Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
TALIANO FURLANO (Vitaliano Furlano, Italiano Armuzzi) Di Cividale del Friuli. Soprannominato Grande.
Di umili origini. Gli storici di Forlì lo dicono nativo di Muzio, dove avrebbe esercitato il mestiere di contadino nella pieve di Quinto. Signore di Urbisaglia, Pizzighettone, Castelleone, Piadena, San Giovanni in Croce, Vighizzolo, Castellazzo, Corte Madama, Casteldidone e Spineda. Zio di Antonello da Forlì.
- 1446 (agosto)
Anno, mese | Stato, Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
…………… | Milita nelle compagnie di Facino Cane. | ||||
1408 | Ferrara | Parma | 60 cavalli | Emilia | Combatte nella compagnia di Muzio Attendolo Sforza contro il signore di Parma Ottobono Terzi. E’ inviato a Scandiano con 60 cavalli in soccorso di Guido da Fogliano; alla notizia che gli abitanti del castello sono assaliti dai nemici mentre sono dediti alle operazioni della vendemmia, il Furlano esce dalla rocca per affrontare gli avversari. Cade in un agguato predisposto dal governatore di Reggio Emilia Guido Torelli; è catturato con 25 cavalli. |
1418 | Napoli | Perugia | Affronta le truppe di Braccio di Montone agli ordini di Francesco Sforza. | ||
1419 | |||||
Giu. | Lazio | Al fianco di Muzio Attendolo Sforza, assediato in Viterbo da Braccio di Montone e dal Tartaglia. | |||
Ago. | Calabria | Accompagna con altri condottieri Francesco Sforza in Calabria, dove il figlio di Muzio si deve sposare con Polissena Ruffo, contessa di Montalto. | |||
1421 | Napoli Re d’Aragona | Re d’Aragona Napoli | Calabria | Affianca ancora in Calabria Francesco Sforza nel suo tentativo di organizzare il partito angioino contro quello aragonese. Alla notizia (falsa) che lo Sforza è morto, lascia il soldo della regina di Napoli e passa a quello del luogotenente aragonese per la Calabria Giovanni di Issera: con la vittoria dello stesso Sforza, di Micheletto Attendolo e di Luigi da San Severino a Cosenza viene perdonato. | |
1423 | |||||
Sett. | Napoli | Re d’Aragona | Abruzzi | Ha il comando di una squadra di Lorenzo Attendolo. E’ inviato in soccorso di L’Aquila, assediata da tempo dalle truppe di Braccio di Montone. | |
Ott. | Abruzzi | Si collega con Muzio Attendolo Sforza. | |||
1424 | |||||
Gen. | Firenze | Milano | Abruzzi | Con la morte di Muzio Attendolo Sforza milita agli stipendi dei fiorentini per fare fronte alle truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti. | |
Primavera | Romagna | ||||
Lug. | Romagna | Prende parte all’ assedio di Forlì; partecipa alla battaglia di Zagonara dove è fatto prigioniero dai viscontei. E’ liberato in breve tempo. | |||
Ago. | 62 lance | ||||
1425 | |||||
Feb. | Romagna | Segue Niccolò Piccinino in un’azione in Val di Lamone; sorpreso dagli abitanti a Pieve d’Ottavo, è rovinosamente battuto. Effettua una nuova scorreria nell’ imolese terminata con la cattura di 100 uomini e la razzia di molto bestiame. | |||
Ott. | Toscana | Viene nuovamente sconfitto e fatto prigioniero nella battaglia di Anghiari. | |||
1426 | |||||
Primavera | Emilia | Si trova al fianco del marchese di Ferrara Niccolò d’Este sul Panaro allo scopo di tentare di sbarrare il passo a Guido Torelli ed a Angelo della Pergola che stanno ritornando in Lombardia. Con un suo uomo d’arme, il Belacqua, informa il capitano generale che i viscontei hanno lasciato il bolognese e sono giunti sulle rive del fiume. Il marchese di Ferrara non vuole mettere all’erta l’esercito fiorentino, sicché i viscontei possono attraversare il Panaro nei pressi di Vignola senza trovare alcuno ostacolo. | |||
1427 | |||||
Apr. | Venezia | Milano | 450 cavalli | Lombardia | Al campo di Castenedolo agli ordini del Carmagnola. |
Mag. | Lombardia | Viene sorpreso a Gottolengo dai viscontei, guidati dal della Pergola, da Guido Torelli, dal Piccinino e dallo Sforza, con gli uomini in disordine. L’esito dello scontro rimane incerto solo per l’intervento di Gian Francesco Gonzaga. | |||
