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GALEOTTO MALATESTA UNGARO (Malatesta Ungaro) Signore di Rimini, Montefiore Conca, Jesi, Fossombrone.
Figlio di Malatesta Malatesta Guastafamiglia, fratello di Pandolfo Malatesta, padre di Niccolò Malatesta, nipote di Galeotto Malatesta.
1327 (giugno) – 1372 (luglio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1345 | Romagna | Sposa Violante d’Este, figlia di Obizzo III. | |||
1347 | |||||
……… | Rimini | Comp. ventura | Marche | Difende Fossombrone dalle minacce della compagnia del conte Lando. | |
Dic. | Marche | Con Maso da Pietramala viene armato cavaliere a Rimini dal re Ludovico d’Ungheria. per tale motivo sarà chiamato l’Ungaro. | |||
1348 | |||||
Nov. | Rimini | Ancona Cingoli Fermo Jesi | Marche | Affianca lo zio Galeotto quando è tesa un’imboscata a San Severino Marche all’ esercito del signore di Fermo: Gentile da Mogliano è sconfitto e fatto prigioniero. Prende parte alla conquista di Osimo, Ancona e Rocca Contrada (Arcevia). Fa presidiare quest’ultima località con 50 soldati di Fano comandati da Pietruccio da Recanati. | |
1349 | |||||
Gen. | Marche | Si impadronisce, dopo accanita lotta, di Jesi a spese di Lomo da Jesi. | |||
……… | Marche | Occupa Mondolfo e Sassoferrato, tolta quest’ultima ad Ugolino degli Atti. | |||
Apr. | Romagna e Israele | Con lo zio Galeotto si imbarca a Rimini su una galea di Ancona per recarsi in pellegrinaggio al Santo Sepolcro. Nella circostanza è accompagnato dal poeta e uomo di corte, Dolcibene de’ Tori. Di seguito, ottiene numerose dispense pontificie per le quali viene temporaneamente esonerato dal voto, fatto in quella occasione, di ritornare in Terrasanta. | |||
1353 | |||||
Ago. | Este | Ferrara | Romagna | Con 500 cavalli e 4000 fanti presta soccorso a Francesco d’Este, che si è ribellato al marchese Aldobrandino d’Este. Transita per le terre dei da Polenta e spunta all’improvviso ad Argenta: ha il comando delle truppe riminesi allorché il padre si ammala a San Biagio. E’ costretto a ritirarsi dopo alcuni giorni perché i fautori di Francesco d’Este non riescono a suscitare alcun tumulto nel ferrarese. | |
……… | Rimini | Comp. ventura | Marche | Contrasta la Grande Compagnia di fra Moriale. | |
1354 | |||||
……… | Toscana | Accompagna lo zio Galeotto a Firenze alla vana ricerca di soccorsi per combattere i venturieri di fra Moriale. | |||
Lug. | Siena | Capitano g.le | Toscana | A Siena, a prendere le insegne del comando. | |
Ago. | E’ dato dallo zio in ostaggio alla Grande Compagnia fino al saldo del pagamento della taglia di 60000 fiorini imposta da fra Moriale ai Malatesta. | ||||
1355 | |||||
……….. | Rimini | Chiesa | Marche | Combatte le truppe del cardinale legato Egidio Albornoz. Dopo la sconfitta subita dallo zio a Paterno d’Ancona prende parte ai negoziati di pace ed è dato ancora in ostaggio dai suoi congiunti sino alla ratifica ed alla esecuzione delle clausole previste dal trattato. | |
Giu. | A seguito della la pace con i pontifici recupera la signoria di Fossombrone. | ||||
Ago. | Marche | Accoglie a Fano il cardinale Albornoz. E’ assolto da ogni censura ecclesiastica. | |||
1356 | |||||
Mar. | Chiesa | Forlì Faenza | Romagna ed Emilia | Incontra a Rimini l’arcivescovo di Ravenna Fortunerio che predica la crociata contro gli Ordelaffi; si impegna ad aprire le ostilità con il padre e Giovanni Malatesta alla testa di più di 600 uomini. Si reca di seguito ad Imola per incontrarsi con Roberto Alidosi, ed a Bologna, per rendere omaggio al cardinale Albornoz. | |
