OTTO DA MONTAUTO

0
2376
castello-di-montauto
Veduta del castello di Montauto e della cappella gentilizia.

Last Updated on 2024/01/08

OTTO DA MONTAUTO  (Otto da Montacuto, Otto Barbolani, Gianfrancesco Barbolani) Detto Otto o Signorotto.

  • 1552 (ottobre)
castello-di-montauto
Veduta del castello di Montauto e della cappella gentilizia.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1524FranciaImperoMilita nelle compagnie di Giovanni dei Medici contro gli imperiali
1527
……..FirenzeImperoToscanaViene assegnato dal papa Clemente VII alla difesa di Pisa.
Giu.ToscanaAllorché Firenze si ribella ai Medici con Cambio Nuti cattura Lanzino dal Borgo, imbarcatosi nottetempo a Caprona per raggiungere Pisa.
1529
Ott.FirenzeImpero ChiesaToscana

Si unisce con Niccolò Strozzi; insieme i due capitani scorrono le valli del Bisenzio e respingono gli imperiali lungo il litorale. Con il fratello Federico ed il commissario Lottieri Gherardi è preposto alla guardia di Prato: non accetta di obbedire ad un ordine di Francesco Ferrucci. Il commissario gli si getta contro con lo stocco; i due contendenti sono  separati. Si muove in Mugello con 1000 fanti e 50 cavalli leggeri per affrontarvi Melchiorre Ramazzotto; informato che a Barberino di Mugello alloggiano Girolamo Pepoli e Giacomo da Bozzo con 2000 fanti bolognesi e corsi, raggiunge la località per la Valle del Bisenzio.  Con una scaramuccia costringe gli avversari a ritirarsi nel castello (tra i pontifici quattro/cinque morti e 40 prigionieri). Non approfitta della situazione favorevole per inseguire gli avversari: da tale fatto sorgono sospetti di tradimento nei suoi confronti). Il Ramazzotto mette in ordine le sue truppe ed abbandona Scarperia. Otto da Montauto rientra a Prato.

Dic.Toscana

Si sposta alla Lastra con 4 bande di fanti di Prato  per prestare soccorso alla località:  i difensori di tale centro si arrendono prima del suo arrivo. E’ ulteriormente sospettato dal commissario Lottieri Gherardi di volere disertare nel campo avversario: viene imprigionato a Firenze.  Torturato,  non fa alcuna ammissione. Negli stessi giorni uccide con lo stocco Jacopo Arrighi; si salva dalla decapitazione solo perché intervengono a suo favore molti nobili. Viene  condannato ad una multa di 1000 ducati che deve pagare entro trenta giorni pena il taglio di una mano, ed a un anno di carcere alle Stinche. Per Otto da Montauto paga la penale Bernardo d’ Arezzo, un membro della Balia dei Dieci. Grazie all’ intercessione di quest’ultimo non  è consegnato al bargello, ma ottiene di trascorrere il tempo della prigionia in una stanza del Palazzo del Podestà previa malleveria di 6000 scudi per scongiurare il pericolo di fuga. La condanna di Otto da Montauto ha anche ragioni politiche perché in precedenza si è rifiutato di recarsi a Trebbio per catturarvi la vedova di Giovanni dei Medici Maria Salviati con il figlio Cosimo. I suoi soldati, anzi, mettono in salvo ad Imola i due Medici.  In una sua relazione il Ferrucci paragona i fanti delle compagnie di Pasquino Corso e di Otto da Montauto con quelli che combattono ai suoi ordini ad Empoli. I primi sono belli da vedere e paragonabili ai gatti soriani. Belli, ma incapaci di prendere i topi. I suoi, al contrario, sono gatti di non bello aspetto, ma molto esperti.

1530
Ago.Toscana

Con la fine della repubblica fiorentina raggiunge il suo castello di Montauto; si porta  ad Arezzo che vuole rendersi indipendente dai fiorentini. Capeggia la fazione medicea. Pugnala un cittadino che ha rifiutato ogni accordo con pontifici ed imperiali. Nascono alcuni disordini che lo obbligano a barricarsi nel palazzo. Viene imprigionato con il fratello Federico. E’ salvato dai priori: all’episodio segue una pubblica pace con i parenti del ferito che viene celebrata nel vescovado.

