TIBERTO BRANDOLINI

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Castello di Lusurasco
Castello di Lusurasco

Last Updated on 2023/11/29

TIBERTO BRANDOLINI  (Tiberto da Forlì, Tiberto da Bagnacavallo) Di Bagnacavallo. Conte.

Signore di Valmareno, Castelnuovo Fogliani, Lusurasco, Saliceto, Noceto, Calestano e Castell’Arquato. Figlio di Brandolino Brandolini, padre di Leonello Brandolini e di Sigismondo Brandolini, fratello di Cicco Brandolini e di Ettore Brandolini, cognato di Taddeo Manfredi, Giovanni Antonio di Gattamelata e di Antonio da Marciano. Genero del Gattamelata e di Guidantonio Manfredi.

1414 – 1462 (settembre)

brandolini-stemma

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1427VeneziaMilano14 lance
1432
Mar.Sposa Polissena Romagnola, figlia del Gattamelata (dote di 600 ducati). in conseguenza  del matrimonio aggiunge al proprio stemma  l’insegna del suocero con il motto araldico “impavidum fenent”, cioé “condottiero senza paura”.
1434
AGO.VeneziaMilanoEmiliaE’ fatto prigioniero da Niccolò Piccinino a Castel Bolognese sul rio Sanguinario.
1437VeneziaMilanoEmilia e Lombardia

Combatte sempre i viscontei agli ordini del Gattamelata;  lo sostituisce nel comando con Gentile da Leonessa durante una sua assenza per malattia.

1438
……………………VenetoSegue il provveditore Andrea Donato sotto il Monte Baldo.
Lug.LombardiaAlla difesa di Brescia. Alloggia con le sue lance nel borgo di San Giovanni.
Ott.Lombardia e Veneto

Affianca il Gattamelata nella sua ritirata da Brescia verso Verona attraverso la Val di Sabbia, la Valle del Chiese ed il territorio di Rovereto.

…………………..VenetoSi fortifica in Vicenza a seguito della pressione viscontea.
1439
……………………Veneto

Da Montagnana si porta con 300 cavalli a Malopera sull’ Adige, vicino a Castelbaldo, ove impedisce lo sbarco a 1000 fanti di Gian Francesco Gonzaga. Gli avversari sono costretti a ripiegare a Sanguinetto. Si collega, quindi, con la flotta di Marino Contarini e di Ludovico da Molin: attacca i ducali  ma viene pesantemente sconfitto con la morte del Contarini. Nello scontro è gravemente ferito alla gamba sinistra.

Nov.Trentino

Agli ordini di Francesco Sforza sconfigge i ducali a Tenno; appoggia il capitano alla riconquista di Verona e partecipa all’ espugnazione del castello di San Felice.

1440
……………………TrentinoRecupera Riva del Garda.
Giu.LombardiaAgli ordini di Francesco Sforza sconfigge nuovamente i viscontei a Soncino.
Ott.Il marchese di Ferrara Niccolò d’Este conferma a lui ed al padre Brandolino alcuni privilegi sui loro beni siti a Bagnacavallo.
1441
Feb.VenetoA Venezia per le nozze del figlio dl doge Francesco Foscari.
Mar.LombardiaCon Gentile da Leonessa affronta Niccolò Piccinino.
Apr.Gli viene rinnovata la condotta per sei mesi.
Giu.Lombardia

Si collega con Cristoforo da Tolentino e Bartolomeo Colleoni (2000 cavalli);  giunge nottetempo a Pontoglio. Occupa la rocca e cattura Moretto da San Nazzaro con 40 cavalli. Di seguito irrompe nel bergamasco e si pone all’assedio di Martinengo.

Lug.LombardiaSi impadronisce di Pontoglio con il Colleoni.
Dic.600 cavalli

Gli è rinnovata per un anno di ferma ed uno di rispetto la condotta,  stabilita in 400 cavalli in tempo di pace ed in 600 cavalli in tempo di guerra.

1442
Sett.Gli viene confermata la condotta per l’anno di rispetto.
1443
…………………..RomagnaE’ trasferito nel ravennate.
Lug.VeneziaMilanoRomagna e  Emilia

Si allontana da Ravenna, tocca Bagnolo, transita vicino a Forlì e per Castrocaro Terme perviene nel bolognese con 1050 cavalli; con Guido Rangoni è inviato in  soccorso dei Bentivoglio.

Ago.Emilia

Assedia nel castello di Galliera, a Bologna, Tartaro da Perugia;  lo induce alla resa a patti dietro un deposito a suo favore a Siena di 3500 ducati. Scorre i territori nei pressi del capoluogo con 300 cavalli ed altrettanti fanti. Mette in fuga gli avversari (16 morti e 20 cavalli catturati); dopo qualche giorno con Simonetto da Castel San Pietro sconfigge a San Giorgio di Piano 4000 cavalli comandati da Luigi dal Verme.