Lug. | Lombardia | Nel cremonese. A Castelsecco si accorge che i viscontei, comandati ora da Carlo Malatesta, si stanno avvicinando al campo veneziano. Il Furlano respinge il primo assalto; informa il Carmagnola dell’ accaduto. Costui provvede a fare preparare le schiere per la battaglia. | |||
1429 | |||||
Gen. | Umbria | Sposa Elena Tomacelli, nipote del signore di Foligno Corrado Trinci, che gli porta in dote 1000 fiorini. | |||
Mar. | Venezia | Milano | 110 lance | Viene condotto dai veneziani per sei mesi di ferma e sei di rispetto: alla fine del servizio si impegna a non combattere i veneziani per sei mesi. | |
1432 | |||||
Feb. | Venezia | Milano | 125 lance | Lombardia | Con Orso Orsini conquista Calcio, Pontelongo e Romanengo. |
Nov. | Friuli e Lombardia | Contrasta gli ungheri dell’imperatore Sigismondo. Ritorna in Lombardia; è sconfitto e fatto prigioniero a Delebio dal Piccinino e dal Torelli dopo che gli è stata uccisa la cavalcatura. A metà mese gli è riconosciuto un contributo di 200 ducati il mese al fine di trasferire la sua famiglia a Verona. | |||
1433 | |||||
Gen. | Lombardia | E’ contattato dal duca di Milano tramite Francesco da Bologna. | |||
………….. | Milano | Venezia | 300 cavalli | Abbandona i veneziani per passare agli stipendi del duca di Milano Filippo Maria Visconti. | |
Estate | Comp. ventura | Chiesa | Romagna | Licenziato in apparenza dal duca di Milano, tenta con Antonello Ruffaldi di entrare nottetempo in Forlì per instaurarvi Antonio Ordelaffi alla signoria della città: è respinto dagli abitanti restati fedeli allo stato della Chiesa. | |
Dic. | Milano | Urbino Chiesa | Romagna Marche e Umbria | Transita per il riminese con 1000 cavalli. Irrompe nelle Marche, occupa molti castelli, tra i quali Mondavio, e ne scaccia le truppe di Guidantonio da Montefeltro. Si sposta, sempre con il Ruffaldi e Giacomo da Lonato, nello spoletino. Vi attacca i pontifici di Eugenio IV con il pretesto di essere al servizio del concilio di Basilea. | |
1434 | |||||
Gen. | Umbria | Assedia Montefalco. Ottiene Spoleto con gli altri 2 capitani. | |||
Primavera | Umbria e Marche | Niccolò Piccinino lo invia con 500 cavalli dal signore di Foligno; entra in Serravalle di Chienti e se ne impossessa con l’inganno a spese di Berardo da Varano. E’ segnalato il suo passaggio nel territorio di San Ginesio. | |||
1435 | |||||
Gen. | Chiesa | Fortebraccio | Marche | Abbandona Niccolò Piccinino con 500 cavalli e 400 fanti per militare al soldo dei pontifici. | |
Ago. | Marche | Francesco Sforza lo invia con 1000 cavalli e 500 fanti in soccorso di Camerino. Dopo una marcia di 74 miglia aggancia Niccolò Fortebraccio a Fiordimonte: il capitano avversario è sconfitto ed ucciso nello scontro. Taliano Furlano si appropria come bottino di guerra di 800 cavalcature. Dopo la vittoria si dà a taglieggiare i paesi montani; avanza fino ad Urbisaglia e con un colpo di mano la sottrae al controllo di Tolentino; assedia Visso ed obbliga alla resa Carlo di Montone. | |||
Sett. | Umbria | Prosegue per Assisi con Alessandro Sforza per liberare Leone Sforza, rinchiuso in precedenza nella locale rocca da Niccolò Fortebraccio. | |||
Ott. | Chiesa | Milano | Umbria e Toscana | Assedia Montone. E’ inviato in Toscana dallo Sforza con 800/1000 cavalli e 500 fanti per soccorrere i fiorentini, in lotta con i viscontei a Pontedera. | |
………….. | Marche | Ottiene in signoria da Francesco Sforza Urbisaglia. | |||
1436 | |||||
Gen. | Marche | Si trova a Camerino. Viene avvicinato dagli avversari che lo spingono a tradire la causa dello Sforza con la motivazione che costui vuole la sua morte. Si mantiene fedele e riferisce ogni cosa al suo capitano. | |||
Giu. | Chiesa | Forlì Milano | Marche e Romagna | A Pesaro; con Sigismondo Pandolfo Malatesta si trasferisce nel forlivese ove assale Antonio Ordelaffi. Si accampa a San Martino e dà il guasto ai raccolti; scorre nel contado di Forlimpopoli i cui abitanti si arrendono subito nelle mani dello Sforza. | |
