FILIPPO TORNIELLI

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

FILIPPO TORNIELLI Di Novara. Conte. Signore di Briona.

  • 1556 ca.
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Castello di Proh, frazione di Briona (NO), foto Alessandro Vecchi
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1512
Sett.FranciaVenezia150 fantiPiemonte

E’ segnalato nella rocca di Novara.

1521
Ago. sett.FuoriuscitiFranciaI francesi lo costringono all’esilio dal ducato di Milano. A settembre è condannato in contumacia per ribellione
1522
Mar.ChiesaFranciaPiemonte

E’ inviato da Prospero Colonna alla guardia di Novara con 2000 fanti e molti cavalli. Dalla località taglia le linee di rifornimento agli avversari e rende difficoltose le comunicazioni con la Francia: molti sono i francesi uccisi dai suoi uomini. Si impadronisce di Desana a spese del conte Giovanni Bartolomeo Tizzoni e vi batte moneta. E’  attaccato in Novara dal Boucar e da Anne de Montmorency che conducono 3000 svizzeri, 1000 fanti italiani, 200 lance rafforzati da quattro piccoli pezzi da campagna. Dopo un intenso fuoco di artiglieria alle mura gli svizzeri si rifiutano di assalire la città perché i termini della loro condotta li impegna a combattere solo in battaglia campale. L’attacco è allora condotto dagli uomini d’arme; costoro entrano per una breccia nelle mura;  si trovano la strada bloccata da una trincea. Il Tornielli quando si rende conto che la resistenza dei suoi uomini difensori sta per essere superata  cerca di aprire una delle porte della città per fuggire: non riesce nel suo scopo perché alcuni cittadini, che  parteggiano per i francesi, hanno  introdotto  nella serratura dei sassi che ne bloccano la toppa. Sorpreso dai fanti di Federico Gonzaga da Bozzolo, è fatto prigioniero; tra i suoi uomini sono uccisi 1200 fanti, numerosi sono gli uccisi in combattimento, molti gli impiccati o gli strangolati per le crudeltà da costoro commesse sui prigionieri francesi.

Ago. ott.Piemonte

E’ segnalato di nuovo al campo sotto le mura di Novara. Stipula una tregua con il castellano e vicegovernatore francese Niccolò Goudard. Ai primi di ottobre ne ottiene la resa a nome del duca di Milano Francesco Sforza.

1523
Ott.MilanoFranciaLombardia

Prende parte alla difesa di Milano. Esce in missione notturna e con Sforzino Sforza cattura 30/40 cavalli leggeri.

1524
Feb.500 fantiLombardiaSi muove tra Milano e Pavia.
Mag.Piemonte

Rientra a Novara allorché i francesi lasciano la città.

Ott.Lombardia

Ha l’incarico di raccogliere a Cremona 1000 fanti con i quali porsi alla difesa della città.

1525
Ott.Lombardia

Quando Girolamo Morone è fatto imprigionare dal marchese di Pescara Ferdinando d’Avalos per tradimento il Tornielli ospita in una sua casa il cancelliere del ministro sforzesco Stefano Robbio. Gli imperiali emettono una grida in cui si pretende la  consegna del funzionario pena l’immediata condanna per ribellione. Il Tornielli conduce gli imperiali  dove è nascosto Stefano Robbio e lo fa  arrestare.

Nov.ImperoMilanoLombardiaAderisce al partito imperiale.
1526
Gen.Lombardia

E’ temporaneamente confinato; ritorna in breve tempo a Milano.

Apr.Lombardia

Si distingue nel sedare i tumulti sorti in Milano contro le malefatte degli spagnoli.

Lug.MilanoImperoLombardia

Si avvicina al vescovo di Lodi Ottaviano Sforza. Con altri nobili milanesi cerca di prestare soccorso al duca Francesco Sforza assediato nel Castello Sforzesco. Ricorre all’aiuto di pontifici e veneziani. E’ presa la decisione di attaccare la città a Santa Maria delle Grazie ed a Porta Comacina: ogni tentativo è frustrato.

