CARLO DI MONTONE

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Rocca di Passignano, Passignano sul Trasimeno
Rocca di Passignano, Passignano sul Trasimeno

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CARLO DI MONTONE  (Carlo Fortebracci) Di Perugia.

Conte di Montone. Signore di Montone, Fratta Todina, Gualdo Tadino e Assisi. Figlio di Braccio di Montone, fratello di Oddo di Montone, padre di Bernardino di Montone e di Braccio di Montone, genero di Sigismondo Pandolfo Malatesta, cognato di Roberto Malatesta.

1421 (sett.) – 1479 (giu.)

carlo di montone

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1421UmbriaAl suo battesimo sono presenti due cardinali e Guidantonio da Montefeltro.
1423
Mar.E’ combinato il suo matrimonio con Anna Colonna, figlia di Lorenzo. Non se ne farà nulla.
1424
Giu.UmbriaAlla morte del padre un consiglio cittadino lo designa alla signoria di Perugia, affidando alla reggenza del fratellastro Oddo.
………..UmbriaE’ costretto a riparare con la madre a Città di Castello.
1428
Apr.Umbria e Marche

Con la morte del padre Braccio i pontifici reclamano il possesso di Città di Castello. Gli abitanti si ribellano e fanno entrare nella città il governatore pontificio di Perugia Piero Donato. La madre Nicolina da Varano è costretta ad abbandonare la località con il figlio Carlo ed a riparare a  Camerino (portando con sé 16 some di suppellettili) presso i fratelli Berardo e Gentile da Varano. Anche Montone e Gualdo Cattaneo pervengono in potere dei pontifici.

1431
Feb. mar.UmbriaI magistrati di Perugia approfittano della morte del papa Martino V, e della relativa vacanza della Sede Apostolica, per donargli 30 corbe di frumento dal Montone richieste al fine di pagare gli addetti alla rocca di Montone, di cui è venuto in possesso.
1434
Mag.Marche e Umbria

A Camerino, finché non è chiamato a Montone dai priori di Perugia che gli inviano 300 fiorini. I perugini esercitano pressioni sul nuovo papa Eugenio IV affinché gli sia affidata la signoria di Rocca Contrada (Arcevia), di Gualdo Tadino e quella di Montone. Il pontefice gli concede solo il vicariato di Montone per un triennio.

1435
Ago.FortebraccioChiesaMarche e Umbria

Ha le sue prime esperienze militari con Niccolò Fortebraccio. E’ presente allo scontro di  Fiordimonte in cui rimane ucciso il suo capitano:  riesce a fuggire a Visso con 200 cavalli. Assediato in tale località da Taliano Furlano, deve cedere e riparare ad Assisi. E’ proclamato signore di tale città.

Ott.Umbria e Toscana

Viene accolto a Perugia con tutti gli onori. Gli è fornito dai fiorentini  un salvacondotto; con la scorta di due ambasciatori perugini si reca a Firenze per mettere a disposizione al papa tutte le terre da lui controllate. Eugenio IV gli concede in signoria Montone e Gualdo Cattaneo dietro il censo di un cane da caccia per la lepre. Il Montone si impegna nello stesso tempo a non avere ai suoi ordini più di 25 cavalli:  gli è conferita, a sua volta, una provvigione annua di 1500 fiorini. Rientra a Perugia, gli sono ancora riservate grandi accoglienze e gli sono donati 500 fiorini; fa liberare dalla prigionia Leone Sforza e si reca a Montone.

Nov.Toscana

Raggiunge nel senese le compagnie di Niccolò Piccinino per timore del patriarca Giovanni Vitelleschi: il prelato scaccia dalla rocca di Montone il castellano perugino e vi ammette propri uomini (Arcangelo dalla Marca e Rinaldo Sassirossi di Perugia). A fine mese il Vitelleschi occupa la località, rimuove i castellani che vi ha lasciato e nomina un suo luogotenente.

1437Chiede aiuto a Niccolò Piccinino. Il condottiero gli fa ottenere dai perugini l’esenzione dalle tasse.
1438
Giu.UmbriaRientra a Montone con fanti e cavalli. Viene nominato conte di Montone.
1439
…………MilanoFirenze Chiesa200 cavalli
EstateIl cardinale Vitelleschi assedia Montone.
1440
Giu.MilanoFirenze Chiesa200 cavalliToscana

Stringe d’assedio Città di Castello;  ne viene respinto da Micheletto Attendolo. A fine mese prende parte alla battaglia di Anghiari; subito dopo la sconfitta si porta a Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) con Francesco Piccinino. Sono uccisi per rappresaglia uomini,  donne e bambini; il giorno seguente è consegnata la città ai pontifici.

