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RANUCCIO DA MARCIANO. (Ranuccio Bulgarelli, Ranuccio da Marsciano, Ranuccio da Parrano) Di Sanguinetto.
Conte di Marsciano, duca di Gravina. Figlio di Antonio da Marciano; fratello di Ludovico da Marciano, Bernardino da Marciano e Pirro da Marciano; cognato di Pandolfo Malatesta, zio di Ottaviano Manfredi; genero di Roberto Malatesta.
1462 (agosto) – 1501 (luglio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti. |
1482 | |||||
Mag. | Venezia | Ferrara | 20 lance | Veneto | Ha ai suoi ordini 100 cavalli. Respinge a Masi, nelle vicinanze di Montagnana, un attacco di di Cristoforo da Montecchio teso a tagliare un argine dell’ Adige. |
1483 | |||||
Ago. | Emilia | A Pontelagoscuro, alla testa di 4 squadre di cavalli già facenti parte della compagnia paterna. | |||
1484 | |||||
Lug. | Firenze | Venezia | Lombardia | Diserta dal campo veneziano con il fratello Alberto e passa agli stipendi dei fiorentini. Nel bresciano compie alcune scorrerie con la sua compagnia: catturato in una di queste da Pietro d’Erba con 14 uomini d’arme, viene condotto a Brescia. | |
………….. | Lombardia | Liberato, ritorna a militare per i fiorentini. | |||
1485 | |||||
…………… | Firenze | Fuoriusciti | Toscana | E’ inviato a Siena con il fratello Bertoldo per difendere la città da eventuali azioni dei fuoriusciti: giunge sotto Montepulciano e sorveglia i confini della Val di Chiana. | |
…………. | Firenze | Chiesa | Toscana | A Cortona, a sostegno dell’azione di Niccolò Orsini e degli aragonesi contro le truppe del papa Innocenzo VIII. | |
1486 | Toscana | E’ bloccato a Pitigliano con Niccolò Orsini ed il signore di Piombino Jacopo d’Appiano dal capitano generale dei pontifici Roberto da San Severino. | |||
1487 | |||||
Primavera | Firenze | Genova | 100 lance | Liguria | Alla guerra di Sarzana. Con altri condottieri interviene a favore dei difensori della rocca di Sarzanello. |
1488 | |||||
Giu. lug. | Firenze | Bologna | Romagna | Si trova a Faenza con Niccolò Orsini, Paolo Orsini, Ranuccio Farnese e Pietro Paolo della Sassetta per impedire che la città, a seguito dell’assassinio di Galeotto Manfredi, cada nelle mani di Giovanni Bentivoglio o degli sforzeschi. Si accampa fuori Porta Imolese all’ osteria di Piardo con 28 squadre di cavalli e molti fanti. Si ferma nella località per tutto luglio. | |
Ago. | Manfredi | Faenza | Romagna | Rimane ancora nei pressi di Faenza allo scopo agevolare segretamente il nipote Ottaviano Manfredi ad impadronirsi della signoria della città. | |
1489 | |||||
Feb. | Firenze | Oddi Foligno | Umbria | Con Ranuccio Farnese e Camillo Vitelli presta soccorso ai Baglioni ai danni dei fuoriusciti perugini e degli Oddi. | |
Mar. | Umbria | Prende parte all’assedio di Paciano; ottiene a patti la torre di Beccatello con Camillo Vitelli. Scorta al campo Filippo e Giuliano Oddi venuti a parlamentare: l’accordo sarà raggiunto nei primi giorni del mese seguente. | |||
1491 | |||||
Mar. | Romagna | E’ inviato a Faenza alla notizia (rivelatasi falsa) della morte dell’erede alla signoria della città Astorre Manfredi. | |||
Sett. | Firenze | Fuoriusciti | Umbria | Si reca a Perugia con una squadra di balestrieri a cavallo; nella città prende alloggio nella casa di Ludovico Baglioni. Staziona tra Ponte Pattoli e Ponte San Giovanni al fine di controllare i movimenti dei fuoriusciti. | |
Dic. | Umbria | A Perugia. Con Camillo Vitelli, Guido e Rodolfo Baglioni accoglie la moglie di Giampaolo Baglioni Ippolita Conti. | |||
1494 | |||||
Sett. | Firenze | Francia | Governatore g.le | Toscana | A Cortona, per contrastare il passo ai francesi del re Carlo VIII e per sorvegliare le frontiere di Siena, minacciate dai fuoriusciti e da Paolo Vitelli. |
