Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
Condottieri di ventura
0991 OTTAVIANO MANFREDI (Ottaviano da Faenza) Di Faenza. Conte. Nipote di Galeotto Manfredi e di Lancillotto Manfredi.
1472 (agosto) – 1499 (aprile)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
………. | Emilia | Figlio del vescovo di Faenza Federico è investito dal papa Sisto IV della consignoria di Faenza: questa gli viene tolta dagli zii Galeotto e Lancillotto. Esule, abita a lungo con la madre alla corte degli estensi. | |||
1488 | |||||
Ago. | Manfredi | Faenza | Romagna Toscana | All’uccisione dello zio Galeotto ricompare nel faentino e si aggira con alcuni armati nei territori di Ravenna e di Lugo dopo essere sfuggito alla sorveglianza del duca Ercole d’Este. Ottiene la rocca di Modigliana; si trasferisce in Val di Lamone con i suoi fautori. Non vi è alcuna sollevazione a suo favore in Faenza; truppe sforzesche e bolognesi lo tengono a bada. I fiorentini gli inviano contro lo zio Ranuccio da Marciano che cerca di favorirlo; in un secondo momento è raggiunto dal commissario Antonio Boscoli che lo convince e recedere dai suoi progetti. Viene condotto a Firenze ed a Pisa dove è trattenuto quasi prigioniero. Dopo varie trattative si giunge all’accordo: al Manfredi viene concessa una provvigione annua di 600 ducati pari a quella di cui gode il cugino Astorre signore di Faenza. | |
1490 | |||||
Gen. | Toscana | Si trova ad Arezzo; chiede denari ai fiorentini. Deve recarsi a Pisa e pernottare nella cittadella sempre sotto stretta sorveglianza: il timore di parte fiorentina è che insorgano tumulti a suo favore in Faenza. | |||
1495 | |||||
Ago. | Toscana | Liberato dai francesi, segue Ranuccio da Marciano a Cetona; coltiva la speranza che Pisa sia restituita ai fiorentini. Al fallimento della missione rientra in Romagna. | |||
…….. | Manfredi | Faenza Forlì | Romagna | Favorisce una congiura a suo favore in Faenza. Viene sventata con ferocia. | |
Dic. | Romagna | Entra in Brisighella con Dionigi Naldi; solleva la Val di Lamone. Chiede, invano, soccorsi ai fiorentini. Respinto dalle truppe della signora di Forlì Caterina Sforza, si rifugia in una casa del Naldi: domanda al cugino Astorre, signore di Faenza, di potere rientrare nella città. L’arrivo di 80 balestrieri bolognesi e di 200 cavalli veneziani, condotti dal provveditore Cristoforo Moro, è sufficiente a mettere Ottaviano Manfredi in difficoltà: con l’aiuto dei valligiani, tuttavia, il condottiero taglia a pezzi molti stradiotti e uomini d’arme della Serenissima. L’azione non ha però alcun seguito; gli è messa, anzi, sulla testa una taglia di 1500 ducati per chi lo consegni vivo o morto. La taglia sarà revocata dai veneziani solo nel maggio seguente. | |||
1496 | |||||
…….. | Toscana | Povero ed abbandonato da tutti, si riduce a vivere a Firenze. Viene relegato dalle autorità ad Arezzo. | |||
Mag. | Firenze | Venezia Pisa | Toscana | Si muove tra Pontedera e Bientina in soccorso di Buti. | |
1498 | |||||
Mar. | 25 lance | Toscana | |||
Mag. | Toscana | Prende parte alla battaglia di San Regolo. | |||
Giu. | 25 lance e 10 cavalli leggeri | Toscana | |||
Sett. | Toscana | All’assedio di Pisa. | |||
