Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
UGOLOTTO BIANCARDO (Brancardo, Brancardi, Ugolino Bianco, Ugolotto Bianchi, Ugolotto Erculeo) Di Parma. Guelfo e ghibellino.
Signore di Castelbaldo e di Casale di Scodosia. Nipote di Bonifacio Lupo.
1350 ca.-1408 (febbraio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1363 | |||||
Mar. | Veneto | Chierico, in quanto destinato alla carriera ecclesiastica, si trova a Padova allorché, lo zio, il canonico Giovanni Lupo rinuncia a suo favore al beneficio dei SS. Simone e Giuda di Villatuma nelle mani del vescovo della città Pileo da Prata. | |||
1378 | |||||
…………….. | Si dà al mestiere delle armi. Milita nelle compagnie di Alberico da Barbiano. | ||||
Ago. | Milano | Verona | Veneto | ||
Dic. | Venezia | Padova | Lombardia | Ratifica nel mantovano con altri condottieri della compagnia la condotta con i veneziani. | |
1379 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Bologna | Emilia | ||
Feb. | Comp. ventura | Firenze | Toscana | ||
1380 | |||||
Primavera | Chiesa | Antipapa | 60 lance | Umbria | Di presidio ad Orvieto. Il rettore pontificio Guglielmo Maramaldo fa imprigionare alcuni esponenti della fazione dei muffati. |
Mag. | Umbria | Rinaldo Orsini lascia Bolsena ed attacca il Biancardo in Orvieto con la compagnia dei bretoni. E’ assediato nella rocca ed in pochi giorni è costretto alla resa. | |||
1384 | |||||
Dic. | Comp. ventura | Siena Cortona | Umbria e Toscana | Con Guido d’Asciano ed Anderlino Trotti si muove dal perugino per entrare ostilmente nel senese. Si ferma a San Galgano; sconfitto da Boldrino da Panicale si dirige verso Monte San Savino e la Berardenga. Ha contatti con i fiorentini. | |
1385 | Lombardia | Si acquista buona fama nelle guerre che si svolgono in Lombardia. | |||
1386 | |||||
Gen. | Lo zio Bonifacio Lupo con regolare atto notarile gli lascia in eredità il proprio cimiero. | ||||
…………….. | Padova | Verona | 800 cavalli | Friuli e Veneto | Agli stipendi del signore di Padova Francesco da Carrara. Combatte prima in Friuli, quindi nel veronese e nel vicentino. Ovunque sia, Ugolotto Biancardo provoca danni immensi. |
Giu. | Veneto | Attraversa il Brenta e mette a ferro e fuoco i contadi di Costozza e di Nanto. E’, viceversa, respinto dal Covolo di Costozza. | |||
…………….. | Veneto | Depreda il territorio di Barbarano Vicentino e quello di altri villaggi sempre del vicentino. | |||
Nov. | Veneto | Si unisce con Giovanni degli Ubaldini, Pagano da Rho, Bernardo Scolari ed Ugolino Ghislieri (1000 lance); muove di notte in soccorso delle torri di Novaglia, che stanno per cadere in potere degli scaligeri. Introduce nelle fortezze armi e fanti. | |||
1387 | |||||
Feb. | Veneto | A Cerea con Giovanni Acuto e Giovanni degli Ubaldini per un consiglio di guerra. | |||
Mar. | Veneto | Partecipa alla battaglia di Castelbaldo, nella quale è inserito nella terza schiera che comprende anche Francesco Novello da Carrara, Antonio Balestrazzo, Ceccolo Broglia, Brandolino Brandolini, Biordo dei Michelotti, Giacomo e Conte da Carrara e Bernardo Scolari (1400 cavalli). Si colloca dietro un fossato con a fianco i provvigionati di Cermisone da Parma; è assalito dalle milizie di Ostasio da Polenta e di Benedetto da Malcesine. A questa azione seguono il contrattacco dei carraresi ed una nuova offensiva scaligera portata da Giovanni Ordelaffi: con Conte da Carrara, il Biancardo provvede a tamponare la furia degli avversari. | |||
Apr. | Padova Milano | Verona | Veneto | Con la vittoria è inviato in soccorso dei viscontei che concorrono per il 50% al pagamento della sua condotta. | |
