Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVAMBATTISTA CARACCIOLO Di Napoli. Signore di Airola, Pietrelcina e Casalbore.
1450 – 1508 (luglio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1481 | Napoli | Impero Ottomano | Puglia | Affronta i turchi nella guerra d’Otranto alla testa di una compagnia di fanti e di 6 cavalli. | |
1484 | |||||
Sett. | Napoli | Venezia | Puglia | Con Luigi Pallavicini ed Alberigo da Lugo riceve in consegna dal provveditore veneziano Bartolomeo Zorzi, a nome del re Ferrante d’Aragona, Gallipoli, Nardò, Copertino, Galatone, Parabita, Racale, Felline, Alliste, Seclì, Matino, Taviano e Casarano, conquistate in precedenza dalla Serenissima. | |
1485 | |||||
Nov. | Napoli | Chiesa | Lazio | A fine mese è inviato da Virginio Orsini incontro al duca di Calabria Alfonso d’Aragona per unire le sue truppe e contrastare i baroni ribelli e le truppe del papa Innocenzo VIII. Entra in Lanuvio. | |
1486 | |||||
Feb. | Lazio | Con Bartolomeo d’Alviano è assediato in Lanuvio da Roberto e da Antonio Maria da San Severino. E’ costretto ad arrendersi a patti; trattenuto prigioniero con l’Alviano, viene condotto a Roma da Prospero Colonna e da Antonio Maria da San Severino. E’ rinchiuso in Castel Sant’Angelo. | |||
Estate | Lazio | Viene liberato al termine del conflitto. | |||
1487 | Campania | Ha l’incarico dal duca di Calabria Alfonso d’Aragona di recare l’annuncio ad Isabella del Balzo, figlia del principe di Altamura, delle sue prossime nozze con Federico d’Aragona. | |||
1493 | |||||
Gen. | Campania | Acquista dalla corte regia Pietrelcina, Pescolamazzo e Pagliara in Capitanata. | |||
1494 | |||||
…………. | Napoli | 10 lance | Campania | La sua paga ascende a 1400 ducati l’anno. | |
Mag. | Campania | Si trova a Napoli per l’incoronazione di Alfonso d’Aragona: nella cerimonia ha il compito di portare l’elmetto del neo sovrano il cui valore è superiore ai 220000 ducati. | |||
1495 | |||||
………….. | Napoli | Francia | Campania | Milita al servizio del nuovo re Ferdinando d’Aragona. Preposto alla guardia di Sessa Aurunca, nel generale sfacelo delle truppe aragonesi defeziona nel campo francese. | |
Mar. | Francia | Napoli | Campania | Ai primi del mese ottiene dal re di Francia Carlo VIII l’investitura dei suoi feudi di Pietrelcina, Casalbore e Pagliara. | |
Estate | Campania | Si riconcilia con gli aragonesi. | |||
1497 | |||||
Ago. | Campania | A Capua, allorché Federico d’Aragona viene incoronato re di Napoli. | |||
1498 | |||||
Apr. | Colonna | Orsini | Lazio | Partecipa alla battaglia di Montecelio, dove ha il comando della retroguardia con Prospero Colonna: nel combattimento è ferito ad un piede da un colpo di cannone. | |
Dic. | Venezia | Firenze | Toscana | Passa al servizio del duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro che milita agli stipendi dei veneziani. Gli è riconosciuta una pensione annua di 1000 ducati. Il Caracciolo assicura i veneziani sulla disponibilità del Colonna e di Giovanni Carillo a passare al soldo della Serenissima. | |
1499 | |||||
Feb. | Toscana e Marche | Si trova a Bibbiena; accompagna ad Urbino Guidobaldo da Montefeltro allorché quest’ultimo è obbligato ad abbandonare la località per la podagra. Ritorna a Bibbiena e gli viene aumentata la provvigione dal duca. Con Mariano Acio sconfigge Bianchino da Pisa e fa prigionieri alcuni fiorentini che vengono rilasciati dopo essere stati spogliati delle armi. | |||
