ALESSANDRO SFORZA

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Alessandro Sforza
Alessandro-Sforza, Ritratto, Palazzo dei Priori di Fermo. Pinacoteca Comunale

Last Updated on 2023/11/24

ALESSANDRO SFORZA  (Gregorio Sforza) Di Cotignola. Signore di Pesaro, Gradara, Castelnuovo.

Figlio naturale di Muzio Attendolo Sforza; fratello di Francesco Sforza, Giovanni Sforza e Leone Sforza; fratellastro di Bosio Sforza e di Corrado da Fogliano; padre di Costanzo Sforza, genero di Guidantonio da Montefeltro, suocero di Federico da Montefeltro. Cavaliere dell’ordine dell’Ermellino.

1410 (ottobre) – 1473 (aprile)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
…………….

E’ chiamato in un primo tempo Gregorio e poi Alessandro per l’affetto che il padre nutre per l’antipapa Alessandro V. Viene destinato alla carriera ecclesiastica.

1415
Mar.CampaniaE’ dato in ostaggio dal padre a Pandolfo Alopo con fratelli e cugini.
Ago.CampaniaViene incarcerato con i fratelli allorché alla corte di Napoli prevale il partito di Giacomo di Borbone conte de la Marche, marito della regina Giovanna d’Angiò.
1420Emilia e LazioDeve lascare Ferrara, dove risiede, per recarsi a Roma in ostaggio alla corte papale.
…………..Le sue prime esperienze militari sono agli ordini di Micheletto Attendolo.
1430

Ad agosto è dato ancora in ostaggio ai congiurati lucchesi, che hanno deposto dalla signoria di Lucca Paolo Guinigi e consegnato al fratello 12000 fiorini affinché si allontani da tale centro.

1433
Nov.SforzaChiesaRomagna e MarcheAffianca il fratello Francesco alla conquista della marca d’Ancona. E’ segnalato a Rimini ed a Jesi.
Dic.MarcheA Fermo. Gli è affidata la rocca cittadina, il Girifalco.
1434
Feb.UmbriaSegue il fratello Francesco in Umbria. Scorre fin sulle porte di Roma.
Mag.SforzaCamerinoMarche

Ai primi del mese è segnalato con Foschino Attendolo    a Camporotondo di Fiastrone. Raccoglie nel fermano 2000 uomini ed assale il castello di Servigliano. Entra in Amandola  ribellatasi ai da Varano;  a fine mese gli si arrende anche Penna San Giovanni. Attaccato all’ improvviso in Amandola da Cristoforo da Tolentino con 600 cavalli è costretto ad una rapida fuga. La città è messa a sacco.

Dic.ChiesaFortebraccioLazioSverna a Viterbo con 150 cavalli.
1435
Gen.Lazio

Fornisce 80 cavalli a Giacomo di Vico al fine di permettergli di rientrare a Vetralla. E’ nominato luogotenente della Marca  al posto di Foschino Attendolo.

Apr.LazioSi segnala all’assedio di Montefiascone.
Lug.MarcheSi ferma a Rocca Contrada (Arcevia).
Ago.Marche

E’ scelto dal fratello come suo luogotenente e governatore della marca d’ Ancona a causa della cattura a Montefalco del fratello Leone da parte di Niccolò Fortebraccio. Si collega con Taliano Furlano e Manno Barile; si ferma ad Arcevia, da qui marcia verso Serra dei Conti per difendere Camerino dalle scorrerie nemiche;  si scontra con il Fortebraccio a Fiordimonte. Toglie ai nemici  i carriaggi e le prede.

Sett.Umbria e Marche

Prosegue con Taliano Furlano per Assisi dove nella rocca è rinchiuso il fratello Leone: il congiunto sarà liberato il mese successivo dagli abitanti della città. Rientra nella marca d’ Ancona a San Giusto. Impone agli abitanti di Recanati e di Macerata di trovare un accordo sulle questioni che dividono le due comunità pena un suo pesante intervento.

Ott. dic..MarcheA metà mese è a San Ginesio. A novembre a Monte San Pietrangeli. A dicembre a San Severino Marche.
1436
Mar.MarcheViene nominato governatore di Fermo in assenza del fratello Francesco.
Apr.MarcheAd Osimo, per rendere omaggio al marchese di Ferrara Niccolò d’Este in transito per le Marche.
Ago.Sforza AngiòRe d’AragonaMarcheFrancesco Piccinino si avvicina ai possedimenti sforzeschi. Alessandro Sforza abbandona Ascoli Piceno e fa ritorno a Fermo.
Ott.ChiesaEmiliaPresidia Bologna con il fratello Francesco ed il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Nov.MarcheDi stanza a Fabriano.
1437
Feb. apr.Marche

Si ferma a Fermo per due mesi. Impone agli abitanti di Montecchio (Corridonia) come podestà cittadino Niccolò dei Malespini di Ascoli Piceno al posto di Gentile Chiavelli di Gualdo scelto dagli abitanti. Sempre ad aprile accoglie a Loreto il marchese Niccolò d’Este in pellegrinaggio al locale santuario.

Mag.SforzaRe d’AragonaMarcheAlla guardia di Osimo.
Giu. sett.Marche e Abruzzi

Contrasta i fuoriusciti della Marca che appoggiano Francesco Piccinino. Costoro irrompono dagli Abruzzi ed assalgono Ascoli Piceno. Lo Sforza si asserraglia in tale città; alla notizia che il condottiero rivale sta scorrendo il territorio di Fabriano esce da Fermo e per la via di Urbisaglia  e di Tolentino giunge in tale località dopo avere richiesto alle varie comunità marchigiane balestrieri e picchieri. A San Severino Marche. Rientra a Fermo;  lascia a Fabriano il fratello Giovanni con Niccolò da Pisa; da qui effettua una puntata negli Abruzzi dove si impadronisce di Civitella del Tronto. A settembre con il  fratello Giovanni e Niccolò da Pisa libera Ascoli Piceno dall’ assedio che vi è stato posto da Francesco Piccinino.  Costringe l’avversario a ripiegare verso gli Abruzzi.

Dic.Marche

Stipula ad Appignano del Tronto una tregua di 15 giorni con Giosia Acquaviva ed Ardizzone da Carrara. Subito dopo si dirige a Fermo dove i marchigiani nelle feste natalizie gli fanno avere i doni consueti quale luogotenente e governatore della regione.

1438
Gen.Marche

Il fratello Francesco gli scrive di catturare Taliano Furlano; la lettera è intercettata da quest’ultimo che in tal modo riesce a salvarsi. Alessandro Sforza si allontana da Fermo;  giunge a San Severino Marche per controllare da vicino le possibili evoluzioni della situazione.

Feb. mar.Marche

Francesco Piccinino e Taliano Furlano minacciano insieme Ascoli Piceno. Lo Sforza corre a Sarnano: la notizia della pace conclusasi tra il fratello Francesco ed il duca di Milano fa cessare presto le ostilità. Si porta a Macerata ed a San Severino Marche; visita Tolentino con il fratello Francesco; blocca a Sarnano la strada al Furlano ed a Francesco Piccinino.

Giu.ChiesaMilanoUmbria

Lascia San Severino Marche;  si colloca tra Fossato di Vico, Sigillo (Nocera Umbra) e Gualdo Tadino; si allontana da Fossato di Vico con il fratello Giovanni, tocca Santa Maria degli   Angeli e per Pianello giunge a Branca nell’eugubino.

Lug.UmbriaCostringe alla resa Norcia dopo un breve assedio.
1439
………….UmbriaAl governo di Assisi.
Nov.VeneziaMilanoVeneto

Coadiuva il fratello Francesco al recupero di Verona, occupata tre giorni prima dai ducali.  Con il  Gattamelata conquista Porta Oriello, difesa da truppe gonzaghesche, e Porta Vescovo, sorvegliata da alcuni veronesi che si arrendono subito.

Dic.Marche

Raggiunge per mare la marca d’ Ancona con 2000 fanti;  vi è ancora nominato luogotenente e governatore della regione al posto di Micheletto Attendolo.

1440
Mar.Romagna e MarcheA Rimini prima; a Macerata e Fermo successivamente. Nelle varie località presenzia a rassegne di milizie sforzesche.
Apr.FirenzeMilanoUmbria e Toscana

Lascia Fermo; è segnalato a Fabriano, a Tolentino,  a San Severino Marche ed a Assisi. Si trasferisce per qualche tempo  in Toscana per fare fronte alle milizie di Niccolò Piccinino.

