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GIAMBATTISTA DEL MONTE A SANTA MARIA Marchese di Pian Castagnaio, barone di Patentino e di Castelvecchio.
Figlio di Bartolomeo del Monte a Santa Maria, fratello di Camillo del Monte a Santa Maria e di Francesco del Monte a Santa Maria, nipote di Chiappino Vitelli.
1540 – 1614 (ottobre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1554 | Firenze | Francia | Francia e Toscana | Milita nelle compagnie di Chiappino Vitelli. Combatte i francesi in Corsica e nel senese. | |
1555 | Toscana | Ha il comando di una compagnia di cavalli. | |||
1557 | Firenze | Francia | Emilia | Segue Aurelio Fregoso nella guerra di Parma; prende parte alla battaglia di Rivalta in cui è il primo ad attaccare i francesi. | |
1563 | Impero | Impero Ottomano | Marocco | Prende parte all’impresa di Orano. | |
1564 | Algeria | E’ presente alle azioni di Mozalquir e del Pennone di Velez. | |||
1565 | |||||
Ago. | Impero | Impero Ottomano | 1000 fanti | Toscana e Malta | Si imbarca a Livorno con 1000 fanti; si trasferisce alla difesa di Malta assediata dai turchi. |
1566 | Chiesa | Lazio e Marche | Per i suoi meriti viene chiamato a Roma dal papa Pio V che lo nomina capitano della guardia pontificia e governatore di Fermo. Allorché la flotta turca si presenta sulle coste abruzzesi arma 400 archibugieri a cavallo per la difesa del litorale. | ||
1567 | Chiesa | Ugonotti | Francia | ||
1568 | |||||
Estate | Spagna | Francia | 200 cavalli leggeri | Piemonte e Francia | Lascia la Francia con 200 fanti, si mette agli ordini del duca d’Alba e contrasta i francesi in Piemonte; si distingue in un combattimento sotto Alessandria. Segue gli imperiali in Francia con 200 cavalli leggeri. |
1572 | |||||
Autunno | Spagna | Orange | Maestro di campo | Germania Belgio ed Olanda | Agli ordini di Curzio da Martinengo si scontra con le truppe del duca di Sassonia e del conte di Nassau cui fa numerosi prigionieri. Alla morte di Giovanni di Mendoza è nominato maestro di campo; gli è affidato il comando di sette compagnie di lance, di due di cavalli leggeri (i raitri, dal tedesco raiter, soldato a cavallo) e di tre di archibugieri. E’ inviato nelle Fiandre allorché il territorio si ribella agli spagnoli: attacca con decisione Lovanio. Quando Alonzo di Vargas ordina di abbandonare tale città si oppone alla direttiva, fa smontare da cavallo i suoi archibugieri e respinge gli assalti nemici. Sconfigge gli avversari nei pressi di Talmont e li insegue sino alle porte di Lovanio. Si porta, quindi, a Maastricht; assale la città con 300 archibugieri a cavallo, vi entra attraverso un torrione in mano agli spagnoli e la mette a sacco; prende parte alla presa di Anversa. Con la firma della pace ritorna in Italia con l’incarico di comandante della cavalleria. |
1574 | |||||
…………… | Belgio ed Olanda | Viene richiamato nelle Fiandre da Giovanni d’Austria a causa di una nuova ribellione. Si reca in Olanda alla testa di otto compagnie di cavalli e di 2000 fanti. | |||
Apr. | Olanda | Si scontra con gli avversari nei pressi di Nimega. | |||
…………… | Olanda e Belgio | Conquista Bolduch ed assale il forte di Bommene la cui guarnigione è tagliata a pezzi. Ottiene il governo di Liegi, di Dift, di Lovanio e di altre terre del Brabante. Sconfigge il Mornau ed il conte di Oloch che, con 200 cavalli e 3000 raitri, stanno per unirsi con il duca d’Alençon: la battaglia termina con la morte del luogotenente generale dei raitri. Sempre nell’anno, alla testa dell’avanguardia, con Sancio di Avila si trova a Monch dove fa disporre nelle prime file gli archibugieri a cavallo per fronteggiare gli avversari: interviene con la cavalleria e gli orangisti sono messi in disordine. Nella battaglia sono uccisi Ludovico ed Enrico di Nassau con 4000 fanti e 500 cavalli; tra gli spagnoli i morti sono 400, fra cui 150 fanti. Per la vittoria il re di Spagna Filippo II riconosce a Giambattista del Monte a Santa Maria una pensione annua di 500 scudi. | |||