Sett.VeneziaChiesa  NapoliEmilia e Romagna

Esce da Bologna e si porta a Ravenna. Da qui si dirige verso Fano con Guido Rangoni e Taddeo d’Este per aiutare Francesco Sforza assediato nella città dalle truppe del papa Eugenio IV e da quelle aragonesi. A fine mese è segnalato alla difesa di Rimini con il Rangoni al comando di 1200 cavalli e di 200/400 fanti veneziani.

Nov.Romagna e Marche

Lascia San Giovanni in Marignano con Guido Rangoni, Taddeo d’Este e Simonetto da Castel San Pietro; giunge sul Foglia e batte gli  avversari a Montelauro.

1444
InvernoMarcheSverna a Montalboddo (Ostra) con Guido Rangoni. Transita per il riminese e rientra nel veneziano.
1445
Giu. lug.VeneziaMilanoEmilia

Si muove nel bolognese sempre con Guido Rangoni allorché è ucciso nel capoluogo Annibale Bentivoglio. Tiberto Brandolini tocca Cento e Pieve di Cento con 400 cavalli. A luglio entra in Bologna.

…………………..FirenzeMilano
1446
…………………..VeneziaMilanoEmiliaRitorna nel bolognese con Taddeo d’Este.
Mag.Emilia

Assedia San Giovanni in Persiceto con Taddeo d’Este, Pietro Navarrino, Simonetto da Castel San Pietro e le milizie bolognesi condotte dal commissario Romeo Pepoli: l’arrivo in soccorso dei difensori di 1000 cavalli, capitanati da Carlo Gonzaga, lo induce a riparare a Budrio.

Lug.Emilia e Lombardia

Nei primi giorni del mese scorre nel territorio di Sant’ Agata Bolognese. Segue una scaramuccia al cui termine è’ introdotto con i fanti di Gregorio d’Anghiari in San Giovanni in Persiceto da Guglielmo di Monferrato che, nel frattempo, ha disertato nel campo veneziano. Cattura gran parte dei cavalli di Carlo Gonzaga, il quale riesce a fuggire con pochi uomini a Modena. Subito dopo corre in soccorso di Cremona, assediata da Francesco Piccinino.

Ago.Lombardia

Giunge a Manerbio, attraversa l’Oglio e si ferma a Robecco d’Oglio con Taddeo d’Este, Guglielmo di Monferrato, Guido Rangoni, Jacopo Catalano, Cristoforo da Tolentino e Gentile da Leonessa. Di seguito si reca a San Giovanni in Croce ed a Casalmaggiore.

Sett.Lombardia

Si collega con Micheletto Attendolo e sbaraglia sul Mezzano, un’isola sul Po ad un miglio da Casalmaggiore, Francesco Piccinino: per la vittoria, come bottino di guerra, gli vengono assegnati 400 cavalcature sulle 4000 cadute nelle mani dei veneziani.

Ott.LombardiaAssedia in Crema Luigi da San Severino.
Nov.Lombardia

Con Gentile da Leonessa attraversa l’Adda a Spino; si procura un caposaldo sull’altra sponda con 700 cavalli e 1300 fanti e permette l’ultimazione della costruzione di un ponte di barche. I ducali solo nella tarda serata cercano di reagire all’ attraversamento del fiume da parte degli uomini della Serenissima.  Ha inizio nottetempo un duro combattimento sulla sponda destra, che termina dopo due ore con la fuga dei viscontei (Luigi dal Verme, Luigi da San Severino, la compagnia di Bartolomeo Colleoni). Sono catturati 600 cavalli, il Campanella e molte cernite. I veneziani penetrano nel bergamasco.

1447
…………………..LombardiaAppoggia Micheletto Attendolo nella sua azione nel milanese.
Giu.Lombardia

Si trova sotto le porte di Milano;  nel borgo di Porta Romana è armato cavaliere con Giberto da Correggio, Ludovico Malvezzi e Diotisalvi Lupi.

Lug.LombardiaSi sposta in Brianza. Assedia Lecco.
Ago.VeneziaMilanoLombardia

Fronteggia le truppe della Repubblica Ambrosiana, creatasi alla morte del duca Filippo Maria Visconti: offre a Francesco e Jacopo Piccinino la signoria di Crema e di Cremona per farli defezionare a favore dei veneziani.