Mag.MarcheAd Osimo. Provvede alla difesa della Marca. Impone come podestà di San Severino Marche l’osimano Gozzone Gozzoni.
Giu. lug.MarcheRientra a Fabriano.
Ago. sett.SforzaRe d’AragonaAbruzzi

Affronta negli Abruzzi Giosia Acquaviva, Raimondo Caldora e Riccio da Montechiaro. Si accampa a Forcella pronto ad espugnare Cellino Attanasio e Montesecco, gli unici  castelli rimasti sotto il contro degli avversari. Invece di ricorrere alle cernite del territorio chiede ai maceratesi un contributo in denaro per dare il soldo ai suoi uomini. Fa raccogliere notevoli quantitativi di paglia e fieno per permettere alla cavalleria pesante sforzesca di svernare nelle Marche tra Jesi, Montefilottrano (Filottrano), Cingoli, Appignano, Serra de’ Conti, Fabriano, Rocca Contrada (Arcevia) e Serra San Quirico.

1441
Gen. feb.Marche

Si trasferisce a San Severino Marche: gli sono consegnati dai priori le chiavi delle porte cittadine ed i contrassegni delle rocche locali. Taglieggia la popolazione della Marca con gravosi balzelli e  requisizioni di vettovaglie per i suoi soldati.

Lug.Marche e Abruzzi

Lascia le Marche con 1500 cavalli per compiere un’incursione a Loreto Aprutino controllata da Antonio Caldora. Entra per trattato in Pescara, vince gli avversari ad Ortona mettendo in fuga sia Giosia Acquaviva che Riccio da Montechiaro che si salvano con la fuga a Chieti. Raimondo Caldora è invece catturato con 500 cavalli. Quest’ ultimo viene condotto prigioniero a Fermo per essere rinchiuso nel Girifalco; sottoposto ad un trattamento onorevole sarà liberato solo dietro il pagamento di una taglia di 8000 scudi. Lo Sforza si accampa poi a Monte Corvino; non sa tuttavia approfittare della vittoria  lasciando agli aragonesi il tempo di riprendersi. E’ affrontato a Città Sant’Angelo da Antonio Caldora, che lo obbliga a ritirarsi.

Nov.MarcheSi pone come paciere in una contesa che divide Federico da Montefeltro da Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Dic.MarcheA Monterubbiano.
1442
Gen. mag.FirenzeMilanoMarche e Romagna

A Monterubbiano. Di seguito alterna la sua residenza tra Fermo e Monterubbiano non cessando di vessare le popolazioni soggette con sempre nuove tasse ed imposizioni. A fine maggio si muove con alcune squadre di uomini d’arme alla difesa di Forlì.

Giu.MarcheAccoglie in Fermo il fratello Francesco e la moglie Bianca Maria Visconti. Nell’occasione fa livellare la piazza di San Martino.
Lug.SforzaNapoli ChiesaMarcheRaggiunge il fratello a Monte San Martino.
Ago.MarchePrende parte alla battaglia di Amandola.
Nov. dic.Umbria e Marche

Cerca di difendere Assisi dall’assalto di Niccolò Piccinino: l’attacco è portato in una notte senza luna e sotto una fitta pioggia. I bracceschi si gettano nelle strade avidi di bottino;  Carlo di Montone aggredisce i suoi 800 cavalli e  costringe lo Sforza a ritirarsi nel cassero della rocca maggiore con i cittadini più ricchi. Ai primi di dicembre ne esce di notte in gran segreto con Guido da Scifa. Ripara a Macerata ed a San Severino Marche.

1443
Feb.Alfonso d’Aragona entra trionfante in Napoli. Alessandro Sforza è invece costretto a rientrare nelle Marche.
Mar.MarcheSi trova a Montecchio (Treia)
Giu.Marche

Si accampa alle Moline di Macerata con il fratello Francesco; prende parte all’ espugnazione di Esanatoglia.   Rimane ferito nel corso del combattimento.

Lug.MarcheAssedia Tolentino. Con la conquista della località ne resta alla guardia.
Ago. sett.Marche

Sosta lungo la Valle del Chienti e nei pressi di Macerata, per requisirvi vettovaglie per le truppe. Da qui giunge a Fermo alla testa di 3000 uomini tra fanti e cavalli. La città è fortificata all’interno ed all’ esterno con trincee e terrapieni; per essere sempre pronto alla difesa fa innalzare il suo padiglione nel mezzo della piazza. E’ assalito in Fermo da 10000 aragonesi: ha sentore di una congiura ai suoi danni per cui fa arrestare numerosi cittadini; ne getta alcuni nelle carceri del Girifalco ed altri ne invia a Fano e nelle rocche di Ascoli Piceno e di Offida. Assale la retroguardia nemica;  è obbligato a rientrare subito a Fermo.

Ott.MarcheSi impadronisce di Montegranaro dopo averne dato alle fiamme la porta ed averne rotto la cinta muraria in più punti.
Nov.Marche

Esce da Fermo con 3000 uomini e 2000 fanti delle milizie cittadine;  alla difesa della città rimangono Conticino da Carpi e Cristoforo da Cremona. Costeggia il litorale, raggiunge Ancona dove vi si imbarca per collegarsi con il fratello Francesco. Assieme con  Sigismondo Pandolfo Malatesta ed il fratello sconfigge  a Montelauro, sul Foglia, Niccolò Piccinino.

1444
Gen.MarcheSi attenda a Santa Vittoria in Matenano.
Apr.Marche

Viene scoperta a Montefortino una congiura tendente a consegnare il castello ai pontifici. Vi accorre prontamente e mette a sacco la località.

Mag.MarchePiomba su Force. Cattura 80 uomini che sono subito condotti a Santa Vittoria in Matenano.
Lug.Marche

Cavalca a Sant’Elpidio a Mare, fa prigionieri 14 uomini e razzia 41 buoi, 25 bufale ed un buon numero di asini e cavalle: le prede sono condotte a Fermo.

Ago.Marche

Sbaraglia a Montolmo (Corridonia) l’esercito pontificio di Francesco Piccinino. Il capitano avversario è catturato con il cardinale legato; sono pure fatti prigionieri numerosi fanti e più di 2000 cavalli. Nell’occasione ha il compito con Dolce dell’Anguillara di attaccare un colle sulla destra mentre altri condottieri sforzeschi  assalgono gli avversari sul fianco opposto: seppure ferito più volte  lo Sforza  riesce a pervenire alle spalle dei pontifici, scompiglia le loro truppe  e le mette in fuga.

Sett.MarcheE’ nuovamente ferito all’assedio di Serra San Quirico.
Ott.MarcheViene firmata la pace tra il papa Eugenio IV ed il fratello con la quale si concedono agli sforzeschi dodici giorni di libertà d’azione: Alessandro Sforza ne approfitta per impadronirsi di Porto Recanati.
Nov.

Accusa di tradimento il condottiero sforzesco Sarpellione. Costui viene fatto strangolare dal fratello perché sta per passare di nascosto al soldo del duca di Milano Filippo Maria Visconti.

Dic.Marche

Si porta a Jesi per controllare i movimenti del Malatesta che sta tendendo insidie a Galeazzo Malatesta  per potere avere in suo potere Pesaro. Ai primi del mese si sposa con Costanza da Varano, figlia di Piergentile. Le nozze sono celebrate per procura a Camerino. Maestro delle feste è il celebre ballerino Guglielmo Ebreo di Pesaro. La sposa porta in dote la metà della signoria di Pesaro, donatale dal nonno materno Galeazzo Malatesta. La moglie morrà di parto tre anni dopo dando alla luce il figlio Costanzo.

1445
Gen.Marche

Completa con Galeazzo Malatesta l’acquisto di Pesaro mediante la somma di 20000 ducati, anticipatigli come prestito dal fratello Francesco. Nel contempo viene ceduta, sempre da parte del Malatesta, Fossombrone all’alleato Federico da  Montefeltro. Per tale motivo Alessandro Sforza si attira sempre più l’odio del signore di Rimini deluso nelle sue speranze di entrare in possesso delle due località.

