PIERO FARNESE

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Piero Farnese
Illustrazione di Gozzini del monumento equestre a Pietro Farnese di Jacopo Orcagna, pubblicata in 'I Farnese' di Odorici-Litta, 1860 - 1868, fonte: lacitta.eu

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

PIERO FARNESE  (Piero del Farneto, Petruccio di Cola) Signore di Farnese, Canino, Isola Farnese, Cellere ed Onano.

1310 ca.- 1363 (giugno)

piero farnese
Stemma Farnese
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1338
Ago.UmbriaCon il padre Nicola favorisce in Orvieto i Monaldeschi della Vipera contro i Monaldeschi della Cervara. Viene dichiarato ribelle.
1344
Nov. dic.PerugiaArezzoToscana

Combatte Pier Saccone Tarlati. Prende parte all’assedio di Castiglion Fiorentino; vi costruisce una bastia e si ferma nel contado per quarantacinque giorni fino all’ultimazione dell’ opera.

1345
………Toscana

Assale Castiglion Fiorentino; fa venire al campo 5000 fanti (dei quali 1000 forniti dai perugini);  alla testa di tali truppe inizia a dare numerosi assalti alle mura.

Apr.ToscanaSi impadronisce di Castiglion Fiorentino.
1348UmbriaA Perugia con Guido Orsini allorché quest’ultimo conferisce la signoria di Orvieto ai perugini per un periodo di dieci anni.
1352
Feb.FuoriuscitiOrvietoUmbria

Affianca i Monaldeschi della Cervara ai danni di Orvieto. Entra nella città per la Porta della Pusterla, giunge fino alla fontana di Santo Stefano e con Cataluccio da Bisenzo uccide Benedetto Monaldeschi della Vipera:  l’attacco è tuttavia respinto da Pietruccio di Pepo dei Monaldeschi del Cane.

Giu.LazioE’ sollecitato dal rettore del Patrimonio Niccolò della Serra a portarsi al campo di Viterbo ai danni del prefetto Giovanni di Vico.
1353ChiesaVicoLazioOccupa Toscanella (Tuscania).
1354
Feb.ChiesaMilanoLazio

Al servizio del cardinale Egidio Albornoz contro le truppe del signore di Milano Bernabò Visconti: è convocato al consiglio di guerra che si tiene a Montefiascone.

Giu.UmbriaA Perugia.
1355
Nov.Capitano di guerraMarcheViene infeudato ad Ancona di metà Onano dietro il censo annuo di 20 fiorini. L’altra metà è concessa ad Albertaccio Ricasoli.
1358
Mar.ChiesaEmiliaEntra in Bologna, caduta allo stato della Chiesa dal precedente signore Giovanni Visconti da Oleggio.
1359
Giu.ChiesaForlìRomagnaA Bertinoro con il cardinale Albornoz. Dirige le operazioni ai danni di Forlì e di Folimpopoli.
Lug.Romagna

Entra in Forlì ed è armato cavaliere con Albertaccio Ricasoli. A ciascuno dei due condottieri sono consegnati 200 ducati affinché possano acquistare una cavalcatura di pregio di loro scelta.

1360
Gen.ChiesaMilanoEmilia

Si sposta alla difesa di Bologna con diciotto bandiere di cavalli; entra nella località per la Porta di San Felice. Con Gomez Albornoz contatta Giovanni Manfredi che si offre di combattere il Visconti a fronte di alcune concessioni.

Mar.Emilia

Prende possesso di Bologna con Blasco Fernandez allorché Giovanni Visconti da Oleggio cede la città allo stato della Chiesa in cambio di Fermo, del rettorato della Marca e di una provvigione annua di 12000 ducati e di altri 80000 ducati a saldo delle spese militari sopportate. Il Farnese emana immediatamente un editto in cui è minacciato l’esilio a tutti coloro che provochino tumulti. Gli è pure consegnata la rocca di San Felice per proteggere gli ultimi giorni di permanenza nella città dell’Oleggio.

Ott.Emilia

Viene segnalato ancora a Bologna al solenne ingresso del cardinale Albornoz: il prelato lascia il campo di San Michele al Bosco ed entra nella città per la Porta di San Mammolo.