Dic.800 cavalliLombardiaSverna nel bresciano con il fratello Ettore.
1448
Sett.Lombardia

Si muove sotto Caravaggio con Micheletto Attendolo. Ispeziona di persona  le posizioni dell’ esercito nemico in cui si reca travestito da saccomanno;  scopre un punto debole nel campo milanese. Con il Colleoni (ora al servizio della Serenissima)   nel successivo consiglio di guerra sostiene la tesi di un possibile assalto da portarsi in tale punto: il  parere del Brandolini e del Colleoni è condiviso da altri condottieri nonostante le resistenze frapposte dal capitano generale Micheletto Attendolo. Con Guido Rangoni e Roberto da Montalboddo ha il compito di assalire il campo sforzesco. Si scontra con la compagnia dello Sforza subito dopo Ludovico Gonzaga. I veneziani sono disfatti; il Brandolini,  ferito ad un braccio,  è salvato dalla cattura da un intervento di Gentile da Leonessa entrato in battaglia con 4 squadre.

1449
Gen.Lombardia

Gli viene rinnovata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto. E’ preposto alla guardia della rocca posta sull’Adda di fronte a Trezzo.

……………………LombardiaContrasta sempre le milizie di Francesco Sforza.
……………………VeneziaMilanoLombardia

I veneziani si alleano con lo Sforza. Con Sigismondo Pandolfo Malatesta, Bartolomeo Colleoni, Cristoforo da Tolentino e Jacopo Catalano, Tiberto Brandolini fa costruire a Trezzo sull’Adda un ponte per assalire il milanese.

1450
Apr.LombardiaSi porta in Ghiaradadda e nel bergamasco con 700 cavalli.
Nov.254 lance e 100 fanti

Al termine del conflitto gli viene confermata  per l’anno di rispetto la condotta di 254 lance e di 100 fanti, comprese 50 lance comandate dal fratello Ettore.

1451
Mag.Veneto

Gli è dato dai veneziani l’ordine di assalire in Isola della Scala le truppe di Bartolomeo  Colleoni  sospettato di voler abbandonare il soldo della Serenissima per quello di Francesco Sforza divenuto duca di Milano.

……………………I veneziani gli donano alcuni beni già appartenenti ai Marzana.
1452
Mag.VeneziaMilanoLombardia

Si trova al campo di Manerbio con 200 cavalli. Si congiunge con Carlo Gonzaga e Carlo di Montone, supera l’Adda su un ponte di barche a Rivolta e scorre il milanese fino al canale Muzza nei pressi di Melzo impadronendosi a forza di alcune bastie. Rientra e perviene vicino ad Orzinuovi con Jacopo Piccinino.

Giu.Lombardia

Gli vengono contro Bartolomeo  Colleoni,  Bartolomeo Quartero e  Giacomo da Salerno che provengono da Quinzano d’Oglio: mette in fuga gli avversari a Genivolta e cattura loro 160 cavalli.

Lug.Lombardia

Vi è un consiglio di guerra; si decide di assalire Casalbuttano coadiuvato da Giovanni Pazzaglia. Il Colleoni lo attacca a sua volta a Genivolta dove egli reagisce con l’aiuto dei cavalli  di Giovan Francesco della Mirandola. Ferito ancora una volta il Brandolini   ripiega con il della Mirandola mentre i fanti del Pazzaglia gli coprono la ritirata.

Ott.Lombardia

Si dirige verso Leno con il fratello Ettore; giunge a Porzano;  appoggia Jacopo Piccinino contro gli sforzeschi. Viene contrastato una volta di più dal Colleoni, nonché da Donato del Conte e dal Sasso: gli schioppettieri milanesi frenano l’avanzata dei veneziani.

Nov.Lombardia

Espugna Offlaga con Antonello da Corneto ed Anastasio da Sant’Angelo; tenta di impadronirsi di Manerbio, scorre il contado di Calvisano e punta su Asola che è minacciata dai nemici. Sconfitto, rientra nel bresciano; attacca, tra Gottolengo ed Iseo, una colonna di vettovaglie diretta al campo avversario. Sulla strada del ritorno piombano su di lui gli sforzeschi i quali recuperano parte del bottino: nel combattimento è ferito mortalmente il fratello Ettore. Gli viene in soccorso Gentile da Leonessa che riesce a  mettere in fuga i milanesi: alcuni suoi uomini d’arme vengono accusati di viltà e sono licenziati dal capitano generale Gentile da Leonessa. Sorge una lite tra il Brandolini e quest’ultimo riguardo alla competenza della giurisdizione militare di entrambi. Questa è alimentata anche dal violento saccheggio compiuto dagli uomini del Brandolini Offlaga. Gli sono dati degli alloggi invernali che egli rifiuta perché disagiati. Sempre nel mese  raggiunge Montichiari con il capitano generale quando i veneziani sono sfidati a battaglia campale da Francesco Sforza. Gli avversari si ritirano senza combattere, il Brandolini cavalca su Malpaga e retrocede verso le Lame dove è messo in difficoltà dagli sforzeschi.

