Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
PIETRO DA BIRAGO Di Milano.
Fratello di Galeazzo da Birago e di Andrea da Birago.
- 1528 ( settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1495 | |||||
Giu. | Milano | Francia | Lombardia | E’ segnalato a Vigevano. | |
1499 | |||||
………….. | Milano | Francia | |||
………….. | Francia | Con la sconfitta dei ducali passa al servizio dei francesi | |||
1516 | |||||
Ago. | Viene utilizzato da Gian Giacomo da Trivulzio come ambasciatore presso il re di Francia. | ||||
1518 | |||||
…………. | Lombardia | Viene eletto nel Collegio dei Decurioni di Milano. | |||
Ago. | Francia | Il Lautrec chiede agli abitanti del ducato la sovvenzione di 70000 scudi, di cui 25000 di spettanza degli abitanti di Milano. I cittadini fanno sapere di non essere in grado di far fronte a tale somma per cui inviano in Francia 4 loro ambasciatori. Tra costoro vi è anche Pietro da Birago. | |||
1521 | |||||
Ago. | Francia | Impero | Piemonte | Ha l’incarico dal Lautrec di agevolare il passaggio dei venturieri francesi dal Delfinato in Piemonte. | |
1522 | |||||
Gen. | Viene citato come ribelle del duca di Milano Francesco Sforza; gli sono confiscati i beni. | ||||
1524 | |||||
………….. | Francia | Impero | Toscana | Ottiene dal sovrano francese il mandato di raggiungere a Firenze, con il Mothe-Gagnon, Giovanni dei Medici per indurlo ad accettare il soldo dei francesi. | |
Nov. | 100 cavalli leggeri | Lombardia | Prende parte all’assedio di Pavia. | ||
1525 | |||||
Feb. | Lombardia Piemonte | Si impadronisce nel pavese di 6000 ducati, inviati dal doge di Genova al campo imperiale. Scorta al campo francese 70000 ducati spediti dal papa Clemente VII. Partecipa alla battaglia di Pavia; dopo la sconfitta, si unisce con il marchese di Saluzzo Michelantonio. | |||
Nov. | Viene ancora inviato presso Giovanni dei Medici per indurlo a ritornare al servizio dei transalpini. | ||||
1526 | |||||
Estate | Francia | Impero Ferrara | Emilia | A Modena con 80 cavalli leggeri. | |
Sett. | Emilia | Esce da Modena con i suoi uomini ed Ettore Giovenale (400 fanti). Si porta a Sorbara per ostacolare la traversata del Secchia a 100 cavalli spagnoli ed a 100 archibugieri che vogliono introdursi nel bolognese. Insegue i nemici; rafforzato dai cavalli leggeri di Bernardino d’Antignola, li mette in fuga (20 spagnoli catturati o uccisi). Rientra a Modena; se ne allontana con 100 cavalli e 300 fanti, raggiunge Correggio dove ha lasciato i prigionieri. E’ informato che costoro sono stati liberati dagli abitanti. | |||
Ott. | Emilia e Lazio | Tocca Albareto, nel modenese. Da qui prosegue per Roma. | |||
1527 | |||||
Gen. | Lazio | Viene inviato da Renzo di Ceri alla difesa di Frosinone con Giovambattista Savelli ed Alessandro Vitelli (1800 fanti) per impedire un attacco allo stato della Chiesa da parte del viceré di Napoli Carlo di Lannoy. Alla testa di 300 fanti e di alcuni cavalli esce dalla città con gli altri due capitani per sorprendere in un agguato ad Arnara 5 insegne di fanti spagnoli: nello scontro sono uccisi 80 fanti nemici; molti sono pure i prigionieri. I pontifici vengono in possesso anche di 2 insegne. | |||
Lug. | Impero | Francia | Piemonte | Alla guardia di Alessandria. | |
Sett. | Liguria | Fatto prigioniero in Alessandria, gli è dato un lasciapassare che gli permette di raggiungere Genova. | |||
1528 | |||||
Gen. | Lombardia | Ha l’incarico di capitano della darsena di Pavia. | |||
Feb. mar. | Lombardia | Ottiene il comando di 1000 fanti con 2 pezzi di artiglieria; si muove in soccorso dei difensori di Lecco. A fine mese si affiancano alle sue truppe anche Ludovico Barbiano da Belgioioso e Filippo Tornielli; Antonio di Leyva con il resto dell’ esercito si accampa a Pioltello. Iniziano gli attacchi contro Musso, alla cui difesa si trova Gian Giacomo dei Medici. Si dirige, poi, verso Lecco con tali capitani alla testa di 2000 fanti (1200 italiani, 300 lanzichenecchi e 650 spagnoli), 400 cavalli leggeri e 4 pezzi di artiglieria per gettare un ponte sull’Adda a Brivio e da qui penetrare nel bergamasco. Rientra nel pavese e cattura a Scaldasole Piero Giorgio di Ceri. | |||
Mag. | Lombardia | E’ inviato da Antonio di Leyva con 3000 fanti italiani, molti cavalli leggeri e sette pezzi di artiglieria in Lomellina; occupa i ponti sul Po per rendere sempre più difficili i collegamenti tra l’esercito francese in Piemonte e le truppe dislocate nel regno di Napoli. Ottiene Broni, Bassignana, Casei e Stradella. | |||
Giu. | Emilia | A Pontecurone. Con il Belgioioso ed il Tornielli cerca di ostacolare il passo ai veneziani condotti da Roberto da San Severino, da Carlo Malatesta da Sogliano e dal provveditore Francesco Contarini, i quali da Pizzighettone stanno puntando verso Alessandria per unirsi con i francesi del Saint-Pol. | |||
Ago. | Lombardia | Alla difesa di Pavia con Ludovico Barbiano da Belgioioso ed il capitano spagnolo Aponte. | |||
Sett. | Lombardia | E’ assediato in Pavia dal Saint-Pol e da Francesco Maria della Rovere. Alla guardia della darsena. Presto si rifugia nel castello con la moglie ed 800 uomini. Ferito da un colpo di archibugio ad una coscia, non vuole essere sollevato da terra affinché i suoi uomini, scoraggiati, non abbandonino la difesa. Muore dopo pochi giorni per le ferite riportate. Amico del poeta Bernardo Bellincioni. |
CITAZIONI
-“Non conobbe paura, oprando sempre virtuossimamente.” DE’ CRESCENZI
-Con Pietro Botticella “Capitani arditi e valenti.” TARCAGNOTA
-“Le capitain Piedro Virago, lequel est un tres homme de bien et gran guerrier.” Dauna lettera di Antonio de Leyva all’imperatore Carlo V, riportata dallo ZAPPERI
-Con Filippo Tornielli e Pietro Botticella, capitani della milizia degli “straccioni” “Era formata di 4000 uomini, per lo più milanesi, novaresi, pavesi, alessandrini e tortonesi, e dovunque si portavano seminavano il terrore e l’obbrobrio. Cavalli, bovi, vacche e contadini stessi, di tutto s’impossessavano e stringevano fra i ceppi gli stessi gentiluomini, sottoponendoli ad inauditi e vergognosi tormenti. Non pochi furono appesi alle travi o agli alberi legati ai testicoli, e a colpi di verghe e di aghi, fra i più dolorosi martirii, venivano spenti.” MAGENTA
-Con Pietro Botticella “Che erano valorosi capitani.” CONTILE
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