Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
SAPOROSO MATTEUCCI (Saporoso da Fermo) Di Fermo. Cavaliere dell’ordine di San Michele.
1515 – 1578 (agosto)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni ntraprese ed altri fatti salienti |
1530/1537 | Francia Firenze | Impero Fuoriusciti | Piemonte | A quindici anni abbandona la famiglia per combattere come venturiero in Piemonte nella compagnia di Annibale Gonzaga, dal quale apprende i primi rudimenti della professione. Prende parte all’assedio di Buttigliera Alta. Licenziato al termine delle operazioni, nel 1537 passa agli ordini di Valerio Orsini, agli stipendi del duca di Firenze Cosimo dei Medici. | |
1538/1539 | Venezia | Impero Ottomano | Croazia e Grecia | Agli ordini dell’Orsini milita al servizio dei veneziani contro i turchi. Affronta gli avversari alla difesa di Corfù ed in Dalmazia. | |
1541/1542 | Chiesa Venezia | Colonna Impero Ottomano | Lazio | Agli stipendi del papa Paolo III. Contrasta Ascanio Colonna nella cosiddetta guerra del sale agli ordini di Pier Luigi Farnese. Si distingue in un assalto al castello di Paliano. Al termine del conflitto rientra agli stipendi dei veneziani. In uno scontro presso Corfù cattura la moglie di Rostan Pascià (di nome Camaria), figlia del sultano Solimano. Trattiene prigioniera a Fermo la donna, finché questa verrà liberata dopo sette mesi in cambio di alcuni prigionieri e schiavi di origine marchigiana. | |
……………. | Firenze | Francia | Francia | Combatte in Savoia agli stipendi del duca di Firenze Cosimo dei Medici. | |
1546 | |||||
……………… | Impero | Francia | Germania | Milita nella compagnia di Giordano Orsini, figlio di Valerio. Prende parte alla conquista di Dura (Duren) ove è il primo capitano a piantare sul baluardo l’insegna imperiale: ferito da un colpo di moschetto alla spalla sinistra deve lasciare il campo. La città è conquistata da Ferrante Gonzaga con la perdita di più di 600 fanti italiani e spagnoli. | |
Autunno | Francia | Guarito, prende parte all’assedio di Landrecy (Landrecies). Allorché Giordano Orsini si ammala e deve lasciare il campo, Saporoso Matteucci assume il comando della compagnia | |||
1547 | Firenze Venezia | Impero Ottomano | Toscana e Veneto | Licenziato al termine del conflitto, ritorna in Italia; si ferma a Pisa. Agli stipendi del duca Cosimo dei Medici affronta sul litorale toscano i turchi del Barbarossa. Cessato il pericolo, si sposta a Padova. Ritorna agli stipendi della Serenissima, sempre con Valerio Orsini. | |
1548 | Francia | Inghilterra | Gran Bretagna Francia | Non riesce a rimanere inattivo. Guerreggia in Scozia agli ordini di Piero Strozzi. Ha l’incarico di difendere un’isola assalita dalla flotta inglese. Ha a sua disposizione 150 fanti e 4 pezzi di artiglieria. La sua resistenza costringe la flotta avversaria a desistere dalle operazioni. Rientra in Francia con lo Strozzi. Gli è assegnata una pensione dai francesi e gli è conferito il collare dell’ ordine di San Michele. | |
1550/1553 | |||||
Feb. | Chiesa | Francia | Marche Lazio Toscana Emilia | Alla morte del papa Paolo III è richiamato nella Marca dilaniata da gravi disordini. Domati questi, si reca a Roma per conto di Fermo al fine di rendere omaggio al papa Giulio III. Di seguito gli è affidato l’incarico di vicecastellano di Castel Sant’Angelo a Roma. Prende parte alla guerra di Mirandola al fianco di Vincenzo Nobili, capitano generale della cavalleria pontificia. Alla notizia dell’ arrivo a Parma di truppe francesi in soccorso dei difensori della città lascia la Toscana (nei pressi di Lucca, sul Serchio) per affrontare gli avversari. In una scaramuccia gli sono uccise 2 cavalcature; è con 4 colpi di pistola al collo. E’ trasportato prima a Modena e poi a Ferrara per esservi curato. Riavutosi dopo qualche mese, raggiunge il campo al termine del conflitto. Chiamato dal cardinale di Ferrara Ippolito d’Este, raccoglie truppe nella Marca (500 fanti) da portare alla difesa di Siena. | |
1554 | |||||
Mar. | Francia | Impero | Toscana | Lo Strozzi lo pone alla guardia di Chianciano; esce dalla località per affrontare Ascanio della Cornia; per poco non viene catturato. Si sposta poi verso Siena; nel tragitto ha modo di sconfiggere un contingente nemico e di catturare i due capitani che lo comandano. Si unisce con lo Strozzi; gli è dato l’incarico di trovare un guado nell’Arno in piena. Riesce nell’intento alla testa di 24 archibugieri e di due guide, cosicché l’esercito francese è in grado di raggiungere Siena senza perdite. Allorché la città viene investita dalle truppe di Gian Giacomo dei Medici e di don Giovanni de Luna il Matteucci e Giustiniano da Faenza (per un totale di 400 fanti) ha il compito di presidiare l’abbazia vicina al forte del monastero di Santa Bonda. | |
Mag. | Toscana | A Siena. Viene preposto dallo Strozzi alla difesa del convento degli Angeli con Gioacchino Guasconi. | |||
Ago. | Toscana | Rimane gravemente ferito alla coscia nella battaglia di Marciano. E’ trasportato su una barella prima a Lucignano e quindi a Montalcino. | |||
1556 | |||||