Dic.Lombardia

Si prepara ad assalire di notte Calvisano alla testa di 5000 uomini; le truppe  tumultuano per cui i provveditori di Crema lo incaricano di badare alla difesa di Abbadia Cerreto e dei castelli finitimi. Negli ultimi giorni dell’anno raggiunge Carlo di Montone ad Abbadia Cerreto; si reca, poi, a Crema e da qui inizia delle trattative con Francesco Sforza che culminano nel suo cambiamento di campo.

1453
Gen.MilanoVenezia1200 cavalli e 500 fantiEmilia

Si trasferisce a Mirandola per gli accampamenti invernali con 2520 cavalli e passa agli stipendi del duca di Milano motivando la diserzione con il mancato rinnovo della sua condotta da parte dei veneziani. Per il suo tradimento viene diseredato dal padre Brandolino a favore del fratello Cicco.

Mar.LombardiaSconfigge una prima volta Carlo Gonzaga a Castel d’Ario.
Apr.LombardiaConcorre alla sconfitta dei veneziani a Manerbio.
Mag.Lombardia e Veneto

Esce da Ostiglia con Ludovico Gonzaga ed assale con le bombarde una bastia posta tra Ponte Molino e Roncanova; la spiana, attacca Nogara dove si trova Carlo Gonzaga e vi fa prigioniero Guido Benzoni.

Giu.Lombardia e Veneto

Si trova a Seniga;  Francesco Sforza gli invia in rinforzo 1000 cavalli e 1000 fanti. Si dirige a Goito e vi sconfigge i veneziani tra Mozzecane e Villanova: lo scontro termina dopo cinque ore con la cattura di 1000 cavalli, 14 capisquadra ed alcuni condottieri. Lotta, indi, contro Antonello da Corneto verso Alfianello con 3 bande di cavalli e 200 fanti;  pone alcune infruttuose imboscate a Jacopo Piccinino. Lascia il mantovano con Ludovico Gonzaga, si reca  a Carpenedolo ed a  Ghedi; scorre il contado fino alle porte di Brescia impossessandosi di un ricco bottino.

Lug.Lombardia

Si volge su Quinzano d’Oglio alla notizia che Jacopo Piccinino è riuscito ad intercettare un convoglio di 100 cavalli e di 80 paia di buoi che trasportano vettovaglie al suo campo; attacca, a sua volta, a Fornaci una colonna di contadini che sta conducendo agli alloggiamenti della Serenissima cento paia di buoi destinati al traino delle artiglierie. Si impadronisce di una bastia e costringe a retrocedere Antonello da Corneto e Carlo Gonzaga desiderosi di prestare  soccorso ai difensori di Ghedi. Compie pure numerose scorrerie sulla montagna bresciana che non sempre hanno un esito favorevole.

Ago.Lombardia

Alla guardia della torre di Montirone, si scontra con Matteo da Capua ed Antonello da Corneto che lo obbligano a rinchiudervisi. Effettua un’ulteriore incursione nell’alto bresciano con sei squadre di cavalli e molti fanti. Con Roberto da San Severino si pone in agguato nei pressi di Montirone per cogliervi Jacopo Piccinino solito a venirvi in perlustrazione: l’insidia va a vuoto per la delazione di un disertore. Attacca in continuazione con il San Severino il campo fortificato del capitano avversario, porta la desolazione fin sulle porte di Brescia e coglie in agguato convogli di vettovaglie. Rimane ferito all’inguine in uno scontro vicino a Montirone, terminato con la liberazione del suo caposquadra Biagio da Bologna catturato in precedenza dai veneziani. Con Donato del Conte, Bartolomeo Quartero e Giovanni da Varano guida l’assalto generale al campo di Ghedi: penetra in una palude e per l’unica via lastricata raggiunge gli alloggi nemici.  Uccide con un colpo di lancia Paolo dalla Rossa e resta una volta di più ferito: gli sforzeschi vengono respinti dopo alcune ore di lotta. Nel depredare i terreni da pascolo  è contrastato da Matteo da Sant’ Angelo; sconfigge i nemici a Castelleone.

Sett.Lombardia

Si unisce con le milizie francesi di Renato d’Angiò e prende parte all’ espugnazione di Pontevico; si porta a Gambara;  infesta il bresciano. Da parte loro i veneziani ai suoi danni tramite l’ingaggio di un sicario, Anton Matteo di Iseo, affinché lo avveleni.

Ott.Lombardia

Batte ancora Jacopo Piccinino vicino a Ghedi;  assale, invano, Bordolano con otto squadre di cavalli e le schiere angioine. Molte sono le perdite tra gli attaccanti.

Dic.LombardiaA Marcaria con 40 squadre di uomini d’arme. Sverna con le sue truppe a Chiari.
1454
Gen.Lombardia ed EmiliaAd Orzinuovi. Attraversa i territori controllati dai da Correggio. Obbliga costoro a sottomettersi allo Sforza.
Mar.Lombardia

Jacopo Piccinino ed il provveditore Gerardo Dandolo occupano Travagliato; Tiberto Brandolini riconquista subito la località alla cui difesa si trova un connestabile con 100 fanti.