Lug. | Firenze | Lucca | Capitano g.le | Toscana | Francesco Sforza lo invia con 1000 cavalli in soccorso dei fiorentini, impegnati con i lucchesi comandati da Luigi dal Verme e da Cristoforo da Lavello. Neri Capponi gli consegna il bastone del comando. Taliano Furlano punta su Pietrasanta, vi entra senza incontrare alcuna resistenza in quanto la località è stata abbandonata dagli avversari. |
Nov. | Toscana | A Santa Gonda. E’ rinnovata allo Sforza la condotta da parte della lega antiviscontea. | |||
1437 | |||||
Gen. | Toscana Romagna e Marche | Assedia Montecarlo; con l’arrivo di Niccolò Piccinino preferisce desistere dall’ azione. Si porta in Romagna che lascia con Manno Barile; giunge a Fano; si sposta con tale condottiero negli alloggiamenti invernali collocati nella Marca a Camerino, a Jesi ed a Macerata. | |||
……………. | Sforza | Camerino Milano | Marche | Infesta il territorio di Camerino allorché la città si ribella allo Sforza; gli abitanti chiamano in loro soccorso il Piccinino. Il Furlano assedia Fiordimonte; minaccia di morte i difensori nel caso in cui i difensori non si arrendano alle sue armi. | |
Ago. | Marche | Non è in grado di impedire che gli abitanti di Camerino recuperino Serravalle di Chienti. Con Pietro Brunoro, Giovanni Sforza e Niccolò da Pisa obbliga Francesco Piccinino e Nolfo Chiavelli a lasciare il territorio di Fabriano. | |||
Sett. | Firenze | Lucca | Toscana | Con i fratelli Cristoforo e Giovanni da Tolentino costringe Luigi dal Verme a rientrare in Lombardia. Muore Cristoforo da Lavello. | |
Ott. | Emilia Marche | Ai primi del mese è segnalato a Sassuolo; i suoi uomini sono alloggiati a Rubiera. Di seguito attraversa il pesarese con 700 cavalli (la sua compagnia, per gli osservatori, non pare godere di buona salute). | |||
Nov. | Sforza | Camerino Milano | Romagna e Marche | Lascia la Toscana; transitano per Forlì 1000 cavalli delle sue compagnie. Il Furlano si imbarca a Ravenna con i carriaggi per poi continuare la sua marcia per la marca di Ancona. Camerino si ribella allo Sforza. Il Furlano piomba in tale territorio; fronteggia Francesco Piccinino; taglieggia le campagne con continue scorrerie. | |
Dic. | Marche | Blocca un’incursione di Francesco Piccinino su Fermo. A fine mese si ferma a San Maroso. | |||
1438 | |||||
Gen. | Milano | Chiesa | Umbria e Marche | Conquista numerosi castelli che consegna al signore di Foligno Corrado Trinci: è rimproverato con asprezza dallo Sforza per tale fatto. Nel contempo gli abitanti di Camerino gli offrono del denaro affinché assuma la difesa della città; adescato anche da un premio che gli è promesso dal Visconti, abbandona l’assedio di Cessapalombo e restituisce agli abitanti di Camerino tutto ciò che ha loro tolto fino a quel momento. Altra concausa della diserzione consiste nell’avere intercettato una lettera dello Sforza al fratello Alessandro nella quale gli raccomanda la sua cattura. Il Furlano cavalca presso le mura di Macerata, si riduce ad Urbisaglia e da qui minaccia Matelica ed i possedimenti sforzeschi. Attacca Montecassiano. | |
Feb. | Umbria e Marche | Alla testa di 800 cavalli si collega con Francesco Piccinino, entra nel tudertino e si impadronisce di dodici castelli, tra i quali Poggio del Colle (Poggio), che viene messo a sacco per precedenti offese degli abitanti. Si sposta ad Aquasparta. Il duca di Milano gli ordina di allontanarsi dal territorio di Todi per combattere i pontifici. Intimidisce Ascoli Piceno. | |||
Mar. | Marche | Alessandro Sforza blocca a lui ed a Francesco Piccinino il passo a Sarnano. A metà mese è segnalato, sempre con tale condottiero, nel recanatese. | |||