Mag. | Veneto | Esce da Padova a metà mese con Conte da Carrara ed una grande moltitudine di guastatori. Giunge a Castelletto, varca il Bacchiglione a Longare, vi costruisce un ponte ed assale le torri di Novaglia per controllare il regime idraulico del fiume che viene reinserito nel suo alveo naturale. Prima compie una rovinosa scorreria sino a Campello, presso Vicenza, mentre una parte dell’esercito costruisce una forte bastia nelle vicinanze delle torri. Con Conte da Carrara prosciuga i fossati antistanti le bastie che difendono Novaglia; assale le postazioni nemiche con le bombarde (trecentotrentatre palle di pietra). Gli scaligeri gli inchiodano con una sortita la “Trevisana”; alla fine i nemici si arrendono ed egli ne incendia le fortificazioni. | |||
Giu. | Veneto | Assedia Vicenza dalla parte di Porta Berica. | |||
Lug. | Veneto | Si allontana da Vicenza dopo alcuni attacchi infruttuosi, anche a causa della peste. Tocca Lonigo, Bagnolo, Verona (la Porta di San Felice) e Poggiana continuando sempre nella sua politica di sistematica devastazione. Attacca, invano, Montegalda, ove subisce notevoli perdite (200 morti). | |||
…………….. | Veneto | Francesco Novello da Carrara decide di assalire Vicenza a Porta Nuova. Il Biancardo respinge le sortite condotte da Guido da Savona, colloca i suoi alloggiamenti sul Bacchiglione nell’attesa di eventuali disordini all’ interno della città. I fossati sono colmati di fascine, le scale sono avvicinate alle mura: esce Guido da Savona ed i carraresi sono ributtati. Il Biancardo viene ferito gravemente ed è condotto a Padova per esservi curato. | |||
Ott. | Veneto | Entra in Verona con i viscontei per la Porta di San Massimo che gli viene aperta dall’interno; con Otto da Mandello accetta la dedizione della città a nome del conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti contrariamente agli accordi che intercorrono con Francesco da Carrara. Il signore di Padova pensa allora di ricevere dai viscontei Vicenza ed invia il figlio Conte a prendere possesso della città: costui viene respinto. | |||
1388 | |||||
…………….. | Milano | Veneto | E’ nominato capitano di Verona. | ||
Giu. | Milano | Padova | Veneto | Prima della dichiarazione ufficiale di guerra tra viscontei e carraresi ha contatti segreti con Albertino da Peraga, maresciallo di campo dell’ esercito padovano. Ugolotto Biancardo affianca Jacopo dal Verme nella sua offensiva. | |
Lug. | 300 lance | Veneto | Esce da Bassano del Grappa, supera le difese poste all’abbazia di Sant’Eufemia a Villa del Conte ed attraversa il Brenta a Limena. Si impadronisce di un ponte sulle Brentelle e colloca il campo sotto Padova tra il canale ed il Bacchiglione. | ||
Sett. | Veneto | Avvia nuove trattative con Albertino da Peraga che si impegna a farlo entrare nel borgo di Ognissanti. Assale le torri di Novaglia: dopo quindici giorni di bombardamento, Rigo Trapolino e Tommasino da Parma sono costretti alla resa a patti. Subito dopo il Biancardo si riporta sotto Padova e devia le acque del Bacchiglione verso la città. | |||
Nov. | Veneto | Francesco Novello da Carrara si arrende a Codevigo; il Biancardo entra nella cittadella di Padova con 100 lance e mette a sacco la città. Si reca a Treviso, che si è ribellata a Francesco da Carrara, con l’obiettivo di impedire che la località pervenga nelle mani dei veneziani: il popolo taglia i ponti, barrica le strade ed ostacola i suoi disegni. | |||
Dic. | Veneto e Lombardia | Ritorna a Treviso con Spinello dei Tolomei (400 lance) per ottenere da Francesco da Carrara l’esecuzione dei patti stipulati. Si incontra con l’ex-signore di Padova, si scusa per la lotta che gli ha portato ed ottiene il possesso della città ed il controllo del castello. | |||
1389 | |||||