Apr. | Toscana | Alla difesa di Bibbiena con Bartolomeo d’Alviano. Ha una scaramuccia con Paolo Vitelli. Nel mese viene firmata la pace tra i contendenti. | |||
Giu. | Veneto | Accompagna Guidobaldo da Montefeltro a Venezia; ottiene dal duca la condotta di 80 uomini d’arme e di venti balestrieri a cavallo da capitanare al servizio dei veneziani; gli è sempre concessa una provvigione annua di 1000 ducati. La sua condotta è lodata pubblicamente dal provveditore Piero Marcello a dal Montefeltro. | |||
Lug. | Lombardia | Staziona con i suoi uomini nel bresciano. Si discute a Venezia, nel collegio dei Pregadi, sulla possibilità di nominarlo capitano generale della fanteria. | |||
Ago. | Venezia | Milano | Capitano g.le fanteria 500 fanti e 50 cavalli leggeri | Marche Romagna Veneto e Lombardia | Viene nominato capitano generale della fanteria su indicazione di Niccolò Orsini. Giovambattista Caracciolo accoglie con entusiasmo le offerte che gli vengono prospettate cui si deve anche aggiungere una provvigione mensile di 100 fiorini. Lascia Urbino, transita per Rimini e perviene a Venezia. Si incontra con il doge Agostino Barbarigo; subito dopo, si reca al campo. Giunge a Verona; con Lazzaro Grasso supervisiona il parco delle artiglierie cittadine. Si sposta, poi, a Brescia dove Niccolò Orsini gli conferma i suoi poteri; sebbene infermo, segue il capitano generale prima a Pontoglio e, poi, a Fontanella con la sua compagnia di cavalli leggeri. |
Sett. | Lombardia | Si distingue nella campagna contro gli sforzeschi per il suo valore e per porsi come esempio ai soldati in alcuni momenti di difficoltà. Giunge a San Martino del Lago e nelle vicinanze di Cremona. Il provveditore generale Melchiorre Trevisan elogia il suo comportamento. | |||
Ott. | Venezia | Impero Ottomano | Lombardia e Friuli | Esce da Cremona, si porta a Chioggia, vi si imbarca con 1000 provvigionati e sbarca in Friuli per fronteggiarvi i turchi. | |
Nov. | Romagna | E’ trasferito nel ravennate. | |||
1500 | |||||
Gen. | Venezia | Sforza | Romagna Lombardia | Da Ravenna rientra in Lombardia perché Ludovico Sforza sta cercando di recuperare il ducato di Milano. Giovambattista Caracciolo rifiuta di assoldare fanti nel cremonese per fronteggiare la cavalleria nemica a causa della sua sfiducia per le truppe locali. Il Consiglio dei Dieci dà ragione alle sue diffidenze ed incarica dodici connestabili, tutti veneti, di arruolare milizie nei territori della Serenissima. | |
Feb. | Lombardia | Tocca Brescia, Pontevico e Cremona. | |||
Apr. | Lombardia | A Lodi ed a Crema. Si lamenta con i veneziani per la sua forzata inattività. | |||
Mag. | Lombardia | Si ammala di terzana a Treviglio. Si reca a Cremona per curarsi. | |||
Giu. | Veneto e Friuli | Si incontra a Venezia con il doge Agostino Barbarigo. In Friuli. | |||
Ago. | Friuli | E’ di stanza a Gradisca d’Isonzo; si offre di andare in Levante per combattervi i turchi ma la sua richiesta non è accontentata. Non manca di chiedere che siano arruolati nuovi fanti e 1000 guastatori per approntare opere di difesa: a tal fine, con Niccolò Orsini e Bartolomeo d’Alviano, si vede a Gradisca d’Isonzo con il provveditore Piero Marcello. | |||
Dic. | Veneto | Al cessare delle minacce dei turchi sul fronte friulano si reca a Venezia in Collegio dei Pregadi: domanda di potersi recare ad Urbino per condurre la moglie in Veneto. La sua richiesta non viene accontentata. Esprime il proprio malcontento per lo stato della cavalleria e dell’ artiglieria, nonché per il ritardo delle paghe; chiede nuovamente di essere utilizzato in un settore operativo contro i turchi. | |||
