Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GALEOTTO MALATESTA Di Rimini. Guelfo.
Signore di Rimini, Cesena, Fano, Pesaro, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Sansepolcro, Senigallia, Osimo, Recanati, Jesi, Fossombrone, Ancona, Cervia, Bertinoro, Cattolica, Gemmano, Monte Colombo, Montescudo, Coriano, Gabicce Monte, Granarola, Catignano, Bagnacavallo, Cartoceto, Sant’Arcangelo di Romagna, Meldola, Sarsina, Pergola, Fermo. Figlio di Pandolfo Malatesta, fratello di Malatesta Guastafamiglia, padre di Carlo Malatesta, Andrea Malatesta e di Pandolfo Malatesta, cugino di Ferrandino Malatesta e di Giovanni Malatesta, zio di Galeotto Malatesta Ungaro e di Pandolfo Malatesta, genero di Rodolfo da Varano, suocero di Guidantonio da Montefeltro, di Ranuccio Farnese ed Astorre Manfredi.
1299 – 1385 (gennaio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1322 | Romagna | Con il fratello Malatesta Malatesta Guastafamiglia aiuta Ostasio da Polenta ad impadronirsi della signoria di Ravenna dopo che quest’ ultimo ha ucciso il cugino arcivescovo della città. | |||
1323 | |||||
Giu. | Romagna | E’ armato cavaliere a Rimini con il padre Pandolfo, il fratello Malatesta, il cugino Ferrandino, Ramberto e Giovanni Malatesta dall’arcivescovo di Ravenna Almerico di Castel Lucio. | |||
1324 | |||||
Mag. | Sposa in prime nozze Elisa della Vallette, nipote del rettore della marca d’ Ancona Amelio di Lautrec: la dote è stabilita in 1600 fiorini. Il pontefice chiede il suo aiuto al fine di contrastare gli estensi. | ||||
Ott. | Con il padre ed il fratello è nominato “cavaliere di Cristo” dal rettore della Marca. | ||||
1326 | |||||
Lug. | Romagna | Alla morte del padre è catturato con il cugino Ferrandino Malatesta da Ramberto Malatesta, conte di Ghiaggiolo. Il congiunto si autoproclama signore di Rimini; interviene dopo tre giorni il fratello Malatesta che obbliga il ribelle a fuggire dalla città. Galeotto, in tale circostanza, in un primo momento è costretto a seguire il suo carceriere a Santarcangelo di Romagna. | |||
Ago. | Con il fratello ottiene dal pontefice l’annullamento di una taglia di 3600 fiorini. | ||||
1327 | Rimini | Fano | Marche | Coadiuva Guido da Carignano a scacciare da Fano Giacomo da Carignano. | |
1330 | |||||
Apr. | Chiesa | Modena | Emilia | E’ sconfitto e fatto prigioniero da Guido e Manfredo Pio in uno scontro a Formigine. | |
1331 | |||||
…………….. | Lazio | A Roma. Al Colosseo prende parte ad una caccia al toro. Indossa un abito verde ed ha uno spiedo in mano. Il toro gli si avventa contro. Galeotto lo colpisce sulla schiena. Il toro inferocito lo colpisce al ginocchio: cade a terra. Lo libera dalla brutta situazione l’intervento di un amico, Cicco della Valle. | |||
Mag. | Chiesa | Malatesta | Romagna | Con il fratello assedia in Mondaino Malatestino Novello Malatesta, figlio di Ferrandino, che non vuole consegnare ai pontifici alcuni castelli del riminese. | |
1333 | |||||
…………….. | Chiesa | Ferrara | Emilia | Combatte le truppe del signore di Rinaldo d’Este e quelle della lega antipontificia. | |
Apr. | Emilia | E’ sconfitto e fatto prigioniero nella battaglia di Ferrara. Viene liberato senza il pagamento di alcun riscatto. | |||
Ago. | Malatesta | Chiesa | Romagna | Si ribella al cardinale legato Bertrando del Poggetto; si riconcilia a Scorticata con il cugino. Con l’aiuto degli aretini (400 cavalli) devasta le campagne di Rimini fino alle porte della città; si ferma a Santa Maria di Belvedere. | |
Sett. | Romagna | Occupa Mondaino; il fratello Malatesta, pure rilasciato dagli estensi dopo la battaglia di Ferrara, ritorna a Pesaro. Galeotto lascia Santarcangelo di Romagna con Ferrandino, supera il Marecchia con 1500 fanti, 160 cavalli e molti fuoriusciti ed attacca a Rimini la Porta di Sant’Andrea (Porta Montanara). Gli abitanti creano disordini all’interno della città e chiudono le strade con barricate. Un fautore di Ferrandino fa entrare 400 fanti attraverso la finestra di una casa che si trova sulle mura; i soldati occupano il trebbio, spezzano le catene della porta e fanno entrare nella città il cugino con il resto delle truppe. | |||
1334 | |||||
Gen. | Rimini | Chiesa | Aderisce alla lega avversaria del cardinale del Poggetto e dell’imperatore Giovanni di Boemia. | ||
Mar. | Marche | Con Ferrandino Malatesta, il fratello Malatesta Malatesta Guastafamiglia e Jacopo da Carignano si impossessa di Fano e di Fossombrone. | |||
Mag. giu. | Romagna | Con il fratello cattura a tradimento in Rimini Ferrandino con il figlio Guido. Il cugino è incarcerato a Gradara, il secondo è ucciso in prigione. | |||
………………. | Rimini | Malatesta | Marche | Lotta contro Ferrandino Novello Malatesta, altro figlio di Ferrandino, che è riuscito a sfuggire alla strage e gode del soccorso di Nolfo da Montefeltro. | |
1335 | |||||
Mar. | Marche | Il fratello Malatesta viene sconfitto a Tomba da Galasso da Montefeltro, da Antoniuccio della Tomba e da Ferrandino Novello Malatesta. | |||
Lug. sett. | Romagna e Marche | Con il fratello e Giovanni Malatesta ottiene Monleone dagli abitanti; ne assedia il castello; cadono pure in suo possesso Calbana, Calbanella e Secchiano. | |||
1337 | |||||
Giu. | Romagna | Si riconcilia con Ferrandino e Ferrandino Novello su mediazione di Ostasio da Polenta e del signore di Fermo Mercenario da Monteverde. | |||
1340 | |||||
Mag. | Marche | Con il fratello approfitta di una grave malattia di Guido da Carignano per impadronirsi di Fano. | |||
Lug. | Il papa Benedetto XII chiede soccorsi ai fiorentini affinché egli ed il fratello restituiscano allo stato della Chiesa le terre usurpate. | ||||
1342 | |||||
Ott. | Rimini | Comp. ventura | Romagna | E’ assalito nei suoi territori dalla Grande Compagnia di Guarnieri di Urslingen. Deve accordarsi con i venturieri. | |
1343 | |||||
Primavera | Romagna | Con il fratello ottiene dall’imperatore Ludovico il Bavaro l’investitura di Fano, di Pesaro e di Rimini. Nella divisione dei poteri a Galeotto va il governo di Fano; Malatesta ha quello di Rimini ed il nipote Pandolfo quello di Pesaro. | |||
Mag. | Romagna | Su mediazione del vicario di Romagna Filippo dell’Antella si ricompone una volta di più con il cugino Ferrandino. | |||
Giu. | Romagna | Si sottomette allo stato della Chiesa. E’ tolto l’interdetto ai suoi territori. | |||
1347 | |||||
Mag. | Ancona | Osimo | Marche | Entra in Osimo con il fratello. Viene ammonito dal papa. | |
Dic. | Marche | Riceve a Fano il re Ludovico d’Ungheria, diretto alla conquista del regno di Napoli. | |||
1348 | |||||
………………. | Rimini | Ancona Cingoli Fermo Jesi | Marche | Invade la marca d’ Ancona, conquista Senigallia, Jesi, Orciano, Cingoli, Montecosaro e Monterubbiano. In tal modo diviene in breve tempo signore di gran parte delle Marche . | |
Mag. | Marche | Esce da Fano; riceve dagli abitanti anche la signoria di Ascoli Piceno a seguito della loro ribellione ai danni del governatore dello stato della Chiesa. Rimane signore di tale città fino al 1353. Viene eletto dagli abitanti della città loro capitano generale al fine di combattere Fermo. | |||
Ott. | Marche | Sconfigge i nemici a Sassoferrato. Assedia tale città difesa da Ungaro degli Atti. Scaccia Lomo da Jesi da Jesi; dopo diversi giorni spostarsi a Fano, assalita da Gentile da Mogliano, signore di Fermo. | |||
