Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUDOVICO BARBIANO DA BELGIOIOSO Di Cremona. Guelfo. Conte di Belgioioso. Signore di Belgioioso, San Colombano al Lambro, Soncino, Castel San Giovanni, Monza, Cotignola, Barbiano, Bagnacavallo e Donegaglia. Fratello di Alberigo Barbiano da Belgioioso e di Pietro Francesco Barbiano da Belgioioso.
- 1488 (marzo) – 1530 (gennaio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1509 | Francia | Venezia | Veneto | Milita nella compagnia di Gian Giacomo da Trivulzio. Combatte i veneziani nel Polesine e vicino a Padova; si trova all’ espugnazione di Legnago e di Monselice. | |
1511 | |||||
Feb. | Francia | Venezia Chiesa | Romagna | Viene ferito nella battaglia di Santerno. | |
1512 | |||||
Feb. | Lombardia | Segue Gastone di Foix alla riconquista di Brescia. E’ lodato pubblicamente dal capitano francese per il comportamento tenuto in tale azione. | |||
Mar. | Emilia | Entra in Bologna con i Bentivoglio. | |||
Apr. | Romagna | Partecipa alla battaglia di Ravenna inquadrato nella retroguardia con Ivo d’Allègre. | |||
………….. | Piemonte | Nella ritirata verso la Francia si scontra con svizzeri e veneziani. | |||
………….. | Francia | Spagna | Spagna | Si ritira in Francia. nel proseguo del conflitto segue i francesi nell’occupazione del regno di Navarra. | |
1513 | |||||
………….. | Francia | Inghilterra Impero | Francia | A Perpignano agli ordini di Francesco d’Angouleme (il futuro re Francesco I). | |
………….. | Francia | Alla difesa di Digione assediata dagli imperiali e dagli inglesi capitanati dal duca di Wurttemberg. | |||
1515 | |||||
Ago. | Francia | Milano | Piemonte | A Villafranca Piemonte dove è fatto prigioniero dai francesi Prospero Colonna. | |
Sett. | Lombardia | Rimane ferito nella battaglia di Melegnano. Entra in Milano. | |||
1518 | |||||
Mag. lug. | Lombardia Francia | Il governatore del ducato di Milano, il Lautrec, invia al confino in Francia sia i guelfi che i ghibellini. E’ confinato a Grenoble con Girolamo Castiglione. I guelfi sono richiamati nel successivo luglio. Ludovico Barbiano da Belgioioso viene chiamato a far parte del consiglio di Milano composto di 150 membri. Rappresenta i rioni di Porta Comasina. | |||
Nov. | Svizzera | In missione presso i cantoni svizzeri. | |||
Dic. | Francia | A Chartres per i funerali di Gian Giacomo da Trivulzio. E’ tra i condottieri che ne portano la bara. | |||
1519 | Francia | Impero | Lombardia e Francia | Si sposta alla difesa di Milano con il Connestabile di Borbone; rientra poi in Francia. E’ nominato dal re Francesco I suo consigliere e ciambellano. | |
1520 | |||||
………….. | Francia | Spagna | Spagna | Combatte in Navarra agli ordini di Teodoro da Trivulzio. Si trova all’ espugnazione di Fuenterabia ed alla conquista di Pamplona e di Tudela. | |
Giu. | Spagna | Assedia Logrono. A fine mese è sconfitto in uno scontro in cui riporta numerose ferite. | |||
………….. | Francia | Agli ordini del Lesparre è costretti a riattraversare i Pirenei a seguito della sconfitta subita ad opera del Connestabile di Castiglia. | |||
………….. | Lombardia | Rientra in Milano | |||
1521 | |||||
Lug. | Emilia | Raduna 1000 fanti. Si porta a Piacenza ed alla difesa di Parma. | |||
………….. | Lombardia | E’ lasciato dal Lautrec alla guardia di Como con il titolo di governatore: vi è assalito da Ferdinando d’Avalos. Si arrende a patti dopo un breve bombardamento. La città è messa a sacco. | |||
1522 | |||||
