Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
BATTISTINO MORETTO/MORETTO CALABRESE (Moretto di Cantarollo)
- 1580 ca.

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1526 | Milano | Impero | Lombardia | ||
1527 | |||||
……….. | Milano | Impero | Lombardia | Combatte gli imperiali agli ordini di Ludovico Vistarini. | |
Mar. | Lombardia | Con Magrino Vitale sorprende a Morengo due compagnie di fanti condotte da Matteo Beccaria e da Frate da Pavia. Il primo capitano è fatto prigioniero, il secondo si salva con la fuga. | |||
Ott. | Lombardia | Prende parte alla difesa di Abbiategrasso: attaccato da Antonio di Leyva è costretto ad arrendersi a patti per la mancanza di polvere da sparo e per i pochi uomini che gli sono rimasti per difendere la località. | |||
1528 | |||||
Mag. sett. | Francia | Impero | Campania Puglia | Ha l’incarico di caposquadra nelle compagnie di Simone Tebaldi. | |
1529 | |||||
Ago. | Puglia | Affianca Renzo di Ceri alla difesa di Barletta. Partecipa al consiglio di guerra in cui viene deciso di spianare ogni costruzione attorno alle mura cittadine per un tratto di un miglio e mezzo, comprese nove chiese. | |||
1536 | Francia | Impero | |||
1542 | Comp. ventura | Austria | Friuli | Segue Piero Strozzi allorché il condottiero fiorentino si impossessa con un colpo di mano di marano lagunare ai danni dell’arciduca d’Austria. | |
1543 | Francia | Impero | Francia | Fa parte della compagnia di archibugieri a cavallo condotta dallo Strozzi in Francia. Affianca quest’ ultimo a Marolles-les-Braults; combatte in Borgogna; prende parte all’assedio di Landrecy (Landrecies). | |
1551 | |||||
……….. | Francia | Chiesa | 300 fanti | Emilia | Alla difesa di Mirandola. |
Giu. sett. | Francia | Impero | Emilia | A giugno esce da Mirandola per trasferirsi alla guardia di Parma. A settembre è segnalato nel Mediterraneo a bordo della squadra di galee di Leone Strozzi. | |
1553 | |||||
Gen. | Francia | Firenze Impero | Toscana | Alla guardia di Siena. Si sposta a Lucignano d’Arbia in Val di Chiana con 700 fanti; con l’arrivo dell’esercito imperiale di don Garcia di Toledo gli viene ordinato di dare alle fiamme le cose superflue e di rientrare a Siena in quanto risultano inadeguate le fortificazioni cittadine. | |
Feb. | Toscana | Il Termes lo invia con Girolamo Orsini alla guardia di Pienza. Anche tale località risulta non bene fortificata; per tale motivo all’avvicinarsi degli avversari se ne allontana nottetempo e si pone a Montalcino. Rimane alla difesa di questo centro con più di 2000 fanti (senza contare gli abitanti); dà subito inizio al rafforzamento delle sue difese. | |||
Mar. | Toscana | Viene assediato in Montalcino dagli avversari; ha l’incarico da Giordano Orsini di difendere il tratto di mura che intercorre dal cavaliere fino alla porta Cerbaia. | |||
Apr. | Toscana | E’ contattato da don Garcia di Toledo che gli promette di farlo rientrare in Calabria, da cui è stato proscritto, con una rendita annua di 3000 scudi se gli fa trovare aperta una porta di Montalcino. Il Moretto informa Giordano Orsini dell’accaduto; prepara un’imboscata. I capitani spagnoli, tuttavia, non si presentano al luogo dell’ incontro stabilito. Negli stessi giorni è impiccato alla cortina della rocca un soldato della sua compagnia accusato di tradimento. | |||
Giu. | Toscana | Gli avversari si ritirano verso San Quirico. Battistino Moretto ha il compito di tallonarli da vicino. | |||