1361
……..RomagnaSi muove in Romagna allo scopo di recuperare allo stato della Chiesa Lugo, Bagnacavallo e Solarolo, località controllate da Giovanni Manfredi.
Giu.Romagna ed Emilia

Lascia in segreto la Romagna con Galeotto Malatesta e si sposta con 800 barbute alla difesa di Bologna minacciata da Giovanni da Bileggio. Penetra nottetempo nella città per la Porta di San Donato.

Lug.Emilia

Il cardinale Albornoz promette paga doppia e mese completo in caso di vittoria sui viscontei: i nemici iniziano a costruire una bastia al ponte di San Ruffillo per tagliare il flusso dei rifornimenti a Bologna  provenienti da Firenze. Piero Farnese si collega con Galeotto Malatesta e Malatesta Ungaro; si colloca all’ala destra, agli ordini di Gomez Albornoz, con il padre Nicola.  I viscontei sono sconfitti. Nel corso del combattimento assume il comando delle truppe del suo settore allorché il cardinale Albornoz, gravemente ferito, deve abbandonare il campo. E’ catturato Giovanni di Bileggio; nello scontro,  in cui anche il Farnese rimane ferito in modo serio, sono uccisi 970 uomini e sono fatti prigionieri 1300 soldati.

1362
……..RomagnaSempre contro i viscontei, alla testa di 28 insegne di cavalli e di 200 fanti ungheri, investe invano Lugo e Tossignano.
Nov.Emilia

Staziona alla guardia della bastia di San Felice, posta su un ponte del Reno vicino a Bologna. Respinti gli attacchi portati dagli avversari, raccoglie con Ciappo da Narni 1500 cavalli e si mette al loro inseguimento. Li tallona fino a Corticella; sorprende di notte i nemici a Granarolo dell’ Emilia.  Tra i viscontei sono catturati 150 uomini; molti sono pure gli uccisi nelle loro file.

1363
Feb. mar.FirenzePisaCapitano g.leToscana

Il senato di Roma lo invia in soccorso dei fiorentini per combattere i pisani. Viene nominato capitano generale al posto di Rodolfo da Varano. Gli sono consegnati in anticipo 2000 fiorini. A marzo da Firenze si porta in Val di Nievole dove è concentrato il grosso delle truppe. A Lucca, nel frattempo, gli abitanti capeggiati dagli Obizzi cercano di sollevarsi. Il tentativo fallisce con la condanna a morte o all’esilio dei capi della congiura. Tale esito convince Piero Farnese ad allontanarsi dal lucchese;  i pisani, agli ordini di Rinieri da Baschi, possono in tal modo continuare ad assediare Barga ed a scorrere nel volterrano.

Apr.Toscana

Si muove da Fucecchio con 2000 barbute e 5000 fanti; si dirige a Ceruglio (Montecarlo);  giunge alle porte di Pisa: penetra nel borgo di San Marco, vi fa battere moneta e correre un palio “alle puttane”. I pisani catturano 42 cittadini, dei quali alcuni sono decapitati, ed alcuni forestieri: Piero Farnese comprende che il trattato su cui ha contato per entrare nella città nemica è stato scoperto.  Senza saccheggiare il contado ritorna a Pescia. Preme sui fiorentini affinché assoldino la Compagnia Bianca di Alberto Sterz: il suo consiglio non è ascoltato  cosicché gli inglesi passano agli stipendi dei pisani. Affretta le operazioni prima dell’arrivo dei  soccorsi per gli avversari. In Garfagnana fa ribellare Castiglione ed altri castelli inviandovi Spinello dei Tolomei e Corrado da Jesi con 300 cavalli e 200 masnadieri. Costoro cadono in un agguato teso loro da Rinieri da Baschi;  i fiorentini perdono le recenti acquisizioni.