1441
Gen.E’ nominato da Niccolò Piccinino suo luogotenente in Umbria e suo rappresentante in varie città quali la stessa Perugia.
………..UmbriaSostituisce come castellano di Montone Sebastiano da Milano (già indicatogli dal Piccinino con il quale, peraltro, il Montone è entrato in discordia) con il congiunto Giobbe Fortebracci.
Nov.MarcheAiuta Rodolfo e Giulio Cesare da Varano a rientrare in Camerino.
1442
Giu.ChiesaSforzaUmbria

Lascia Marsciano;  irrompe nel todino con il Piccinino, Pietro Giampaolo Orsini e Ludovico Gonzaga: ne danneggia i raccolti, razzia bestiame, vince gli avversari che per la montagna di Bettona vogliono entrare in Todi e cattura loro 250 fanti, saccheggia tre castelli. Al comando di 1000 uomini tra cavalli e fanti raggiunge San Gemini con Tartaglia da Torgiano per cacciare il  Sarpellione da Todi.

Ago.Marche

Contrasta gli sforzeschi tra Montefortino ed Amandola. Viene sconfitto nei pressi della seconda località da Pietro Brunoro, da Troilo da Rossano e da Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Sett.Umbria

I todini assalgono il Montone per togliergli Fratta del Vescovo (Fratta Todina): viene  soccorso da Giovanni Malavolti, che assale il campo avversario e cattura 800 uomini.

Nov.Umbria

Affianca Niccolò Piccinino alla conquista di Assisi;  entra di notte nella città per le condotte di un acquedotto; insegue i difensori in fuga che riparano nella cittadella; i suoi uomini, tutti umbri, al contrario del resto dell’ esercito, non si macchiano di alcuna infamia; costringe alla resa 800 fanti forestieri che si sono asserragliati nella rocca e rispetta i capitoli della resa.

1443
Gen.UmbriaA Perugia.
Mar.Umbria

Ritorna a Perugia;  vi è ospitato da Braccio Baglioni. Rimane nel perugino in qualità di luogotenente del  Piccinino.

Giu.Lazio

A Terracina con Niccolò Piccinino allorché il condottiero  si incontra in tale località con il re di Napoli Alfonso d’Aragona.

Sett.MarchePrende parte all’assedio di Fano. In un’azione cattura Antonello da Corneto.
Nov.MarcheAgevola Giovanni da Varano nel suo rientro in Camerino.
1444
Gen.MarcheSi accampa a Montecchio (Treia) con Niccolò Piccinino.
Giu. Marche ed Umbria

Esce da Treia con Jacopo Piccinino e Braccio Baglioni, si porta a Sterpeto e vi cattura Antonello della Torre, accusato di volere uccidere Niccolò Piccinino o per lo meno di volerlo imprigionare al fine di consegnarlo a Francesco Sforza.

Ago.Marche e Umbria

Prende parte alla battaglia di Montolmo (Corridonia) al fianco di Francesco Piccinino: si dà alla fuga allorché si accorge che Alessandro Sforza, Manno Barile e Dolce dell’ Anguillara con una manovra aggirante sono giunti alle spalle dei pontifici. Salvatosi con 40 cavalli si rifugia a Camerino; da qui prosegue per Perugia per avere un colloquio con gli ambasciatori del comune. Viene incitato a restare sui confini della marca d’ Ancona per difendere gli interessi dello stato della Chiesa.

Sett.Umbria

Entra in Assisi con Jacopo Piccinino;  si impadronisce del locale castello con la scusa di un colloquio con Cristoforo da Tolentino.

Ott.UmbriaAlla morte di Niccolò Piccinino si reca a Montone allo scopo di ricostituirvi la propria compagnia.
Nov.Umbria

A Perugia, ospite di Braccio Baglioni. Con Jacopo Piccinino chiede in prestito al comune 2000 fiorini e 100 corbe di frumento; gli è consegnato il cereale ed è donata a ciascun capitano la somma di 300 fiorini. Sempre con Jacopo Piccinino raggiunge Assisi alla testa di 4000 uomini; chiede ed ottiene dagli abitanti un certo quantitativo di denaro per potersi recare in Lombardia agli stipendi del duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nella città si incontra con il maggiore dei fratelli  Piccinino; entra in discordia con  costui (Francesco) perché  pretende di avere il comando delle compagnie. Rientra con i suoi armati a Montone, per sfamare i quali è ancora soccorso dai perugini  con 300 fiorini e 100 corbe di frumento.  Ritorna al soldo dei pontifici.

