GUIDANTONIO DA MONTEFELTRO

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Rocca Maggiore, Assisi
Rocca Maggiore, Assisi

Last Updated on 2023/07/07

GUIDANTONIO DA MONTEFELTRO  Conte.

Signore di Urbino, Cagli, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Nocera Umbra,  Montone, Forlì, Forlimpopoli, Spello, Urbania, Città di Castello, Sant’Angelo in Vado, Mercatello sul Metauro, Monte Locco, Lamoli, Ostra, San Gemini. Figlio di Antonio da Montefeltro, padre di Federico da Montefeltro, cognato di Carlo Malatesta, Pandolfo Malatesta ed Andrea Malatesta; suocero di Alessandro Sforza, Domenico Malatesta, Guidantonio Manfredi e di Bernardino degli Ubaldini. Insignito della Rosa d’Oro.

1378 – 1443 (febbraio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……….Albania e GreciaSegue il re di Napoli Ladislao d’Angiò nella sua spedizione in Albania ed in Grecia. E’ segnalato al suo fianco a Durazzo ed alla conquista di Negroponte.
1393
Lug.UrbinoRiminiRomagnaSi allea con Pino Ordelaffi ai danni dei Malatesta. Con il signore di Forlì scorre nel cesenate e nel riminese.
1395
Ago.MarcheSposa a Fano Rengarda Malatesta, sorella di Carlo, Pandolfo ed Andrea.
1399Marche

Sostituisce il padre nella signoria di Urbino allorché Antonio da Montefeltro si reca a Milano da Gian Galeazzo Visconti per ricoprire l’incarico di capo del consiglio segreto di quella corte.

1401
Gen.Veneto e MarcheLascia Verona, dove si è rifugiato per sfuggire alla peste, e rientra ad Urbino.
1404Marche

Alla morte del padre ottiene dal pontefice Bonifacio IX l’investitura di Urbino fino alla terza generazione mediante l’esborso di 12000 fiorini: al raggiungimento della somma partecipano tutti i suoi sudditi, compresi i sacerdoti e le corporazioni religiose. L’investitura gli sarà  confermata anche dal successore Innocenzo VII.

1405
Sett.UbaldiniC.di CastelloUmbria

I fiorentini, tramite Rinaldo degli Albizzi, fanno pressioni su di lui e sul signore di Fabriano Chiavello Chiavelli affinché sostengano gli abitanti di Città di Castello minacciati dagli Ubaldini della Carda. In realtà il Montefeltro presta di nascosto soccorso a questi ultimi nell’alta valle del Tevere.

1406
Lug.I fiorentini rinnovano le loro pressioni nei suoi confronti affinché non dia passo e vettovaglie agli Ubaldini della Carda in guerra con Città di Castello.
Ago.Viene considerato suo aderente dallo stato della Chiesa in occasione della pace stipulata con il re di Napoli.
1408
……….NapoliFirenzeAlberico da Barbiano lo convince a militare per il re di Napoli Ladislao d’Angiò contro i fiorentini.
Lug.Il papa Gregorio XII gli concede il vicariato temporaneo su Assisi tramite il cardinale Landolfo Maramaldo.
1409
Apr.Gran Connestabile 400 lanceToscana

Alla morte di Alberico da Barbiano succede a quest’ultimo nella carica di gran connestabile del regno di Napoli. Passa la prima metà del mese tra Sarteano e San Quirico d’Orcia; si porta poi in Val d’Arbia nella certezza della resa di Siena. Fallisce, nel frattempo, un suo tentativo su Cuna.

Mag.ToscanaPunta su Arezzo, difesa validamente da Braccio di Montone e da Malatesta Malatesta. Sui ritira ad Ossaia.
Giu.Toscana

Entra in Cortona con Pieretto de Andreis ed il signore di Camerino Berardo da Varano a seguito di un tumulto cittadino ai danni dei Casali.

Lug.UmbriaA Perugia.
…………Toscana ed Emilia

E’ costretto a ripiegare dalla Toscana per l’incalzare di Braccio di Montone prima nel perugino, in un secondo momento  in Romagna. Si avvicina minaccioso a Bologna.

