Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUDOVICO MALVEZZI Del ramo di Cà Granda. Di Bologna.
Conte di Teodorano, conte di Taranta Peligna, barone di Quadri.
Signore di Torrebruna, Montenerodomo, Scontrone, Castelguidone. Fratello di Ercole Malvezzi, padre di Lucio Malvezzi.
1418 – 1467 (agosto)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
…………… | Dedicatosi al mestiere delle armi, segue il cugino Annibale Bentivoglio nella compagnia di Micheletto Attendolo. | ||||
1436/1439 | Napoli | Re d’Aragona | Combatte nel regno di Napoli per Renato d’Angiò contro le truppe di Alfonso d’Aragona. | ||
1440/1441 | 8 cavalli | Emilia | Nel 1440 milita sempre nelle compagnie di Micheletto Attendolo. Nello stesso anno vince la sua prima giostra, che si svolge nella piazza centrale di Bologna. Il torneo è indetto dal senato cittadino per celebrare la pace tra il duca di Milano con Firenze e Venezia. Anche nel 1441 si segnala come vincitore in numerose giostre che si svolgono a Bologna nel gennaio ed a ottobre. | ||
1442 | |||||
Mar. | Emilia | Partecipa, sempre a Bologna, ad una nuova giostra in cui sono presenti anche Guidantonio Manfredi e Domenico Malatesta. | |||
1443 | |||||
Ago. | Bologna | Milano | Emilia | A servizio del signore di Bologna Annibale Bentivoglio. Prende parte alla battaglia di San Giorgio di Piano. | |
Nov. | Faenza | Milano | 25 lance | Romagna | Al servizio del signore di Faenza Guidantonio Manfredi. Combatte per i veneziani contro i viscontei. |
1444/1445 | |||||
…………… | Emilia | Si riconcilia con il senato bolognese e rientra nella sua città. | |||
Ott. | Emilia | Vince a Bologna il palio della festa di San Petronio nel cui corso abbatte l’amico Galeazzo Marescotti la sua prima condotta è con il signore di Faenza. | |||
1446 | Venezia | Milano | Lombardia | Al soldo dei veneziani con i quali militerà per diciassette anni. Si trova alla difesa di Cremona ed alla conquista della Ghiaradadda. Si oppone a Francesco Piccinino. | |
1447 | |||||
Mag. giu. | Lombardia | Agli ordini di Micheletto Attendolo. Attraversa l’Adda a Cassano d’Adda; si dirige in un primo momento verso Pavia saccheggiando il territorio circostante; si spinge poi fin sotto le mura di Milano ove pianta lo stendardo di San Marco. E’ armato cavaliere nel borgo di Porta Romana con Tiberto Brandolini, Diotisalvi Lupi e Giberto da Correggio. | |||
…………….. | Lombardia | Saccheggia la Brianza, si muove in Valsassina e prende parte alla conquista di Mandello del Lario; assedia vanamente Lecco; espugna Brivio. | |||
1448 | |||||
Mag. | 60 lance | Lombardia | Viene ricondotto per un anno di ferma e sei mesi di rispetto. Affronta le truppe della Repubblica Ambrosiana. | ||
Lug. | Lombardia | E’ inviato con Matteo da Capua (700 cavalli) ed 800 fanti comandati da Diotisalvi Lupi alla difesa di Caravaggio: entra in tale località prevenendo l’intervento di Giovanni da Varano. E’ subito assediato nel castello da Francesco Sforza. | |||
Sett. | Lombardia | Viene vinto e fatto prigioniero da Francesco Piccinino nella battaglia di Caravaggio. E’ rinchiuso in carcere su pressione di Francesco Piccinino. | |||
1449 | |||||
Gen. | Venezia | Milano | Emilia | Liberato da Francesco Sforza con il rovesciamento delle alleanze da parte di quest’ultimo, si sposta alla guardia di Parma con Manfredo e Giberto da Correggio, Pietro Maria dei Rossi e Niccolò Terzi. | |
1450 | |||||
Apr. | 200 cavalli | Gli è riconfermata la condotta (a partire da dicembre) per un anno di ferma e sei mesi di rispetto. I suoi cavalli sono alloggiati in Ghiaradadda e nel bergamasco. | |||
1451 | Bologna | Fuoriusciti | Emilia | Appoggia Sante Bentivoglio, Gaspare Malvezzi e Giacomo dal Lino nel respingere l’attacco portato a Bologna dai Canedoli e dai Pepoli. | |
