Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
UGO PEPOLI Di Bologna. Conte. Cavaliere dell’ordine di San Michele.
1484 – 1528 (agosto)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1507 | |||||
Mag. | Chiesa | Bentivoglio | Emilia | Contrasta Annibale ed Ermes Bentivoglio. Al loro arrivo nei pressi di Bologna cala giù dai monti vicini alla città con 2000 seguaci ed induce gli avversari a rientrare nel modenese. | |
1508 | |||||
Gen. | Chiesa | Bentivoglio | Emilia | Interviene in Bologna con 100 uomini per recuperare la Porta di San Mamolo caduta in potere di Gaspare Scappi fautore dei Bentivoglio. Il tentativo va a vuoto; a fine mese è convocato con altri nobili a Roma dal papa Giulio II. | |
1511 | |||||
…….. | Venezia | Francia | Veneto | Milita agli ordini di Giampaolo Baglioni. | |
Mag. | Emilia | Bologna si ribella a favore dei Bentivoglio. Ugo Pepoli si rifugia nel castello cittadino con il cardinale legato Francesco Gozzadini. | |||
Ott. | Veneto | A Padova, alla rassegna della sua compagnia effettuata al Prato della Valle. | |||
1512 | |||||
Gen. | Emilia | Scorta fuori Bologna il cardinale Giovanni dei Medici (il futuro Leone X) allorché ella città vi irrompono i fautori dei Bentivoglio. | |||
Feb. | Veneto | Si trova nel veronese. Viene sconfitto dai francesi alla Torre del Magnano: il suo comportamento è elogiato a Venezia nel Collegio dei Pregadi da Giovanni Forti. | |||
1513 | |||||
Feb. | Venezia | Spagna | Veneto ed Emilia | Ha l’incarico di caposquadra nelle compagnie di Giampaolo Baglioni. Lascia il campo di San Bonifacio; si reca a Venezia in Collegio per esporre alcune sue richieste. Si unisce con Ermes Bentivoglio e cerca inutilmente di rientrare in Bologna. | |
Mag. | Veneto | A Venezia. E’ segnalato in San Marco al fianco del doge Leonardo Loredan. | |||
Lug. | Veneto | A Treviso ed a Vicenza. | |||
Ott. | Veneto | Prende parte alla battaglia di Creazzo. Si rifugia a Treviso e da qui ritorna a Venezia in Collegio; riferisce sulla sconfitta patita dai veneziani. I suoi uomini lasciano nel frattempo il campo; le sue richieste non sono soddisfatte perché la Signoria non si fida completamente della sua lealtà. Licenziato, rientra a Bologna. | |||
1514 | |||||
Feb. mag. | Lombardia | Insulta Guido Rangoni. I due si sfidano a duello. Lo scontro non ha luogo a Milano dove è stato stabilito in un primo momento per l’opposizione del papa Leone X. Seguono tre anni di scambi di reciproci cartelli di sfida. | |||
Ago. | Genova | Spagna | 59 cavalli leggeri | Liguria | Ha l’incarico di luogotenente della compagnia di Ottaviano Fregoso; appoggia i francesi a Genova. Con i suoi cavalli leggeri assedia nel capoluogo il castello della Lanterna. |
1515 | |||||
Ago. | Francia | Spagna Impero | 50 lance | Liguria e Francia | Alla difesa di Genova. Presto deve abbandonare la regione e rifugiarsi in Francia. |
1516 | |||||
Ott. | Veneto | Al campo di Villafranca di Verona. Fa parte delle truppe del Lautrec. | |||
Dic. | Lombardia | Ha luogo a Gazzuolo il duello con Guido Rangoni: il combattimento si svolge a piedi; i due contendenti si feriscono reciprocamente anche se in modo leggero, il Rangoni alla gola ed il Pepoli alla faccia. Gli spettatori presenti pongono termine alla lotta. Per alcune fonti il duello è più favorevole ad Ugo Pepoli in quanto ritengono che Guido Rangoni sia stato salvato dall’intervento dei presenti. | |||
1517 | |||||
Mar. | Lombardia | A Milano. Lascia la città con la riconferma nell’incarico di luogotenente della compagnia di Ottaviano Fregoso. | |||
Apr. | Francia | Comp. ventura | Romagna | Appoggia i pontifici contro Francesco Maria della Rovere teso al recupero del ducato di Urbino. E’ segnalato nel riminese a Santarcangelo di Romagna. | |