…………. | Firenze | Pisa | 150 lance | Toscana | Con Francesco Secco ed Ercole Bentivoglio occupa Palaia, Peccioli, Marti e Buti. |
1495 | |||||
Giu. | Firenze | Siena | Toscana | Si muove verso Montepulciano; con Ercole Bentivoglio e Francesco Secco sconfigge al ponte di Valiano Giovanni Savelli, venuto loro contro con 200 cavalli. | |
Lug. | Firenze | Pisa | Toscana | A Ponsacco con il commissario Piero Capponi. Frequenti sono le sue liti al campo con il duca di Urbino, capitano generale dei fiorentini, Guidobaldo da Montefeltro. | |
Ago. | Toscana | Ottiene qualche successo attorno a Borgo San Lorenzo. Giunge sotto Palaia alla cui difesa si trovano alcuni fanti guasconi. Dopo un assalto vigoroso i difensori si arrendono a patti; gli abitanti, per non subire il sacco, sono costretti a riconoscere una paga ai soldati fiorentini; i fanti stranieri, fatti prigionieri, sono viceversa rilasciati. Il Marciano punta su Cetona con Ottaviano Manfredi; coltiva la speranza che Pisa sia restituita ai fiorentini dai francesi. | |||
Nov. | Firenze | Medici | Toscana | Fallita la missione rientra a Cortona ed a Valiano con 300 uomini d’arme e 2000 fanti per fare fronte ad un complotto ordito da Paolo Orsini, teso a restaurare Piero dei Medici nella signoria di Firenze. | |
1496 | |||||
Gen. | Firenze | Siena | Toscana | A Fontebecci con i fuoriusciti (22 squadre di cavalli); si ferma con Guidobaldo da Montefeltro al Palazzo del Diavolo in attesa di eventuali disordini all’interno di Siena. I due condottieri stazionano davanti a Porta Camollia; vedono l’inutilità del tentativo e nottetempo proseguono per la Val d’Elsa verso Castellina in Chianti. Si reca, da ultimo, a Rimini per sposarsi con Giovanna Malatesta. | |
Feb. | Toscana | Recupera Vaiano. Si avvia verso Livorno dove è chiamato dal capitano della città Antonio del Vigna. | |||
Apr. | Firenze | Pisa Venezia | Toscana | A Livorno. Alla notizia che i pisani con 2 passavolanti e 3 falconetti hanno tentato di impossessarsi del bastione di Stagno, si dirige loro contro, li respinge e provvede a rafforzarne il sistema difensivo. | |
Giu. | Toscana | Si sposta a fine mese sui confini del fiorentino con 500/600 cavalli ed il commissario generale Bernardo Nasi. E’ segnalato tra Civitella in Val di Chiana e Castello di Brolio. | |||
Sett. | Toscana | Si muove in soccorso dei difensori di Vaiano con 6 squadre di cavalli e 2000 fanti. Costringe Jacopo d’Appiano, Giovanni Savelli e Giovanni Vitelli ad abbandonare il campo di Bettolle lasciando sul terreno anche parte delle artiglierie. Ritorna a combattere nel pisano con Ercole Bentivoglio alla testa di 13 squadre di uomini d’arme, di 200 cavalli leggeri e di 1000 fanti. Recupera il castello di Soiana in un’azione nella quale viene ucciso da un colpo di archibugio il commissario fiorentino Piero Capponi. | |||
Dic. | Toscana | Militano ai suoi ordini con Ercole Bentivoglio 400 lance. Con l’aiuto di 400 francesi affronta i veneziani a Lari; li tallona da vicino. Attacca con decisione Pisa alla cui difesa si è posto Lucio Malvezzi: respinta una sortita dei difensori usciti dal borgo di San Marco i suoi uomini entrano nella città; sono raggiunti dalla cavalleria di Paolo Vitelli. La guarnigione francese della cittadella non resta neutrale come si è sperato; incomincia a bombardare i fiorentini: Ranuccio da Marciano deve ripiegare. | |||
1497 | |||||
Mar. | 250 lance | Toscana | Gli è rinnovata la condotta e gli è riconosciuto uno stipendio annuo di 30000 ducati. Muove da Livorno in soccorso dei difensori del bastione di Stagno attaccati da Giampaolo Manfrone con 400 cavalli leggeri e 1500 fanti; respinge facilmente gli avversari. Nello scontro sono fatti 150 prigionieri tra i quali vi sono 22 capisquadra. | ||
