CORRADO TARLATINI

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Bastione del Barbagianni di Pisa
Bastione del Barbagianni di Pisa

Last Updated on 2023/10/06

CORRADO TARLATINI  (Tarlatino Tarlatini, Tarlatino da Castello) Di Città di Castello. Fuoriuscito.

  • 1520 ca.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1474
EstateC.di CastelloChiesaUmbria e Romagna

Prende parte alla difesa di Città di Castello. Con la resa dei difensori è condotto a Cesena da Pino Ordelaffi;  vi sarà incarcerato per otto mesi.

1475
Mar.UmbriaRientra a Città di Castello.
Ott.VitelliChiesaUmbria e Lazio

E’ nuovamente arrestato dai pontifici a seguito del tentativo dei Vitelli di impadronirsi di Città di Castello: rinchiuso in Castel Sant’ Angelo a Roma con il padre ed un fratello non confessa nulla nonostante le torture.

1483FirenzeVeneziaToscanaSi dà definitivamente al mestiere delle armi.
1498
Ago.FirenzePisaToscanaMilita nelle compagnie di Paolo Vitelli. E’ segnalato a Firenze per conto del suo capitano.
Nov.ToscanaCombatte sempre i pisani.
1499
Feb.ToscanaAll’assedio di Bibbiena. Ha il comando delle artiglierie.
Ott.Toscana

Con la decapitazione di Paolo Vitelli da parte dei fiorentini fugge dal campo perché sono trovate alcune sue lettere dal contenuto ambiguo. I fiorentini gli confiscano alcune some di frumento di sua proprietà.

1500
…………FranciaSforzaPiemonte

Giu. lug.PisaFirenzeUmbria e Toscana

Rientra in Umbria;  è inviato da Vitellozzo Vitelli in soccorso dei pisani con una compagnia di veterani. Naviga sull’Ozeri, un affluente del Serchio con 2 brigantini (o un brigantino ed una fusta, secondo le fonti) ed entra alla difesa di Pisa ai primi di luglio.

Ago.Toscana

Prende parte alla conquista della torre di Foce, di San Savino, di Ripafratta e del bastione di Ventura (demolito) posto a Santa Maria di Castello sopra Vecchiano. A fine mese è inviato in avanscoperta con 15 cavalli leggeri ad ispezionare dall’esterno la cerchia muraria di Livorno. Il successivo assalto costringe i pisani a ritirarsi dopo avere subito ingenti perdite.

Sett.Capitano g.leToscana

Dopo una solenne processione gli viene consegnato nel duomo di Pisa il bastone di capitano generale e lo stendardo con le insegne cittadine (croce bianca in campo rosso).

1501
Apr.ChiesaFaenzaRomagnaE’ richiamato da Vitellozzo Vitelli all’ assedio di Faenza. La città cade in potere dei pontifici nello stesso mese.
Nov.PisaFirenzeToscanaRitorna alla difesa di Pisa. Compie una scorreria verso Peccioli e Palaia; per la Valdera giunge ad Alica  messa a sacco. Sulla strada del ritorno la sua colonna è intercettata dai fiorentini provenienti da Cascina e dai contadini del territorio. Tra i suoi uomini sono catturati 60 cavalli e numerosi fanti tra cui i connestabili Alfonso Muto, il Brisighella, e Michelangelo d’Arezzo.
1503
Apr.ToscanaIl commissario generale Antonio Giacomini e Bandino da Castel della Pieve decidono di attaccare Pisa. I fiorentini si collocano a Santa Croce in Fossabanda per battere con le artiglierie il bastione detto del Barbagianni. Seguono tre giorni di intenso fuoco  che gettano a terra 60 braccia della cinta muraria. Corrado Tarlatini non   è inattivo: fa porre sopra il fossato alcuni tavoloni in cui sono conficcati numerosi chiodi   ricoperti con un leggero strato di terra; sul fondo del fossato sono collocati materiali infiammabili quali pece, zolfo, fascine, olio, trementina ed altre sostanze similari cui dare fuoco al momento opportuno. Al termine del bombardamento i fiorentini ordinano l’assalto; nel frattempo i pisani hanno finito di costruire un nuovo bastione al posto del precedente, munito di trincee e di sei grossi cannoni. I fanti francesi sono i primi a portare l’attacco; seguono le bande del Casentino ed i cavalli leggeri di Bandino da Castel della Pieve. Gli assalitori finiscono sui chiodi dei tavoloni approntati da Corrado Tarlatini; riescono nonostante tutto ad entrare nel bastione. I pisani danno allora fuoco alle materie infiammabili contenute nel fossato ed è strage degli avversari. Il commissario  Antonio Giacomini e Bandino da Castel della Pieve continuano nella loro azione; giungono in soccorso dei difensori del bastione 2 squadre di fanti spagnoli.  Gli attaccanti sono costretti a ritirarsi.
Ago.PisaFirenzeToscanaMuore improvvisamente il papa Alessandro VI;  i fiorentini riprendono con vigore l’assalto a Pisa. Corrado Tarlatini ritorna alla difesa della città con Rinieri della Sassetta.
Ott.ToscanaAbbandona Pisa con Rinieri della Sassetta a causa dei dissensi interni tra i sostenitori della ricerca della pace con i fiorentini e gli irriducibili della ribellione.
1504