Mag. | Romagna | Assale il cesenate; distrugge la palizzata che protegge il porto di Cesenatico. Gli viene concessa una provvigione mensile di 150 fiorini. Si reca al campo di Ronta nel cesenate dove si trova Roberto Alidosi con l’esercito crociato forte di 12000 soldati e di 3000 guastatori che depredano il contado. Segue sempre Galeotto Malatesta alla Limata, attraversa il ponte del Ronco e si trasferisce nel forlivese dove rimane fino al termine del mese. | |||
Giu. | Romagna | Si sposta con parte delle truppe verso il Savio, nel cesenate. Dà il guasto alle campagne forlivesi. | |||
Lug. | Romagna | Si fortifica a San Valeriano in Livia tra il fiume Ronco ed il canale. Collegatosi con Francesco Manfredi ed i fuoriusciti forlivesi come Azzo degli Orgogliosi si porta a San Martino, a Ronco, a Maiano Monti dove è costruita una piccola bastia. Supera il Viti e depreda il villaggio di Pieve di Quinta, il contado di Forlimpopoli e Bagnolo. Da qui si trasferisce a Villafranca dove staziona diversi giorni sempre portando ovunque la desolazione. All’esaurirsi del primo impeto offensivo Francesco Ordelaffi conduce le sue scorrerie fino a Rimini, al borgo di San Giuliano. Il Malatesta Ungaro ripiega di fronte alla “Grande Compagnia” del conte Lando. | |||
Ago. sett. | Romagna | Staziona nel faentino ove combatte Giovanni e Guglielmo Manfredi; si accampa a Cosina in località Brusada. Sono qui distrutti i raccolti ed incendiate molte case del villaggio. Il Malatesta Ungaro ottiene per trattato Oriolo (Oriolo dei Fichi). | |||
1357 | |||||
Mar. | Romagna | Rientra nel forlivese con lo zio Galeotto e Roberto Alidosi. Si congiungono a costoro anche Ostasio da Polenta e l’ex-alleato di Francesco Ordelaffi Giovanni Manfredi. Si oppone agli inizi all’arrivo di tali truppe perché nel territorio vi è carenza del foraggio necessario per sostenere la cavalleria. | |||
Apr. | Romagna | Ha inizio la nuova campagna. I collegati collocano il loro campo a Brusada: vettovaglie e foraggi giungono loro con facilità da Faenza, da Imola, da Bologna e da Ravenna. | |||
Lug. ago. | Romagna | Con la venuta in soccorso di Francesco Ordelaffi della Grande Compagnia si ritira a Faenza. Ad agosto i venturieri accettano del denaro dai pontifici ed abbandonano il signore di Forlì alla sua sorte. Galeotto Malatesta Ungaro occupa di nuovo Riolo Terme e ritorna ad accamparsi a Cosina. I pontifici rafforzano la bastia di San Bartolomeo e si fermano a Villafranca per tutto l’inverno. | |||
1358 | |||||
Feb. ago. | Francia Belgio Inghilterra Irlanda | Si reca ad Avignone con Ludovico Faitani ed il signore di Sassoferrato Ungaro degli Atti; di seguito, accompagnato da Niccolò Beccari, viaggia nelle Fiandre, in Inghilterra ed in Irlanda per dialogare con l’amata Viola Novella, uccisa dal marito. Visita così il cosiddetto Purgatorio di San Patrizio, di cui il re Edoardo III gli rilascia una lettera per attestare che vi è disceso veramente. | |||
Sett. | Chiesa | Forlì | Romagna | Riprende il conflitto con gli Ordelaffi; si accampa a San Varano. Battuto a San Lazzaro, presso Forlì, dal conte Lando e da Francesco Ordelaffi, deve ritirarsi nella bastia di Villanova con 2000 soldati. | |
1359 | |||||
Feb. | Romagna | Rientra a Rimini. Vi è accolto con grandi atti di allegria. | |||
Lug. | Romagna | Francesco Ordelaffi è costretto alla resa. Malatesta Ungaro entra in Forlì con i pontifici. | |||
1360 | |||||