Sett. | Milano | Firenze Bologna | Toscana Umbria e Marche | Su mandato del Visconti si reca a Siena per assoldare truppe con il tesoriere Giovanni della Porta e l’ambasciatore di Siena Battista Piccolomini. Raggiunto da 100 lance, si volge verso Perugia e recluta nella marca di Ancona Ceccolo Broglia ed il Brandolini con 200 lance, Giovanni Tedesco da Pietramala con 100 e Boldrino da Panicale con altre 200. | |
Ott. nov. | Emilia | Lotta contro i bolognesi. | |||
1390 | |||||
Giu. | Milano | Padova Firenze | Emilia e Veneto | Affronta e sconfigge nel bolognese 800 lance degli avversari; è richiamato nel Veneto dopo che Francesco Novello da Carrara è riuscito a recuperare Padova. Il Biancardo supera il Po ad Ostiglia con 700/800 lance; a Peschiera del Garda è sorpreso dalla notizia della rivolta di Verona a favore degli scaligeri. Compare all’improvviso in riva all’Adige ed entra di notte in tale città per la Porta di Santa Croce della cittadella con 400 lance e 1300 fanti (di cui molti sono forniti da Francesco Gonzaga), mentre i rimanenti uomini sono spediti alla volta di Padova. Il giorno seguente punta verso la città innalzando il vessillo dei carraresi. Gli viene aperta una porta. Irrompe in Verona con le sue squadre e molti abitanti fautori dei viscontei allo scopo di assalire la popolazione. In tre giorni sono trucidate 1500 persone di ogni età e sesso: i veronesi sono obbligati ad abbandonare le loro case ed a rifugiarsi, favoriti dalle tenebre, al di là dell’Adige. Deve intervenire Caterina Visconti, moglie di Gian Galeazzo, per fare cessare la strage. Imponente è il bottino; molto di questo viene venduto. Subito si avvia verso Padova con le medesime intenzioni. | |
Lug. | Veneto | Entra nella cittadella di Padova con molti carri di vettovaglie; ne esce per una sortita ma viene respinto dai carraresi. Dall’alto della Torlonga (la futura Specola) assiste alla sfilata dell’esercito nemico per cui perde ogni speranza di un rapido successo. Ritorna a Vicenza in attesa di rinforzi; a fine mese si dirige nuovamente verso Padova con vettovaglie e munizioni per gli assediati della cittadella. | |||
Ago. | Veneto | Attraversa il Brenta ed a Limena è contrastato da Conte da Carrara: dopo alcune ore è costretto a ripiegare; lascia nelle mani dei nemici 300 uomini, perde 40 carri di farina, 20 di carne salata, 30 di vino, 10 di munizioni e 200 capi di bestiame. | |||
……………. | Veneto | Gli è affidato il governo di Verona. Come suo primo atto scaccia dalla città tutti i dissidenti. | |||
Nov. | Milano | Padova della Scala | Veneto | Riprende la guerra contro i carraresi. | |
1391 | |||||
Gen. | E’ assalito in Verona da Giovanni Acuto e dai fautori di Cansignorio della Scala. | ||||
Giu. | Lombardia | E’ sconfitto sull’Oglio, a Rudiano, da Giovanni Acuto cui ha cercato l’attraversamento del fiume con 700 cavalli. | |||
Lug. | Lombardia | Deve lasciare Soresina e ritirarsi oltre il Serio per la pressione di fiorentini e carraresi. Appoggia Jacopo dal Verme a Castellazzo dove sono disfatti i francesi di Giovanni d’Armagnac. Sempre con il dal Verme costringe le truppe dell’ Acuto a ripiegare dall’ Adda, blocca gli avversari nel cremonese; è battuto a Paterno. | |||
Sett. | Lombardia e Veneto | Con Antonio Porro ed Antonio Balestrazzo tallona gli avversari nella loro ritirata verso il veronese ed il padovano; si impadronisce, presso Padova, con 300 cavalli del ponte delle Brentelle e vi fa molti prigionieri che sono condotti a Vicenza. | |||
Ott. | Veneto | Assale Castelbaldo con il Porro e vi inizia la costruzione di due bastie. All’annuncio dell’arrivo di Conte da Carrara stabilisce di ritornare indietro di notte: è, tuttavia, intercettato ed i carraresi si appropriano di 280 carri di vettovaglie e munizioni, 22 barche, 12 bombarde, più altro materiale. | |||
