Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVANNI NALDI Di Faenza.
Fratello di Babone Naldi, Ottaviano Naldi e di Guido Naldi. Nipote di Dionigi Naldi, Carlino Naldi e Vincenzo Naldi.
- 1528 (agosto)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1509 | |||||
Mag. | Venezia | Francia | 500 fanti | ||
Lug. ago. | Veneto | Alla difesa di Padova. | |||
1510 | |||||
Gen. | 26 cavalli leggeri | Veneto | Fronteggia gli avversari nel veronese. | ||
Lug. | Venezia | Francia | 75 cavalli leggeri | Veneto | A Padova; oltre ad avere il comando dei cavalli della sua condotta ottiene il governo anche di quelli del congiunto Dionigi. Un suo balestriere a cavallo ferisce mortalmente nei pressi della Porta di Codalunga un caporale di Traverso Traversi: ne nasce un disordine tale da fare credere a tutto il campo l’approssimarsi alla città dell’esercito nemico. I provveditori mettono a tacere la cosa e fanno pressioni per un suo licenziamento. |
Ago. | Veneto | I veneziani gli vogliono ridurre la condotta a 50 balestrieri a cavalli: si ribella e domanda di abbandonare il servizio con il fratello Babone: ottiene solo il permesso di recarsi a Venezia ad esporre il suo punto di vista. Viene licenziato dai provveditori. | |||
1511 | |||||
Dic. | Emilia | All’assedio di Bologna. Inserito nello squadrone comandato da Francesco Maldonado prende parte ad un vano assalto alle mura. | |||
1512 | |||||
Gen. | Venezia | Francia Impero | 70 cavalli leggeri | Veneto | Viene riassunto. E’ segnalato ad Arcole. |
Feb. | 40 cavalli leggeri | Lombardia e Veneto | Prende parte alla difesa di Brescia; è catturato allorché la città viene riconquistata dai francesi. Si riscatta con il pagamento di una taglia di 50 ducati: prende commiato dal provveditore generale Andrea Gritti (che rimane in carcere) e ritorna a combattere per i veneziani. Raggiunge Cologna Veneta con 40 cavalli e da qui passa a Venezia: riferisce nel Collegio dei Pregadi sul fatto d’armi che si è svolto a Brescia. | ||
Mar. | Veneto | A Vicenza, per la rassegna della sua compagnia. | |||
Giu. | 136 fanti | ||||
Ott. | Lombardia | Affianca Giampaolo Baglioni all’assedio di Brescia: si distingue per la sua indisciplina nei confronti del governatore generale che il Naldi non stima. Allorché 2 fanti di Annibale da Bologna sono condannati all’ impiccagione perché sorpresi a rubare in Brescia (dove i veneziani sono entrati con gli alleati spagnoli) protegge costoro facendoli nascondere in mezzo ai suoi fanti romagnoli: si fa ripetere l’ordine tre volte disinteressandosi sempre della vicenda. | |||
Dic. | 65 cavalli leggeri | Lombardia | Gli è nuovamente concesso il comando di una compagnia di cavalli leggeri. | ||
1513 | 55 cavalli leggeri e 85 provvigionati | ||||
Apr. | Venezia | Spagna Impero | 65 cavalli leggeri | ||
Mag. | 57 cavalli leggeri e 107 fanti | ||||
Giu. | Veneto | A Barbarano Vicentino. Si sposta alla guardia di Treviso. | |||
Lug. | Veneto | Alla difesa di Padova. Ha il compito di controllare il tratto di mura che intercorre da bastione di Codalunga quello di San Giovanni. | |||
Ago. | Veneto | Con il ritiro degli spagnoli dall’assedio di Padova è inviato da Bartolomeo d’Alviano sui monti del vicentino: si unisce con i contadini ed in vari scontri sono uccisi 400 fanti nemici. | |||