Mag.PisaFirenzeLazio e Toscana

Giunge ad Ostia, si imbarca su un brigantino e rientra via mare alla difesa di Pisa. Negli stessi giorni è contattato dal commissario generale Antonio Giacomini che gli propone uno scambio di prigionieri: i fiorentini dentro Pisa contro i pisani arresisi a discrezione nell’ assedio di Ripafratta. La proposta viene accettata. Il capitano pisano Brisighella  trattiene 3 prigionieri ed altrettanto fa il Giacomini. Interviene Corrado Tarlatini che fa rispettare i patti.

1505
Apr.Toscana

Al comando di 15 uomini d’arme, di 40 cavalli leggeri e di 60 fanti attacca al ponte  Cappellese sull’ Osoli 400 cavalli e 500 fanti di Luca Savelli che vi si è fermato per attendere il bestiame pisano razziato in precedenza nel lucchese oltre il Serchio. Corrado Tarlatini decide di impadronirsi del ponte; gli avversari non hanno la possibilità di manovrare per la strettezza dei luoghi e perché impacciati nei movimenti dai somieri e dalle bestie predate; si disordinano e si danno alla fuga. Tra i fiorentini sono uccisi più di venti lance e sono catturati 120 cavalli e 100 fanti; sono pure fatti prigionieri Girolamo Guicciardini e Ceccotto Tosinghi. Corrado Tarlatini, che riporta tre ferite nello scontro, ritorna a Pisa ove è accolto in trionfo.

Sett.ToscanaAlla difesa di Pisa al comando di 250 fanti italiani e di 650 spagnoli. Lo affiancano il della Sassetta,  Pietro Remiro, Ludovico Bergamino, Giuliano della Chiostra, Pietro Corbino, Giovanni Paraloga, Piero Gambacorta, Romeo da Pisa, Cecco di Pier di Pone, Zanca Schiavo, Grisante Corso.
1506
…………PisaFirenzeToscana
Ago. ott.GenovaCapitano g.leLiguria

I pisani lo inviano a Genova con Piero Gambacorta per contrastare le truppe del re di Francia Luigi XII. Nella città si scopre aderente del partito popolare nemico del partito filofrancese di Gianluigi Fieschi, di cui pure è stato amico. A fine ottobre viene eletto capitano generale: gli è consegnato un vessillo con l’arma del popolo. Negli stessi giorni è contattato dal signore di Bologna Giovanni Bentivoglio per passare alla difesa della città ai danni dei pontifici.

Dic.GenovaMonacoMonaco

Si imbarca su 2 galee ed alcuni brigantini  con 4000 fanti (1500 racimolati a Genova, 1500 nella Riviera di Ponente e 1000 pisani) e 24 pezzi di artiglieria (numerose   bombarde ed alcuni pezzi di piccolo calibro);   assale in Monaco Luciano Grimaldi,  solito ad infestare il litorale ligure a favore dei fuoriusciti. A difesa della  rocca monegasca si trovano 400 fanti italiani, francesi e spagnoli e 100 cavalli francesi e lombardi che dispongono di 318 armi da fuoco.

1507
Gen. mar.GenovaFranciaMonaco e Liguria

Continua a bombardare le mura di Monaco;  fa venire 400 guastatori dalla Lunigiana per costruire trincee e parapetti. Giungono al campo altri 1000 fanti. E’ sferrato un assalto generale a metà marzo: questo viene respinto dopo cinque ore con gravi perdite (300-400 morti tra gli attaccanti contro 3 soli tra i difensori con moltissimi feriti). L’arrivo di milizie comandate dal governatore di Savona Ivo d’Allègre e di 3000 montanari guidati dai nobili lo obbligano a ritirarsi con 1000 uomini a Ventimiglia.

Apr.Liguria

E’ raggiunto a Ventimiglia dal commissario Silvestro Giustiniani che gli consegna 5000 ducati per la paga delle truppe. I genovesi lo sostituiscono nel comando dell’esercito con Iacopo Corso. Rientra a Genova;  è pesantemente sconfitto a Rivarolo Ligure. Partecipa ad un consiglio di guerra nel quale si stabilisce di attaccare il campo nemico  di Sampierdarena. Nel combattimento i genovesi perdono 1400 uomini contro  36 (con moltissimi feriti) dei francesi. Sconfitto nuovamente, si dà alla fuga sulle montagne con Iacopo Corso e Piero Gambacorta: è depredato di cavalcature, argenterie e tappezzerie per il valore di 1000 ducati.

