FRANCESCO ORDELAFFI

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Marzia degli Ubaldini

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

FRANCESCO ORDELAFFI Di Forlì. Ghibellino.

Padre di Sinibaldo Ordelaffi, nipote di Fulceri da Calboli, genero di Giovanni degli Ubaldini, suocero di Gentile da Mogliano.

Signore di Forlì, Cesena, Bertinoro, Forlimpopoli, Castrocaro Terme, Meldola, Oriolo dei Fichi, Cusercoli, Predappio, Dovadola, Roversano, Ponte Ronca, Fiumana, Sogliano al Rubicone, Formignano.

1310 ca. – 1373 (ottobre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1324ForlìRiminiRomagnaAffronta i Malatesta con lo zio Cecco. Occupa il castello di Roversano.
1326
Apr.ForlìFaenzaRomagnaSempre al fianco dello zio Cecco entra in conflitto con il signore di Faenza Francesco Manfredi per il possesso di Lugo.
1327RomagnaGli sono riconosciuti dall’imperatore Ludovico il Bavaro i vicariati di Forlì, Forlimpopoli e Cesena.
1328
Feb.ForlìFaenzaRomagnaCon lo zio Cecco favorisce Alberghettino Manfredi nel tentativo di usurpare la signoria di Faenza a spese del padre  Francesco, che ha lasciato la città per incontrarsi a Bologna con il cardinale Bertrando del Poggetto.
1331
Lug. ago.ForlìChiesaRomagna

Muore lo zio Cecco per una caduta da cavallo;  Francesco Ordelaffi, seppure con molte resistenze, viene salutato come signore di Forlì. Si fa rinnovare dall’ imperatore Ludovico il Bavaro il mandato di vicario imperiale di Forlì. Ai primi di agosto è assediato nella città dal legato pontificio il cardinale Bertrando del Poggetto che si trova alla testa di milizie di Bologna, Ravenna, Rimini, Cesena, Faenza ed Imola al comando del rettore Aimerico di Chaluz. Sono costruite alcune bastie attorno a Forlì. Durante le operazioni di assedio si verifica un solo scontro ai margini di una breccia delle mura provocata dall’ esplosione di una mina.

Nov.Romagna

Deve cedere per fame ed accettare a Faenza le condizioni di pace che gli sono proposte. Il cardinale legato entra in Forlì alla testa di 1500 cavalli: la  signoria di Francesco Ordelaffi si riduce alle sole Forlimpopoli e Ronco.

1332
Mar.RomagnaRende atto d’omaggio al cardinale legato Bertrando del Poggetto prima a Faenza e poi a Forlì.
1333
Apr.ChiesaFerraraEmilia

Combatte le truppe di Rinaldo d’Este e dei collegati del signore di Ferrara.  Partecipa alla battaglia di Ferrara nella quale è sconfitto e fatto prigioniero.

Ago.OrdelaffiChiesaRomagna

Rilasciato senza il pagamento di alcun riscatto, nutre sempre più  risentimento nei confronti del del cardinale del Poggetto che si è    rifiutato di pagare la taglia che gli è stata imposta in un primo momento per essere liberato.  Si ribella ai pontifici.

Sett.Romagna

A metà mese rientra nottetempo in Forlì con l’aiuto degli estensi nascosto in un carro di fieno; il mattino seguente con i suoi seguaci solleva la popolazione. Scaccia il legato Tommaso Formiglini ed i familiari di quest’ultimo che si rifugiano in Faenza. Sono aperte le prigioni e viene messo a sacco il Palazzo Pubblico; sono pure dati alle fiamme gli atti ed i bandi emessi dagli ecclesiastici. Si impossessa anche di Forlimpopoli; ovunque il popolo si muove a suo favore. A fine mese si porta a Roversano ed ottiene la rocca di Sogliano al Rubicone; entra in Cesena con il conte di Ghiaggiolo Ramberto Malatesta.

Ott.ForlìChiesaRomagna

A Cesena. Assedia con mangani, trabucchi ed altre macchine da guerra il castello nel quale si sono rinchiuse più di 130 persone con il podestà cittadino il modenese Rodolfo Grassoni. Convoca un consiglio generale a Forlì ed a Cesena; fa catturare cinque cavalieri sospettati di essere ostili alla sua politica ed uno di costoro viene assassinato all’ istante: il  corpo viene gettato dalla finestra del palazzo comunale nella piazza sottostante; gli altri quattro saranno uccisi più tardi in prigione.

1334
Gen.Veneto

Ottiene la resa dei difensori della rocca di Cesena. Nello stesso mese si reca a Peschiera del Garda per partecipare ad una riunione dei signori della lega lombarda: tema dell’ incontro è il proseguimento della guerra contro il cardinale del Poggetto e l’imperatore Giovanni di Boemia.

Feb.Romagna

Si fa eleggere capitano di Cesena per un anno: entra nella città e scaccia dalla podesteria il Malatesta in quanto entrambi mirano alla signoria della località. Anche il vescovo di Forlì, il fiorentino Giovanni Monti degli Acciaiuoli, è costretto ad abbandonare la città con l’intero capitolo. Le case del clero e la sede episcopale sono messe a sacco.

Mar.Romagna

Respinge un contrattacco portato dal vescovo di Sarsina Francesco da Calboli e dal conte Guido da Bagno; attacca la cintura dei castelli dell’Appennino controllati dai Calboli. Conquista in breve le rocche di Lugareto, Tessello, Mercato Saraceno, Montecavallo, Monte Abate, Montecavallo,  Bagnolo e Sadurano; assedia in Castrocaro Terme lo zio Fulceri da Calboli che detiene la località per i pontifici. Leva l’assedio dalla località, forse per le preghiere della madre Orestina, non prima di avere catturati e uccisi 30 uomini della guarnigione. Negli stessi giorni invia a Bologna una bandiera di cavalli per aiutare gli abitanti che si sono ribellati al dominio dello stato della Chiesa. Sempre nel mese trova il tempo di sposarsi con Marzia (Cia) degli Ubaldini, figlia di Giovanni, quindi nipote di Maghinardo da Susinana e di Scarpetta Ordelaffi.

Dic.Romagna

Si riconcilia con Fulceri da Calboli;  gli lascia Castrocaro Terme. Nel corso dell’anno fa funzionare a Cesena una zecca clandestina per la produzione di moneta contraffatta. L’argento necessario gli è procurato da suoi agenti a Venezia.

