TEODORO DA TRIVULZIO

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teodoro da trivulzio
Teodoro Trivulzio, autore: Guillaume Rouille (1518?-1589) - illustrazione contenuta in "Promptuarii Iconum Insigniorum"

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TEODORO DA TRIVULZIO  (Girolamo Teodoro da Trivulzio) Di Milano. Guelfo. Conte di Lauria, marchese di Pizzighettone.

Signore di Borgomanero, Maccastorna, Melzo, Melegnano,  Formigara, Zevio. Fratello di Renato da Trivulzio, cugino di Gian Giacomo da Trivulzio, suocero di Gianfrancesco da Trivulzio, zio di Renato da Trivulzio e di Paolo Camillo da Trivulzio. Cavaliere dell’ordine di San Michele. Maresciallo di Francia.

1454 – 1532 (novembre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……………..Napoli

Milita per diciotto anni al servizio degli aragonesi che lo chiamano a far parte del consiglio regio, lo nominano conte di Lauria in Basilicata e lo insignoriscono di Villamarina negli Abruzzi. Molti sono i napoletani che militano nelle sue compagnie.

1482
Ago.NapoliChiesaLazioE’ ferito alla battaglia di Campomorto.
1483
Sett. ott.NapoliVeneziaLombardia

A Mantova con Francesco Secco allorché nella chiesa di San Francesco sono benedette le bandiere dei collegati: nella cerimonia gli è dato l’incarico di reggere lo stendardo di San Michele. Ad ottobre prende parte all’ assedio di Asola.

1487
Apr.Campania

Si trova a Napoli nel castello reale in una manifestazione organizzata da Ferrante d’Aragona in onore del cugino Gian Giacomo nominato governatore generale degli uomini d’arme aragonesi.

1494NapoliFrancia
1495
Feb.CampaniaNon segue il congiunto Gian Giacomo allorché costui defeziona nel campo francese. Rimane fedele agli aragonesi.
Giu.NapoliFranciaCalabriaAgli ordini di Consalvo di Cordoba è battuto a Seminara dall’ Aubigny.
……………..CampaniaGli aragonesi sono sconfitti. Teodoro da Trivulzio scorta ad Ischia il re di Napoli Ferdinando d’Aragona.
1496
Feb.CampaniaE’ segnalato a Grottaminarda.
Mag.PugliaA Lucera con Annibale da Varano ed Andrea da Capua.
1499
Ott.FranciaMilanoLombardiaAl fianco del re di Francia Luigi XII nel solenne ingresso del sovrano francese in Milano.
1500
Feb.FranciaSforzaLombardia

Combatte Ludovico Sforza teso a riconquistare il ducato di Milano. Con Galeazzo da Birago cerca di tenere fedele la capitale alla causa transalpina.

Mar.PiemonteAlla difesa di Novara. E’ catturato dagli sforzeschi quando la città apre le porte agli avversari.
Apr.Piemonte Lombardia

Liberato con la fuga di Ludovico Sforza, entra in Milano con Antonio Maria Pallavicini.  Assicura la popolazione che teme un saccheggio generalizzato della città.

1501
Sett. ott.Lombardia Trentino

A Milano. Ad ottobre segue a Trento il cardinale di Rouen nelle trattative di pace tra i francesi e gli imperiali di Massimiliano d’Austria.

1502Lombardia

Si segnala come nemico dei veneziani specie quando a dicembre fa rafforzare con un rastrello a Pizzighettone una porta per impedire le comunicazioni con lo stato vicino:  sempre nel periodo, infatti, pretende (senza successo) di avere la giurisdizione nei suoi possedimenti di Formigara soggetti alla Serenissima.

1503
Mar.FranciaCantoni SvizzeriLombardiaHa il compito di sorvegliare i movimenti degli svizzeri in fermento lungo i confini del ducato. Raduna fanti nel milanese.
Dic.FranciaSpagnaLazio

Affronta gli spagnoli nel regno di Napoli. Partecipa alla battaglia del Garigliano. A seguito della sconfitta si ritira a Gaeta con Antonello  e Bernardino da San Severino e Giovanni di Sainte-Colombe.

1504
Gen.LazioTratta la resa a patti con Consalvo di Cordoba per conto del marchese Ludovico di Saluzzo.
1507
……………..25 lanceLombardiaDi stanza a Melegnano.
Apr. mag.FranciaGenovaLiguria e Lombardia

Combatte i genovesi;  a maggio si trova al fianco del re di Francia Luigi XII nel suo ingresso in Milano: gli regge le staffe sulla sinistra.