1452 | |||||
Mag. | Venezia | Milano | 250 cavalli | Lombardia | Fronteggia le truppe del duca di Milano Francesco Sforza. Al campo di Manerbio. |
Nov. | Veneto e Lombardia | Opera nel veronese; si sposta verso i confini del mantovano per difendere il territorio da eventuali azioni offensive di Ludovico Gonzaga. Asseconda pure Gentile da Leonessa a Montichiari allorché in località Tumulo avrebbe dovuto svolgersi una battaglia campale tra le truppe della Serenissima e quelle dello Sforza. | |||
Dic. | Lombardia | Si unisce con i contadini del bergamasco per scorrere a sua volta nel territorio nemico con Chierichino Chiericati: affrontato vicino alla bastia di Castellaro da 350 cavalli gonzagheschi, le sue perdite ammontano a 460 uomini tra uccisi, annegati e prigionieri. | |||
1453 | |||||
Giu. | 300 cavalli | Lombardia | Viene sconfitto a Villabona dal Gonzaga e da Tiberto Brandolini: nello scontro gli è ferita la cavalcatura da un colpo di lancia. E’ nominato governatore di Bergamo. | ||
Ott. | Lombardia | Con il Marruco e Giovanni Pazzaglia scorre nei territori controllati dagli sforzeschi tra Isorella e Calvisano; vi razzia numeroso bestiame. Sulla via del ritorno i tre condottieri sono intercettati da quattro squadre di cavalli: sono obbligati ad abbandonare il bottino con la cattura di tredici cavalli e di alcuni fanti. Con il Pazzaglia e Giovanni Villano (500 cavalli e molti fanti) supera l’Oglio per bloccare un convoglio di vettovaglie, proveniente da Seniga, scortato da 120 cavalli e da 150 fanti. Nello scontro sono catturati 26 cavalli e 60 fanti: tutti i prigionieri sono lasciati liberi con l’eccezione di Francalancia da Visso. | |||
1454 | |||||
Gen. | Lombardia | Bartolomeo Colleoni minaccia la Val Seriana. Il Malvezzi gli va incontro; giunto ad Alzano Lombardo, si ferma lungo il fiume. Respinge inizialmente le cariche della cavalleria sforzesca nonostante il tiro dei balestrieri appostati sulla riva opposta. Gli avversari incominciano a gettare contro i suoi uomini, dall’alto dei monti, alcuni massi e grossi palloni di neve. Le cavalcature non sono più controllabili per la paura, molti precipitano nel Serio, i cavalli si danno alla fuga; sono bloccati da Gaspare da Martinengo. Pochi sono gli uccisi, moltissimi i prigionieri tra cui il Malvezzi, Guido ed Antonio Benzoni e Roberto d’Atene. Verrà liberato poco dopo a seguito di un’azione portata dai veneziani. | |||
Mar. | Emilia | Riceve a Ferrara la patente di nobiltà dal duca Borso d’Este insieme con i fratelli Achille, Virgilio, Ercole, Pirro e Troilo. | |||
1456 | |||||
Ago. | Giovanni d’Angiò concede a lui ed ai suoi famigliari uno stemma araldico particolare. | ||||
1458 | |||||
Mag. | Veneto | A Venezia. In occasione della elezione a doge di Pasquale Malipiero prende parte ad un torneo in cui ha il comando di una squadra con Orso Orsini; si batte contro quella condotta da Bertoldo d’Este e da Antonello da Corneto. Il torneo consiste in una finta battaglia per la conquista di un castello di legno eretto in piazza San Marco. La vittoria spetta alla squadra di Bertoldo d’Este. | |||
…………… | Tenta di procurarsi una nuova condotta con l’aiuto dei fratelli più vecchi Achille e Virgilio: è contattato, al riguardo, dallo Sforza. | ||||
1459 | |||||
Gen. | Veneto | Accoglie a Padova Roberto da San Severino, reduce da un pellegrinaggio in Terrasanta; con altri capitani accompagna per cinque miglia il condottiero verso Vicenza. | |||
Apr. | Romagna | ||||
1460 | |||||
Lug. | Viene nominato conte palatino dall’imperatore Federico d’Austria. La Serenissima riduce gli effettivi del suo esercito; il Malvezzi viene lasciato libero. | ||||