1335
Gen.RomagnaGli succede nella podesteria di Cesena il figlio Giovanni.
Mar.ForlìCalboli ChiesaRomagnaSi appropria di Popiglio che appartiene al vescovo di Ravenna. Gli muove guerra Francesco da Calboli per conto dei pontifici.
Apr. mag.Romagna

Occupa Linaro con il favore degli abitanti; si impadronisce di Montelabbate; ottiene  Montecavallo dopo un breve assedio cui prende parte anche l’arcidiacono di Sarsina Francesco da Monte Abate, nemico del vescovo Francesco da Calboli. A metà maggio espugna il castello in cui cattura 23 difensori;  attacca la vicina località di Teodorano (rasa al suolo); ha Bagnolo. Con Giovanni degli Ubaldini assedia Paolo da Calboli in Meldola.

Ott.ForlìCalboli Chiesa FirenzeRomagna

Circonda la località con trincee e  fossati per impedire l’ingresso di eventuali soccorsi a favore dei difensori; mangani martellano il castello. Continua le operazioni fino ai primi giorni di ottobre. In un assalto cattura Ottolino Belga e gli fa tagliare entrambe le mani. Il papa Benedetto XII invia il tesoriere di Romagna Guglielmo Truelli a Firenze e si assicura l’aiuto del comune contro l’Ordelaffi. Una colonna fiorentina, agli ordini di Pietro Gianni da Siena, forza il blocco e ne rafforza il presidio. Nell’esecuzione di tale azione sono catturati dai forlivesi il borgognone Oddolino di Bartolino e Benvenuto da Lugo: ad entrambi  sono loro tagliate le mani. Ai primi del mese è raggiunto un accordo con i fiorentini. Vi  è nel frattempo un’iniziativa dell’  l’arcivescovo di Ravenna Francesco Michiel-Bianchi, che si impadronisce di Oriolo (Oriolo dei Fichi). Riconquista il castello, fa bastonare il presule, lo fa caricare seminudo su un asino con le mani legate dietro la schiena  (montato alla rovescia) per  condurlo in trionfo a Forlì alla sua sede (o in carcere). Lo stesso trattamento è riservato a coloro che accompagnano il vescovo. Viene subito scomunicato, per la prima volta, dal papa Benedetto XII per avere occupato città e rocche appartenenti allo stato della Chiesa. Le città sottoposte al suo controllo sono sottoposte ad interdetto.

Nov.ForlìMalatestaRomagna

Si ripete a Cesena una scena similare. Nei pressi del castello vi è una casa abitata da alcuni canonici: costoro sono accusati sia di essersi rifiutati di celebrare la messa nella città perché Francesco Ordelaffi ed i suoi fautori  sono incorsi nella scomunica, sia per avere cospirato con i guelfi Calesidio. Fa spianare l’abitazione ed ordina la loro espulsione da Cesena. L’Ordelaffi viene attaccato nel riminese dal Malatesta.

1336Romagna

Ottiene dagli abitanti il castello di Valdinoce. Fa strangolare 7 sacerdoti che vogliono applicare l’interdetto pontificio nei suoi stati; altri li fa circolare nudi per le strade; sono bruciati pupazzi di carta, riempiti di fieno, che raffigurano i cardinali ed il papa. A marzo il papa Benedetto XII ordina  al rettore di Romagna Guglielmo dal Querco di contrastarlo con le armi.

1337
Mar.Romagna

Scomunicato nuovamente ed accusato di eresia, è citato a comparire ad Avignone per discolparsi ed ottenere il perdono. Francesco Ordelaffi promette al rettore il pagamento dei censi pretesi dalla Camera Apostolica. Il pontefice gli toglie la scomunica e lo nomina vicario di Forlì, di Cesena e di Forlimpopoli dietro un censo annuo di 3000 fiorini e con l’impegno di fornire al  legato, per qualsiasi scopo difensivo, 500 fanti e 200 cavalli. Si affretta a costruire la rocca di Castelnuovo nei pressi di Meldola. Il rettore pontificio si trasferisce da Meldola a Castrocaro Terme presso Fulceri da Calboli.

…………..

Conclusa la pace con lo stato della Chiesa, invia a sostegno di Mastino della Scala, in guerra con fiorentini e veneziani, alcuni contingenti di armati.

…………..RomagnaSi pone l’obiettivo di espandersi territorialmente nel Montefeltro e nella Marca, nonché quello di conquistare Calboli. Il consiglio generale di Forlì non si rivela disponibile alle sue richieste: l’Ordelaffi fa occupare la sala dalle sue guardie, trae in arresto i renitenti alla sua volontà e, senza processo, li fa decapitare nella notte.
1338
Gen.ForlìGuidiRomagna

Consegna a Nolfo da Montefeltro la rocca di San Leo, conquistata con un colpo di mano da Niccolò da Montefeltro a Guido della Petrella.

Nov.RomagnaOttiene da Zacco e da Vecchio da Rontagnano il castello di Taibo, trafugato da questi ultimi all’arcivescovo di Ravenna.
1339
Gen.Romagna

Con Niccolò da Montefeltro conquista per trattato la rocca di Monte Leone in cui si è rinchiuso Nino della Petrella: anche tale fortezza viene consegnata a Nolfo da Montefeltro.

Lug. sett.ForlìCalboli Faenza BolognaRomagna

L’anno precedente lo zio Fulceri da Calboli ha venduto Castrocaro Terme a Riccardo Manfredi per 6000 fiorini. Francesco Ordelaffi si sdegna per tale fatto;  nell’ estate si muove contro il Manfredi al comando di truppe che provengono da Cesena, da Rimini e da Ravenna. Scorre nel faentino, si impadronisce di Nuzzo a spese del  Manfredi ed assedia  Calboli. Gli vengono contro gli avversari rafforzati dai conti Guidi di Modigliana, dagli estensi, dagli imolesi, dai fiorentini e dai bolognesi con 300 cavalli. Suoi alleati sono i Visconti, i da Carrara ed i Gonzaga. Sconfitto da 300 cavalli bolognesi guidati da Taddeo Pepoli, è costretto a ritirarsi dopo avere subito forti perdite.

Ott.RomagnaSi riconcilia con i Calboli ed i Manfredi su pressione dei fiorentini.
1340Romagna

Il papa da Avignone intima vanamente il pagamento dei censi. Viene colpito una volta di più dalle censure ecclesiastiche (seconda scomunica ed interdetto a Forlì, con la proibizione di ogni cerimonia religiosa). E’ ordita una congiura in Forlì ai suoi danni. Viene decapitato Ghello dei Collisidi: la sua testa rimane esposta per diversi giorni in una gabbia di ferro presso la torre dell’ orologio. Negli stessi giorni la pubblicistica guelfa diffonde la storia di un Ordelaffi assalito dai cesenati mentre sta rapendo una popolana, peraltro favorevole ad assecondare i suoi desideri.