Mag. | Chiesa | Milano | Emilia | A Bologna con lo zio Galeotto. Il congiunto ottiene nuovamente il comando dell’esercito pontificio. | |
Sett. | Emilia | Alla testa di molti cavalli e di 1500 fanti espugna dopo aspri combattimenti la bastia di Castelfranco Emilia: la fortezza è data alle fiamme. Assale il castello di Varignana alla cui difesa si trovano 200 cavalli; espugna a forza la località ed i prigionieri, contro i patti, sono condotti a Bologna. | |||
Ott. | Emilia | A Bologna, in occasione della cerimonia il cui il cardinale Albornoz arma alcuni cavalieri. | |||
Nov. | Emilia | Scorre verso Modena e Parma con lo zio Galeotto e gli ungheri di Simone della Morte. | |||
1361 | |||||
……… | Emilia | E’ assediato in Bologna da Giovanni da Bileggio. | |||
Giu. | Emilia | E’ informato che i viscontei stanno organizzando a Pianoro una cavalcata per tagliare l’ultima via dei rifornimenti rimasta a Bologna, la strada degli Appennini che porta a Firenze. Si pone in agguato ed in esso cadono 200 barbute, delle quali poche riescono a sfuggire alla cattura o alla morte. | |||
Lug. | Emilia | E’ raggiunto nottetempo a Bologna dallo zio Galeotto. Il mattino seguente sono armati cavalieri alcuni capitani quali Blasco Gomez. I pontifici (700 barbute, 300 ungheri e 4000 bolognesi) escono di nascosto dalla città ed al ponte di San Ruffillo, sul Savena, sbaragliano Giovanni di Bileggio (1500 cavalli, 2000 fanti e molti partigiani degli Ubaldini). Nello scontro sono catturati il capitano generale visconteo, Gaspare e Giovanni degli Ubaldini; i morti sono 970 ed i prigionieri più di 1300. | |||
Nov. | Emilia | Accoglie in Bologna, alla Porta di Santo Stefano, il nuovo vescovo cittadino. | |||
1362 | |||||
Apr. | Capitano g.le | Emilia | Viene nominato per un anno capitano generale della lega antiviscontea. | ||
Mag. | Emilia | Giunge a Modena alla testa di 5500 cavalli e di 11500 fanti; fa costruire una bastia nei pressi di Massa Finalese e ne fa la propria base operativa. Affronta Anichino di Baumgarten; la sua avanzata è bloccata dalle fortificazioni apprestate a Solara dagli avversari. Allorché il capitano visconteo si allontana per spostarsi nel bolognese Galeotto Malatesta Ungaro investe tale bastia; coglie alla sprovvista 200 cavalli di scorta ad un convoglio di vettovaglie. | |||
Giu. | Emilia e Veneto | Si muove nelle vicinanze di Crevalcore; si trasferisce nel veronese e da qui imperversa tra Cento, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto e Rubiera al fine di interrompere le linee di rifornimento ai viscontei che si sono asserragliati in Crevalcore. | |||
1363 | |||||
Mar. | Romagna | A Faenza. Ha con Tommaso da Spoleto il compito di espugnare la bastia di Solara. | |||
Apr. | Emilia e Romagna | I viscontei si portano alla bastia di Solara con 2500 cavalli. Anichino di Baumgarten lascia il campo con 800 barbute; nel medesimo tempo anche Bernabò Visconti abbandona Solara per recarsi a Crevalcore e farsi curare per una ferita riportata ad un braccio da un verrettone. Galeotto Malatesta Ungaro e Feltrino Gonzaga si accorgono del disordine presente nel campo degli avversari e decidono di attaccarli: sul far della sera avvia nelle vicinanze alcune schiere. Ne esce Ambrogio Visconti; i pontifici si ritirano sino al mulino dei Rangoni dove si è posto in agguato il grosso dell’esercito. In 4 ore gli avversari sono sconfitti con la cattura di 38 condottieri e di 1000 cavalli. Allo scadere del suo capitanato Galeotto Malatesta Ungaro depone le insegne del comando che vengono date a Feltrino Gonzaga. Si reca a Cesena per rendere visita al cardinale Albornoz; ritorna al campo a seguito dell’assedio di Formigine; aggredisce ancora la bastia di Solara. | |||