Ott. | 54 cavalli leggeri | Veneto | Opera dapprima sul Brenta sulle cui rive cattura 3 uomini d’arme e 25 fanti. Partecipa alla battaglia di Creazzo; con la sconfitta ritorna alla difesa di Padova. Ha l’incarico di difendere il tratto di mura che va dal bastione Impossibile a Codalunga. | ||
Dic. | Veneto | Militano nella sua compagnia anche 90 provvigionati con 2 caporali. | |||
1514 | |||||
Mar. | Veneto | Con alcuni cavalli leggeri recupera il bottino fatto dagli spagnoli alla Motta nei pressi di Este. Si impadronisce anche di alcune barche. | |||
Apr. | Veneto | A Padova. Un fante di Riccio da Cavina uccide un alabardiere di Bartolomeo d’Alviano: il capitano generale decide di farlo giustiziare in Prato della Valle. I fanti romagnoli si ribellano all’ordine. Giovanni Naldi prende allora una partigiana ed uccide il fante con le sue mani. Partecipa ad una partita di caccia nei pressi di Battaglia Terme; per poco non viene catturato da una pattuglia spagnola che fa prigionieri 2 uomini della sua scorta. Gli è concessa dai veneziani una provvigione di 30 ducati per paga (per otto paghe l’anno). | |||
Lug. | 50 cavalli leggeri | Veneto | Al campo di Brentelle presso Padova; affronta a Battaglia Terme gli avversari usciti da Monselice; con il soccorso di Mercurio Bua respinge gli assalti dei nemici. | ||
Ago. | Veneto | Controlla nel contado di Cavarzere i lavori nei campi dei contadini. Aggancia un contingente nemico e lo mette in fuga. | |||
Sett. | Veneto | Si muove alla volta di Saletto e di Valancone. Cavalca lungo le sponde dell’Adige con Mercurio Bua. | |||
Ott. | Veneto | Attraversa l’Adige con Mercurio Bua; con tale condottiero, il Farfarello e Malatesta Baglioni batte a Zevio 400 cavalli leggeri, 100 uomini d’arme e molti fanti spagnoli; sono catturati 300 cavalli e ne sono uccisi 100. | |||
Nov. | Veneto | Sempre con il Bua controlla i movimenti degli spagnoli in marcia da Zevio a Legnago. Impedisce ai nemici di gettare un ponte di barche alla Tomba, effettua una scorreria sotto Verona e si impadronisce di un buon quantitativo di panni. Gli imperiali escono dal capoluogo e gli recuperano metà bottino; anche gli spagnoli riescono ad allestire ad Albaredo d’Adige un ponte di barche. Il Naldi non è in grado di ostacolare gli avversari lungo il corso del fiume; riprende allora con le incursioni a Lazise. Giunge a Brendola. | |||
1515 | |||||
Mar. | Veneto | Bartolomeo d’Alviano si lamenta del suo operato: Giovanni Naldi si reca subito a Venezia ed in sede di Consiglio dei Dieci non manca di far valere le sue ragioni. Come risultato si interpongono i veneziani e si riconcilia con il capitano generale che gli perdona i disordini provocati dai suoi uomini al campo. | |||
Apr. | Veneto | A Bovolenta con cavalli leggeri e fanti allo scopo di controllare i movimenti degli imperiali. | |||
Mag. | Veneto | Esce da Piove di Sacco. A Conca d’Albero sorprende 50 cavalli leggeri spagnoli del compagnia del Pitet. Sono catturati 30 avversari. | |||
Giu. | Veneto | Verso Albaredo d’Adige con 37 cavalli leggeri: sul fiume si imbatte in 150 uomini d’arme, 150 cavalli leggeri, 150 fanti e 30 schioppettieri; attacca una scaramuccia con gli avversari. Per tale fatto è elogiato dai veneziani. Attraversa l’Adige verso Ponte Molino: si scontra con il veronese Bernardino Calderaro che con 40 cavalli si sta dirigendo verso il Polesine. I nemici sono sconfitti ed è catturato il ribelle Niccolò Pisato che viene impiccato. I veneziani riconoscono al Naldi (a seguito di una sua visita in Collegio) una somma pari alla taglia persa. | |||
