |||
Lug. | 393 fanti | Veneto | Liberato, si segnala nel veronese alla testa di 393 fanti al seguito del provveditore generale Paolo Capello. | ||
Ago. | 378 fanti | Veneto | A fine mese lascia Padova con 378 provvigionati per passare alla difesa di Treviso. Nella città si colloca con i suoi uomini nella piazza del podestà. | ||
Sett. | Veneto | Si ammala. | |||
Nov. | Friuli e V. Giulia | Vuole seguire in Friuli Renzo di Ceri nella sua azione volta a recuperare tale territorio caduto in potere degli imperiali. Prende parte alla conquista di Cormons e di Monfalcone. Nonostante tali successi 70 fanti delle sue compagnie lo abbandonano a causa del ritardo delle paghe. | |||
Ott. | Chiesa | Romagna | Passa agli stipendi dello stato della Chiesa. Il papa Giulio II gli fa consegnare 1000 ducati per raccogliere 1000 fanti e portarli al campo pontificio. | ||
Dic. | 500 fanti | Marche | Fatta la rassegna della sua compagnia (500 fanti), è segnalato prima a Loreto e poi a Fossombrone. Ritorna al soldo della Serenissima. | ||
1512 | |||||
Gen. | Venezia | Impero Francia | Friuli e Veneto | Alla difesa di Udine con Babone Naldi. I suoi 300 fanti prendono alloggio nel palazzo del luogotenente. A fine mese è costretto a trasferirsi nel vicentino per i tumulti insorti nelle sue file. | |
Feb. | Veneto e Lombardia | Inizialmente a Bonavigo; riceve una paga e con Babino Naldi è indirizzato a Valeggio sul Mincio ed alla difesa di Brescia. | |||
Mar. | Lombardia e Veneto | Alla conquista della città da parte francese il Naldi è spostato a Montagnana con 193 fanti. | |||
Apr. | Romagna | Il giorno di Pasqua, agli ordini di Pietro Navarro, prende parte alla battaglia di Ravenna. Subito dopo lo scontro irrompe in Faenza con 1000 fanti, cambia il castellano della rocca cittadina mantenendo in tal modo la località fedele allo stato della Chiesa. Respinge un attacco portato dai cavalli francesi. | |||
Giu. | 152 fanti | Ha ai suoi ordini 152 provvigionati. | |||
Lug. | Lombardia e Piemonte | Combatte in Lombardia i francesi al fianco degli svizzeri. In Piemonte. A fine mese lascia il campo di Novi Ligure con il Ceri per attraversare il Po e dirigersi verso Casalmaggiore alla testa delle fanterie. Il contingente ha a sua disposizione due falconetti. | |||
Ago. | 126 fanti | Lombardia | Ha il comando diretto di soli 126 provvigionati. A Sant’Eufemia della Fonte, nei pressi di Brescia, con Bernardino di Montone, Antonio Pio e Giovanni dal Borgo. Ne conquista il castello dopo un intenso fuoco di artiglieria. | ||
Ott. | Lombardia | Prende parte all’assedio di Brescia. Con Babone Naldi ha il comando di un colonnello di 1906 fanti (di cui 126 della sua compagnia). Il contingente dei fanti romagnoli fa parte della prima squadra nel caso sia ordinato un attacco alle mura cittadine. A fine mese affianca Giampaolo Baglioni, alla testa di un colonnello di 800 fanti, nella sfilata ordinata dal capitano generale davanti alla Torrelonga ed al castello volta a dimostrare a nemici (francesi) ed alleati (spagnoli) la forza dell’esercito veneziano. | |||
Dic. | 113 fanti | Nonostante i recenti attestati di stima la sua condotta ascende a 113 provvigionati. | |||
1515 | |||||
Ago. | Venezia | ||||
1516 | |||||
Ago. | Chiesa | 500 fanti | Emilia | Alla guardia di Modena con 500 fanti. I suoi uomini sono alloggiati al Carmine. | |
Sett. | Emilia | E’ trasferito inizialmente nel piacentino. Rientra a Modena salvo lasciare la città dopo due giorni. | |||
1517 | |||||
Gen. | Chiesa | Comp. ventura | Romagna | Contrasta Francesco Maria della Rovere, teso a riconquistare il ducato di Urbino. Si incontra a Forlì con Lorenzo dei Medici che gli chiede di fare combattere i fanti della Val di Lamone a favore dei pontifici. Rimane alla guardia della città. La deve abbandonare allorché un suo seguace, Cesare Naldi, cerca di colpire un abitante. Il fatto provoca un inizio di insurrezione da parte dei Morattini. Nella conseguente rissa rimangono sul terreno 30 fanti della sua compagnia. Il Naldi è costretto a ritirarsi a Brisighella. | |
1525 | |||||
Gen. | Romagna | Muore agli inizi del mese a Brisighella. E’ sepolto nella chiesa degli Osservanti. Suo ritratto in Brisighella. |
CITAZIONI
-“Uomo molto creduto in quel contado” BEMBO
-“Altro prode capitano” SPRETI
-Con Dionigi Naldi “Rinomati capitani, arditi, infaticabili in mezzo alle armi non meno che ne’ civili negozii” RIGHI
-Con Dionigi Naldi “Famosi condottieri del secolo XVI, capi di parte in val di Lamone, reputatissimi poi in tutta Italia” ZAULI-NALDI
-Con Dionigi Naldi “Capitani venturieri, furono riformatori della fanteria, alla quale diedero un più grande sviluppo di azione, rispetto alla cavalleria, più allora in auge, verso la seconda metà del secolo XV.” ARGEGNI
BIOGRAFIE SPECIFICHE
-D. Zauli Naldi. Dionigi e Vincenzo Naldi in Romagna (1494-1504)
Immagine: Beni culturali eu