UGOLINO CAVALCABÒ

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Torre del Guado, Pizzighettone
Torre del Guado, Pizzighettone

Last Updated on 2023/12/06

UGOLINO CAVALCABÒ Marchese di Viadana.

Signore di Cremona, Viadana, Bozzolo, Rivarolo del Re ed Uniti, Corte Madama, Casteldidone, Spineda, Pizzighettone, Castelleone, Maccastorna, Binanuova, San Giovanni in Croce, Castelponzone, Cappella de’ Picenardi, Vidiceto, Gussola, Casalmaggiore.

Padre di Guglielmo Cavalcabò, cugino di Marsilio Cavalcabò e di Guglielmo Cavalcabò, suocero di Pietro dei Rossi. Guelfo.

cavalcabo-stemma

1355 – 1406 (gennaio o luglio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1366
Lug.LombardiaSi trova a Viadana.
…………….LombardIl signore di Milano Bernabò Visconti rilascia a lui ed ai fratelli e nipoti del marchese di Viadana Marsilio, Guglielmo e Giberto le ragioni sul fiume Po da Fossacaprara sino a Pomponesco e dal territorio di Sacca sino alla bocca dell’Oglio nei pressi di Viadana. Del beneficio ne beneficiano anche Guglielmo, Ugolino e Giacomo fratelli e nipoti di un altro figlio del marchese.
1375
Mag.ViadanaCavalcabòLombardia

Viene ferito gravemente a Bozzolo dai cugini Pandolfo, Luigi e Bertolino i quali uccidono il padre Guglielmo ed il fratello Giovanni. Fugge a Rivarolo Mantovano;  informa dell’accaduto il marchese di Mantova Luigi Gonzaga. I congiunti tentano di impadronirsi della rocca di Viadana.

Lug. ott.LombardiaMuove contro i parenti che si trovano nel territorio di Suzzara.  Colpisce le loro terre con pesanti scorrerie.
Nov.Lombardia

I congiunti si impadroniscono di Viadana e cedono la località al Visconti. Il signore di Milano vi invia un proprio vicario con l’ordine di allontanarne tutti i Cavalcabò.

Dic.LombardiaA Bozzolo. Cerca di espandere il suo potere verso Commessaggio.
1376
Giu.LombardiaA Rivarolo Mantovano.
1377
Gen.LombardiaA Viadana.
1378LombardiaViene segnalato a Pavia.
……………..LombardiaMilita al servizio di Bernabò Visconti.
1386
Dic.LombardiaSi offre di militare per Gian Galeazzo Visconti con 800 fanti e 200 cavalli.
1387
Gen.MilanoVerona200 cavalli e 800 fantiLombardia

Combatte gli scaligeri. Divide i suoi fanti in quattro schiere al cui comando pone i nipoti Carlo, Guglielmo, Cesare e Marsilio; Gabrino Fondulo ha il governo dei 200 cavalli.

Mar.LombardiaEsce da Viadana, attraversa l’Oglio nei pressi di Marcaria.
Apr.LombardiaA Desenzano del Garda con Giovanni degli Ubaldini.
Lug.LombardiaSi impossessa del castello di Garda. Appoggia l’Ubaldini nel suo attacco a Verona.
Ott.Veneto

Vi è una rivolta in Verona provocata dai partigiani di Guglielmo Bevilacqua; il Cavalcabò entra nella città per la Porta di San Massimo.

…………….Veneto

Il conte di Virtù lo lascia alla guardia di alcune terre del cremonese mentre Carlo Cavalcabò e Gabrino Fondulo assecondano Jacopo dal Verme contro i carraresi.

1390MilanoFirenze PadovaVeneto e Lombardia

Viene costretto ad abbandonare il vicentino ed il veronese di fronte all’offensiva portata da Giovanni Acuto; si rifugia a Viadana e si accorda con gli avversari cui permette di alloggiare nelle sue terre.  Scoperto, è fatto arrestare da Gian Galeazzo Visconti; è rinchiuso nel castello di Milano.

1397
…………….MilanoMantovaLombardiaViene liberato dal carcere. Ritorna a combattere per i Visconti agli ordini di Jacopo dal Verme.
Ago.LombardiaE’ ferito e fatto prigioniero nella battaglia di Governolo.
1402
AutunnoGuelfiMilanoLombardia

Alla morte di Gian Galeazzo Visconti riesce a fuggire da Milano.  Si avvicina al partito guelfo tramite Alberico da Barbiano. Occupa Maccastorna ai danni di Galeotto Bevilacqua. Ha il comando delle truppe guelfe di Cremona, Brescia, Crema e Lodi.

1403
…………….Lombardia

I fiorentini gli inviano in aiuto 1300 cavalli; altri soccorsi riceve da Ottobono Terzi, da Pietro dei Rossi, da Giovanni da Vignate, dai Suardi di Bergamo, da Bartolomeo e Paolo Benzoni e dai guelfi bresciani. Ugolino Cavalcabò esce da Viadana e si collega con Giovanni Ponzoni (capo della fazione dei maltraversi, neutrale rispetto alle altre due fazioni, ma antivisconteo); ai suoi uomini si uniscono pure Guglielmo e Carlo Cavalcabò, nonché Giovanni di Sommo capo della fazione maltraversa.