1393 | Veneto | Capitano di Vicenza. | |||
1394 | Veneto | Gli viene nuovamente offerto l’incarico di governatore di Verona. | |||
1395 | |||||
Gen. feb. | Milano | Padova | Veneto | Concentra le sue truppe a Verona ed a Vicenza. Minaccia di invadere il padovano. | |
Sett. | Lombardia | A maggio Gian Galeazzo Visconti ottiene dall’imperatore Venceslao di Boemia, mediante l’esborso di 100000 fiorini, il titolo di duca di Milano. A settembre con Paolo Savelli, alla testa di 500 lance, Ugolotto Biancardo sorveglia che nulla accada nella cerimonia di incoronazione, che si svolge a Milano in Piazza Sant’Ambrogio. Nell’occasione i milanesi prestano giuramento di fedeltà al Visconti. | |||
…………….. | Emilia | E’ nominato vicario di Soragna. | |||
1397 | |||||
Mar. | Milano | Mantova | Veneto e Lombardia | Ha il compito di assalire il mantovano dal veronese. Tocca San Martino Buon Albergo, Pontepossero, Erbé e supera il Mincio;. Punta su Ostiglia. Agli ordini di Jacopo dal Verme saccheggia gran parte del mantovano e si avvicina al capoluogo. Impedisce ad Andrea Malatesta di oltrepassare il Mincio; con tale azione contribuisce alla sconfitta del capitano avversario nei pressi di Mantova. | |
Apr. | Lombardia | Si impossessa della rocca di Melara. Occupa Marcaria. | |||
Giu. | Lombardia | Viene rieletto capitano di Verona. Podestà della città è Spinetta Spinola. Ritorna al campo. | |||
Lug. | Lombardia | Si trova a Governolo alla confluenza del Mincio con il Po: alla difesa della località sono Bartolomeo Gonzaga, Marsilio e Guido Torelli. Costruisce una bastia su un’ isoletta ed inizia ad assediare tale centro. Si incammina su Castelletto per scorrere il contado nelle vicinanze di Mantova; da Governolo esce Guido Torelli con 200 cavalli e 100 fanti; costui fa ripiegare il Biancardo e gli cattura 100 cavalli. Irritato, ordina che siano condotte sul Mincio molte imbarcazioni: i nemici escono dal serraglio e si impadroniscono di 30 barche che vengono trasportate nel capoluogo. Si dirige verso Ostiglia e provvede a vettovagliare l’esercito visconteo. Sa di un’incursione di Carlo Malatesta; fa depositare il frumento raccolto nei magazzini di Isola della Scala ed attacca le truppe della lega che stanno ritornando nel mantovano cariche di prede. Si collega con il dal Verme ed assedia Borgoforte. | |||
Ago. | Lombardia | E’ sbaragliato da Carlo Malatesta a Borgoforte dove ha il comando della quarta schiera di 1000 cavalli: si getta nella mischia con Facino Cane. Contro di lui intervengono a riequilibrare le sorti del combattimento Pandolfo Malatesta e Giovanni da Barbiano. Viene ferito e disarcionato da Carlo Malatesta, abbandona il ponte di cui è alla guardia e si ritira. Subito dopo assedia in Cavriana Antonio degli Obizzi; Ugo di Monforte soccorre i difensori e gli cattura 300 cavalli. | |||
Ott. | Lombardia | Muove verso Marcaria ed Alberone, penetra nel serraglio e provoca i gonzagheschi sulle porte di Mantova (Porta Molino). | |||
Ott. | Lombardia | Rimane nel mantovano fino al termine del conflitto. Suoi soldati catturano nelle vicinanze, in una scaramuccia, Ugo di Monforte. | |||
1398 | |||||
1399 | |||||
…………….. | Veneto | A Verona. Acquista da Maffeo Petronio il castello della Gallinella nel cremonese. | |||
1401 | |||||
Giu. | Veneto | Continua a svolgere l’incarico di capitano a Verona. | |||
Sett. | Veneto | Invia presidi alla guardia di Belluno e di Feltre. | |||
1402 | |||||
Mar. | Milano | Bologna | Emilia | Ha una grave lite con Ottobono Terzi; le due compagnie si affrontano in combattimento (180/ 200 morti tra i suoi uomini e 150/200 tra quelli del Terzi, che rimane ferito). | |