Mag. | Emilia | A Ferrara, per un consiglio di guerra. Rientra nel modenese ed ottiene la resa di Solara. | |||
……… | Romagna | Assale i conti di Cunio fautori dei Visconti. Saccheggia il contado di Lugo. | |||
1364 | |||||
Lug. | Marche Romagna e Francia | E’ vicino al padre in fin di vita, prima a Fano e poi a Rimini. Alla sua morte si porta ad Avignone alla corte pontificia a prestare il giuramento di fedeltà a nome dello zio e del fratello. Il papa Urbano V scrive al cardinale Albornoz di infeudarlo di qualche località appartenente allo stato della Chiesa. | |||
Ago. | Romagna | A Rimini per il funerale del padre Malatesta Malatesta Guastafamiglia. | |||
1366 | |||||
Mag. | Lombardia e Francia | E’ diretto ad Avignone con Niccolò d’Este per stringere una lega fra i signori lombardi, l’imperatore ed il re d’Ungheria contro le compagnie di ventura. Per strada si ferma a Pavia perché i Visconti lo vogliono come padrino di battesimo di Valentina, figlia di Galeazzo. Visita a Milano Bernabò Visconti. | |||
Ott. | Chiesa | Brancaleoni | Marche | Chiede ai pontifici il vicariato di Cagli e quello di Rocca Contrada (Arcevia). Assale i territori dei Brancaleoni e si impossessa di Castel Durante (Urbania). | |
1367 | |||||
Apr. | Chiesa | Comp. ventura | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | Marche | E’ nominato gonfaloniere dello stato della Chiesa. Allontana da Fossombrone la Compagnia di San Giorgio di Giovanni Acuto e di Ambrogio Visconti. |
Ott. | Lazio | E’ segnalato a Viterbo al fianco del papa Urbano V che ha lasciato Avignone; ha il comando di 1000 barbute e con lo zio Galeotto, il fratello Pandolfo, Rodolfo da Varano, Niccolò d’Este ed il conte Amedeo di Savoia scorta il pontefice da tale città a Roma, in San Pietro. | |||
1368 | |||||
Feb. | Chiesa | Milano | Raggiunge il nuovo legato pontificio, il cardinale Anglico Grimoard. | ||
Mag. giu. | Capitano g.le | Veneto e Lombardia | Si congiunge a Padova con le truppe dell’imperatore Carlo di Boemia; anziché dirigersi su Milano logora le sue ingenti forze (dai 30000 ai 50000 uomini) in devastazioni fini a sé stesse nel veronese e nel mantovano: a queste, seguono vani assedi ad Ostiglia ed altri attacchi dello stesso tenore tesi a forzare il serraglio di Mantova. | ||
Lug. | Emilia | Affianca Carlo di Boemia a Bologna. | |||
Sett. | Impero | Toscana | Scoppiano a Siena sanguinose discordie tra nobili e popolani a seguito delle quali i Salimbeni chiedono l’aiuto dell’imperatore Carlo di Boemia per sgominare i rivali. Viene inviato nella città con 800 cavalli con il titolo di vicario imperiale in Toscana. Un tumulto suscitato dai Salimbeni gli permette di entrare per la Porta di San Prospero; affronta i partigiani dei Dodici (il governo legittimo). Gli si oppone Francesco da Calboli con 200 barbute nella zona di Camollia. L’avversario è costretto alla resa. Giunge al Palazzo Pubblico, penetra nell’edificio e fa prigionieri i consoli. Per la seconda volta in 3 settimane vengono riformate in Siena le istituzioni. In pochi giorni le fortezze ed i castelli vengono in possesso del nuovo governo, i cui esponenti principali sono i Salimbeni. | ||