Nov. | Marche | Sottomette Pergola e Rocca Contrada (Arcevia). Con il fratello Malatesta tende un’imboscata, nei pressi di San Severino Marche, all’esercito di Gentile da Mogliano in ripiegamento verso Fermo: numerosi sono i prigionieri e molte le vettovaglie che cadono in potere degli ascolani. Galeotto Malatesta torna ad Ascoli Piceno; si ferma più giorni sotto Fermo. Per strada mette a sacco i castelli di Marano, Castignano, Montolivo e Carassai. Occupa San Benedetto a Mare (San Benedetto del Tronto) grazie al tradimento di Pietro Mancini che gli cede la località dietro l’esborso di 1000 fiorini pagati dagli stessi ascolani. | |||
Dic. | Marche | Assedia Offida sotto le cui mura si accampa con le truppe. Rovina le strade all’intorno dell’abitato e rompe l’acquedotto che alimenta le fontane fuori le mura. I difensori vengono costretti alla resa. Si muove nei pressi di Ancona; conquista anche tale centro con l’aiuto del connestabile Vanni da Tolentino che lo fa entrare nell’ abitato per la Porta di San Cataldo. Irrompe nella città con il fratello Malatesta: i soldati commettono non poche ruberie ai danni degli abitanti. Nella località farà costruire le rocche di San Cataldo e di Santa Caterina. | |||
1349 | |||||
Apr. | Romagna e Israele | Con il nipote Galeotto Malatesta Ungaro (e la compagnia anche del fiorentino buffone e poeta Dolcibene) si imbarca a Rimini su una galea di Ancona diretto in Terrasanta in visita al Santo Sepolcro. Nell’occasione il Dolcibene compone un inno dedicato alla Vergine. | |||
Ago. sett. | Marche | Rientra dalla Palestina. E’ scoperta in Ascoli Piceno una trama ai suoi danni: due congiurati sono decapitati in Piazza dell’Arengo ed altri due, ai primi di settembre, al campo di Parignano. I loro corpi sono squartati e brandelli di carne sono issati sulle picche dei soldati. Fa incarcerare anche il vescovo della città Isacco Bindi con due suoi fratelli: il prelato, infatti, si è presentato al suo cospetto con i paramenti sacri per rimproverarlo con asprezza. I tre sono rinchiusi in prigione e saranno liberati solo dopo undici mesi. Gli abitanti fuggono nelle loro abitazioni. Gli uomini di Galeotto Malatesta saccheggiano e chiudono le chiese soffocando nel sangue qualsiasi tentativo di rivolta. E’ scomunicato ed Ascoli Piceno deve subire l’interdetto. Nel corso dell’anno fa restaurare Porto d’Ascoli; nella città fa costruire un forte, nelle vicinanze di Porta Maggiore, sulle rive del torrente Castellano: tale costruzione viene demolita con la sua cacciata dalla città per essere ricostruita secoli dopo da Sangallo il Giovane. Sempre nell’anno ordina l’edificazione di un altro cassero sul colle pelasgico: anche questo forte sarà abbattuto per essere ricostruito dalle fondamenta per volontà del papa Pio IV (Fortezza Pia). Il Malatesta, inoltre, fa sistemare i fossati che circondano la città, rafforzare le mura di cinta e pavimentare le strade cittadine. | |||
Nov. | Marche | Si impadronisce di Carassai mentre il fratello Malatesta soggioga San Benedetto del Tronto e Montolmo (Corridonia). | |||
1350 | |||||
Gen. apr. | Marche | Si forma in Ascoli Piceno una nuova congiura ai suoi danni. La trama gli è rivelata da Lozzo da Cascia che per la delazione riceve un premio di 100 fiorini. Ai primi di febbraio vengono catturati 4 congiurati: costoro sono fatti trascinare per le vie cittadine alle code di 4 cavalli. In piazza dell’Arengo sono squartati ed i loro cadaveri sono ridotti a pezzi; le loro teste vengono infisse sulle picche. Gli si ribellano a causa del suo carattere tirannico i castelli della montagna ascolana di Monte Calvo, Arquata del Tronto, Quintodecimo, Cocoscia, Lisciano di Colloto, Cervara, Appignano del Tronto, Folignano ed Acquasanta Terme. Allo scopo di calmare gli animi dei cittadini e quelli degli abitanti dei vicini monti ai primi di aprile il Malatesta promette la liberazione dal carcere del vescovo e dei suoi fratelli (il che avviene nel successivo agosto); nello stesso tempo bandisce da Ascoli Piceno molti abitanti. Durante una sua assenza i fuoriusciti si accostano alle mura della località, si fermano fuori Porta Romana ed assalgono i suoi uomini. I nemici sono respinti con molte perdite: 6 uomini vengono impiccati davanti alla porta. Il Malatesta effettua subito una spedizione punitiva ai danni dei ribelli; avanza sino ad Acquasanta Terme, dove colloca il suo quartiere generale. Da tale località per quattordici giorni opera ininterrotti rastrellamenti che terminano con morti e prigionieri. Lascia Acquasanta Terme. | |||
Mag. | Marche | Affronta ancora Gentile da Mogliano per il possesso di alcuni castelli di confine e per l’uso del porto fluviale posto alla foce del Tronto. Occupa Santa Vittoria in Matenano (grazie alla diserzione notturna dell’intero presidio di quaranta uomini), si spinge a Servigliano e sfida a battaglia il Mogliano. Conquista Petritoli dopo otto giorni di assedio; ottiene Monteguidone e Monte San Pietrangeli. Rientra in trionfo ad Ascoli Piceno carico di bottino e con numerosi prigionieri ed ostaggi al suo seguito. | |||
Giu. lug. | Marche | A metà mese lascia Santa Vittoria in Matenano per fare ancora rientro ad Ascoli Piceno; si accampa nei pressi di Castel San Pietro, sottomette la località dopo una settimana di assedio. Ai primi di luglio occupa Quinzano, Castelfiorito, Vindola e Roccafluvione. | |||
Sett. | Marche | Con gli ascolani e 300 soldati di Ripatransone si porta in soccorso di Osimo, assediata da 600 fanti e nove compagnie di cavalli di Fermo. Costringe gli avversari a sospendere ogni operazione. Galeotto Malatesta è accolto come liberatore; stabilisce la sua signoria anche su tale città. Sulla via del ritorno occupa Civitanova Marche, ove cattura Ruggero da Mogliano, figlio di Gentile: tutti i prigionieri vengono condotti ad Ascoli Piceno. | |||
Ott. | Napoli | Ungheria | 300 cavalli | Abruzzi | Stipula a Rimini la pace con Gentile da Mogliano; tutti i prigionieri sono liberati compreso il figlio del Mogliano. Galeotto Malatesta è assoldato dal gran siniscalco del regno di Napoli Niccolò Acciaiuoli al fine di contrastare le truppe del re Ludovico d’Ungheria. Penetra negli Abruzzi per recuperare L’Aquila. Tocca Chieti e Lanciano; è sconfitto nei pressi della seconda località da Corrado Lupo. Analoghi insuccessi riporta a Monteodorisio ed a Vasto; ritorna nelle Marche. |
1351 | |||||
Mag. | Rimini | Fermo | Marche | Si impadronisce con gli abitanti di Ascoli Piceno di Montefalcone Appennino: gli ascolani recuperano nell’occasione il vessillo sottratto loro dagli abitanti di Fermo tre anni prima con l’occupazione e la distruzione di Porto d’Ascoli da parte di Gentile da Mogliano. | |
Mag. | Marche | Con gli ascolani riprende le ostilità; toglie ai fermani alcuni castelli ed occupa gran parte della Marca meridionale. E’ pure catturato Ruggero da Mogliano, figlio di Gentile in uno scontro nei pressi di Civitanova Marche. | |||
Giu. ott. | Rimini | Fermo | Marche | L’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti fa da paciere nella contesa tra Ascoli Piceno e Fermo. Il Visconti invia tre ambasciatori nelle Marche (Tommaso da Lampugnano, Iacopo Boffi e Niccolò dei Fei). Ai primi di luglio le due parti si incontrano a Monterubbiano ed a fine ottobre sono stipulati gli accordi di pace ad Ascoli Piceno nel palazzo del Malatesta. | |
1352 | |||||
Gen. | Marche | Fa rafforzare le difese del castello di Porto d’Ascoli. | |||
Feb. | Marche | E’ scoperta in Ascoli Piceno una nuova congiura ai suoi danni. La reazione è così violenta che il vescovo della città è costretto a chiedere al pontefice il suo trasferimento alla sede di L’Aquila. Il presule è sostituito da Paolo di Barzano. | |||