Ago.Lombardia Piemonte

Si muove sotto Mortara con i francesi; si dirige a Casale Monferrato;  si propone allo Sforza come governatore della Lomellina. Non soddisfatto nelle sue ambizioni, muta di nuovo bandiera.

1527
Gen.ImperoFrancia Milano VeneziaLombardia Piemonte

A Pavia; entra in Novara con 2000 fanti;  segue Battista di Lodrone alla conquista di Asti.

Feb.Emilia

Si muove nel piacentino;  a metà mese raggiunge Cusano.

Apr.Lombardia

Viene ferito da una pugnalata al petto da Bonifacio Visconti.

Mag.Lombardia Piemonte

Assale Sant’Angelo Lodigiano con Brunoro Gambara ed Alberigo Barbiano da Belgioioso (1200 fanti). Penetra nel borgo di Santa Maria e si vede respingere due attacchi; è a sua volta aggredito da Ludovico Vistarini, Francesco da Casale e da Niccolò Pelliccione (70 archibugieri a cavallo e 150 fanti). Gli imperiali sono messi in fuga con la cattura di 70 uomini. Il Tornielli prende parte a Milano ad un consiglio di guerra con Antonio di Leyva e Ludovico Barbiano da Belgioioso;  subito dopo si trasferisce a Briona. Attacca le terre dei Borromeo: le truppe non lo vogliono seguire per il ritardo delle paghe.  Rientra a Milano.

Ago.Lombardia Piemonte

Esce da Milano con alcuni fanti;  con il Belgioioso sorprende ad Oleggio 200 uomini dei Borromeo.

Sett.Lombardia

In Lomellina ed alla volta di Abbiategrasso con il Gambara. Avviato alla difesa di Lecco, è svaligiato per strada dai francesi con tutta la sua compagnia.

Ott.Lombardia

Lascia Milano con 2000 fanti, 50 uomini d’arme, quattro pezzi di artiglieria e numerose scale per puntare alla riconquista di Abbiategrasso.

Nov.Piemonte

Il  di Leyva lo invia con 1200 fanti (di cui 500 italiani) e pochi cavalli a recuperare Novara difesa da 400 fanti sforzeschi. Supera il Ticino ed entra nella città per la rocca tenuta dagli imperiali: i fanti nemici si ritirano in parte ad Arona ed in parte a Mortara. Il Tornielli non può allontanarsi dal novarese per l’intervento degli sforzeschi in Lomellina.

Dic.Lombardia

Con 600 fanti si sposta verso Lecco, assediata dai veneziani di Antonio da Castello e da Gian Giacomo dei Medici: supera i passi che conducono alla città ed obbliga il Medici a ritirarsi sulla sua flottiglia lacuale con l’artiglieria. Nello stesso tempo Mortara e Vigevano cadono in potere dei francesi.

1528
Gen.Lombardia Piemonte

Rientra in Lomellina ed ottiene la resa di Mortara; l’arrivo in zona di Cesare Fregoso scompiglia i suoi piani. Muove allora con 3000 fanti contro i veneziani; a fine mese deve ripiegare a Novara con soli 800 fanti perché  lo Zuchero ed i lanzichenecchi sono stati richiamati a Milano. Una sua compagnia di cavalli è messa in fuga nel milanese dal  Fregoso e da Paolo Luzzasco.

Feb.Piemonte Lombardia

E’ contattato dal Fregoso per passare agli stipendi della Serenissima. Si reca a Milano alla ricerca di soccorsi ed è fatto incarcerare dal di Leyva nel Castello Sforzesco in quanto viene sospettato di tradimento. Rilasciato, punta una volta di più su Lecco con il Belgioioso alla testa di 2000 fanti (1200 italiani, 650 spagnoli e 350 lanzichenecchi), 400 cavalli leggeri e quattro pezzi di artiglieria.