1341ForlìFirenze Chiesa BolognaRomagna

Si allea con Luchino Visconti ed i Gonzaga contro i fiorentini. Per liberarsi dall’influenza dello stato della Chiesa si fa investire di Forlì da Ludovico il Bavaro e rifiuta al papa ogni censo.  A luglio viene  attaccato dalle squadre bolognesi del Pepoli: sono devastati i territori di Forlì e di Cesena. Gli avversari giungono fino ai borghi di Cesena dove sono respinti dagli stessi abitanti.

1342
Mag.ForlìChiesaRomagna

Il suo rifiuto di pagare il censo alla Chiesa gli procura da parte del nuovo papa Clemente VI una terza scomunica. Il cardinale legato Almerico di Chatelux tenta senza successo la via diplomatica.

Giu.ForlìFirenzeToscana

Con i Tarlati, il signore di Cortona, i della Faggiuola, i Pazzi di Valdarno e gli Ubertini (300 cavalli e 3000 fanti) tenta di entrare in Arezzo per trattato.

Ott.ForlìChiesaRomagna

Conduce in Romagna per conto dei Visconti la “Grande Compagnia” di Guarnieri di Urslingen: con il sostegno dei venturieri è in grado di respingere l’intervento del rettore pontificio su Cesena e Forlì. Irrompe nel riminese, tocca con le sue scorrerie Santa Giustina e Gatteo.

1344
…………..RomagnaRintuzza un attacco su Cesena portato da Astorgio di Durafort.
Dic.

Invia truppe in favore di Obizzo d’Este per difendere le ragioni di quest’ultimo su Parma che vengono contestate dai Visconti e dai Gonzaga.

1345

Abbandona le vecchie alleanze con Gonzaga e Visconti per unirsi con gli avversari tradizionali estensi e Pepoli.  Con Ostasio da Polenta e Malatesta Malatesta   sostiene il marchese di Ferrara ai danni di Filippino Gonzaga.

1347
Dic.RomagnaViene armato cavaliere a Forlì dal re Ludovico d’Ungheria con i figli Giovanni e Ludovico.
1348
Gen. feb.UngheriaNapoliRomagna e Regno di Napoli

Esce da Rimini e segue il re d’Ungheria nel regno di Napoli con 300 cavalli e 500 fanti. E’ costretto a ritornare a Forlì per un improvviso assalto ai suoi stati da parte di Astorgio di Durafort, che ha preso come spunto il ritardato pagamento dei censi allo stato della Chiesa.

Mar.Romagna

Si riconcilia con il conte di Romagna; paga i censi che gli sono richiesti e gli è tolta ogni censura. La peste in corso facilita la tregua.

Giu.Emilia

Si reca a Ferrara con Malatesta Malatesta per chiedere ad Obizzo d’Este di essere arbitro in una controversia che i due signori romagnoli hanno per la proprietà dei castelli di Montecchio e di Mondaino: il marchese rifiuta l’incarico. L’Ordelaffi si reca a Bologna da Giovanni e Giacomo Pepoli: costoro lo persuadono ad addivenire ad una tregua con il rivale fino al momento in cui essi non esprimano il loro parere.

1349
Mag.ForlìChiesaRomagnaIl figlio Ludovico assale Bertinoro: si impossessa dei borghi, occupa due porte e si impadronisce del palazzo del comune. A metà mese con mangani ed altre macchine ossidionali (dopo tre mesi d’assedio) si impadronisce del castello e della rocca.
1350
Feb.Romagna

Presta soccorso a Giovanni Manfredi che si è impadronito di Faenza; richiama in Romagna la compagnia di Guarnieri di Urslingen che ha lasciato con 500 barbute il regno di Napoli.

Mag.RomagnaRespinge i tentativi dei pontifici comandati da Astorgio di Durafort.
Lug.RomagnaAssale Castrocaro Terme. Obbliga alla resa i difensori con un assedio di diciassette giorni.
Ago.Romagna

Irrompe nel territorio di Meldola;  conquista la località con la rocca. Sospetta di un trattato degli abitanti di tale centro con i guelfi fiorentini. L’Ordelaffi marcia risoluto su Meldola con l’intenzione di darla alle fiamme. Gli abitanti si rifugiano in chiesa e pregano Santa Caterina d’Alessandria, la santa del giorno, di proteggerli. Le loro preghiere sono esaudite; si alza una forte nebbia tale da fare sbagliare strada all’ esercito forlivese ed a condurlo invece a Teodorano. Per ricordare il fatto gli abitanti di Meldola decideranno di celebrare in tal giorno una messa solenne.

1351
Gen.Romagna

Ospita a Cesena il principe di Taranto, il duca di Durazzo e Filippo d’Angiò, appena liberati dal re di Ungheria e diretti verso il regno di Napoli.

Apr.ForlìMalatestaRomagna

E’ accolto ad Argenta con Malatesta Malatesta dal marchese di Ferrara. Rientra nelle sue terre ed organizza un attacco contro il conte di Ghiaggiolo Francesco Malatesta ed il conte Carlo di Dovadola: suo alleato nella circostanza è l’abate di Galeata, di cui il Malatesta tiene alcune proprietà  rifiutando nel contempo il servizio feudale. Francesco Ordelaffi con il figlio Ludovico conquista Fontanafredda e Cusercoli.

Mag.MilanoChiesa800 cavalliRomagna

Occupa Ghiaggiolo. Il figlio Ludovico attacca Dovadola; rimane gravemente ferito in uno scontro  con Carlo di Dovadola e le sue milizie sono ridotte a mal partito. Interviene da Cesena a favore di Ludovico Ordelaffi la  madre Cia degli Ubaldini. Il combattimento si riaccende; Dovadola cede dopo 16 giorni di assedio; il suo signore,  sconfitto e fatto prigioniero, viene condotto a Forlì. Francesco Ordelaffi negli stessi giorni passa al servizio dell’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti.  Con Giovanni Manfredi, i da Polenta di Ravenna e gli Ubaldini conduce un attacco contro Imola alla cui difesa si trova Roberto Alidosi. E’ costruita una bastia; le operazioni  non hanno successo e l’assedio è tolto lo stesso mese.

Lug.Lombardia

Gli alleati conquistano Lugo. Clemente VI  rinnova scomunica ed interdetto ai suoi danni. Francesco Ordelaffi si reca a Bologna ed a Milano.

1353
…………..