Sett.Toscana

E’ nominato dagli aretini capitano della città quando gli imperiali si allontanano da Firenze per sciamare nella Valdarno. Si incontra con Ferrante Gonzaga, giunto con la sua avanguardia tra Quarto e Ponte a Buriano, fuori le mura nei pressi della cittadella.

……….LazioTrovata un’immediata intesa con il Gonzaga si reca a Roma dal pontefice cui dichiara la sottomissione di Arezzo al dominio fiorentino.
1532FirenzeImpero OttomanoAustria

Affianca in Austria il cardinale Ippolito dei Medici contro i turchi. Prende parte alla difesa di Linz alla testa di un buon numero di archibugieri.

………..Milita agli ordini di Alessandro Vitelli.
1534
Gen.UmbriaA fine mese ricopre il ruolo di padrino dei campioni di Orvieto, impegnati a duello, per una causa sconosciuta, con alcuni rappresentanti di Acquapendente.
1535Toscana

Il  cardinale Ippolito dei Medici muore avvelenato  ad Itri su ordine del duca di Firenze Alessandro dei Medici. Il delitto avviene ad opera dello scalco dello stesso prelato, Giovanni Andrea di Borgo San Sepolcro. Secondo alcune fonti lo scalco sarebbe stato corrotto da Alessandro Vitelli e da Otto da Montauto. Il cortigiano, nonostante la tortura, nega ogni addebito;  ammette solo di avere avuto rapporti con il Montauto in quanto tale capitano fa parte della compagnia d’armi del cardinale.

1537
Gen.Toscana

All’uccisione di Alessandro dei Medici da parte del cugino Lorenzino dei Medici penetra con 300 archibugieri nella fortezza di Firenze (la cosiddetta Fortezza da Basso), la occupa per conto del  Vitelli e vi cattura il castellano  Paolantonio da Parma ed il capitano Mendola di Terra d’Otranto (che la detengono per conto dell’imperatore Carlo V) con il pretesto di una loro connivenza con i congiurati.

Apr. mag.FirenzeFuoriuscitiToscana

Si sposta alla difesa di Borgo San Sepolcro (Sansepolcro), minacciata dai fuoriusciti e dalle lotte di fazione tra Pichi e Graziani. Sorgono alcuni tumulti nella città nel cui corso sono uccisi uomini della sua compagnia.  Previene per poche ore l’ingresso di Piero Strozzi in Sansepolcro. E’ qui raggiunto dal fratello Federico che pone i suoi alloggiamenti fuori la città. Con il ritiro degli avversari dai pressi gli è dato l’incarico di trasferirsi nel pistoiese a Montale per fronteggiare i partigiani dei fuoriusciti, in particolare Guidotto Pazzagli della fazione dei Cancellieri. Esce di notte  dalla località con  Vincenzo di Poggio e 1000 fanti; tenta di entrare in un palazzo fortificato, detto la Casa al Bosco, residenza dell’ avversario; respinto, chiede due pezzi di artiglieria a Prato e richiama da Pistoia il fratello che gli conduce altri 400 fanti dei quali nessuno è di nascita pistoiese. Di notte sorprende i fuoriusciti (400 uomini) alla testa di 2000 fanti. Quando il Pazzagli si accorge che nessuno si muove in suo soccorso si arrende a patti nelle mani di Otto da  Montauto. Il ribelle è condotto prigioniero a Firenze, viene saccheggiato il suo palazzo, la torre ivi connessa è spianata dalle fondamenta. Otto da Montauto convince il duca di Firenze Cosimo dei Medici a risparmiargli la vita.

Lug.ToscanaEsce nottetempo da Firenze con Alessandro Vitelli e Pirro Colonna alla testa di 3000 fanti spagnoli e di due insegne di fanti tedeschi.
Ago.Toscana

Affronta i fuoriusciti di Filippo Strozzi. Attacca con il Vitelli il castello di Montemurlo: dà fuoco alla porta ed irrompe all’interno con i suoi uomini.

1538
Giu.ToscanaE’ incaricato da Cosimo dei Medici di sovrintendere ai lavori di rafforzamento delle difese di Arezzo.
1539/1540ToscanaE’ segnalato nell’aretino.
1543FirenzeImpero OttomanoToscana

Il duca di Firenze lo invia a Piombino con il commissario Girolamo degli Albizzi e  300 fanti scelti perché nel Tirreno è comparsa la flotta turca di Barbarossa. Rimane alla guardia della città, su ordine del Medici e  con l’appoggio di don Diego Hurtado di Mendoza, anche quando si allontana la minaccia dei turchi:  Jacopo d’Appiano e gli abitanti della località protestano invano per la sua presenza. Otto da Montauto ha pure modo di catturare Aurelio da Sutri, un capitano del conte di Pitigliano Giovan Francesco Orsini, ed Enrico Orsini, che hanno fatto naufragio nei pressi di Piombino mentre sono in navigazione verso Marsiglia. Viene in tal modo a conoscenza delle trame del conte di Pitigliano con i francesi.