1501 | |||||
Gen. | Veneto | Viene rimandato a Gradisca d’Isonzo con 150 provvigionati. Ritarda per qualche tempo la partenza a causa di una malattia; i veneziani gli inviano 100 ducati ed un dottore affinché si curi. A metà mese ritorna in Friuli. | |||
Feb. | Friuli e Veneto | Un capitano di Cesare Borgia, Diego Ramirez, rapisce nel veneziano, nei pressi di Cervia, la moglie Dorotea Malatesta (damigella del duca di Urbino) mentre, con la scorta di dieci armati, si sta recando in Friuli per raggiungerlo. Sembra che il Ramires si sia innamorato della donna ad Urbino. Immediato è l’intervento del Consiglio dei Dieci sul duca Valentino, sul papa Alessandro VI e sull’ ambasciatore francese. La moglie è rinchiusa in Forlì mentre i carriaggi della donna sono trasportati a Cesenatico. Giovambattista Caracciolo raggiunge subito Venezia e si lamenta con il doge di tale fatto. Agostino Barbarigo gli consiglia la calma. | |||
Mar. | Romagna Campania | Sollecita di essere trasferito a Ravenna ed a Cervia per potere seguire meglio le sue vicende personali. Alloggia con i suoi uomini in Romagna; nello stesso tempo può ritornare nel regno di Napoli per trovare i suoi genitori. | |||
Ott. | Veneto e Friuli | Rientra a Venezia (solita visita in Collegio); si trasferisce a Gradisca d’Isonzo. Alla notizia della ribellione di alcuni condottieri pontifici ai danni del Borgia chiede invano il permesso di essere lasciato libero per unirsi nell’urbinate con il Montefeltro. I veneziani si oppongono alle sue esigenze per non trovarsi coinvolti in una guerra non cercata; anche il Collegio dà una risposta negativa alla sua petizione di una licenza di tre mesi. | |||
Dic. | Friuli | A Gradisca d’Isonzo. Si propone ancora una volta di combattere i turchi in Levante. | |||
1503 | |||||
Gen. | Friuli | I veneziani gli donano 100 ducati. A Gradisca d’Isonzo si interpone inutilmente a favore di Marco da Rimini, licenziato negli stessi giorni. Giovambattista Caracciolo è trasferito a Ravenna con 300 provvigionati nonostante il parere contrario del nuovo doge Leonardo Loredan timoroso che i veneziani possano essere coinvolti in un conflitto con i pontifici. Ottiene il comando delle lance spezzate. | |||
Feb. | Veneto e Romagna | Si trova a Venezia in Collegio prima di raggiungere la nuova sede; gli è raccomandato di non molestare gli stati del Borgia. Si porta a Ravenna e con Giampaolo Manfrone ha modo di riconciliarsi con l’Alviano. | |||
Mar. ago. | 100 fanti e 50 cavalli leggeri | Romagna | A Ravenna per la rassegna della sua compagnia. Ad aprile lascia la città per recarsi ad Abano Terme al fine di curare le ferite ad una gamba. Ad agosto rientra a Ravenna. le autorità cittadine lo rappacificano con Giampaolo Manfrone. | ||
Ott. | Venezia | Chiesa | Romagna | Viene colpito da coliche renali. Ristabilitosi, chiede il saldo delle spettanze della sua compagnia; domanda pure il permesso di recarsi a Roma per due mesi per combattervi il Borgia in difficoltà: la richiesta viene rigettata. A fine mese è segnalato a Russi a prendere possesso della locale rocca a spese degli stessi pontifici. | |
Nov. | Venezia | Faenza | 90 fanti e 50 cavalli leggeri | Romagna | Assedia Faenza; con Antonio Pio e Lazzaro Grasso consiglia una tattica prudente al contrario dei capitani offensivisti quali Dionigi e Vincenzo Naldi, Giulio Vitelli ed il Manfrone. La città cade nelle mani dei veneziani ed i suoi uomini ricevono la paga di un mese. |