1410
Gen.RomagnaOccupa Forlimpopoli; tenta di impadronirsi di Forlì, di cui è stato investito dal legato pontificio.
Ago.NapoliAngiòAbruzziSi collega presso L’Aquila con Ladislao d’Angiò per fronteggiare le milizie di Luigi d’Angiò teso alla conquista del regno di Napoli.
Sett.AbruzziSconfigge Paolo Orsini a Tagliacozzo.
1411
Mag.Lazio

Partecipa alla battaglia di Roccasecca sul Garigliano: vi è battuto in modo pesante da Paolo Orsini, da Braccio di Montone e da Muzio Attendolo Sforza.

Lug.Romagna

Affianca Giorgio Ordelaffi ed Andrea Malatesta nel loro ingresso in Forlì; si tiene in pegno il castello di Forlimpopoli a fronte delle spese sopportate in precedenza

1412
Mag.AntipapaNapoli400 lance e 200 fantiUmbria

Entra in dissapore con il re di Napoli con la scusa di non essere stato da lui aiutato  in modo efficace  nella precedente guerra in Romagna: passa al servizio dell’antipapa Giovanni XXIII che lo assolve da ogni censura ecclesiastica per avere aderito in precedenza al partito del papa Gregorio XII. La stipula del contratto avviene a Gubbio nel palazzo dei Montefeltro; ottiene Assisi e gli vengono confermati i vicariati di Urbino, di Cagli, di Gubbio e di Forlimpopoli. Gli è riconosciuto uno stipendio di 36000 fiorini, dei quali 5000 sono pagati da fiorentini e senesi.

……….AntipapaChiesa NapoliMarcheCoadiuva Paolo Orsini contro il signore di Rimini Carlo Malatesta. Ospita tale condottiero nell’urbinate.
1413
Mag.Marche

Con Muzio Attendolo Sforza e Malatesta Malatesta assedia in Rocca Contrada (Arcevia) Paolo Orsini trasferitosi, nel frattempo, nel campo avverso.

Lug.FirenzeNapoli600 lance e 600 fanti

Si allea con i fiorentini (dieci anni);  è dichiarato loro raccomandato con obbligo di consegnare un palio ogni fine giugno per la festa di San Giovanni Battista. Viene inoltre condotto per un anno con 600 lance e 600 fanti; gli è concessa una prestanza di 60 ducati per lancia e di 6 ducati per fante per due-terzi degli uomini d’arme e per tutti i fanti; gli è promessa la restituzione di Montenovo, di Belvedere e di Buscareto. Abbraccia apertamente il partito dell’antipapa e lascia  l’incarico di gran connestabile, detenuto da Guidantonio da Montefeltro fino a questo momento.

Ago.MarcheOspita ad Urbino paolo Orsini che vi si è rifugiato.
Sett.Romagna

Perde Forlimpopoli ad opera di Giorgio Ordelaffi. Il suo  luogotenente Pietro da Bagno viene assediato nella rocca. Il capitano del Montefeltro è costretto ad arrendersi perché Andrea Malatesta impedisce ai feltreschi di soccorrerlo. A compenso della perdita l’antipapa lo investe di Forlì (a titolo platonico).

Nov.Romagna

Si trova a Rimini per una grande festa organizzata da Carlo Malatesta in onore del nipote Galeotto; nel corso delle celebrazioni ha modo di partecipare ad una giostra.

Dic.UmbriaEntra in urto con i perugini per il possesso di Villa Torranca nel contado di Assisi.
1414
Lug.Al termine del conflitto è compreso tra i collegati dei fiorentini.
1415I fiorentini gli saldano le sue competenze.
1416
Feb.UmbriaA Gubbio per le nozze di Bartolomeo Brancaleoni con Giovanna Alidosi.
Mag.RomagnaSi accorda con Giorgio Ordelaffi per il possesso di Forlimpopoli. Cede i diritti sulla località e gli sono riconosciuti 12000 fiorini per le spese sopportate.
Lug.UrbinoPerugiaUmbria

Con la vittoria di Sant’Egidio su Carlo Malatesta  Braccio di Montone si avvicina ai suoi possedimenti di Assisi. Allo scopo di non essere attaccato, è obbligato a riconoscere al capitano  perugino Spello e Sigillo in cambio della restituzione di Bastia Umbra.

Ago.MarcheAd Arcevia. Si fa mediatore di un accordo tra Braccio di Montone ed i Malatesta.
1417
Mar.Il doge Tommaso Mocenigo gli conferisce la nobiltà e la cittadinanza veneziana.
Apr.Umbria

Agisce da mallevadore per 20000 ducati a favore di Carlo Malatesta nei confronti di Braccio di Montone allorché il cognato è lasciato libero dietro il pagamento di una taglia di 80000 ducati. Ospita Carlo Malatesta a Gubbio;  per distrarlo dalle sue disgrazie dà in suo onore molte feste.