Lug. | Veneto | Viene armato a Venezia cavaliere di San Marco: alla cerimonia assistono Taddeo della Motella ed Alessandro Donato. Il Consiglio dei Savi gli aumenta sia la condotta (da 50 a 100 cavalli leggeri) che la provvigione che è portata da 30 a 40 ducati per paga, sempre per otto paghe l’anno. | |||
Ago. | Veneto e Emilia | Inquadrato nell’avanguardia lascia il campo di Este per seguire l’Alviano a Badia Polesine; si dirige a Ficarolo, attraversa il Po ed a Stellata, con Baldassarre Signorelli ed il Contino, cattura un segretario del marchese di Pescara Ferdinando d’Avalos con 15 cavalli, due muli e sedici fanti che stanno trasportando del denaro destinato a raccogliere truppe nel regno di Napoli. Il Naldi è preposto alla guardia di Ficarolo; sconfina ancora nel territorio estense per intercettare un corriere spagnolo diretto a Ferrara. | |||
Sett. | Lombardia | Prende parte alla battaglia di Melegnano: dopo la vittoria, con Giacomo da Vicovaro, Baldassarre Signorelli e Marco da Zara insegue 500 svizzeri in fuga verso Como; è ferito nel corso dell’azione da sassi e da colpi di picca. Si trasferisce a Crema. | |||
Nov. | Veneto e Lombardia | Cavalca a Cologna Veneta e sul lago di Garda; con il fratello Babone ostacola il flusso dei rifornimenti diretto a Brescia. Prende parte alle operazioni di assedio della città. | |||
Dic. | Veneto e Lombardia | A Lendinara. Da qui per Ficarolo ed Ostiglia fiancheggia il Signorelli ed il Farfarello che devono trasportare 11000 ducati al campo veneziano che si trova sotto Brescia. | |||
1516 | |||||
Gen. | Veneto e Lombardia | Compie una scorreria sotto le porte di Verona: ritiratosi, prepara un agguato a San Giacomo del Gagia con il provveditore Giacomo Manolesso ed i condottieri Troilo Pignatelli e Giulio Manfrone. Si fa pertanto inseguire da 5000 fanti e 1000 cavalli usciti dalla città con alcuni pezzi di artiglieria per contrastarlo: i veneziani fingono di ripiegare combattendo per sette miglia fino a Villanova, dove gli imperiali sono bloccati. Subito dopo rientra nel bresciano; appoggia Giano Fregoso e sconfigge gli avversari ad Anfo in uno scontro in cui sono uccisi tra i nemici 500 fanti e ne sono catturati altri 800 con 50 uomini d’arme borgognoni. | |||
Mar. | Veneto | Esce da Vicenza; si muove in perlustrazione a Montorio Veronese; attraversa il Mincio ed irrompe nel mantovano dove intercetta un carico di vino destinato all’esercito avversario. Sono sfondate le botti; si appropria di un bottino valutato sui 5000 ducati. Le prede sono avviate a Vicenza. Si batte poi con gli imperiali tra Rivolta e Cassano d’Adda. E’ sul punto di soccombere; viene salvato dall’ intervento del Farfarello. | |||
Apr. | 100 cavalli leggeri | Lombardia e Veneto | Scorta con la sua compagnia 7 grosse barche sul Po da Cremona verso il Veneto. Al termine della missione si sposta a Legnago. | ||
Mag. | Veneto e Lombardia | Rafforza l’organico della sua compagnia con 30 cavalli leggeri napoletani che preferiscono militare con i veneziani anziché con gli imperiali a Verona. Si impadronisce di ventotto carri di frumento che dal mantovano sono diretti a Verona: le derrate sono condotte a Vicenza. | |||