Apr. | Umbria | Rientra in Umbria con la firma della pace tra il duca di Milano e lo Sforza. E’ invitato da Corrado Trinci e dall’abate di Montecassino Pirro Tomacelli, assediato nella rocca di Spoleto dagli abitanti, ad assalire la città. Accetta la richiesta; alla testa di truppe provenienti da Foligno e da Norcia attacca la località con Francesco Piccinino. L’azione termina quando Pirro Tomacelli si accorda con gli spoletini e con l’inviato del papa Eugenio IV Amoretto Condulmer. Francesco Piccinino si dirige nel contado di Assisi per metterlo a sacco, mentre Taliano Furlano rimane, ad assediare Spoleto alla cui difesa vi sono ora Baldovino da Tolentino e Sbardellato da Narni. | |||
Mag. | Umbria e Marche | Chiede rinforzi a Francesco Piccinino, a Corrado Trinci ed alle autorità di Norcia, di Bevagna e di Montefalco affinché tutti insieme assalgano Spoleto. Ai primi del mese prende la via dei monti, vince la resistenza dei presidi che sorvegliano i passi ed irrompe nottetempo nella città sottoposta ad un orrendo saccheggio che non risparmia né case né chiese. Sono mille gli spoletini cui è richiesto un riscatto e 14000 some di bottino condotte a Foligno. Il Furlano si ricongiunge ancora con Francesco Piccinino. Muove ora contro Assisi; si accampa a Santa Maria degli Angeli dove, dopo due giorni, è raggiunto da due commissari viscontei che sollecitano il suo rientro in Lombardia. Prende la strada per Pianello e si ferma ad assediare Pergola. | |||
Giu. | Milano | Venezia | Marche Romagna Emilia e Lombardia | Devasta il territorio di Fano con Francesco Piccinino, transita per Rimini, il forlivese, si avvia a Bologna per congiungersi con le truppe viscontee con le quali contrastare i veneziani. Supera il Po a Sommo; affianca il Piccinino all’ assedio di Casalmaggiore; penetra nel bresciano su alcuni ponti approntati a Canneto sull’Oglio e a Marcaria. | |
Lug. | Lombardia | Gli sono concesse varie terre nel cremonese quali Castelleone, Piadena, San Giovanni in Croce e la “Curia Cavalcabò” comprendente Corte Madama, Castedidone, Spineda e vari beni appartenenti a nobili bresciani. | |||
Autunno | Lombardia | Prende parte all’ assedio di Brescia. Si attenda presso la torre di Mombello; dirige il tiro di 15 bombarde contro le mura della città. | |||
Nov. | Lombardia | Impegnato sempre all’assedio di Brescia. Colloca i suoi alloggiamenti a Sant’ Apollonio; fa scavare alcuni cunicoli sotto la torre di Sant’Andrea. Viene tentato l’assalto generale nella parte orientale delle mura proprio verso la torre puntellata con travi legate insieme. E’ dato il fuoco a queste, molti uomini riescono a scavalcare il fossato prosciugato negli stessi giorni, a superare le macerie ed a raggiungere la cima del terraglio di Mombello senza che i difensori possano opporsi alla loro avanzata. La mischia dura quattro ore; in essa cadono più di 200 viscontei ed una quarantina di bresciani; elevato è pure il numero dei feriti. L’attacco è respinto. Uguale risultato ha un nuovo assalto portato tra Mombello e Ravarotto: i difensori, aiutati dalle donne e dai bambini, riparano quello che i suoi guastatori distruggono. Il Furlano è segnalato uccidere con la balestra coloro che si affannano a rafforzare le mura. | |||
Dic. | Lombardia | A metà mese è ordinato un nuovo attacco generale a Brescia. Si accosta di notte al bastione di Mombello, puntellato e pronto a crollare; fa dare fuoco alle grosse travi che lo sostengono con l’obiettivo di fare cadere le macerie all’interno della cinta muraria; i massi si ribaltano invece dalla parte dei ducali e schiacciano alcuni fanti. Il giorno seguente conduce l’assalto con gli uomini d’arme a Ravarotto: i fuochi gettati dall’alto delle mura ed i vasi pieni di calce bollente provocano tanto fumo che manca il respiro agli attaccanti: questi ultimi sono costretti ad abbandonare le armi. Tanta è la rabbia nel Furlano che si sfoga barbaramente su un prigioniero, Mengo da Ghedi. Nell’anno viene infeudato dal Visconti di Castelleone e di Piadena. | |||
1439 | |||||
