VALERIO ORSINI

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Il Castello normanno, dal XVI secolo palazzo ducale, di Ascoli Satriano

Last Updated on 2023/11/30

VALERIO ORSINI  Duca di Ascoli, conte di Nola. Signore di Monterotondo, San Polo dei Cavalieri, Collevecchio Sabino, Stimigliano, Ascoli Satriano e Forino. Figlio di Giulio Orsini, fratello di Marzio Orsini, padre di Giordano Orsini, cognato di Ludovico Euffreducci.

1504 – 1550 (agosto)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1516FirenzeComp. venturaMarcheCombatte agli ordini di Renzo di Ceri contro le truppe del duca di Urbino Francesco Maria della Rovere.
1521
Mar.MarcheE’ sposato con Giovanna Maria Euffreducci, sorella di Ludovico. Si trova a Fermo ed invita i priori della città al battesimo del figlio Oliverotto. Reclama la signoria della città per conto della moglie.
Lug.ChiesaFrancia Venezia25 lance
1523SpoletoNorciaUmbria Francia

Gli abitanti di Spoleto non lo accettano come capitano generale delle loro truppe contro Norcia a causa della sua giovane età. Il comando della spedizione viene dato al fratello Marzio. Di essa fanno parte anche Amico d’Arsoli e Gentile Virginio Orsini. Di seguito soggiorna a lungo in Francia alla corte del re Francesco I.

1526ChiesaImperoLazio
1527
Gen.Lombardia  Umbria Lazio

Nella Riviera del Garda con Giano Fregoso. Nello stesso mese viene trasferito in Umbria tra Acquasparta, Massa e Cerreto. Raggiunge a Roma Renzo di Ceri. Raccoglie 1500 fanti appartenenti alla fazione orsina per contrastare gli imperiali.

Mag.Lazio e Marche

Prende parte alla difesa di Roma allorché la città viene investita da lanzichenecchi e da spagnoli. Alla testa di 200 cavalli difende vanamente Ponte Sisto con Gian Antonio Orsini, Giovambattista Savelli, Giampaolo di Ceri e Simone Tebaldi. Nel ritirarsi dalla città raccoglie un corpo di veterani con il quale punta verso le Marche. Nei pressi di Camerino batte un contingente tedesco diretto a Roma.

Ago.Marche

Staziona nel fermano;  Il vicelegato della Marca, il vescovo di Carati, lo chiama in suo soccorso per difendere Fermo, minacciata dai faziosi che si richiamano agli imperiali, i Guerrieri. Questi ultimi sono sconfitti. Valerio Orsini, inoltre, fa restituire a Fermo Petritoli (detenuta da Cesare Nobili) e Rapagnano.

1528
Feb. mar.VeneziaImperoMarche  Abruzzi e Puglia

Segue il Lautrec nella sua spedizione nel regno di Napoli. Giunge a Fermo con 100 balestrieri a cavallo e 700 lanzichenecchi.  Nella città favorisce i Brancadoro, suoi parenti, ed il vicelegato per la marca d’ Ancona, il vescovo di Cariati, ai danni del filoimperiale Federico Guerrieri che viene ucciso. Altri nobili inclini agli imperiali sono messi in rotta. Nelle montagne di Camerino uccide il capitano Orfeo Laufido;  i soldati di quest’ultimo sono svaligiati di un ricco bottino. Il denaro che perviene nelle sue mani viene utilizzato per l’acquisto di cavalcature e per l’arruolamento di nuove truppe. Ha l’incarico con Giovanni Albanese e Gabriele dalla Riva di costruire un ponte sul Tronto e di attendere  il resto dell’ esercito. Scopre che gli avversari hanno predisposto  nei pressi un’imboscata.  Informa del fatto il Lautrec. Una compagnia francese, nonostante gli ordini, si accinge a guadare il fiume. I francesi stanno per essere annientati; l’Orsini, contro gli ordini ricevuti, interviene con i suoi uomini e sconfigge gli avversari. Il Lautrec lo vuole fare decapitare per la disubbidienza: solamente a stento il condottiero riesce a fare valere le sue ragioni. Guada a sua volta il fiume ed entra in Civitella del Tronto che si dà ai francesi per evitare il saccheggio. Sono consegnati dagli abitanti quattro ostaggi ai capitani della lega. Attraversa il  Pescara con l’aiuto di una flottiglia veneziana che fa trovare un ponte di barche alla foce del fiume; occupa Palena, Sulmona e buona parte degli Abruzzi. Giunge in Puglia e si scontra vittoriosamente con gli imperiali tra Lucera e Troia. Si muove all’avanguardia con Girolamo Silva alla testa dei cavalli leggeri. Quando i nemici si ritirano verso Napoli con il Vaudemont e Guido Rangoni consiglia il Lautrec di inseguire la retroguardia degli avversari. Si oppone Pietro Navarro che spinge, invece, ad assalire in Molfetta Giovanni Caracciolo. Il Lautrec segue tale consiglio e la guerra è persa.