……….. | Francia | Sempre agli ordini di Giordano Orsini contrasta imperiali e genovesi in Corsica. | |||
1554 | |||||
Feb. | Toscana | E’ inviato da Piero Strozzi con Cornelio Bentivoglio, Bartolomeo da Pesaro e 2 compagnie di cavalli a 4 miglia da Siena, al Ponte della Spina. Vi assale 500 fiorentini usciti dal campo al fine di raccogliere foraggio per la loro cavalleria. 200 sono i morti tra gli avversari; molti sono i prigionieri che vengono condotti a Siena per essere mostrati alla popolazione. Alcuni di costoro, trovati con addosso armi da scasso, sono a stento sottratti al linciaggio per essere rinchiusi nelle prigioni delle Stinche. | |||
Ago. | Toscana | Appoggia lo Strozzi nella sua azione diversiva in Toscana. E’ sconfitto e fatto prigioniero da Gian Giacomo dei Medici nella battaglia di Marciano. Liberato, raggiunge Radicofani con 200/400 fanti. | |||
Sett. | Toscana | Esce da Siena dalla Porta di Fonte Branda con Alessandro da Terni e Carlo Carafa per scortare fuori città 250 bambini ammalati, di sei/dieci anni; con loro vi sono anche numerosi uomini e donne che hanno avuto l’ordine di allontanarsi dalla località ( nel complesso un convoglio di cento animali tra muli, asini e cavalli). Supera un posto di blocco di cento fanti italiani e tedeschi; a Casciano è fermato dai fanti spagnoli: nel successivo scontro sono uccisi cento uomini tra i francesi ed altrettanti tra gli spagnoli. Questi ultimi derubano i fuggitivi ( costretti a rientrare a Siena) ed uccidono molte persone tra donne e bambini. | |||
1555 | Piemonte | Agli ordini del Bonnivet si segnala all’assedio di Santhià. | |||
1556 | |||||
Nov. | Impero | Chiesa | Lazio | Milita al soldo degli imperiali contro le truppe del papa Paolo IV. E’ inviato con la sua compagnia alla difesa di Nettuno appena ribellatasi allo stato della Chiesa. Mette in fuga alcuni soldati di Velletri giunti per recuperare la località; entra alla guardia di tale località. Attaccato dai nemici per terra e per mare impedisce lo sbarco a 5 galee francesi condotte dal de la Garde. Respinge pure gli assalti condotti da Piero Strozzi, sicché si rendono superflui i soccorsi che gli sono portati da Marcantonio Colonna, dal conte di Popoli e da Ascanio della Cornia. | |
1557 | |||||
Mag. sett. | Francia | Impero | Toscana | Torna a combattere nel senese. A maggio è alla guardia di Montepescali, vicino a Grosseto: riesce a sorprendervi nei pressi una compagnia di fanti nemici. La località è messa a sacco. Sempre nel mese affianca Mario Sforza alla conquista di Chiusi. Ad agosto lascia Montalcino per compiere una scorreria nel territorio di Piombino. A settembre è attaccato dagli avversari. Invia parte della sua compagnia da Montepescali alla difesa di Chiusi. I suoi uomini, dopo due giorni, sono obbligati a cedere agli avversari. Nel 1560 è ancora in Italia. Gode di una pensione da parte del re Enrico II di 6000 lire. Chiede di rientrare in Francia affinché gli siano riconosciute le spese da lui sopportate nella recente campagna di Toscana. | |
……….. | Venezia | Impero Ottomano | Grecia | Viene nominato dalla Serenissima governatore di Candia (capitale dell’ isola di Creta). | |
1569 | 150 fanti | Grecia | Alla difesa di Candia. | ||
1571 | |||||
Ott. | Grecia | Dopo la battaglia di Lepanto sbarca a Navarrino con Paolo Sforza alla testa di 500 provvigionati; i suoi soldati si mescolano ai turchi in fuga e sono sul punto di entrare nella fortezza. Tra i veneziani vi sono 30 morti e molti più feriti. | |||
