PIETRO DA LONGHENA

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Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

PIETRO DA LONGHENA  (Pietro Zanchi) Di Longhena. Signore di Praolboino. Fratello di Michele Zanchi.

1474 – 1533 (giugno)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
……….Figlio di Tommaso Zanchi, di origini contadine. Non appartiene alla famiglia da Longhena.
……….VeneziaMilita nelle compagnie di Giovan Francesco Gambara,
1509
Mag.VeneziaFranciaLombardiaE’ presente alla battaglia di Agnadello.
…………FranciaVenezia

Con la sconfitta di Agnadello segue Giovan Francesco Gambara nella sua defezione.  Passa al soldo  dei francesi come  caposquadra di quest’ ultimo.

1510
Mar.25 cavalli leggeriVenetoAlla difesa di Verona.
Lug.Veneto

Si trova alla conquista di Monselice. Dopo tale fatto d’arme avvicina un prete (Battista Tassello) affinché informi il provveditore generale Andrea Gritti sulla sua  disponibilità a trasferirsi agli stipendi della Serenissima con una condotta di 300 cavalli.

Nov.VeneziaFrancia Ferrara60 cavalli leggeriVeneto

Diserta nel campo veneziano con alcuni uomini della sua compagnia;  si reca a Montagnana. Il Consiglio dei Savi gli concede una condotta di 60 cavalli leggeri.

1511
Gen.EmiliaOpera nel ferrarese. mette in fuga alcuni uomini d’arme.
Lug.68 balestrieri a cavalloVenetoNel veronese con il provveditore generale Andrea Gritti.
Ago.VenetoHa una violenta lite nei pressi di Vicenza con Giovanni Greco.
Sett.VenetoCon Meleagro da Forlì e Giovanni Forti spinge i veneziani alla conquista di Cittadella.
Ott.Veneto

I francesi abbandonano l’assedio di Treviso per rientrare nel ducato di Milano: Pietro da Longhena molesta la loro ritirata alla testa di 100 balestrieri a cavallo, di cui venti militano nella compagnia dello Scanderbecco. La sua cavalcatura cade in un fosso.  Viene catturato a Cariano sul Brenta con 60 cavalli leggeri: il la Palisse minaccia di impiccarlo per la sua precedente diserzione. Gli italiani, che militano nel campo francese, si ribellano per cui è liberato in cambio di un capitano francese prigioniero a Venezia. Costui deve essere riscattato da Pietro da Longhena che paga la sua taglia di 80 ducati.

Nov.VenetoA Montagnana. Cattura nelle vicinanze di tale località alcuni cittadini banditi dai veneziani.
1512
Gen.47 cavalli leggeri
Feb.Lombardia e Veneto

Appoggia il provveditore Gritti nel suo attacco a Brescia; con Francesco Calzone ha il comando  di una delle tre colonne (3000 uomini) che assalgono la città dal lato della Porta Torlonga. Si unisce con il provveditore degli stradiotti Federico Contarini (400 cavalli) per recuperare Bergamo con l’aiuto dei contadini organizzati dal conte Trussardo Calepio. Si sposta alla difesa di Brescia allorché la città viene assalita dalle schiere di Gastone di Foix: fatto nuovamente prigioniero, si riscatta con lo Scanderbecco e si salva con i suoi uomini prendendo la strada dei monti. Raggiunge Cologna Veneta e Vicenza.

Mar.VenetoA Roncà alla testa di 108 balestrieri a cavallo.
Giu.66 cavalli leggeriVeneto e Lombardia

Ha una scaramuccia con 600 cavalli francesi tra Villafranca di Verona e Valeggio sul Mincio: soccorso dagli svizzeri (1000 fanti e 60 cavalli), gli avversari sono costretti a  ritirarsi a Valeggio sul Mincio. Prende parte all’ espugnazione di tale località, guada il Mincio e si mette all’inseguimento dei francesi allorché i nemici ripiegano su Brescia. A metà mese entra in Ghedi; pone alla guardia della località 300 stradiotti agli ordini di Giovanni Vitturi.  Arma le cernite del territorio. Di seguito è segnalato a Rovato, mentre a difendere le aree settentrionali, con scarsi risultati, restano i valligiani. Ad Orzinuovi. Con Giampaolo da Sant’Angelo lascia San Martino del Lago per assalire Crema. Si colloca davanti alla Porta di San Bartolomeo. Presto è costretto a ritirarsi alla base di partenza.  Si dirige allora ad Asola e da qui scorta alcuni funzionari che trasportano il denaro delle paghe destinato all’esercito accampato  a Pavia.