1445
Mag.ChiesaSforza800 cavalli e 400 fantiMarche

Milita per i pontifici agli ordini di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Si reca a Pesaro. Gli viene riconosciuta una provvigione mensile di 1500 fiorini.

Lug.Umbria

Molesta il contado di Gubbio con Antonello da Castel Durante;  ne depreda il territorio fino alle porte del capoluogo: i magistrati perugini protestano per il suo operato.

Ago.Romagna e Marche

Si trova a San Salvatore con 500 cavalli e 200 fanti; si unisce a Fossombrone con Giacomo da Caivana.  Scorta verso Fano il cardinale Ludovico Scarampo.

Ott.Marche

A Fano con Taliano Furlano, il Malatesta, il fratello di quest’ultimo Domenico e Roberto da Montalboddo.  Si accampa ad Osimo con tali condottieri. A fine mese stipula una tregua con Federico da Montefeltro, lascia l’Umbria e si dirige verso la Lombardia per contrastare i veneziani al servizio dei viscontei.

Nov.MilanoVenezia800 cavalliLombardiaParte per la Lombardia con 800 cavalli allo scopo di servire il duca di Milano Filippo Maria Visconti contro i veneziani. Affida la custodia di Montone della zia Giacoma, vedova di Malatesta Baglioni.
1446
Mag.MilanoSforzaLombardiaSi muove nel cremonese in soccorso di Francesco Piccinino,  impegnato nel cremonese contro le truppe dello Sforza.
Giu.ChiesaSforzaMarche e Umbria

Rientrato nella marca d’ Ancona, con 1000 uomini, cerca di tagliare la strada allo  Sforza di ritorno dalla Toscana e dall’Umbria per raggiungere i suoi possedimenti. Lascia Montone con 400 cavalli e molti fanti per scorrere nel territorio di Gubbio;  marcia nel contado di Todi per prestare soccorso a Fratta Todina assediata dai cavalli sforzeschi. Dopo qualche giorno si incontra con lo stesso  Sforza a Montone. Mantiene tale feudo malgrado i diritti reclamati sullo stesso dallo stato della Chiesa e le mire tradizionali sulla stessa località da parte dei Montefeltro. Ciò in virtù della protezione che gli viene concessa dal reggimento dei nobili di Perugia, organo fondato dal padre Braccio, e  mantenuto in vita anche dopo la morte del congiunto, dai capitolati con la città da parte dei papi Martino V ed Eugenio IV.

Ott.Umbria e Toscana

Si muove verso la Lombardia per congiungersi con le truppe viscontee. I fiorentini gli bloccano il passo di Monteverde per cui si avvia per una strada diversa allungando il tragitto.

Nov.MilanoVeneziaRomagna

Tocca Coriano e Savignano sul Rubicone con 800 uomini: ritorna in Lombardia al servizio del Visconti: al governo di Montone resta Giacoma di Montone, una zia vedova di Malatesta Baglioni. Nella sua marcia sosta a Forlì ed a Faenza: nella prima località i suoi uomini ricevono vettovaglie da Antonio Ordelaffi.

Dic.LombardiaTransita per il bolognese, entra nel cremonese ed occupa Casalmaggiore.
1447
Mar.LombardiaOpera nel cremonese per prestare soccorso a Foschino Attendolo, che è minacciato dai veneziani a seguito del voltafaccia di Francesco  Sforza nei confronti della Serenissima.
Mag.VeneziaMilano600 cavalliLombardia

Nemico dello Sforza, che negli stessi giorni è stato assunto dal  Visconti, diserta nel campo veneziano con 600 cavalli bracceschi.

Giu.600 cavalli e 100 fantiLombardia

Gli viene concessa dalla Serenissima una condotta di 600 cavalli e di 100 fanti per un anno di ferma ed uno di rispetto.

Nov.LombardiaNel bresciano. Vi fronteggia le truppe avversarie.
1448
Ago.Lombardia

Ordina ad un suo capitano di impadronirsi di Reschio, castello del perugino, in possesso degli eredi di Francesco Montemelini suoi debitori per 650 ducati.

Sett.Lombardia

Si segnala tra i condottieri cosiddetti marcheschi. Spinge a battaglia Micheletto Attendolo. E’ sconfitto e fatto prigioniero  nella battaglia di Caravaggio.