………… | Grecia | Sulla fine dell’anno si sposta a Corfù con Pietro Avogadro ed Onofrio Scotti. | |||
1572 | |||||
Autunno | Venezia | Impero Ottomano | Grecia e Montenegro | Richiamato dai veneziani, si imbarca a Corfù con Paolo Orsini sulla flotta di Giacomo Soranzo con 4000 fanti; si indirizza verso Cattaro ed occupa un forte che sorge sul canale e che permette il passaggio delle vettovaglie a Castelnuovo (Horceg Novi). 300 turchi sono uccisi nell’ azione; i difensori di Castelnuovo sono costretti alla resa. | |
1573 | Grecia | E’ segnalato ancora nell’isola di Corfù. | |||
1574 | Grecia | Ritorna a Corfù con Sforza Pallavicini e Giulio Savorgnano allo scopo di migliorarne le opere difensive. | |||
1577 | Grecia | Viene nominato governatore generale dell’isola di Candia, una volta di più minacciata dai turchi. | |||
1578 | Grecia | A Corfù. Contrasta con calore le ipotesi progettuali di difesa dell’isola prospettate da Ferrante Vitelli, ingegnere militare inviato in soccorso ai veneziani dal duca di Savoia Emanuele Filiberto. Al riguardo i due condottieri rischiano di venire alle mani. La vertenza è di natura tecnica, in quanto le loro opinioni divergono su opzioni strategiche (difesa da mare a mare, come vorrebbe il sabaudo, o fortificazione con nuovi baluardi dei monti soprastanti la città, progetto del veneziano). | |||
1580 | Muore. |
CITAZIONI
-Con Paolo Orsini “Capitani d’esperienza.” VERDIZZOTTI
-Con Sampiero Corso, Giovanni di Torino, Pietro Paolo Tosinghi “Braves gens..gens de bien et d’honneur qui se se sont si bien faicts cognoistre en nos guerres passées.” BRANTOME
-“Valentissimo et singular homo.” SANUDO
-“Ingegnere militare sperimentato.” LANFRANCHI
-Nella realtà sono due gli uomini d’arme che portano il nome di Moretto Calabrese: vivono entrambi nello stesso periodo, sono coinvolti nei medesimi conflitti e sono originari del medesimo territorio, l’area di Reggio Calabria. Di costoro, il primo è Battistino, il più famoso, ed è ricordato con una propria scheda nel presente dizionario anagrafico. Il secondo, Filippo, è il guerriero rappresentato nella lapide. Contrariamente a Battistino costui ha militato sempre al servizio degli imperiali segnalandosi contro i corsari barbareschi alla conquista di Tunisi ed alla difesa di Ostia contro i pontifici del papa Paolo IV. Così lo ricorda un lettore in un suo messaggio che ci ha inviato “Filippo Moretto nacque a Terranova, una città che andò completamente distrutta dal cataclismatico terremoto che devastò la Calabria nel 1783. Fu un terremoto così potente da spianare monti e ingoiare città. Tra queste quella in cui riposavano le spoglie del Moretto. Nel 1878 un agricoltore sentì l’aratro stridere contro la pietra, era la lapide del condottiero, che fu così fortunatamente ritrovata, insieme a galloni d’oro, il teschio e le ossa, la spada, un orecchino d’oro, un rosario di pietre preziose e monete. La lapide fu portata a Radicena, un paese che prima era un semplice casale di Terranova, le ossa e gli altri oggetti da discendenti del condottiero. Nel 1928 Radicena si unì ad un altro degli ex casali di Terranova, Jatricoli, formando così quello che è il mio paese: Taurianova. In quello che era il vecchio muro di cinta del cimitero di Radicena, che oggi è uno dei due cimiteri di Taurianova, è collocata la lapide del Moretto.” GIUSEPPE D’AGOSTINO
Foto immagine in evidenza:
Come nelle notizie di Mario Sforza vi è l’errore della data dell’assedio di Montalcino nel marzo 1553 e non 1552