Giu.Lombardia

Prende parte a Milano al cosiddetto torneo del castello in cui con lo Chaumont e Francesco Gonzaga (100 uomini d’arme forniti di bastoni) assale una torre di legno difesa da altrettanti armati: ne nasce uno scontro in cui vi sono alcuni morti e molti feriti tanto che Luigi XII è costretto a fare cessare la lotta.

1508
Nov.LombardiaConcede una fideiussione di 4000 ducati a favore di Giovanni Scotti, trattenuto per debiti nel Castello Sforzesco.
1509
Mar.FranciaVenezia30 lanceLombardia
Apr.LombardiaPrende parte alla battaglia di Agnadello.
Giu.VentoAlla conquista della rocca di Legnago.
Ago.VenetoAll’assedio di Padova. Al campo entra in discordia con Ludovico della Mirandola.
1510
Mar.50 lanceVenetoAlla difesa di Verona.
Mag.LombardiaCon la sua compagnia nel cremonese.
Lug.FranciaVenezia Chiesa50 lanceVenetoAl campo di Santa Croce Bigolina sul Brenta.
Ago.Veneto ed Emilia

A Vicenza. A fine mese lascia il campo di Olmo e con il Montaison si sposta in Emilia per soccorrervi Alfonso d’Este con 150 lance. Giunge a Parma.

Ott.Viene contattato dai fiorentini affinché passi ai loro stipendi.
Nov.EmiliaA fine mese attraversa il Po. Nel periodo i francesi gli concedono una pensione annua di 3000 lire tornesi.
1511
PrimaveraEmiliaAl comando dell’avanguardia muove alla conquista di Bologna agli ordini del congiunto Gian Giacomo da Trivulzio.
Mag.Emilia

Sconfigge Francesco Maria della Rovere a Casalecchio di Reno; a Bologna sul ponte dello stesso fiume cattura Raffaello dei Pazzi che tenta di opporre resistenza.

Giu. lug.LombardiaRientra in Lombardia. Si reca a Formigara ed a Bergamo. Si ferma per due mesi con 100 lance nel territorio di Rovato.
Nov. dic.FranciaC. SvizzeriLombardia

Agli ordini di Gastone di Foix e di Gian Giacomo da Trivulzio si trasferisce con 500 lance e poco più di 2000 fanti, dotati di alcuni pezzi di artiglieria. Ha il compito di sbarrare il passo a 16000 svizzeri che dal confine si stanno dirigendo verso lo stato della Chiesa per militare agli stipendi di pontifici e veneziani. Viene sconfitto al ponte di Boffalora sopra Ticino in uno scontro in cui gli è uccisa la cavalcatura e sono feriti sia il Lautrec che il la Palisse; si fortifica in Milano e provvede alle prime difese della città. Gli svizzeri rientrano nel loro paese dopo aver messo a sacco numerose città lombarde.

1512
Gen.EmiliaA Langhirano.
Apr.RomagnaPrende parte alla battaglia di Ravenna nel cui svolgimento resta ucciso il capitano generale dei francesi Gastone di Foix.
Mag.Lombardia e FranciaCon la sconfitta dei francesi deve riparare in Francia.
Giu.Francia

Ha il compito di raccogliere 4000 fanti. Presto deve ripiegare per la pressione dell’ esercito congiunto svizzero e veneziano. Con la sconfitta ripara in Francia; gli sforzeschi gli confiscano Borgomanero.

Ott.FranciaInghilterraFranciaCombatte gli inglesi in Borgogna.
1513
Mar. apr.50 lanceFrancia

E’ dichiarato ribelle dal duca di Milano Massimiliano Sforza. Ad aprile ha un incontro a Cahors con Gian Giacomo da Trivulzio e Bartolomeo d’Alviano: è inviato a Venezia. I francesi gli riconoscono sempre una condotta di 50 lance.