Nov.LombardiaSi reca a Mantova per rendere omaggio al nuovo papa Martino V, già vescovo di Urbino, eletto dal concilio di Costanza.
1419
Gen.ChiesaPerugiaGonfaloniere dello stato della Chiesa

Viene nominato duca di Spoleto e gonfaloniere dello stato della Chiesa. Combatte Braccio di Montone per conto dei pontifici: il signore di Perugia gli chiede 12000 ducati che Carlo Malatesta non gli ha ancora pagato e di cui egli si è fatto a suo tempo mallevadore.

Mar.Umbria

Riesce a respingere da Gubbio Braccio di Montone a dispetto che, inizialmente, Ruggero Cane Ranieri sia potuto entrare nella città  per il tradimento di Cecciolo Gabrielli. Perde Assisi ad opera di    Malatesta Baglioni e di Niccolò Piccinino; anche  Serra di Partuccio, nei pressi di Umbertide, gli è conquistata dal Piccinino.

Mag.UmbriaViene ancora assalito dagli avversari a Gubbio. Stipula con Braccio di Montone una tregua e gli fa avere i 12000 ducati richiesti.
Ago. sett.Umbria

Il papa lo convince a rompere la tregua con il capitano perugino;  gli invia in rinforzo Conte da Carrara, Angelo della Pergola,  Bernardino degli Ubaldini della Carda, Pietro da Bagno, Ludovico dei Michelotti, Ludovico dalla Costa, Perugino dal Lago.

Ott.Umbria

Investe Assisi; un frate gli apre una piccola porta. il Montefeltro entra nella città in un punto vicino al convento di San Francesco con 2000 cavalli e 1200 fanti. La città è posta a sacco ed i partigiani di Braccio di  Montone sono uccisi: solo le due rocche non cadono in possesso dei suoi uomini. Dopo pochi giorni Assisi perviene in potere degli avversari con la morte e prigionia di molti urbinati.

Nov.Marche e LombardiaTransita per Fano. Si dirige a Mantova per rendere atto di omaggio al papa Martino V.
1420
Gen.Umbria e Toscana

Con Angelo della Pergola e Ludovico degli Ubaldini respinge un ulteriore assalto a Gubbio portato da Braccio di Montone; riconquista la Serra di Sant’Onda con altri castelli. Cattura anche alcuni membri della famiglia Gabrielli;  per la loro liberazione si fa consegnare la rocca di Frontone. Si reca a Firenze;  viene segnalato nella chiesa di Santa Croce: per il suo pernottamento nella città la repubblica spende 100 scudi il giorno.

Feb.Toscana

Si riconcilia a Firenze con Braccio di Montone a seguito della stipula di una tregua tra il signore di Perugia e lo stato della Chiesa. Gli cede Assisi in cambio dei castelli di San Gemini e di Porcaria nei pressi di Narni.

Mar.Toscana

A Firenze, ove il papa lo insignisce della Rosa d’Oro in Santa Maria Novella: i cardinali gli fanno da scorta fino al palazzo di Matteo Scolari. I fiorentini gli consegnano 13000 fiorini. Nello stesso mese è aperta ad Urbino la zecca.

Giu.Umbria e Marche

Cattura a Serra di Sant’Abbondio Cecciolo Gabrielli, figlio di Giovanni, per avere aiutato Braccio di Montone nei suoi attacchi a Gubbio. Il nobiluomo é impiccato  a Gubbio  sopra la Porta del Ponte Marmoreo. Nel contempo il Montefeltro si accorda con il fratello di quest’ultimo Gabriele;  si impossessa del castello di Frontone presso Cagli.

…………ChiesaBolognaEmilia

In Emilia con Bernardino degli Ubaldini della Carda, suo luogotenente, al fine di combattere i bolognesi che si sono ribellati allo stato della Chiesa.

Ott.BresciaMilanoLombardiaInvia in soccorso del signore di Brescia Pandolfo Malatesta alcune schiere al comando di Bernardino degli Ubaldini.
1421
Sett.UmbriaA Perugia. Presenzia al battesimo del figlio di Braccio, Carlo di Montone.
1423
…………

I fiorentini gli concedono la loro cittadinanza senza obbligarlo a costruire una casa in città, come pure prevede la legge locale.