…………PisaFirenzeToscanaRitorna alla difesa di Pisa.
1508
Apr.ToscanaE’ contattato da 12 uomini inviati in Pisa da Ludovico Orsini con il pretesto di recuperare alcuni crediti. Sventa l’insidia.
1509
Mag. giu.Toscana e Lombardia

Chiede ai fiorentini alcuni salvacondotti per 12 ambasciatori di Pisa che hanno il compito di accettare le condizioni di capitolazione imposte dagli avversari. Ottenutele, invia al campo di Mezzana 4 plenipotenziari per trattare la resa. Ai primi di giugno abbandona Pisa e si dirige alla volta di Lucca. Punta alla volta della Lombardia per militare agli stipendi dei francesi contro i veneziani.

Sett.Pallavicini25 lanceEmiliaScorre nella valle del Taro a nome di Galeazzo Pallavicini con 25 uomini d’arme e 50 arcieri a cavallo per lo più parmensi. Favorisce la causa di Morello di Belvedere ai danni di Jacopo di Maso.
Ott. nov.FranciaVeneziaEmilia e LombardiaEsce da Calestano in Val di Spora e cavalca nel cremonese ad Acquanegra. Rientra a Parma;  a fine novembre irrompe nel bresciano.
1510
Mar.25 lanceVeneto

Giunge a Peschiera del Garda con 25 lance, 50 arcieri a cavallo e molti fanti.

Mag.

Si incontra con i Vitelli che sono per lo più passati al soldo della Serenissima. E’ fatto incarcerare dal cardinale di Pavia Francesco Alidosi: trovato innocente, è presto liberato.

Lug.FranciaVenezia ChiesaEmiliaA metà mese contatta il cardinale di Pavia per passare agli stipendi dei pontifici: chiede pure che sia emesso un breve che preveda la censura e la confisca dei beni per chi non abbia obbedito ad un ordine di rientro nello stato della Chiesa. Avuta una risposta negativa ritorna agli stipendi dei francesi. E’ segnalato nei pressi di Bologna.
…………FranciaVenezia ChiesaVeneto

Ritorna a combattere per i francesi nel veronese. Gli è riconosciuta una pensione annua di 1000 lire tornesi.

1511
Gen.25 lance e 500 fantiVeneto

Prende parte alla difesa di Verona. I francesi sospettano che non abbia la compagnia completa nei suoi effettivi bensì che abbia ai suoi ordini solamente la metà dei fanti denunciati.

Giu.Emilia

Viene segnalato a San Martino dei Roberti con 25 lance. Dal reggiano raggiunge il bolognese per contrastare Andrea da Capua, Fabrizio Colonna e Giampaolo Baglioni.

Ott.EmiliaAppoggia nel bolognese i Bentivoglio ai danni dei pontifici.
Dic.20 lanceVenetoE’ sempre a Verona. Conduce moglie e famigliari nel bresciano.
1512
Gen.Lombardia

Alla guardia di Brescia con il governatore de Ludes alla testa di 200 lance, di 200 cavalli leggeri e di 500 fanti cremonesi. Il modo di agire  degli uomini del presidio e fa sì che prenda piede e si allarghi la congiura organizzata da Luigi Avogadro, che porterà poco dopo alla riconquista della città da parte dei veneziani.

Feb.Lombardia e VenetoSegue Gastone di Foix al recupero di Brescia. Appoggia il Roccabertino nel suo attacco al campo veneziano di Albettone.
Mar.Veneto

Giace ammalato a Verona. E’ senza compagnia.

Mag. giu.Veneto

Dopo la sconfitta di Ravenna è lasciato con un presidio a Peschiera del Garda. Chiede rinforzi al governatore di Brescia, l’Aubigny.

Ott.Lombardia

Assediato nel castello di Brescia dai veneziani e dagli spagnoli si arrende nelle  mani del rappresentante imperiale Massimiliano d’Asburgo.

1513
Mag.PiemonteEntra in Asti con 25 lance
Giu.50 lance
1515

Lug.FranciaSpagnaLiguria

Raduna 3000 fanti a Sarzana;  si imbarca con tali uomini a Viareggio.

Ago.Liguria

Si trasferisce alla difesa di Genova.

1516
Mag.FranciaImperoVeneto

E’ segnalato nuovamente alla guardia di Peschiera del Garda, isolato con poche centinaia di uomini nella piazzaforte. Dopo alcune infruttuose sortite, non sapendo come comportarsi, finisce per arrendersi ai tedeschi di Matteo Lang che entra nella località a nome dell’imperatore Massimiliano d’Austria.

1520Muore.

 CITAZIONI

-“Capitano di gran valore.” Si. RAZZI

-“Allevato dalla casa de’ Vitelli.” UGHI

-“Valorosissimo ed esperto capitano.” VISDOMINI

-“Huomo di gran nome nelle cose di guerra, di grande animo e consiglio.” FOGLIETTA

-“Homo di grandissimo animo, savere et vedere; fativo ad ogni impresa, et conclusive homo di ogni grandissima e solemne impresa.” SANUDO

-Con Jacopo Corso “Viris sane strenuis et industriis.” FLORO

-“Quem bello ac militari laude egregium.” BEVERINI

-“Famoso capitano di ventura.” BAJA GUARIENTI

-“Capitano di molto nome a Pisa.” DONAVER

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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