TOMMASO DEGLI OBIZZI

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TOMMASO-DEGLI-OBIZZI
Ritratto in una sala del Catajo a Battaglia Terme

Last Updated on 2023/08/25

TOMMASO DEGLI OBIZZI  Di Lucca. Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera.

  • 1408 ca.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1354ToscanaA Lucca al fianco dell’imperatore Carlo di Boemia.
1366InghilterraScoziaGran BretagnaAl servizio del re d’Inghilterra Edoardo III contro gli scozzesi di David of Brus (Bruce). Prende parte al combattimento in cui viene catturato il rivale. E’ insignito dal sovrano inglese dell’Ordine della Giarrettiera.
1368
Mar.ChiesaMilano25 cavalliRomagnaMilita agli stipendi del papa Urbano V. Affronta i viscontei in Romagna.
Giu.ChiesaPerugiaToscana

Con 3000 cavalli e molti fanti sorprende nei pressi di Arezzo la compagnia di Giovanni Acuto (6000 cavalli);  cattura il capitano inglese a seguito di un combattimento della durata di quattro ore. Il papa Urbano V libera l’Acuto, ma  non riconosce nella circostanza i meriti di Tommaso degli Obizzi. Il condottiero sdegnato si trasferisce in Inghilterra.

…………..InghilterraScoziaGran Bretagna

Combatte le truppe del re di Scozia Davide, sconfigge e fa prigioniero in battaglia il sovrano: per tale fatto viene insignito dell’ordine della Giarrettiera che gli inglesi fino al 1600 concederanno solo ad altri tre italiani, Federico da Montefeltro, Guidobaldo da Montefeltro ed il duca Emanuele Filiberto di Savoia.

1370ToscanaE’ riammesso in Lucca.
1371
Feb.FranciaFa parte di un’ambasceria inviata dal comune di Lucca ad Avignone per congratularsi per la nomina a pontefice di Gregorio XI.
…………..ChiesaCapitano g.leOttiene il comando delle truppe pontificie in Italia.
…………..Toscana

Con Niccolò Diversi si fa mallevadore in Lucca per Giovanni degli Obizzi, condannato dalle autorità cittadine al confino, pena il pagamento di 10000 fiorini: il congiunto non rispetta l’ingiunzione e l’Obizzi deve contribuire con Niccolò Diversi al pagamento dell’intera somma.

1372
Ott.NapoliAbruzziAl servizio della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. E’ nominato capitano di L’Aquila al posto di Giovanni Malatacca.
1376
Mar.ChiesaFirenzeRomagnaGuerreggia per i pontifici nella guerra degli Otto Santi. Ostacola Astorre Manfredi che si è impadronito di Granarolo.
Mag.Emilia e RomagnaA Bologna allorché la città si ribella ai pontifici. E’ presente al sacco di Faenza compiuto dalla Compagnia dei Bretoni.
1377
…………..NapoliAbruzziRientra nel regno di Napoli. Ricopre nuovamente l’incarico di capitano di L’Aquila al posto del congiunto Giovanni degli Obizzi.
Nov.NapoliChiesaAbruzzi ed Emilia

Nel conflitto che oppone i partigiani dell’antipapa Clemente VII a quelli del papa Urbano VI favorisce i primi contro i secondi. Allorché entra nottetempo in L’Aquila  per la Porta di Bagno Cecco Antonio dell’Aquila l’Obizzi fa fronte all’avversario.   Costretto agli inizi a rinchiudersi nel palazzo, riesce infine a vincerlo. L’azione termina con il saccheggio   dei borghi vicini alla porta. Ritorna in Emilia e vende, per conto dei pontifici Bagnacavallo a Niccolò d’Este.

1378VeronaMilanoCapitano g.leAffronta le truppe del conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti.
…………..EmiliaSi ritira a vita privata a Ferrara. Ha l’incarico di consigliere del marchese Alberto d’Este.
1386VeronaCapitano g.leVenetoAntonio della Scala gli affida il comando delle truppe scaligere.
1393
Lug.Emilia

Alla morte di Alberto d’Este è chiamato a far parte con Alberto Roberti, Bartolomeo della Mela e Giovanni di Sala del consiglio di stato.

1394
Gen.EmiliaA seguito delle minacce di Azzo d’Este e dei suoi seguaci agli stati estensi rafforza il presidio di Modena e dei castelli vicini.
1395
Nov.EmiliaDoma un incendio fortuito che si verifica nel palazzo di corte dove è alloggiato.
1397
Gen.EmiliaAnnuncia al popolo la notizia del matrimonio di Niccolò d’Este con Gigliola da Carrara.
………….FerraraMilanoEmiliaFronteggia i viscontei nel mantovano. Con Ugo di Monforte si oppone nel Serraglio all’avanzata di Jacopo dal Verme.
1398
Lug.Emilia

Con Niccolò Roberti è sostituito nel consiglio di reggenza da Francesco Novello da Carrara suocero di Niccolò d’Este. E’ confinato nel ferrarese.

1406
Sett.EmiliaSempre a Ferrara. Con Filippo da Pisa presenzia al battesimo di Leonello d’Este.
1408

Muore. Ritratto in una sala del castello del Catajo a Battaglia Terme, nei pressi di Padova, in cui sono raffigurate le gesta di alcuni membri della famiglia Obizzi. E’ ricordato nell’ epistolario di Coluccio Salutati.

 CITAZIONI

-“Fu tra i più rinomati generali del suo tempo… Il suo valore ed i suoi saggi consigli portarono alla vittoria gli inglesi, che fecero prigioniero il re David di Scozia. In ricompensa il re lo creò cavaliere della Giarrettiera, grado rarissimo ed unicamente destinato ai principi del sangue.” ARGEGNI

-“Gran guerriero in quei dì.” DALLA CORTE

-“Egregium copiarum ducem.” PLATINA

-“Huomo in que’ tempi nella militia famoso.” PELLINI

-“Fu non solo il primo soggetto di casa sua, ma maggior caporale dell’età sua.” ZABARELLA

-“Costui non fue fu il maggior huomo della casa, ma il maggior Capitano de tempi suoi.” SANSOVINO

-Al governo dell’Aquila al posto di Giovanni Malatacca “Poiché questo se partì madama (la regina di Napoli Giovanna d’Angiò) vi mandone/ Misser Tomasso degli Obisi per ella data ne fone,/ E fo valeroso cavalier, el bene retornone,/ Signiorione tre anni, e bene ne governone.” (Combatte il duca d’Andria Francesco del Balzo) “Anche sopra Caramanico missere Tomasso fone,/ Ch’era nostro capitano, e in quello campo andone,/ E ad illu se arenero, e li stagi (ostaggi) menone;/ Pure el comuno de Aquila questo onore portone.” (Sostituito nel suo incarico da Giovanni degli Obizzi) “Missere Tomasso de Lucca plù co noi si stava/ Tanto li era lu utile, che mai se ne non satiava;/ La mollie, e li soi fili ecco se remenava,/ Che starese bene ad asiu el palazo acconzava./ Et anche per questo capetano una nobile cosa fatta fone,/ Lu orlogio, che l’ore a tutti insegnione;/ Jaque quistu orlogio centunara trididi de florini;/ Diu lu lasse mantenere alli nostri cittadini./ Missere Tomasso de Lucca allora da noi se partiu,/ E dal nostro comuno granne onore portò./ Colla corona in testa ch’el comuno li donò; E bene lu servio, e da noi se ne andò.” A. DI BUCCIO

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