Feb. | E’ citato come ribelle dal duca di Milano Francesco Sforza. | ||||
Mar. | Piemonte | Alla conquista di Novara. Assedia in Pavia Antonio di Leyva. Respinto, si avvia verso Monza con il Lautrec. | |||
Apr. | Lombardia | E’ sconfitto da Prospero Colonna alla Bicocca. Si rifugia a Lodi ed a Cremona, dove viene assediato dagli imperiali. | |||
Giu. | Veneto e Francia | Si reca a Venezia alla ricerca di soccorsi. Rientra a Cremona ed a fine mese è obbligato alla resa a patti. Ritorna in Francia, | |||
1523 | |||||
………….. | Francia | Impero Milano | 50 lance | Lombardia | Recupera Monza ed affianca Renzo di Ceri nel suo tentativo di impadronirsi di Cremona: questo fallisce per le persistenti piogge che annullano ogni sforzo offensivo. |
Nov. | Lombardia | Si trova all’ assedio di Milano: durante le operazioni convince un capitano di cavalli leggeri, che milita nelle compagnie di Giovanni dei Medici, Giovanni Niccolò dei Lanzi, a contattare Morgante da Parma affinché quest’ultimo consegni ai francesi un rivellino fuori Porta Renza. La congiura è scoperta e svanisce così ogni possibilità di azione. Raggiunge Lodi con le sue lance e 2000 fanti italiani. | |||
Dic. | Piemonte | Arma sul lago Maggiore 30 barche per imbarcarvi 500 fanti; attaccato dagli sforzeschi in Angera, viene obbligato a riparare nella rocca dopo avere subito numerose perdite. | |||
1524 | |||||
Feb. | Lombardia | lascia Todi con Teodoro da Trivulzio e 300 cavalli leggeri. Si collega ad Abbiategrasso con i francesi. | |||
Apr. | Piemonte | E’ battuto e ferito a Romagnano Sesia. | |||
Ago. | 30 lance | ||||
Ott. | Francia | Impero | Lombardia | Occupa le porte di Milano con Michelantonio di Saluzzo ed una squadra di fuoriusciti milanesi: alla notizia dell’ arrivo degli avversari comandati dal viceré di Napoli Carlo di Lannoy e dal Connestabile di Borbone, abbandona la posizione. | |
Nov. | Lombardia | Si fortifica in Melegnano con Girolamo da Trivulzio. | |||
Dic. | Lombardia | Alla difesa di Monza con 50 lance e 150 fanti assieme con Girolamo Castiglione. | |||
1525 | |||||
Feb. | Lombardia e Francia | Si distingue nella battaglia di Pavia per il suo valore; rimane ancora una volta ferito nel corso del combattimento. Riesce a salvarsi con la fuga ed a riparare in Francia. | |||
Mar. | Francia | A Lione. Viene nominato governatore del Borbone e della Borgogna. | |||
Mag. | Francia | Inghilterra | Francia | In Piccardia con 1200 fanti italiani allo scopo di fare fronte agli attacchi degli inglesi. | |
Ago. | Francia | In Provenza. | |||
Ott. | Francia | Gli è negato dai francesi il permesso di rientrare nel milanese. | |||
Nov. | Francia | Con Girolamo Castiglione si offre al servizio dei veneziani allorché sembra realizzarsi un accordo tra il re di Francia e l’imperatore Carlo V. | |||
1526 | |||||
Mag. | Emilia | Prende a prestito una sfida a duello con Luigi Gonzaga, che deve svolgersi a Scandiano, per rientrare in Italia. | |||
Giu. | 22 lance | Lombardia | Chiede ai veneziani 2000 fanti per entrare in Milano e fare insorgere la città a favore dei francesi. Si incontra a Lodi Vecchio con Francesco Maria della Rovere, gli espone la situazione nel ducato milanese e gli domanda 2000 fanti e 200 cavalli per potersi impadronire di Alessandria. I francesi riconoscono a lui ed a Girolamo Castiglione una condotta di 22 lance. | ||