Apr. mag.MilanoCorreggio   MonferratoEmilia e Piemonte

Con la firma del trattato di pace con i veneziani è inviato a Brescello.  Costringe i da Correggio a riconoscersi feudatari dello Sforza; si sposta poi  nel Monferrato ove  occupa a spese del marchese Guglielmo  numerose terre già sottoposte al ducato di Milano.

Giu.Emilia e Lombardia

Ha l’incarico di punire gli abitanti della Val Nure, di Fiorenzuola d’Arda e di Borgonovo Val Tidone riottosi a pagare le imposte. 400 fanti delle sue compagnie compiono disordini e ruberie mettendo a sacco più località. Sono colpite in particolare le proprietà dei Nicelli. Tiberto Brandolini si accorda con costoro (che trattano per conto degli abitanti della Val Nure).  Si reca a Milano per esporre i patti che sono stati stipulati, probabilmente consistenti in una rateizzazione del debito.

Ago.MilanoDuca  SavoiaPiemonte

Con Roberto da San Severino depreda alcuni territori sabaudi fino a Vercelli. In tre giorni  sono uccisi 1400 soldati e rientrano a far parte del ducato Bassignana, Biandrate, Valenza, Bremide ed altre località del pavese e del novarese. Ottiene anche Borgosesia.

Sett. ott.EmiliaAl termine di questo conflitto 700 cavalli delle sue compagnie sono acquartierati nel piacentino, mentre i rimanenti vengono alloggiati nel contado di Fiorenzuola.
Nov.

Accetta le condizioni economiche che gli sono offerte dallo Sforza consistenti in una provvigione di 18000 ducati con alloggiamenti per 800 cavalli.

Dic.

E’ scoperta a Forlì una congiura da lui organizzata con Ranieri Morattini, capo dei fuoriusciti di Forlì, al fine di diventare signore della città: Cecco Ordelaffi si reca a Forlimpopoli ed  arresta il locale castellano. Vengono confiscati a Tiberto Brandolini i suoi beni siti nel territorio controllato dagli Ordelaffi.

1455
……………………Frequenta con assiduità le corti di Carpi, di Imola, di Cesena, di Modena e di Ferrara. La sua intensa attività diplomatica si serve di mezzi leciti ed illeciti, di molteplici trame intrecciate o tentate con signori e condottieri dell’ Italia centrale. E’ amico di Manfredo Landi, signore di uno stato posto nell’Appennino piacentino e di Niccolò Pallavicini. Pensa di insignorirsi di Parma, Piacenza o Cremona. Si fa spesso vedere nella tenuta di Crescenzago dove vive una sua amante. Pure assidue sono le sue frequentazioni alla corte ducale  come i contatti con le fazioni milanesi. Reagisce con furore alla riduzione della sua condotta e sopporta malamente i continui rifiuti alle sue richieste di anticipi sullo stipendio e/o prestiti.
Nov.Emilia

Viene investito dal duca di Milano dei feudi di Castelnuovo Fogliani, di Lusurasco, Saliceto di Chiaravalle, Bagnolo, Noceto appartenenti  a Giacomo da Salerno, di Castell’ Arquato già feudo del  Colleoni e di Calestano sottratta ai Fieschi. Le sue milizie sono alloggiate a spese delle comunità locali tra Fiorenzuola d’Arda, Caorso e Castell’Arquato. Fissa la sua abitazione in tale località,  circondato da una piccola corte dotata di alcuni cancellieri, spenditori, senescalchi, maestri di stalla e trombette. Le spese di mantenimento sono coperte in modo prevalente da debiti: creditore di una grossa somma di denaro è, per esempio, il conte Francesco della Mirandola.

1456
Gen.Convince il legato pontificio di Bologna ad esporre in Forlì, alle porte del duomo ed a quelle della chiesa di San Mercuriale, un cartello convocante a Roma Cecco e Pino Ordelaffi.
Sett.EmiliaA Piacenza, dove alloggia nel vescovado. Il commissario ducale Rossino Priori gli chiede 100 fanti per poter contrastare con efficacia il contrabbando di granaglie dal Val Nure diretto verso il genovese.
1457
Apr.LombardiaCon il figlio Sigismondo accoglie nel ducato Federico da Montefeltro.
1458
Feb.Emilia e Romagna

Si porta a Bologna dove è accolto con tutti gli onori da Sante Bentivoglio; il figlio Sigismondo si sposa con Maria Antonia Bentivoglio. Tiberto Brandolini si reca nei giorni seguenti ad Imola e convola a seconde nozze con Cornelia Manfredi, figlia di Guidantonio e sorella di Taddeo. Rientra a Bologna e nei suoi possedimenti nel piacentino. La moglie porta al condottiero una dote principesca, oggetti di enorme valore che ben presto diventano pegni consegnati ai banchieri per finanziare i suoi grandiosi progetti. Nel contempo lo Sforza riesce ad  infiltrare nella sua casa una spia (probabilmente il cancelliere Gaspare Varesino) che  informa il duca di Milano di tutto quanto accade.