Mag. | Marche | Galeotto Malatesta, alla testa degli ascolani del quartiere di Sant’ Emidio muove contro il castello di Petritoli, lo assedia e ne distrugge le mura ed i raccolti. Da qui si sposta contro il castello di Monte Vidon Combatte. Lo conquista. Ne è preso possesso dagli abitanti del quartiere di Sant’Emidio. Costoro vengono di seguito avvicendati dai cittadini del quartiere di Santa Maria Inter Venias. | |||
…………….. | Marche | Nuova trama in Ascoli Piceno. I congiurati sono catturati, trascinati a coda di cavallo per le vie cittadine ed impiccati. | |||
Sett. | Rimini | Ribelli | Marche | Decide di farla finita con i signori della montagna ascolana. Occupa i castelli di Lugo, Fonditorio, Castel San Pietro, Santa Maria in Lapide, Vitreto e Monte Passilli. Nel medesimo tempo gli ascolani si sollevano al suo dominio; nella rivolta è ucciso il suo vicario con altri 25 uomini. Il Malatesta si barrica nella fortezza di Porta Maggiore. Questa è espugnata; nell’ attacco trovano la morte molti dei suoi fautori, mentre altri si salvano con la fuga attraverso il Ponte di Cecco, chiamato poi il “ponte delle sortite”. Galeotto Malatesta lascia per sempre Ascoli Piceno. Nel periodo risponde in modo negativo agli inviti degli emissari di Firenze, Lucca, Pisa e Perugia che desiderano anche la sua presenza in un’ ambasceria da inviarsi in Germania per sollecitare l’aiuto dell’imperatore Carlo di Boemia contro i Visconti. | |
…………….. | Abruzzi | Viene nominato dal re di Napoli Luigi di Taranto viceré d’Abruzzo e gran giustiziere del regno. Opera tra Chieti e Lanciano. | |||
Dic. | Napoli | Ungheria | Campania | Campania | Invita fra Moriale a comparire davanti al sovrano. Il condottiero non accetta. Galeotto Malatesta entra in Aversa mentre l’avversario si rinchiude nel castello. A fine mese, o agli inizi del gennaio successivo, fra Moriale finisce per arrendersi a condizioni, salva la vita per sé, per i suoi uomini e la concessione di 1000 fiorini. |
1353 | |||||
Lug. | Rimini | Fermo Cingoli | Marche | Lotta ancora contro Gentile da Mogliano. Rafforza le difese di Fano verso il mare. Sconfigge il capitano avversario ed assedia Fermo. L’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti impone una breve tregua tra i contendenti. Assedia Cingoli. | |
Ago. | Marche | Entra in Cingoli ed occupa, in breve progressione, Montecchio (Treia), Montecosaro e Monterubbiano. Assedia una volta di più il Mogliano in Fermo. | |||
Sett. nov. | Rimini | Comp. ventura | Marche | Ottiene per trattato Porto San Giorgio. Gentile da Mogliano chiama in suo soccorso la Grande Compagnia di fra Moriale. I venturieri non solo costringono Galeotto Malatesta a desistere dalle operazioni di assedio, ma si trasferiscono anche nei suoi stati con le relative devastazioni del caso. | |
1354 | |||||
Gen. | Marche | Gli avversari, con l’aiuto di Ludovico Ordelaffi, occupano Montefeltrano; Galeotto Malatesta cavalca allora a Montefano per darne alle fiamme il castello: gli abitanti gli si oppongono per cui è costretto a ritirarsi. | |||
Feb. ago. | Marche Umbria e Toscana | Si colloca alla difesa di Fano. Subisce da parte della Grande Compagnia la distruzione di 44 castelli; cerca invano soccorsi in Toscana per fronteggiare i venturieri. Si reca a Perugia, a Siena ed a Firenze: i fiorentini gli promettono 200 cavalli che ritornano nei loro contadi allorché perugini e senesi non danno esito ai loro impegni. Il Malatesta si accorda con fra Moriale cui riconosce una taglia di 60000 fiorini: l’ultima rata scade a metà agosto e fino a tale momento il nipote Galeotto Malatesta Ungaro rimane come ostaggio in potere della compagnia. A luglio è citato dal papa a comparire ad Avignone. | |||
Ott. | Romagna | Non si reca in Francia, per cui viene condannato in contumacia dal papa. | |||
1355 | |||||
Feb. | Marche | Scomunicato, è aggredito nelle sue terre dalle milizie del cardinale Egidio Albornoz. | |||
Mar. | Marche | Sfida a duello il cardinale Albornoz; il presule accetta. Galeotto Malatesta preferisce rinunciare al progetto. Esce da Ancona con 600 barbute ed espugna un castello nei pressi di Recanati. Assedia la città dopo avere fortificato il suo campo con una trincea. E’ assalito per due volte da Rodolfo da Varano alla testa di 800 cavalli e molti fanti. | |||
Apr. | Marche e Umbria | Gli abitanti del castello di Paterno d’Ancona si mettono d’accordo con i pontifici e chiedono soccorsi al marchese Fernando Blasco (Blasco di Bonviso). Al castello giungono gli esattori dei Malatesta al fine di riscuotere le gabelle; la popolazione si ribella e chiude le porte in faccia agli emissari dei signori di Rimini giunti a chiedere ragione del loro comportamento. Il Malatesta marcia da Ancona contro gli abitanti; colloca il suo alloggio in un piccolo ospedale. Blasco di Belviso fa entrare di notte nel centro per la porta rivolta verso Jesi numerose schiere. Attaccato dagli avversari in un punto male sorvegliato del campo, il campo malatestiano viene occupato da Rodolfo da Varano. Galeotto Malatesta si rafforza allora nel borgo con 400 cavalli: respinge tre assalti in uno scontro che dura dalle prime ore del mattino a mezzodì. Circondati da ogni parte, i suoi uomini si danno, infine, alla fuga. Due volte catturato nel corso del combattimento, Galeotto Malatesta viene liberato dai suoi cavalli. Da ultimo gli è uccisa la cavalcatura; mentre cerca di salvarsi è ferito ad una coscia e viene catturato dal connestabile Everardo di Anstorp. Costui nel successivo luglio riceve per tale fatto un premio di 200 fiorini. Galeotto Malatesta è messo in carcere a Gubbio nel Palazzo dei Consoli; il cardinale Albornoz minaccia Galeotto di morte; l’Acciaiuoli interviene a sua favore. Persuade il fratello Malatesta a capitolare. A ricordo di questa vittoria a Paterno di Ancona viene consacrata una cappella in onore di San Giacomo che andrà distrutta nel tempo. | |||
Giu. | Liberato, fa atto di soggezione; ai Malatesta viene concesso per dodici anni il vicariato di Rimini, Fano, Pesaro e Fossombrone dietro un censo annuo di 9000 fiorini e la fornitura, sempre annuale, di 100 cavalli per tre mesi. I signori di Rimini, inoltre, si impegnano a non muovere guerra nelle terre della Chiesa, né a prendere parte ad alcuna lega ostile al papato; avrebbero, infine, dovuto prestare il giuramento di fedeltà al papa ogni primo anno del suo pontificato. Nella divisione dei beni con il fratello a Galeotto Malatesta è assegnata la signoria di Fano. | ||||
Ago. | Marche | Accoglie in Fano il cardinale Albornoz. E’ assolto da ogni censura ecclesiastica. | |||
1356 | |||||
Apr. | Chiesa | Forlì Faenza | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | Romagna | Ottiene la nomina di gonfaloniere dello stato della Chiesa con il riconoscimento di una provvigione mensile di 500 ducati: la cerimonia avviene a Rimini nella chiesa di San Giuliano. Ha anche in affitto per cinque anni, dall’ arcivescovo di Ravenna, alcuni castelli del riminese, peraltro già in suo possesso, quali Gemmano, Monte Colombo, Montescudo, Marazzano, Coriano e nel pesarese Gabicce, Cattolica, Gazolo, Granarola, Fanano e Catignano. Apre le ostilità nei confronti di Ludovico Ordelaffi con 1000 cavalli. |
Mag. | Romagna | Distrugge la palizzata che protegge il porto di Cesenatico; si reca al campo di Ronta nel cesenate dove si trova Roberto Alidosi con l’esercito crociato nel quale si contano 12000 soldati e 3000 guastatori. Al suono delle trombe i suoi uomini danno il guasto a tutto il contado. A metà mese si sposta sulla Limata dove stanzia quattordici giorni, attraversa il ponte del Ronco e si sposta nel forlivese per rimanervi fino al termine del mese. Galeotto Malatesta Ungaro si allontana con una parte dell’ esercito per porre il suo campo presso il Savio, nel cesenate, in località Torre del Vescovo. | |||