1504 | |||||
Gen. | Romagna | Viene liberata a Roma la moglie su intervento dell’ ambasciatore veneziano Antonio Giustinian; a titolo di compensazione Giovambattista Caracciolo cerca di rifarsi delle perdite subite ad opera degli uomini del Valentino in occasione del rapimento. Secondo fonti non tutte veneziane sembra che il ritardo nel rilascio della moglie sia dovuto al fatto che la donna non si sia rivelata molto desiderosa di ritornare dal marito. Domanda di potersi ritirare in convento. Il Senato convoca il Caracciolo e gli viene esposto il caso. Il condottiero dichiara di avere perdonato la moglie e, in ogni caso, di non ritenerla colpevole. Ai primi del gennaio dell’anno seguente Dorotea Malatesta si rivolge anche lei al Senato per lamentarsi del trattamento che ha dovuto subire da parte del marito; chiede il permesso di ritornare dalla madre. | |||
Feb. | Romagna e Veneto | E’ raggiunto dalla consorte a Faenza; alla morte di Antonio Maria Ordelaffi spinge i veneziani a conquistare Forlì. Raggiunge Venezia e riferisce sulla situazione di Cesena dove i pontifici stanno assediando gli uomini del Borgia. Il doge lo loda molto. Il Caracciolo briga per farsi assegnare la condotta dell’Alviano. | |||
Mar. | Romagna | In Collegio a Venezia; rientra immediatamente a Faenza. Gli è riconosciuta per il tempo di guerra una condotta di 100 lance e 50 balestrieri a cavallo. | |||
1505 | Romagna | E’ sempre segnalato nel faentino. | |||
1506 | |||||
Sett. | Romagna | Di stanza a Faenza con 50 lance. | |||
1507 | |||||
Gen. | Campania | Ad Aversa a rendere omaggio, in quanto suo feudatario, al re di Spagna Ferdinando il Cattolico. | |||
Mar. | Veneto | Si reca a Venezia; in Collegio sollecita di rientrare nel regno di Napoli; in alternativa domanda di passare al servizio dei francesi per affrontare in Liguria i genovesi. Viene accontentato nella seconda richiesta: tale conflitto, tuttavia, termina ancora prima della sua partenza. Affianca il doge ed alcuni ambasciatori stranieri in varie cerimonie. | |||
Mag. | 100 lance 50 cavalli leggeri e 500 fanti | Romagna | Gli è concessa una condotta che prevede cinque anni di ferma ed uno di rispetto; gli è pure riconfermata la provvigione mensile di 100 ducati. Presenzia a Faenza alla rassegna delle sue compagnie. | ||
Ago. | Veneto | Viene convocato a Venezia per alcune consultazioni con Bartolomeo d’Alviano, rientrato agli stipendi della Serenissima. e di Niccolò Orsini. | |||
Nov. | Romagna e Veneto | Lascia Faenza e muove verso Isola della Scala con i suoi provvigionati ed i suoi uomini d’arme: colloca 300 fanti sulla strada per Rovereto e gli altri 200 a Riva del Garda; gli sono pure consegnati 2000 ducati affinché raccolga altri 2000 uomini. Si reca in ispezione verso il Trentino; rassicura i veneziani sui movimenti degli imperiali. Sulla via del ritorno cade da cavallo e si fa male ad una gamba: è ricoverato a Bussolengo ed è subito curato dai medici inviati direttamente dalla Serenissima. | |||
Dic. | Veneto | Si sposta a Verona allorché viene informato che si stanno avvicinando a Bussolengo 1200 fanti tedeschi: sebbene sia attardato dalle grucce, non manca di essere presente alle operazioni di comando. | |||
1508 | |||||
Gen. | Veneto | Impero | Veneto | A Verona per la parata dei suoi uomini (100 lance e 800 fanti) che si svolge davanti a dodicimila persone, ai rettori della città ed al provveditore generale Giorgio Emo. Pone il campo a Bussolengo. | |