Ago.Lombardia

E’ segnalato a Toscolano-Maderno; taglia ai francesi le vie di rifornimento nella Riviera del Garda. Alla notizia che Giulio Tassoni e gli estensi hanno occupato Rovigo raduna i suoi uomini alla torre Marchesana e si muove con  Teodoro dal Borgo per recuperare alla Serenissima il Polesine.

Sett.Lombardia

Appoggia prima Renzo di Ceri all’assedio di Crema; di seguito Malatesta Baglioni a  quello di Brescia. Con Battista Tirondola e Marcantonio della Motella, mentre è di sorveglianza ai lavori dei guastatori attorno ai bastioni, ha modo di respingere una sortita dei francesi usciti dalla città.

Ott.Lombardia

Con Baldassarre di Scipione e Serafino da Cagli ha l’incarico di procurare 1000 guastatori. Con la resa di Brescia agli spagnoli rifornisce la città di molte vettovaglie destinate in specie agli aderenti della fazione gambaresca.

Dic.53 lance
1513
Feb.53 lance
Mar.Il suo comportamento nel recente conflitto è lodato nel Collegio dei Pregadi dal provveditore generale Paolo Capello.
Apr.VeneziaSpagna ImperoVenetoSi reca Venezia. Il Consiglio dei Savi esamina le sue richieste. E’ ricevuto con tutti gli onori in Senato. Si trasferisce al campo di San Bonifacio.
Giu.51 lanceLombardia

Il provveditore generale Domenico Contarini lo indirizza alla conquista di Brescia: con l’aiuto dei suoi partigiani entra nella città e costringe tedeschi e spagnoli, che ne sono alla guardia, a rinchiudersi nel castello.

Lug.VenetoPrende parte alla difesa di Padova;  ha il compito di controllare il tratto delle mura dal Portello a Porciglia.
Ott.Veneto

Prima che i veneziani escano da Padova vi è una messa nella basilica di Sant’Antonio. Nella cerimonia è estratto il nome del primo condottiero che deve affrontare in combattimento gli avversari: risulta Carlo di Montone. Pietro da Longhena  offre, invano, a quest’ultimo 600 ducati per avere il suo posto. Il condottiero esce da Padova al seguito di Bartolomeo d’ Alviano inquadrato nello schieramento centrale. Giunge a Limena, partecipa alla battaglia di Creazzo. Salvatosi nella rotta con 40 lance, raggiunge Padova, ne ritorna alla guardia e ne sorveglia sempre  il  tratto di mura che intercorre tra Porciglia ed il Portello. Nel proseguo del mese è avviato alla difesa di Treviso per sostituirvi gli uomini d’arme di Malatesta Baglioni fatti uscire dalla città perché sospettati di tradimento.

1514
Gen. feb.41 lanceFriuliA febbraio si trova a Sacile.
Mar.Friuli

Affianca Bartolomeo d’Alviano nella sua azione volta al recupero di Pordenone. In avanscoperta, con Malatesta Baglioni, giunge al borgo di San Giovanni fuori le mura cittadine. E’ inizialmente respinto dal Rizano che esce dalla città con le sue truppe; Pietro da Longhena si ritira ad arte e conduce i nemici in un’imboscata predisposta in precedenza. 100 imperiali sono uccisi o fatti prigionieri nell’ occasione.

Apr.VenetoA Conegliano.
Mag.50 lanceFriuliAll’assedio di Marano Lagunare.
Giu.Friuli

Si porta sotto le mura di Gradisca d’Isonzo: 25 cavalli si spingono nei pressi del centro, si fanno inseguire da cavalli croati e li guidano in un’imboscata: nello scontro è ferito Cristoforo Frangipani che viene catturato con 60 cavalli. Sempre nel mese Bartolomeo d’Alviano propone una punizione per lui e per  Girolamo Fatinanzi a causa del cattivo comportamento dei due capitani in Friuli.