Ago. | Impero | Francia Milano Venezia | 100 lance | Lombardia Piemonte | Passa agli stipendi degli imperiali a causa di una lite con Federico Gonzaga da Bozzolo: Galeazzo da Birago tratta per suo conto con il Connnestabile di Borbone affinché sia concessa a lui ed ai fratelli una condotta di 100 lance. Carlo V lo chiama a far parte del suo consiglio; Ludovico Barbiano da Belgioioso è designato a divenire membro del senato milanese, viene nominato luogotenente generale del Borbone ed ha l’incarico di governatore di Novara. Batte i francesi a Galliate (nello scontro gli è ucciso la cavalcatura); occupa la località nella quale sono alloggiati 800 fanti francesi. Gli è consegnato del denaro affinché raduni con Luigi Rodomonte Gonzaga 6000 fanti italiani. |
Dic. | Lombardia ed Emilia | Si trova a Stradella con 5000 fanti, 500 cavalli leggeri e 200 uomini d’arme; tenta, inutilmente, di avere per trattato Piacenza. Fallito l’obiettivo, si dirige su a Bereguardo e da qui si trasferisce alla difesa di Milano con 4000 fanti. | |||
1527 | |||||
Gen. | 472 fanti | Lombardia | Entra in lite con Galeazzo da Birago. Affianca Antonio di Leyva alla guardia di Milano; è scelto come governatore della città. Gli è dato il compito di controllare Porta Ticinese e Porta Vercellina con la sua compagnia di fanti italiani. Costoro sono inviati a Monza per le loro malversazioni; poiché gli abitanti della località si oppongono al loro ingresso i suoi uomini vengono dirottati su Vimercate e sulla Brianza. | ||
Feb. | Lombardia | I suoi fanti possono entrare in Milano ove ricevono il saldo delle loro spettanze. Il Belgioioso deve intervenire per calmare i lanzichenecchi perché, sempre a motivo del ritardo delle paghe, costoro minacciano di mettere a sacco Monza. Segue Antonio di Leyva a Melegnano e punta su Lodi. | |||
Apr. | Lombardia Piemonte | E’ sul Ticino ed in Lomellina con il fratello Alberigo e 18 bandiere di fanti. Si sposta nel territorio di Tortona e si colloca, infine, alla difesa di Pavia. | |||
Mag. | Lombardia | Assale in Monguzzo Gian Giacomo dei Medici che, in precedenza, si è impadronito di tale rocca a spese di Alessandro Bentivoglio. E’ costretto a ripiegare dopo avere lasciato sul terreno 400 uomini ed avere perso quattro cannoni. Con il rientro a Monza il di Leyva lo solleva dall’ incarico di governatore di Milano. E’ segnalato a San Colombano al Lambro a seguito della conquista della località da parte imperiale. Partecipa ad un consiglio di guerra con Filippo Tornielli ed il di Leyva; si reca a Belgioioso. | |||
Giu. | Emilia e Lombardia | Scorre nel contado di Castel San Giovanni. Si sposta a Stradella e da qui ritorna a Milano con i suoi 50 uomini d’arme. | |||
Lug. | Lombardia | Assedia senza esito Monguzzo. E’ chiamato a far parte con Galeazzo da Birago a far parte del senato milanese. | |||
Ago. | Lombardia Piemonte | Esce da Milano con 1000 fanti e 100 uomini d’arme per trasferirsi alla difesa di Alessandria. Nella città si unisce con Giovanni Battista di Lodrone (1500 lanzichenecchi). Con Filippo Tornielli sorprende ad Oleggio 200 fanti dei Borromeo. | |||
Sett. | Piemonte Lombardia | E’ attaccato in Alessandria dal Lautrec; il timore delle mine di Pietro Navarro induce i difensori ad arrendersi. Il Lautrec promette a lui ed a Galeazzo da Birago la restituzione dei loro beni in caso di defezione nell’ esercito francese. Il Belgioioso rimane al servizio degli imperiali, che lo nominano governatore di Pavia. Si trasferisce alla guardia della città con 2000 fanti e 500 cavalli: viene attaccato dal Lautrec e dai veneziani. I francesi continuano nelle loro proposte: nonostante ciò non demorde dalla difesa e respinge con l’aiuto degli abitanti tre assalti in cui si impossessa di otto insegne nemiche. Di notte si porta a Bonirola sulla strada per Abbiategrasso. | |||