1449
Lug.800 cavalli

Gli è rinnovata la condotta dai veneziani per un anno di ferma ed uno di rispetto; questa è portata a 800 cavalli, comprensivi di 100 cavalli concessi a Braccio Vecchio di Montone e di altri 100 dati allo zio Deifobo da Varano.

1452
Mag.VeneziaMilanoLombardia

Contrasta le truppe dello  Sforza divenuto duca di Milano. Attraversa l’ Adda a Rivolta con Carlo Gonzaga e Tiberto Brandolini su un ponte di barche allestito in precedenza; con i due capitani conduce una scorreria fino al canale Muzza nei pressi di Melzo;  si impossessa di alcune bastie.

Lug.Lombardia

Con Matteo da Capua giunge ad Abbadia Cerreto, attraversa l’Adda e vi fa costruire un ponte di barche protetto da bastie su entrambe le rive. Scorre nel lodigiano dove è affrontato da Pietro Maria dei Rossi e da Antonio da Landriano (1000 cavalli) che, uniti con Alessandro Sforza, hanno il compito di distruggere bastie e ponte. Gli attacchi dei primi due condottieri sforzeschi vengono respinti; Alessandro Sforza è disfatto con la cattura di 800 cavalli un giorno che Carlo di Montone riesce a sorprenderlo in disordine con i soldati alla ricerca di vettovaglie. I nemici riparano a Lodi.

Sett.Lombardia

Compie molte scorrerie nel cremonese e nel milanese, dove si scontra con Antonio da Landriano. I nemici ricevono soccorsi ed il Montone deve ritirarsi con la cattura di 25 cavalli e la perdita del bottino.

Ott.Lombardia

Lascia alla guardia di Abbadia Cerreto Evangelista Savelli;  con altri capisquadra continua a desolare il milanese; fa prigionieri 60 cavalli e ritorna a Crema con ingenti prede. Al ritorno è attaccato nottetempo in Abbadia Cerreto da Alessandro Sforza.

Dic.Lombardia

Ha l’incarico con Matteo da Capua e Tiberto  Brandolini di provvedere alla difesa di Abbadia Cerreto e dei castelli finitimi.

1453
…………Comp. venturaChiesaUmbriaAffronta il signore di Perugia Braccio Baglioni. Il conflitto si conclude con la cacciata dei pontifici da Todi.
Lug.VeneziaMilanoLombardia

Richiamato dai veneziani, con Orso Orsini e Roberto d’Atene (5 squadre di cavalli e 500 fanti) scorre fin sulle porte di Pavone: ripiega a causa dell’ attacco sforzesco che   proviene da Pralboino. Il Montone punta su Seniga; con la sua azione riesce a liberare parte della fanteria veneziana circondata dagli avversari;  vince i ducali e con Matteo da Capua cattura Bartolomeo Quartero.

Ago.Lombardia

E’ sconfitto a Ghedi.  A metà mese assale Castelleone con Matteo da Capua e Giovanni Villano: incomincia a bombardare il locale castello;  all’alba è colto di sorpresa da un attacco di Tiberto  Brandolini (che ora milita con gli sforzeschi) e di Corrado da Fogliano. I nemici lo mettono in fuga con la perdita delle bombarde.

Sett. ott.Lombardia

Scorre di nuovo nel milanese. Ad ottobre deve ripiegare con Antonello da Corneto a Ghedi in conseguenza di una scaramuccia da lui condotta  contro il parere di Jacopo  Piccinino.

Nov.VenetoStaziona nel veronese.
1454
Sett.VeneziaToscanaE’ inviato dai veneziani nel senese.
1458
Mar.

Viene contattato dal suocero Sigismondo Pandolfo Malatesta per passare al suo soldo alfine di combattere gli aragonesi che sono comandati da Federico da  Montefeltro e da Jacopo Piccinino.

Mag.VenetoA Venezia con Bartolomeo Colleoni, allorché il condottiero bergamasco riceve dal doge Pasquale Malipiero il bastone di capitano generale della Serenissima.
1460
EstateUmbria

La seconda moglie di Carlo di Montone, Margherita Malatesta, figlia di Sigismondo Pandolfo,  giunge per la prima volta a Montone; riceve dai priori perugini alcuni doni preziosi.

1461
Mag.Veneto

Due emissari del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo si recano a Venezia per cercare di arruolarlo a favore del partito angioino nel regno di Napoli.

………..

Anche Roberto Malatesta lo ricontatta affinché lasci gli stipendi dei veneziani per venire in suo aiuto contro i pontifici di Pio II: la Serenissima si oppone sempre al disegno.