Mar.Lombardia

A metà mese con il Belgioioso vince sull’Adda la resistenza di Ercole Rangoni e di Pietro da Longhena; costringe Maffeo Cagnolo e Guido Naldi ad abbandonare il passo sopra Carenno;  il Medici è obbligato, a sua volta, a lasciare il forte della Chiusa nei pressi di Lecco  ed a imbarcarsi con la sua flotta per riparare a Mandello sul Lario.

Apr.Lombardia e Piemonte

Con la resa del Medici è avviato alla conquista di Vigevano; indi, sempre con il Belgioioso, è dirottato verso Vercelli.

Giu.Piemonte

Staziona sul Po con 2000 lanzichenecchi e molti uomini d’arme per fermare l’avanzata dei francesi del Saint-Pol. Si trova  a Pontecurone ove si oppone a Roberto da San Severino ed a Carlo Malatesta da Sogliano che, con il provveditore Francesco Contarini, vogliono collegarsi con i francesi ad Alessandria.

Sett. ott.Lombardia Piemonte

Esce da Milano con otto/dieci bandiere di fanti, si dirige ad Abbiategrasso e tenta di prestare soccorso a Pavia. Ha alcuni scontri con gli avversari; ad ottobre sosta ancora con i suoi uomini tra Novara, Mortara e la Lomellina.

Dic.Piemonte

Attraversa il Ticino con 2000 fanti, occupa Bassignana e rientra in Lomellina. A Crescentino sconfigge e cattura in uno scontro notturno Napoleone Orsini con la sua compagnia di cavalli leggeri. Nello stesso anno gli è concessa in amministrazione dal di Leyva la contea di Rosate confiscata a Gianfrancesco Stampa, seguace del duca di Milano.

1529
Gen. mar.Piemonte Lombardia

Nel Monferrato. Con lo spagnolo Valacerca (300 fanti) presta soccorso con la sua compagnia di cavalli a Cesare da Napoli assalito in Melegnano da francesi e veneziani.

Apr.Lombardia

Lascia Milano con il di Leyva per riconquistare Cassano d’Adda ai veneziani.

Mag.Piemonte

Pressato dal Saint-Pol, lascia Novara e raggiunge Milano.

Giu.Lombardia Piemonte

Esce nottetempo da Milano con Cesare da Napoli. Assale Fagnano alla cui difesa si trovano 200 cavalli e 500 fanti francesi. Trova una porta aperta ed irrompe nel borgo. Sono fatti 300 prigionieri. Assedia la rocca e cerca, senza esito, di persuadere il capitano nemico,  suo amico, ad arrendersi. Vista l’inutilità dei suoi sforzi prosegue alla volta di Novara. Ricevuti in soccorso dal di Leyva pochi cavalli e 300 fanti attraversa il Ticino e ne sorprende la guarnigione sforzesca . Si impadronisce della città ed assedia la rocca: gli avversari si arrendono; tra i veneziani è catturato Aventino Fracastoro. Si allontana dalla città alla ricerca di provviste. Durante la sua assenza tre novaresi e due soldati sforzeschi, trattenuti nel castello come prigionieri, se ne impadroniscono con uno stratagemma. Alla notizia il Tornielli torna subito in città ed obbliga i ribelli a cedere con la minaccia di un assalto.

Lug.Lombardia ed Emilia

A Casei Gerola con 40 cavalli; rientra in Lomellina e presta soccorso al Belgioioso impegnato all’assedio di Novi Ligure. Con la caduta della località si dirige a Castel San Giovanni; si divide dal Belgioioso e prosegue per Asti. Si scontra con Ludovico Vistarini che lo sconfigge e gli toglie due bandiere. Allorché il capitano sforzesco si allontana il Tornielli entra in Valenza.

Ago.Lombardia

Raduna i fanti imperiali, che sono a Savona ed a Novara, e li conduce a Milano.

Nov.Emilia

Con lo  Zuchero affianca  Carlo V nel suo solenne ingresso in Bologna.