Ago. sett. | Chiesa | Rimini | 800 cavalli e 200 fanti | Emilia e Romagna | Lascia il bresciano con 60 cavalli; attraversa il mantovano; raccoglie truppe per strada e giunge nel bolognese con 800 cavalli e 200 fanti. A settembre è condotto dai pontifici per combattere il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta. Gli è dato uno stipendio di 10000 fiorini l’anno; oltre ai proventi derivanti dai bottini e dalle taglie sui prigionieri gli è assicurato il possesso di città e castelli da lui eventualmente conquistati. Si ferma a Bologna per un mese non senza qualche sospetto da parte del senato cittadino che di notte fa chiudere le porte con le saracinesche. In Romagna. |
Ott. | Marche | Conquista Pergola. Si spinge nel territorio di Fano; in una sola irruzione razzia più di 1000 capi di bestiame; fa molti prigionieri; i raccolti sono dati alle fiamme, molte case sono saccheggiate e, di queste, diverse vengono diroccate. | |||
Nov. | Chiesa | Ancona | Marche | Giunge con Cicco Brandolini a Pergola ed a Rocca Contrada (Arcevia) alla testa di 700 cavalli e 200 fanti. Soccorre Jesi, il cui contado è infestato da Sigismondo Pandolfo e da Roberto Malatesta. | |
Dic. | Chiesa | Rimini | Marche | Costringe Roberto Malatesta ad allontanarsi dal territorio di Morro; sconfigge il signore di Rimini nei pressi di Fano. | |
Dic. | Chiesa | Rimini | Marche | Si collega con Pietro Paolo Nardini. Si trova al comando di 3000 cavalli e 2000 fanti. | |
1461 | |||||
Primavera | Marche | E’ spinto alla riconquista di Musciano. | |||
Lug. | Jesi | Ancona | Capitano g.le | Marche | Alla guardia di Senigallia. Affronta gli anconetani per conto di Jesi. Gli avversari sono sconfitti; lo stendardo della repubblica di Ancona viene portato in un primo tempo a Jesi per essere in un secondo momento ceduto al Malvezzi. Gli abitanti di Jesi gli danno l’incarico di difendere i castelli di Morro, Belvedere e San Marcello messi in sospetto dall’ attività degli anconetani. Viene sconfitto con Pietro Paolo Nardini dal Malatesta a Nidastore/ Castelleone di Suasa in un combattimento che dura cinque ore. Le truppe pontificie, intimorite dall’uso di un nuovo tipo di artiglieria minuta, la cosiddetta spingardella, si scompaginano. Il Malatesta divide i suoi in due parti; il Malvezzi colloca in prima fila i fanti con l’artiglieria e sulle ali i cavalli leggeri. La cavalleria pesante è più arretrata in attesa che cessi il fuoco delle spingardelle contro la fanteria. Giovanni Piccinino ed il commissario pontificio Bartolomeo Vitelleschi, vescovo di Corneto (Tarquinia), si danno alla fuga; i pontifici sono disfatti. I morti sono 150 d’ambo le parti. I cronisti bolognesi e riminesi lodano il suo comportamento tenuto nello scontro ; viene, viceversa, accusato da Pio II della sconfitta perché invece di avere a disposizione 400 cavalli ne ha soli 40, per di più male equipaggiati. Il Malvezzi si dà rapidamente alla fuga. E’ licenziato dai pontifici. |
Dic. | Napoli | Angiò | Viene assoldato dagli aragonesi. | ||
1462 | |||||
Gen. mar. | Napoli | Angiò | Emilia ed Abruzzi | Lascia Bologna per aggregarsi con le milizie aragonesi operanti negli Abruzzi. Raggiunge la regione con Giovanni Francesco da Bagno alla testa di 60 uomini d’arme e 100 fanti. Affianca Matteo da Capua ai danni di Giosia Acquaviva; conquista Atri. Sempre a marzo, assale i castelli del signore di Ortona Francesco Riccardi. | |
Mag. | 100 lance | Gli è riconosciuta dagli aragonesi una condotta di 100 uomini d’arme ed una provvigione annua di 12000 ducati a valere sulle entrate abruzzesi. Gli sono pure promesse alcune terre tolte ai Caldora. A fine mese lascia Pescara con Matteo da Capua. | |||
Giu. | Abruzzi | Assale Cellino Attanasio, sempre ai danni di Giosia Acquaviva. | |||