Mag. | Umbria | Alla difesa di Perugia alla testa della compagnia delle 300 lance francesi del Sisse. | |||
Ago. | Romagna | Al fianco di Renzo di Ceri nei negoziati di pace tra i pontifici e Francesco Maria della Rovere. | |||
1518 | |||||
Sett. | Inghilterra | A Lambeth con gli ambasciatori francesi. | |||
1521 | |||||
Apr. | Lombardia | Prende parte ad un consiglio di guerra del capitano generale dei francesi, il Lautrec, e gli alleati veneziani. Sono concordati i piani di guerra del prossimo conflitto con gli imperiali. | |||
Lug. | Lombardia | Partecipa ad un nuovo consiglio con il Lautrec, il Lescun e Teodoro da Trivulzio: con Giulio da San Severino obietta sulla decisione di raccogliere le truppe tra Cremona e Piacenza per le problematiche legate al loro vettovagliamento. | |||
Ago. | Il re di Francia Francesco I lo induce a rappacificarsi con i Bentivoglio. | ||||
Nov. | Lombardia | Affianca il Pontdormi alla difesa di Vaprio d’Adda con alcuni cavalli, 1000/1200 fanti e due falconetti. Tenta di opporsi ai fanti di Prospero Colonna che stanno attraversando il fiume. Gli avversari occupano una casa vicino alla riva ed ha inizio nel buio una scaramuccia. I cavalli francesi non riescono a respingere i nemici dall’argine; i fanti francesi devono retrocedere a seguito della pressione di Giovanni d’Urbina che usufruisce di forze superiori: sono uccisi lo Chardon e Graziano di Luce, ciascuno al comando di 500 fanti. Il Pepoli chiede rinforzi al Lautrec: il Lescun giunge in ritardo con 400 lance, molti fanti ed alcuni pezzi di artiglieria perché i camerieri del Lautrec non hanno voluto svegliare il generale francese al momento dell’arrivo della richiesta di aiuto. Gli imperiali continuano ad attraversare l’Adda ed i francesi sono battuti. | |||
Dic. | Comp. ventura | Chiesa | Umbria | Segue Francesco Maria della Rovere alla riconquista del ducato di Urbino. Si spinge fino a Gualdo Cattaneo; depreda il territorio e fa dare alle fiamme molte case del circondario. | |
1522 | |||||
Apr. | Francia | Impero | Lombardia | All’assedio di Milano. Prende parte alla battaglia della Bicocca nel cui corso viene ferito ad una gamba da un colpo di archibugio. | |
1523 | |||||
Sett. | Francia | Impero Venezia | Lombardia ed Emilia | Lascia il milanese per recarsi a Ferrara; è catturato nei pressi di Brescia dai cavalli leggeri veneziani. Trattenuto nella città per ordine del provveditore generale Leonardo Emo, (è ospitato nel palazzo del camerlengo) viene fatto liberare dal Consiglio dei Dieci. Prosegue il suo viaggio per Ferrara con 40 balestrieri a cavallo. | |
1524 | |||||
Mar. | 50 lance | Lombardia | E’ preposto con Giovanni da Birago alla guardia di Sartirana Lomellina (200 cavalli leggeri, alcuni uomini d’arme e 800 fanti). Investito da Giovanni d’Urbina (2000 fanti spagnoli muniti di artiglierie), sono espugnati il centro e la rocchetta con l’uccisione di 70 fanti, 50 lance e 50 cavalli leggeri: il Pepoli è catturato nei borghi e viene consegnato a Ferdinando d’Avalos. | ||
Sett. | Francia | Liberato, affronta gli imperiali in Provenza. | |||
Nov. | 600 fanti | Lombardia | E’ nominato governatore di Cassano d’Adda: emette alcune grida che proibiscono ai suoi uomini di danneggiare il veneziano. Segue il duca di Albany nella sua azione volta alla conquista del regno di Napoli. | ||
Dic. | Emilia | E’ segnalato a Borgo San Donnino (Fidenza) con 400 lance e 5000 fanti non bene equipaggiati. A fine mese si ferma a Piacenza. | |||
1525 | |||||
…….. | Francia | Ripara in Francia a seguito della sconfitta di Pavia. | |||
Nov. | 40 lance | Francia ed Emilia | Parte da Lione, si reca nel ducato di Ferrara per ottenere il libero passaggio alle milizie francesi; si incontra a Moriana con Giovanni Cantelmi ed ottiene un rifiuto. | ||
1526 | |||||