Lug.Friuli

A Castions, con il provveditore generale Giovanni Vitturi: assalito all’improvviso da 400 fanti e da 300 cavalli imperiali è obbligato a fuggire a Sacile con la perdita di tredici uomini d’arme; sono catturati il provveditore Giovanni Vitturi e Mariano Corso.

Ott.54 lanceFriuli e VenetoEsce da Udine. Eseguita la rassegna del suo contingente, si sposta al campo nei pressi di Verona.
Nov.VenetoE’ prima a Vicenza. Rientra nel veronese e si muove sulle sponde dell’Adige allo scopo di controllare i movimenti degli spagnoli.
1515
Ago. sett.Veneto e Lombardia

Lascia il campo d’ Este inquadrato nella retroguardia.  Segue Bartolomeo d’Alviano prima a Badia Polesine e, di seguito, in Lombardia. A settembre prende parte alle fasi finali della battaglia di Melegnano.

Ott. nov.Lombardia

Opera nel bergamasco; alla testa di 15 lance, di 200 cernite e di 700 fanti attacca Asola con Giacomo Novello ed Antonio da Martinengo: conquista la città, gli imperiali riparano nella rocca e dopo un giorno si arrendono. Si trasferisce all’assedio di Brescia;  viene preposto, con Malatesta Baglioni, alla guardia delle artiglierie che devono bombardare la Garzetta. Si vanta di potere avere la città in poche ore e fa voltare le artiglierie contro la Porta di San Nazzaro; all’alba vi è l’assalto alle mura.  Esso viene respinto dagli spagnoli dell’Icardo con la perdita, di parte veneziana, di più di 300 uomini. L’attacco frontale è molto biasimato da Gian Giacomo da Trivulzio che  giudica la cosa come una bestialità. 1500 schioppettieri spagnoli del Moriglione sono infatti usciti dalla città armati di sola spada e mazza ferrata ed hanno costretto alla fuga i veneziani di guardia all’ artiglieria ed ai depositi di polvere da sparo. Molti sono ancora gli uccisi da questa improvvisa azione e molti sono i pezzi di artiglieria inchiodati e spinti fuori dalle carrette. Solo l’intervento della cavalleria di Giampaolo Manfrone permette di recuperare 13 pezzi e di ripescarne altri 10 gettati nel fossato.

1516
Gen.LombardiaNonostante la pressante richiesta di Giano Fregoso non si collega con tale condottiero in val Sabbia per contrastarvi gli imperiali.
Mar.Lombardia

Con Antonio da Martinengo, Rizino d’Asola, Giorgio di Vailate si segnala alla difesa di Asola. Alla testa di 100 lance  respinge vittoriosamente gli attacchi da Marcantonio Colonna.

Apr.Lombardia

Si allontana da Asola con Antonio da Martinengo (100 lance); si dirige con tale capitano verso Gabbiano, si collega con Malatesta Baglioni e con quest’ultimo si porta a Pontoglio. A fine mese, sempre con Antonio da Martinengo, è inviato con 60 lance dal provveditore di Asola Francesco Contarini a Montichiari dove sono giunti 2000 lanzichenecchi e 200 fanti spagnoli della guarnigione di Brescia che sono stati convinti da Rizino d’Asola a passare al servizio della Serenissima. Pietro da Longhena per tutte queste azioni viene elogiato dal provveditore Francesco Contarini.

Nov.50 lanceVenetoAll’assedio di Verona alla testa di 100 lance. Sorveglia con la sua compagnia il ponte di Albaredo d’Adige
1517
Gen.50 lanceVeneto

Al termine del conflitto, a metà mese, entra in Verona per Porta Calzari al seguito di Teodoro da Trivulzio.  Le sue 50 lance sono inviate a svernare nel trevigiano.