Apr.Campania

Tocca Acerra ed entra  in Capua; alla testa di 150 cavalli si imbatte in 400 fanti imperiali fra i quali 50 archibugieri. Viene ferito al viso due volte;  tra i suoi uomini ne sono uccisi o catturati 21, contro 9 degli imperiali. Altri 30 cavalli leggeri del Silva sono fatti prigionieri.

Giu.FranciaImperoCampania

Abbandona per qualche  tempo il campo per il ritardato pagamento delle sue spettanze. Rientrato agli stipendi dei francesi si sposta all’ assedio di Napoli;  vi si segnala respingendo numerose sortite dei difensori. Negli stessi giorni è investito da Francesco I del ducato di Ascoli e di Forino.

Lug.Campania

Con Ugo Pepoli interviene alla testa dei suoi fanti e dei cavalli leggeri nella spiaggia di Ponte Licciardo (Ponte della Maddalena) per permettere a Renzo di Ceri ed al Barbecieux di sbarcare con 800 fanti e di consegnare il  denaro procurato dal re Francesco I  destinato al soldo delle truppe. Gli svizzeri si rianimano a seguito della sua azione e con le loro alabarde scompigliano le  milizie  spagnole. La cavalleria  mette in fuga gli imperiali. Per i suoi meriti il re di Francia  fa restituire a Valerio Orsini il ducato di Ascoli Satriano con Forino e gli dona la contea di Nola. Il possesso di tale feudi sarà peraltro molto breve.

Ago.Campania

Si ammala di peste a Nola di cui è preposto alla guardia. Il principe di Salerno Ferrante da San Severino ed il conte di Sarno Girolamo Tuttavilla entrano nella città con l’ ausilio degli abitanti. L’Orsini si rinchiude nella rocca ed attende invano l’arrivo di 2000 fanti francesi che devono essergli spediti in soccorso dal marchese di Saluzzo, nuovo comandante dell’ esercito francese al posto del morto Lautrec. I soccorritori sono  sconfitti dal Tuttavilla grazie al tradimento del messaggero che, per riavere la moglie ed i figli abitanti a Nola, rivela al capitano imperiale i propositi degli avversari. Valerio Orsini  si arrende a patti dietro la promessa di essere condotto al campo francese. Nella  marcia di avvicinamento viene svaligiato dagli avversari con i suoi uomini; è condotto a Napoli dal principe d’ Orange. E’ rilasciato su pressione del capitano Miranda liberato dall’ Orsini in precedenza. Raggiunge Roma via mare.

1529
Ott.ImperoFirenzeToscana

Sorti dissapori con i francesi, passa agli stipendi degli imperiali. Segue  il principe d’Orange nella sua impresa contro Firenze. Prende parte all’assedio della città.

Nov.EmiliaA Bologna, al solenne ingresso nella città dell’imperatore Carlo V.
Dic.Toscana

Ottiene il permesso dai fiorentini di essere presente nella chiesa di San Marco alle esequie del fratello Marzio e di Giorgio di Santacroce che hanno militato nelle loro file.

1530MarcheI priori di Fermo, su sua richiesta, acconsentono al ritorno nella città delle spoglie di Ludovico Euffreducci. Le ossa di tale condottiero sono depositate nella cappella gentilizia della chiesa di San Francesco dove la vedova gli ha fatto erigere un mausoleo.
…………..E’ stimato dall’imperatore. E’ viceversa odiato da Ferrante Gonzaga che briga a corte per farlo cadere in disgrazia.
1536
…………..FirenzeToscanaNominato dal duca di Firenze Cosimo dei Medici governatore di Prato, controlla con attenzione i movimenti dei fuoriusciti.
Mar.FirenzeFrancia100 lanceEmiliaAttraversa il modenese con 300 cavalli per affrontare in Provenza i francesi al fianco degli imperiali.
…………..500 cavalli leggeriFranciaSi segnala all’assedio di Marsiglia. Prende parte alla conquista di Grasse.
Lug.Francia

Agli ordini di Ferrante Gonzaga batte a Tarbes Renato di Montejean ed il Boisy: nel  corso del combattimento sono catturati lo stesso Montejean e Sampiero Corso con 100 uomini d’arme e molti fanti diretti verso Marsiglia. Gli imperiali si fermano ad Aix-en-Provence a causa della peste.

