Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
TOLOSANO DI SAN DALMAZZO (Antonio Torresano) Di Boves.
- 1538
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
………. | Piemonte | Esercita la professione di speziale a Cuneo. | |||
1529 | Piemonte | Prende parte alle lotte di fazione a Cuneo. Parteggia per i guelfi, seguaci del marchese di Saluzzo, ai danni dei ghibellini, favorevoli al contrario al duca di Savoia. Pensa di fare sposare una sorella di nome Isabella con un ricco abitante di Cuneo, Antonio Valulfi. Il matrimonio viene celebrato ma non è consumato. Alcuni amici dello sposo, infatti, hanno convinto quest’ultimo a non mantenere i propri impegni ed a fuggire in Francia. Tolosano di San Dalmazzo, socialmente debole, è costretto ad accettare la situazione per cui consente al Valulfi di ritenersi sciolto da ogni promessa passata dietro il pagamento di cento scudi. Nonostante ciò si reca a Cuneo e tenta di rapire il giovane. Il Valulfi fugge nuovamente e gli fa promettere duecento scudi per il suo perdono. Durante le trattative arriva da Roma la sentenza favorevole allo scioglimento del matrimonio; il giovane si sente libero di sposarsi con un’altra donna. Il San Dalmazzo deve abbandonare la città. | |||
1530 | Piemonte | Rientra una domenica in Cuneo ed uccide nella chiesa di San Francesco, durante la messa, un notaio che lo ha consigliato male nella questione del matrimonio ed un suo amico, sospettato di averlo tradito. Bandito dal duca di Savoia ripara nel marchesato di Saluzzo. Rapisce a Centallo due donne di Monreale su incarico di un committente sconosciuto; rientra a Cuneo alla testa di quaranta uomini e vi saccheggia tre case, tra cui una appartenente ad un amico del Valulfi. Il capitano di giustizia della città non interviene. Il San Dalmazzo viene acclamato dai guelfi ed assedia i rivali ghibellini nei loro palazzi. | |||
1531 | Piemonte | Fa ammazzare nel marchesato di Saluzzo un nipote del Valulfi e lo deruba di 100 scudi. L’assassino è sottoposto al supplizio; egli viene fatto incarcerare a Verzolo da Ugo di Moncada e da Gian Ludovico di Saluzzo. | |||
1532 | Guelfi | Ghibellini | Piemonte | Esce dal carcere con il favore del marchese Francesco di Saluzzo e del Bolleri (Gian Ludovico Bollero). Bandito dal saluzzese, raccoglie una banda di fuoriusciti, venturieri, assassini e ladri e la organizza come una vera e propria compagnia. | |
1534 | Guelfi | Duca di Savoia | Piemonte | Irrompe nottetempo in Borgo San Dalmazzo con il favore di Dalmazzo Arlotto e di altri guelfi. Molte case vengono messe a sacco; molte vendette sono compiute. Compie altre incursioni a Roccavione ed a Boves, dove cattura nella sua casa un suo nemico personale e lo uccide nella pubblica piazza. Distrugge Vinadio e si fortifica in tale castello. Assediato per lungo tempo dai sabaudi il castello cede; il San Dalmazzo riesce a sfuggire alla cattura. | |
1535 | Piemonte | Si rifugia a Vernante. Ricercato, trova appoggio nella popolazione amica. | |||
1536 | |||||
Mag. | Francia | Impero | Piemonte | I francesi invadono il cuneese. Tolosano di San Dalmazzo combatte agli ordini di Marco Antonio Cusano. | |
Giu. | Piemonte | Recupera per i francesi Cuneo abbandonata dal marchese Francesco di Saluzzo. Attacca il saluzzese nell’alta valle del Po; assale alcune località riuscendo sempre ad appropriarsi di buoni bottini. | |||
Lug. ago. | Piemonte | Contrasta con successo gli imperiali. Si sposta alla guardia di Torino: scorre nei villaggi vicini al capoluogo catturando uomini e razziando bestiame. Lascia Torino e punta su Susa per assicurare il passo alle truppe francesi che stanno entrando in Piemonte. A luglio affianca Marco Antonio Cusano in una sortita ai danni di Savigliano; si scontra con gli avversari a Villafranca Piemonte in un combattimento in cui rimane ucciso lo stesso Cusano. A fine agosto si impossessa con un colpo di mano della torre di Trana. | |||
Sett. ott. | Piemonte | Fallisce un suo tentativo su Chieri. Lo reitera il mese successivo con Bertolino Gribaldo ed altri banditi; occupa la città. Si trasferisce nel Piemonte meridionale. | |||
Nov. | Piemonte | A fine mese mette a sacco Mondovì e dà alle fiamme Boves. Molti sono gli uccisi, numerosi altri soono fatti prigionieri. | |||
1537 | |||||
Gen. | Piemonte | Nuovamente a Borgo San Dalmazzo. I danni al territorio sono limitati a causa della triste situazione economica degli abitanti. | |||