Giu. | Veneto | Scorre nei pressi di Verona; cattura nei borghi 42 cavalli dei saccomanni, tre uomini d’arme e cinque stradiotti; di seguito, è segnalato a Ponton. Giacomo Manolesso lo invia con Giulio di Scipione al ponte del Restello: è qui raggiunto dal provveditore dei cavalli leggeri Giovanni Vitturi che lo invita a ritirarsi verso Legnago per l’avvicinarsi di 6000 fanti e di 700 cavalli. Raggiunge a Padova il campo di Brentelle con Malatesta Baglioni; con il ripiegamento degli imperiali rientra a Vicenza per la Porta di San Pietro mentre gli imperiali ne escono per quella di San Felice e da qui si dirigono ad Olmo. | |||
Ago. | Veneto | Prende parte all’assedio di Verona; ha l’incarico di controllare le artiglierie ed i depositi di polvere da sparo a seguito di un incendio che ha distrutto 800 barili di polvere. | |||
Ott. | Veneto | Con Girolamo Barisello scorta quarantadue carri di polvere e dieci casse di pane destinati alle truppe rimaste nelle vicinanze di Verona. Ritorna a Ponton; con il Bua distrugge sull’Adige 9 zattere (su 11) cariche di botti di segale e di sacchi di pane dirette a Verona; sconfigge alla Chiusa quattro bandiere di fanti e si impossessa di tre pezzi di artiglieria. | |||
Nov. | Veneto | Con Mercurio Bua, Macone da Correggio e Giovanni da Como si pone in imboscata vicino a Rovereto. Al passo di Peri è intercettato il conte di Cariati Giovanni Battista Spinelli diretto a Trento: costui è inseguito sino a Serravalle all’Adige finché i veneziani sono bloccati da due bandiere di fanti. Respinto, si sposta nelle terre del conte di Lodrone ove razzia 200 capi di bestiame. Espugna Avio che viene messa a sacco con l’eccezione di una torre; la scorreria prosegue verso Trento. Rientra nel veronese e persevera nelle operazioni di interruzione delle linee di vettovagliamento nemiche. | |||
Dic. | 85 cavalli leggeri | Veneto | Attraversa l’Adige con 40 cavalli. Cattura alla Chiusa 35 somieri che trasportano foraggi, capi di vestiario, maiali ed altro bestiame destinati a Verona: sono uccisi alcuni fanti e tutti gli animali che non possono essere trasferiti al di là del fiume. | ||
1517 | |||||
Gen. feb. | Veneto | Al termine del conflitto a metà mese entra in Verona per Porta Calzari al seguito di Teodoro da Trivulzio. I suoi uomini sono inviati a svernare nel padovano; il suo operato è elogiato prima dal provveditore Giovanni Paolo Gradenigo e poi da Andrea Gritti. Alla guardia di Caprino Veronese. | |||
Mar. | Veneto | Accompagna a Venezia con Mercurio Bua Andrea Gritti. E’ pure presente ai festeggiamenti dati dalla Serenissima in onore di Teodoro da Trivulzio. | |||
Apr. | Veneto | Ancora a Venezia per il battesimo di un figlio naturale di Mercurio Bua che si svolge nella chiesa di Santa Maria Formosa. | |||
Mag. | 30 cavalli leggeri | A causa della riduzione delle spese di guerra l’organico della sua compagnia è ridotto da 40 a 30 cavalli leggeri; gli sono concesse alcune agevolazioni di carattere fiscale. | |||
1518 | |||||
Sett. | Gli viene ridotta la provvigione annua da 320 a 250 ducati. | ||||
1520 | |||||
Mar. | 10 cavalli leggeri | Continua la pace. Ai suoi ordini ora militano solo 10 cavalli leggeri. | |||
1521 | |||||
Lug. | Venezia | Impero | 80 cavalli leggeri | Veneto e Lombardia | Lascia Montagnana per passare alla guardia di Verona con la sua compagnia. Da qui raggiunge al campo di Chiari Teodoro da Trivulzio. |
Ago. | Lombardia | Si congiunge con Malatesta Baglioni e Marco da Napoli per verificare con tali condottieri ed il capitano del Garda Niccolò Barbaro le possibilità di difendere i passi da eventuali attacchi imperiali: rientra a Verona alla conclusione della missione. Si sposta sulle rive del Po per controllare i movimenti degli avversari. | |||