Dic.800 fantiEmilia

I suoi fanti stazionano nel bolognese. Invitati ad unirsi con il resto dell’esercito  imperiale impegnato nell’assedio di Firenze i suoi uomini si rifiutano di obbedire se prima non siano loro saldate le dovute  spettanze. L’imperatore ordina ai bolognesi di ucciderli: la maggior parte si dà alla fuga;  solo 300 si dirigono in Toscana.

1532
Mag. giu.ImperoImpero OttomanoLombardia

A Mantova. Gli è dato il comando di un colonnello di 1500 fanti per combattere i turchi in Ungheria; a luglio ha ai suoi ordini un numero di uomini nettamente superiore al  previsto (3000 uomini, raccolti soprattutto in Piemonte). Si incammina per  Stradella;  a Briona ha il compito di  dirimere una controversia sorta tra Pietro Luca Fieschi e Filiberto Ferrero dei Fieschi su alcune proprietà a Roasio ed a Crevacuore. Tocca poi Cremona e Carpenedolo.

Ago. sett.3000 fantiAustria

Fabrizio Maramaldo è nominato capitano generale della fanteria italiana; gli è vicino quando altri capitani soffiano sul fuoco ed inducono alla sedizione 8000 fanti su 14000 per la scarsità del vitto e per il ritardo delle paghe. Il numero degli effettivi, specie del suo colonnello, è del resto molto superiore a quanto inizialmente programmato con inevitabili contraccolpi dal punto di vista finanziario e logistico.

Ott. nov.Austria Slovenia V.Giulia Friuli Veneto

Lascia Innsbruck con Piermaria dei Rossi; è accusato da Giambattista Castaldo di essere la causa principale dei disordini perché si trova ora al comando di 3000 uomini invece dei 1500 previsti dalla sua condotta.  Nella marcia di ritorno tocca Graz, Lubiana, Gorizia, Sacile; per Chiusaforte scende nel Veneto. Le sue milizie mettono a  sacco il trevigiano.

1533
Mag.1500 fantiPiemonte

Si trova con lo  Zuchero a Saluzzo al fine di mantenere il marchesato nell’orbita imperiale.

1536
Gen.ImperoFranciaPiemonte

Appoggia le truppe del duca Carlo di Savoia contro i francesi. Ha l’incarico di rafforzare le difese nei confronti degli abitanti di Berna.

Feb.Piemonte

Concentra le sue forze su Santhià; non avanza oltre Vercelli per proteggere la Lombardia da eventuali incursioni degli avversari.

Mar.Piemonte

Alla testa di 4000 fanti contrasta l’Annebault ed il Montejean: si muove per sbarrare loro il passo verso Susa;  preferisce arretrare senza aspettare l’esercito francese a causa dell’inferiorità numerica delle sue milizie. Deve abbandonare anche Torino con il Castaldo e Cesare da Napoli; ripiega su Vercelli.

Apr.Piemonte

Il di Leyva lo incarica di impossessarsi di un ponte nei pressi di Torino; si collega con il Medici e sconfigge i francesi.

1537
Feb.Emilia

Con il commissario Giambattista Galenziano attacca in Mirandola Galeotto della Mirandola: l’assedio si scioglie con un nulla di fatto.

1538
Giu.Lombardia

A Vigevano con alcune compagnie di fanti tedeschi allorché alcune insegne di fanti spagnoli si ammutinano a Chieri per il ritardo delle paghe dirigendosi  verso la città. Si allontana da Vigevano per i disordini sorti tra i suoi stessi uomini; nella città vi entrano gli spagnoli per un’altra porta.

1542
………ImperoImpero OttomanoUngheria

Combatte i turchi in Ungheria per conto dell’arciduca Ferdinando d’Austria. Affianca Alessandro Vitelli nell’attacco contro Buda, che fa seguito ad un intenso bombardamento portato con quaranta pezzi di artiglieria.

………Ungheria

Con la conquista di Marano Lagunare da parte di Piero Strozzi è messo in preallarme con Sforza Pallavicini (500 cavalli leggeri) per recuperare il centro.