Sett. | Lombardia | E’ presente nel duomo di Milano ai funerali di Gian Galeazzo Visconti. Viene chiamato a far parte del consiglio di reggenza. E’ pure nominato con Manfredo Barbavara governatore del conte di Pavia Filippo Maria Visconti: viene presto destituito. | |||
1403 | |||||
Apr. | Milano | Veneto | Si porta nel bellunese. Cerca legname da trasportare via fiume, sul Piave, allo scopo di una sua utilizzazione nelle città di pianura. | ||
Ago. sett. | Milano | Padova Ferrara | Veneto | Non riesce ad impedire a Niccolò d’Este di attraversare l’Adige a Castelbaldo. Ai primi di settembre irrompe nel veronese Brunoro della Scala, figlio di Guglielmo. Il Biancardo esce da Verona alla testa di numerose truppe ed entra in Legnago (si impossessa della rocca) ed in Porto. | |
Ott. | Veneto | Si incontra a San Martino Buon Albergo con gli ambasciatori di Francesco Novello da Carrara, Rigo Galletto e Luca Lion: le trattative non hanno alcun esito. | |||
Nov. | Veneto | Riprende il conflitto con i carraresi. | |||
Dic. | Veneto | Assale, inutilmente, le due bastie di Albaredo d’Adige e di Porcile (Belfiore) alla cui difesa si trova Tommasino da Parma. | |||
1404 | |||||
Gen. | Veneto | Esce da Legnago ed attacca ancora gli avversari ad Albaredo d’Adige; respinto, si rinchiude in Verona e ne passa alla difesa con Bartolomeo Gonzaga. Si oppone a Filippo da Pisa che ha la sua base operativa ad Albaredo d’Adige ed a Belfiore: non può impedire che Francesco Novello da Carrara porti le sue scorrerie fin sotto Verona, a Porta Vescovo, al Campo di Marte ed alla Porta dei Calzari. | |||
Feb. | Veneto | Vieta l’ingresso in Verona alle truppe di Facino Cane e di Pandolfo Malatesta, inviategli in soccorso dalla duchessa di Milano, per timore di un qualche loro colpo di testa nella città. Accompagna Facino Cane nella sua marcia verso Padova e cerca con lui di abbattere la bastia che difende il ponte di Belfiore, sorvegliata da Filippo da Pisa. | |||
Apr. | Veneto | E’ costretto a rientrare in Verona a causa dell’ammutinamento delle milizie provocato dal ritardo delle paghe. | |||
Mag. | Veneto e Lombardia | I vicentini gli concedono la loro cittadinanza. E’ attaccato nottetempo in Verona da Francesco Novello da Carrara, da Niccolò d’Este, da Guglielmo, Brunoro ed Antonio della Scala. Accorre con Galeazzo da Mantova e la cavalleria per distogliere gli avversari dall’ assalto alle mura: i balestrieri, che sono nella città, insorgono a favore dei della Scala. Il condottiero, a causa dell’ oscurità, non può vedere l’effettivo numero dei nemici ed è investito dai verrettoni. Intanto i carraresi rompono la cinta muraria in due punti ed il capitano dei provvigionati padovani penetra in Verona. Il Biancardo tenta il tutto per tutto con Bartolomeo Gonzaga; si porta in piazza Bra e dà fuoco alle case dentro e fuori le mura, specie nel borgo di San Zeno i cui abitanti si sono uniti con gli attaccanti. Lo scontro dura fino all’alba quando è obbligato a riparare con il Gonzaga prima al Campo di Marte, poi nella cittadella con 200 lance e molti fanti. In alcuni giorni i carraresi si impadroniscono della Porta della Vittoria; al Biancardo non riesce neppure il tentativo di portare soccorso a Giovanni Dente, che difende sull’ Adige il ponte delle Navi. Assediato nella cittadella, a seguito di nuovi assalti scaligeri condotti alla Porta della Paglia, è costretto a scendere a patti: consegna alcuni ostaggi e promette di cedere le fortificazioni ancora in suo possesso (la cittadella ed il castello di San Martino Acquario, /Castelvecchio) nel caso in cui non arrivino rinforzi a suo favore entro il termine di sei giorni. Alla scadenza di tale data abbandona Verona con le sue truppe e si reca a Mantova: da qui fa in modo che Vicenza si dia ai veneziani piuttosto che ai carraresi. | |||