Gen. | 1000 cavalli | Lombardia Trentino | Si inoltra in Val di Sabbia; ostacola con efficacia i tentativi del Gattamelata volti a fare affluire in Brescia convogli di rifornimenti. A metà mese, al comando di 600 cavalli e di 1000 fanti si porta verso Tenno, distrugge sulla via di Lodrone una carovana diretta verso la città proveniente da Torbole. I veneziani si ritirano su un monte dove vengono assaliti: sono costretti ad arrendersi con la cattura di 200 cavalli e di 600 fanti. Con la vittoria Taliano Furlano muove su Lodrone alla testa di 3000 fanti (per lo più cernite del mantovano e fanti tedeschi che gli sono stati forniti dal vescovo di Trento) e di 600 cavalli. Attraversa il Sarca su un ponte gettato in anticipo, tenta di salire su un monte vicino. Un forte contingente di bresciani, guidato da Gerardo Dandolo, da Taddeo d’Este e da Diotisalvi Lupi, esce dal capoluogo, si congiunge con Paride di Lodrone che, da parte sua, attacca i 300 uomini posti alla guardia del ponte, fa strage dei difensori e rompe il manufatto. Il Furlano è sbaragliato in tre ore a Ponale /Castel Romano: tra i viscontei sono uccisi 500 fanti, per lo più tedeschi ed alcuni cavalli tra i quali un figlio dello stesso condottiero; sono catturati 1500 fanti e 300 cavalli. Il Furlano riesce a prendere la via di Riva del Garda con 1000 fanti e 300 cavalli; giorni dopo (sempre a fine mese) è ancora sconfitto a Toscolano-Maderno dal Lupi in uno scontro in cui a stento sfugge alla prigionia, mentre altri 400 dei suoi uomini (tra cui Niccolò Terzi, Antonio da Trivulzio e Giovanni Fratto) sono catturati. Il Furlano raggiunge di notte Salò, inseguito per via di terra dai fanti del Lupi e dal litorale del lago di Garda dal fuoco dell’artiglieria della flotta veneziana. Oltre la vergogna delle sconfitte il Furlano deve subire notevoli rimproveri da parte del Piccinino. | ||
Mag. | Lombardia | A metà mese gli è concesso il feudo di Vighizzolo. | |||
Giu. | Lombardia | Staziona con 2000 cavalli a Roncadelle, a Borgosatollo e nei paesi pedemontani sempre allo scopo di intercettare il flusso dei rifornimenti diretto a Brescia. | |||
Lug. | Lombardia | Si porta a San Giacomo di Castenedolo con 2000 uomini tra fanti e cavalli per sfuggire alla peste; in un secondo momento si sposta a San Felice del Benaco per tagliare la strada a Taddeo d’Este ed al Lupi che hanno lasciato Brescia con 300 cavalli e 1200 fanti. Nello scontro è inizialmente catturato dai nemici; liberato dall’intervento dei suoi, sconfigge i veneziani grazie all’ indisciplina che domina nelle file degli avversari. Rimasto padrone del campo, giunge a Bedizzole ed occupa il ponte di Novi sul Chiese per sorvegliare i movimenti delle truppe veneziane. I bresciani approfittano della sua assenza per impadronirsi di Sant’ Eufemia della Fonte, il cui presidio si ritira senza combattere. | |||
Ago. | Lombardia | I veneziani trasportano una flotta sul lago di Garda attraverso la catena del Baldo: il Furlano riunisce a Desenzano del Garda parecchi galeoni. | |||
Sett. | Lombardia | Recupera e mette a ferro e fuoco Gavardo; scorre a Sant’Eufemia della Fonte, esce da Padenghe sul Garda, si collega con Niccolò Piccinino e Gian Francesco Gonzaga; batte a Toscolano-Maderno Taddeo d’Este; viene distrutta parte della flotta lacuale dei veneziani. | |||
Nov. | Lombardia | Niccolò Piccinino entra in Verona; nonostante le richieste del capitano generale Taliano Furlano non si allontana dalla Riviera del Garda per sostenerne l’azione. Rifiuta di spostarsi alla Chiusa di Verona onde impedire che i difensori della città ricevano soccorsi dallo Sforza. Ai rimproveri del Piccinino oppone gli ordini scritti del duca di Milano. | |||
1440 | |||||
Gen. | Lombardia | E’ fermo a Montichiari per bloccare il flusso dei rifornimenti a Brescia: dà l’ordine che chiunque sia sorpreso fuori dal capoluogo debba essere trattato senza umanità. | |||
Feb. | Lombardia | Alla testa delle truppe con Luigi dal Verme. | |||
Mar. | Lombardia Trentino | Alla notizia che da Tignale è stato introdotto del frumento in Brescia lascia il campo di Salò, giunge nei pressi del capoluogo e blocca ogni fonte di rifornimento; vettovaglia, a sua volta, Riva del Garda che è quasi assediata dagli avversari. | |||