1576 | Germania | Alla testa della sua compagnia di cavalli borgognoni è battuto a Visenach. | |||
1577 | Belgio | Con il ritiro di Giovanni d’Austria da Namur ha il comando della guarnigione cittadina forte di 5600 uomini fra fanti e cavalli. | |||
1578/1581 | Luogotenente g.le cavalleria | Belgio e Francia | Prende parte alla difesa di Liegi con quattro compagnie di spagnoli, due di italiani, tre di tedeschi, otto di valloni, quattro compagnie di lance, una di archibugieri a cavallo. Al comando dell’ avanguardia affronta gli avversari a Malines in una scaramuccia che dura quattro ore e che si conclude con forti perdite d’entrambe le parti. Ritorna al suo posto di governatore; alla notizia che cinque compagnie di tedeschi sono a Molle esce dalla città con 200 cavalli e 200 archibugieri montati sulle groppe delle stesse cavalcature, assale gli avversari, li vince e cattura loro cinque bandiere. Nel 1580 è segnalato attorno ad Herentals; affianca il principe di Parma Alessandro Farnese nell’attacco contro Anversa al comando di 2000 fanti e di 400 cavalli; prende parte all’assedio di Maastricht con 6000 fanti e 1000 cavalli. E’ chiamato dal re di Spagna a far parte del consiglio di guerra ed è nominato luogotenente generale della cavalleria (6000 cavalli). Partecipa alla battaglia di Cambrai dove si appropria delle insegne del colonnello di Scannoia. E’ segnalato a Buscen, dove è ferito da un colpo di cannone che uccide tre colonnelli di fanteria vallona ai suoi fianchi. | ||
1582 | Belgio | E’ costretto a rinunciare alla sua carica di luogotenente generale della cavalleria perché gli spagnoli non vogliono sottostare ai suoi ordini. | |||
1584 | Spagna Lombardia Toscana | Si reca in Spagna; oltre la pensione annuale di 500 scudi gliene è riconosciuta un’altra di 1000 scudi a carico del regno di Napoli. Filippo II lo chiama a far parte del consiglio segreto dello stato di Milano, incarico che comporta un’ulteriore prebenda di 200 scudi il mese. Si reca a Milano e subito dopo rientra nei suoi possedimenti; presto è richiamato nella città meneghina. | |||
1585 | |||||
…………… | Spagna | Cantoni Svizzeri | Capitano g.le | Il duca di Terranuova gli affida il comando generale delle truppe per combattere Ginevra (8000 fanti, 2000 spagnoli e 800 cavalli): la spedizione non ha luogo. | |
…………… | Spagna | Ritorna in Spagna; gli è concesso il comando della cavalleria spagnola in Lombardia. Chiede al sovrano un nuovo incarico; nel frattempo viene contattato dai veneziani. Durante le trattative non riceve alcuna risposta da Filippo II. | |||
1586 | |||||
Dic. | Venezia | Gli è riconosciuta una provvigione annua di 4000 ducati (12000 scudi) che vanno ad aggiungersi ai 1500 che gli sono concessi dagli spagnoli. | |||
1587 | |||||
Dic. | Capitano g.le fanteria | Ha l’incarico di ispezionare tutte le fortezze che sorgono in Levante e nei territori di terraferma, in particolare sul progetto di ristrutturazione del castello di Brescia presentato dall’ ingegnere Giambattista Bonhomo e bocciato da Giulio Savorgnano. | |||
1588 | |||||
Apr. lug. | Lombardia | E’ costituita a Brescia una commissione per scegliere il miglior elaborato relativamente al castello di Brescia. Di essa fanno parte olttre al Del Monte a Santa Maria, il governatore del castello Onofrio Scotti, i rettori della città Alvise Grimani ne Zaccaria Contarini, il governatore di bergamo Raffaele Rasponi, il Savorgnano e gli ingegneri Bonhomo, Paolo Ferrari e Bonaiuto Lorini. I pareri sono discordi. L’accettazione finale ca al piano presentato dal Savorgnano. | |||