Mag.VeneziaSpagna Impero MilanoFrancia Emilia  Veneto e Lombardia

Lascia la Francia con l’Alviano; tocca Ferrara, Chioggia e Venezia. In quest’ ultima città è alloggiato nel palazzo già appartenente agli estensi; è accolto a Santo Spirito da numerosi patrizi ed è ricevuto in udienza dal doge e dal Collegio dei Pregadi. Presenzia in San Marco alla cerimonia in cui sono consegnate all’Alviano lo stendardo ed il bastone d’ argento di capitano generale. Prende commiato dal Collegio e, sempre con l’Alviano, raggiunge Padova, Vicenza ed il campo di San Bonifacio dove è accolto dal provveditore generale Domenico Contarini e dal governatore generale Giampaolo Baglioni. Passa a San Martino Buon Albergo per attaccare Verona. Porta Vescovo è murata;  è presa la decisione di costruire un ponte a Zevio per accamparsi davanti a Porta Palio ed alla cittadella. Poiché ogni tentativo si rivela inutile si dirige a Caravaggio:  gli abitanti rifiutano le sue offerte. Affianca l’Alviano alla conquista di Cremona;  entra in Pizzighettone, in cui fa rinchiudere Alessandro e Galeazzo Sforza catturati in precedenza a Cremona.

Giu.Lombardia e Veneto

Segue il Baglioni verso Milano; con la sollevazione della città a favore dei francesi ritorna al campo di San Bassano. I francesi sono sconfitti a Novara;  i veneziani sono costretti ad arretrare le loro linee offensive. Affianca l’Alviano al campo di Roncà, è poi a San Giovanni Lupatoto per dare un nuovo assalto a Verona. Asseconda l’Alviano a Peschiera del Garda.

Ago.VenetoAlla difesa di Padova allorché la città viene assalita dagli spagnoli.
Ott.Veneto

Esce da Padova al comando di una colonna di uomini d’arme inquadrato nel centro dello schieramento; fiancheggia l’Alviano a Limena;  si trasferisce alla guardia di Vicenza. Non partecipa quindi direttamente alla battaglia di Creazzo: con la sconfitta fa chiudere le porte della città. I veneziani in fuga che tentano di entrare nella città sono respinti davanti alle mura. Molti sono uccisi dagli avversari. Dopo qualche giorno deve abbandonare Vicenza, ripara a Padova;  è assalito da un attacco febbrile. Assiste nella basilica di  Sant’Antonio ai funerali di Antonio e di Costanzo Pio caduti entrambi a Creazzo.

1514
Feb.  giu.Veneto

Rimane al governo di Padova ogni volta che l’Alviano lascia la città per recarsi a Venezia o per uscire in campagne offensive con l’esercito.

Lug.Veneto

Il Consiglio dei Savi gli dona 500 ducati per la sua attività prestata a favore della Serenissima. E’ presente al battesimo del figlio di Bartolomeo d’Alviano.

Ott. dic.Veneto

Resta alla guardia di Padova con 1000 fanti allorché l’Alviano è impegnato alla conquista di Rovigo; analogo incarico ha a dicembre quando il capitano generale raggiunge Mestre per la rassegna generale dell’esercito: fa impiccare due soldati, tra cui una lancia spezzata di Babone Naldi, che hanno derubato i proprietari della casa in cui erano alloggiati.

1515
Gen.Veneto

Alla morte del re Luigi XII chiede il permesso di rientrare in Francia per rendere omaggio al nuovo sovrano Francesco I: è persuaso dall’Alviano a non muoversi.

Mag.  lug.Veneto

Riceve a Padova Renzo di Ceri;  a giugno ritorna al governo della città. A fine mese si reca a Venezia per incontrarsi con l’ambasciatore francese, il vescovo di Asti Scaramuccia da Trivulzio; ha pure un colloquio con il doge in Consiglio dei Dieci per discutere dell’ alleanza con i francesi e del prossimo arrivo in Italia di Francesco I. Da parte sua chiede di potere acquistare per 4500 ducati i mulini di Treviso;  li otterrà il mese seguente per 5000 ducati. Al campo di Este.

Ago. sett.FranciaImpero Milano50 lanceVeneto e Lombardia

Appoggia l’Alviano prima a Badia Polesine (il Trivulzio vi si incontra con Masino dal Forno emissario  del duca di Ferrara) e poi in Lombardia ad Ostiglia, Casola e Marcaria. Si mette in contatto con i francesi mentre gli spagnoli se ne stanno inattivi a Maccastorna ed a Codogno. E’ quindi segnalato a Pieve a San Giacomo, Abbadia Cerreto ed a Lodi Vecchio dove affianca l’Alviano nel suo incontro con il re di Francia, con il Connestabile di Borbone e con l’Alençon. Prende parte alla battaglia di Melegnano; con la vittoria dei francesi e dei veneziani sugli svizzeri entra in Milano con il Borbone. I francesi gli riconoscono la solita condotta di 50 lance. Francesco I gli conferma il feudo di Pizzighettone con il titolo di marchese ed il capitanato di Melegnano. Negli stessi giorni concede in prestito ai veneziani 7000 ducati per il pagamento urgente di alcune compagnie di fanti che sono sul punto di ammutinarsi. Francesco I lo invia con Renato di Savoia in soccorso della Serenissima (500 lance e 4000 lanzichenecchi).