Lug. | Abruzzi | Si muove al campo sul fiume Pescara; viene informato che il Malatesta e Giovan Francesco della Mirandola stanno per lasciare le Marche per puntare verso la Puglia. Si rafforza sul Tronto con sei compagnie di cavalli assieme con Matteo da Capua: obiettivo è quello di impedire il passo agli avversari. | |||
Ago. | Abruzzi | Alla difesa di Teramo. Sempre con Matteo da Capua dà il guasto alle campagne di Cellino Attanasio. | |||
Sett. | Abruzzi | Affianca il duca di Calabria Alfonso d’Aragona contro Antonio Caldora (4000 uomini tra cavalli e fanti). Il barone ribelle è messo alle strette. A fronte delle paghe pregresse gli vengono consegnati 2000 ducati, parte in contanti e parte sotto forma di beni di consumo. | |||
Nov. | Abruzzi | A Popoli. Si dirige contro Jacopo Piccinino a difesa della contessa di Celano. | |||
Dic. | Abruzzi | Staziona tra Teramo, Campli e Civitella de’ Conti. Nell’anno viene investito dal re di Napoli dei titoli di conte di Taranta Peligna e di barone di Quadri. | |||
1463 | |||||
…………… | Lazio | Si sposta a San Germano (Cassino) | |||
Mar. mag. | Chiesa | Angiò | 166 cavalli e 100 fanti | Termina la sua ferma con gli aragonesi. I fratelli Achille e Virgilio esercitano nuove pressioni sul duca di Milano Francesco Sforza affinché gli sia concessa una condotta. Lo Sforza lo appoggia ed è assoldato di nuovo dal papa Pio II. E’ creditore verso la tesoreria del regno di Napoli di 10000 ducati. Appoggia il duca di Amalfi Antonio Piccolomini, nipote del pontefice. A Rocca d’Evandro contro le milizie del duca di Sora. | |
Giu. lug. | Campania e Lazio | Si collega con gli aragonesi nella piana del “Mazzone delle Rose” in Terra di Lavoro per sferrare l’attacco decisivo contro il duca di Sessa e principe di Rossano Marino di Marzano. A fine giugno è segnalato ad Isola del Liri; a fine luglio prende parte all’ assedio di Mondragone. | |||
Ago. | Campania | Il duca di Sessa è costretto alla resa. Per i suoi meriti Ferrante d’Aragona lo ammette nel Gran Consiglio di Stato e di Guerra, lo nomina luogotenente del figlio Federico e lo insignorisce di Torrebruna, Castelguidone, Scontrone e Montenerodomo nel chietino. | |||
Dic. | Lazio | Congedato al termine del conflitto, si avvia verso Montecassino. Alloggia all’interno dell’abbazia per tutto l’inverno. | |||
1464 | |||||
Gen. | Lazio | Si lamenta con Francesco Sforza per il trattamento ricevuto. Rimasto senza denaro è costretto ad impegnare ogni suo bene per sostentare la sua famiglia. Defezionano dalla sua compagnia venti uomini d’arme a causa della mancanza di paghe. | |||
…………… | Viene contattato dai veneziani per combattere i turchi in Morea. Rifiuta l’offerta perché preferisce restare in Italia. | ||||
Giu. | Napoli | Il re di Napoli gli offre 1600 ducati per provvedere temporaneamente alle necessità della sua compagnia. Gli sono pure promesse altre terre dopo l’estate. | |||
Lug. | Lazio | Sempre fermo a Cassino, prende parte alla conquista di Belmonte, che si è ribellata al duca di Sora. | |||
Ott. | Campania | Vive a corte a Napoli. E’ sempre alla ricerca di una condotta. Nello stesso tempo Ferrante d’Aragona tende a riorganizzare l’esercito aragonese eliminando il sistema delle compagnie autonome mediante la trasformazione della figura del condottiero in capitano regio (lo squadriero) ricompensato con provvigione ed onorificenze di corte. Gli vengono prospettate due possibilità: una condotta di 25 uomini d’arme più altri 25 demaniali; oppure una provvigione annua di 1500 ducati senza alcun comando d’armati. Il Malvezzi sceglie la seconda opzione con la promessa che sarebbe stata rivista la sua situazione in caso di conflitto. Viene investito della baronia di Taranta Peligna e di Quadri. | |||
1465 | |||||