1593 | |||||
Sett. | Friuli | Presiede al progetto della costruzione della fortezza di Palmanova. Suoi collaboratori sono il capitano Pompeo Floriani di Macerata, il marchese Giacomo Malatesta da Sogliano, il conte Marcantonio da Martinengo di Villachiara, il marchese Erasmo Malvicini Fontana e Mario Savorgnano il giovane. Ad uno dei 9 baluardi di tale piazzaforte viene dato il nome di “baluardo del Monte”. Ricoprirà fino alla morte l’incarico di capitano generale della Serenissima. Nel corso dell’anno è pubblicato un suo trattato riguardante la riorganizzazione della milizia territoriale permanente. | |||
1601 | Toscana | Acquista nel senese Pian Castagnaio, datagli in feudo con il titolo di marchese. Compra, sempre nei pressi, Patentino e Castelvecchio con il titolo baronale. | |||
1603 | I veneziani elevano la sua provvigione annua a 7000 ducati. | ||||
1608 | |||||
Feb. | Veneto | Fonda a Padova l’Accademia Delia, vera e propria scuola di cavalleria, con il conte Antonio da Collalto e Giovan Francesco Mussato. | |||
1614 | |||||
Ott. | Veneto | Muore a Padova. La sua salma, per volere del fratello Francesco, è solennemente trasportata a Monte Santa Maria Tiberina e tumulata nella cappella da lui stesso fatta costruire l’anno precedente. La cassa di piombo in cui è stato rinchiuso il corpo, è stata manomessa da suoi discendenti nel 1792, per farne proiettili a difesa del marchesato invaso dalle truppe del granducato di Toscana. Una messa solenne è pure celebrata a Padova in suo onore alla presenza dei membri dell’Accademia Delia. |
CITAZIONI
-“Giovane invitto e di vigor d’animo bellicoso.” SANSOVINO
-“Capitano di molto valore.” BOSI
-“Incominciò da giovanetto ad applicarsi all’armi con animo così invitto e con spirito così generosi, che per il suo gran valore e lunga esperienza di guerra divenne così famoso e chiaro nell’arte militare, che meritatamente fu ne’ suoi tempi tenuto e stimato uno de’ principali capitani non solo d’Italia, ma di tutta l’Europa; di modo che con il suo gran nome e fatti eroici illustrò mirabilmente il suo notabilissimo germe; ed ingrandì la sua casa con segnalati onori e ricchezze opulenti, via più d’ogni altro personaggio del suo sangue.” GAMURRINI
-“Ebbe dalla natura e dall’educazione un animo così generoso e tanta perizia militare che ai suoi tempi fu riputato meritatamente come uno de’ primi Capitani non tanto d’Italia, quant’anche d’Europa.” ANGELUCCI
-“Sotto la disciplina di Chiappino Vitelli suo zio, divenuto Capitano di valore.” CRISPOLTI
-Sua proposta di organizzazione della milizia territoriale permanente “Tutti i membri della milizia dovevano avere spade, nessuno poteva possedere la pistola o il pugnale che erano stati messi fuori legge e che erano considerati come “armi non da soldato”. Su consiglio di del Monte su cento uomini 50 dovevano essere archibugieri, 40 picchieri e 10 moschettieri; gli ultimi due gruppi dovevano indossare corazza oltre che all’elmetto, e il primo doveva avere un giustacuore di cuoio rinforzato. Nel 1594 la proporzione fu cambiata in 40 archibugieri, 40 picchieri e 20 moschettieri.” HALE
-“Le immense ricchezze accumulate in una lunga vita di felice servizio, specialmente presso la repubblica veneta, gli diedero modo di fare al Monte grandi opere, che ancora ne tramandano il nome. Basta entrare nel Palazzo marchionale per trovare subito il suo nome inciso sugli archi dello scalone: “Jo. B. Borbonius de M. Peditatus Ser. Venetor. Reipub. Cap. Generalis” con la data MDXCVII.. Un altro suo monumento è la Cappella Gentilizia voluta nella Pieve del Monte. Sotto l’alttare di marmo fatto portare da Verona, soono leggibili identiche espressioni.” ASCANI