Giu. | Romagna | Si attenda a Matalardo ed a Bulgaria. A metà mese ottiene per tradimento il castello di Montevecchio da Giovanni di Montevecchio dietro la promessa di 400 ducati. | |||
Lug. | Romagna | E’ segnalato al campo di San Valeriano in Livia tra il fiume Ronco ed il canale; distrugge i raccolti; supera il fiume, si porta a San Martino, a Ronco, a Maiano Monti; depreda il contado di Forlimpopoli e di Bagnolo; si accampa a Villafranca. Arretra davanti alla Grande Compagnia, ora comandata dal conte Lando. | |||
Ago. dic. | Romagna | Si trasferisce nel faentino e colloca il campo a Cosina. Devasta il territorio finitimo. Ha ragione della resistenza dei Manfredi che a dicembre fanno atto di sottomissione al cardinale Albornoz. Sempre in questo mese entra in Faenza in trionfo; riceve dal cardinale legato il vicariato di Bagnacavallo e di altri castelli. | |||
1357 | |||||
Mar. | Romagna | Rientra nel forlivese con il nipote Galeotto Malatesta Ungaro e Roberto Alidosi. Presto si congiungono loro anche Ostasio da Polenta e l’ex-alleato di Francesco Ordelaffi Giovanni Manfredi. | |||
Apr. | Capitano g.le | Marche Romagna | Ha inizio la campagna: il campo viene collocato a Brusada dove viene rifornito con facilità di vettovaglie e di foraggio provenienti da Faenza, da Imola, da Bologna e da Ravenna. Si reca a Fano per accogliervi il cardinale Albornoz proveniente da Ancona: si decide di attaccare Cesena. Gli è dato il comando delle operazioni. Scorre le campagne con Ostasio da Polenta, depreda i villaggi, si procura molti prigionieri. A fine mese Cesena si solleva a favore dei pontifici. Cia degli Ubaldini, moglie di Francesco Ordelaffi, si ritira nella rocca con figli e nipoti dopo avere fatto dare alle fiamme gli edifici e le case circostanti. | ||
Giu. | Romagna | A fine mese obbliga alla resa Cia degli Ubaldini. Occupa Bertinoro a seguito di una scaramuccia davanti ad una porta; i pontifici hanno modo di mescolarsi con gli abitanti che, usciti dalla città per respingere i suoi uomini, si danno ad una disordinata fuga. I pontifici irrompono nella città. | |||
Lug. | Romagna e Marche | Assedia il castello di Bertinoro; fa scavare (come a Cesena) alcuni cunicoli sotto le mura per farle crollare. Giovanni Ordelaffi, che ne è alla difesa, rinuncia in breve tempo alla lotta. Con l’arrivo in soccorso a Francesco Ordelaffi della Grande Compagnia il Malatesta si ritira a Fano. | |||
1358 | |||||
Gen. | Marche | Con il fratello ottiene dal papa Innocenzo VI, dietro un canone annuo di 300 fiorini, il vicariato di altri castelli nei contadi di Rimini, di Fano e di Fossombrone. | |||
…………….. | Chiesa | Milano | Emilia | Viene battuto dai viscontei nel bolognese. Rimane ferito in un piccolo scontro. | |
Apr. | Romagna | Assedia Forlì. Si accampa al ponte di Ronco e vi fa costruire una bastia. | |||
Lug. | Romagna | Ottiene a patti Meldola. | |||
1359 | |||||
Lug. | Romagna | Con Albertaccio Ricasoli e il cardinale Albornoz organizza in Forlì una festa per solennizzare la vittoria su Francesco Ordelaffi. | |||
1360 | |||||
Mag. | Capitano g.le | Emilia | A Bologna. E’ eletto capitano generale dei pontifici. | ||
Lug. | Marche | Toglie Corinaldo a Niccolò da Buscareto, che si è ribellato allo stato della Chiesa; si impadronisce del castello e lo fa dare alle fiamme previo saccheggio da parte dei suoi soldati. La città è rasa al suolo. Si volge contro Buscareto e Montenovo (Ostra Vetere) che sono soccorsi dai viscontei di Anichino di Baumgarten. I suoi attacchi vengono respinti. Cede il comando al nipote Pandolfo e rientra nel bolognese. | |||
Ago. | Marche | Con il ritiro di Anchino di Baumgarten Niccolò da Buscareto cede anche il castello di Buscareto. | |||
Sett. | Emilia | Giungono 6000 ungheri condotti da Simone della Morte: occupa Castenaso, recupera Varignana-Palesio e vi fa molti prigionieri che sono condotti a Bologna. | |||
Ott. | Emilia | Rientra a Bologna con il cardinale Albornoz; vi viene accolto con grandi feste ed onori. Per vendicarsi di Rodolfo da Varano, che lo ha sconfitto a Paterno d’Ancona, Galeotto Malatesta lo fa catturare a Fermo da Giovanni Visconti da Oleggio con l’accusa di tradimento: il signore di Camerino è trovato innocente dal cardinale legato e viene liberato il mese seguente. Sempre a metà ottobre esce ancora da Bologna; assale la bastia di Casalecchio di Reno (o della Canonica) alla cui difesa si trova Pagano di Panico. Al rientro nel capoluogo arma alcuni cavalieri assieme a Niccolò Acciaiuoli. | |||
Nov. | Emilia | Bernabò Visconti licenzia in Lombardia 1000 ungheri che si dirigono su Reggio Emilia: costoro sono subito assoldati dal cardinale Albornoz che si avvale anche delle truppe di Feltrino Gonzaga. Il Malatesta affianca Simone della Morte nel modenese; cinge d’assedio Castelfranco Emilia e raggiunge nel parmense gli ungheri con 1000 barbute tedesche. | |||
Dic. | Emilia | Valica la Fossata e penetra nel borgo di Sant’Elpidio a Parma; incendia la Porta di San Francesco a Codiponte; è messo in fuga da un assalto dei difensori. Come risposta desola il parmense per venticinque giorni con arsioni e ruberie. Ritorna a Bologna; Simone della Morte viene sospettato di essersi fatto corrompere da Bernabò Visconti. | |||
1361 | |||||
Gen. | Emilia | Ottiene rinforzi dal duca d’Austria. Assale Castelfranco Emilia ed altri fortilizi. | |||
Feb. | Romagna | Va a vuoto un suo tentativo di occupare Lugo: non viene seguito nell’azione da gran parte dei suoi uomini e dagli ungheri per la mancanza di denaro. | |||
Mar. | Emilia Romagna e Marche | Alla difesa di Bologna con il fratello Malatesta. Spinto dal bisogno si sposta a Molinella ed a Argenta; si imbarca sul Po di Primaro e si porta ad Ancona con Antonio Galluzzi ed Ubaldino Malavolti allo scopo esporre la situazione all’Albornoz. Il cardinale si reca in Ungheria dal re Ludovico alla ricerca di denari e di milizie per continuare la guerra contro i viscontei. | |||
Giu. | Emilia | Giovanni di Bileggio tenta di tagliare l’ultima via dei rifornimenti rimasta ai bolognesi, vale a dire la strada degli Appennini che porta a Firenze. | |||
Lug. | Romagna e Emilia | Giovanni di Bileggio inizia la costruzione di una bastia sul Savena, a San Ruffillo. Galeotto Malatesta con 500 barbute e 300 ungheri, raccolti a Faenza per fare fronte a Francesco Ordelaffi che sta infestando il riminese, cavalca ad Imola ed entra all’improvviso in Bologna senza che gli avversari se ne accorgano. Spedisce subito un grosso contingente a Jola, un punto che domina la pianura, male sorvegliato dai viscontei. Arma cavalieri alcuni capitani quali Blasco Gomez; si collega con il nipote Galeotto Malatesta Ungaro ed insieme (700 barbute, 300 ungheri e 4000 bolognesi) attaccano all’alba i nemici sul Savena (1500 cavalli, 2000 fanti e molti partigiani degli Ubaldini) fuori Porta Santo Stefano. L’esercito è diviso in due parti; al comando dell’ala destra si trova Gomez Albornoz (sostituito da Piero Farnese allorché lo spagnolo, ferito in modo grave, deve lasciare il campo), alla sinistra Blasco Fernandez, mentre egli si colloca al centro con la cavalleria pesante. I bolognesi si pongono alla retroguardia. I viscontei vengono sconfitti in modo pesante: nella battaglia muoiono 970 uomini e ne sono catturati altri 1300, tra i quali vi sono il Bileggio e Gaspare e Giovanni degli Ubaldini. Tra i pontifici i morti sono 200 compreso Blasco Fernandez, sepolto a Bologna nella chiesa di San Francesco. Tutti i prigionieri