Il figlio Ludovico si reca a Fermo per convincere Gentile da Mogliano (marito della figlia Cristina) ad unirsi con gli Ordelaffi in una comune alleanza contro le forze dello stato della Chiesa.

Mar.ForlìRiminiMarche

Invia 12 bandiere di cavalli in soccorso del signore di Fermo: i suoi uomini cadono in un’imboscata ad opera di Malatesta Malatesta durante la marcia di trasferimento.

Mag.Romagna

La notizia della scomunica e dell’interdetto giunge a Forlì. Le due misure sono solennemente annunciate alla popolazione nell’ abbazia di San Mercuriale. Quando Francesco Ordelaffi sente il suono della campana maggiore del campanile in un impeto di rabbia ordina che il monastero sia dato alle fiamme. A farne le spese è l’archivio con tutti i documenti ivi conservati.

Nov.Marche e Lombardia

Si collega con fra Moriale; e costringe i Malatesta a levare l’assedio da Fermo. Con Gentile da Mogliano riconosce alla compagnia del condottiero francese 30000 fiorini. Nello stesso mese si reca a Milano per il battesimo di Marco Visconti figlio di Bernabò.

1354
Mar.E’ convocato a Roma dal papa Clemente VI.
Giu.

Il nuovo pontefice Innocenzo VI   scomunica  una volta di più Francesco Ordelaffi assieme con i Manfredi. Il signore di Forlì allorché sente le campane che annunciano in Forlì la sua  quarta scomunica fa ardere nella piazza alcuni fantocci di carta, ripieni di fieno, che raffigurano il papa ed i cardinali: un falso sacerdote scomunica papa e cardinali e getta i loro manichini in un grande rogo. L’Ordelaffi costringe il clero a celebrare la messa. 14 religiosi, che si sono rifiutati di obbedire al suo ordine, ricevono il martirio: 7 sono strangolati e 7 vengono scorticati. Il vescovo di Forlì si salva dalla sua ira solo con la fuga.

Lug.RomagnaViene citato con il figlio Ludovico per il possesso di Cesena e per avere imposto nei suoi territori tasse e gabelle al clero. Per tutta risposta Francesco Ordelaffi assale Teodorano il cui castello è espugnato dopo quattro giorni di assedio.
Ott.RomagnaE’ dichiarato eretico con il signore di Fermo Gentile da Mogliano e con il signore di Ravenna Bernardino da Polenta.
Nov. dic.RomagnaSono distrutti su suo ordine i castelli di Monte Borro, di Sogliano al Rubicone e di Formignano i cui abitanti sono sospettati di volere aderire alla causa ecclesiastica.
1355
Feb.Romagna

Gli è rinnovata la scomunica dal patriarca di Grado ed arcivescovo di Ravenna Fortunerio. Francesco Ordelaffi tenta di vincolare i signori della Romagna e delle Marche (Manfredi, Malatesta, Gentile da Mogliano) ad un’alleanza comune contro i pontifici. Il signore di Fermo, nonostante che di recente abbia concluso precisi accordi con il cardinale Albornoz (con la sua nomina a gonfaloniere della Chiesa), accoglie le  proposte dell’Ordelaffi ed introduce nella rocca del Girifalco di Fermo 200 suoi cavalli  agli ordini del figlio Ludovico, cognato, peraltro, dello stesso Gentile da Mogliano. A febbraio l’Ordelaffi si reca a Pisa per conferire con l’imperatore Carlo di Boemia. Transita per la guelfa Firenze, dove, nonostante la scomunica viene ricevuto con tutti gli onori, mentre nella ghibellina Pisa, sempre per la medesima motivazione, gli è impedito di entrare in città.

Mar. apr.Marche

Cavalca con 200 cavalli nella marca d’ Ancona. Viene informato sul fatto che 400 cavalli agli ordini di Rodolfo da Varano stanno per tendergli un agguato: si fa precedere da 100 dei suoi uomini per attirare a  a sua volta gli avversari in un’imboscata. Gli avversari li assalgono: l’Ordelaffi giunge in loro soccorso, sorprende i pontifici e cattura loro più di 200 cavalli.

Mag. giu.Toscana

Cerca di persuadere alla sua causa l’imperatore Carlo di Boemia: gli chiede udienza, si reca a Pisa; non è ricevuto. La concessione di un vicariato ai Malatesta ed ai da Polenta da parte del cardinale Egidio Albornoz, nonché il debole sostegno che gli è riservato dai Manfredi, in breve lasciano solo Francesco Ordelaffi contro i pontifici comandati da Galeotto Malatesta.

Lug.Romagna

Assale Savignano sul Rubicone  (difesa da Carlo di Dovadola), prepara un’imboscata nei pressi e vi sconfigge i pontifici: nello scontro muore Carlo di Dovadola e sono catturati due figli del Malatesta.

Dic.RomagnaAssedia Montibono, Sogliano al Rubicone e Formignano che gli si sono ribellate.
1356
Feb.RomagnaLa “Compagnia degli Sperati”, al comando del capitano Antrimarzio e di altri 10 connestabili inizia a danneggiare il contado di Faenza in appoggio ai fuoriusciti di Forlì ed ai cavalli del conte Andrea di Cunio.
Mar.Romagna

E’ reiterata la scomunica a lui ed a Giovanni Manfredi dal cardinale Albornoz. E’ predicata la crociata nei suoi confronti nella chiesa di San Pietro a Bologna.  E’ promossa l’assunzione della croce con la concessione dell’indulgenza plenaria per chi prenda le armi o contribuisca con denaro al mantenimento delle truppe. L’indulgenza plenaria è, inoltre, accompagnata da una fitta serie di esenzioni da debiti, imposte e usure nonché dalla cassazione di ogni condanna. Nunzi speciali sono inviati in tutte le località della legazione; il vescovo di Narni va a predicare in Toscana; il patriarca di Grado e Ravenna in Romagna e nelle province di Aquileia, di Grado e di Ravenna. Non solo in Italia ma anche nel Brandeburgo è bandita la crociata. Innocenzo VI si rivolge con calde parole al re d’Ungheria con la descrizione delle crudeltà dei Manfredi a Faenza e degli Ordelaffi a Forlì allo scopo di invitarlo a dare il suo aiuto allo stato della Chiesa. Il popolo, e le donne in particolare, corrono in folla a portare roba e denari. I collettori allargano le indulgenze oltre la concessione del pontefice, perdonando a pagamento i peccati d’ogni genere. L’Ordelaffi rafforza le difese delle città da lui controllate accumulando vettovaglie nei depositi e facendo affluire tutto il bestiame del territorio nei centri abitati. Migliora le difese di Meldola e di Castrocaro Terme; a Cesena la chiesa di Santa Maria del Monte viene trasformata in una fortezza circondata da un profondo fossato. Il vescovo di Sarsina Francesco da Calboli ed Azzo degli Orgogliosi si congiungono con le truppe del cardinale Albornoz.