1462
Mar.RiminiChiesaLombardia Umbria e Marche

Si trasferisce con le sue compagnie nel bresciano. Invia Guido Benzoni in soccorso del suocero; con milizie veneziane tenta un colpo di mano su Perugia. L’impresa fallisce; si dirige allora su  Carpegna da dove scaccia le genti di Federico da  Montefeltro.

Mag.UmbriaIl papa Pio II invia a Perugia un commissario ed una compagnia di fanti per timore che la città cada in suo potere.
Ago.Marche

Punta su Ancona per prestare soccorso al suocero in difficoltà: ordini severi da Venezia lo costringono a recedere dai suoi propositi.

Sett.Venezia

Gli viene rinnovata la condotta per impedirgli di recarsi a combattere gli aragonesi nel regno di Napoli: ciò non gli è di ostacolo per spedire ancora in Romagna un discreto numero di cavalli e di fanti a favore dei Malatesta.

1463
Ago.VeneziaTriesteV. Giulia

Prende parte all’ assedio di Trieste con Antonio da Marciano, Gerardo da Martinengo ed Antonello da Corneto alla testa di molti fanti e di 1500 cavalli. I veneziani si accampano alla fontana di Geppa verso Roiano, Scorsola, Chiadino e Sant’ Andrea, mentre dal mare la città viene bloccata da molte navi e da 4 pontoni armati con grosse bombarde.

Dic.Si parla di un suo possibile utilizzo come capitano generale in Morea contro i turchi.
1466
Mar.Veneto

A Grancona nei colli Berici; si reca a fargli visita Roberto Malatesta di ritorno nei suoi possedimenti.

1467
Apr.LombardiaNel bresciano.
Giu.VeneziaMilanoLombardiaAffronta i ducali.
1468
Mag.LombardiaE’ segnalato sempre nel bresciano.
AutunnoRomagnaSegue in Romagna il provveditore Fantino Coppo.
1469
Ott.VenetoAd Asolo.
1472
Mar.Ordina al castellano di Montone di rafforzare la guarnigione del castello di 20 o 25 uomini fidati, di provvedere a  fornire di vettovaglie il presidio;  lo mette  in guardia nei confronti di ser Innocente: quest’ ultimo sta cercando di metterlo in cattiva luce nei confronti della Serenissima per potersi impadronire di Montone. Ordina pure che i nipoti dell’uomo in questione si rechino da lui pena la vita e la confisca dei loro beni.
Ago.Fa imprigionare nella torre di Montone ser Innocente con un  famiglio.
1473VeneziaImpero OttomanoLombardia e Friuli

Viene trasferito da Brescia in Friuli per assumere il comando delle truppe  contro i turchi;  con soli 1400 cavalli ha il compito di sorvegliare i confini dello stato.

1475ToscanaAbbandona il soldo dei veneziani per darsi alla ventura in Toscana.
1476
……….VeneziaImpero ottomanoFriuliRientrato in Friuli al servizio dei veneziani, rafforza le difese di città e castelli della regione rendendoli insuperabili.
Dic.Romagna Umbria

E’ licenziato dai veneziani a metà mese senza che siano fornite spiegazioni. Più tardi la Serenissima adduce come motivo i forti debiti da lui contratti (peraltro per la prossima spedizione in Umbria). Raggiunge Rimini con numerosi cavalli e fanti. Lascia la città per ritornare a Montone e farvi svernare le sue compagnie. Il papa Sisto IV accetta la sua presenza nel territorio: in cambio si impegna a raggiungere la località con i soli famigliari. E’ contattato dai pontifici per una condotta con lo stato della Chiesa. L’accordo trova un intralcio in Federico da Montefeltro, che lo lusinga proponendo una parentela tra le due casate: il matrimonio del figlio Bernardino con una sua figlia naturale.

1477
Mar. apr.Comp. venturaChiesaUmbria e Lazio

Ritorna a Montone accompagnato da molti soldati e dai figli: convinto da Lorenzo dei Medici punta alla conquista di Perugia. Viene raggiunto in Umbria da un grande numero di veterani e di venturieri. Ad aprile raccoglie truppe nel contado di Roma.