Mar.SforzaNapoli ChiesaMarche

A metà mese entra in Pesaro, accolto da Battista da Montefeltro, moglie di Galeazzo Malatesta. Si reca a Loreto e visita Recanati. Sigismondo Pandolfo Malatesta, Taliano Furlano, Giacomo da Caivana, Roberto da Montalboddo e Domenico Malatesta scorrono nel territorio di Fano.

Giu.MarcheDepreda a sua volta il contado di Fano. Giunge sino al ponte dell’Arzilla e blocca le vie di accesso alla città.
Lug.Marche

Con il Montefeltro recupera i castelli del fanese e del pesarese posti tra il Foglia ed il Metro: ottiene così Candelara, Saltara, Cartoceto, Serrungarina, Montemaggiore al Metauro, Ripalta, Pozzuolo e Bargni.

Ago.Marche

Il fratello Francesco si reca a Firenze alla ricerca di denaro; Alessandro resta alla testa dell’ esercito con il Montefeltro. Al rientro del fratello ha l’incarico di recuperare Ascoli Piceno ribellatasi ad opera di Baldovino da Tolentino.

Ott.Marche

L’esercito aragonese avanza da sud agli ordini di Giovanni Ventimiglia e del cardinale legato Ludovico Scarampo;  cerca di collegarsi con l’ esercito pontificio che agisce più a nord  capitanato dal  Furlano. Lo Sforza tenta di impedire tale obiettivo; con il Montefeltro raggiunge il fratello Francesco a Pausola (Corridonia), si accampa sul Chienti e libera Civitanova Marche dall’assedio postovi dal  Furlano. Si sposta alla guardia di Fermo e di Monterubbiano con 1500 cavalli e 500 fanti. Invia al confino alcuni cittadini.

Nov.Marche

Fermo si solleva nottetempo al dominio sforzesco. I suoi uomini, distribuiti nelle case dei cittadini, sono spogliati di armi e di cavalcature; lo Sforza ha solo il tempo di salvarsi nella rocca del Girifalco, sprovvista di vettovaglie. Compie alcune sortite in una delle quali, grazie al tradimento del cancelliere del comune Mario Grifante di Sarnano, esce di notte dalla fortezza, giunge nella piazza e vi cattura i priori che vengono condotti prigionieri nella rocca. Gli sforzeschi si muovono in suo soccorso; la maggior parte di costoro, tuttavia, (come molti armati provenienti da Montegiorgio), sono intercettati dai fermani nei pressi della Porta di Santa Caterina e spogliati delle armi. Alessandro Sforza è assediato duramente da Taliano Furlano che gli toglie ogni possibilità di comunicazione con il fratello Francesco; sono impiccati 2 messaggeri che tentano di portargli notizie dall’esterno. Allorché le vettovaglie incominciano a mancare ai difensori scaccia dal Girifalco tutti coloro che giudica inutili per la difesa e fa uccidere le cavalcature. Il giorno della ribellione di Fermo, festa di Santa Caterina, sarà dichiarato festivo dagli abitanti.

1446
Feb.Marche

E’ costretto alla resa; esce dalla cittadella di Fermo con la guarnigione (con tutte le armi ed i bagagli); si imbarca su due navi. Nella prima prendono posto i beni del fratello Francesco, la madre ed una sorella moglie di Troilo da Rossano; nella seconda gli altri difensori come Santo Parente ed il fratello Bosio. Si rifugia a Camerino presso i da Varano con cui è imparentato. Gli abitanti di Fermo gli devono riconoscere a titolo di contributo di guerra 10000 fiorini (da erogarsi in tre rate con termine aprile; il denaro è garantito dalla consegna di un buon numero di ostaggi). Lo stesso giorno i fermani iniziano a demolire il Girifalco.

Mag.MarcheAlla guardia di Pesaro.
Lug.Milano Chiesa500 cavalliMarche

Assalito dai pontifici del cardinale Scarampo si arrende in breve tempo;  firma un accordo separato con il papa; fa pressioni sul  Montefeltro affinché segua il suo esempio e faccia entrare gli avversari in Pesaro provvedendoli di vettovaglie e di munizioni. Rifiuta ogni invio di soccorsi al fratello Francesco; non trattiene  come ostaggi la cognata ed i nipoti come gli è pure richiesto dal cardinale Scarampo. Il duca di Milano ed il papa gli concedono una condotta congiunta di 500 cavalli; ottiene da Eugenio IV il vicariato di Pesaro.

Ott. nov.SforzaChiesa NapoliMarche

La situazione del fratello Francesco migliora ed Alessandro riprende le armi contro  pontifici ed  aragonesi. Riconquista i castelli occupati in precedenza dal  Malatesta quali Pozzo di Piano, Tavullia, Tomba (messo a sacco con la cattura di Santino da Ripa), Montelauro e Montelabbate; assedia vanamente Gradara per più di un mese.

Dic.Veneto

Si reca a Venezia;  vi è bene accolto dalla Signoria. Rientra  nelle Marche con un nulla di fatto per i sospetti dei veneziani nei confronti del fratello Francesco.

1447
Feb.Milano
Mar.Lazio

Si reca a Roma per rendere omaggio al nuovo papa Niccolò V; a Tivoli si incontra con il re di Napoli Alfonso d’Aragona;  subito dopo è ricevuto in udienza dal pontefice.

Giu.MarcheA Pesaro. Il fratello Francesco decide di vendere Jesi allo stato della Chiesa.
Lug.

A fine mese è investito ufficialmente dal pontefice del vicariato apostolico di Pesaro. E’ stabilito un censo di 1800 fiorini, da pagarsi alla Santa Sede alla fine di giugno di ogni anno.

Ago.Marche

Rimane nelle Marche allorché il fratello Francesco rientra in Lombardia per prestare soccorso al duca di Milano Filippo Maria Visconti ai danni di veneziani e fiorentini.

Sett.MarcheDeve difendersi in continuazione dalle insidie che gli sono tese in continuazione da Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Nov. dic.MilanoVeneziaEmiliaPassa agli stipendi della Repubblica Ambrosiana. Prende parte all’assedio, all’espugnazione ed al sacco di Piacenza.
1448
Gen.PesaroMalatestaMarche

E’ assalito da Galeazzo Malatesta  scontento perché secondo i patti non ha avuto la proprietà di alcune botteghe e poderi a Pesaro e nei pressi della città. Per difendersi  spinge i fiorentini ed i commissari di Federico da Montefeltro ad assalire gli stati del  Malatesta  istigatore di Galeazzo. Negli stessi giorni si sposa per procura con la contessa Sveva da Montefeltro, figlia di Guidantonio.

………..MilanoVeneziaLombardia
Sett.Lombardia

Prende parte alla battaglia di Caravaggio: con Manno Barile e Fiasco da Giraso ha il compito di sorvegliare un ponte e di impedire l’avanzata dei veneziani da quel lato; respinto, viene soccorso da 2 squadre di cavalli comandate da Mariano di Calabria e da Guido Turco di Fusignano. Il loro contrattacco è decisivo in quanto gli avversari non riescono più a procedere su un sentiero acquitrinoso e non sono più in grado di manovrare con la cavalleria pesante. Con la vittoria rimane alla guardia di Caravaggio,  mentre il fratello Francesco e Francesco Piccinino conquistano  il campo nemico. Al termine dello scontro ha in consegna i prigionieri assieme con Guglielmo di Monferrato.

Ott. nov.SforzaMilano NapoliLombardia

Con il trattato di Rivoltella tra il fratello Francesco ed i veneziani ai danni dei milanesi della Repubblica Ambrosiana entra in Brescia con dodici cavalli per visitare le città; convince Carlo Gonzaga, Luigi dal Verme ed il Monferrato a defezionare anch’essi dal campo milanese.

Dic.Emilia

Tenta di impadronirsi di Parma con l’aiuto di Pietro Maria dei Rossi. Nella città i fautori dei Rossi sono scoperti con l’ intercettazione di alcune lettere del provveditore Giacomo Antonio Marcello a Venezia.

1449
Gen.Emilia

Da Felino devasta il territorio circostante: allorché viene a conoscenza che le truppe parmensi agli  ordini di Carlo di Campobasso si stanno muovendo dal capoluogo, delibera con i veneziani di assalire gli avversari sul Taro con 1500 cavalli e 3000 fanti. Invia in avanguardia Giacomo da Salerno; Carlo da Campobasso elude la sorveglianza di Pietro Maria dei Rossi ed  attacca lo Sforza; Jacopo Piccinino ritarda ad entrare in azione;  la dilazione permette agli sforzeschi di avere la vittoria con la cattura di 500 cavalli e di molti fanti.