Apr.Romagna

Rifiutate le ultime proposte di accordo da parte del cardinale legato Egidio Albornoz, Francesco Ordelaffi viene attaccato senza  risultati di rilievo attorno a Cesena ed a Forlì da Galeotto e da Malatesta Malatesta. Nel periodo viene stabilito dagli avversari un premio di 1000 fiorini per chi catturi vivo lui o il figlio Ludovico, e di 500 fiorini per chi faccia prigioniero Giovanni o Guglielmo Manfredi.

Mag. giu.RomagnaRoberto Alidosi si accampa a Ronta nel cesenate con l’intero esercito crociato forte di 12000 uomini e 3000 guastatori. A metà giugno il castellano di Montevecchio cede la rocca per denaro ed alcuni giorni dopo il Malatesta conquista con l’astuzia Cusercoli e Ghiaggiolo attraverso la divulgazione della falsa notizia della  morte dell’ Ordelaffi.
Lug.Romagna

Francesco Manfredi, i fuoriusciti di Forlì come Azzo degli Orgogliosi e Galeotto Malatesta Ungaro devastano il forlivese mentre Galeotto Malatesta e Roberto Alidosi compiono un’analoga azione devastatrice nel cesenate. E’ assediato in Forlì. L’Ordelaffi fa tagliare il ponte di pietra (detto della Livia) che collega la Porta Valeriana con le rive del fiume Montone; fa murare 4 porte della città (la Valeriana, quella di Santa Chiara, quella di San Biagio ed il Portone della Rotta) lasciando aperte le altre 4. Compie con molti fanti una sortita da Porta Schiavonia ed assale con la cavalleria pesante gli alloggiamenti degli ecclesiastici al serraglio di San Giorgio. I pontifici rientrano nel faentino.

Ago.RomagnaGli abitanti di Forlì inviano propri ambasciatori al pontefice per cercare la pace. Francesco Ordelaffi, viceversa, chiude con un netto rifiuto ogni possibile trattativa di resa.
Sett.Romagna

Si reca a Cesena, a Bertinoro, a Meldola, a Riolo Terme, a Castrocaro Terme ed a Forlimpopoli per  verificarne lo stato delle fortificazioni.

Ott.Romagna

Esauritasi l’offensiva dei nemici, prende l’iniziativa e fa costruire due bastie, una a Villafranca, di fronte a Cosina, difesa da 400 cavalli ed un’altra alla chiesa di San Bartolomeo, pure essa dotata di un forte presidio. Porta le armi nel riminese, entra nel borgo di San Giuliano e lo pone a sacco. Ritorna a Cesena carico di prede.

Nov.RomagnaFaenza cede ai pontifici. Francesco Ordelaffi viene contattato dal cardinale Albornoz.
Dic.Romagna

Si ripetono le richieste di resa da parte dei pontifici; gli sono offerti la signoria di Forlì ed il titolo di capitano generale in cambio della consegna di Castrocaro Terme, di Meldola, di Bertinoro e di Cesena. E’ convocata un’assemblea dall’Ordelaffi; il popolo gli raccomanda di cercare un accordo con il pontefice; ciò provoca la sua ira e per poco non fa uccidere l’ambasciatore che gli reca la richiesta. Invia la moglie Cia degli Ubaldini a Cesena con i figli e rifornisce di vettovaglie tutti i castelli; fa uscire, nel contempo, da Forlì tutti gli inabili alla difesa (donne, vecchi e bambini).

1357
Gen.RomagnaMuore a Cesena il figlio Ludovico. La pubblicistica guelfa ne approfitta per attribuirne la morte  alla sua ferocia: Francesco Ordelaffi avrebbe pugnalato  alle spalle il figlio in un impeto di furore perché costui si sarebbe rivelato favorevole ad un accordo con i pontifici.
Feb.Romagna

Si rafforza in Forlì;  delega alla difesa di Cesena la moglie. Le ordina di fare decapitare 4 cittadini di Cesena sospettati di congiurare a favore dei pontifici. Cia degli Ubaldini, su consiglio di Sgariglino da Pietracuta e di Giorgio Tiberti, sceglie di non procedere all’ esecuzione. Al presidio della bastia di Villafranca, che si  lamenta per la rigidità invernale e per le continue piogge, l’Ordelaffi fa avere numerose stuoie di papiro e di canne, nonché grandi quantità di vimini e di legname da costruzione. Fortifica la bastia di San Bortolo e dà   ad uno spagnolo il comando del presidio. Alla rassegna generale delle sue truppe si trova ad avere a disposizione solo 900 cavalli e 1500 fanti.

Apr.Romagna

I pontifici sono a Faenza con il nuovo legato il cardinale Androino de la Roche: Francesco Ordelaffi va loro contro, cade in un agguato e perde 100 uomini per lo più cavalli.

Mag.Romagna

Rigetta un tentativo di mediazione dei fiorentini. Cesena si ribella al governo della moglie che si asserraglia nella rocca con 400 cavalli e molti masnadieri. Cia degli Ubaldini si difende con coraggio assieme con il figlio Sinibaldo dagli attacchi della cavalleria crociata, nella quale milita suo padre  Giovanni degli Ubaldini. Fa catturare in città Cesena tre capi dell’ opposizione e li fa giustiziare; sfoga, inoltre,  la sua ira dando alle fiamme il campanile della cattedrale e le case circostanti. Cesena viene colpita da 8 mangani. Gli assedianti puntellano  le mura del castello con una serie di gallerie sotterranee allo scopo di farle crollare al momento ritenuto più opportuno.

Giu.Romagna

Cia degli Ubaldini si arrende a patti; i difensori sono rilasciati mentre la donna è  condotta con i figli ad Ancona. Ora è l’Ordelaffi ad essere assediato in Forlì: entrano per trattato nella città alcuni pontifici che egli riesce a ricacciare. Ai prigionieri fa imprimere con ferri roventi  il segno della croce sul petto e sulla fronte; altri sono  scorticati.

