CARLO GONZAGA

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1986
gazzuolo portici Gonzagheschi
I portici Gonzagheschi di Gazzuolo

Last Updated on 2022/11/14

CARLO GONZAGA  Di Gazzuolo. Marchese di Gazzuolo. Signore di San Martino dall’Argine, Dosolo, Isola Dovarese, Pomponesco  e Commessaggio. Figlio di Pirro Gonzaga da Bozzolo.

1523– 1556

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1529LombardiaOrfano del padre Pirro con il fratello Federico gode della protezione di Luigi Rodomonte Gonzaga. Quest’ultimo, a marzo, restituisce ai due giovani i feudi di Gazzuolo, di San Martino dall’Argine, di Dosolo e di Commessaggio, territori che gli sono stati affidati dall’ imperatore Carlo V e confiscati al padre Pirro, accusato di tradimento per la sua militanza per i francesi ai danni degli imperiali.
1530
Feb.LombardiaViene investito dei beni paterni dall’imperatore.
1544
………..ImperoFranciaPiemonte

Ha il comando di un colonnello di fanti. Si trova a Vigone con Girolamo Silva per proteggere i lavori di fortificazione apportati da Pirro Colonna a Carignano. In un secondo momento si muove in soccorso di tale località con il Silva. Affianca Cesare da Napoli in alcune scaramucce.

Apr.Piemonte

Partecipa alla battaglia di Ceresole Alba: combatte nell’ala destra con molti cavalli a copertura dei fanti spagnoli e tedeschi comandati da Raimondo di Cardona. Fatto prigioniero, è liberato solo dopo la pace di Crépy con il Cardona ed Eriprando Madruzzi in cambio del Termes.

1546
Feb.EmiliaSi trova a Piacenza per una giostra organizzata da Pier Luigi Farnese.
1547
Ott.ImperoChiesaEmilia

A seguito dell’uccisione di Pier Luigi Farnese è inviato a Piacenza da Ferrante Gonzaga a prendere possesso della città per conto degli imperiali e porsene, indi, alla guardia con 60 celate.

1551
EstateImperoFranciaEmilia

Si porta a Montecchio Emilia;  assedia in Parma il duca Ottavio Farnese.

………..Emilia

All’assedio di Mirandola;  ha il comando di 3000 fanti con Alessandro Gonzaga.

1552
Apr.EmiliaStaziona sempre nei pressi di Mirandola.
Mag.EmiliaPassa alla guardia di Colorno.
Ago.Emilia

Ha l’incarico di impadronirsi di Tizzano Val Parma; pianta tre grossi cannoni davanti alle mura ed inizia il bombardamento della località. Il mattino dà l’assalto e trova che i difensori, nella notte, si sono allontanati eludendo la sorveglianza dei suoi uomini.  Appoggia Ferrante Gonzaga nell’ attaccare Parma.

………..Emilia

Alla firma della pace stipulata tra i difensori di Parma ed i pontifici affianca Gian Giacomo dei Medici nell’impadronirsi dei forti controllati da questi ultimi  che, secondo gli accordi, avrebbero dovuto essere consegnati ai francesi. Con la restituzione del forte di Sant’Antonio agli avversari si ritira con Francesco d’Este;  attraversa il Secchia, seguito da vicino dai cavalli leggeri francesi.

Ott.FranciaSempre agli ordini del Medici prende parte all’assedio di Metz.
1554
Gen.FirenzeFranciaToscana

Passa agli stipendi del duca di Firenze Cosimo dei Medici; prende parte alla guerra di Siena  agli ordini del Medici, di cui è nominato a Firenze luogotenente generale.

Apr.Toscana

Affianca il Medici e Chiappino Vitelli alla conquista di un monastero benedettino vicino al borgo di San Marco a Siena;  con la sua azione costringe Ventura da Castello ad arrendersi a discrezione per la mancanza di vettovaglie. I soldati vengono rilasciati dietro la promessa di non militare per i francesi per tre mesi.