Giu.Comp. venturaChiesa SienaUmbria e Toscana

Il legato pontificio di Perugia gli ingiunge di lasciare  Montone. Il condottiero si colloca sul Nicone con 300 cavalli e 500 fanti e con tali uomini saccheggia i dintorni di Città di Castello con la connivenza dei fiorentini desiderosi di fare rientrare nella città Niccolò Vitelli. Nella vicina Perugia cerca di ravvivare il partito braccesco; minaccia  la città prendendo a pretesto un tentativo di avvelenamento che è stato tentato  ai suoi danni dal Baglioni. Da Perugia gli si muovono contro i condottieri pontifici Giovanni Francesco Gonzaga, Giovanni Francesco da Bagno ed Antonello da Forlì con 430 cavalli e 100 fanti. Anche il Montefeltro lascia Montone su ordine del pontefice. Carlo di Montone si allontana da Pieve al Toppo e penetra in Val d’ Ombrone nel senese con il pretesto di recuperare crediti di cinquant’anni anni prima vantati dal padre nei confronti della repubblica. Si impadronisce di 3 piccoli castelli nei pressi di Bagno a Rapolano (Rapolano Terme) e li mette a sacco. Anche il centro perviene in suo potere.

Lug.Toscana

Razzia bestiame,  fa molti prigionieri: ai suoi ordini militano molti perugini come Gentiluomo degli Arcipreti ed Everardo da Montesperelli. Costruisce un ponte di barche e supera la Chiana, si impossessa di Campiglia dei Foci e di Laticastelli; assedia per otto giorni Torrita di Siena. Non accetta la resa a patti proposta dai difensori e dà alle fiamme case, capanne e raccolti delle vicinanze. Scende nel pisano, fa mietere e trebbiare il frumento che è venduto a Foiano della Chiana ed a Montepulciano; dà alle fiamme il suo campo  e si sposta in prima maremma e poi sui monti dell’Amiata dove razzia 15000 capi di bestiame, di cui 5000 bovini. Conduce le prede a Chianciano;  occupa Bagno Vignoni; cavalca in Val d’Asso, occupa anche Altesino. E’ bloccato nei pressi di Salentippo e Sant’Anna da Luca di Rieti e da Onorato da Fermo; sconfigge 2500 senesi venuti a contrastarlo con il Possa, capitano di fanti aragonesi;  si mette in salvo nel fiorentino. Secondo fonti senesi viene invece sorpreso dagli avversari,  rafforzati da molti contadini, in una stretta valle: è salvato dalla disfatta grazie all’intervento  degli abitanti di Montepulciano e dei fiorentini con l’aiuto dei quali può superare le difficoltà con un lungo ed aspro combattimento. Si porta ancora a Chianciano;  cerca senza esito di spingere i perugini a non dare il passo alle truppe del  Montefeltro che si stanno muovendo ai suoi danni.

Ago.Toscana e Umbria

Vince a Chianciano Antonio da Montefeltro; ritorna all’ improvviso nei pressi di Perugia dove una parte del partito nobiliare è favorevole alla sua causa. La trama è scoperta, l’ispiratore Giovanni della Caterina è decapitato.  Carlo di Montone si ritira prima a Montone e poi a Firenze (prende alloggio nelle case dei Martelli) da dove incoraggia i suoi alla resistenza.

Sett. ott.Toscana

Il castello di Montone viene in potere dei pontifici: il cognato Roberto Malatesta convince, infatti, la moglie Margherita ad arrendersi un giorno in cui il figlio di Carlo, Bernardino, si trova accampato con le truppe fuori le mura. Il condottiero è privato del titolo di conte di Montone dal papa Sisto IV. A metà mese ripara a Firenze: riceve una buona accoglienza. E’ accompagnato al Palazzo dei Signori e gli è fatto un bel presente 1000 fiorini)

Ott.Il papa ordina al vescovo di Cortona di scomunicare chiunque gli dia ricetto.
…………VeneziaImpero Ottomano

Ritorna al servizio dei veneziani al fine di combattere i turchi in Friuli: gli è concessa  una prestanza  di 50 ducati per lancia al fine di ricostituire la sua compagnia. La ferma è stabilita in 800 cavalli ed in 200 fanti.

1478
Gen.VenetoA Verona.
Mar.Romagna e Emilia

E’ riassunto dai veneziani su pressione dei fiorentini. Lascia Ravenna con 8 squadre di lance, transita per Ferrara;  vi è ospitato dal duca Ercole d’Este. Nel partire dalla città è scortato per un miglio dal signore estense.