Ott. | Romagna | Giunge ad Imola e con Dionigi Naldi, su sollecitazione dei fiorentini, tenta di sollevare Brisighella ai danni della Serenissima; si trasferisce a Modigliana con Gaspare da San Severino; da qui si porta a Forlì per provocare qualche tumulto ai danni di Antonio Maria Ordelaffi. Le cose si acquietano. Entra in contatto con i fiorentini per ritornare ai loro stipendi. | |||
Nov. | 20 lance | Toscana | Contrasta nel Casentino i veneziani alla testa di 20 uomini d’arme. | ||
Dic. | Romagna | A Forlì, dove è bene accolto da Caterina Sforza. Giunge a Castrocaro Terme e compie alcune scorrerie nel faentino eccitando la popolazione contro il cugino Astorre; si appropria, tra l’altro, di 15 carri inviati da Annibale Bentivoglio a Bologna, anche se questi godono di un salvacondotto emesso dalla signora di Forlì. | |||
1499 | |||||
Feb. | Toscana Romagna | Dopo un periodo di inattività nel Casentino, per volontà dei fiorentini con Achille Tiberti e Dionigi Naldi (400 uomini) attacca Sogliano al Rubicone con la speranza del buon esito di un trattato tenutovi da Malatesta Malatesta da Sogliano ai danni del fratello Ramberto. Gli viene promessa in moglie la figlia di Caterina Sforza. Sempre nello stesso periodo è accusato di avere fatto uccidere Corbizzo Corbizzi. | |||
Apr. | Romagna | A Forlì, ospite di Caterina Sforza. Decide di recarsi a Firenze a riscuotere il resto delle paghe dovutegli; non ascolta i tentativi di dissuasione dell’amico Dionigi Naldi. Si fa dare in prestito 60 ducati da Luffo Numai e, per risparmiare sulle spese di viaggio, rifiuta la scorta che Caterina Sforza vorrebbe dargli. Lascia Faenza con il pievano di Cascina Francesco Fortunati, un auditore di Imola e soli 6 cavalli di scorta. Prende la via della Toscana. Rifiutata una scorta anche a Castrocaro Terme, giunge nottetempo ad un’osteria posta un po’ prima del monastero che si trova all’alpe di San Benedetto. La mattina seguente, all’alba, si rimette in strada; è sorpreso alle Scalette da 25/30 uomini guidati da Galeotto dei Bosi e da Pietro Francesco Corbizzi, figlio di Corbizzo e fatto uccidere dalla signora di Forlì. Ferito al petto da un colpo di roncola, si dà alla fuga: un contadino lo trafigge al collo. Ottaviano Manfredi è gettato giù da cavallo ed è finito con 13 colpi che gli sono inferti alla testa ed alle gambe. Muore mormorando preghiere assistito dal pievano. Sospettato dell’ assassinio, come mandante, è il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio che si sarebbe mosso in questo modo per favorire alla signoria in Faenza il nipote Astorre Manfredi. In seguito a tale omicidio i fiorentini fanno decapitare 12 uomini della Val di Lamone, Caterina Sforza ne fa squartare 2 da vivi ed Astorre Manfredi ne fa impiccare uno. La testa di uno degli assassini sarà esposta a Forlì più tempo; la mano destra di costui sarà invece portata a Faenza per essere affissa al rastrello della porta dell’ ospedale. Ottaviano Manfredi è sepolto a Forlì, con magnifiche esequie volute da Caterina Sforza, nella chiesa di San Girolamo (poi San Biagio) sotto la tomba della zia Barbara Manfredi, moglie di Pino Ordelaffi. La sua bara è retta dai Battuti ed è scortata da 4 condottieri al soldo della Sforza: Achille Tiberti, Dionigi Naldi, Pretone da Modigliana e Giorgio da Cotignola. |
CITAZIONI
-“Tenuto home da bene et molto amatore del culte divino.” BERNARDI
-“Era un poco guercio. E dissesi che l’aveva fatto morire Giovanni Bentivoglio; e forse che non fu vero.” LANDUCCI