sono condotti nella città: i tedeschi ed i connestabili sono rilasciati con le armi ed una cavalcatura, i capisquadra, invece, possono allontanarsi con la sopravveste e la spada. Grandi sono le feste organizzate per la vittoria in Bologna; viene pure elargita in elemosina una notevole somma di denaro. Il senato bolognese ordina che per commemorare tale giorno nel futuro si corra un palio per la strada di Santo Stefano con premio una pezza di velluto ed un pennone raffiguranti San Ruffillo e lo stemma cittadino, nonché uno stocco dorato, manopole di ferro, lancia, scudo e speroni. Si dispone anche che, sempre annualmente per tale festività, siano donate al cappellano di San Ruffillo dieci lire e che la mattina sia celebrata una messa nella piazza di Santo Stefano con l’esposizione del palio premio della corsa. Si narra che, poco prima della battaglia, una donna, Francesca da Polenta, figlia del signore di Ravenna Bernardino e moglie del bolognese Alberto Galluzzi, soprannominata per la sua bellezza Venusta, abbia donato a Galeotto Malatesta tre fiaschi impagliati con erica dorata ed argentata, (contenenti uno giulebbe, uno succo di frutta bollito con zucchero, uno vino ed aceto rosato) ed una grande cesta di pane bianco con una lettera in cui si raccomandano i beni dei bolognesi al valore del signore di Rimini. | |||
1362 | |||||
Mag. | Emilia | Raduna le truppe a Modena, si dirige a Massa Finalese dove vi allestisce una bastia. | |||
Lug. | Emilia | Nel parmense. Sconfigge i viscontei nei pressi di Peschiera. | |||
……………. | Napoli | Campania | Viene convocato a Napoli dalla regina Giovanna d’Angiò; è nominato viceré e gli è dato l’incarico di reprimere il locale brigantaggio con 400 barbute. | ||
1363 | |||||
Feb. | Il papa Urbano V gli rinnova anzitempo la concessione dei vicariati di Rimini, di Fossombrone e quello dei castelli di Cartoceto e di San Biagio per altri dieci anni; lo dispensa dal raggiungerlo alla corte pontificia di Avignone per il relativo giuramento. | ||||
Ott. | Il fratello Malatesta rinuncia alla signoria di Rimini a suo favore. | ||||
Nov. | Firenze | Pisa | Capitano g.le | Toscana | Osteggiato alla corte angioina, depone ogni incarico e passa al servizio dei fiorentini per contrastare i pisani comandati da Alberto Sterz. Viene eletto capitano generale al posto del nipote Pandolfo. |
1364 | |||||
Gen. | Emilia | Presto si congeda. Si reca a Bologna e lascia la città con Gomez Albornoz che ha terminato nella località il suo mandato di rettore. | |||
Apr. | Emilia | A Bologna, per rendere atto di omaggio al nuovo legato pontificio, il cardinale Androino di Cluny. | |||
Giu. | Firenze | Pisa | Capitano g.le | Toscana | Viene richiamato in Toscana dai fiorentini che lo nominano loro capitano al posto di Arrigo di Montfort. |
Lug. | Toscana | Si reca a Firenze; perde alcuni giorni circa le prerogative dei suoi poteri; riceve le insegne del comando a metà mese da Angelo Bardi e raggiunge Peccioli. A fine mese si muove contro gli avversari lo stesso giorno in cui costoro sono stati sconfitti a Rifredi l’anno prima. Si accampa con 4000 cavalli e 11000 fanti a Cascina. Si ammala di terzana per cui sono Manno Donati e Bonifacio Lupo a governare le truppe. Costoro rafforzano la strada che porta a San Savino ed a Pisa e vi fanno appostare lungo i lati i fanti dei conti Guidi, quelli aretini e Ricceri Grimaldi con 400 balestrieri genovesi. A causa del gran caldo i fiorentini si tolgono le armi, si allontanano dal campo alla ricerca di cibo, fanno il bagno nell’Arno. I pisani cercano di trarre profitto da tale disordine; verso mezzodì Giovanni Acuto attacca il campo fiorentino. Viene respinto dagli interventi di Ricceri Grimaldi, di Manno Donati, dei tedeschi di Arrigo di Montfort e dei conti Giovanni e Rodolfo d’ Asburgo. Galeotto Malatesta si fa vivo solo al termine dello scontro quando fa muovere l’insegna reale: non permette di inseguire i fuggitivi perché teme un agguato da parte dell’Acuto. Nello scontro vi sono più di 1000 morti e sono catturati più di 2000 uomini: i forestieri sono subito rilasciati secondo gli usi del tempo. Il Malatesta si sposta a Montopoli in Val d’Arno ed a Marti e, come a San Ruffillo, concede ai suoi uomini paga doppia e mese compiuto: l’iniziativa costa ai fiorentini 170000 fiorini. Si avvicina a Pisa ed a San Piero a Grado fa impiccare, in segno di disprezzo per i nemici 2 grosse cornacchie, 2 cani (o due asini) e 2 montoni con la scritta “veniste come montoni & come chani asaglire il nostro campo. E così come chani & montoni v’abiamo tractati”; fa correre il palio dei barattieri e delle meretrici. Secondo il costume del tempo al campo si batte moneta; sono coniati i cosiddetti fiorini della vittoria che mostrano da un lato San Giovanni che tiene in mano le catene del porto di Pisa e, dall’altro, il giglio. Il Malatesta si reca a San Miniato, vi arma alcuni cavalieri e si dirige a Firenze. I pisani fatti prigionieri (un migliaio) sono legati e caricati su 50 carri al fine di essere trasportati nel capoluogo: nel primo carro si trova anche un’aquila allevata dagli avversari e catturata dai fiorentini durante il combattimento dopo averla ferita. I prigionieri sono utilizzati per la costruzione in piazza della Signoria della Loggia dei Pisani. I fiorentini, grati al santo del giorno (San Vittore), che ha contribuito al buon esito della giornata, gli dedicano per riconoscenza un altare in Santa Maria del Fiore. Il ricordo della vittoria sarà a lungo ricordato a Firenze con la corsa di un palio per le vie cittadine. Galeotto Malatesta entra in Firenze per la Porta di San Frediano, salutato come un eroe: su questa è innalzata l’insegna del comune, il leone (il Marzocco) di cui i prigionieri pisani vengono costretti a baciare le terga. L’ingresso trionfale del Malatesta viene ricordato in ottava rima da Antonio Pucci. | |||
Ago. | Toscana | Attacca Lucca e si attesta a San Piero in Campo: sorgono continue risse tra i suoi mercenari inglesi e quelli tedeschi che si concludono con morti e feriti da entrambe le parti. Preda Moriano e congeda una parte delle milizie. | |||
Sett. | Toscana | E’ firmata la pace con i pisani. Rientra a Firenze per deporre le insegne del comando. | |||
1364 | Marche | A Fano, per timore di scorrerie da parte di compagnie di ventura inglesi. | |||
1365 | |||||
Feb. | Marche | Rafforza i presidi dei territori sottoposti alla sua signoria. | |||
Mag. | Marche | Si incontra a Fano con gli ambasciatori fiorentini Niccolò Acciaiuoli e Stefano Buonincontri per discutere un’alleanza con il re di Napoli, con Genova, con gli estensi ed altri signori romagnoli. | |||
1366 | |||||
Giu. | Il papa Urbano V chiede il suo aiuto per reprimere la Compagnia di San Giorgio, guidata da Ambrogio Visconti e dall’Acuto. | ||||
1367 | |||||
Ott. | Lazio | Giunge a Viterbo con 500 fanti per rendere omaggio al papa che proviene da Avignone. A metà mese con i nipoti Galeotto Malatesta Ungaro e Pandolfo, Rodolfo da Varano, Niccolò d’Este ed il conte Amedeo di Savoia marcia con i suoi fanti armati di corazzine davanti al pontefice Urbano V; lo scorta fino a Roma. Smonta in San Pietro ed arma cavalieri due riminesi. Lo stesso giorno si sposa con Gentile da Varano, figlia di Rodolfo e vedova di Gentile Orsini. | |||
1368 | |||||
Gen. | Lazio ed Emilia | E’ nominato dal pontefice senatore di Roma per sei mesi. Accompagna a Bologna il cardinale legato Anglico Grimoard, fratello del pontefice. | |||
Feb. | Emilia e Veneto | Con il cardinale Grimoard e Blasco Gomez si reca a Ferrara, a Padova ed a Venezia per organizzare le truppe che hanno il compito di combattere i Visconti. | |||