Apr. | Trentino Lombardia | Cavalca in Val di Ledro. Sconfigge Guerriero da Marsciano che sta tentando di condurre un carico di vettovaglie destinato ai difensori di Brescia. Si porta poi a Riva del Garda con Biagio Assereto. Attaccato dalla flotta nemica a Torbole, è messo in fuga; i viscontei subiscono nello scontro la perdita di 200/500 uomini e la cattura di altri 410 soldati. Ferito nello scontro, il Furlano è trasportato a Riva del Garda da cui fugge per il timore di restarvi assediato. La località, peraltro, cadrà in potere degli avversari il mese successivo. Di seguito il Furlano bombarda ed incendia Bagnolo Mella dopo che i bresciani, con un colpo di mano, si sono impossessati dei locali magazzini forniti di farina e di bestiame. | |||
Mag. | Lombardia | Tenta la distruzione della flotta veneziana chiusa nel porto di Torbole. E’ sconfitto prima dal provveditore Stefano Contarini e da Pietro Brunoro e, poi, dal Sarpellione. Gli è inflitta la perdita di navi e di cavalleria. | |||
Giu. | Lombardia | Con Luigi dal Verme arretra le linee difensive nel bresciano; si attesta sull’Oglio: sconfigge l’avanguardia sforzesca, si accampa tra Soncino ed Orzinuovi e controlla il ponte posto tra i due castelli. Francesco Sforza decide di attaccarlo per togliergli Orzinuovi, la sola fortezza rimasta nelle mani dei ducali sulla riva sinistra dell’ Oglio: lo fa attaccare dal Sarpellione con i fanti e due squadre di cavalli. Il Sarpellione finge di retrocedere secondo gli ordini ricevuti per allontanarlo dalle rive del fiume; il Furlano cade nel tranello, le sue truppe avanzano incautamente, si trovano in mezzo a forze superiori numericamente e non sono più in grado di difendere né il ponte né il castello. Lo Sforza attraversa l’Oglio, piomba sui ducali a Soncino, cattura 1500 cavalli e toglie loro quasi tutte le salmerie. Il Furlano si vede circondato nel corso della battaglia, si getta nel fango e nei canneti dell’Oglio e di notte si porta a Crema. | |||
Lug. | Lombardia | Si fortifica in Casalmaggiore. Anche tale località perviene in potere dello Sforza. | |||
Dic. | Toscana e Liguria | Alla morte del doge di Genova Tommaso Fregoso attraversa la Lunigiana e raggiunge Savona. | |||
1441 | |||||
Gen. | Lombardia | Ritorna a difendere la Ghiaradadda con Luigi dal Verme. Affianca Niccolò Piccinino nella sua controffensiva in Lombardia. | |||
Feb. | Lombardia | Nel bresciano. A marzo conquista la rocca di San Giovanni in Croce. | |||
Giu. | Lombardia | Si muove in soccorso del Piccinino a Martinengo con 1500 cavalli assieme con il Sarpellione (che ora milita per i ducali), il dal Verme e Luigi da San Severino. Con il suo intervento dà un forte contributo alla vittoria di Cignano. | |||
Lug. | Domanda con insistenza al Visconti le terre dello Sforza di Bosco Marengo e di Frugarolo poste nell’ alessandrino; simili richieste di espansione territoriale vengono avanzate al Visconti da parte del Piccinino per Piacenza, da Luigi da San Severino per Novara e da Luigi dal Verme per Tortona: tutto ciò induce il duca di Milano a ricercare la pace con la lega ed a promettere ancora una volta in moglie allo Sforza la figlia Bianca Maria. | ||||
Ago. | Lombardia | Si incontra con il Piccinino e lo Sforza allorché lascia il campo di Martinengo; si riconcilia con lo Sforza ed è da lui perdonato per le vicende del passato. Il duca di Milano lo infeuda di Castellazzo. | |||
1442 | |||||
Mag. | Emilia | Esce da Piacenza con galeotto da Barbiano. | |||
Lug. | …………….. | Viene fatto incarcerare dal duca di Milano: tutti i suoi beni sono messi a sacco ed i soldati delle sue compagnie vengono svaligiati. Sarà poco dopo liberato. | |||
1444 | |||||
Autunno | Milano | 2000 cavalli | Romagna ed Emilia | Nel faentino e nel bolognese. | |
1445 | |||||
Mag. | Milano | Sforza | Romagna | A Casemurate con 1000 cavalli e 1000 fanti. | |