…………

Viene contattato dai veneziani per passare al loro servizio come capitano generale. Le trattative non vanno al momento in porto.

Ott.RomagnaSi incontra a Rimini con Carlo Malatesta.
1424
Gen. mar.Venezia

A metà mese viene assunto dai veneziani per un anno in aspetto come capitano generale; gli è concessa una condotta di 300 lance, di cui 120 agli ordini dell’Ubaldini della Carda, e di 200 fanti. Gli viene riconosciuta una provvigione mensile di 300 ducati e di 500 in caso di servizio effettivo. In tale circostanza è prevista a suo favore una prestanza di 40 ducati per lancia e di altri 10 dopo la rassegna. Dal giorno della mostra le truppe sono assoldate per una ferma di sei mesi ed altri sei di rispetto. La condotta non diviene operante per l’arrivo del Carmagnola al servizio dei veneziani. Rimasto vedovo, a marzo Guidantonio da Montefeltro sposa la nipote del papa Caterina Colonna: come dote ottiene, oltre 5200 fiorini, il titolo di vicario per  Castel Durante (Urbania) e per tutte le terre della Val Metauro, compresa la Massa Trabaria, terre per lo più controllate da0i Brancaleoni.

Giu.ChiesaMontoneUmbria

Alla morte di Braccio di Montone ritorna al servizio dello stato della Chiesa per recuperare le terre usurpate dal capitano perugino. Gli abitanti di Montalboddo (Ostra) scacciano le truppe di Ruggero Cane Ranieri, signore della località.

Sett.UrbinoRiminiMarche

Con la sconfitta di Carlo Malatesta a Zagonara di fronte ai viscontei approfitta della propizia situazione;  strappa Urbania a Galeotto ed Alberico Brancaleoni, i cui balestrieri si trovano, al momento, per lo più alla difesa di Rimini. Si impadronisce ai danni dei Malatesta di molti castelli da essi posseduti nel Montefeltro.

Ott. dic.Lazio  Umbria e Marche

Viene affrontato da Pandolfo Malatesta;   interviene il papa a rappacificare le parti. Sempre nel periodo si reca a Roma presso Martino V;  si interpone a favore dei Trinci, signori di Foligno. A novembre i fiorentini gli consegnano 400 fiorini per coprire le spese da lui sopportate in una missione a loro favore. Sempre a Roma, ha l’incarico dal papa di raccogliere 200 cavalli. Riconquista in Umbria, per conto dello stato della Chiesa, quasi tutti i territori già controllati da Braccio di Montone. Rientra ad Urbino. Causa la sterilità della moglie Caterina Colonna, chiede al pontefice la legittimazione di Federico, figlio suo e di una dama di compagnia della prima moglie, Elisabetta degli Accomanducci. La relativa bolla è emanata a metà dicembre.

1425
Gen.UmbriaA Perugia, ove è accolto dal legato pontificio, ed a Assisi.
Feb.Chiesa400 cavalli

Agevola Guidantonio Manfredi nelle sue trattative che lo portano a passare dal campo visconteo a quello fiorentino. Fa pressioni sui Visconti per ottenere la liberazione di Niccolò Piccinino, catturato nella battaglia della Val di Lamone.

Mar. apr.LazioA marzo lascia l’alleanza con il duca di Milano Filippo Maria Visconti preferendo legarsi ai fiorentini. A fine aprile si reca a Roma per consultazioni con il pontefice. Ha l’incarico di recuperare alla Santa Sede alcuni territori marchigiani anch’essi già sottoposti alla signoria di Braccio di Montone.
Giu.ChiesaCingoli San Severino MarcheMarche

Si rappacifica una volta di più con il cognato Carlo Malatesta. Gli atti sono firmati a Roma nella chiesa dei Ss. Apostoli. Sempre per i pontifici riconquista allo stato della Chiesa Cingoli, San Severino Marche ed altre località minori. Rimane fedele ai fiorentini nonostante le loro ripetute sconfitte di fronte ai viscontei.

Ott.

Rinnova la tregua decennale con i perugini per la quale si impegna ad espellere dai suoi domini i fuoriusciti ed i loro parenti che vi si siano rifugiati.

1426
Gen.Marche

Si impossessa di Montalboddo (Ostra); Martino V lo investe nuovamente di Urbania dietro il censo di una libbra d’argento per la solennità dei Santi Pietro e Paolo.