Apr. | Chiesa | Milano | 50 lance | Emilia | Con Rodolfo da varano si incontra a Bologna con Carlo di Boemia reduce dalla Lombardia. |
Mag. | Lombardia | Prende parte all’assedio della bastia di Borgoforte che blocca l’avanzata alle milizie della lega; a fine mese batte nei pressi gli avversari. | |||
Giu. | Marche | A Senigallia con Rodolfo da Varano. | |||
Lug. | Marche | Ospita a Fano il cardinale Grimoard, Guido da Polenta, Francesco Gonzaga, Niccolò ed Ugo d’Este, gli Alidosi, Feltrino Gonzaga, il Varano, Giovanni da Bagnacavallo, Francesco e Marsilio da Carrara. | |||
1369 | |||||
Feb. | Viene compreso nell’effimera pace stipulata tra lo stato della Chiesa ed i Visconti. | ||||
Apr. | Il papa Urbano V gli rinnova le concessioni in essere. | ||||
…………….. | Ottiene una condotta dall’imperatore di Costantinopoli. | ||||
1370 | |||||
………………. | Chiesa | Perugia | |||
Sett. | Il papa è costretto a rientrare ad Avignone. | ||||
1371 | |||||
…………….. | Appoggia Niccolò d’Este ai danni di Manfredino da Sassuolo. | ||||
Lug. | A metà mese acquista per 18000 fiorini Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) da Raimondo di Montalto, il cardinale de Grissac, vescovo di Albano Laziale, fratello del pontefice Urbano V morto da poco. Il Malatesta consegue in tal modo il controllo del Montefeltro e della Valle Tiberina verso Città di Castello La somma è da pagarsi in tre rate; ne sono mallevadori i nipoti Galeotto Malatesta Ungaro e Pandolfo. Galeotto è infeudato di Sansepolcro dal papa Gregorio XI. Gli abitanti della località sono costretti a riconoscergli ogni anno una rendita di 600 fiorini e la fornitura al suo servizio di un certo numero di fanti. Da parte sua fa restaurare le mura cittadine, costruire 4 rocche, una per ciascuna porta; edificare una torre alta 60 braccia; abbattere le case contigue alla cinta muraria compresi una chiesa e l’ospedale di San Niccolò, spostati, peraltro, in altro sito; fa anche ampliare il palazzo del comune. | ||||
Nov. | Chiesa | Milano | Capitano g.le | E’ nominato con il conte Amedeo di Savoia capitano generale della lega antiviscontea. | |
1372 | |||||
Mar. | Marche | Riceve a Fano il legato pontificio Pietro di Bourges. | |||
Estate | Emilia | Risiede a Bologna con il legato pontificio. | |||
………………. | Emilia | Giunge a Modena e vi coordina l’azione degli uomini d’arme pontifici; deve presto declinare dall’ incarico di capitano generale perché la morte di Galeotto Malatesta Ungaro lo priva dell’ausilio di un valido e fidato luogotenente. | |||
1373 | |||||
Gen. | Alla morte del figlio Pandolfo assume pro tempore il potere nel vicariato di Pesaro. Intenta pure una causa, in merito a controversie riguardanti le modalità di riscossioni fiscali nel territorio (richiesta di restituzione di 34650 ducati), ai danni dei tutori del nipote Malatesta (il futuro Malatesta dei Sonetti). | ||||
Mar. | Emilia | Al governo di Bologna. Il papa lo chiama a mediare in una contesa sorta tra gli Orsini ed i da Varano. | |||
Apr. | Chiesa | Milano | Emilia e Lombardia | E’ segnalato a Cento, ad Ostiglia ed a Borgoforte. | |
Mag. | Lombardia | Prende parte alla battaglia di Montichiari. | |||
Ott. | Emilia | E’ richiamato dal pontefice a Bologna. | |||
1374 | |||||
Feb. | Per i suoi meriti nel periodo è l’unico signore dello stato della Chiesa a non incorrere nelle censure ecclesiastiche per il mancato pagamento del censo (3150 fiorini). | ||||
1375 | |||||
…………….. | Chiesa | Firenze | Si schiera a favore dei pontifici contro i fiorentini nella guerra degli Otto Santi. | ||
Ott. dic. | Veneto Marche Umbria e Romagna | Viene designato da Cangrande della Scala, prima della morte di quest’ ultimo, come tutore dei figli Bartolomeo ed Antonio. Galeotto Malatesta si reca a Verona per aiutare i due giovani nelle prime difficoltà. Dopo nove giorni di lutto li arma cavalieri con altri nobili della città. E’ obbligato a ritornarsene nelle Marche a causa della sollevazione di Urbino: Antonio da Montefeltro entra nella città con 400 cavalli fiorentini e numerosi fanti e costringe i pontifici a ritirarsi. Il Malatesta si porta a Cagli; è scacciato anche da tale località dai partigiani dei Montefeltro. Si oppone con tutte le forze all’azione del conte di Urbino; rimette in Castel Durante (Urbania) Branca Brancaleoni affinché impedisca nell’alto Metauro l’unione delle milizie feltresche con quelle della lega avversa ai pontifici. Allo stesso modo presta soccorso agli Olivi che dominano in Piandimeleto ed in altri castelli dell’alto corso del Foglia; sostiene a Gubbio Gabriello Gabrielli ad ottenere il vescovado della città; agevola Taddeo da Cagli a Mazziero e nel Montefeltro il vescovo di Urbino Claro Peruzzi. Sono infestati i suoi possedimenti dagli avversari fin sulle porte di Rimini. | |||
1376 | |||||
Gen. | Romagna | Rafforza il presidio di Cesena. L’Acuto gli affida in custodia Gherardo de Puy, abate di Montmajeur, fino al saldo delle spettanze della compagnia (130000 ducati) di quest’ ultimo. | |||
Mar. | Romagna | Ha Santarcangelo di Romagna da Muzolo Balacchi con il consenso dei pontifici. Al Balacchi dà in moglie una figlia naturale. | |||
Mag. | Marche | E’ sconfitto da Lucio Lando, da Lucio Sparviero e da Antonio da Montefeltro. | |||
Lug. | Romagna | Convince i cesenati a rimanere fedeli allo stato della Chiesa: i bretoni (al servizio dei pontifici) escono dalla città in cambio di 60000 ducati. Riconquista Santarcangelo di Romagna. | |||
Sett. | Romagna | Accoglie in Cesena il cardinale Roberto di Ginevra con tutti gli onori. I bretoni (6000 cavalli e 4000 fanti) sono costretti ad accamparsi fuori le mura cittadine; possono accedere in città per le provviste solo in piccoli gruppi di dieci soldati alla volta. La compagnia non riceve la paga da due mesi. | |||
Ott. | Romagna | Esce da Cesena con 1000 cavalli, attraversa il riminese e giunge sul Foglia. I nemici ostacolano il suo passaggio cosicché deve rientrare portando con sé il bestiame razziato ai contadini. D’altra parte la campagna cesenate non è più in grado di assicurare il sostentamento di 10000 uomini. Una colonna di 100 cavalli bretoni si spinge fino a Rimini, un’altra raggiunge il contado di Fano. | |||
Nov. | Romagna | Abbandona Cesena in potere dei pontifici e della compagnia dei bretoni. 1500 cavalli bretoni lasciano la città, penetrano nei sobborghi di Rimini, razziano bestiame e fanno prigionieri per riscuoterne le taglie. | |||
1377 | |||||
Feb. | Romagna | I cesenati uccidono in una sommossa 300/400 bretoni; il giorno seguente i soldati escono dalla cittadella in ordine di battaglia. Gli abitanti li affrontano e li costringono a rientrare con ingenti perdite. Interviene il Malatesta, persuade i cesenati a deporre le armi con la promessa del perdono. I bretoni non rispettano i patti; lo stesso Galeotto Malatesta, anzi, si associa al saccheggio della città in cui in tre giorni sono uccise 5000 persone. I soldati non risparmiano né l’età, né il sesso. Sono strappati dalle culle i lattanti, schiacciate le loro teste contro i muri; molti uomini sono strangolati, altri trafitti e i loro cadaveri vengono lasciati sulle porte delle abitazioni. Un bretone entra nella cattedrale, uccide i bambini raccolti presso l’altare maggiore ed abbatte con un fendente anche l’immagine di Sant’Antonio. Giovanni Acuto permette agli abitanti superstiti di abbandonare la città da Porta Cervia: 1000 uomini e donne si incamminano verso Rimini. | |||