1544FirenzeFranciaToscana    Lombardia

Si imbarca con il fratello Federico (2000 fanti) e raggiunge Genova; attraversa gli Appennini e per il tortonese ed il pavese raggiunge Milano minacciata dallo Strozzi.

1547
Estate1000 fantiToscana

Riceve l’ordine di avviarsi verso Pisa con 1000 fanti e da qui imbarcarsi per Napoli che si è ribellata agli imperiali. Deve  prestare soccorso al viceré don Pietro di Toledo. I disordini, causati dall’introduzione del tribunale dell’Inquisizione nel regno, sono domati prima della sua partenza. E’ allora inviato a Portoferraio con 800 fanti. Ha l’incarico dì governatore;  sovrintende ai lavori che sono eseguiti per il rafforzamento delle difese dell’isola d’Elba.

Giu.FirenzeFrancia1000 fantiEmilia

Affianca i pontifici nella guerra di Mirandola contro i Farnese ed i francesi. Prende parte alla difesa di Crevalcore, a quella di San Giovanni in Persiceto ed a quella di Sant’Agata Bolognese; cerca di opporsi alle scorrerie dello Strozzi.

Lug.FirenzeSienaEmilia e Toscana

Con Pietro Paolo Tosinghi assale il forte di Sant’Antonio vicino a Mirandola; si scontra con il Turchetto ed il Chiappino che ne sono rimasti alla difesa;  ne scaccia i francesi. Escono dalla città il Termes ed Orazio Farnese con la cavalleria. Otto da Montauto  è costretto al ritiro. Il condottiero inizia la costruzione di un nuovo forte, tra Mirandola e Concordia, in cui sono alloggiati 1500 fanti e 100 cavalli. A fine mese è inviato a Siena con Menichino da Poggibonsi alla testa di 400 /500 fanti (di cui la metà male armati e senza esperienza) a seguito della ribellione della città ai danni degli imperiali che ne sono al presidio. Entra per la Porta Camollia sorvegliata dai soldati spagnoli;  raggiunge la piazza del Campo dove è concentrata la maggior parte della guarnigione. Si scontra con i ribelli, perde una settantina di uomini in una scaramuccia ed è obbligato ad abbandonare San Domenico ed il controllo della Porta Camollia; si ritira nella cittadella.  Chiede con urgenza rinforzi al duca di Firenze anche perché dispone di vettovaglie per soli cinque giorni.

Ago.Toscana

Ha il permesso di abbandonare la cittadella di Siena;  ne esce a bandiere spiegate. Gli è consegnata Piombino da don Diego Hurtado di Mendoza;  vi pone alla guardia Rosa da Vicchio. Riceve dagli abitanti di Piombino, di Populonia, di Buriano, di Scarlino, dai comuni elbani il giuramento di fedeltà a Cosimo dei Medici. Si ritira a Staggia.

1550/1551ChiesaFranciaEmiliaAffianca le truppe pontificie nella guerra di Mirandola.
1552
Ago.FirenzeSiena FranciaToscana
Ott.Toscana

Effettua un ultimo tentativo per riconciliare il duca di Firenze con Piero Strozzi di cui è amico. Muore a Piombino. In corrispondenza con Giorgio Vasari. Ritratto dal Vasari nella sala di Cosimo in Palazzo Vecchio a Firenze. Sposa Riccarda Schianteschi dei conti di  Montedoglio.

 CITAZIONI

“Uomo forte e ardito, ma licenzioso e insolente.” VARCHI

“Soldato di valore e d’esperienza.” ADRIANI

“Vecchio et valoroso Capitano.” ROSEO

Con Rodolfo Baglioni e Giuliano Strozzi “Huomini valorosi, e honorati.” GIOVIO

“Prode capitano, benché prepotente e interessato.” A. VALORI

“Licenzioso e insolente uomo delle Bande Nere.” ADAR

Fonte immagine: wikipedia

Print Friendly, PDF & Email

Rispondi