Giu. lug.Toscana

Si allontana da Siena con 4000 fanti e 400 cavalli per affrontare Piero Strozzi; tenta, invano, di occupare Scarlino; assedia Montecatini Alto con 3000 fanti e 4 pezzi di artiglieria trasportati da Pistoia dal commissario Leone Ricasoli. Lo Strozzi, fermo a Montecarlo, invia in soccorso dei difensori Cornelio Bentivoglio. A fine giugno  giunge nei pressi della località al Poggio alla Guardia. Invia 400 uomini verso la città. Costoro occupano il convento di Santa Margherita collocato fuori le mura. Si muove anch’egli con il resto delle truppe a loro sostegno. Ai primi di luglio colloca le artiglierie nel Prato di Santa Margherita ed inizia a battere le mura del castello. Il fuoco  dei suoi pezzi getta a terra 30 braccia di mura; Carlo Gonzaga rimanda l’assalto finale al mattino seguente.  La dilazione permette ai difensori di Alessandro da Terni di respingere temporaneamente gli imperiali. Un suo assalto è respinto con la perdita di 300 uomini. Alla fine il capitano francese è costretto alla resa a patti per la mancanza d’acqua e di vettovaglie. I difensori escono liberi dal castello senza armi. Solo agli ufficiali è permesso di conservare la spada e di usufruire di 2 cavalcature. Il Gonzaga fa mettere a sacco il paese; ne sono demolite le mura. Con la vittoria muove ora verso Montecarlo alla cui difesa è Gioacchino Guasconi con 300 fanti e 4 pezzi di artiglieria: vede le opere di difesa, desiste ed incomincia a depredare il territorio finitimo.

Ago.Toscana

Partecipa alla battaglia di Marciano, in cui è disfatto lo Strozzi. Dopo lo scontro viene a male parole con il Medici. Si reca a Firenze.

Sett. nov.Toscana

Ritorna al campo con 300 cavalli. Con Lucantonio Cuppano  gli è affidato il compito di impadronirsi di alcune località cadute di recente In potere di Francesco da Sassatello. A settembre rioccupa Buriano, Scarlino Populonia, Casole d’Elsa. Ad ottobre assale  Monterotondo Marittimo. Sono respinti due assalti con la perdita di 500 uomini tra gli imperiali.  Il capitano Leonbruno da Recanati, che si trova alla difesa della località, decide di trattare la resa: durante il negoziato gli attaccanti penetrano in Monterotondo Marittimo per una breccia male sorvegliata, mettono a sacco il centro ed  uccidono molti abitanti. A novembre entra in Massa Marittima.

1556
Giu.Lombardia

Muore a metà mese a Gazzuolo, a seguito di una caduta dalla sua cavalcatura e da una successiva febbre durata sei giorni. Sposa Emilia Cauzzi Gonzaga.

CITAZIONI

-“Era famoso per la sua bellezza, veloce nel corso al par di qualunque destriero, e sì forte, che passando a cavallo sotto una porta, ove alla volta era appeso una catena, vi si appiccò colle mani, e comprimendo le gambe alla pancia del cavallo, lo alzò da terra.” LITTA

-“Valoroso giovane.” ROSEO

-“Uomo di smisurata grandezza e forze..Cavalieri valoroso e il meglio cavalleggero che fosse in Italia..Per attaccare una battaglia di cavalleria o per ritirarla non aveva pari.” MONTALVO

-“Nati d’un sangue, il sangue incontro agli empj/ Spendeste, e l’Oglio quasi al Mincio eguale/ Nelle glorie rendeste, e negli onori.” Da un sonetto scritto in suo onore e del cugino Luigi Rodomonte dal TASSO

-Alla guerra di Parma. “Il signor Carlo c’haver honor brama/ Di tale impresa, fa metter in punto/ Ciò che bisogna; et prima che la fama/ L’aviso porti a quel Castello è giunto;/ Qual pigliar vuole, et far la gente guerra/ Che dentro il guardi, o restarvi defunto,/ piantar facendo tre grossi Canoni/ Da rovinar le mura, e i torrioni.” LEGGIADRI

-Alla battaglia di Marciano. “Luogotenente del sig. Marchese (Ferrante Gonzaga),/ Ch’ avete l’alma sì gioconda, e vaga/ in tante degne e gloriose imprese,/ Tu in questa vittoria assai presaga/ Facendo a’ nemici tante offese/ Che mai sentitti un punto di timore.” Da “La rotta di Piero Strozzi” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

-“Al pari di Ludovico Rodomonte al quale fu affidato da bambino, ha lasciato di sé il ricordo di uomo possente e indomito, autore di imprese che si traducono nel leggendario. Tutta la sua vita fu spesa nell’esercizio delle armi al soldo imperiale di Carlo V.” TAMALLIO

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