Feb.Emilia

Ritorna sotto Parma; ha un trattato con il conte Antonio dal Verme, Freddo di Val di Sambro e Ludovico Berni che ne sono alla difesa con 400 fanti;  gli è aperta la Porta di San Barnaba dove si presenta con 4000 uomini. Nella città vi irrompe il Gaino, caposquadra di Giacomo da Salerno, che cade ucciso nello scontro; è respinto con la perdita di 100 cavalli mentre molti partigiani dei Rossi (si parla di 200 persone) vengono catturati ed impiccati alle finestre del Palazzo del Podestà. Bartolomeo Colleoni gli conduce nuovi rinforzi (2000 cavalli e 500 fanti);  con costoro entra in Parma: il suo ingresso è facilitato dalla diserzione di Francesco e Jacopo Piccinino nel campo sforzesco.

PrimaveraEmilia

Niccolò Terzi si ribella a Francesco Sforza;  Astorre Manfredi ha il compito di muoversi in  soccorso di quest’ ultimo con 1500 cavalli e 500 fanti. Lo Sforza lo affronta a Guardasone; con la promessa  di alcune migliaia di ducati lo persuade a rientrare in Romagna.

Mag. lug.Lombardia Svizzera

Con il ritorno dei 2 Piccinino nel campo milanese lascia Pesaro e ritorna in Lombardia; occupa Varese e la valle di Lugano.

Ago.Lombardia

Agisce nei pressi di Lodi;  perviene nelle sue mani Pizzighettone con l’appoggio del castellano Antonio Crivelli;  cattura la guarnigione postavi dai Piccinino (500 cavalli e 300 fanti); ottiene Cassano d’Adda.

Sett. ott.Emilia

Attacca Fiorenzuola d’Arda difesa da Angelo di San Vitale;  dà il guasto alle campagne. Dopo quaranta giorni i difensori si arrendono alla condizione di non ricevere soccorsi entro il termine di quattro giorni. I soldati sono lasciati liberi dietro la promessa di non combattere più per i bracceschi; i beni di Angelo di San Vitale sono ceduti al cugino di quest’ultimo Stefano. Lo Sforza conquista anche Castell’Arquato e Pellegrino Parmense.

Nov.Emilia

Assedia Colorno. Contrasta Raimondo Anichino giunto in soccorso dei difensori; lo assale nottetempo, lo vince e dà fuoco ai suoi alloggiamenti. Gli si arrendono Colorno e Castelnuovo dei Terzi;  si sposta a Fornovo.

Dic.SforzaMilano VeneziaVeneto ed Emilia

Con la conclusione della pace tra Venezia e la Repubblica Ambrosiana è inviato dal fratello nella città lagunare con Angelo Simonetta ed Andrea da Birago con l’ ordine scritto di accettarne i capitolati, orale di boicottarli in tutti i modi al fine di guadagnare tempo. I veneziani si accorgono presto del gioco e lo minacciano di arresto: Lo Sforza ratifica gli atti e fugge di notte a Ferrara con gli altri ambasciatori. E’ qui raggiunto da aspri rimproveri del fratello Francesco.

1450
Mar.LombardiaFrancesco Sforza entra vittorioso in Milano. Alessandro si trova al suo fianco.
Lug.Toscana e MarcheSi ferma ad Anghiari. E’ diretto a Pesaro.
Nov.MilanoMalaspinaToscanaSi reca in Lunigiana con 600 cavalli per portare la pace tra i vari rami della famiglia Malaspina in guerra tra loro.
1451
Sett.Lombardia

Il fratello Francesco gli assegna 3000 ducati che dovrebbero essergli pagati nel prossimo triennio con le entrate di Parma. E’ segnalato a Lodi.

1452
Gen.Emilia e Lombardia

Lascia Torricella con il nipote Galeazzo Maria e raggiunge Borgoforte e Ferrara per rendervi omaggio all’imperatore Federico d’Austria.

Mag.Emilia

Accoglie a Reggio Emilia gli ambasciatori fiorentini Neri Capponi, Luca Pitti, Diotisalvi Neroni e Piero dei Medici che si stanno recando a Milano per salutarvi il fratello Francesco divenuto duca di Milano.

Lug.MilanoVeneziaLombardia

Irrompe nel bresciano. E’ sconfitto a Cavenago dove gli sono catturati 150 cavalli; il fratello Francesco gli ordina di muoversi contro gli avversari con 2000 cavalli, di collegarsi con Pietro Maria dei Rossi ed Antonio da Landriano (1000 cavalli) e con le artiglierie di Lodi distruggere il ponte e la bastia costruite sull’Adda ad Abbadia Cerreto da Matteo da Capua e da Carlo di Montone. In tre giorni giunge nel lodigiano; i suoi soldati non eseguono gli ordini, si danno al saccheggio per cui viene sorpreso nel suo campo presso Abbadia Cerreto dai veneziani; gli è inflitta la perdita di 800 cavalli. Fugge a Lodi.

Ago.LombardiaIn Lodi coadiuva il fratello Bosio nel controllare i tumulti provocati nella località dalla fazione guelfa.
Sett.Lombardia

E’ colto alla sprovvista da Jacopo Piccinino tra Rivolta d’Adda e Pandino in uno scontro in cui gli è ferita la cavalcatura e sta per essere catturato da Giovanni Pollone. E’ salvato dal fratello Bosio che giunge da Pizzighettone con quattro compagnie di cavalli.

Ott.LombardiaSorprende nottetempo Carlo di Montone ad Abbadia Cerreto. Gli devasta il campo.
Dic.LombardiaSi impadronisce del ponte e della bastia fortificata di Abbadia Cerreto.
1453
Gen.LombardiaPerde Castiglione delle Stiviere ad opera di Jacopo Piccinino.
Giu.FirenzeNapoli1000 cavalli e 500 fantiToscana

Ha alcuni colloqui con gli aragonesi per passare al loro servizio e così combattere l’odiato Malatesta;  spinto dal fratello Francesco passa agli stipendi dei fiorentini contro gli stessi aragonesi. Si muove  in Lunigiana, attraversa il territorio di Piombino ed espugna Rencine.

Ago. sett.Toscana

Si collega con Sigismondo Pandolfo Malatesta (anch’egli al soldo dei fiorentini);  recupera Foiano della Chiana mentre sono in corso le trattative per la resa. I soldati si appropriano di un bottino valutato 30000 fiorini; sorgono dispute tra i militi delle due compagnie per la divisione delle prede. Il Malatesta lo accusa di avere tramato alle sue spalle e sceglie di imporsi dando alle fiamme la città (con l’eccezione di una chiesa e di una casupola attigua) e di imprigionare tutti gli abitanti. In particolare sono incendiate parte del castello e  numerose abitazioni in cui è stato accumulato in precedenza molto strame.  Le  continue dispute dello Sforza con il Malatesta convincono i Dieci di Balia, tramite i commissari Giannozzo Manetti e Bernardo dei Medici, a dividere l’esercito in due tronconi. Lo Sforza è indirizzato su Vada; gode dell’appoggio dei figli di Micheletto Attendolo Raimondo e Pietro Antonio e di molti fanti provenienti dalla maremma e dal contado di Pisa. Al Malatesta è invece assegnato il compito di assalire Gavorrano con Astorre Manfredi, Simonetto da Castel San Pietro, Carlo Oddi e Gian Francesco da Piagnano Verificate le difficoltà insite nell’impresa, quest’ultimo decide di unirsi anch’egli alle truppe destinate ad attaccare Vada.

Ott.MilanoVeneziaToscana Lombardia

Nel frattempo scade la sua ferma con la repubblica. Si reca a Firenze per il saldo delle sue pendenze; ritorna  in Lombardia dopo un mese con 2000 cavalli e 400 fanti al fine di combattervi  i veneziani.