Ott. | Lombardia | Rientra in Pavia; ha ora il comando di soli 800 fanti. I francesi si accampano a San Cristoforo. La popolazione per paura del saccheggio gli chiede di arrendersi a patti. Il Lautrec, dopo avere minacciato di passare per le armi i difensori, assale ancora la città. Ludovico Barbiano da Belgioioso invia al capitano francese alcuni messaggeri per discutere della capitolazione. Il suo operato è, tuttavia, per lo meno maldestro: mentre se ne stendono le condizioni i fanti guasconi, svizzeri, italiani e tedeschi militanti con i transalpini irrompono nella città per alcune brecce che si trovano nelle mura. In meno di un’ora sono uccise più di 2000 persone tra soldati ed abitanti. Viene catturato; è condotto a Genova con il sospetto di avere tradito la causa imperiale. La critica nei suoi confronti è tale che viene dipinto come traditore sull’ alto della porta del ponte verso il Borgo Ticino. | |||
1528 | |||||
Gen. | Liguria | Riesce a fuggire e rientra a Milano. lascia la città con 1000 fanti per assalire a Monguzzo Gian Giacomo dei Medici. | |||
Feb. mar. | Lombardia | Assale Musso, difesa anch’essa dal Medici; riesce ad entrare in Lecco con Pietro da Birago, Filippo Tornielli e Cesare da Napoli alla testa di 2000 fanti (1200 italiani, 650 spagnoli, 350 lanzichenecchi), 400 cavalli leggeri e 4 pezzi di artiglieria. Getta un ponte sull’Adda tra Brivio ed Olginate; a metà marzo con il Tornielli vince sull’Adda la resistenza frapposta dai veneziani di Pietro da Longhena e di Ercole Rangoni; supera il passo sopra Carenno, difeso da Maffeo Cagnolo e da Guido Naldi. I due condottieri veneziani si ritirano a Caprino Bergamasco. Anche il Medici è costretto ad abbandonare il forte della Chiusa, nei pressi di Lecco, ed a riparare con la sua flotta a Mandello sul Lario. A fine mese, alla testa di 4 barche, sulle quali sono imbarcati 300 fanti, Ludovico Barbiano da Belgioioso si scontra con la flotta di 17 legni del Medeghino. Ha la peggio. Una barca è affondata a colpi di cannone, una è danneggiata e le altre 2, con a bordo lo stesso Belgioioso, si danno alla fuga verso Como. | |||
Apr. | Lombardia e Pçiemonte | Con la resa di Gian Giacomo dei Medici è dirottato su Vercelli con Filippo Tornielli. | |||
Mag. | Lombardia | Ritorna nottetempo sotto Pavia con 2000 fanti tedeschi e 200 cavalli; assale la città dalla parte della darsena, del torrione di Mezzabarba e dalla parte di Borgoratto. Vi penetra senza contrasto per la dappocaggine di Pietro da Longhena che ne è alla guardia per i veneziani. Pavia subisce un nuovo saccheggio; anche la rocca, in cui si sono rinchiusi Annibale Fregoso, Cesare da Martinengo e Bruto da Clusone, cade quasi immediatamente. | |||
Giu. | Lombardia ed Emilia | Entra nel bergamasco, da qui si porta a Piacenza per condurre al campo 18000 ducati consegnati dal papa Clemente VII agli imperiali. Si congiunge a Pontecurone con il Tornielli e Pietro da Birago per impedire il passo a Roberto da San Severino, a Carlo Malatesta da Sogliano ed al provveditore Francesco Contarini, che dalla località di Pizzighettone si stanno dirigendo ad Alessandria per unirsi con i francesi del Saint-Pol. | |||
