Last Updated on 2023/07/13
TROILO DEI ROSSI Guelfo. Conte e marchese di San Secondo, conte di Berceto.
Signore di San Secondo Parmense, Torrechiara, Felino, Basilicanova, Corniana, Corniglio, Bardone, Berceto, Roccaprebalza, Fornovo, Carona e Roccalanzona. Figlio di Bertrando dei Rossi, primogenito di Pietro Maria. Padre di Piermaria dei Rossi, cugino di Filippo dei Rossi, suocero di Vitello Vitelli, cognato di Giovanni dei Medici.
- 1521 (giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1497 | Francia | Piemonte | Si trova ad Asti. | ||
1499 | |||||
Sett. | Francia | Milano | Lombardia | Alla fine della guerra gli sono restituiti dai francesi alcuni castelli (tra cui San Secondo Parmense, Felino e Torrechiara) già appartenenti a Pietro Maria dei Rossi. Entra in tali località nei primi giorni del mese. | |
1500 | Sforza | Francia | Favorisce i francesi contrastando Ludovico Sforza nel suo tentativo di recuperare il ducato di Milano. E’ premiato con la nomina di ciambellano e consigliere regio. Il re Luigi XII gli concede il titolo di marchese di San Secondo. | ||
1503 | Grazie ai Trivulzio sposa Bianca Riario, figlia di Girolamo, e cugina del nuovo papa Giulio II. | ||||
1504 | |||||
Lug. | Emilia | Si riconcilia con i francesi. Acquista per 45000 lire da Gian Giacomo da Trivulzio il castello di Basilicanova. | |||
1505 | Il re di Francia Luigi XII lo nomina senatore di Milano e lo investe di San Secondo Parmense con il titolo di marchese, un territorio che comprende sia castelli in pianura (San Secondo Parmense), che in collina (Fornovo, Carona, Roccalanzona e Basilicanuova) ed in montagna (Berceto, Bardone, Roccaprebalza). | ||||
1506 | Eredita dallo zio Bertrando i castelli di Berceto, Roccaprebalza, Corniana, Bardone, Fornovo e Roccalanzona. | ||||
1509 | |||||
Mag. | Francia | Venezia | Emilia e Lombardia | Contrasta i veneziani. A metà mese viene attaccato nei suoi possedimenti da Filippo dei Rossi. Fa subito bandire da Torrechiara e da Felino 100 uomini con l’accusa di essere fautori del suo rivale. | |
1510 | |||||
Ago. | Francia | Chiesa | Emilia | Raccoglie truppe nei territori di Casalpò, San Secondo Parmense e sui monti del parmense per conto dei francesi. | |
Nov. | Emilia | Ha l’obbligo di risiedere a Parma con Giacomo da Correggio e Giacomo di San Vitale. | |||
1514 | |||||
Inverno | Guelfi | Ghibellini | Emilia | Soccorre con 300 fanti e 70 cavalli i guelfi del piacentino ai danni dei ghibellini locali comandati da Pietro Buso Scotti. Lo affiancano anche soldati di Federico Gonzaga da Bozzolo, 400 combattenti di Alberigo Malvicini e da altri capitanati da Giovanni di Camia, detto il Gufo. Lo Scotti è costretto a ritirarsi a Carpaneto Piacentino. Qualche mese dopo sono lo Scotti e Jacopo dal Verme ad entrare in Piacenza con la forza alla testa di 1000 fautori. Sono scalate le torri ed è chiamato da Lodi Ludovico Vistarini altro capo della parte ghibellina. Tutti costoro inneggiano al duca di Milano ai danni dei pontifici. | |
1515 | |||||
Lug. | Francia | Impero | Emilia | Favorisce sempre la causa dei francesi. Si incontra nel piacentino con Alessandro da Trivulzio e Paride Scotti allo scopo di radunare 2000 fanti. | |
Ago. sett. | Lombardia | Si sposta nel cremonese; vi appoggia la parte guelfa favorevole ai francesi. A settembre è chiamato a far parte del senato milanese con il ruolo di consigliere militare. | |||
1516 | |||||
Giu. | Concordia | Mirandola | Emilia | Si muove con Francesco Torelli, partigiano della fazione guelfa, in soccorso della figlia di Gian Giacomo da Trivulzio, Francesca, minacciata dal signore di Mirandola Giovan Francesco della Mirandola. | |