……………………Il Brandolini tiene  informato Jacopo Piccinino sugli umori della corte sforzesca nei confronti di tale condottiero.
Ago.Lombardia

Gli è concessa la nobiltà milanese. Nella città abita nella parrocchia di San Vittore al Teatro (in un’abitazione comprata da Fiasco da Giraso per 9000 lire imperiali).

1459
Gen.PiemonteE’ inviato a Novi Ligure nell’ alessandrino con denari ed armati per sostenere di nascosto  la causa del doge Pietro Fregoso in lotta contro i francesi.
Feb.MilanoGenovaLiguriaIrrompe con numerose truppe nel genovese controllato dai francesi.
Mar. apr.Emilia e Toscana

A marzo si porta nel bolognese con Tristano Sforza (1500 cavalli e 400 fanti) per sostenere Sante Bentivoglio  che è minacciato dai pontifici. Presto lascia la città per affiancare a  Firenze Galeazzo Maria Sforza, allorché quest’ultimo si reca nella capitale toscana con 3000 cavalli e 1000 fanti al fine di rendere omaggio al papa Pio II.

Mag.Lombardia PiemonteE’ richiamato in Lombardia. Le sue compagnie sono sostituite nel territorio da quelle di Cristoforo e Marcantonio Torelli e da quella di Ugo da San Severino. A fine mese è inviato a Rivalta Scrivia dove si sono riuniti i fuoriusciti genovesi favorevoli alla causa dello  Sforza.
Sett.MilanoGenovaLiguria e Piemonte

Muove con 700 cavalli in soccorso del fuoriuscito Pietro Fregoso: sconfitto dai nemici, si sposta a Novi Ligure per impedire che la località casa in mani nemiche.

Ott.Il figlio Sigismondo è catturato nel corso di un attacco portato a Genova. Tratta con il governatore Louis de Laval per fare  ottenere al congiunto una licenza affinché  trascorri a Rivalta Scrivia il periodo natalizio. Si impegna anche a farlo rientrare in carcere alla fine di tali feste. Tibderto Brandolini non mantiene la parola data e fa fuggire il figlio.
Nov.LombardiaCon Pietro dal Verme va incontro sul Po agli ambasciatori francesi che si recano a Milano per sostenere la causa di Giovanni d’Angiò a Genova e le sue pretese sul regno di Napoli.
1460
Mag.Emilia

Relegato a Rivalta Scrivia, non cessa di tessere le sue trame: scrive al  Piccinino, riceve messaggi da Bartolomeo  Colleoni, prosegue le sue pratiche ai danni di Astorre Manfredi per cui invia propri armati in aiuto del cognato Taddeo Manfredi che vuole impadronirsi di Faenza ai danni dello zio. Spera, in particolare, nella riuscita delle iniziative del fratello Cicco che gli sta cercando una condotta in Francia.

Lug. sett.Romagna

Si sposta in Romagna per indurre Taddeo Manfredi ad accordarsi con il congiunto Astorre. A settembre chiede inutilmente allo Sforza di essere liberato dagli impegni contrattuali nei confronti del ducato.

…………………..LombardiaViene nominato governatore di Pavia.
1461
Gen.LombardiaA Milano, per i funerali della madre di Francesco Sforza Lucia Terzani.
……………………400 lance e 300 fantiEmilia e Lombardia

Intensifica le sue trame: rinnova le offerte al duca di Modena cui  propone di impadronirsi di Parma; si rivolge a Bartolomeo  Colleoni.  I progetti che indirizza alla Serenissima sono accolti con diffidenza e sospetto. per cui gli Per tale motivo gli è  rifiutato dal Colleoni un grosso prestito. Indebitatosi sempre di più, Tiberto Brandolini cerca di ottenere sussidi da diversi banchieri bergamaschi, genovesi e milanesi; contrae ulteriori debiti ( 2500 ducati è, ad esempio, è  l’ ammontare del suo debito verso il titolare della filiale milanese del banco dei Medici). Gli è rinnovata con molte difficoltà dallo  Sforza la condotta di 400 lance e di 300 fanti. Ad ottobre è segnalato a Milano in occasione di una grave malattia del figlio dello Sforza.