Lug. | Lombardia | Viene assalito nel cremasco da Giovanni Naldi. Tenta di impossessarsi di Sant’Angelo Lodigiano e rientra a Milano. | |||
Ago. | Lombardia | Tramite un fratello è ancora contattato dai francesi del Saint-Pol. A Pavia. | |||
Ott. | Piemonte Lombardia | Staziona con i suoi uomini tra Novara, Mortara e la Lomellina; appoggia l’azione di Andrea Doria (anch’egli transfuga nel campo imperiale) che porta alla conquista di Genova ai danni di Teodoro da Trivulzio. E’ investito di Cotignola e gli sono confermati i contadi di Cunio, Barbiano e Donegaglia. | |||
Dic. | Lombardia Liguria | Si porta di notte con 2000 fanti spagnoli davanti a Pavia (ritornata nella mani del duca di Milano) nella speranza di un qualche tumulto all’interno della città, tanto più che alla sua difesa si trovano solamente 500 fanti. Deluso nelle sue aspettative, conduce i suoi uomini a Genova per rafforzarne il presidio. | |||
1529 | |||||
Gen. | Piemonte e Liguria | Assedia Domodossola; la città preferisce arrendersi nelle mani del Medici piuttosto che nelle sue. Si trasferisce con 100 cavalli a Casei Gerola, prosegue per Genova ed impone agli abitanti il pagamento di una taglia di 120000 ducati. Si allontana, indi, da Genova, conduce i fanti a Savona e ne raccoglie altri 500 di spagnoli, arruolati di recente e sbarcati a Villafranca (Villefranche). Un terzo del suo contingente viene ucciso dai montanari genovesi che hanno occupato in precedenza i passi. | |||
………….. | Piemonte | Si trova a Voltaggio; disertano dalle sue file 4 capitani: di costoro, 2 sono catturati e decapitati, mentre altri due si uniscono con i francesi con 40 cavalli e 70 fanti. | |||
Apr. | Lombardia ed Emilia | Convoglia le truppe a Milano eludendo la sorveglianza del Saint-Pol e dei veneziani: da Voltaggio, infatti, invece di prendere la normale via del tortonese e dell’alessandrino si dirige verso il piacentino e tocca Varzi. Supera il Po di notte dopo che i suoi uomini riescono a salire nei pressi di Arena Po su apposite imbarcazioni giunte da Piacenza. Entra in Milano; questi soldati hanno bisogno di tutto e per vivere spogliano i cittadini dei loro averi. | |||
Giu. | Piemonte Lombardia | A Gavi con 2000 fanti; cerca di radunarne altri 6000 per muoversi poi nel piacentino e nel parmense. Minaccia Alessandria e la Lomellina; ritorna a Milano su richiesta del di Leyva. Alla guardia di Melegnano con Cesare da Napoli. Negli stessi giorni è accusato di tradimento da una lettera di un capitano spagnolo indirizzata al di Leyva. E’ riscontrata la sua lealtà. Sempre agli ordini del di Leyva prende parte alla battaglia di Landriano nella quale è fatto prigioniero il Saint-Pol. | |||
Lug. | Piemonte Lombardia ed Emilia | Assedia Novi Ligure; constatata l’inutilità degli sforzi, si sposta in Lomellina con 2000 fanti; si sposta a Gavi. A metà mese i difensori cedono; si congiunge con il Tornielli e raggiunge Castel San Giovanni. | |||
Ago. | Lombardia | Prosegue per il campo di Inzago con 1500 fanti; molti dei suoi uomini disertano per il ritardo delle paghe. Al campo di Landriano ricopre il ruolo luogotenente di Antonio di Leyva. | |||
Sett. | Capitano g.le fanteria | Lombardia | Si impadronisce di Sant’Angelo Lodigiano. Viene nominato capitano generale della fanteria da Carlo V. | ||