Gen. | Francia e Lombardia | Lascia la Francia. Rientra in Italia portando il denaro destinato alle paghe dell’esercito. | |||
Giu. lug. | 24 lance | Lombardia | A Lodi con il capitano generale dei veneziani il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere. A luglio viene insignito da Francesco I dell’ordine di San Michele. Gli è anche concessa una provvigione annua di 3000 scudi. | ||
Sett. | Lombardia | Al campo di Lambrate. | |||
Ott. | Emilia | E’ inviato dal re di Francia a Ferrara allo scopo di convincere il duca Alfonso d’Este a riconciliarsi con il papa Clemente VII. | |||
Dic. | Lombardia ed Emilia | Si incontra a Soncino con Francesco Maria della Rovere per conto del marchese Michelantonio di Saluzzo; attraversa il Po, è segnalato poi a Caorso, punta sul piacentino con 200 cavalli e 500 fanti per tagliare il flusso dei rifornimenti ai lanzichenecchi. Tocca Saliceto di Chiaravalle con Claudio Rangoni e Roberto da San Severino allo scopo di bloccare Niccolò Varolo. Quest’ultimo, tuttavia, riesce a sfuggire all’insidia: sono trovati solo 25 uomini intenti al saccheggio dei quali 8 sono uccisi e 4 fatti prigionieri. Ugo Pepoli si ferma nella località in attesa delle artiglierie il cui trasporto viene ostacolato dal maltempo e dal cattivo stato delle strade. Non manca di lanciare in avanscoperta 100 cavalli e 50 archibugieri che sorprendono alcuni lanzichenecchi alla ricerca di cibo; avvia pure a Cadeo altri 50 cavalli e 80 archibugieri con l’ordine di esplorare il terreno fino a Fiorenzuola d’Arda. A Sissa per un consiglio di guerra tenuto dal commissario pontificio Francesco Guicciardini, dal provveditore generale Govanni Vitturi, da Federico Gonzaga da Bozzolo, dal marchese di Saluzzo e da Paolo Camillo da Trivulzio. | |||
1527 | |||||
Gen. | Emilia | Si allontana da Parma per avere un colloquio a Bologna, a nome del marchese di Saluzzo, con il della Rovere; ritorna a fare da mediatore, su incarico del re Francesco I, sulle vertenze che dividono il pontefice con il duca di Ferrara. | |||
Feb. | Emilia | A Ferrara con Alfonso d’Este. Da parte di Francesco I gli promette in moglie per un figlio una principessa francese di sangue reale. Il duca, al momento, è alleato con gli imperiali. | |||
Apr. | Emilia Romagna Toscana | Rimane al governo di Bologna con i fanti delle Bande Nere ed altri 4000 uomini allorché i lanzichenecchi abbandonano il territorio per puntare sulla Toscana e sul Lazio. Lascia anch’egli la città con Guido Rangoni e 1500 fanti: Castel San Pietro Terme, Imola e Faenza non permettono l’ingresso in città ai suoi uomini. Con Michelantonio di Saluzzo si incontra a Meldola con il della Rovere ed i provveditori generali Alvise Pisani e Giovanni Vitturi; prosegue la sua strada per Firenze. | |||
Mag. | Lazio ed Emilia | Alla caduta di Roma nelle mani di lanzichenecchi e spagnoli, è inviato in soccorso del papa assediato in Castel Sant’Angelo. Con Federico Gonzaga da Bozzolo cerca di superare le linee nemiche approfittando del fatto che gli avversari sono intenti solo al saccheggio della città. Durante la marcia di avvicinamento il Bozzolo cade da cavallo ed è impossibilitato a continuare nell’impresa; nonostante l’imprevisto il Pepoli persevera nella sua missione e giunge a Ponte Milvio. Ritorna indietro a seguito del primo contatto con gli avversari; i difensori del castello, d’altra parte, non sono stati preavvertiti del suo intervento. Trascorrono i giorni e l’esercito della lega resta inattivo: da un nuovo consiglio di guerra se ne esce con un nulla di fatto. Alla fine stanco della situazione il Pepoli rientra a Bologna. | |||
Giu. | Emilia | A Bologna. Con 1000 fanti veneziani tronca una sedizione alimentata da Annibale Bentivoglio e da Lorenzo Malvezzi con il tacito assenso di Melchiorre Ramazzotto. | |||