Apr. | Emilia e Lombardia | Accompagna a Bologna il duca Federico d’Aragona, diretto a Milano per rendere omaggio allo Sforza. | |||
Giu. | Lombardia | Il Malvezzi è ricevuto dal duca di Milano: viene raccomandato dallo Sforza all’ambasciatore napoletano Antonio Ciciniello. | |||
Lug. | Emilia | E’ segnalato nuovamente a Bologna. E’ in procinto di accompagnare a Napoli la duchessa di Calabria Ippolita Sforza. | |||
Ott. | Si lamenta perché non è ancora entrato in possesso delle terre che gli sono state assegnate dal re di Napoli. | ||||
1467 | |||||
…………… | Campania | Nonostante che corra la voce di una sua possibile condotta con i veneziani rinnova la ferma con gli aragonesi. Gli è aumentata la provvigione annua; non gli è concessa la terra di Mignano Monte Lungo da lui richiesta. | |||
Giu. | 60 lance | Campania | Si trova in Terra di Lavoro (zona “Mazzone delle Rose”) con 60 lance: è data una paga ai suoi uomini. Al Malvezzi sono consegnati 1000 ducati a valere della sua provvigione. Viene finalmente investito dei castelli promessi. A fine mese si accampa a Fontana del Pioppo in attesa di spostarsi negli Abruzzi. | ||
Ago. | Napoli | Venezia | Marche | E’ diretto verso il bolognese per collegarsi con il duca Federico d’Aragona allo scopo di contrastare le milizie veneziane di Bartolomeo Colleoni. Muore a fine mese di febbre ad Ascoli Piceno. E’ sepolto con solenni funerali alla presenza di Federico d’Aragona. Sposa Giovanna Bentivoglio e Taddea del Carretto. |
CITAZIONI
-“Gran capitano di gente d’arme..Bravissimo et strenuissimo capitano.” GHIRARDACCI
-“Vir in armis strenuus..Magnus ductor armorum.” BORSELLI
-“Huomo illustre del tempo suo si diede ne suoi primi anni all’arte della militia..Capitano di animo veramente generoso e invitto.” SANSOVINO
-“Nobile condottiere di gente d’arme.” SPINO
-“Fu esimio nelle armi.” BOSI
-“Miles quidem et modestia et animo clarus.” PORCELLIO
-“Si dedicò sin dalla giovinezza alla carriera delle armi acquistando grande rinomanza nelle giostre e nei tornei.” SPRETI
-“Capitano niente inferiore nel coraggio e nella scienza militare a qualunque altro soldato dell’età sua.” AMIANI
-“Uomo bellicoso e saputo.” NUBILONIO
-“Disposto dalla natura, e formato dagli esercizi alla guerra, divenne uno de’ Capitani eccellenti de’ tempi suoi…Fu stimato altamente dai Principi di quel secolo per molta esperienza, e per i saggi grandissimi che diede del suo valore. Coraggioso era nell’imprese, nel conflitto prudente, e ardito nell’eseguire. Oltre gli egregi costumi avea nobilissima presenza, e grandissime forze.” TOSELLI
-“Il Cavalier Malvezzo Ludovico/ Col Ré Ferrando stè bona memoria,/ Di Pio fu Capitan, ebbe vittoria/ De’ Feudatari, e d’ogni lor Nemico.” Versi del Casio ripresi dal TOSELLI
-“Fu principal Conduttiero della Republica Venetiana.” DOLFI
-“Era stato insignito insieme con i suoi fratelli di molti titoli e onorificenze: il 19 genn. 1453 papa Niccolò V aveva concesso a lui e Virgilio il giuspatronato e la nomina dei parroci della chiesa di S. Sigismondo; il 27 marzo 1454 il duca Borso d’Este lo aveva nominato cittadino onorario di Ferrara, Modena e Reggio; aveva ricevuto anche la cittadinanza di Firenze (dicembre 1463) e di Padova; Giovanni d’Angiò nel 1456 gli aveva concesso di inquartare nel suo scudo l’insegna di Lorena (un uccello chiamato alurio di colore bianco in campo rosso); con bolla d’investitura dell’8 sett. 1458 papa Pio II aveva conferito ai figli di Gaspare (il padre) il titolo di conte di Castel Guelfo di Bologna; con privilegio datato 15 luglio 1460 era stato nominato conte palatino e barone dell’Impero da Federico III.” VITTOZZI
-“Si segnalò in parecchie giostre e atterrò in un torneo il fortissimo Galeazzo Marescotti.” ARGEGNI
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