Sett. | Emilia e Lombardia | Insegue alcuni fautori dei Pallavicini. Giunge a Stradella con Giovanni da Birago ed il cavaliere di Birago con 600 cavalli. | |||
Ott. | Lombardia e Veneto | Viene utilizzato per operazioni di polizia nel bresciano e nel veronese. Perseguita le bande dei malfattori che infestano le strade. | |||
1522 | |||||
Mar. | Lombardia | Al campo di Binasco. Alcuni cavalli leggeri della sua compagnia abbandonano l’accampamento e ritornano a Crema per il ritardo delle paghe. | |||
Lug. | 50 cavalli leggeri | Lombardia | Al termine del conflitto l’organico della compagnia è ridotto da 77 a 50 balestrieri a cavallo. | ||
1523 | |||||
Ott. | Venezia | Francia | 80 cavalli leggeri | Lombardia | E’ inviato con Mercurio Bua da Francesco Maria della Rovere sulle rive dell’Oglio per conoscere i movimenti degli avversari. |
Dic. | Lombardia | Cattura alcuni cavalli francesi usciti da Lodi e diretti a Cassano d’Adda. | |||
1524 | |||||
Gen. | Lombardia | Con altri capitani accompagna il della Rovere da Treviglio a Milano per un consiglio di guerra con il viceré di Napoli Carlo di Lannoy. | |||
Feb. | 80 cavalli leggeri | Lombardia | Attraversa l’Adda. Raggiunge il campo di Lacchiarella. | ||
Mar. | Lombardia | Viene attaccato ad Agnano, nei pressi di Garlasco, da 50 cavalli e da 70 fanti per lo più schioppettieri: i francesi sono respinti con la cattura di 30 cavalli e di molti fanti. Di questi ultimi i più sono uccisi o feriti. Il Naldi ritorna a Romano di Lombardia; Giano Fregoso lo invia verso Caravaggio da dove sono usciti 70 fanti: coglie costoro nei pressi di Chiari e ne fa prigionieri 25. Prende parte all’espugnazione di Garlasco. Con Paolo Luzzasco, Luigi Gonzaga e Carlo Malatesta da Sogliano sorprende, infine, a Scaldasole Pirro Gonzaga da Bozzolo che con 80 lance e 150 cavalli leggeri sta cercando di tagliare le linee di rifornimento all’esercito veneto-imperiale: nello scontro è catturato Cesare Pioli con 250 uomini. | |||
Lug. | Il Consiglio dei Savi gli aumenta la provvigione da 150 a 300 ducati l’anno. | ||||
Ott. | 80 cavalli leggeri | Lombardia | |||
1525 | |||||
Feb. | Lombardia | A Romano di Lombardia. | |||
Apr. mag. | 95 cavalli leggeri | Veneto | Alla testa di 95 cavalli leggeri controlla nel Polesine gli argini dell’Adige dalle minacce degli imperiali. A maggio è segnalato a Canda ed a Crocetta. | ||
Ott. | Venezia | Impero | Lombardia | Sorveglia le rive dell’Adda; si sposta sull’Oglio con il Farfarello. Ha l’ordine di non ripiegare se gli avversari dovessero cercare di oltrepassare il fiume. Ha pure l’ingiunzione di non cercare autonomamente scaramucce con gli avversari. | |
Dic. | Lombardia | Dispone a Romano di Lombardia la sua base operativa. da tale località ha modo di controllare la sicurezza delle strade. | |||
1526 | |||||
Feb. | 80 cavalli leggeri | Lombardia | Di stanza a Crema. partecipa ad una grande cena offerta da Malatesta Baglioni a molti capitani veneziani tra cui Giovanni Naldi (14 portate per 80 commensali). | ||
Giu. | 73 cavalli leggeri | Lombardia | Svolge una sorta di attività esplorativa tra Ombriano e Palazzo Bentivogli nel lodigiano. | ||
Lug. | Lombardia | Al fianco di Francesco Maria della Rovere sotto Milano. Prende parte ad un vano attacco a Porta Romana nel cui corso viene ferito il suo luogotenente Pietro Girolamo Maggi. | |||