Feb. | Trentino | Giunge a Rovereto con 600 provvigionati. Ai suoi uomini può solo consegnare un ducato. Molti fuggono dalla rocca cittadina. | |||
Mar. | Trentino | Attraversa l’Adige con Silvestro Aleardo; respinge 30 cavalli tedeschi che si dirigono verso Castelbarco (Barco) o Castel Corno (Monte Corno). Alla testa di 1500 provvigionati ha numerose scaramucce; è costretto a ripiegare. Barco cade in potere dei nemici. | |||
Apr. | Trentino | Spinge i veneziani ad assalire Castel Pietra. Il giorno di Pasqua viene effettuato l’attacco da 500 fanti italiani, da 1000 spagnoli, da 2000 guasconi e da 200 provvigionati di Rovereto. Si trasferisce a Calliano e mette in fuga 800 fanti tedeschi. Il paese è dato alle fiamme: ritardano, tuttavia, le artiglierie che sono a Serravalle all’Adige per cui deve replicare gli assalti senza il loro sostegno. In sei ore Giovambattista Caracciolo conquista il passo sotto il monte. Alla notizia di rinforzi in arrivo a Castel Pietra inizia una disordinata ritirata verso Rovereto con il rimpianto di avere perso un’ottima occasione di vittoria. | |||
Mag. | Trentino | Parte da Nago e punta su Agresta con 1500 fanti; si impossessa della montagna di fronte al castello, dà battaglia con i fanti francesi e spagnoli; dà alle fiamme la porta del rivellino e penetra all’interno della rocca. Il preciso tiro delle artiglierie obbliga i 630 difensori ad arrendersi a patti il giorno seguente. Il castello viene messo a sacco dagli spagnoli contrariamente agli accordi. Il Caracciolo deve ritornare ad Ala quando si sparge la notizia che stanno giungendo 6000/7000 fanti tedeschi: in Agresta rimane un presidio di 300 fanti. Sempre nel mese con Iacopo Corso e Mancino da Bologna (2500 uomini tra spagnoli, francesi ed italiani) ritenta l’assalto a Castel Pietra con sei bombarde: è ancora costretto a ripiegare per la cattiva posizione in cui si trovano le sue truppe. | |||
Lug. | Veneto | Al termine della guerra ritorna ad Isola della Scala. E’ ucciso in tale località con alcuni colpi di pugnale alla schiena infertigli da un nobile di Aversa, di nome Alberico o Federico Dentice, mentre sta passeggiando a cavallo. Il gentiluomo, che milita ai suoi ordini, si è vendicato perché offeso e rimproverato in precedenza dal Caracciolo per la sua scarsa prudenza: l’assassino fugge nel mantovano. E’ qui fatto catturare da Francesco Gonzaga il quale lo consegna ai veneziani. Il Dentice è decapitato e squartato in Verona. A dicembre il Consiglio dei Dieci decide alcuni provvedimenti a favore della moglie e dei quattro figli di Giovambattista Caracciolo che vivono nel padovano. |
CITAZIONI
-“Homo valoroso.” MALIPIERO
-“Uom pronto e diligente e di molta virtù.” BEMBO
-“El qual havea fama di esser il primo homo de Ittalia et comendatto grandemente da tutti et maxime dal duca di Orbino (Guidobaldo da Montefeltro)…El quale si portava tanto valentemente quanto dir se possa cum grandissimo corre et animo, non sparando la vita in ogni pericolo et in ogni bataglia sempre hera il primo.” PRIULI
-“Condottiero fra i più rinomati di quei giorni.” LITTA
-“Valentissimo et probato a tal mestier (il comando generale della fanreria)..E’ il primo et in ogni pericolo.” SANUDO
-“Aveva il diritto di ispezionare di persona le compagnie di fanteria al soldo veneziano, congedando gli inutili; nell’esercito veneziano soltanto il capitano generale e il collaterale generale godevano di tanta autorità.” MALLETT
-“Commanded the Venetian infantry, came from a Neapolitan family.” MALLETT-SHAW