Mar.Veneto

Il suo operato è lodato dal provveditore generale Andrea Gritti. Pietro da  Longhena si reca a Venezia per i festeggiamenti indetti dalla Serenissima in onore di Teodoro da  Trivulzio. Gli è confermata la condotta nonostante l’opposizione di alcuni membri del Consiglio dei Savi memori del suo operato in Friuli.

Giu.50 lanceIl costo complessivo della sua compagnia è valutato essere di 4000 ducati l’anno.
1518
Nov.LombardiaAcquista parte del castello di Longhena da Francesco Quaranta.
1519
Mag.LombardiaNel bresciano con i suoi uomini d’arme.
1520
Mar.208 cavalliLombardia.
Sett. ott.LombardiaA settembre svolge compiti di polizia a Crema in occasione della locale fiera. Ad ottobre, in un’altra occasione, cattura a Sirmione alcuni falsari.
1521
Mar.VeneziaImperoLombardiaIncarcera a Pralboino il conte Federico Gambara. Il nobile viene fatto liberare in breve tempo dal Consiglio dei Dieci.
Giu. lug.Lombardia

Viene messo in preallarme da Teodoro da Trivulzio; è avviato sui confini del bresciano a causa di una congiura antifrancese organizzata a Milano dai partigiani degli Sforza. A luglio invia alcune spie nel campo imperiale.

Ago.45 lanceLombardia  Veneto ed Emilia

A Calvisano. E’ trasferito a Peschiera del Garda con Giampaolo Manfrone per controllare i movimenti di 8000 fanti svizzeri e tedeschi che da Trento si stanno dirigendo per i monti del veronese verso Mantova. Ritorna al campo di Fontanelle e porta soccorsi ai francesi assediati dagli imperiali in Parma: al rientro è invitato da Andrea Gritti di pagare almeno una parte del suo debito verso l’Arsenale dal quale ha acquistato alcune proprietà.

Nov.LombardiaAlla difesa di Lodi con 30 uomini d’arme.
1522
…………50 lanceLombardia

E’ segnalato prima alla guardia di Cremona e, quindi, a quella di Crema. Si scontra a Soncino con gli imperiali cui cattura 40 cavalli: nel combattimento è ferito gravemente al braccio destro da un colpo di schioppetto. A luglio si ristabilisce dalla ferita.

1523
Ott.VeneziaFranciaLombardiaAl campo di Verolanuova.
1524
Gen.Lombardia

Rimane a Treviglio con Camillo Orsini allorché Francesco Maria della Rovere si reca a Milano con altri condottieri per un consiglio di guerra con il viceré di Napoli Carlo di Lannoy.

Feb.LombardiaRimane ad Orzinuovi, nel bresciano, allorché il capitano generale Francesco Maria della Rovere attraversa l’Adda per congiungersi nel pavese con l’esercito imperiale.
Ott.Lombardia

Alla difesa di Crema. Accoglie nella città Carlo di Lannoy, il Connestabile di Borbone, il marchese di Pescara Ferdinando d’Avalos ed il duca di Traietto Onorato Gaetani.

Dic.Lombardia

Viene inviato da Francesco Maria della Rovere presso Carlo di Lannoy: il viceré non lo riceve perché desidera parlare personalmente con il capitano generale veneziano e non con intermediari.

1525
Apr.LombardiaCon Antonio da Castello controlla i movimenti dei lanzichenecchi diretti in Germania dopo essere stati licenziati dagli imperiali.
Ott.LombardiaA Brescia.
1526
Giu.VeneziaImperoLombardia

Lascia Lodi con Luigi Gonzaga; è inviato incontro alle truppe pontificie di Guido Rangoni che devono collegarsi con i veneziani per liberare a Milano il duca Francesco Sforza, assediato dagli imperiali nel Castello Sforzesco. Al termine della missione Francesco Maria della Rovere lo spedisce dal castellano di Musso Gian Giacomo dei Medici per sollecitare la spedizione dei fanti grigioni assoldati per conto degli alleati.