Nov.LombardiaAd Orzinuovi, di cui è stato nominato governatore.
Dic.LombardiaE’ segnalato sempre nel bresciano.
1454
Gen.LombardiaA Soncino.
Ago.MilanoDuca SavoiaPiemonte
Sett. ott.Emilia e PiemonteAl termine del conflitto 100 cavalli delle sue compagnie sono acquartierati nel parmense, 370 nel tortonese e 350 nell’ alessandrino.
1455
Mar.MilanoComp. venturaEmilia

E’ inviato nel bolognese con 4 squadre di cavalli per controllare la compagnia di Jacopo Piccinino in movimento dal bresciano per la  Romagna.

Ott.Toscana

Si porta a Firenze per esigere il pagamento di 22000 ducati che vanta nei confronti della repubblica. Gli è data risposta negativa a causa del sacco di Foiano della Chiana.  Gli viene riconosciuto un credito, da lui sottoscritto, solamente per 5000 fiorini.

Nov.Marche

Rientra a Pesaro;  si lamenta con il fratello Francesco del sopruso che ha dovuto subire dai  fiorentini. Per rappresaglia  blocca nel parmense un convoglio di mercanti fiorentini diretto a Genova, nonché derubare altri cittadini che si stanno recando alla fiera di Pesaro (muli carichi di panni di seta e di altre mercanzie per un valore complessivo di 30000 ducati). E’ subito frenato da Francesco che gli toglie il controllo delle rocche di Borgo San Donnino (Fidenza) e di Torricella e che minaccia di agire con le armi nei suoi confronti. Nel periodo la sua famiglia d’armi è composta da 55 cavalieri veterani che dispongono di 270 cavalcature.

1457FranciaFrancia e Belgio

Milita al soldo del re Carlo VII. Istiga i francesi contro il fratello Francesco; si reca in Borgogna e nelle Fiandre; visita Bruges. Rientra in Italia dopo 8 mesi. Lontano da Pesaro per lungo tempo crede alle voci di una possibile congiura da parte della moglie Sveva Feltria da Montefeltro per dare in consegna  ai Malatesta la signoria della città.  Per altre fonti è l’amore per una concubina a spingerlo alla ricerca di liberarsi della moglie che cercherà di fare avvelenare in tre occasioni.

1458
Mag.Veneto e MarcheSi incontra a Venezia con Roberto da San Severino. Rientra a Pesaro.
Dic.LombardiaA Milano.
1459
Gen.LombardiaA Milano. Accoglie nel borgo orientale della città il San Severino reduce dal suo pellegrinaggio in Terrasanta.
Nov.NapoliAngiòMarche

Passa agli stipendi del re di Napoli per combattere Giovanni d’Angiò ed i suoi alleati. Si incontra con il Montefeltro per concordare un comune piano di guerra.

1460
Mar.Marche

Concentra agli inizi le sue forze con Federico da Montefeltro a Sassoferrato per impedire che Jacopo Piccinino, proveniente dalla Romagna, possa collegarsi negli Abruzzi con le truppe angioine. Presto si accorge che il capitano rivale transita per Senigallia e Montemarciano; con il Montefeltro si porta a Serra San Quirico, Jesi, Macerata e Mogliano con l’intento di ostacolare la marcia dell’ avversario a Camerino. Quando viene a conoscenza che il Piccinino si è avviato invece per la via litoranea al Tronto lo tallona da vicino con il Montefeltro. Con quest’ ultimo è  sospettato dal papa Pio II di avere lasciato passare a bella posta il capitano avversario al fine di allontanarlo dalle sue terre marchigiane.

Apr.AbruzziOccupa San Flaviano (Giulianova) a spese di Giosia Acquaviva.
Giu.Abruzzi

Conquista Sant’Omero alla cui difesa si trovano 4 capisquadra del Piccinino come Parmesano di Stamignone, Francalancia da Visso, il Tartaglia ed un certo Renzo.

Lug.Abruzzi

Con Federico da Montefeltro è sconfitto da Jacopo Piccinino a San Fabiano/ San Flaviano (5000 cavalli e 1500 fanti, contro 5000 cavalli e 3000 fanti). La battaglia divampa in occasione dell’arrivo delle forze angioine ad un ruscello per abbeverare le cavalcature: all’ inizio la  cavalleria dello Sforza sembra avere il sopravvento su quella di Giulio Cesare da Varano. Intervengono la fanteria e la cavalleria braccesca (quest’ultima agli ordini di Giovanni Conti e di Raimondo Anichino) che rintuzzano il suo assalto uomini ed iniziano a penetrare nel suo accampamento. Si frappone il  Montefeltro  che riesce a bloccare l’avanzata dei nemici. La notte seguente  lo  Sforza ed il Montefeltro ripiegano verso il Tronto fino a Controguerra per timore che il Piccinino possa  tagliare loro  ogni possibilità di ricevere  rifornimenti dall’ esterno.

Sett.Marche e Lazio

Si ferma a Grottammare, dove il fratello Francesco gli fa avere 25000 ducati. Con tale denaro rimette a posto le sue compagnie; viene così  ristabilito l’equilibrio con gli avversari. Difende la Sabina; invia a Viterbo in soccorso dei pontifici 500 cavalli.

Ott.Lazio

Il papa Pio II gli condona per i 3/4 i censi da lui dovuti allo stato della Chiesa per 4 anni. E’ segnalato nei pressi di Rieti con Donato del Conte, Federico da Montefeltro e Marcantonio Torelli.

Nov.Lazio

Riconquista Monteleone Sabino,   restituisce la località agli Orsini; assedia Poggio Nativo, feudo di Jacopo Savelli, il cui castello è messo a sacco dopo la resa a discrezione dei  difensori nelle mani di Antonio Piccolomini, capitano generale dei pontifici. Nonostante le precauzioni prese, molti uomini sono uccisi e numerose donne vengono stuprate. Espugna Tarano e Cantalupo in Sabina in cui si trovano due figlie del  Savelli: nelle operazioni di assedio con Federico da Montefeltro subisce la perdita di 20 uomini d’arme a causa dei continui diverbi che i 2 condottieri hanno con il Piccolomini, nipote del papa. Al  Savelli rimangono solo il castello di Monte Aspra e Palombara Sabina, che non sono conquistati a causa delle forti piogge.

Dic.Lazio

Acquartiera le sue truppe a Nepi. Dopo avere chiesto invano il permesso di recarsi a Milano si ferma a Roma per le feste di Natale.

1461
Gen.LazioEntra in Roma con Federico da Montefeltro alla testa di 600 cavalli. Si incontra con il papa Pio II.
Mar. mag.Marche Umbria e Lazio

Esce da Pesaro e per strada tocca Gubbio e Nepi. Rientra nella Sabina con Federico da Montefeltro;  devasta i territori ancora controllati dal Savelli.  Assale Palombara Sabina; ottiene Cretone a seguito di un difficile assedio: il borgo viene dato alle fiamme.

Giu.Lazio ed Abruzzi

Nel contado di Albe. Si impadronisce di Castell’Arcione. Si sposta  negli Abruzzi e costringe il conte di Popoli  a ritornare all’ obbedienza del re di Napoli Ferrante d’Aragona; si accorda pure con la contessa di Celano, signora di Sulmona e di Chieti. A fine mese assedia Magliano de’ Marsi con Napoleone Orsini.

Lug.Abruzzi e Campania

Si dirige su Loreto Aprutino; con Matteo da Capua  irrompe nelle terre di Antonio Caldora. Conquista il castello di Lauro(? che viene messo a sacco e dato alle la fiamme; altri due piccoli castelli cadono in suo potere. Prosegue per Guardia Lombardi e fa in modo che la località ceda a Matteo da Capua ed a Marcantonio Torelli. Affronta Raimondo Anichino. Ottiene a patti Bucchianico (resa a patti se non giungono soccorsi ai difensori nel termine di 20 giorni). Penetra nelle terre di Giosia Acquaviva; il conte di San Valentino Corrado Acquaviva si accorda con il re di Napoli. Nel frattempo  il Piccinino si muove verso i territori dei San Severino. Le paghe però ritardano e lo Sforza ricomincia a tessere (pare) pratiche di accordo con Giovanni d’Angiò: il fratello si affretta ad impedire lo scandalo inviandogli subito 5000 ducati.