Ott. | Toscana | Agli inizi del mese lascia il Palazzo Pubblico per prendere alloggio nel palazzo fortificato dei Malavolti. Riceve nella città Carlo di Boemia e vi resta come suo luogotenente quando l’imperatore si allontana da Siena. Come suo atto designa come podestà cittadino Simone da Spoleto, figlio di Tommaso. | |||
Nov. | Toscana | Nomina responsabile del bargello di Siena il nobile fedele all’imperatore Massolo di Polverigi. Nello stesso mese i Malavolti, i Tolomei, i Piccolomini con altre casate gentilizie si ribellano apertamente a Carlo di Boemia. | |||
Dic. | Toscana | Sorge a Siena un nuovo tumulto che porta a mutare l’assetto istituzionale. | |||
1369 | |||||
Gen. | Toscana | Niccolò Salimbeni solleva ancora una volta Siena per impedire nella città il ritorno dei rappresentanti del partito nobiliare. Galeotto Malatesta Ungaro si porta alla piazza della Fontana con tutta la sua cavalleria; Carlo di Boemia esce con le sue lance dal palazzo dei Salimbeni. Il condottiero ordina ai difensori di fare uscire dal palazzo i Nove, partito favorevole alla causa imperiale; i Dodici, rappresentanti del partito popolare, non si danno per vinti, fanno suonare a stormo le campane e chiamano la popolazione a raccolta; sono assalite le milizie di Malatesta Ungaro. Molti degli uomini del condottiero sono uccisi; egli stesso è costretto ad allontanarsi dalla piazza ed a riparare nel palazzo dei Malavolti dove è alloggiato. L’imperatore si fortifica, invece, in un primo momento nelle case dei Tolomei e, dopo 7 ore in cui sono catturati tra i suoi 400 uomini, in quelle dei Salimbeni. Galeotto Malatesta Ungaro deve patteggiare, si fa aprire la Porta di San Prospero e con 200 cavalli fugge dalla città con Giovanni Salimbeni ed il podestà Simone da Spoleto. E’ seguito anche da Carlo di Boemia che raggiunge Lucca dopo avere preteso dai fiorentini 1000 fiorini dovuti al Malatesta per un prestito. | |||
……… | Romagna | Rientra a Rimini. | |||
Apr. | Domanda ai veneziani un salvacondotto per il trasporto di cento anfore di gesso necessarie per la costruzione di un immobile in una sua proprietà nel ferrarese. Il papa Urbano V gli rinnova le precedenti concessioni. | ||||
Lug. | Emilia | Affianca Carlo di Boemia nel suo solenne ingresso in Ferrara. A piedi, tiene le briglie della sua cavalcatura, mentre i marchesi Ugo ed Alberto d’Este portano quelli del destriero dell’imperatrice Elisabetta. | |||
1370 | |||||
Feb. | Chiesa | Perugia | Umbria | Appoggia il legato pontificio Anglico Grimoard (fratello del pontefice) contro i perugini. Viene indetta una crociata nella chiesa di Rimini di Santa Colomba. | |
……… | Francia | E’ convocato in Francia dal pontefice Urbano V. | |||
Giu. | Firenze | Milano | Francia Toscana e Lazio | Alla morte del papa il suo successore Gregorio XI lo invia in Italia a stringere le file della coalizione antiviscontea (Padova, Ferrara, Mantova, Firenze, Pisa). Si reca a Poggibonsi. Con Rodolfo da Varano (4000 cavalli e 1000 uomini tra balestrieri e fanti) obbliga l’Acuto ad uscire dal pisano. Esce da Calcinaia, attraversa l’Arno e giunge alla Porta della Pace di Pisa. Si sposta, quindi, in Val di Serchio, respinge i viscontei da Pietrasanta e Sarzana; tocca Montefiascone. | |
Ott. | Emilia | E’ sconfitto da Giovanni Acuto a Mirandola. | |||
1371 | |||||
Feb. | Chiesa | Sassuolo | Emilia | Su invito dei pontifici appoggia il marchese di Ferrara Niccolò d’Este contro Manfredino da Sassuolo. | |
Primavera | Chiesa | Francia | Sempre al servizio della sede apostolica, si muove nel Delfinato con un salvacondotto del papa Gregorio XI. E’ viceversa catturato dagli abitanti locali che, per la sua liberazione, chiedono un riscatto. | ||