1543
EstateUngheria

A Chiavorino sul Danubio con 6000 fanti (3000 italiani, il resto tedeschi) e sei grossi pezzi di artiglieria; si fortifica nell’isola di Colmar e blocca il fiume con catene per impedirne la percorribilità alla flotta turca. Cade Strigonia (Esztergom);  il Tornielli invia alcune compagnie in soccorso di Albareale (Stalvaisemburg). I turchi assalgono il castello di Tatta: il presidio, comandato da Annibale Tasso (100 archibugieri, di cui 60 italiani e 40 tedeschi) e dall’Antio, (700 soldati nel complesso) si arrende senza alcuna resistenza. Il sultano Solimano dona ai due capitani una veste d’oro ed una di seta: costoro rientrano a Colmar e vi sono fatti decapitare da Filippo Tornielli. I turchi spianano il castello di Tatta ed assalgono il Tornielli in Stalvaisemburg con 12000 cavalli. Chiede in rinforzo quattro insegne di fanti tedeschi, una banda di uomini d’arme, dieci pezzi di artiglieria e cento carri per rafforzare gli alloggiamenti del campo: a tutti i soldati sono consegnate tre paghe.

Sett.Ungheria

I turchi danno la spallata decisiva alle trincee del campo esterno.  I difensori sono quasi tutti uccisi: anche il Tornielli cede; ripara a Vienna raggiunto dalla fanteria pontificia condotta da Giovambattista Savelli e da Giulio Orsini.

1546
Feb.Emilia

A Piacenza come giudice di una giostra organizzata da Pier Luigi Farnese.

1549Lombardia

A Milano per rendere omaggio all’infante di Spagna Filippo.

1551ImperoFranciaEmilia

Combatte nella guerra di Parma.

1555
EstateImperoFranciaPiemonte

Ricopre l’incarico di governatore a Novara. Assedia Santhià.

Ott.Piemonte

Si unisce con Girolamo Sacco;  al comando di 3000/4000 fanti italiani, spagnoli e tedeschi, 300 cavalli, coadiuvati da due cannoni e da una colubrina tenta di espugnare Gattinara. Si colloca nelle vicinanze; è assalito da una sortita dei difensori capitanati da Ludovico da Birago ed alla spalle da truppe francesi condotte da Michele di Barosse. Girolamo Sacco è ucciso; tra i suoi uomini dagli 800 ai 900 fanti cadono nello scontro o sono fatti prigionieri. Il Tornielli si rifugia a Romagnano Sesia.

………Piemonte

Conclusa la carriera militare, si ritira nella rocca di Briona, di cui incrementa la costruzione dei torrioni nella cortina periferica.

1556Muore. Sposa Isabella Boschetti (già amante del duca di Mantova Federico Gonzaga) e Costanza Bentivoglio.

CITAZIONI

-“Capitan vecchio, e stimatore accorto de’ pericoli e casi della militia.” GIOVIO

-“Illustre nella militia.” SANSOVINO

-Con Pietro da Birago e Pietro Botticella, capitano della milizia degli “straccioni” “Era formata di 4000 uomini, per lo più milanesi, pavesi, alessandrini e tortonesi, e dovunque si portavano seminavano il terrore e l’obbrobrio. Cavalli, bovi, vacche e contadini stessi, di tutto s’impossessavano, e stringevano fra i ceppi gli stessi gentiluomini, sottoponendoli ad inauditi e vergognosi tormenti. Non pochi furono appesi alle travi e agli alberi legati ai testicoli, e a colpi di verghe e di aghi, fra i più dolorosi martirii, venivano spenti.” MAGENTA

-“Novariensi juvene impigro, armorum studioso..Impigro duci.” CAPELLA

-“Ch’è di Marte figlio./…/ Et vene anchora il Conte Torniello/ Che d’allemani tutti è Colonello.” ALBICANTE

-“Valoroso.” CASALIS

-“Famoso Capitano, e de più intendenti del mestiere delle armi, che fossero in quei tempi tra gl’Italiani.” LAZARI

Fonte immagine: wikimedia

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