Lug.Romagna

Il figlio Giovanni abbandona il castello di Bertinoro dopo che è stata tolta l’acqua ai difensori e che sono stati scavati alcuni cunicoli sotterranei per abbattere le mura. Il giovane Ordelaffi esce dalla roca per vie segrete e si mette in salvo a Forlimpopoli. Con la connivenza dei Visconti  Francesco Ordelaffi richiama la Grande Compagnia, comandata al momento da Amerigo del Cavalletto; a Forlì è pure raggiunto da un’altra compagnia tedesca di 2000 barbute capitanate da Lucio Lando e da Anichino di Baumgarten. I venturieri  depredano i territori vicini per non gravare troppo sulla città. Perde Bertinoro.

Ago.RomagnaCon il ritorno del conte Lando in Lombardia viene assediato nuovamente in Forlì da 2000 cavalli e da molti più fanti.
…………..RomagnaToglie ai Calboli la rocca d’Elmo ed i castelli di Predappio, Castrocaro Terme e Fiumana; stringe d’assedio Meldola; fa affluire in Forlì preziosi rifornimenti di vettovaglie.
1358
Apr.Romagna

Il cardinale de la Roche promette il perdono a tutti coloro che abbandonano la città di Forlì: viene ripreso dai pontifici l’assedio alla città.

Mag.RomagnaSono costruite dagli avversari, attorno a Forlì, 2 bastie, una sulla strada che porta a Faenza ed una sul ponte del Ronco.
Giu.Romagna

L’abate di Cluny ha un trattato con alcune guardie di Forlì affinché gli siano consegnate le bertesche: 600 uomini tra fanti e cavalli se ne impossessano ed entrano nella città. La pronta reazione dei cittadini rigetta gli assalitori e fa molti prigionieri tra i quali vi è il figlio del conte Bandino di Montegranelli.

Lug.RomagnaI pontifici occupano Meldola. Si accampano a San Varano.
Ago.RomagnaInterviene ancora in suo soccorso la Grande Compagnia del conte Lando. Forlì viene liberata dall’assedio.
Sett.Romagna

Esce dalla Porta di San Pietro con il conte Lando e mette in fuga a San Lazzaro Galeotto Malatesta Ungaro. Sempre con il conte Lando affronta gli avversari alla bastia di San Bortolo ed a Villanova. Molte sono le perdite d’ambo le parti. Ricevuti nuovi rinforzi da Forlì, attacca i pontifici sulle due direttrici di Cassirano e di San Lazzaro: gli avversari si danno alla fuga verso Riolo Terme mentre il campo della Cosina, dove si è fortificato Galeotto Malatesta Ungaro, resiste ai suoi assalti. La sua situazione ritorna assai presto pericolante perché invece dei 15000 fiorini promessi ai venturieri ne può consegnare loro solo 2000; dà in pegno ai soldati alcuni prigionieri quali il figlio del conte di Montegranelli e due figli di Ramberto Malatesta la cui liberazione è valutata da Corrado Lando in 4000 fiorini. Nel contempo il papa Innocenzo VI rilancia la crociata e ne affida la predicazione al cardinale Albornoz: è pronunciata una dura requisitoria nei suoi confronti, definito “figlio di dannazione”.

1359
Gen. mag.Romagna

Accoglie ancora in Forlì la Grande Compagnia reduce da alcune scorrerie nel riminese. In una scaramuccia con i pontifici è ferito da un colpo di mazza ferrata che gli è inferto da Nicoluccio da Calboli. Ottiene una tregua grazie alla pressione del conte Lando. A Forlì regna la fame; Francesco Ordelaffi continua a rifiutare ogni prospettiva di pace.

Giu.Romagna

Allo scadere di una tregua è attaccato in Forlì. Fa decapitare due parenti del fuoriuscito Bartolo Codiferri che hanno cercato di fare insorgere la città ai suoi danni.

Lug.Romagna

Gli abitanti di Forlì si ribellano sempre più apertamente nei suoi confronti. L’Ordelaffi cerca un diversivo ed assale il campo ecclesiastico con tutti i suoi uomini: dopo cinque ore è obbligato a ritirarsi con notevoli perdite.  Solo l’intervento dei suoi capisquadra vale a salvarlo dalla cattura; i suoi uomini per rientrare in città devono fare strage degli abitanti che si oppongono al loro ingresso. Riprende l’assedio;  nello stesso mese è costretto alla resa: fa da mediatore il signore di Bologna Giovanni Visconti da Oleggio. Si reca a Cesena a rendere atto di omaggio al cardinale Albornoz, confessa i suoi errori e viene perdonato; deve compiere un pellegrinaggio di espiazione nelle chiese di Faenza; è ricomunicato; gli sono restituiti moglie e figli; deve rinunciare a Forlì;  gli è riconosciuta per dieci anni la signoria di Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Meldola.

…………..Romagna e Marche

I patti non sono  rispettati dal cardinale Albornoz che fomenta rivolte nelle varie località, tanto che nel giro di pochi mesi Francesco Ordelaffi (incarcerato e minacciato di morte ad Ancona) si vede costretto a riprendere il conflitto.

1360
Apr.OrdelaffiChiesaRomagna

Viene assediato in Forlimpopoli. Promette di recarsi al confino di Chioggia in cambio della liberazione della moglie e dei suoi famigliari, nonché di una provvigione annua di 6000 lire. Allorché Cia degli Ubaldini gli fa sapere di essere arrivata sana e salva nella città veneta lascia nottetempo Forlimpopoli e la raggiunge nella laguna. I pontifici controllano ora anche Castrocaro Terme e Meldola.

1361
Mar.MilanoChiesaRomagnaRompe il confino e passa agli stipendi del signore di Milano Bernabò Visconti. E’ nominato capitano di Lugo.
Mag.Emilia e Romagna

Invade il bolognese con 2000 cavalli; ottiene il castello di Piumazzo;  si sposta a Lugo con 300 barbute per domarvi un’insurrezione a favore dei pontifici; giunge nei pressi di Bologna e vi sostiene l’azione di Francesco d’Este che impegna la città dal ponte del Reno. Si collega con Giovanni Manfredi;  insieme i due condottieri tessono un complotto ai danni del signore di Imola Roberto Alidosi. Ramberto Alidosi, che ha il compito di uccidere il congiunto Roberto, è scoperto; è impiccato ai merli delle mura cittadine.