Ago. | 80 cavalli leggeri | Lombardia | Affianca Malatesta Baglioni all’assedio di Cremona. Si trova con Giovanni Averoldi al ponte di Maccastorna per impedire che nella città entrino soccorsi dall’ esterno; ispeziona il terreno fino a Pizzighettone senza imbattersi in formazioni imperiali. Assale le mura cittadine verso Porta Mosa inquadrato nella batteria di Camillo Orsini. | ||
63 cavalli leggeri | Lombardia | I ripetuti attacchi alle mura di Cremona lasciano il segno nell’organico della sua compagnia. Anche Giovanni Naldi rimane ferito al volto da un colpo di archibugio nel corso di una scaramuccia. | |||
Nov. | Lombardia e Veneto | Ristabilitosi, lascia il campo di Pioltello con Bernardino da Roma e 250 fanti; punta verso il vicentino fare fronte all’ avanzata dei lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg. Cerca invano di contrastare gli avversari a Gavardo; dopo la battaglia di Governolo passa a sorvegliare i confini del veronese. | |||
Dic. | Veneto e Lombardia | Lascia Villafranca di Verona per puntare su Ghedi. | |||
1527 | |||||
Gen. | Emilia | Attraversa il Po con Giorgio di Santacroce. | |||
Feb. | Emilia | I lanzichenecchi abbandonano il piacentino. Tallona gli avversari con Roberto da San Severino e lo precede nel bolognese. | |||
Mar. | Emilia | Si collega con i pontifici di Guido Rangoni. Ha una scaramuccia al ponte del Reno nei pressi del capoluogo: i suoi uomini sono respinti. In potere degli imperiali rimangono 40 archibugieri con alcuni cavalli. Si scontra ancora con i lanzichenecchi a San Giovanni in Persiceto; cattura alcuni tedeschi per avere informazioni sui movimenti delle loro truppe. Il della Rovere lo invia con il Farfarello, 2 compagnie di uomini d’arme e 300 archibugieri alla riconquista di Busseto: i cavalli leggeri imperiali sono messi in fuga (ne sono svaligiati 50/60); i fanti veneziani superano il Taro ed entrano nella città con l’uccisione di 200 uomini che ne sono alla difesa. Il della Rovere lo rimanda a Fiorenzuola d’Arda; da qui è spedito a Castell’Arquato che perviene senza contrasti con la rocca nelle sue mani; vi lascia un presidio di 40 fanti e ne asporta numeroso bestiame che vi era custodito. Rientra nel bolognese e molesta il campo imperiale di San Giovanni in Persiceto. E’ pure compiuta una razzia in una stalla del Connestabile di Borbone, che si conclude con la sottrazione di diciotto muli e di quaranta cavalcature. E’ affrontato da 200 archibugieri che gli tagliano la strada ed uccidono le cavalcature sia a lui che al suo luogotenente: due uomini della sua compagnia cedono loro i destrieri cosicché entrambi possono porsi in salvo. Il Connestabile di Borbone per recuperare le sue bestie gli deve offrire un congruo riscatto. Sempre negli stessi giorni ha modo di lamentarsi con i veneziani del trattamento che ricevono i suoi cavalli leggeri per quanto attiene l’alloggiamento e la possibilità di pascolo per le loro cavalcature; chiede, inoltre, di avere a disposizione 150 cavalli leggeri e di godere di un trattamento economico migliore (dieci paghe annue anziché otto). | |||
Apr. | Romagna Toscana | Giunge ad Imola, si trasferisce alla difesa di Oriolo (Oriolo dei Fichi); con 100 abitanti respinge cinque assalti portati al castello da 2500 fanti e da 400 cavalli imperiali. Si incontra a Brisighella con il della Rovere che gli affida alcuni messaggi per il marchese Michelantonio di Saluzzo; segue il della Rovere a Firenze con 100 cavalli leggeri. | |||