Mag.Governatore g.le  720 cavalli e 200 fantiVeneto

Presenzia alla rassegna delle sue compagnie che si tiene a Noale (720 cavalli invece dei 778 previsti dalla condotta). Il Senato gli invia 2000 ducati per mezzo del collaterale Lorenzo Loredan. E’ nominato governatore generale al posto di Cola di Monforte. Appena giunto i suoi uomini cominciano a vessare la popolazione locale: il che produce subito i risultati voluti. i veneziani inviano in fretta i cancellieri con il denaro; arriva sul posto anche Lorenzo Loredan, il collaterale generale, per dare inizio a fine mese alla mostra. Il Montone presenta 720 cavalli su una condotta prevista di 778.

Giu.Veneto e Friuli

Ai primi del mese si trova a Mestre dove dà un saggio della professionalità dei suoi uomini. A costoro si uniscono anche una compagnia di balestrieri a cavallo ed  una di fanti, pagati  dallo stesso  Montone.  Dopo la parata si avvia nel Friuli per prendere il comando di parte delle truppe. La sua azione si rivela subito positiva anche se non mancano proteste da parte di qualche suo uomo d’arme perché trattiene il loro soldo ed agisce in modo arrogante.  Giunge a Gradisca d’Isonzo, rifornisce la località di vettovaglie e rafforza le sue difese facendo ampliare il fossato ed erigere trincee e steccati.

Lug.FriuliA Fogliano Redipuglia con 2000 cavalli, dei quali 600 sono sforzeschi e 300 estensi. Pochi sono i fanti a disposizione.
Ott.Friuli

Iskanderbeg Michaloghli, pascià della Bosnia, giunge sull’Isonzo con 15000 cavalli;  è costretto a fermarsi sotto Gradisca d’Isonzo. Il capitano ottomano fa di tutto per provocare a battaglia il Montone facendo correre i suoi cavalli fin sotto i ripari veneziani; lo  attende nel campo per dodici ore. Il Montone, di molto inferiore di forze, non esce dalle trincee. Nonostante il suo comportamento volto alla prudenza non esita a ricercare lo scontro quando gli è possibile;  ha la meglio sui turchi in una scaramuccia presso Cividale del Friuli. Gli avversari, dopo inutili tentativi di penetrare nella regione, valicano le montagne e si riversano in Austria: conducono via con loro 8000 persone, dopo averne uccise altre 8000 tra vecchi, donne e bambini. Ammalatosi, Carlo Montone raggiunge Udine per curarsi.

1479
Feb.RomagnaViene trasferito a Ravenna.
Apr.VeneziaChiesa NapoliCapitano g.leRomagna Toscana

Lascia Ravenna, tocca Ferrara; giunge a Firenze con 50 cavalli assieme con Deifobo dell’Anguillara per essere eletto capitano generale della lega. Obbliga Roberto da San Severino ad allontanarsi dalle rive del Serchio ed a ripiegare in Lunigiana.

Mag.175 lanceLiguria e Toscana

Tallona Roberto da San Severino in direzione di Avenza. Ha ai suoi ordini 7 squadre di lance. Preda 200 grossi capi di bestiame e 1500 di minuto. Inizia a fortificare il campo di Poggio Imperiale (Poggibonsi); si sposta nel senese e scorre fino ai borghi del capoluogo: dà alle fiamme case, razzia bestiame e fa prigionieri.

Giu. Toscana e Umbria

Le sue truppe vengono alle mani con quelle di Costanzo Sforza;  per tale motivo Carlo di Montone è trasferito in Umbria. Dalla Val di Chiana penetra con risolutezza nel perugino al comando di 40 squadre di cavalli: Roberto Malatesta, Gentiluomo e Carlo degli Arcipreti sono al suo fianco. La sua presenza solleva in tutta la regione la fazione braccesca: ottiene a patti Passignano sul Trasimeno ed assedia in Perugia il Baglioni. Con parte dei suoi uomini si accosta alla Porta di Sant’Angelo sperando nell’aiuto dei fautori degli Arcipreti che sono a capo della contrada. Respinto dal protonotario apostolico Giovambattista Savelli, fa distruggere fuori le mura tre mulini ed alcune case e palazzi, cattura 150 uomini di taglia e razzia 500 capi di bestiame. Persevera nella sua azione offensiva.  In pochi giorni gli si arrendono senza colpo ferire più di 20 castelli (Fontignano, San Feliciano, Zocco, Montecolognola, Magione, Castel Ringione, Antria, Mantignana, Capocavallo, Preggio, Monte Gualandro, la rocca di Angelo Piccinino). Gli vengono contro Federico da Montefeltro ed il duca di Calabria Alfonso d’Aragona. Carlo di Montone si sposta in Val di Pierla;  a seguito della perdita di Passignano sul Trasimeno si dirige a Cortona. Muore in tale città alcuni giorni dopo. E’ sepolto nella chiesa di Sant’ Agostino: si sospetta che sia stato avvelenato dal suo capitano Andrea Corso su istigazione dei pontifici. Il suo corpo è trasportato a Firenze. Ode in suo onore di Cambino Aretino; Francesco Materazzo gli dedica un carme intitolato “Ad Carolum Imperatorem Illus. Victoria; Lorenzo Spirito lo ricorda in “Lamento di Perugia soggiogata”; Giovanni Antonio Campano gli consegna la prima copia della biografia del padre “De gestis et vita Braccii”. Ricordato pure con Giovanni Giacomo Piccinino, Braccio Baglioni e Silvestro da Lucino in un sirventese ed in una canzonetta, di autore ignoto, scritti in occasione della morte di Jacopo Piccinino. Fa erigere un altare a metà della parete di sinistra della chiesa di San Francesco a Montone come ex-voto per la nascita del figlio Bernardino.