Ott. | Lombardia | Rimane alla testa del ducato milanese durante un’assenza del di Leyva in Toscana per combattervi i fiorentini. Ha modo di contenere l’ammutinamento di 700 fanti spagnoli che hanno lasciato l’assedio di Sant’ Angelo Lodigiano; cerca pure di riportare l’ordine in Milano; colpisce con ferocia gli assassini e richiama nella città il maggior numero di confinati e di fuoriusciti. Quando la situazione si presenta sotto controllo si reca a Villanterio, attraversa l’Adda e con 6000 fanti (di cui 3000 spagnoli) si dirige contro Sant’Angelo Lodigiano alla cui difesa, tra veneziani e sforzeschi, si trovano 700 uomini. Nello stesso mese ottiene in feudo San Colombano al Lambro e Soncino. | |||
Nov. | Lombardia Piemonte | Viene riconfermato come governatore di Milano dal Connestabile di Borbone, passato anch’egli nel campo imperiale. E’ tanta la fiducia di cui gode, che gli è permesso di organizzare una milizia cittadina a difesa della città. Approfitta della pioggia continua, che impedisce l’uso degli archibugi allo scoperto, ed attacca nottetempo il castello di Sant’Angelo Lodigiano con picche e spade: tra i difensori vi rimangono uccisi 400 uomini. Si porta a Cassano d’Adda ed a Vaprio d’Adda: avvicina i veneziani e promette loro la consegna di Cremona e della Ghiaradadda in cambio del loro appoggio alla sua nomina a duca di Milano al posto di Francesco Sforza. Allorché 2000 fanti spagnoli abbandonano l’esercito per rientrare a Milano, anticipa i loro movimenti, arma la popolazione e con tale minaccia costringe i soldati a ritornare al fronte. Segue una breve parentesi in Piemonte in cui con Pietro Gonzales (1600 cavalli e 200 fanti) scaccia, su mandato del di Leyva, gli sforzeschi da Domodossola. Si reca, poi, a Melzo, entra in Treviglio con 5000 fanti e 12 pezzi di artiglieria e si attesta sotto Lodi finché la sua azione è interrotta dalla pace fra i contendenti. | |||
Dic. | Si oppone al rientro degli Sforza nel ducato milanese. E’ nominato viceré di Sicilia. | ||||
1530 | |||||
Gen. | Lombardia | Muore a Milano non senza sospetto di veleno. Secondo altre fonti muore in combattimento nei pressi di Pavia. I suoi funerali si svolgono con solenni esequie a Milano a cura del fratello Pietro Francesco e dei figli. Il cadavere viene esposto nella sala del palazzo reale; il corteo con la bara, portata dai comandanti dell’esercito spagnolo, si muove verso Porta Ticinese dove è in attesa la popolazione. Il corteo è formato da 100 cavalieri e da numerosi ufficiali che portano il suo bastone di comando, la sopravveste d’argento, lo scudo, l’elmo con il cimiero dell’aquila, la spada, i 3 stendardi dei suoi primi generalati della cavalleria leggera, degli uomini d’arme e della fanteria spagnola; seguono, da ultimo, il grande stendardo di capitano generale con l’aquila imperiale e la sua cavalcatura bardata di nero. La salma viene trasportata a Belgioioso per essere sepolta nella chiesa francescana di Santa Maria delle Grazie. |
CITAZIONI
-“Uomo assai stimato, ma molto più reputato dagli spagnuoli per loro signore rispetto l’odio ardentissimo che portava al nome sforzesco.” SANTORO
-“Fu con felici principii chiamato all’armi, nelle quali riuscì così strenuo, magnanimo, e forte, che non mai interrotto corso di virtù, e di vittorie arrivò al sommo della gloria militare, avanzando qualsivoglia gran Capitano de suoi tempi, in consiglio, prudenza, valore e ardire.” GUALDO PRIORATO
-Con Ugo Pepoli “To dos caballeros valurosos y capitanes de mucha gente de armas y harcheros.” SANDOVAL
-“Cavaliero et Capitano di gran conto quanto ogni altro che si ritrovasse in quei tempi.” CONTILE
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