Mag.Lombardia

Raccoglie le truppe presso Casalmaggiore; di notte si congiunge con i maltraversi in alcuni boschi lungo la riva sinistra del Po; irrompe all’improvviso in Cremona. A fine mese entra nuovamente in tale città con il Ponzoni dalla Porta del Foro Boario.

Giu. lug.Lombardia

Scacciato da Cremona il vicario ducale Giovanni Castiglione, investe le rocche di San Luca, di San Michele ed il castello di Santa Croce intorno al quale si accampa Gabrino Fondulo. I ghibellini, spaventati, si danno alla fuga. Giorgio Crivelli resiste nel castello di Santa Croce a nome del duca di Milano Giovanni Maria Visconti. Ugolino  Cavalcabò ordina allora al Fondulo di allargare le linee del blocco a tale castello e di assediare, invece, con maggior forza le rocche di San Luca e di San Michele, male presidiate e sprovviste di vettovaglie. All’assedio del castello di Santa Croce rimane Marsilio Cavalcabò. In meno di tre giorni i due castelli si arrendono: la fortezza di San Luca verrà ampliata mentre quella di San Michele sarà più tardi distrutta. Riceve molti soccorsi dagli alleati tanto che in breve si trova a disporre di 12000 fanti e di 4000 cavalli senza contare le milizie rurali. Si incontra a Cremona con Paolo Orsini ed incita inutilmente i pontifici ad attraversare il Po per invadere il milanese. Il Ponzoni  stimolato dalla propria ambizione ed ancor di più da quella del figlio Ponzino, comincia a boicottare l’azione del Cavalcabò; abbandona l’impresa su richiesta dello stesso Cavalcabò. I ghibellini incominciano a dilagare in maniera disordinata nei territori finitimi devastando campagne, razziando bestiame ed uccidendo uomini. 4000 di costoro, per lo più bresciani, agli ordini di Pietro Gambara si avvicinano nottetempo sotto il castello di Santa Croce difeso da Giorgio Crivelli. Il Gambara è costretto a ritirarsi precipitosamente. Giorgio Crivelli si rifugia nella rocca di Pizzighettone ove da tempo hanno trovato rifugio molti ghibellini. Il Cavalcabò lascia il nipote Carlo a continuare le operazioni di blocco del castello ed invia il Fondulo alla volta di Pizzighettone con 3000 fanti e 600 cavalli. Quest’ultimo prende d’assalto tale castello: nello scontro  restano uccisi più di 400 ghibellini. I prigionieri sono condotti a Cremona. Il Cavalcabò fa liberare i soldati non cremonesi mentre quelli di origine cittadina sono rinchiusi nella rocca di San Luca ed in altre carceri. Giovanni Ponzoni, negli stessi giorni, con una parte dei maltraversi abbraccia il partito ghibellino, si collega con Rolando Pallavicini ed occupa di sorpresa il castello di Soncino. Sono uccisi molti amici di Gabrino  Fondulo compresi alcuni  parenti di quest’ultimo. Pietro Gambara si collega con i ghibellini fuoriusciti di Cremona capitanati da Corrado Dovara. Gli avversari si accampano ad Isola Dovarese dopo avere distrutta e data alle fiamme la terra di Carzago Riviera, terra  della sua famiglia. Ugolino Cavalcabò prende la via di Cicognola e di Monticelli Ripa d’Oglio e sorprende gli avversari nel loro campo. In tre ore i ghibellini sono disfatti. Sono ora assalite le terre di Rolando Pallavicini.

Ago.Lombardia

Rientra a Cremona e ritorna ad assediare il castello di Santa Croce alla cui guardia si trova sempre Giorgio Crivelli. Inizia il bombardamento della fortezza; il Crivelli accetta di arrendersi a patti a causa della mancanza di vettovaglie ed all’impossibilità di ricevere soccorsi; a fine mese il capitano ducale prende la strada di Milano con i suoi armati ed i suoi carriaggi. Su consiglio di Gabrino Fondulo Ugolino Cavalcabò induce Giovanni Ponzoni a fare rientro in Cremona. La duchessa Caterina Visconti, da parte sua, ordina che il Cavalcabò sia ritratto come traditore in Parma assieme con Pietro dei Rossi e Giovanni Rozzoni. Jacopo dal Verme non fa eseguire la pittura infamante.

……………..LombardiaInvia Manfredino Bresciani alla conquista di Sabbioneta, località di cui è signore Michele Persico. Le truppe entrano in un borgo di tale centro (la frazione Ponteterra) apparentemente abbandonato; ha inizio il saccheggio delle case. Ad un segnale convenuto di Cristoforo Persico gli abitanti escono dai loro nascondigli e colgono gli avversari in disordine. facile è la loro vittoria. Il Bresciani, sconfitto, si salva a stento dalla cattura.
Nov.Lombardia

A metà mese nella cattedrale di Cremona, su proposta di Leonardo di Sommo viene eletto signore di Cremona e del suo distretto con Pizzighettone, Castelleone, Maccastorna, Binanova, San Giovanni in Croce, Castelponzone, Cappella de’ Picenardi, Rivarolo del Re ed Uniti, Vidiceto, Gussola e Casalmaggiore. Seguono festeggiamenti per più giorni ed un torneo in cui ha modo di distinguersi il Fondulo. Gli sono inviati in soccorso 2500 uomini dal genero Pietro dei Rossi e da Ottobono Terzi.