Mag.Toscana

Si avvia a Bagno a Vena con 800 cavalli, tra cui molti ungheri, e 800 fanti. Gli viene contro Rinieri da Baschi (600 cavalli e molti fanti) che gli taglia la strada, mentre altre truppe  circondano il Farnese alle spalle ed ai lati. Il condottiero prima dello scontro arma cavaliere Simone da Varano; di seguito, ordina le schiere, le fa scendere da cavallo ed incita i suoi uomini a combattere con le spade, invece delle lance a causa della natura accidentata del terreno. Il combattimento dura due ore e mezzo ed è estremamente feroce: Rinieri da Baschi è catturato con le armi in mano.  Molti sono i morti d’ambo le parti. Il giorno dell’ Ascensione Piero Farnese ritorna a Firenze con 150 cavalli catturati nello scontro; è accolto con tutti gli onori; rifiuta l’offerta di una ghirlanda d’alloro ed accetta in dono 4 destrieri. In una delle tante manifestazioni cittadine arma cavaliere il gonfaloniere Niccolò Alberti. Riceve l’insegna reale e quella del comune. Di seguito parte da Empoli  con 2500 cavalli e molti balestrieri e fanti; a Cecina supera a forza un fossato e vince la resistenza di 300 cavalli accampati a Castel del Bosco; da Ponsacco valica la Val di Calci e si porta a Caprona  dando alle fiamme a case ed a palazzi. Incendia Cascina e depreda tutto il contado fino a Rignone; da questa località invia ai pisani il guanto di sfida. 2  connestabili ai suoi ordini, Amerigone Tedesco (60 barbute) ed Otto Tedesco (100 barbute), attaccano i cavalli ed i fanti nemici sotto le  mura di Pisa; vittoriosi all’ inizio contro 300 cavalli, sono vinti e fatti prigionieri da 600 barbute e dagli uomini usciti dalla città in gran numero agli ordini del podestà. Il Farnese chiama allora a raccolta 300 barbute e si getta sugli avversari che volge in fuga. Molti i morti ed i  prigionieri tra i pisani, numerosi anche gli annegati nell’Arno; i fiorentini si spostano a Rignone ed a Spedaletto dove battono moneta con l’effigie di San Giovanni ed una volpe a rovescio indicante i pisani. La retroguardia del Farnese viene attaccata dagli avversari;  anche questo assalto risulta inefficace. Il condottiero si sposta a Peccioli non stancandosi mai di nuocere il più possibile agli avversari.

Giu.Toscana

E’ rigettato da Marti due volte; assedia invano Montecalvoli;  si ritira solo alla voce del prossimo arrivo della Compagnia Bianca. Entra in Barga da tempo assediata dai nemici con 3 battifolli: rifornisce la località di vettovaglie e distrugge due  bastie poste a Sommocolonia. Giunge a Castelfiorentino.  E’ qui  colpito dalla peste; è condotto a San Miniato al Tedesco (San Miniato) dove muore a metà mese. Sempre per  la peste muoiono anche 60 connestabili. E’ sepolto a Firenze nella chiesa di Santa Reparata (Santa Maria del Fiore) in un’arca funebre (disegno di Andrea Orcagna) sormontata dalla sua immagine a cavalcioni su un mulo, così come era successo nella battaglia vinta contro i pisani a Bagno a Vena. Il sepolcro è fregiato dei gigli azzurri di casa Farnese, del giglio fiorentino, della croce del popolo e dell’aquila con il drago di parte guelfa. Diciassette anni dopo i pittori Angelo e Giuliano Gaddi sono stati incaricati di ornarlo con dipinti. A Napoli (Palazzo Capodimonte, Museo) si trova una stampa (disegno di Taddeo Zuccari ed incisione di von Georg Gaspar Penner) in cui viene rappresentato “L’ingresso trionfale di Piero Farnese in Firenze”.

 CITAZIONI

-“Valente uomo in arme, e saputo e accorto con grande ardire, e leale cavaliere, e in fatti d’arme avventuroso.” VILLANI

-“Di lui fu grande e universale compianto, ed ebbe esequie splendidissime, e di mano di Andrea Orcagna una statua equestre di legno che stette infino a questi ultimi anni nel maggior tempio; dove Piero de Farnese fu ritratto sopra un mulo a ricordanza di quando egli,(battaglia di Bagno a Vena contro Rinieri del Bussa) mortogli sotto il destriero e quasi abbandonato dai suoi, montò sopra un mulo da soma e a quel modo compiè la vittoria che a’ Fiorentini fu tanto allegra.” CAPPONI

-“Uomo egregio nella guerra, e in quel tempo riputato peritissimo nell’arte militare.” L. ARETINO

-“Homo d’assai nel fatto delle arme, el qual’oltra i altri danni fè molte vergogne a’Pisani.” CORTUSII