Ago. sett.Abruzzi Campania

A Città Sant’Angelo. Tratta una tregua con il signore di Ortona Francesco Riccardi (Francesco da Ortona). Lascia la città; stipula nuove tregue (due mesi) con Giosia Acquaviva. Alcuni castelli di quest’ultimo sono dati in garanzia al legato pontificio, il cardinale di Teano Niccolò Forteguerra.  Ha l’incarico di togliere Ischia a Giovanni Torreglia che scorre con le sue galee nelle acque davanti a Napoli. Il tentativo fallisce. Rientra in Campania. Scorre nelle terre di Cola di Monforte. Giunge a visitarlo al campo Ferrante d’Aragona. E’ segnalato a San Giorgio La Molara prima di congiungersi con l’esercito regio fermo a Paduli.

Ott.Campania

Si unisce con gli aragonesi a Guardia Lombardi;  fronteggia sempre il Piccinino; si sposta in   Terra di Lavoro con 20 squadre di cavalleria.

Nov.AbruzziSi muove tra Tocco da Casauria e San Valentino in Abruzzo Citeriore.
Dic.CampaniaA Chianchetelle, presso Ceppaloni, dove si trovano i campi invernali. I suoi uomini si spargono nella Valle del Sabato ed alloggiano nei vicini casali. Il giorno di Natale si reca a Benevento a desinare con il re di Napoli ed il cardinale Bartolomeo Roverella.
1462
Gen.CampaniaE’ segnalato nelle vicinanze di Salerno.
Feb.PugliaStaziona nei pressi di Biccari.
Mar.CampaniaPrende parte ad un consiglio di guerra che si svolge a Napoli.
Mag.CampaniaA Napoli per mettere in ordine le proprie compagnie.
Giu.Puglia

Frena l’impeto di Jacopo  Piccinino in Puglia; si ferma nelle campagne possedute dal conte di Campobasso e le mette a sacco.

Lug.PugliaMuove con 40 squadre di cavalli e 1500 fanti; a fine mese si accampa ad Accadia che appartiene al principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Conquistata la località, che viene messa a sacco, si impadronisce di Orsara di Puglia. Gli angioini si spostano tra Candela e Rocchetta Sant’ Antonio con 36 squadre di cavalli e 2000 fanti.
Ago.Puglia

Partecipa alla battaglia di Troia. Roberto Orsini, Antonio Piccolomini e Giovanni Conti si muovono all’ avanguardia per occupare la collina sovrastante il campo nemico; lo Sforza rimane invece alla retroguardia con il re di Napoli. I primi sono ricacciati in  pianura; lo Sforza opera un contrattacco con Giovanni Conti e sale con le sue truppe su un altro versante della stessa collina. La fanteria del Piccinino (1200 uomini) arretra allorché si accorge di tale movimento; lo Sforza si porta sul fianco sinistro dell’ esercito angioino e ne scompagina le file; il  corpo centrale nemico, guidato dal Piccinino e da Giovanni d’Angiò, risale in fretta la collina di Troia da dove può frenare l’impeto dei suoi uomini. L’esito dello scontro è deciso da Ferrante d’Aragona i cui spostamenti, tesi a  a limitare lo spazio di manovra degli avversari, spaventano i bracceschi che si ritirano nella città. Gli uomini dello Sforza mettono a sacco  il campo nemico difeso da Ercole d’Este. In tale frangente lo Sforza viene assalito all’ improvviso dal Piccinino che recupera gran parte del bottino nonostante l’accanita resistenza di Roberto Orsini e di Antonio Piccolomini. Nel corso del combattimento il signore di Pesaro si impadronisce di un gioiello detto il Crescente, simbolo della dinastia angioina (il monile sarà da lui donato mesi donna ad una donna mesi per ottenerne le grazie). Con la fuga da Troia del Piccinino e di Giovanni d’Angiò assale la città alla cui difesa è rimasto Giovanni Cossa: gli abitanti gli aprono le porte e persuadono il Cossa a cedere. Troia alza il vessillo aragonese;  tra i patti vi è quello che la città ritorni dominio sforzesco.

Sett.PugliaCerca di prestare soccorso ai difensori del castello di Trani assediati dal Piccinino. Occupa Ascoli Satriano.
Ott.Puglia e Campania

A Serracapriola; assale nuovamente le terre di Cola di Monforte. Si trasferisce di seguito a Fragneto Monforte per contrastare 200 lance del principe di Rossano e duca di Sessa Marino di Marzano.

Nov.CampaniaIn Terra di Lavoro con sole 7 squadre di uomini d’arme (149 lance).
1463
Gen.CampaniaEntra in Napoli al re Ferrante d’Aragona. Ha il compito di impedire litigi tra i grandi feudatari del regno.
Mar. apr.Lazio e ToscanaIl re Ferrante lo invia a Roma. Ad aprile lascia il Lazio per recarsi a Bagni di Petriolo per curarsi.
Mag. giu.Lazio Campania e Puglia

A Gaeta con Antonio Piccolomini. Negli stessi giorni gli abitanti di San Severo si ribellano agli aragonesi e svaligiano 2 sue squadre di uomini d’arme capitanate da Mariano di Calabria: tutto ciò comporta alcuni ritardi nell’ allestimento dell’ esercito perché in Puglia manca l’occorrente per armare le truppe. Nella medesima occasione è pure fatto prigioniero Baordo Carafa, cui sono tolti 5000 ducati raccolti in precedenza nella città. Una volta pronto lo Sforza lascia la Campania, irrompe in Puglia, devasta i contadi di Lucera e di San Severo dando alle fiamme i raccolti di frumento. A fine mese rientra in Campania, si avvia verso Benevento e punta verso gli Abruzzi.

Lug. sett.Abruzzi Molise e Lazio

A Colonnella ed a Agnone. Con 18 squadre di cavalli discende nei territori dei Caldora vicino ad Archi. Gli si affiancano in tale località Matteo da Capua, Roberto Orsini, Alfonso d’Avalos e Jacopo Piccinino detto Cavallo che per tutto l’inverno hanno difeso negli Abruzzi la causa aragonese. Il Piccinino (che ha con sé solo dieci squadre di cavalleria comprese quelle dei Caldora) cerca di sbarrargli il passo e si accampa ad Archi. Lo provoca a battaglia ed inizia una scaramuccia senza esito; nel cuore della notte il capitano avversario sposta il campo. Ad agosto il Piccinino gli chiede un colloquio nel corso del quale sono create le premesse per la defezione del capitano  braccesco. Lo Sforza Sforza si reca  dal papa a Tivoli per ratificare l’accordo raggiunto; ritorna al campo ed è segnalato a San Demetrio ne’ Vestini, presso L’Aquila, per obbligare gli abitanti a riconoscere l’autorità regia. Costoro cedono in breve tempo.

Ott.Puglia

Con la resa del Malatesta ottiene la signoria di Gradara e di Castelnuovo. Combatte ancora gli angioini in Puglia, occupa San Severo e Manfredonia. La seconda località è sottoposta a sacco.

Nov.Gran ConnestabileAbruzzi e Campania

A Teramo. Con la morte di Giovanni Antonio Orsini del Balzo viene nominato gran connestabile e luogotenente generale del regno di Napoli. Scontento perché il sovrano non ha mantenuto l’impegno di nominarlo principe di Taranto,  raggiunge Ferrante d’Aragona a Napoli:  ottiene solo buone parole. Gli sono consegnati soltanto 3000 ducati a fronte dei suoi numerosi crediti. Colloca le stanze invernali nel teramano.

Dic.Puglia A Taranto.
1464
Gen.PugliaAd Altamura con il re Ferrante d’Aragona. Si propone di recarsi a Roma dal papa per sottoporgli alcune vicende riguardanti Pesaro.
Feb.MarcheRaggiunge Pesaro a fine mese.
Mar. apr.Abruzzi

Trascorso il periodo più freddo a Pesaro, rientra negli Abruzzi. Con Matteo da Capua ed il San Severino obbliga gli aquilani a cedere al sovrano aragonese.

Mag.Campania ed Abruzzi

A Capua con il re di Napoli. Con il San Severino affianca il sovrano nelle ultime operazioni contro gli ultimi feudatari ribelli come Cola di Monforte e Giacomo Montagano. Si trasferisce  negli Abruzzi ed assedia in Ortona Francesco d’Ortona. Costringe quest’ ultimo alla resa.