Giu.Romagna e Marche

Ai primi del mese si avvicina a Forlì in attesa che nella città sorga qualche tumulto a suo favore. Rimane deluso nelle sue speranze: due connestabili tedeschi, che hanno complottato contro lo stato della Chiesa, sono decapitati. Francdesco Ordelaffi lascia Forlì e si colloca davanti alle porte di Rimini per un’azione diversiva che, di fatto, diminuisce il numero dei viscontei attorno a Bologna: si parla di un falso trattato organizzato dal cardinale Albornoz nella città dei Malatesta che gli ha fatto credere ormai prossima la fine dei suoi odiati nemici in Rimini. Si accampa a Santa Giustina;  mette a ferro e fuoco tutto il territorio fino alla periferia della città. Con la sconfitta subita dai viscontei al ponte di San Ruffillo ad opera di Galeotto Malatesta e di Galeotto Malatesta Ungaro Francesco Ordelaffi scorre la marca d’ Ancona; ripiega poi verso la Romagna e raggiunge Lugo in ventiquattro ore con una marcia di 56 miglia.

1362
EstateRomagnaStaziona sempre a Lugo. Depreda nuovamente il riminese.
1363
…………..RomagnaFa rientrare in Imola gli Alidosi che ne sono stati scacciati dai pontifici.
Mag.Romagna

Alla difesa di Bagnacavallo. Esce dalla città ed affronta pontifici ed estensi. Dà loro addosso con tanta foga che li mette in fuga; insegue in particolare i pontifici e fa uccidere quanti cesenati cadano nelle sue mani. 16 carri carichi di cadaveri di soldati nemici vengono condotti a Cesena.

Ott.Romagna

Colloca i suoi alloggiamenti a San Valeriano presso Forlì. Mediante un trattato si introduce nottetempo nella città con molti ghibellini in località Scampacecca: scoperto, ripiega per la resistenza riscontrata.

1364
Feb.Lombardia

Con la fine della guerra si trasferisce a Milano.  Rimane al soldo di Bernabò Visconti che lo utilizza come suo luogotenente a Cremona.

1365
Mar.Con Giovanni e Riccardo Manfredi viene assolto da ogni scomunica.
1366MilanoGenovaLombardia e LiguriaHa l’incarico di podestà di Cremona. Appoggia Galeazzo Visconti in un conflitto con i genovesi.
1368
Mag.Lombardia

Si trova al campo di Borgoforte dove scoppia una rissa tra i mercenari tedeschi da un lato e quelli italiani dall’altro. I soldati tedeschi  attaccano ed incendiano gli alloggiamenti dei rivali.  Molti sono gli uccisi nei successivi scontri (almeno 1000 secondo fonti mantovane). L’Ordelaffi riesce a calmare gli animi dei contendenti.

1370
Mar.VenetoA Chioggia. Un suo procuratore stipula con i camerlenghi della Serenissima un mutuo di 1000 ducati dietro l’impegno di restituirlo su richiesta del doge.
1372
Dic.VeneziaPadovaVenetoAgli stipendi dei veneziani contro i carraresi. Assale la torre del Curano. Costringe i difensori alla resa.
1373
Feb.Capitano g.leVeneto

Ricopre temporaneamente l’incarico di capitano generale degli eserciti della Serenissima a seguito della rinuncia al mandato da parte di Rinieri da Baschi.

Lug.Capitano g.leVeneto

Agli ordini di Giberto da Correggio batte i carraresi presso la bastia del Buon Conforto dove è catturato il voivoda di Transilvania: a Francesco Ordelaffi sono donati 1000 ducati per essersi impadronito della bandiera del condottiero ungherese. Viene ancora nominato capitano generale alla morte per peste di Giberto da Correggio.

Ott.Veneto

Fa ricostruire la bastia di Medicina con un fossato che la unisce attraverso le paludi a quella del Buon Conforto. Ammalatosi anch’ egli di peste, è condotto a Venezia o a Chioggia dove muore nello stesso mese. Gli sono accordati funerali solenni a Venezia. Con il recupero della signoria da parte del figlio Sinibaldo, sarà sepolto, dopo solenni esequie, con la moglie a Forlì, nella chiesa di Sant’ Agostino, nel giugno 1381. Amico di Giovanni Boccaccio (suo ospite per qualche tempo a Forlì) che, per la sua grande passione per la caccia, lo chiama Fauno e lo pone tra gli interlocutori nella terza egloga. Ricordato pure da Franco Sacchetti in una novella.

 CITAZIONI

-Il cardinale Egidio Albornoz predica la crociata nei suoi confronti “..potendo il cavaliere e il pedone partecipare in due anni il servigio d’un anno in arme contro a loro. Ordinati furono i predicatori, e’ collettori delle provincie e delle città, e incontanente l’avarizia de’ chierici cominciò a fare l’uficio suo, e allargarono colla predicazione l’indulgenza oltre alla commissione del papa, e cominciarono a non rifiutare danaio da ogni maniera di gente, compensando i peccati e i voti d’ogni ragione con danari assai o pochi come gli poteano attrarre; e per non mancare alla loro avarizia, sommoveano nelle città e ne’ castelli e nelle ville ogni femminella, ogni povero che non avea danari, a dare panni lini e lani, e masserizie, grani e biada, niuna cosa rifiutavano, ingannando la gente con allargare colle parole quello che non portava la loro commissione; e così davano la croce, e spogliavano le ville e le castella più che non poteano fare le città, ma nelle città le donne e le femmine valicavano tutta l’altra gente, e per questa maniera davano la cosa.” VILLANI

-“Huomo di grand’animo, e nell’arte militare molto esperto.” CORIO

-“Era incarnato (strettamente congiunto) con Forlivesi, amato caramente. Demostrava muodi como de pietosa caritate. Maritava orfane, allocava poizelle, soveniva a povera iente de soa amistate.+” ANONIMO ROMANO

-“Era guerriero di provato valore.” UGOLINI

-“Soldato e conquistatore memorabile, ogni ragione poneva nel brando e nell’acume delle astuzie, per le quali era callidissimo. La bramosia di regno, e non è a dir poco, superava la perversa libidine de’ suoi costumi. Iroso, pertinace, crudele, femminaiolo oltre il credere. Profuso coi soldati per cattivarseli ministri efferati alle sue furie. Provvidente, poi, costante ed animoso così che impavido il credevi in qualunque sorta di pericoli, da lui dominati con insoliti conati di corpo e di mente; robusto com’era delle membra e di subiti non avvertiti scampi feroce…(Si racconta che) nelle ore di ozio stillasse potentissimi veleni: delle virtù dei quali si narrano prove che toccano l’incredibile. ” ROSETTI

-“Forolivii tyrannum pestilentissimo.” D’INUNDA

-“Suorum virtute belli et potentia major.” MARCHESI

-“Uno dei più intrepidi e prodi guerrieri che avesse l’Italia nel secolo XIV.” BOSI