Apr. | La compagnia è liquidata con 60000 fiorini dal Malatesta; altri 6000 sono loro consegnati da Guido da Polenta. I soldati lasciano così il territorio al rullo dei tamburi, in colonna per tre. Oltre i 5000 morti per le strade rimane un segno della loro presenza in Cesena la diffusione della lue, il cosiddetto mal francese. | ||||
Mag. | Romagna | I cesenati lo ritengono artefice della strage che si è compiuta nella città, per cui ne acclamano signore Guido da Polenta. Il signore di Ravenna vi si dirige con rinforzi ricevuti dal Montefeltro, da Astorre Manfredi e dagli Ordelaffi. | |||
Lug. | Romagna | Ospita a Montefiore Conca Luigi di Montjoie e Giovanni di Maléstroit, autori dell’eccidio di Cesena. | |||
………………. | Umbria | Galeotto Malatesta è impegnato in Umbria contro i ribelli dello stato della Chiesa; agevola il passaggio delle truppe pontificie in transito per Sansepolcro. I fiorentini ed i loro alleati lo costringono ad una tregua. | |||
1378 | |||||
Feb. | Liguria | Si trova a Sarzana con Ottone di Brunswick e l’Acuto allo scopo di seguire i negoziati di pace che devono mettere fine alla guerra. | |||
Primavera | Gubbio | Fuoriusciti | Umbria | Invia 1380 uomini, tra cavalli e fanti, in soccorso del vescovo di Gubbio in crisi nel domare la rivolta di alcuni centri del contado. | |
Mag. | Lazio | A Roma, per rendere omaggio al nuovo papa Urbano VI. | |||
Lug. | Romagna | Rientra a Rimini. | |||
Ott. | Rimini | Ravenna | Romagna | Esce da Fano; si dirige nei pressi di Cesena con 300 cavalli e 3000 fanti per scacciarne Guido da Polenta; assedia il castello cittadino, fa scavare 4 cunicoli sotto le sue mura, ne circonda con mangani e bombarde, irrompe nella città. Negli stessi giorni fa uccidere la nipote Costanza, unica figlia di Galeotto Malatesta Ungaro, vedova del marchese Ugo d’Este ed amante del capitano tedesco Ormanno, di guardia a Rimini. La motivazione ufficiale del duplice omicidio è che il Malatesta abbia considerato scandaloso, secondo i suoi criteri, il modo di vivere della nipote. E’ stato invece ipotizzato che il vero movente della eliminazione di entrambi gli amanti, sia stato il desiderio del signore di Rimini di mettere le mani sul suo cospicuo patrimonio, in un momento di forte carestia che ha colpito lo stato. | |
Nov. | Romagna | Occupa Bertinoro e ne assedia la rocca. | |||
Dic. | Romagna | Ottiene il castello di Bertinoro con l’esborso di 3000 ducati; è chiamato ora a Cesena dagli abitanti e ne viene acclamato signore. Governatore della città è Venturino Benzoni per conto dei pontifici | |||
1379 | |||||
Gen. | Romagna | Gli si arrende anche la rocca cittadina. Richiama i fuoriusciti nella città; vi fa venire dal riminese notevoli quantità di frumento a prezzi calmierati al fine di approvvigionare gli abitanti. Il papa lo nomina rettore della Romagna e gli concede Bertinoro in vicariato. Segue una riconciliazione con il Montefeltro. Con Branca Brancaleoni sostiene la causa del papa Urbano VI ai danni dei fautori dell’antipapa Clemente VII. | |||
Feb. | Veneto | Viene nominato conservatore della pace per impedire un conflitto nel veronese che vede di fronte i i suoi pupilli della Scala da un lato e Bernabò Visconti dall’altro. | |||
Apr. | Umbria | E’ chiamato con il comune di Perugia a fare da arbitro in una contesa che oppone Branchino Brancaleoni ed i della Faggiuola per il dominio di Mercatello sul Metauro. | |||
Mag. | Rimini | Faenza Ravenna | Romagna | Appoggia l’Acuto messo in difficoltà dagli attacchi portati da Astorre Manfredi e da Guido da Polenta. | |
Giu. | Rimini | Comp. ventura | Emilia | Con estensi, bolognesi e fiorentini (1100 lance) si contrappone alla “Compagnia della Stella” del Manfredi (600 lance); provvede a deviare le incursioni dei venturieri su Genova | |
………………. | Umbria | E’ chiamato come paciere in una vertenza che oppone il signore di Urbania Branchino Brancaleoni ed il comune di Città di Castello. | |||
1380 | |||||
Giu. | Chiesa | Marche e Lazio | E’ scelto da Urbano VI come vicario generale della Santa Sede e rettore della Romagna. Accoglie in Fano Carlo di Durazzo, Alberico da Barbiano e Guglielmo Ferrebach volti alla conquista del regno di Napoli ove la regina Giovanna d’Angiò favorisce invece la causa dell’antipapa. Galeotto Malatesta scorta a Roma il pretendente Carlo di Durazzo. | ||
Autunno | Marche | Conclude una tregua con il Montefeltro su pressione degli emissari perugini; gli sono riconosciuti alcune terre nel Montefeltro, nella Massa Trabaria e nel contado di Cagli; al suo emulo vanno, invece, altri siti posti nei distretti di Cesena, di Santarcangelo di Romagna e di Fano. | |||
1381 | |||||
Mag. | Umbria | Stipula con il comune di Perugia un trattato di cinque anni di mutua difesa: i contraenti si impegnano all’ invio reciproco di 50 lance in caso di aggressione da parte di terzi. | |||
Ago. | Romagna | Ospita a Rimini Carlo di Durazzo. | |||
Nov. dic. | Rimini | Urbino | Umbria | Difende il vescovo di Gubbio, allontanato dalla sua sede dai fautori dei Montefeltro. | |
1382 | |||||
………………. | Rimini | Ravenna | Romagna | Guido da Polenta rinnova il conflitto con i Malatesta cui toglie Cesenatico: il signore di Ravenna ha acquistato la località dall’antipapa per 6000 fiorini. | |
Giu. | Rimini | Urbino | Marche | Si reitera la contesa con il Montefeltro: il contrasto è sedato prontamente con l’interposizione dei perugini. Deve accettare una penale di 20000 ducati a suo carico nel caso in cui sia egli a violare i patti sottoscritti. L’intesa è suggellata dalla promessa di un parentado reciproco. | |
Lug. | Chiesa | Antipapa | Romagna | Fa rafforzare le difese di Cesena a causa del passaggio in Romagna delle truppe di Luigi d’Angiò dirette nel regno di Napoli contro Carlo di Durazzo. Non concede loro vettovaglie, né permette loro di entrare nelle località sottoposte al suo controllo: ordina, anzi, di condurre entro le mura cittadine tutto il bestiame, il foraggio e quant’altro possa agevolare dal punto di vista logistico il transito dei francesi. | |
Ago. | Romagna | I francesi devastano Bellaria ed assalgono San Giovanni in Marignano. Alla difesa di Rimini si pone la “Compagnia di San Giorgio” di Alberico da Barbiano | |||
Sett. | Marche | Conquista Senigallia. Viene sollecitato dal papa Urbano VI a scacciare da Montenovo (Ostra Vetere), da Corinaldo e da Mondolfo l’angioino Niccolò Spinelli, bandito dal pontefice in quanto fautore dell’antipapa. Si impadronisce del castello di Corinaldo mentre gli resistono Montenovo e Mondolfo, protetti dai Montefeltro. | |||
Ott. | Marche | Invia 50 lance, 50 fanti e 50 guastatori in soccorso degli anconetani, intenti ad assediare la rocca cittadina in cui si sono rinserrati i fautori degli angioini. | |||
……….. | Emilia | Firma la pace con gli angioini su mediazione del marchese d’Este. Si reca a Ferrara. | |||
1383 | |||||
Mar. | Rimini | Ravenna | Romagna | Attacca i da Polenta: il pretesto è l’assistenza fornita in Romagna alle truppe di Luigi d’Angiò nella loro avanzata verso il regno di Napoli. | |
Nov. | Romagna | Si impossessa di Polenta dopo essere ricorso, come altre volte, allo scavo di gallerie sotterranee sotto le mura, per puntellarle prima e farle poi nel momento ritenuto opportuno. Occupa Coglianello e Bastia; ottiene Cervia per trattato e ne ottiene formalmente il vicariato. | |||
1384 | |||||
…………….. | Toscana | Interviene in Sansepolcro per sedare le contese sorte in tale centro tra i fautori dei Graziani e quelli dei Bernardini. | |||
Giu. | Romagna | A Cesena. | |||