1537 Primavera  Firenze  FuoriuscitiToscanaE’ inviato a Pistoia con Goro da Montebenichi, Sebastiano da Arezzo, Vincenzo da Poggio e Raffaello Pacini per prevenire eventuali attacchi alla città da parte dei fuoriusciti fiorentini.
…………..VeneziaImpero OttomanoVeneto e Croazia

Ottiene inizialmente l’incarico di governatore di Verona. E’ trasferito in Dalmazia, a seguito della decapitazione di Gabriele dalla Riva, al fine di contrastare i turchi nella regione.

1538
Giu.FriuliSi incontra con il capitano generale della Serenissima Francesco Maria della Rovere. Ad Udine per sovrintendere ai lavori di fortificazione della città
Ott.MontenegroAlla conquista di Castelnuovo (Herceg Novi).
…………..Governatore g.leGrecia

E’ inviato con 1000 fanti a Corfù per prendervi il posto di Babone Naldi allorché l’  isola viene sottoposta ancora una volta alle minacce dai turchi.

1539Croazia

Gli è aumentata la provvigione annua a 2400 ducati per i servizi da lui resi in Dalmazia e sulla flotta. Viene informato che lo stipendio degli otto capitani di fanteria, che tiene a disposizione della Serenissima, subirà i medesimi tagli dei capitani che sono stati assoldati dal Collegio dei Pregadi. nel corso dell’anno approvvigiona di notevoli quantità di derrate la città di Fermo colpita dalla carestia.

1540
Mag.Croazia

A Sebenico come governatore della Dalmazia. E’ contattato dai perugini affinché raccolga truppe per combattere i pontifici del papa Paolo III nella cosiddetta guerra del sale. Rifiuta.

1547VenetoSupervisiona le opere difensive di Padova.
1549
Lug.LombardiaA Brescia.
1550
Ago.Veneto

Muore agli inizi del mese a Venezia. Lascia in testamento tutti i suoi beni nel veneziano alla Signoria con la preghiera che essa provveda al benessere dei famigliari. E’ sepolto a Venezia nella chiesa di Santa Maria dell’Orto: più tardi il monumento a lui dedicato verrà distrutto.

 CITAZIONI

-“Fama di eccellente valore, bravo di mano e presto di partiti e molto sagace.” SANTORO

-Con Gian Antonio Orsini “Braves et vaillans segneurs.” BRANTOME

-“Egli era patiente delle fatiche, e pronto, e ardito ad esseguir tutte le fattioni importanti della militia, e maneggiava con gran fede e con felice prudenza le guerre.” SANSOVINO

-“Mentre a Valerio in Pindo altro Marte/ Tesse ghirlande, Apollo lieto il canto/ Tempra, e gli dona in Cirra il pregio, e ‘l vanto / Primier ne l’armi, e ‘l senno  e ‘l cor e l’arte./ Qual fu, dice, o del mondo in qual mar parte/ Che valesse huom ardito in guerra tanto?./ Non Pirro, non chi disertò ‘l Numento/ Scipio, non s’altro è più lodato in carte./ E degno è ben che d’Orsi esca un gran Orso/ Grande di forze, e ardir, ch’altrui spaventi/ Per il leon alato e l’unghie, e ‘l morso./ O luce, o gloria de l’humane genti:/ Dove havean salvi più, s’à morte è corso,/ Roma, Italia, e Europa: lor viventi?.” C. Passi, da un sonetto riportato dal SANSOVINO

-“Giovane ardito e valoroso.” ROSEO

-“Nulli romanorum juvenum secundum.” MINERVIO

-“Fu chiarissimo Capitano della sua famiglia.. Fu.. d’animo forte e costante.. principe e Capitano prestantissimo. Era così eccellente nelle virtù convenevoli al Capitano, che quel che gli altri a pena possono acquistare per lungo uso, esso hebbe interamente nella sua prima gioventù.” Dall’orazione funebre di G. Curzio riportata dal SANSOVINO

-“Valorosissimo e di gran condotta.” GIAVARINA

-“Fu la norma più vera della militia di quei tempi, e l’idea più viva del valore.” DE’ MONTI

-“Capitano, il quale nel secolo in cui visse, ottenne la nazionale ammirazione per eccellenti opere di senno, e di spada.” DE MINICIS

-“…un paladino/ sul suo corsier armato sembra quello.” CELEBRINO

-Sulla sua tomba è inscritto il seguente epitaffio “Valerio Ursino Iuli Ascul. Principi et F. per/ Omnes bellicae laudis gradus terra marique/ Summa animi fortitudine, prudentia, ac fide/ Ab ineunte pene aetat. sub ducib. Pont. Imp. ac/ Rep. perverto, sub Venetis demum iam multis/ Ann. omni summi ac fidelis ducis manere fun/ Cto, cum invida mores sustulisset una cum to/ Tuis Reip., moerore ux. ac. filii dolentis P. vix/ Ann. XLVI mens. V dies XXVIII”

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