Giu. | Romagna | Rientra a Ravenna con i suoi uomini a seguito di un tentativo dei Rasponi di entrare nella città con l’ausilio degli imperiali: si introduce con la forza nella rocca e ne sono uccisi tutti i difensori con il castellano Andrea Balducci favorevole agli avversari. Esce dalla città con Marco Antonio da Faenza per attaccare Cotignola, dove si sono racchiusi 200 imperiali. Fa costruire un bastione davanti alla porta; nel successivo scontro è ferito da un colpo di archibugio: dopo tre giorni gli spagnoli che sono in Cotignola si arrendono a patti. | |||
Lug. | Romagna | Giovanni Naldi, nelle lotte locali tra guelfi e ghibellini, si muove a favore dei primi. Interviene così a loro favore in Cervia con 150 archibugieri e la compagnia di Guido Vaina. | |||
Ago. | Romagna | Irrompe in Faenza per impedire che la città si dia agli imperiali. Il Consiglio dei Savi gli aumenta la condotta da 100 a 150 cavalli leggeri. | |||
Sett. | Romagna | Si impadronisce della rocca di Cotignola; ha nuovamente l’incarico di recuperare la città con 3 bandiere di fanti. Attaccato, respinge i nemici con la perdita di un valente capitano quale Pietro Girolamo d’Ancona. Il centro gli si arrende a patti. | |||
Ott. | Romagna | Coadiuva il legato pontificio Bernardino della Barba nel recupero della rocca di Faenza che si è ribellata allo stato della Chiesa: ha un colloquio con il castellano e rientra a Ravenna. | |||
1528 | |||||
Gen. | 100 cavalli leggeri | Romagna e Veneto | Esce da Ravenna e si reca a Venezia. Protesta in Collegio perché la sua nuova condotta non è ancora divenuta effettiva mentre è stata aumentata a Paolo Luzzasco. Il doge Andrea Gritti lo rimanda al Consiglio dei Savi. Tale organo gli conferma il comando di 150 cavalli leggeri di cui 50 archibugieri a cavallo. Per il tempo di pace gli è riconosciuta una provvigione annua di 600 ducati. | ||
Feb. | Romagna | Alcuni cavalli leggeri della sua compagnia si imbattono in 800 fuoriusciti (ghibellini) di Cervia. Corrono il rischio di essere spogliati di armi e bagagli da costoro. | |||
Apr. | 92 cavalli leggeri | Veneto | E’ chiamato alla difesa di Vicenza. Raggiunge la città con 92 cavalli leggeri e 500 fanti di Baldassarre della Massa. Sorgono contrasti tra i suoi uomini e gli abitanti a causa del loro alloggiamento e delle pretese dei soldati. | ||
Mag. | Veneto e Lombardia | Allorché il pericolo rappresentato dai lanzichenecchi del duca di Brunswick si sposta dal veronese al bresciano il Naldi si trasferisce alla guardia di Verona. Il della Rovere lo spedisce all’ inseguimento del nemico verso Peschiera del Garda; si muove sull’Adige con i suoi cavalli leggeri e 200 archibugieri per interrompere il flusso dei rifornimenti diretti loro da Trento; si imbarca a Salò e con 500 fanti attraversa il lago di Garda per spostarsi a Brescia. | |||
Giu. | Lombardia | Si trova con il fratello Guido (900 fanti) a Brescia per difendere la città minacciata dagli imperiali di Antonio di Leyva. Esce per portarsi a Palazzolo sull’Oglio con i suoi cavalli leggeri; scorta una compagnia di fanti che si deve recare a Bergamo. Si imbatte in 200 uomini d’arme borgognoni e ne segue una scaramuccia. Asseconda il della Rovere alla riconquista di Palazzolo sull’Oglio, passa alla guardia di Orzinuovi e, da qui, a quella di Crema. A Tormo, nei pressi di Lodi, sconfigge la compagnia di Luigi Gonzaga cui infligge numerose perdite: è catturato dai veneziani un capitano con 22 archibugieri a cavallo. Rifiuta di restare a Crema preferendo rientrare a Bergamo con il fratello Guido. | |||