Sett. nov. | Capitano g.le | Toscana | A Firenze per incontrare i priori delle Arti della città allo scopo di promuovere una lega generale per assicurare la pace. Fallito il tentativo, a novembre tratta per conto dei pontifici un’alleanza tra carraresi, genovesi, estensi, gonzagheschi, fiorentini e Gambacorta di Pisa ai danni dei viscontei. | ||
1372 | |||||
Giu. | Romagna | Rientra a Rimini. | |||
Lug. | Romagna | A Rimini. E’ colto da un malore che in 18 giorni lo conduce alla tomba. Viene sepolto nella chiesa di San Francesco in abito da frate. Lascia molte elemosine ai poveri ed a istituzioni ecclesiastiche; dispone che 3000 ducati del suo patrimonio siano utilizzati per far fronte alle ruberie commesse. Amante delle arti figurative, come dimostra il ciclo di affreschi a soggetto epico e venatorio del pittore Iacopo Avanzi nel castello di Montefiore Conca. Amico di Francesco Petrarca che lo piange in una lettera consolatoria inviata al fratello Pandolfo. Ricordato ne “Il pecorone” di Giovanni Fiorentino, in una novella di Franco Sacchetti e nel romanzo del “Cavaliere Errante”, opera del marchese di Saluzzo Tommaso III. L’eco del suo tragico amore per Viola Novella risuonò in componimenti letterari e poetici di Gambino d’Arezzo, Benedetto da Cesena, Antonio da Cornazzano, Basinio da Parma ed in una ballata trecentesca, di autore ignoto, conservata nella Biblioteca Nazionale di Firenze. Sposa Violante d’Este e Costanza d’Este, entrambe figlie del marchese di Ferrara Obizzo. |
CITAZIONI
-“Della sua morte fu gran danno, perché era prode uomo, come stati sempre i Malatesta.” MURATORI
-“Era prodomo (uomo prode), ch’om’è stado sempre li Mallatesti.” CORPUS CHRONIC. BONOMIENSUM
-“Esperimentato condottiero.” FILIPPINI
-Riguardo alla discesa nel santuario irlandese “L’episodio getta una nuova luce sull’indole del Malatesta: il suo..non appare un pellegrinaggio prettamente religioso. A spingerlo non era solo la fede, ma una motivazione personale: desiderava incontrare l’anima della donna amata, l’aristocratica riminese Viola Novella, da poco assassinata dal marito geloso, Caccia Battaglia (che aveva scoperto la loro relazione adulterina), trattenerla in un ultimo intimo colloquio in merito ai particolari delle sua tragica fine e del suo destino oltre la morte, per accomiatarsi da lei finalmente rappacificato..Il Malatesta volle, come compagno di viaggio, Niccolò Beccari, fratello del famoso rimatore Antonio (Antonio da Ferrara), e l’eco del suo tragico amore per Viola Novella risuonò in componimenti letterari e poetici di Gambino d’Arezzo, Benedetto di Cesena, Antonio da Cornazzano e Basinio da Parma.” FALCIONI
-“Il più valoroso e ‘l pratico cavaliere che fosse in Romagna.” Giovanni Fiorentino riportato da TURCHINI
-“Malatest’ Ongar dietro a lui venia/..di tanto pregio e tanta fama,/Capitan de l’Imper per valenzia.” Cambino Aretino riportato da FABRETTI
-“(La sua scomparsa è per lo zio Galeotto) una gravissima perdita, perché lo amava molto oltre che per le virtù militari, per le sue attitudini all’arte, alla musica, al canto e per le relazioni che egli aveva con molti letterati, fra cui il Petrarca.” TABANELLI
-“Quando vennero scavate le fondamenta per un torrione presso il ponte di San Pietro (Rimini), l’Ungaro vi gettò un elmo di battaglia simbolo di fierezza e di autorità guerriera.” MORESSA
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