……………. | Emilia | Rientra nel parmense. | |||
Ago. | Emilia | Recupera il castello di Madregolo, caduto nel precedente marzo in potere dei Rossi. | |||
Ott. | Venezia | Padova | Veneto | Al fianco di Ottobono Terzi e di Galeazzo da Mantova contro i carraresi. | |
Nov. | Veneto | Si accampa a Bussolengo da dove blocca tutti i passi della Valpolicella per tagliare le linee di rifornimento ai carraresi. | |||
Dic. | Emilia | Fa ritorno a Madregolo. | |||
1405 | |||||
Autunno | Emilia | Preme su Ottobono Terzi affinché sia cancellata a Parma, nel Palazzo dei Notari, la pittura infamante che effigia Pietro dei Rossi ed il fratello Giacomo impiccati per un piede. | |||
1406 | |||||
Dic. | Emilia | Il giorno di Natale si trova a Parma per il battesimo del primogenito di Ottobono Terzi Niccolò Carlo. | |||
1408 | |||||
Feb. | Emilia | Muore nel suo castello di Madregolo a fine mese. Fa testamento a favore di 4 figlie naturali, tutte legittimate. Suoi esecutori testamentari sono Jacopo Terzi e Carlo da Fogliano. |
CITAZIONI
-“Capitano di ventura, che si era acquistato buon nome, verso la seconda metà del secolo XIV, come uomo d’arme, non certo rispettoso dei beni e delle terre altrui.” ARGEGNI
-“Unus ex belli ducibus, vir pace, ac bello prudentiae singularis.” BRACCIOLINI
-“Celebre capitano del secolo XIV.” BOSI
-“Erat..irae impatiens.” PLATINA
-“Tanta quidem constantissimi pectore ducis (Gian Galeazzo Visconti) fidutia in militia inhumani Herculis habita, ut gladio eius impio Cismintiana regis sub ipsius ducis imperio subageretur: nec ipse princeps et aliorum magister adiscebat ficti amoris odium nature lubrice fidelitatis operam facere..Nichil violentia, nichil proditione ceudelius.” MARZAGAIA
-“Feroce ma abile condottiero visconteo.” SIMEONI
-“Homo in pace et in guerra prudentissimo.” PORRO LAMBERTENGHI
-“Degnamente annoverar si debbe tra i restauratori dell’onore italiano nel fatto della guerra..Quanto era prode il Biancardo, tanto era fermo al mandare senza umano rispetto in esecuzione tutto che parevagli conferire a confermar la possanza del suo signore (Gian Galeazzo Visconti). Lodevoli erano in lui la fedeltà e la costanza; da lasciarsi ai Brettoni le ferine crudeltà.” PEZZANA
-Con Ottobono Terzi, Antonio Balestrazzo e Gherardo Aldighieri ” Tre Capitan Parma ha, l’un messer Otto,/ Antonio l’avol mio, il Balestraccio,/ Rardo Aldighier, e Biancardo Ugolotto.” CORNAZZANO
-“Fu Ugolotto celeberrimo soldato, e le storie nostre lo commendano alcune volte con somma lode.” AFFO’
-“Celebre condottiero, allievo di Alberico da Barbiano.” SOMMI PICENARDI
-“Milletrecento novanta si choria/ Veronesi al Bison (Biscione, simbolo dei Visconti) si ribeloe/ la città de Verona per lor talia/ Uguloto Bianchardo col Bison stasia/ per la cittadella in Verona entrava/ Francisco Gonzaga sucorso li davia./ Ducento provigionati li mandava/ introno dentro, Verona ricoprono;/ a sachomano tutta la roba andava.” ALIPRANDI
-Con Niccolò Terzi, Raimondo Lupo, Bonifacio Lupo, Simone Lupo, Antonio Lupo, Cermisone da Parma, Ottobono Terzi, Ludovico Gabriotto Cantelli “Fra ‘ restauratori della fama militare Italiana, o fra i loro più prodi cooperatori.” PEZZANA
-Con Jacopo dal Verme, Cortesia da Serego, Galeazzo Porro “Si acquistavano buon nome nelle guerre di Lombardia.” RICOTTI
-“Biancardo non era sprovvisto di cultura; contava fra i suoi amici l’umanista vicentino Antonio Loschi e a Verona, discutendo col Marzagaia di lettere, si professava ammiratore di Apuleio.” SARTORE
-“Valente capitano.” LOMBARDI
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