Giu. | Milano | Bologna | Emilia | Con l’assassinio del signore di Bologna Annibale Bentivoglio è chiamato nella città dai Canedoli. | |
Lug. | Emilia | E’ segnalato sull’Idice dove viene informato della sconfitta dei suoi alleati. Si precipita su Castel Bolognese, dà alle fiamme i raccolti e distrugge i mulini del contado; ottiene a patti Castel Guelfo di Bologna, depreda fino a Castel dei Britti; occupa Piumazzo, Crevalcore, San Felice e Medicina; attacca vanamente Budrio ove rimangono uccisi 24 dei suoi uomini. Per vendetta il Furlano fa incendiare molte case dei dintorni. | |||
Ago. | Chiesa | Sforza | Emilia e Romagna | Prosegue in Romagna per concertare la sue operazioni con Sigismondo Pandolfo Malatesta e muovere guerra nella marca di Ancona allo Sforza. Nella sua marcia tocca la bastia del Zaniolo/Genivolo e Castel Bolognese; entra nel forlivese con 3000 uomini e pone il campo tra Cosina, Villanova e Cassignano. | |
Sett. | Romagna | A San Lorenzo in Strada, nei pressi di Rimini, con 2000 uomini tra fanti e cavalli. Lascia Montefiore Conca. | |||
Ott. | Capitano g.le | Marche | Si trova a Fano. Si collega con Sigismondo Pandolfo e Domenico Malatesta, Carlo di Montone e Roberto da Montalboddo: si reca ad Osimo ed a Recanati che sono nelle mani dei pontifici. Cerca di impadronirsi di sorpresa di Ancona; è respinto un suo attacco alla Porta cittadina di Capodimonte. Ottiene senza combattere il castello di Montesanto (Potenza Picena); con il Malatesta assedia Civitanova Marche. Viene assalito da Francesco e da da Alessandro Sforza, nonché da Federico da Montefeltro: i condottieri avversari si attendano sul Chienti. Il Furlano decide di abbandonare nottetempo le proprie posizioni per rifugiarsi a Potenza Picena. Da tale località prega più volte Giovanni Ventimiglia di spostarsi dagli Abruzzi e di spingersi più a nord: il capitano aragonese non si vuole invece muovere per timore degli avversari. Ognuno se ne sta fermo: la situazione è risolta dallo stesso Sforza che abbandona il campo di Montolmo (Corridonia). | ||
Nov. | Marche | Esce da Cingoli e si dirige a Montecchio (Treia); conquista Montemilone (Pollenza), si volge con il Ventimiglia su Fermo: trova le porte chiuse in Sant’Angelo in Pontano; espugna il paese con un breve assedio, ne dirocca la fortezza e depreda il paese. Ottiene Mogliano e San Severino Marche. Si divide dal Ventimiglia e scende verso il mare. Lo Sforza si fortifica nell’urbinate. Sottomette ancora Potenza Picena e riduce all’obbedienza i castelli circostanti; si accampa a Montalto. Lascia Sant’Angelo in Pontano, entra in Fermo per la Porta di San Marco e prende alloggio nella casa di un ebreo. Assedia nella rocca del Girifalco Alessandro Sforza; come in altre circostanze impedisce l’ingresso nel castello a qualsiasi tentativo di vettovagliamento. Alessandro Sforza è costretto a fare macellare le cavalcature per aver di che cibarsi. A fine mese escono dalla fortezza tutti coloro che vengono giudicati inabili alla difesa. Il Furlano allestisce delle mine per fare crollare le mura; gli assalti e gli apparecchi di offesa risultano vani. | |||
Dic. | Marche | Si impadronisce di Rocca Contrada (Arcevia) per trattato; cavalca a Fabriano ed aspetta l’esercito aragonese spostatosi a sua volta ad Ascoli Piceno: ai pontifici per conquistare tutta la marca di Ancona mancano solo le conquiste di Jesi e di Fermo. | |||
1446 | |||||
Gen. | Marche | Con Antonio Rido assedia di nuovo Alessandro Sforza e Santo Parente nel Girifalco; inizia a forare il monte, riempie una seconda cava con botti piene di polvere di bombarda. | |||
Feb. | Marche | Alessandro Sforza si arrende a patti, consegna la fortezza del Girifalco e si imbarca con uomini e beni su due navi. | |||
Mag. | Marche | Si trova a Tolentino, vi è accolto con vino, pane, pesce, ciliegie, fave, formaggio e confetti. Con Angelo di Roncone assale Dolce dell’ Anguillara e gli toglie 400 cavalli. | |||