Giu.Napoli400 lanceAbruzziGli viene offerta da Ferrante d’Aragona una condotta di 400 lance con una provvigione di 30000 ducati. Staziona sempre negli Abruzzi.
Lug.Campania ed Abruzzi

Persuade alla resa il duca di Sessa, Marino di Marzano. Si indirizza  nei pressi di Moscufo alla testa di sedici squadre aragonesi. Occupa negli Abruzzi, a spese del conte di San Valentino Corrado Acquaviva, altro ribelle,   Pianella, di San Valentino in Abruzzo,   Tocco da Casauria ed altre terre. Prosegue la sua campagna e punta verso il fiume Pescara. Rifornisce di viveri Tocco di Casauria. Attacca i caldoreschi da un fianco nello stesso tempo in cui costoro nel contempo sono assaliti  sul fianco opposto da altre squadre aragonesi.

Ago. nov.AbruzziAssale L’Aquila. Si fa spedire due bombarde da Pesaro e si colloca all’ assedio di Vasto. Colloca il suo campo  sul fiume Sinello. Con le sue 400 lance si trovano molti condottieri quali Pietro Antonio Attendolo, Giacomo della Sassetta, Francesco ed Amoratto Torelli. Con l’ultima conquista viene nominato viceré degli Abruzzi.
1465
Lug.MarcheJacopo Piccinino viene fatto uccidere dal sovrano di Napoli e dal fratello Francesco. Alessandro Sforza ne protegge la vedova, la nipote Drusiana figlia del duca di Milano.
1466
Mar.Emilia e Lombardia

E’ prima a Bologna ospite del genero Giovanni Bentivoglio e poi  a Milano per le esequie del fratello Francesco che si svolgono nel duomo.

Giu.LombardiaA Milano. Si incontra con il nuovo duca, il nipote Galeazzo Maria.
Lug. ago.Marche e Toscana

Le sue compagnie si avviano verso le loro stanze sotto la guida del commissario sforzesco Antonio da Pisa e dell’aragonese Giovanni Palomar. E’ loro impedito di fermarsi nel bolognese per l’opposizione del papa e del legato pontificio Angelo Capranica. Ammalatosi, rientra a Pesaro;  da qui si reca nuovamente a Bagni di Petriolo per curarsi.

Dic.Campania Lombardia Marche

A Napoli per riscuotere i suoi crediti: gli aragonesi gli consegnano solo metà della somma richiesta;  pretendono, inoltre, una dilazione di tre anni per potergli saldare il credito residuo di 13000 ducati. Abbandona l’esercito napoletano con 700 cavalli.

1467
Gen.Marche

Adirato anche con il nipote, che si è sbarazzato di tutti i consiglieri del padre, accetta il soldo dei veneziani. A metà mese chiede al marchese di Mantova libero passaggio per Pesaro di 600 some di frumento e di 1000 some di biada destinati agli uomini d’arme delle sue compagnie.

Feb.VeneziaVeneto

A Venezia. Gli è riconosciuta una condotta di 1800 cavalli per due anni di ferma ed uno di preavviso; gli viene concessa una provvigione di 25000 fiorini l’anno nel caso di una sua presenza oltre il Po. Raggiunge la città con un seguito di 150 persone;  vi è ricevuto con tutti gli onori. E’ ospitato nel palazzo del marchese di Ferrara.

Apr.VeneziaFirenze MilanoAppoggia Bartolomeo Colleoni nel conflitto contro fiorentini e ducali.
Giu.RomagnaAssedia in Imola Taddeo Manfredi.
Lug.Romagna Emilia e Veneto

A metà mese si trova sul Senio con Bartolomeo Colleoni e Silvestro da Lucino. Sull’altra riva sono i rappresentanti del duca di Milano, il Montefeltro ed il commissario fiorentino Angelo della Stufa. Segue una serie di sfide reciproche. Partecipa alla battaglia di Molinella. Al comando del secondo squadrone carica le truppe della lega; viene respinto al di là dell’Idice; al termine dello scontro, di notte, si abbraccia con il capitano avversario, il  Montefeltro. Si reca a Ferrara per rendere visita ad Ercole d’Este, rimasto gravemente ferito nel medesimo scontro; si dirige  a Venezia.

Ago.VenetoHa il comando delle milizie della Serenissima in occasione di una malattia del Colleoni.
Sett.E’ infermo ad un piede.
1468
Ago.Marche

Fa catturare nell’urbinate Carlo di Lantilla che ha cospirato ai suoi danni: l’uomo è impiccato. Nasce per tale fatto una forte inimicizia  con Federico da  Montefeltro.

1469
Giu.ChiesaRiminiCapitano g.leRomagna

Con Napoleone Orsini (2500 cavalli e 2500 fanti) affronta Roberto Malatesta che si è insignorito di Rimini nonostante la volontà contraria  del papa Paolo II.

Lug.Romagna

Attacca Rimini e penetra nel borgo di San Giuliano con l’arcivescovo di Spalato: incomincia a trattare la resa con Roberto Malatesta che tende, invece, solo a guadagnare tempo.

Ago.Romagna e Marche

Si avvicina Federico da Montefeltro, dà alle fiamme il borgo di San Giuliano e si porta in un’ abbazia vicina a Virgiliano. A metà mese Sforza ritorna a Pesaro con cinque squadre di cavalli e 300 fanti; rientrato al campo dopo pochi giorni, con i rinforzi che gli sono inviati dai veneziani  affronta a Mulazzano il Montefeltro e Roberto Malatesta. Lo scontro (nel quale è ferito alla gola) dura dall’alba al tramonto e registra una  pesante sconfitta dei pontifici con la cattura di 300 uomini d’arme (tra i quali Virginio Orsini). I morti sono 300. La guerra di Rimini costa al papa quasi mezzo milione di ducati, una cifra che rappresenta circa il doppio delle entrate pontificie di un anno.

Sett.Marche e Veneto

Ripara a Pesaro; si reca a Venezia per giustificare la sua sconfitta. I veneziani lo licenziano perché non ha corrisposto ai capitolati previsti dalla sua condotta.

1470
Gen.RomagnaA San Martino nel forlivese.
Feb.MarcheOspita a Pesaro il signore di Perugia Braccio Baglioni, ammalatosi al campo pontificio.
Giu.UmbriaE’ ospitato a sua volta a Perugia da Braccio e da Guido Baglioni.
Lug.Emilia

A Bologna: si prefigge l’obiettivo di recarsi a  Milano per chiedere una condotta al nipote Galeazzo Maria Sforza. Nella città alloggia nel palazzo di Giovanni Bentivoglio. Gli è aumentata la provvigione annua da 10000 a 12000 ducati anno. Gli sono subito anticipati 6000 ducati.

Sett.Emilia

A Parma con Ludovico Gonzaga ed il duca di Milano: con costoro va incontro sulle porte della città a Borso d’Este, giunto nella città per perorare la causa di Manfredo e di Niccolò da Correggio. Lo Sforza è nominato governatore di Parma.

1471
Gen.Lombardia

A Milano, per la stipula della ferma di Giovanni Bentivoglio con i ducali; dona al signore di Bologna una cavalcatura del valore di 100 ducati.

1472
Dic.Milano600 cavalli.
1473
Gen. mar.MarcheSi ammala in modo grave. E’ scoperta una congiura in Pesaro ai suoi danni (forse istigata da Girolamo Riario) capeggiata dal vescovo della città Barnaba Mersoni. Il pronto intervento del figlio Costanzo fa andare a vuoto la trama. I responsabili non saranno puniti a causa dei consigli di moderazione fatti giungere allo Sforza  dal Montefeltro. Ha in animo di recarsi a Venezia.
Apr.EmiliaMuore per un colpo apoplettico, a metà mese, a Ferrara all’ osteria di Torre della Fossa.   E’ sepolto a Pesaro. Ritratto con i figli Costanzo e Battista nel “Trittico della crocifissione di Rogier van der Weyden (oggi al Museo Reale delle Belle Arti di Bruxelles).  E’ pure presente in un’opera di Andrea Mantegna, la “Camera Picta”, che si trova nel Palazzo Ducale di Mantova. Suo ritratto pure a Fermo nel Palazzo dei Priori (Pinacoteca Comunale).  Ammiratore di Francesco Filelfo. Medaglione di Gianfranco Enzola, ora a Parigi al Museo del Louvre. E’ ricordato da Luigi Pulci in “La giostra”. Versi in suo onore sono scritti pure da altri poeti come Giovan Mario Filelfo, Martino Filetto, Antonio Costanzi e Niccolò Perrota. Anch’egli, inoltre, da parte sua compone alcune centinaia di sonetti per l’amante Pacifica Samperoli. Fa edificare sul Monte Accio (il colle di san Bartolo) nei pressi di Pesaro la Villa Imperiale ed a Pesaro la parte rinascimentale del Palazzo Ducale nella Piazza Grande cittadina, affidata all’architetto dalmata Luciano Laurana. La sua impresa araldica consiste in un cimiero sopra allo stemma dei Visconti di Milano, sovrastato da un drago con testa di vecchio che, a sua volta, tiene tra gli artigli un anello con punta diamantata. Altri anelli diamantati si trovano anche nelle ali di un pipistrello. Sposa Costanza da Varano, figlia di Piergentile e Sveva Feltria da Montefeltro. Alla sua  morte la seconda moglie, di soli 23 anni, entra nel monastero delle clarisse del Corpus Domini di Pesaro prendendo il nome di Serafina. Nel 1754 il papa Benedetto XIV la proclamerà beata e protettrice secondaria della città di Pesaro. Il suo sepolcro si trova nella cattedrale cittadina.