1462
Gen. feb.Lombardia Emilia e Liguria

A Milano, in occasione di una grave malattia dello  Sforza: Gaspare da Vimercate gli impedisce l’accesso alla camera dove giace il duca. Poiché fa parte del consiglio segreto approfitta dell’occasione per contattare numerose personalità milanesi. Nel frattempo Piacenza si ribella al dominio sforzesco a seguito della notizia, rivelatasi infondata, della morte dello stesso duca. Gli è ordinato di dare il suo appoggio nella città al tentativo di Corrado da Fogliano di portarvi la quiete. Tiene circostanza un atteggiamento molto ambiguo. A fine mese si trova a Milano: con altri gentiluomini e condottieri ducali accoglie a due miglia dalla città il marchese di Mantova Ludovico Gonzaga.

Mar. apr.Emilia e Lombardia

I suoi uomini, accampati nel piacentino a Castelnuovo ed a Castell’Arquato, subiscono alcuni danni a causa della ribellione presente nel contado.  Chiede un aumento della condotta ed un’imposta a suo favore per il mantenimento di 400 cavalli: gli sono negate entrambe le richieste. Scontento del trattamento ricevuto, a fine aprile, con il pretesto di celebrare in Romagna le nozze del figlio Leonello, cerca di far uscire dal ducato gli uomini delle sue compagnie ed i  beni mobili, raccolti  nei castelli di Castell’Arquato e di Castelnuovo Fogliani. Uno di suoi ultimi atti è una procura a Giorgio da Gallese ed al forlivese Niccolò de Leri per riscuotere 20000 lire bolognesi dalla comunità di Bologna. Spera di raggiungere la Romagna e di stipulare una condotta con Giovanni d’Angiò per combattere nel regno di Napoli aragonesi e sforzeschi. Tiberto Brandolini viene richiamato a Milano dallo Sforza; è arrestato nell’ anticamera del  duca ed è rinchiuso nel carcere della rocchetta di Porta Vercellina. nel contempo  viene intercettata sul Po,  presso  Piacenza, un’imbarcazione sulla quale sono stati caricati i suoi beni. Il Brandolini viene accudito da quattro camerieri. Viene accusato di connivenza con i ribelli di Piacenza; di volersi impadronire di Borgo San Donnino (Fidenza); il suo cancelliere Giovambattista da Narni confessa riguardo un suo accordo con Borso d’Este per consegnare Parma al duca di Ferrara; è pure accusato di avere avuto contatti, tramite il fratello Cicco, con Jacopo Piccinino e con Giovanni d’Angiò pretendente al regno di Napoli; altri addebiti concernono i suoi rapporti con Borso d’Este, Taddeo Manfredi e Sigismondo Pandolfo Malatesta, pure essi favorevoli alla causa angioina, avversata al contrario dallo Sforza. Ulteriori accuse gli sono rivolte dal suo braccio destro Giorgio da Gallese (Giorgio Brandolini) inerenti  il suo tentativo di fuga verso Carpi. In carcere cerca di impiccarsi con un panno: i guardiani se ne accorgono e bloccano il suo tentativo di suicidio. Viene ripetutamente sottoposto a tortura.

Sett.Lombardia

E’ decapitato in carcere a seguito della confessione del suo cancelliere Giovambattista da Narni dopo essere stato    sottoposto a tortura nella rocca di Porta Romana. Nella deposizione rilasciata  da quest’ ultimo, convalidata  dal cancelliere ducale Orfeo da Ricavo e dal notaio Giovanni Bianco di Cremona, Tiberto Brandolini, è detto, tra le tante accuse, autore di ogni sorta di malvagità; è accusato di avere insidiato ogni donna della sua casa, compresa la nuora e tutte le serve, persino di avere ucciso la prima moglie Polissena Romagnola, figlia del Gattamelata. E ancora, di avere assoggettato a torture il figlio Sigismondo, di avere maltrattato i più fedeli servitori e, naturalmente, di avere organizzato diverse trame ai danni di Francesco Sforza. Secondo altre versioni, si suicida in prigione tagliandosi la gola con uno spiedo. E’ sepolto a Milano nella chiesa di San Francesco: il duca vuole che siano celebrate esequie solenni, con apparato di insegne, bandiere e cavalli bardati con seta nera. Alla sua morte Castelnuovo Fogliani passa  in un primo momento ai figli Leonello e Sigismondo, finché l’anno seguente sarà trasferita a Tristano Sforza. Le ricche tenute di Calestano e di Fiorenzuola d’Arda saranno concesse al suo luogotenente Giorgio da Gallese. Lo stemma originario di famiglia è di rosso alle tre bande d’argento,  ciascuna caricata di tre scorpioni di nero. Secondo la tradizione di questo casato un antenato, di nome Sigismondo, avrebbe partecipato alla prima crociata e sconfitto in un duello un cavaliere arabo. Come segno della vittoria il cavaliere avrebbe sottratto al rivale l’impresa degli scorpioni per farla sua.