1427
Mar.LazioA Roma. Vi si accorda con Carlo Malatesta.
…………UrbinoMontone

Si avvicina ai Visconti. Organizza un trattato in Montone per togliere la località alla vedova di Braccio di Montone, Nicolina da Varano.

1428Ritorna nell’orbita dei fiorentini.
1429ChiesaRiminiToscana

Muove contro i Malatesta allo scopo di recuperare allo stato della Chiesa Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) ed altre terre della valle del Tevere.

1430
Feb.UrbinoBrancaleoniMarcheLascia Urbino con 600 fanti per assalire Galeotto ed Alberigo Brancaleoni.  Si impadronisce in pochi giorni di Sassocorvaro, Lunano e Monte Locco. Li costringe a riparare a Rimini.
Giu.UrbinoRiminiMarche

Si allea con Galeazzo Malatesta, signore di Pesaro.  Invia contro Rimini la compagnia di Sante Carillo, di Andrea della Serra, di Luca da Castello e di Ranieri Vibi del Frogia che ne devastano il territorio. Costoro vengono respinti a Serrungarina dal signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Lug.FirenzeLucca MilanoCapitano g.leMarche

A Cagli; in tale località viene informato che i fiorentini lo hanno scelto come capitano generale allo scopo di combattere i lucchesi, a causa dei dissidi che dividono in continuazione  Niccolò Fortebraccio ed il suo emulo Bernardino degli Ubaldini.

Sett.ToscanaGli sono consegnate le insegne del comando secondo le indicazioni degli astrologi.
Dic.Marche e Toscana

Viene raggiunto ad Urbino dagli emissari Giovanni Guicciardini, Giacomo Guasconi e Domenico Sapiti. Guidantonio da Montefeltro giunge in Toscana e si accampa a Ripafratta. Stringe di assedio Lucca;  colloca i suoi alloggiamenti al Palazzo del Duca di fronte alla Porta di San Donato. Dispone di 4000 cavalli e 7000 fanti. I fiorentini lo spronano a contrastare l’avanzata di Niccolò Piccinino (3000 cavalli e 6000 fanti) che si sta avvicinando alla città al fine di prestarle soccorso. Guidantonio da Montefeltro si avvia  verso il Serchio per bloccare il passo agli avversari;  Niccolò Fortebraccio cerca inutilmente di dissuaderlo dal cercare la battaglia campale. Il Montefeltro predispone una prima schiera di 500 cavalli agli ordini di Guidantonio Manfredi; una seconda, di altri 500 cavalli, è affidata a Niccolò Fortebraccio; la terza (sempre di 500 cavalli) è affidata a Bernardino degli Ubaldini della Carda; la quarta a Dolce dell’ Anguillara ed a Bernaino Fornaino (500 cavalli ciascuno). Egli si piazza alla retroguardia con il resto della cavalleria pesante; sua insegna è nell’occasione l’aquila nera ghibellina. Dietro le sue linee si pongono i fanti. Niccolò Piccinino guada il Serchio in un punto che gli è stato indicato incautamente da alcuni cavalli fiorentini alla ricerca di una scaramuccia. Il Manfredi ordina ai suoi capisquadra Papa Camuso e Bartolomeo Colleoni di contrattaccare gli avversari. Il Piccinino risponde lanciando loro contro Alberico da Barbiano. Il Camuso è gravemente ferito alla testa per un colpo di mazza ferrata, mente il Colleoni viene fatto prigioniero. Il conte di Urbino,  assalito ora con decisione, viene facilmente sbaragliato. Solo l’intervento dell’Ubaldini a sua difesa salva il Montefeltro dalla cattura e la possibilità di riparare a Pisa.  Il combattimento termina con la cattura, tra i fiorentini, di 1500 cavalli e la perdita di artiglierie, munizioni e grandi quantità di armi.

1431
Mar.Toscana

Allo scadere della ferma consegna il bastone di capitano generale; gli è donato un elmetto ed una cavalcatura.  Rientra nei suoi possedimenti.

Sett.ChiesaC.di CastelloUmbria

A seguito dell’azione di Bernardino Ubaldini della Carda, può irrompere in Città di Castello con il beneplacito dei fuoriusciti (Guelfucci, Mancini ed Angelo Cerboni). Ne diviene governatore e difensore contro Niccolò Fortebraccio che ha assediato in precedenza la città. Designa come suo luogotenente Francesco degli Atti, signore di Sassoferrato.