…………… | Toscana | A Firenze è contattato dagli abitanti di Orvieto che ricercano il suo aiuto per contrastare le scorrerie di Bandino da Castel della Pieve. | |||
Sett. | Toscana | Viene richiamato a Firenze allorché è scoperta una congiura a favore dei Medici: si rifiuta di intervenire per timore di una rivolta popolare. Si reca a Fucecchio. | |||
Ott. | Toscana | Si collega sui confini con Antonio Maria da San Severino per sbarrare la strada a Guidobaldo da Montefeltro (ora al servizio dei veneziani) che cerca di unirsi con i pisani per conto della Serenissima. | |||
Nov. | Toscana | Allo scadere di una tregua si impadronisce di Collesalvetti. | |||
Dic. | Toscana | A Cascina, per dare alle fiamme la località; in Val di Calci sorprende i veneziani di Marco da Martinengo e del provveditore Giovanni Paolo Gradenigo. Nello scontro sono uccisi molti stradiotti e sono catturati 5 uomini d’arme con Franco dal Borgo e Pin da Bergamo. Radunati tutti i suoi uomini, Ranuccio da Marciano muove da Bientina, attraversa i monti sopra Vicopisano e scende a San Giovanni alla Vena che viene messa a sacco; si dirige su Pisa e sfida vanamente a battaglia gli avversari nel piano di Agnano. Quando decide di rientrare alle sue basi i veneziani gli tagliano le vie di comunicazione. Ranuccio da Marciano è così costretto a prendere nottetempo la via per Lucca: i pisani non si stancano di combattere i suoi uomini durante la marcia. | |||
1498 | |||||
Gen. | Toscana | Lascia Pontedera con 100 uomini d’arme perché gli stradiotti veneziani hanno razziato a Collesalvetti 6000 pecore e molte cavalle. Viene affrontato da Marco da Martinengo: i suoi uomini si rifiutano di intervenire e gli stradiotti ritornano indisturbati a Pisa. | |||
Mar. | Toscana | Scorre nel lucchese presso Pescia e Montecarlo; si appropria di duecento pecore e di due paia di buoi che deve abbandonare per la presenza di 150 cavalli leggeri veneziani. | |||
Apr. | Firenze | Medici | Toscana | Lascia il pisano; raggiunge Poggibonsi allorché viene informato dell’arrivo dal senese di Piero dei Medici e di Bartolomeo d’Alviano diretti a Firenze. Il Marciano si sposta a Pontedera, si porta a San Casciano in Val di Pesa e si colloca sulla collina di San Giovanni vicino al capoluogo: non assale gli avversari perché le sue truppe sono troppo stanche a causa della marcia cui si sono sottoposte. | |
Mag. | Firenze | Pisa Venezia | Toscana | 700 cavalli veneziani e 1000 fanti, usciti da Pisa agli ordini di Giacomo Savorgnano, compiono grandi razzie di bestiame nella maremma di Volterra. Ranuccio da Marciano decide di bloccare la via agli avversari, si muove da Pontedera e li intercetta nella piana di San Regolo; riconquista la maggior parte delle prede. Prosegue l’azione con Chiriaco dal Borgo. Intervengono 150 uomini d’arme, che provengono da Pisa con il provveditore Tommaso Zeno in soccorso dei loro compagni. Caduto in un’imboscata, è messo in fuga con Chiriaco dal Borgo perché i suoi uomini, intenti alla ricerca di bottino, si fanno cogliere impreparati ed in disordine. Il Marciano, ferito, si salva a Lari con il commissario Guglielmo dei Pazzi dopo essere stato catturato da Rinieri della Sassetta ed essersi liberato nel corso del combattimento. Il condottiero ed il commissario si addossano l’un l’altro la responsabilità della sconfitta: tra i fiorentini, i morti, per lo più fanti, sono superiori alle 400 unità. Sono catturati dagli avversari, tra gli altri, il fratello Ludovico, Achille da Cesena (che comanda 60 balestrieri a cavallo), Giovanni della Vecchia e Ceccotto Orlandi. A seguito della sconfitta Ranuccio da Marciano viene privato del titolo di governatore generale; il comando delle truppe è affidato a Paolo Vitelli. | |