……………. | Ferrara | Parma | Sergente generale | Emilia | Guarito, passa al servizio degli estensi. I pontifici gli offrono il comando di 1000 fanti per contrastare gli imperiali. Gli estensi non gli danno il permesso di lasciare i loro stipendi. Nominato sergente generale, è utilizzato in un breve conflitto contro i Farnese di Parma. A Canossa, nel parmigiano, sconfigge gli avversari; occupa Guardasone e Monte Lucido. E’ assediato in tale località per otto giorni. Nel corso di un’ispezione alle mura, diroccate in precedenza dalle sue artiglierie, rimane una volta di più ferito alla stessa coscia. Intervengono da Ferrara 400 archibugieri ed il Matteucci viene messo in salvo. |
Ago. | Marche | Alla fine delle ostilità ottiene il permesso di rientrare a Fermo dove è stato chiamato dai suoi concittadini per difenderla da eventuali pericoli.. | |||
1569 | Chiesa | Marche | Il papa Pio V gli affida il comando di un colonnello di fanti ed il compito di revisionare le fortezze di Ancona. La città è sotto minaccia degli ottomani. | ||
……………… | Ragusa | Impero Ottomano | Capitano generale | Croazia | E’ chiamato in Croazia dalla repubblica di Ragusa (Dubrovnik) per affrontare i turchi. Gli sono consegnati nella cattedrale il bastone di capitano generale e lo stendardo della repubblica con l’effigie del patrono San Biagio. |
……………… | Marche | Dopo breve tempo rientra ad Ancona (dove ha lasciato come suo vice il capitano Dario Nalli di Osimo) a causa del cessato pericolo e della sua malferma salute: gli è concessa dai ragusani una pensione annua di 2000 scudi. | |||
1577 | |||||
Sett. | Chiesa | Ugonotti | Francia | Il papa Gregorio XIII lo invia ad Avignone, in soccorso del re di Francia Carlo IX, per fronteggiare in Provenza gli ugonotti. Assume il comando delle truppe al posto dell’assente Marcantonio da Martinengo. Si accampa sotto Minerve, nel contado Venassino, con 4000 fanti, 500 cavalli e molti venturieri; ha a sua disposizione 12 pezzi di artiglieria. Assedia la località dopo avere in parte deviato il flusso delle acque circostanti. Il Ferrier, che ne è alla difesa, si arrende a condizioni. Il giorno della consegna della città ai pontifici. Il Matteucci vi entra con un presidio; le trattative si rompono all’ improvviso e sono uccisi i soldati che si trovano al suo interno. Il condottiero riprende le operazioni di assedio. Ritorna ad Avignone lasciando un distaccamento nei 3 forti costruiti attorno a Minerve. | |
1578 | |||||
……………. | Francia | Minerve cade dopo sedici mesi di assedio. | |||
Ago. | Francia | Muore ad Avignone ai primi del mese per disturbi urologici. E’ sepolto a Fermo nella chiesa di Santa Maria in Castello. Le esequie sono solenni. La bara è portata da quattro capitani; la seguono 400 torce e tutti i suoi commilitoni. L’orazione funebre è letta da un gesuita alla presenza del cardinale d’Armagnac. Gli è eretto un monumento in Avignone. Sono stati composti numerosi sonetti in suo onore. |
CITAZIONI
-“Da sì gran Guerriere (Valerio Orsini) dunque fu ricevuto il magnanimo Saporoso, a cui s’accresceron tanto più le occasioni di esercitar il suo spirito, non meno nell’audacia di combattimenti, che nell’esperienza della fedeltà, nella quale si mostrò egli sempre singolare in qualunque congiontura havesse mai hauto palesarla.” DE’ MONTI
-“Era ben chiara la fama di Saporoso, sì per il suo valore, come per l’ammirabil prudenza, e fortezza, con la qual guidar soleasi ne strani accidenti de guerrieri tumulti.” ANONIMO DI FERMO
-“Nel 1542 l’episodio che lo consegnò romanticamente alla storia.. In uno scontro in mare al largo di Corfù catturò Mihirimati, figlia del sultano Solimano il Magnifico e moglie del Gran Visir Rustan Pasha, portandola nel suo palazzo a Fermo, rinchiusa nella torre che ancora oggi porta il nome del Matteucci. Si racconta che la ventenne Mihirimati fosse bellissima e di grande cultura, e che il suo fascino facesse scoccare fra i due un amore puro e mai corrisposto, fino a quando il sultano non riscattò la principessa contro il rilascio di cento prigionieri cristiani, tra cui molti marchigiani.” MARTINELLI
-“Fu il Matteucci liberale e cortese, non mai burbero e austero; anzi mansueto ed indulgente più che il guerresco costume il comportasse; e per quanto valoroso e intrepido nell’esercizio delle armi, altrettanto pieno sempre di grazia e di giocondità.” DE MINICIS
-“Nacque in su l’Adria al bel Piceno in Seno/ Saporoso il Guerrier cinto d’Onori,/ A cui Bellona diè Nome Sereno/ A cui Marte donò Seri d’Alloro.” Da un sonetto riportato dal DE’ MONTI
-Epigrafe sul suo sepolcro “D.O.M./Saporosus. Matteuccius, trib. mil./ Bellica. virtute. praestitit/ Imperator. ductu. auspicioque. suo/ Arma. per. Italiam. Illyricam. Galliam/ Victor tulit/ Obiit. III. non. sex. MDLXXVIII. aet. LXIII
BIOGRAFIE SPECIFICHE
G. De Minicis. Delle geste di Saporoso Matteucci e Orazio Brancadoro illustri guerrieri fermani del sedicesimo secolo.
G.F. de’ Monti. La vita dell’insigne guerriere Saporoso Matteucci da Fermo.
Immagine tratta da Delle geste di Saporoso Matteucci e Orazio Brancadoro illustri guerrieri