Lug. | 100 cavalli leggeri | Lombardia | Opera nel cremasco; assale 400 lanzichenecchi di Ludovico Barbiano da Belgioioso che hanno attraversato l’Adda; toglie loro un po’ di vettovaglie e prosegue per Lodi assediata dagli imperiali, al fine di introdurre al suo interno 300 some di farina ed altre vettovaglie. E’ segnalato a Pizzighettone. | ||
Ago. | Lombardia | Lascia Romano di Lombardia; cade in un’imboscata proposta da 250 cavalli e da 500 archibugieri. Si trova presto a mal partito, è colpito da 3 palle di archibugio; 35 dei suoi uomini sono fatti prigionieri dai nemici. La salvezza gli è data dall’intervento di Cesare Fregoso che, uscito da Martinengo si trova casualmente nelle vicinanze. Supera l’Adda con Roberto da San Severino e Claudio Rangoni; si collega con i francesi del Saint-Pol; corre fino al campo imperiale di Melegnano e sfida invano a battaglia gli imperiali. Si dirige al campo di Torretta; da questa località protegge fino a San Zenone al Lambro la marcia della fanteria diretta a Pavia. A fine mese il della Rovere lo invia con 3000 fanti, 300 cavalli leggeri e sei cannoni alla conquista di Sant’Angelo Lodigiano alla cui difesa vi sono 400 fanti: rimane ucciso sotto le mura da un colpo di archibugio o di artiglieria mentre si sta accampando con i suoi uomini. E’ sepolto a Padova nella chiesa del Carmine. Dopo la sua morte i veneziani concederanno a moglie e figli una provvigione annua di 300 ducati. Proprietario di alcune case a Padova, di cui gli è stata concessa la cittadinanza. |
CITAZIONI
-“Buon capitano.” RICCI
-“Valoroso Capitano.” S. PASOLINI
-Alla battaglia di Creazzo “Il sopran ogni eccellente. e bon soldato/ioan de naldo gientil senza paura/ sul suo cavallo di corazza armato/ s’adoprò tanto su quella pianura,/ che più de dieci mandò morti al prato/ tanto è la forza sua fuor de misura/ e galoppando per il campo scorre/ saldo in arcion come fondata torre./…/ (In uno scontro con gli avversari) Ioan de naldo gagliardo con gran fretta/ entrò ne la baruffa el sir feroce,/ e con la lancia in man pronto si gietta/ fra li nemici con furor atroce.” DEGLI AGOSTINI
-“Superbo cavallier Giovan de naldo/ con cento altri cavalli uniti insieme/ costui l’inferno, ile (ed il) mondo, i dei non teme.” CANDELFINO
-Sulla sua tomba è inscritto il seguente epitaffio “Naldus ego hic iaceo, monumentum et gloria belli/ Non levis Ausonios inter habenda duces./ Assuetus bis centum equites in omne periclum,/ Bis ternas peditum ducere centurias./ Flaminiam medio furibundi ardore gradivi/ Ingenio rexi, texique ab hoste manu./ Dum premerem Anglium, et intus premerentur Hiberi,/ Transfixit pectus plumbea massa meum./ Vixi lustra a novem, genuitque Faventia mater,/ Urbs Patavi sepelit, me gemit Italia/ M.D.XXVIII.”
Fonte immagine in evidenza: wikimedia
I Naldi, col loro capostipite, Dionisio di Naldo, capitanio di ventura al soldo di Venezia, erano di Brisighella non di Faenza, per la precisione di Villa s. Giorgio in Vezzano (da veccia erba selvatica locale: un mazzo di veccia nel pugno era il loro simbolo nello stemma di damiglia) zonacdel Comunevdi Brisighella. Giovanni era il nipote di Dionisio.