Giu. | Toscana | Si incontra a Pontedera con Paolo Vitelli. Si reca a Pescia ed opera in Val di Nievole per impedire che i pisani soccorrano Vicopisano assediata dal Vitelli. I veneziani attaccano dal senese i fiorentini. Il Marciano è inviato con 200 uomini d’arme in soccorso del signore della città Pandolfo Petrucci; si sposta a Montepulciano Nella località entra in discordia con Paolo Savelli. | |||
Lug. | Toscana | E’ ancora a Pescia con 60 cavalli: a Venezia, per le sue continue liti con il Vitelli si discute in Collegio dei Pregadi per una sua eventuale assunzione da parte della Serenissima. | |||
Ago. | 205 lance | Toscana | I fiorentini, data la sua evidente scontentezza, gli ampliano e gli rinnovano la condotta; gli concedono anche la possibilità di non sottostare agli ordini diretti del capitano generale Paolo Vitelli. Si porta a Poggibonsi. | ||
Sett. | Toscana | Giunge a Calcinaia per assalire Vicopisano; si ferma a Pontedera con 150 lance e 60 balestrieri a cavallo; non accetta le sfide lanciategli dai veneziani. Staziona a Poggibonsi con Jacopo d’Appiano, Giampaolo Baglioni e Ludovico della Mirandola; sempre con l’Appiano, si sposta a Dicomano, si muove per il Mugello e libera la rocca di Castiglione, vicino a Marradi, dall’assedio posto dagli avversari. I veneziani, a causa della sua amicizia con Piero dei Medici, cercano ancora di averlo ai propri stipendi con la promessa di 20000 ducati. | |||
Ott. | Toscana | Si muove con Jacopo d’Appiano (150 uomini d’arme e 100 cavalli leggeri) verso Borgo San Lorenzo per occupare i passi del Casentino tra la Val di Bagno e Pieve Santo Stefano: non riesce ad impedire che i rinforzi veneziani guidati da Guidobaldo da Montefeltro e da Carlo Orsini si uniscano a Bibbiena con Bartolomeo d’Alviano, che, da parte sua, si è impadronito della località con un colpo di mano. Non si perde d’animo; Ranuccio da Marciano si trasferisce a Castiglione avvertendo l’arrivo delle sue truppe con il suono di trombe e timpani. I veneziani del Montefeltro, che hanno occupato il borgo di Marradi e ne stanno assediando la rocca, si ritirano. Il Marciano invia nella rocca 200 fanti con Matteo Strozzi per rifornire di vino e d’acqua i difensori che ne sono sprovvisti. Di seguito viene inviato ad Arezzo con Gaspare da San Severino per timore di una congiura nella città a favore dei veneziani e dei Medici. In tutte queste azioni di guerra non cessano sue segrete trattative con i veneziani che hanno termine solo quando richiede alla Serenissima uno stipendio annuo di 40000 ducati. | |||
Nov. | Romagna Toscana | Giunge a Castrocaro Terme, lascia la Val di Bagno, tocca Pieve Santo Stefano con 110 lance e 50 cavalli leggeri; si ferma a Pratovecchio in Casentino. Si allontana dal centro all’arrivo di Paolo Vitelli. Ad Arezzo. | |||
Dic. | Toscana | Da Arezzo raggiunge Cortona; rientra nel Casentino e sorprende con 100 uomini d’arme Giacomazzo da Venezia, che sta tentando di impadronirsi del castello di Salutio. L’azione non va a buon fine per il pronto intervento di Bartolomeo d’ Alviano. A causa della sua emulazione con Paolo Vitelli Ranuccio da Marciano riprende inutili contatti con i veneziani. | |||
1499 | |||||
Gen. | Toscana | Ad Arezzo con 200 uomini d’arme; raduna truppe per assediare Bibbiena. Invia un suo messo a Venezia guadagnando speranze e buone parole; non si oppone a Castel Focognano ad una scorreria nemica volta a razziare bestiame. Staziona nel Casentino ed osteggia di fatto le operazioni condotte da Paolo Vitelli: il suo operato viene censurato anche da Gaspare da San Severino. | |||
Mar. | 250 lance | Toscana | Con il sostegno dei parenti Pandolfini gli è aumentata la condotta a livelli già goduti nel passato; gli è concesso uno stipendio di 30000 ducati pari a quello di Paolo Vitelli: le sue liti non sono che la maschera del conflitto più ampio tra i partigiani dei Medici (“gli arrabbiati o compagnacci”) che si riconoscono nel capitano generale e quelli di Girolamo Savonarola (“i piagnoni”) che invece appoggiano Ranuccio da Marciano. | ||