1432
…………UrbinoFortebraccioUmbria

Niccolò Fortebraccio si attenda davanti a Città di Castello; come risposta  Guidantonio da Montefeltro confisca ad alcuni perugini  che provengono dalla fiera di Rimini le loro merci.  Il comune di Perugia, infatti, ha inviato 500 fanti con Ruggero Cane Ranieri per coadiuvare il capitano avversario all’ assedio della località. Il Fortebraccio si ritira a Montone. Da qui il condottiero avversario continua nella sua guerriglia facendo prigionieri e razziando bestiame nel territorio finitimo fino a Gubbio.

Ott.PesaroChiesaMarche

Difende i Malatesta di Pesaro dai pontifici; si appella al duca di Milano che gli invia 12000 fiorini per la condotta dell’ Ubaldini. Costringe il Gattamelata a ritirarsi dal pesarese.

Nov.Umbria

Perde Città di Castello: la causa occasionale della ribellione degli abitanti è data  dalle proteste dei parenti di una donna il cui marito è stato in modo ingiusto rinchiuso in carcere dal vicegovernatore Luchino Luchini, desideroso di non trovare ostacoli alle sue voglie.

1433
Feb.Viene dichiarato proprio raccomandato dai veneziani.
Giu.UrbinoFortebraccioUmbria

E’ ancora attaccato da Niccolò Fortebraccio nel territorio di Gubbio. Città di Castello si solleva al suo luogotenente Francesco degli Atti. Guidantonio da Montefeltro conclude presto con il rivale una tregua di quattro mesi su intermediazione del conte di Poppi.

Ago.Marche e UmbriaE’ armato cavaliere ad Urbino dall’imperatore Sigismondo d’Ungheria; lo ospita successivamente a Gubbio.
……….Invia a Firenze il suo procuratore Agnolo Galli per estendere per altri dieci anni il proprio status di raccomandato.
1434
……….UrbinoSforzaMarcheSi allea con i Malatesta di Pesaro al fine di contrastare la politica di Francesco Sforza nella marca d’Ancona.
Nov.Romagna e MarcheA Rimini ed a Fano con il signore di Cesena Domenico Malatesta. Rientra ad Urbino.
1435
Ago.UrbinoFortebraccioUmbria

Si impadronisce di Montone alla morte in battaglia a Fiordimonte di Niccolò Fortebraccio: vi è un intervento del papa Eugenio IV. Dopo breve tempo è costretto a restituire la località a Carlo di Montone.

1438
Nov.MarcheSi reca in pellegrinaggio a Loreto.
1439
Ott.UrbinoRiminiMarche

Sigismondo Pandolfo Malatesta si impadronisce dei castelli di Casteldelci,  Senatello e  Faggiuola; nella circostanza ricerca vanamente soccorsi dai Malatesta di Pesaro.

Nov.MarcheVengono in aiuto del conte di Urbino il figlio naturale Federico da Montefeltro e Baldaccio d’Anghiari.
1440
Apr.Marche

La pace con Sigismondo Pandolfo Malatesta è siglata a Gubbio. Il Montefeltro accoglie il signore di Rimini in Urbino con grandi feste.

Giu.UmbriaRifornisce di armi e di vettovaglie le truppe di Niccolò Piccinino in trasferimento verso la Romagna.
Sett.Umbria e ToscanaTransita per Perugia. E’ diretto in Toscana per curarsi negli stabilimenti termali della regione.
1441
Gen.UmbriaA Perugia per le nozze di Costantino Ranieri, figlio di Ruggero Cane Ranieri, con una figlia di Ranuccio Farnese
Dic.MarcheRientra in possesso di Monte Locco ad opera di Giovanni di Gavardo.
1443
Feb.Marche

Muore a fine mese ad Urbino dopo una breve malattia. E’ sepolto con il saio francescano nella chiesa di San Donato (oggi San Bernardino), all’esterno della cinta muraria. Alla sua corte lavora a lungo Piero della Francesca. E’ conservato un suo sonetto in un manoscritto della Bodleian Library di Oxford. Bonaccorso da Montemagno gli dedica l’opera “De nobilitate”. Padre di Agnesina, che sposa in prime nozze Guidantonio Manfredi ed in seconde Alessandro Gonzaga; Violante sposerà Domenico Malatesta e Sveva, la più sfortunata, Alessandro Sforza.