Sett. | Emilia | Si porta a Modena; tratta positivamente con gli estensi ed i partigiani dei Bentivoglio il rientro di questi ultimi in Bologna come privati cittadini. | |||
Sett. | Affianca il Lautrec nella sua spedizione nel regno di Napoli contro gli imperiali. | ||||
1528 | |||||
Giu. lug. | Firenze | Impero | Capitano g.le fanteria | Campania | Alla morte di Orazio Baglioni ha il comando sia della fanteria fiorentina, sia dei fanti delle Bande Nere. E’ spinto dal capitano generale francese a contrastare le sortite degli avversari che escono da Napoli: si colloca al Belvedere e mette in fuga gli imperiali con poche perdite. Tra gli avversari rimangono sul terreno o sono fatti prigionieri 400 fanti tra spagnoli e lanzichenecchi; dei feriti i più moriranno in un secondo momento. Grande è pure il bottino che perviene ai suoi uomini. Nello stesso mese il Pepoli è catturato dalla cavalleria imperiale in una scaramuccia alla Maddalena mentre tenta di proteggere con Valerio Orsini lo sbarco a Ponte Guizzardo o Licciardo delle truppe del Barbecieux (Antonio de la Rochefoucauld) e di Renzo di Ceri, giunti dalla Francia con 800 fanti ed i denari delle paghe. Secondo Blaise de Monluc la responsabilità della sconfitta è propria di Ugo Pepoli che ha piazzato i suoi picchieri sulla strada senza lasciare spazi per la carica della cavalleria francese del Laval: i cavalli francesi scompaginano così il quadrato dei suoi fanti, i nemici approfittano della confusione e fanno prigioniero il capitano bolognese, gravemente ferito da un colpo di spada al petto. Tra i francesi sono uccisi più di 100 fanti (tra cui Carlo di Foix Candale, colpito alla spalla sinistra da una palla di archibugio) ed altrettanti sono catturati in gran parte gentiluomini; anche gli imperiali subiscono numerose perdite e la cattura di 40 cavalli. |
Ago. | Campania | E’ liberato in cambio dell’Arrio, del Miranda e di altri 3 capitani spagnoli. Muore il Lautrec di peste; il Pepoli cerca con il marchese di Saluzzo, con il quale è peraltro spesso in disaccordo, di tenerne nascosto il decesso. La notizia trapela rapidamente per tutto il campo e dentro Napoli. Ammalatosi a sua volta gravemente, ripara a Capua dove è raccolta la maggior parte degli ammalati francesi. E’ qui raggiunto da Giuliano Strozzi che, a sua volta, ha abbandonato Pozzuoli. Gli abitanti chiudono una porta della città ed aprono l’altra agli imperiali di Giulio Cesare da Capua e di Fabrizio Maramaldo. Sono uccisi i soldati sia quelli sani che quelli ammalati. Ugo Pepoli muore di peste: il cadavere giace in una chiesa davanti all’altare del Santissimo circondato di ceri e di preti, allorché irrompono in essa le masnade di Fabrizio Maramaldo. Queste rovesciano la bara, strappano di dosso al corpo la collana d’oro dell’ordine di San Michele, le insegne militari e le vesti che sono divise tra i vari soldati. E’ sepolto a Napoli nella chiesa di Monte Oliveto. |
CITAZIONI
-“Uomo non meno valoroso che nobile.” VARCHI
-“Uomo che seminava discordia e tumulto fra i soldati.” BARBARO
-“Huomo di singolar nobiltà e di chiaro valore.” GIOVIO
-“Personaggio illustre per onore avito e pel proprio.” GUERRAZZI
-“Guerriero in giovine età di bel nome.” ALBINI
-Con Ludovico Barbiano da Belgioioso “To dos caballeros valurosos y capitanes de mucha gente de armas y harcheros.” SANDOVAL
-“Valorosissimo soldato.” I. CANTU
-“D’antica nobiltà, cavaliere d’esperienza e di molto valore.” SANTORO
-“Era celebre il suo nome per tutta Europa.” DOLFI
-“He was a staunchly pro-French partisan and had been admitted to the Order of St. Michel. As a staff officer of Federigo Gonzaga, the Bolognese “condottiere” had always tried to favour and please the Florentine republic.” ARFAIOLI
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