Lug.50 lanceLombardia

Giunge a Lecco ed a Musso per venire incontro a 1000 fanti; li scorta a Ponte San Pietro    e li conduce con le sue lance al campo di Melegnano. Alla morte di Marcantonio da Martinengo ottiene per un breve periodo  anche il comando della compagnia di quest’ultimo. Protegge con i suoi uomini d’arme la marcia al campo dei lanzichenecchi di Michele Gaissmayr che provengono dal vicentino. Asseconda Malatesta Baglioni all’ assedio di Cremona.

Ago.Lombardia

Entra nel castello di Cremona con 500 fanti ed i fanti di Michele Gaissmayr: assale con successo una trincea; è, viceversa, respinto un suo attacco ad un bastione. Prende parte ad un consiglio di guerra con  Malatesta Baglioni ed il castellano Annibale Picenardi.  In esso si stabilisce un attacco generale. E’ dato a Pietro da Longhena il comando della batteria del castello; Malatesta BaglioniCamillo Orsini devono condurre la loro azione a Porta Mosa ed alla Porta di San Luca. Pietro da Longhena esce dal castello con i fanti di Guido Naldi, di Giorgio di Vailate, di Gabriele dalla Riva, di Anteo da Faenza e di Bernardo Manara: l’attacco non ha alcun effetto.

Sett.Lombardia

Ha il compito di costruire una trincea vicino al castello di Cremona. La città si arrende;  il suo operato è lodato dal provveditore generale  Piero Pesaro.

Nov.Lombardia

Gli è accresciuta la condotta con 25 uomini d’arme che hanno militato agli ordini di Malatesta Baglioni. Francesco Maria della Rovere lo destina alla difesa di Bergamo per proteggere la città da eventuali incursioni dei lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg.

Dic.LombardiaIl provveditore generale Piero Pesaro reitera in Collegio, nella relazione di commiato, gli elogi già espressi nei suoi confronti.
1527
Gen.LombardiaE’ l’unico condottiero di uomini d’arme al campo della lega.
Mar.VenetoNel Polesine.
Mag.50 lanceToscanaIn Toscana con 24 lance della sua compagnia. Le altre 26 sono impegnate in Lombardia dal provveditore generale Domenico Contarini.
Lug.Umbria e VenetoViene a discordia con Francesco Maria della Rovere. Abbandona senza preavviso il campo di Castel della Pieve (Città della Pieve) e si reca a Venezia per riferire la sua versione dei fatti.
Ago.PiemonteScorta a Bosco marengo il procuratore Piero Pesaro che deve incontrarsi con il Lautrec.
Ott.Lombardia

Ritorna in Lombardia alla notizia che da Milano sono usciti 2000 fanti, 50 uomini d’arme con 4 cannoni   diretti ad Abbiategrasso. Lascia il campo di Landriano con Cesare Fregoso (250 uomini d’arme, 1000 fanti e molti cavalli leggeri) per disturbare l’azione degli imperiali e tentare di fare entrare nella località 100 archibugieri. Vi è una scaramuccia a Binasco con gli uomini di Antonio di Leyva; poco dopo la città cade nelle mani degli avversari.

Dic.75 lanceLombardiaAl campo di Cassano d’Adda,
1528
Gen.Lombardia

A Cassano d’Adda. Due suoi figli feriscono gravemente al campo Galeazzo da Orti: sono fatti incarcerare dal provveditore generale Tommaso Moro. Pietro da Longhena interviene ad un consiglio di guerra con il provveditore ed altri condottieri: gli è dato il comando delle truppe nel bergamasco. Raggiunge Caprino Bergamasco; da qui si muove con 1500 fanti verso Lecco.

Mar.Lombardia

Si oppone sull’Adda a Ludovico Barbiano da Belgioioso, a Pietro da Birago ed a Filippo Tornielli: con le sue lance è costretto a ritirarsi, riporta alcune perdite (10 cavalli uccisi ed altri 14 feriti dagli archibugi), perché non è sostenuto in modo adeguato dalla fanteria di Ercole Rangoni. Affiancato da Guido Naldi nasce una controversia con Ercole e Claudio Rangoni, sedata solo dall’intervento di Giano Fregoso. Pietro da Longhena si dirige al forte della Chiusa nei pressi di Lecco con 600 fanti per soccorrervi Gian Giacomo dei Medici in difficoltà di fronte ad Antonio di Leyva. Cesare Fregoso chiede il suo aiuto per tamponare la situazione a Carenno; si rifiuta di appoggiarlo, abbandona anzi Pontone e ripara a Caprino Bergamasco.