Ago. | Romagna | Si attenda alla bastia di Alfiano, chiamata Schivanoia, e si porta sotto Ravenna per otto giorni; fa distruggere vigneti, alberi e case. Cerca di irrompere di notte nella località: il tentativo è respinto. I suoi uomini che sono fatti prigionieri dopo averne scalate le mura, vengono impiccati. | |||
Nov. | Grazie al conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti sottoscrive l’ennesima pace solenne con Antonio da Montefeltro. | ||||
Dic. | Romagna | Viene considerato dai fiorentini loro aderente. | |||
1385 | |||||
Gen. | Romagna | Si ammala a Rocca delle Caminate. A fine mese muore a Cesena nel palazzo della Murata fatto costruire dal cardinale Albornoz. La sua salma è trasportata a Rimini con una scorta di 20 cavalli parati di nero e uno di scarlatto, tra bandiere, elmi e targhe. La bara, che è coperta da un drappo d’oro, avanza sotto un grandioso baldacchino di velluto. E’ sepolto nella chiesa di San Francesco. La tomba è fregiata da un’epigrafe, opera di Giacomo Allegretti, oggi perduta, il cui testo è stato ripreso da più manoscritti. Analoghe esequie hanno corso a Fano, anche qui nella chiesa di San Francesco dei padri conventuali. Viene ricordato in una novella da Franco Sacchetti. |
CITAZIONI
-“Raccolse nelle sue mani, per la morte dei nipoti, tutta la potenza di casa Malatesta in Romagna e nelle Marche, e ad opera di lui Cesena tornò alla sua casa. Quand’egli morì, si può dire che la sua autorità si stendesse da Cesena sino ad Ascoli e a Fermo: la più grande delle signorie italiane dopo quella dei Visconti.” FRANCESCHINI
-“Il più famoso uomo in Italia.” VILLANI
-“Fu in Romagna nella città di Arimino un volente signore e barone, il quale ebbe nome messer Galeotto Malatesta: questi fu il più valente cavaliere ch’avesse Romagna già gran tempo, e il più savio e il più prudente, e sempre tenne ricca e magnanima vita e seppe mantenere lo Stato suo.” SACCHETTI
-“Egli era gran maestro di guerra.” MURATORI
“Uomo singolare e peritissimo nel mestiere dell’arme.” L. ARETINO
-“Fu questo signore valoroso Capitano.” ALBERTI
-“Semper fuit sapiens, probus et in omnibus gloriosus; suo fratri in omnibus similatur.” BATTAGLI
-“Omo molto savio e pratico d’arme.” D. DI NERI
-“Homo savio di guerra.” PELLINI
-“(Avanzò) di forza di corpo, di valor d’animo e di felicità di guerra gli huomini del suo tempo.” SANSOVINO
-“Nelle cose militari di molta esperienza.” TARCAGNOTA
-“Generale di qualche capacità.” PIGNOTTI
-Con Malatesta Malatesta Guastafamiglia “Fratelli, ambidue valenti in guerra.” BOSI
-“Nostro franco capitano.” ANONIMO FIORENTINO
“-Uomo savio di guerra più che fusse in Italia.” MONUMENTA PISANA
-“Uomo di grande coraggio e di tempra eccezionale.” ZAMA
-“Non era un malvagio: c’è in lui un misto di crudeltà e di gentilezza, di ferocia e di bontà: nella sua vita si possono indifferentemente ricordare atti cavallereschi e tradimenti ignobili; episodi di avarizia e di grettezza e geniali attitudini e amore per le lettere, ambizione di potenza politica e umiltà religiosa.” NISSIM ROSSI
-“Provetto capitano.” VANCINI
-“Principe, del quale a que’ giorni non meno della prodezza ammiravasi la magnificenza.” DE STEFANI
-“Maestro di guerra.” TALLEONI
-“Virum eximium, ac peritissimum rei militaris.” SANT’ANTONINO
-“Cavaliero digno..Era stato valente in arme, sano in consiglio, pocho parladore, vanno e assae tenea l’ira e non tosto la lassava, homo assae paçiente in fadighe e perigoli, costumado de le vivande e nel mangare cioé vivande comune, e assae comendabile in ogne costume de signorre verile.” G. DI M. PEDRINO
-“Scion of a powerful family of the March of Ancona, and heir to a distinguished tradition of military prowess.” STONOR SAUNDERS
-“Personaggio d’immortale memoria per le molte di lui segnalate azioni.” P. BONOLI
-“Uno dei più illustri capitani che allora avesse l’Italia.” PASOLINI
-“Resse il Malatesta con saggezza i suoi domini, e fu compianto amaramente da tutti coloro che seguivano le sue parti. Tenne sempre in freno i ghibellini, e fece diroccare presso Cesena, nella villa di Vinciglie, il castello Pisciatello, presso il Rubicone, dove si radunavano a segrete congreghe i nemici della fazione guelfa.” ZAZZERI
-“Belli artibus peritissimus fuit..Rerum bellicarum peritissimum ducum.” BUONINCONTRI
-“Fu guerriero molto estimato.” PARTI
-“Capitano di gran nome.” ANTINORI
-Con Pandolfo Malatesta “Principi di ogni vertù ornatissimi.” FANTAGUZZI
-Nel regno di Napoli “Fovi misser Galiotto/ ch’era gran caporale/ con plu de mille barbute/ de gente naturale/…/ Quattrocento barbute/ li dé per soa famellia;/ Sopra li malantrini/ lo dì et la notte vellia./ Tanti ne fece impennere/ che fo una maravellia.” B. DI RANALLO
-Accoglie Carlo di Durazzo a Fano “Missere Galiotto molto onore li fene,/ De mintri, che per la Romagna passone;/ Vene con esso, e feli compagnia/ De sì a Roma mai non lo lassone.” A. DI BUCCIO
-Al servizio di Firenze “…capitan di nuovo/ Pe’ Fiorentini messer Galeotto/ De’ Malatesta, di cui dico, e pruovo,/ ch’egli è di guerra sperto, savio, e dotto,/ E’ n ogni parte, secondoch’i’ truovo,/ Mostrato ha più ardir, che Lancillotto.” PUCCI
-“Galeotto was a venerable old captain who had distinguished himself in papal service.” CAFERRO
-“Uno dei grandi capitani del tempo, esperto uomo di guerra.” SCARDIGLI
-“Come capitano di genti d’arme aveva conosciuto fasi altalenanti, pur acquisendo una certa notorietà, forse anche per la scarsa affezione che riusciva ad ispirare nelle truppe, che in più occasioni disertarono in blocco abbandonandolo al suo destino.” SPADA
-“Egli ebbe in Romagna nella città di Rimino uno valente signore e barone, il quale ebbe nome messer Galeotto Malatesta, il quale fu il più valente cavaliere che avesse Romagna già buon tempo, e ‘l più savio e ‘l più prudente, e sempre tenne ricca e magnanima vita, e seppe ben mantenere lo stato suo.” Da “Il pecorone” di Giovanni Fiorentino, riportato da TURCHINI
-“Con Galeotto la “cultura”, da elemento meramente accessorio, divenne funzionale alla pratica di governo.” TURCHINI
-“Huomo savio di guerra più che fussi in Italia.” ARROSTI
-“Condottiero di valore e apprezzato dai soldati.” TABORCHI
-“Galeotto fu sempre sapiente, probo, ed in tuti i casi glorioso e simile in tutto al fratello.” M. Battagli (La Marcha), riportato da TABANELLI
.”Fu uno dei personaggi più completi, più rappresentativi e più celebri di tutti i componenti la famiglia dei Malatesta.” TABANELLI
-“La tomba fu fregiata da un’epigrafe composta da Giacomo Allegretti, oggi perduta, il cui testo, però, è stato tramandato da più manoscritti. Il Malatesta destinò l’incommensurabile eredità politica e territoriale, faticosamente accumulata nel corso della lunga esistenza, ai quattro figli maschi, Carlo, Pandolfo, Andrea detto Malatesta e Galeotto Novello detto Belfiore, nato, con le sorelle Margherita, Gentile, e Rengarda, dalla seconda moglie Gentile da Varano, figlia di Rodolfo, signore di Camerino. Il matrimonio, contratto nel 1367 dal Malatesta ultrasessantenne, rappresentò pertanto, un tassello fondamentale per la storia del ramo riminese del casato, assicurando la discendenza legittima indispensabile al passaggio di consegna.” FALCIONI
-Epitaffio sulla tomba di Galeotto Malatesta riportato dal CLEMENTINI “Il magnanimo Galeotto, inclito per nobili imprese, saldo presidio della Chiesa, insigne eroe in pace e in guerra, supremo onore della milizia e gloria del mondo, è racchiuso in questo sasso, unica salvezza dell’Itala gente, padre dei miseri che l’età nostra non vide eguale. Quanto ahimé ha perduto la stirpe Malatesta, che piange questo nostro comune padre!”
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