CITAZIONI

-“Valentissimo Condottier d’armi..che non avea pari nella crudeltà.” MURATORI

-“Armorum capitaneus, vir crudelissimus..Vir omnium atrox et crudelis.” RIPALTA

-“Vir omnium atrox, et crudelis.” BONOLI

-“Duce impigerrimo.” CAVITELLI

-“Singulari corporis et animi virtute..Fuit Tibertus ingenio acri callidoque et animo insuper feroci et corpore robusto et longo etiam rerum bellicarum usu peritia, sed nulla ei fidei, nulla pietas, nulla religio, nullus Dei metus et ..in primis crudelitas, varius quoque et mutabilis, gloriae divitiarumque appetens et rerum novarum cupidus.” SIMONETTA

-“Fu di gran lunga honorato fra tutti gli altri condottieri del tempo suo…Fu stimato per huomo di gran cuore e molto sagace nelle sue imprese, come quello che nelle fattioni era aveduto, presto e prudente insieme.” SANSOVINO

-“Uomo grandemente ardito e sagace.” SPINO

-“Ducem impigerrimum.” PLATINA

-Riguardo la sua morte “Si disse dal volgo che il Duca aveva voluto disapprovare e punire le crudeltà eccessive del suo capitano: si disse invece dai più accorti che dopo essersene servito, gettasse via l’inutile strumento perché su di esso cadesse l’odio del sangue versato.” VILLARI

-“Nonostante l’importanza politica raggiunta nello stato sforzesco, non possono essere attribuite al Brandolini altre qualità oltre a quelle di energia, abilità tattica ed enorme coraggio. Crudele e senza scrupoli, egli non conobbe altro genere di vita se non quello del campo di battaglia. Non può essere annoverato fra i grandi condottieri, e ci sembrano accettabili i giudizi a lui contrari del Simonetta e dell’annalista di Piacenza. Tuttavia il Brandolini lasciò il ricordo del suo coraggio e della sua audacia, soprattutto in Romagna.” PARTNER

-“Non solum avitae, paternaeq. virtutes imitator, sed et aemulus laudis cemetos ex maioribus praetergressus et nominis gloria, et rerum gestarum celebritate. In illi siquidem mira rei militaris peritia emicuit, quam multa stipabant dotes, prudentia, solertia, magnanimitas, fortitudo et quotquot in eximio imperatore requiruntur.” VIVIANI

-“Dux quidem magno animo, et militari scientia praeditus..Dux praeclarus..Dux diligentissimus Tibertum Brandolinum vix numquam inermem aspexi: tanta est clari ducis diligentia: noctes, diesque militat. Si qua pugna conferitur, ipse semper in medio sublata galeae crista cognoscitur; inter pugnandum more apri. quem canum turba lustrat. se ipsum, atque equum ita tutatur, ut ab hoste facile liberetur, et captis hostium nunc equis, nunc spoliis victor ad castra revertitur.” PORCELLIO

-“Ardito condottiero di cavalli.” OPERTI

-“Magnifico capitano.” BROGLIO

-“Era un condottiero di scuola braccesca, che aveva scelto però di arruolarsi al servizio di Francesco Sforza dal 1453 senza tuttavia smetter di brigare per i territori cui ambiva, Fano, Forlì o addirittura Bologna. Era un uomo violento, ma soprattutto uno sforzesco di dubbia fedeltà.” FERENTE

-Con Pino Ordelaffi e Brunoro da Forlì “Fra i più rinomati condottieri di Romagna e d’Italia.” PECCI

-Con altri condottieri romagnoli “Rei autem bellicae gnaros et in eo munere claros habuit patria nostra.” BIONDO

-Con il Gattamelata, Sigismondo Pandolfo Malatesta, Pietro Navarrino, Astorre Manfredi, Bartolomeo Colleoni, Guido Rangoni ed Antonio da Martinengo “Condottieri esperti e di provato valire.” BELOTTI

-Con Evangelista Savelli “Prodi soldati.” MAGENTA

-“Condottiero ambizioso e sedizioso.” COVINI

-“Animoso ed energico condottiero, valoroso ed ambizioso, astuto e talvolta crudele, uomo del suo tempo amante dell’arte e del bello, ma privo del timore di Dio, conclude con la sua morte l’epopea dei grandi capitani di ventura.” RUCCULI

-“Ambiguo personaggio in bilico tra fedeltà allo Sforza e simpatie braccesche.” GENTILE

-“La figura di questo condottiero ardito e valoroso non è affatto secondaria nelle campagne di guerra, che si combatterono nella pianura padana tra la fine della prima metà del secolo XV e il primo decennio della seconda metà.” ARGEGNI

Fonte immagine in evidenza: google maps

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