………. | L’incarico di senatore gli permette di percepire uno stipendio di 1000 lire tornesi anno, ridotti a 500 nel corso dell’anno seguente. | ||||
1517 | |||||
Gen. | Emilia | Spende 5000 scudi per recuperare il castello di Corniglio, già appartenente al cugino Filippo. | |||
Lug. | Rossi | Pallavicini | Emilia | Cerca di intervenire a favore di Otto Terzi, signore di Contignaco, attaccato dai ghibellini Pallavicini. Vista la sproporzione delle forze in campo si ritira rapidamente. | |
1520 | Emilia | Gli viene riconosciuta dai francesi una pensione annua. | |||
1521 | |||||
Giu. | Emilia | Eredita dal cardinale Raffaele Riario le commende dell’abbazia di Chiaravalle della Colomba nel piacentino e di San Pietro in Ciel d’Oro nel pavese. Muore nei primi giorni del mese nella rocca di San Secondo Parmense. E’ sepolto al suo interno nell’oratorio di Santa Caterina. E’ ricordato, soprattutto, per avere voluto abbellire e decorare la rocca di San Secondo: alla sua volontà si deve la realizzazione della “sala delle gesta Russiane”. Ritratto del Parmigianino, con la madre Camilla ed un fratello, conservato nel Museo del Prado di Madrid. Sposa Bianca Riario, sorella di Ottaviano e di Giovanni dei Medici. Alla sua morte il suo posto nel senato milanese è richiesto da Giulio da San Severino. |
CITAZIONI
-“In Parma il conte Troilo Rossi e i Torelli guelfi fanno quello che vogliono.” ALBERI
-“Assai potente, essendo per lo stesso amabile e molto favorito da principi, accrebbe di modo le sue facultà che esso fu dei ricchi e potenti huomini e signori che havesse la Lombardia.” SANSOVINO
-“Un militare di professione…Partiva con un solo feudo, nella posizione di cliente di un cliente del re (di Francia): una posizione incomparabilmente inferiore sia sul piano del controllo del territorio che sul piano del rapporto col centro a quella che era stata di suo nonno (Pietro Maria) nei tempi del suo massimo splendore. Per tutto il ventennio francese la sua posizione nel regime migliora, con un notevole aumento del patrimonio feudale e con il titolo di consigliere militare nel senato di Milano, ma il suo rimase un ruolo di secondo piano sia in assoluto…sia in ambito locale, dove nel primo decennio fu nettamente sopravanzato da Galeazzo Pallavicini, mentre sotto Francesco I, all’appannarsi della posizione dei marchesi di Busseto, gli fu preferito Francesco Torelli, più stretto parente del Trivulzio…A differenza dei piccoli Stati tre-quattrocenteschi, quello dei Rossi non era espressione di una rete di amicizie e fedeltà locali, né retribuzione di un condottiero, neppure derivava da consolidati diritti ereditari; era invece il patrimonio raggranellato da un cliente per così dire di secondo grado, che aveva potuto contare sui prestiti di altri gentiluomini filofrancesi (Tornielli, Fieschi, e i suoi parenti Spinola) e che a Parma appariva quasi un “homo novus”. Di qui l'”inimicitia”..a vita con i cugini Bernardo e Filippo, condottieri protetti dal marchese di Mantova e dall’imperatore, che gli contendevano i castelli e la fedeltà degli “homines” e della squadra cittadina (di Parma), imprescindibili fondamenti dell’utilità di Rossi per il re di Francia, che poteva chiedergli – così come agli altri feudatari parmigiani – di fornire “zente” in vista della guerra a Venezia o di assicurare il controllo della città mediante la propria parte o squadra.” ARCANGELI
Immagine in evidenza: wikipedia