-“Eius aevi scriptores, et posteri non sane definierunt utrum virtutes, an dominandi mores excesserint: fuit scilicet adeo strenuus, constans et providens, ut nec illi in certaminibus robur, nec inconcussus in periculis animus, nec in adversis rebus consilium unquam defecerunt.. Erat disciplinae militaris admodum studiosus, ut ipsa pacis tempora in ludicris bellis collocaret. At per otium componere venenum acutissimi generis conserverat, quod super prunas effusum, ex vi pestiferae naturae, per nares ad cor descendus, repentinam adstantibus necem inferebat. Fuit ille statura mediocris, sed lacertosa, frons cogitabonda, et severi vultus lineamentis discriminata, quam cutis ignea obducebat, animi ad iram proclivis index, capilli et barba nigra. Bireto (beretto) et vestibus nigris coloris utebatur, baltheo praecinctis, cui ensem et crumenani aptare consueverat, ut secum ultionis, et praemii instrumenta gestaret, pallio usque ad genua fluente; quemadmodum eius imago in meis edibus asseverata estendit.” VIVIANI

-“Pessimo uomo, capace d’ogni delitto, ma valente in guerra ed arditissimo..Fece ardere per dispetto fantocci che rappresentavano il papa ed i cardinali; scomunicato, volle costringere a forza i sacerdoti a celebrare durante l’interdetto; di coloro che si rifiutarono sette ne fece scorticare vivi, sette impendere alle forche, altri otto ne uccise in vari modi.” ARGIOLAS

-“Era un valente gintilomo.” COBELLI

-“(Muore con) fama di

uUno dei più grandi condottieri del suo tempo.” ARGEGNI

-“Uomo fiero..d’indole aspra e bizzarra..Fu valentissimo capitano, ed è uno de’ primi che abbia nell’armi illustrato Forlì. Era estremamente atrabiliare ed impetuoso, sebbene verso li suoi cittadini si rendesse amabile e cortese; ed a sistema di chi aspira al dominio fu liberalissimo con li soldati. Crudele e vendicativo con li nemici, fabbricava una sorta di veleno, che al solo odorarlo uccideva, specialmente poi se, sparso sulle brage (braci), venivano gli astanti a riceverne il fumo.” P. BONOLI

-“Che era molto potente in armi.” COLUCCI

-“Guerriero fortissimo, fu tiranno benefico, caritatevole, alla mano, tanto che, esaurita ogni più atroce calunnia partigiana, l’anonimo è costretto a dire di lui “Era incarnato con Forlivesi ed amato caramente; dimostrava modo di pietosa caritade; maritava orfane, allocava pulzelle e sovveniva a povera gente di sua amistade.” PASOLINI

-“La figura di più forte rilievo del suo casato ed una delle più potenti del trecento romagnolo e italiano..Francesco, a detta dei suoi biografi, aveva proprio natura di gran tiranno, energico e crudele, odiatore acerrimo dei preti ed eretico ostinato. Egli non riconosceva autorità alcuna ed aveva l’ardire di applicare a sé la formula:” Superiorem non recognoscens est imperator in regno suo.”” PECCI

-“Natura di gran tiranno, energico e crudele, odiatore acerrimo dei preti.” FILIPPINI

-“Nei quarant’anni di dominio signorile, Francesco eccelse in una sola disciplina, quella delle armi e il suo carattere fu sempre connotato da tenacia, ambizione, cinismo e scarso realismo. Le fonti guelfe lo definiscono perfido tiranno, senza fede e senza pietà. Altre, invece, lo descrivono amato dal popolo di Forlì, adorato dai suoi guerrieri e rispettato dalla maggior parte del clero forlivese, sordo alle disposizioni del papa..Seppur colpito più volte da scomuniche e battuto sul campo, terminò la sua vita in esilio, sempre impugnando la spada per vivere fino all’ultimo istante nel vento caldo delle battaglie.” DAL MONTE

-“Un personaggio al tempo stesso fosco e straordinario, che per mezzo secolo combatté incessantemente tanto le forze papali che volevano togliergli la sua città, quanto i vicini con cui la discordia era perenne.” SCARDIGLI

-“La figura più rilevante del Trecento romagnolo.” BALZANI MALTONI

-“In perenne conflitto con i papi per il riconoscimento del suo dominio sulla città romagnola, contò spesso su armate mercenarie, locali o da territori vicini, per difendere la signoria dal legittimo dominio papale. Quando non potè combattere da solo contro il papa fu condottiero al servizio dei nemici del pontefice: le vesti in cui agiva erano diverse, il fine restava lo stesso.” TANZINI

-“Gli atti di liberalità ricordati dalle cronache rimandano alla caratterizzazione del principe misericordioso e fanno pensare a un’attenzione specifica per la costruzione dell’immagine del signore, sulla base appunto di moduli principeschi, che non ha riscontri nei suoi predecessori, e nemmeno nei successori, fino alla seconda metà del Quattrocento…Nelle fonti filopapali Francesco è rappresentato come un tiranno non solo antipapale, ma irriducibilmente anticlericale, capace di inaudita crudeltà nei confronti degli uomini di Chiesa.” POLONI

-Atti conseguenti la prima scomunica “Gli atti successivi a questa effimera riabilitazione spirituale..mettono in luce nel personaggio di Francesco Ordelaffi una personalità che oggi definiremmo dissociata, preda di inspiegabili contraddizioni..Negli anni successivi, quello che abbiamo conosciuto come guerriero insofferente e spietato, come politico intraprendente e privo di scrupoli, fu protagonista di singolari slanci devozionali. Slanci che non gli impedivano di proseguire nell’attività di espansione territoriale ai danni dei possedimenti della Chiesa e di collezionare nuovi richiami e nuove scomuniche..Francesco l’eretico, l’Anticristo, il demone, non combatteva una personale battaglia contro il cattolicesimo, ma contro le gerarchie ecclesiastiche, a partire dai semplici preti per arrivare sempre più in alto, fino al preteso Vicario di Cristo in Terra.” SPADA

-“Egli è persona di straordinario valore. Si è costituito una fama di grande condottiero. Si è cattivato l’animo degli abitanti della città capoluogo con un’intelligente azione politica verso il popolo. Un contemporaneo (T. Fiortifiocca) lo dice “incarnato coi forlivesi, amato caramente, perché demostrava muodo come de pietosa caritate, maritava orfane, allocava polzelle, sebbeneva a povera iente de sia amistate.” SOZZI

BIOGRAFIE SPECIFICHE

L. Mascanzoni. La crociata contro Francesco II Ordelaffi (1356-1359) nello specchio della storiografia

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