Giu. | Umbria | ||||
Lug. | Marche | Prende parte all’assedio di Jesi con il cardinale legato Ludovico Scarampo ed il viceré degli Abruzzi Raimondo Boilo. Si colloca tra Fossombrone e Fano e partecipa al consiglio di guerra in cui si stabilisce di proseguire la campagna e di scacciare lo Sforza da tutta la marca di Ancona. | |||
Ago. | Marche | Viene contattato dai fiorentini per abbandonare il campo pontificio: scoperto casualmente o su delazione degli stessi fiorentini, il duca di Milano chiede la sua morte. Taliano Furlano viene catturato dall’inviato ducale Giorgio d’Annone con l’aiuto dell’aragonese Raimondo Boilo. Secondo un’altra fonte il Furlano è arrestato mentre sta banchettando con il cardinale Scarampo. E’ imprigionato in Arcevia e vi viene fatto decapitare a metà mese dal castellano della località. Viene giustiziato anche per i danni arrecati a numerose chiese del forlivese durante un suo passaggio in tale territorio. Sposa Elena Tomacelli, nipote del papa Bonifacio IX. |
CITAZIONI
-“Huomo di gran fama.” CORIO
-“Che tirava d’una balestra a donne, e femmine, a pulcelle, come farebbe un Nerone.” DECEMBRIO
-“D’animo fiero, e crudele uno d’ condottieri de’ nemici, che a noi più di tutti fu infesto.” BROGNOLI
-“Magnus conductor gentium.” ANNALES FOROLIVIENSES
-“Lui era uno velente capitanio de gente d’arme.” CRONACA MALATESTIANA
-“Acer bellator.” CORNAZZANO
-“Capitano di grande stima.” SPINO
-“Nato di natali rusticani..ascese ai sommi gradi della milizia.” ROSETTI
-“Multae prudentiae imperatore.” ANGELITA
-“Mirae solertiae vir.” PLATINA
-“Supremo comandante dell’armi del Visconte.” VIANOLI
-“Gentium nobis inimicarum ductoribus aliis plurimis viris, et armigeris prestantibus.” Da un documento di Filippo Maria Visconti riportato dall’OSIO
-Con Francesco Piccinino “Strenuos tunc duces.” MINERVIO
-“Non mancò di ogni pruova di buon Capitano.” VERDIZZOTTI
-“Principal Condottiero d’armi.” VEDRIANI
-“Crudele condottiero.” GUERRINI
-“Famoxo infra i notabili homine del duca (di Milano); era passado con trionfo e superbo, a avea dado grande danno sul tereno de Forlì, e massimamente a la Caxa de Dio, in gle luoghe dove trovava cosa o robba di giexa o de spedale.” G. DI M. PEDRINO
-“Detto per sopranome per il valore cje avea il gran Uomo d’arme.” COLUCCI
-“Divenuto buon soldato sotto gli Ordelaffi ed in altre guerre.” P. BONOLI
-Con Antonello della Serra “Le quali nello loro tempo avero grande honore.” BROGLIO
-“Grande huomo d’arme.” FERRANTI
-“Uno dei più prodi capitani sforzeschi.” MARIANI
-“Ch’era per sopranome detto il Tagliaccio: per la bravura del quale rimase come proverbio in Lombardia, che chi si mostrava più contegnoso, e più feroce degli altri, si diceva far il tagliaccio.” GRATTAROLO
-“Scomparve.. un longevo e spregiudicato capitano, che visse l’epoca d’oro dei condottieri di ventura e operò al fianco dei massimi protagonisti, pur non raggiungendo la fama di Sforza e di Piccinino: ma per tutta la sua carriera si barcamenò con una certa abilità tra le principali potenze politiche del Quattrocento italiano. Verosimilmente di umile origine, Taliano riuscì a costruirsi discrete fortune economiche e un’adeguata posizione sociale, sposando la nipote del signore di Foligno, ottenendo feudi dal duca di Milano e facendo sposare con Bianca di Lancillotto Visconti, appartenente a un ramo secondario della famiglia ducale, il proprio figlio Ettore (che nel 1461 ottenne dl duca il feudo di Cameriano).” ROMANONI
-“Al di là delle sconfitte e delle vittorie, Italiano Armuzzi fu tenuto in grande rispetto e spesso temuto dagli altri grandi condottieri contemporanei. Da molti fu odiato, e alcuni cronisti ne condivisero la condanna, soprattutto per i massacri rabbiosi quanto inutili che compì per vendetta nel momento della sconfitta, per i saccheggi e le devastazioni operati nei borghi e nelle campagne nemiche e, indifferentemente, nei territori che avrebbe dovuto proteggere.” SPADA
Fonte immagine: wikimedia