Dic.CremonaMilanoLombardiaAffida il comando delle truppe a Gabrino Fondulo. Invia il condottiero in soccorso dei Benzoni al fine di scacciare da Crema i ghibellini di Gentilino Suardi.
1404
Gen.Lombardia

Stronca in Cremona una congiura fomentata dal duca di Milano Giovanni Maria Visconti: essa termina con la decapitazione di 10 nobili nella pubblica piazza.

Mar.LombardiaMinaccia nuovamente in Sabbioneta  il signore della località Michele Persico. Accorre in soccorso di quest’ultimo Francesco Gonzaga.
…………….LombardiaInvia un proprio sicario a Vidiceto per uccidervi un potenziale rivale politico, che vive tranquillo in tale località. Fa avvelenare Giovanni Ponzoni con l’accusa di essere stato a conoscenza della precedente trama.  A fine aprile con il congiunto Carlo si accorda con il signore di Padova Francesco Novello da Carrara.
Dic.Lombardia

A metà mese si muove verso il territorio di Pontevico con 7000 fanti e 200 cavalli per portarvi il guasto o, secondo le fonti, per incontrarvi Pandolfo Malatesta. Lo affiancano Marsilio e Cesare Cavalcabò, che hanno il comando delle due ali. Gli viene contro Astorre Visconti che conduce 10000 fanti e 300 cavalli; sull’ala destra di tale schieramento si trova Pietro Gambara, sulla sinistra Rolando Pallavicini; Taddeo dal Verme è alla retroguardia mentre Astorre Visconti si colloca al centro. Ugolino Cavalcabò si scontra nottetempo con gli avversari a Manerbio: attaccato sui fianchi, le sue truppe sono messe in disordine. Dopo cinque ore di combattimento decide di fare intervenire le forze di riserva collocate in precedenza nelle vicinanze. Commette l’errore di volerle andare a chiamare di persona  con la sola scorta dei nipoti Marsilio e Cesare e di sei uomini d’arme: è sorpreso da un folto manipolo di soldati bresciani, nascosti in un bosco vicino, che afferrano le briglie del suo destriero e lo catturano con tutti i suoi accompagnatori. Gabrino Fondulo, informato dell’ accaduto, chiama l’adunata dei suoi; Carlo Cavalcabò ordina la ritirata e propone una tregua ad Astorre Visconti indicando il percorso dell’ Oglio come confine delle terre da essi controllate. I guelfi rientrano a Cremona dopo avere subito la perdita di 200 uomini. Ugolino Cavalcabò viene trasferito la stessa notte a Soncino per essere condotto a Milano il mattino seguente. Carlo Cavalcabò si proclama signore di Cremona e rientra nella città in compagnia di Gabrino Fondulo.

1406
Gen. lug.Lombardia

Nei primi giorni del mese, approfittando del disordine generale, corrompe alcune guardie e riesce a fuggire da Milano con i nipoti Cesare e Marsilio. Si reca a Maccastorna presso Gabrino Fondulo.  Costui si offre di scortarlo a Cremona con Maffeo Moro. Supera Acquanegra Cremonese, giunge alla chiesa di Cava Tigozzi e gli viene incontro con numerosi armati Carlo Cavalcabò. Il Fondulo si interpone come paciere. A luglio il Fondulo, in occasione della nascita del suo primogenito, invita i due contendenti ad un banchetto nel suo castello di Maccastorna per trovare un accordo comune sulla divisione della signoria. I due Cavalcabò accettano e si recano al castello accompagnati dai loro gentiluomini. Al termine del convito il Fondulo ordina ai suoi scherani di uccidere tutti i convitati. Ugolino e Carlo Cavalcabò sono assassinati con settanta dei principali cittadini di Cremona. Il Fondulo è riconosciuto signore. Per altre fonti Ugolino e Carlo Cavalcabò sono uccisi nel sonno. Una differente versione riporta che Ugolino, arrestato a Cava Tigozzi su ordine di Carlo Cavalcabò, viene    ucciso e decapitato in carcere da Maffeo Moro, uomo di fiducia del Fondulo. La sua testa è esibita come prova del suo assassinio. La figlia Giovanna fa costruire una cappella all’esterno della chiesa di Sant’Agostino a Cremona sulla cui volta vi sono affrescati i fatti della sua vita.

CITAZIONI

-“Cuius multofaria ludicrii belli seditione, perplexo cuius prone imperio se iam ditaverat, leges improperare non potuit; cuius simulacrum oraverat, deludentis sacrificia non renuit.” MARZAGAIA

Fonte immagine stemma: wikipedia
Fonte immagine in evidenza: Google Street View

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