-“Quisto fò valente homo.” GUERRIERO DA GUBBIO

-“Homo d’assai nel fatto delle arme.” N. DI ALESSIO

“Huomo celebre nell’armi.” LOSCHI

-“Valentissimo ed esperto uomo di guerra, franco, gagliardo e cortese.” VELLUTI

-“Messer Pier, ch’è campione di San Piero,/ E della Santa Chiesa, ardito, e fiero/ …/Messer Pier capitano di gran coraggio/…/ O indivisa, ed eterna Trinitade,/ Che tutti i cieli allumini, e la terra,/ Alluminami il cor, che con pietade/ Canti del franco capitan di guerra,/ Messer Pier da Farnese, cui bontade/ E’ sì notoria, che nessun si serra;/ Il qual morì vittorioso molto/ Per la città del Fiore, ov’è sepolto.” PUCCI

-“Vir egregius bello, ac rei militaris per eu tempora in primis peritus.” SANT’ANTONINO

-“Risulterebbe..esere stato il primo ad innalzare i gigli nel proprio stemma..Capitano..acclamato e onorato.” NASALLI ROCCA

-Con Ciappo da Narni “Tutti valenti Capitani.” MUZZI

-Con Bonifacio d’Orvieto ed Enrico Fessa “Uomini nobili e consumati nelle armi.” FOGLIETTI

-Con Bonifacio d’Orvieto ed Enrico Fessa “Viri nobiles et ermis exercitati.” SEPULVEDA

-“Vie egregius bello ac rei militaris per ea tempora in primis peritus.” BRUNI

-“Gli veniva eretta nel 1366 in S. Reparata a Firenze, un’arca funebre sormontata dal simulacro del capitano a cavaliere di un mulo, così come aveva fatto nello scorcio della battaglia (di Bagno a Vena). Questo simulacro era di gesso e cartapesta, o legno e tela, ed è andato perduto.” BOCCIA

-“O lume chiar, nostro splendore adorno,/Onor di casa tua e tuo paese,/Come vola per tutto intorno intorno;/Chiamato Messer Piero da Farnese/Affezionato al fior degli altri fiori,/ Come si vidde in opre palese.” Cambino Aretino riportato da FABRETTI

-“Era un uomo d’arme molto abile e valoroso…Tra gli onori (tributatigli) fu quello di seppellire la salma del valoroso capitano in un sarcofago romano del secondo secolo.. che venne riscolpito su tre facce, mantenendo su di un lato la scultura originaria che raffigura in tre scene il mito di Fetonte. Sull’altro lato maggiore del sarcofago furono scolpiti il Giglio di Firenze, la Croce del Popolo e l’Aquila guelfa; sul lato minore destro, è scolpito il blasone dei Farnese sormontato da un cimiero; su quello sinistro, un altro scudo Farnese, un cimiero, e poi ancora la volpe (la subdola Pisa) a testa in già, per ricordarne la sconfitta, e quindi un giglio Farnese. Sul coperchio del sarcofago riciclato fu collocata la statua equestre che raffigurava il capitano in sella al mulo.. Si dice che apparentemente la statua (attribuita ad Andrea Orcagna o a suo fratello Iacopo) sembrasse di marmo, ma che in realtà fosse stata modellata con gesso e cartapesta, oppure con legno e gesso, legno e cartapesta, legno e tela. E’ andato perso senza che ne sia rimasta documentazione.” BATINI

-Sul monumento funebre compaiono due epigrafi: sulla prima faccia “Petro Nicolao Farnesio, qui periculoso/ bello, a Romano Pontifice subsidio Bonomiensi missus,/ urbem, fugato hoste, maximis periculis liberavit/ S.P.Q.B. gratus piusque ad renovandam beneficii memoriam” Sulla seconda faccia “Petrus Nicolaus Farnesius exercitus Reip./ Florentinae imperator, cum Pisanos acie instructa agressus/ est, qua in pugna equo saucio excussus, malum ascendere/ coactus est, quo cum ordine se restituit, militum animos/ confirmavit, victoriam retulit, Florentia reversus, bellicis/ laboribus confectus e vita recessit, senatus Florentinus/ summis in Rempublicam meritis sepulchrum et statuam decrevit.”

Immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Farnese_(capitano_generale_fiorentino)#/media/File:Arms_of_the_House_of_Farnese.svg

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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