Mag. | Toscana | In Casentino. | |||
Giu. | Toscana | I pisani non accettano il lodo di pace emesso dal duca di Ferrara Ercole d’Este e continuano il conflitto anche senza l’aiuto dei veneziani. Ranuccio da Marciano si congiunge con Paolo Vitelli per attaccare Pisa. I due condottieri occupano Cascina dopo un assedio di ventisei ore: i fanti stranieri si arrendono a patti e gli abitanti a discrezione. | |||
Lug. | Toscana | Ha l’incarico di conquistare Pisa con Paolo Vitelli: ai loro ordini sono 6000 fanti. I due condottieri hanno anche a loro disposizione 100000 libbre di polvere da sparo e tutti i pezzi di artiglieria che si trovano a Firenze. | |||
Ago. | Toscana | Attacca a Pisa la rocca di Stampace difesa da Gorlino Tombesi: il bombardamento dura parecchi giorni. Viene diroccata gran parte della fortezza ed è abbattuto buona parte del tratto di mura da Sant’Antonio alla rocca stessa. Il Marciano è ferito in una scaramuccia ad una spalla da una palla di archibugio. | |||
Sett. | Toscana | A fine mese con Jacopo d’Appiano ha l’incarico di arrestare il Vitelli al campo di Cascina. | |||
Ott. | Governatore g.le | Toscana | E’ nominato governatore generale. Ammalatosi, lascia il campo di Cascina e si reca a Firenze per curarsi. | ||
1500 | |||||
Giu. | Toscana | Viene licenziato dai fiorentini. | |||
Ott. | Bologna | Chiesa | 100 uomini d’arme e 50 cavalli leggeri | Emilia | Passa agli stipendi del signore di Bologna Giovanni Bentivoglio con 100 uomini d’arme e 50 balestrieri a cavallo per combattere le truppe di Cesare Borgia. Allorché il Bentivoglio capitola di fronte ai pontifici abbandona Bologna ed in sette ore raggiunge a cavallo Firenze. |
…………… | Chiesa | Faenza | Romagna | ||
1501 | |||||
…………… | Emilia e Campania | Lascia gli stipendi del duca Valentino per timore di Vitellozzo Vitelli, che lo ritiene responsabile della morte del fratello. Fugge a Bologna, a Firenze e nel napoletano. | |||
Lug. | Napoli | Spagna Francia | Campania | Passa al servizio del re Federico d’Aragona per contrastare spagnoli e francesi. E’ creato duca di Gravina e gli sono dati 25000 ducati con i quali mettere in ordine la propria compagnia. E’ preposto alla guardia di Capua con Fabrizio Colonna (300 uomini d’arme, alcuni cavalli leggeri e 3000 fanti). Ferito durante il sacco della città da un verrettone, è catturato dagli uomini del Borgia. Muore dopo due giorni; sembra che sia stato ucciso da Vitellozzo Vitelli (tramite veleno cosparso nelle ferite) desideroso di vendicarsi in tal modo della morte del fratello Paolo. E’ sepolto in una chiesa di Marciano. Si sposa in prime nozze con una donna di nome Alvisina ed in seconde con Giovanna Malatesta, figlia di Roberto. |
CITAZIONI
-“(Ranuccio e fratelli) costoro sono soldati per un popolo e per una repubblica da tirargli inanzi: nondimeno e’ lo conoscono tanto, che gli è una passione il fatto loro.” Da una relazione di PIERO CAPPONI
-“Huomo di gran valore nell’arme.” GHIRARDACCI
“Illustre Capitano de Fiorentini.” MAGRI
-“Valentissimo condottiero de’ Fiorentini.” I. CANTU’
-“Valoroso capitano.” L. CAPPELLETTI
-“Così valoroso nel mestiero delle armi, havendo da fanciullo appreso, sotto la disciplina di esso (il padre Antonio), tutte quelle ben regolate discipline, che sogliono render famosi, e stimati quelli, che con giuditio, e coraggio le fanno mettere in esecutione.” UGHELLI
-“..& qual conte Ranuccio singulare/ con tucti e sui fratelli in compagnia/ per me servir l’excelsa signoria”. Da “La guerra di Sarzana” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
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