CITAZIONI

-“Egli cavalcò nelli nostri eserciti, e da ciascun fu onorato. E’ più si confidava nella milizia del genero, che nella dottrina di sé: concosassiacosa che egli aveva più praticato la masserizia di casa, che ordinare schiere ed armare cavalieri; e de’ canti e de’ suoni si dilettava; dello strepito delle trombe temeva; canzoni e balli volentieri ascoltava e vedeva. Egli era gentile e nobile; di lealtà portava corona: ma da guerra non era apprezzato.” CAVALCANTI

-“Homo aetate, quam experientia gravior.” BILLIA

-“Molle capitano.” CAPPONI

-“Huomo molto religioso e virtuoso.” SANSOVINO

-“Fu principe religioso..Niun atto di ingiustizia, di violenza, di crudeltà si narra di lui; e in un secolo come quello fu gran lode.” UGOLINI

-“Valente signore.” DELFICO

-“Sua et majorum gloria clarum.” BRACCIOLINI

-“Senz’adulazione può annoverarsi fra i migliori e più valorosi Capitani non sol di quei tempi, ma fra quei che di poi fiorirono tra i conti di Montefeltro e duchi d’Urbino..Fu Guid’Antonio principe di gran prudenza e bontà, amante della giustizia, conservatore della pace e quiete de’ suoi sudditi, dai quali fu amato e riverito grandemente.” REPOSATI

-“Principe invicto, duca altero e fido.” SANTI

-“Fu per la nobilità così della stirpe come dell’animo, stimato uno de’ migliori e più valorosi cavalieri del suo tempo.” BALDI

-“Fu uomo d’ottima vita e buon principe.” COLUCCI

-Canzone scritta in occasione della sua nomina a Gran Connestabile “Il conte Guido Anton da Montefeltro/ fia lume del suo stato e forse veltro/ contro i rabbiosi lupi suoi vicini/ a danno e distruzione dei Fiorentini.” SAVIOZZO

-“Il suo governo fu il più lungo nella storia dei Montefeltro. Franceschini, che pure lo esalta come “principe illuminato”, ne denunciò la passività politica per non essere stato in grado di ingrandire lo Stato, poiché tutti i suoi tentativi in Umbria, Marca e Romagna si rivelarono senza seguito. I decenni della sua dominazione vanno però considerati in una prospettiva di consolidamento e ordinamento in senso ormai statuale…Come era tradizione nella sua casa, fu al contempo uomo d’arme e di cultura. Diede inizio alla “libraria” dei signori di Urbino, benché l’apporto che diede alla sua formazione non vada sopravvalutato: degli oltre novecento codici che si conservavano a Urbino alla morte del duca Federico (1482), non più di un centinaio potevano essere stati raccolti da lui e da suo padre Antonio.” DI CARPEGNA FALCONIERI

-“Un condottiero di provata esperienza.” BECI

-“Personaggio d’illustre casato, potente pelle città e terre che possedeva, principe riputato in Italia.” FABRETTI

-“Quest’ottimo Principe aveva considerevolmente allargato i confini del suo Stato rinforzandone le strutture economiche ed amministrative. Anche il peso politico e militare di Urbino negli incerti e precari equilibri politici dell’epoca si era notevolmente accresciuto. Desiderò essere sepolto, rivestito del solo saio francescano, nella chiesa di San Donato fuori le mura, dove spesso amava ritirarsi in preghiera. Ed ivi riposa sotto una lastra tombale in cui è scolpita la sua immagine.” SCATENA 

-La lastra tombale lo mostra in abito francescano con la spada al fianco. Sulla sua tomba è riportato il seguente epitaffio “Floret in Hesperia tellus, plorate Latini,/ Guido comes moriens hoc requiescit humo,/ Non fuit e coelo princeps clementior alter,/ Praevalidas urbes rexit, et ipse potens./ Non fuit in terras umquam, qui sanctius heros/ Cappam Francisci posset habere sacram./ Quem dedit in terris probitas venerabilis aevo,/ Mors animam coelo reddidit alma suo./ Hoc igitur superi socio gaudete superno./ Et Divum cingat laurea sacra ducem./ Et quadraginta tribus febrai vigesima prima.”

Fonte immagine in evidenza: wikimedia
Fonte immagine: stemma nobiliare della famiglia Montefeltro, wikipedia

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