 CITAZIONI

-“Ello ne la Milizia è lo splendore,/ Lumiera e  specchio di tutta sua parte/ Come si vede al trionfate onore/…/Al mondo non fu mai alma perfetta/Simile a te oprando tuo potere/Vedi il tempo volar come saetta./… E spero ancor per te vedere strutta/ La venenosa vipra e sua sementa (gli Sforza)/ C’han fatto Italia adulterata putta./../Al mondo non fu mai alma perfetta/Simile a te oprando in tuo potere,/Vedi ‘l tempovolar come saetta.” Cambino Aretino, riportato da FABRETTI

-“Frutto d’eccelso lume, inclito e franco,/Di Signor nato e non di cittadino/Son Conte Carlo e non di vita stanco,/In fatti d’arme un altro paladino:/Prima ch’io sia canuto e bianco/Spero d’alzarmi al mio lungo cammino;/E colla spada in man fama aquistare/Che miglior frutto non si dee cercare.” da un epitaffio del Matarazzo, riportato da FABRETTI, sotto il suo ritratto un tempo collocato a Perugia nel palazzo di Braccio Baglioni.

-“Piange Carlo di Montone/Con ciascun capo gradito/Poi Silvestro (da Lucino) e ‘l buon Baglione (Braccio Baglioni),/Braccio vecchio insieme unito (Braccio Vecchio di Montone).” Dalla canzone “In morte del conte Jacopo Piccinino” riportata da VERMIGLIOLI

-“Per colpe non proprie, gravi mali soffrirono le terre dell’agro perugino e la città istessa, la quale da un pezzo non aveva visto tanti armati serrarglisi attorno. Braccio Fortebracci avventando le armi contro i cittadini, gl’infiacchì, gli condusse a soffrire l’ultimo de’ mali – la “servitù”: il conte Carlo pretendendo alle usurpazioni del padre senza averne redato la forza, la mente e il coraggio, afflisse per quanto fu in suo potere quella patria che non l’aveva dimenticato.” FABRETTI 

-“Valentissimo nell’arte della guerra.” CONTI

-“Era dissoluto dall’altri costumi, e portava barba longa, e non si mutava panni, alloggiava sotto a verdure senza tende.” DI JUZZO

-“Gran Capitano di guerra.” MARCELLO

-“Capitano famoso.” GUAZZO

-“Chiarissimo Capitano di quel tempo.” SANSOVINO

-“Bracchii maximi ducis filius.” PORCELLIO

-“El conte Carlo, el qual perdette el nido (Montone)/ presso al suo fine e d’alto honor fu casso.” SANTI

-“Militò a Venezia, ove acquistò credito e forza.” G. MUZZI

-“L’amor l’ingegno la vivida gloria/ El placido e quieto preliare/ lo honor braccesco e i premi di vittoria/ O conte Carlo di animo preclare/Cantar comincierà nostra Talia/ Di quanta fama in Ciel fa triumphare.” MATARAZZO

-“Il quale haveva seco tutta la militia Braccesca Perugina, che era la più valorosa, che all’hora fusse in Italia.” LAZARI

-“Il conte Carlo era un condottiero vecchio stile, che sapeva tenere a freno i suoi uomini, ma che sapeva anche tutto ciò che occorreva fare perché i rapporti con Venezia funzionassero al meglio.” MALLETT

-“Celebre condottiero.” MORO

Fonte immagine stemma: geni
Fonte immagine in evindenza: wikimedia

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