CITAZIONI

-“Egregio nell’arte militare.” CORIO

-“Uno de’ più magnifici e prodi Capitani del tempo suo.” MURATORI

-“Saggio amministratore e giusto ed affabile regnante, costui, dopo una lunga carriera guerresca, ebbe un regno tranquillo, durante il quale raccolse una splendida biblioteca e passò il tempo in pie ed erudite conversazioni.” BURCKHARDT

-“Fu peritissimo nella disciplina militare, nella quale fece assai experienza delle sue virtù in più luoghi d’Italia e in Lombardia e in Toscana; e nell’acquisto del Reame al soldo del re Ferdinando, trovossi alla expugnazione di più terre. Aggiunse alla disciplina militare le lettere, ché fu litteratissimo, e amatore de’ litterati, e sempre aveva appresso di sé maestri in teologia, e maxime di quella ispeculativa di sancto Tomaso d’Aquino.” V. DA BISTICCI

-“L’é capitanio valoroso, pratico e molto reputato.” MALIPIERO

-“Homo excellente in arme.” CAGNOLA

-“Aveva dati moltissimi e segnalati argomenti di sua prodezza in assai guerre gravissime.” BRUTO

-“Qui fuit capitaneus magnus et magnanimus inter primos italicos, relinquens de eius magnanimitate non mediocrem gloriam et famam.” ANNALES FOROLIVIENSES

-“Vir armis inclytus.” DECEMBRIO

-“Eccellente capitano.” ALBERTI

-“Qui prudentia, consilio, celeritate et virtute singulari omnia providit atque conferit.(Con Roberto da San Severino) “In essa guerra (contro Giovanni d’Angiò) fu notabile la virtù excellente de Alexandro et de Roberto, quali non solo se dimostrarono ne la impresa prestantissimi capitanei, ma ancora, dove bisognoe, fecero effecti et opere de gagliardissimi et fortissimi soldati.” SIMONETTA

-Con Roberto da San Severino, Giovanni Sforza, Leone Sforza e Domenico Malatesta “Uomini eccellentissimi in fatti d’arme.” SABELLICO

-“Guerriero di pronto valore e avidissimo di gloria.” UGOLINI

-“Viro forti..vir acer.” FACIO

-“Nulla militari laude Francisco inferior habitus.” A.M. GRAZIANI

-“Dux quidem clarissimus, et Alexandro Philippi Macedonis filio magninimitate, et militari scientia non inferior..Duce ut magnanimo, ita rei militaris scientia peritissimo.” PORCELLIO

-“..Alexandro d’amor cinto/ e de virtù fin l’età stanca e lassa./ (Alla battaglia di Mulazzano)/ Et Alexandro Sforza, i suoi vedendo/ cacciarli adrieto in tanto disonore,/ confortali ivi, e, vechio, se affatigha/ per non perder sua gloria e chiar splendore.” SANTI

-“Celebre condottiero de’ suoi tempi.” LITTA

-“Di molti fratelli che erano i signori Sforzi, questo Alessandro è celebrato più d’ogn’altro delli scrittori di virtuoso e prudente..Il sommo merito di questo principe fu negli ameni studi, de’ quali sommamente si dilettò, a fronte di continui viaggi ch’ebbe a fare e dell’orrore delle sanguinose battaglie.” COLUCCI

-“Per gloria di belle gesta chiarissimo.” VESI

-“Signore sagace e savio.” BROGLIO

-“Fu mecenate, protettore di artisti, spese parte del patrimonio nell’acquisto di libri e di quadri, nell’abbellimento delle città di Fermo e di Pesaro, nel mantenimento di Palazzo Schifanoia a Ferrara, che possedette fino al 1458.” SPADA

-“Un cenno a parte..(merita la figura di Alessandro Sforza) mecenate, letterato, governante consapevole dell’importanza della bellezza e della magnificenza per la creazione del consenso. Di questo aspetto Sforza si curò sin dalle prime fasi della sua attività: gli apparati effimeri per gli ingressi di Francesco Sforza nelle cittadine marchigiane assoggettate, i festeggiamenti per le nozze di Isotta Sforza con il duca d’Atri (1439) e la decorazione delle sale del Girifalco a Fermo per accogliere Francesco e Bianca Maria (1443). Fu anche proprietario del palazzo di Schifanoia a Ferrara fino al 1458. Ma è particolarmente significativa l’attività urbanistica a Fermo (sistemazione della piazza maggiore, 1438-42) e soprattutto a Pesaro (ristrutturazione e rafforzamento delle mura, 1450; ricostruzione del palazzo di città, del 1462, e della chiesa dei minori osservanti, 1465, poi sacrario degli Sforza di Pesaro; costruzione della villa extraurbana dell’Imperiale, 1469, dove la prima pietra fu posta dall’imperatore Federico III). Fu lui a ingaggiare per primo Luciano Laurana (1465), poi spostatosi a Urbino; chiamò il pittore squarcionesco Marco Zoppo per l’altare maggiore della chiesa francescana osservante (1471)… Alessandro guardava lontano. Durante il viaggio in Borgogna commissionò ritratti (di sé e dei figli) e un trittico alla bottega di Rogier Van der Weyden; cercò di procurarsi un Mantegna, adocchiò i giovani Antoniazzo Romano e Melozzo da Forlì. Fu poi un grande bibliofilo, come ricorda Vespasiano da Bisticci .., si procurò libri a Firenze, Milano, venezia, Bologna e creò uno “scriptorium” a Pesaro. Ebbe a modello la biblioteca viscontea-sforzesca di Pavia, e mise insieme alla fine 457 volumi. .. La biblioteca non fu completamente distrutta nel 1514, ma fu verosimilmente dispersa a partire dalla fuga di Giovanni Sforza da Pesaro nel 1501; alcune decine di volumi si trovano a Bologna, Cambridge, Princeton, Firenze, Londra, Parigi, Roma. Infine, fu poeta egli stesso, come attesta un canzoniere conservato alla Bibliothèque Nationale de France.” ROSSETTI

-“Impiegò parecchi anni della sua vita a combattere e a diventare celebre come condottiero, poi riuscì a farsi una signoria personale, con il contributo di due matrimoni fortunati … Si dice che a Pesaro nessuno si meravigliasse che Alessandro frequentasse e portasse a corte diverse amanti. Infatti, costui tenne una relazione amorosa con la bella Mattea Samperoli, dama di famiglia agiata, da cui ebbe due figlie, Ginevra e Antonia, e due figli maschi, Ercole e Carlo. Pochi anni dopo, Alessandro rimandò Mattea dal marito, percdhé nel frattempo si era invaghito della cugina di lei, la bellissima e giovane Pacifica Samperoli, di Belvedere Fogliense, anch’ella sposata.” CIAFFONCINI

-Sulla sua tomba compare il seguente epitaffio “Sfortia me genuit: nota est mea dextera bello/ Peridum cultor, iustitiaeque fui./ Nomen Alexander./ Dedit hac Constantius urnam/ Successor merito filius ipse pater.”

Immagine: http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/16308/Ritratto-di-Alessandro-Sforza
Fonte immagine in evidenza: Beni culturali

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