Apr.75 lanceLombardiaE’ nominato governatore di Pavia. E’ preposto alla difesa della città con 907 fanti, 75 uomini d’arme e 105 cavalli leggeri.
Mag.Lombardia

Pavia è attaccata da Ludovico  Barbiano da Belgioioso. Gli avversari sembrano volersi accostare alle mura; si ritirano subito dopo per cui Pietro da Longhena non fa suonare l’allarme.  Quando gli imperiali si avvicinano di nuovo alle mura cittadine pensa ad una ripetizione dell’azione precedente per cui non fa   dare in modo tempestivo l’allarme. Gli imperiali  non trovano pertanto ostacoli  al loro assalto; superano i ripari con le scale e colgono i veneziani sostanzialmente impreparati. Solo Annibale Fregoso e Pietro da Longhena cercano di resistere agli attaccanti; gli abitanti però si ribellano e gettano sassi sui  veneziani. Il condottiero viene azzoppato da una pietra lanciatagli contro ed è catturato sulla strada  con altri quattro uomini d’arme, tutti feriti a sassate dagli abitanti. Gli è imposta una taglia di 1000 ducati; la sua condotta,  come quella degli altri capitani, è sottoposta da parte veneziana al controllo di una commissione d’inchiesta diretta dal provveditore generale Tommaso Moro. In sede di Consiglio dei Savi Leonardo Emo propone il suo licenziamento e che a tutti i capitani coinvolti nella caduta di Pavia sia trattenuto lo stipendio fino alla fine del processo.

Ott. nov.Lombardia e VenetoLiberato, lascia Milano e si porta a Venezia per difendere il suo operato. per il suo viaggio chiede una scorta perché a Brescia è stato assalito da alcuni cittadini. A novembre presenta un suo memoriale difensivo in cui scarica la responsabilità della sconfitta su connestabili come il Cosco.
1529
Feb.Interviene a suo favore il duca di Milano Francesco Sforza.
1530
Gen.Si discute sempre a Venezia del suo caso in sede di Consiglio dei Savi: non è emesso un parere favorevole a Pietro da Longhena.
…………Lombardia

Investe parte delle sue fortune sono investite in terreni tra Calvisano, San Gervasio Bresciano e Visano. Fa costruire la roggia Longhena. Si ritira a Brescia dove partecipa alla vita pubblica. Nella città abita nei pressi di Santa Maria Calchera.

1533
Giu.Lombardia

Viene ucciso a Brescia probabilmente da un figlio. Riesce a costituire una grossa sostanza terriera a Calvisano, Visano e San Gervasio Bresciano, ove fa scavare la roggia che ha preso il suo nome. Ha un palazzo a Roncadelle. Acquista nel 1525 una casa dai Martinengo di Cesarasco in contrada di Santa Maria Calchera. Tramite un figlio si imparenta con i Lippomano di Venezia.

CITAZIONI

-“Capitan di cavalli, huomo animoso e pieno d’ardire.” GIOVIO

-“E’ fidelissimo.” SANUDO

-” …li seguia/ con un grosso squadron d’homeni d’armi/ che con tanta ordenanza/ che nol potrei nararre rn questi carmi./…/ (alla battaglia di Creazzo) Quivi l’ardito pietro da longiona/ e tutti quanti aduna guisa meno/ e questo, e quello con il stocco da lungie/ donandoli do morte acerba pena/ e le mebra apre, e disgiungie/ con tal destrezza, e con tanto valore/ che non s’accorgie chi di sua man more./…/(alla battaglia di Melegnano) Poi pietro da longiena il seguitava,/ con molta giente ne l’arme pregiata,/ usa in ogni battaglia horrenda, e prava/ di adoperarsi ben con lancia, e spata.” DEGLI AGOSTINI

-Con Antonio da Martinengo e Giorgio da Vailate “Tutte persone ardite, e valorosi.” P. GIUSTINIAN

Fonte immagine: wikipedia

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