Feb. | Piemonte | Sottopone a ferro e fuoco i centri di Demonte e di Vinadio perché due anni prima era stato obbligato ad abbandonare le due località. Si stabilisce a Caraglio. La cittadina deve subire le abituali angherie. Assale invano Cuneo: viene sempre respinto dai lanzichenecchi comandati da Bastianetto di Genola. | |||
Mar. | Piemonte | E assediato in Caraglio dagli imperiali. Costretto alla resa, riesce ancora una volta a sfuggire alla cattura. Torna a Rivoli e ricostituisce la propria compagnia. | |||
Estate | Piemonte | Ha ai suoi ordini 2 capitani. Vive di rapine e di grassazioni. Il bottino viene condotto a Torino per esservi venduto. Ad aprile è segnalato a Rivoli per sedarvi alcuni tumulti. la sua compagnia viene fatta a pezzi a Caraglio dalle milizie del marchese di Saluzzo. Ripara a Rivoli per rimetterla in ordine: la sua compagnia è composta per lo più da ladri e da altri delinquenti per la grande libertà da lui assicurata ai suoi uomini. Per liberarsi della sua presenza gli abitanti di Rivoli gli promettono una forte somma di denaro affinché lasci la città. Ne esce per la Porta di San Martino, finge di portarsi a Villafranca Piemonte e, dopo qualche miglio, si volta per rientrare in Rivoli da Porta Sorda: ha mantenuto la parola di partire, non gli è stato invece richiesta quella di non rientrare. Accusato per il fatto di Rivoli da Cesare Fregoso, cerca di discolparsi. Ritorna in tale centro e costringe le autorità cittadine a non testimoniare ai suoi danni. Di seguito fallisce un suo tentativo contro il castello di Bardassano; si sposta in Val di Lanzo e si comporta sempre nel solito modo. Si trasferisce nel Canavese alla difesa di San Giorgio Canavese; è aperta una breccia nella cinta muraria. Nello stesso giorno sono conquistati borgo e castello. Il San Dalmazzo è catturato da Cesare da Napoli. E’ rilasciato senza il pagamento di alcuna taglia. Ritorna a militare per i francesi. Giunge a Rivoli con 2000 fanti italiani: ha il compito di recuperare di recuperare tale centro. Si colloca ad Aglié nei pressi di san Giorgio Canavese ed Ivrea Cesare da Napoli ed il principe di Bisignano, che conduce alcuni pezzi di artiglieria, cavalli e fanti tedeschi, lo colgono di sorpresa nella località. E’ catturato con una donna di nome Leonarda, forse sua moglie. E’ rinchiuso nel castello di Arona. | |||
Nov. | Piemonte | Alla conclusione di una tregua tra i contendenti viene rilasciato dietro il pagamento di una taglia di 3000 scudi. | |||
1538 | |||||
Giu. | Francia | Deve abbandonare il Piemonte e rifugiarsi in Francia. Chiede al sovrano 18000 scudi a titolo di premio per le sue fatiche guerresche; dichiara di avere comandato fino a 3000 uomini e di avere sottomesso ventotto terre fortificate. Il re Francesco I, informato -tra l’altro- delle sue azioni dal Fregoso gliene fa riconoscere come suo regalo 400 e dispone per il pagamento dei suoi stipendi. Il San Dalmazzo non accetta tale decisione e prorompe in termini minacciosi. E’ imprigionato nel castello di Lione sotto l’accusa, portata da un suo capitano, Giacomo del Lione, di volere consegnare Torino agli imperiali. Si rende amico il castellano e lo invita con tutto il personale a prendere parte ad un banchetto. A questo ne seguono altri, finché a giugno, la vigilia di San Giovanni Battista, approfitta dell’ ubriachezza generale per darsi alla fuga. Suoi amici lo stanno aspettando fuori del castello con alcune funi per scalare le mura e due cavalcature con una guida. Il San Dalmazzo prima di fuggire sgozza il castellano che lo ha ospitato nella sua camera ed uccide tutti i servitori di quest’ultimo, tra cui anche una fantesca. Si impossessa della chiave ed esce facilmente dal carcere e dalla città con il favore del vento e della pioggia. | |||
………. | Francia e Svizzera | Si dirige verso la Svizzera. Attraversa un fiume con un traghetto ed ammazza il battelliere; anche un oste fa la medesima fine, sempre per non lasciare testimoni del suo passaggio. Giunge a Sion, nel Vallese. Francesco I lo fa arrestare. Inutilmente il duca di Savoia reclama la sua persona. Il San Dalmazzo viene ricondotto in Francia dove è decapitato e squartato. Uguale sorte tocca al suo complice, Ottaviano Bertone, che sarà squartato a Torino. |
UNA CITAZIONE
-Pronto di mano e d’ingegno, astuto. Lingua ardita, cuore feroce ed assetato d’oro e di potere.
Fonte immagine in evidenza: rete.comuni-italiani.it