Ott.Lombardia e Veneto

Raggiunge a Ghedi l’Alviano che sta per morire; il suo arrivo è ben visto dai veneziani. Fa condurre a Venezia il corpo del condottiero umbro e non richiede alcun salvacondotto a Marcantonio Colonna nel suo passaggio per il veronese: anzi per strada le sue truppe espugnano Peschiera del Garda (sconfitta di alcuni cavalli e di 300 fanti spagnoli giunti in soccorso della località);  recuperano anche Asola e Lonato abbandonate dai gonzagheschi. Ritorna ad assediare Brescia nonostante la presenza del congiunto Gian Giacomo come capitano generale (i loro rapporti sono piuttosto freddi). Incomincia a bombardare le mura con le artiglierie piazzate nel fossato dalla parte dove esce il Garza. Un’ improvvisa sortita di 1500 fanti tedeschi e spagnoli, armati anche di scoppietti, assale il presidio incaricato della difesa della postazione (100 lance e 6000 fanti). I veneziani sono messi in fuga malgrado la valorosa resistenza frapposta da Giampaolo Manfrone e da 30 uomini d’arme. I veneziani perdono 200 fanti e dieci pezzi di artiglieria; la polvere da sparo è data alle fiamme. Il Trivulzio ripiega a Coccaglio in attesa di ricevere nuovi pezzi di artiglieria ed  un loro munizionamento adeguato. Ritorna a bombardare la città alla volta di Porta Pile ed a quella di di San Giovanni. Giunge ora al  campo Pietro Navarro con 8000 fanti guasconi e francesi; sono invece  licenziati i lanzichenecchi che si sono rifiutati di combattere contro le milizie imperiali.  Il Trivulzio riprende con più lena il cannoneggiamento su Brescia;  il Navarro inizia a dare opera alle mine ed a scavare profonde gallerie sotto le mura.

Nov.Lombardia

Spedisce il Manfrone e Mercurio Bua contro Prospero Colonna che sta intercettando i flussi dei rifornimenti provenienti dal mantovano e diretti alle sue truppe. Si reca a Milano per consultazioni con il sovrano francese.

Dic.Lombardia

Ha colloqui a Lodi con gli ambasciatori veneziani; è presente, sempre  a Milano, ai funerali dell’ ambasciatore della Serenissima Piero Pasqualigo. A Venezia il Consiglio dei Savi discute sull’ opportunità di eleggerlo governatore generale delle truppe.

1516
Gen. feb.VeneziaImpero MilanoGovernatore g.le    200 lance e 100 cavalli leggeriLombardia

E’ convocato a Milano un consiglio di guerra cui prende parte con il provveditore generale Andrea Gritti, il congiunto Gian Giacomo, Giano Fregoso e Pietro Navarro. E’ presa la decisione di mantenere le truppe negli accampamenti e di sbarrare le strade di accesso a Brescia in attesa della buona stagione. Nel frattempo attendere a sole azioni di disturbo. Gli viene conferito dai veneziani l’incarico di governatore generale con una condotta di 200 lance in bianco e di 100 cavalli leggeri; la ferma è stabilita in due anni più uno di rispetto; lo stipendio è di 30000 ducati. Anche Gian Giacomo da Trivulzio esprime il suo parere favorevole al riguardo. Teodoro da Trivulzio accetta dopo qualche tentennamento iniziale.  La stipula del contratto avviene a Lonato. Riprende ad assediare Brescia con 2500 cavalli e 7000 fanti. Invia Giano Fregoso e Giovan Corrado Orsini alla rocca di Anfo per bloccarvi l’avanzata di 1500 fanti tedeschi che stanno portando del denaro per la guarnigione della città assediata: altre schiere danno alle fiamme Lodrone e Storo nelle Valli Giudicarie. Il Trivulzio fa impiccare un uomo sorpreso ad introdurre alcuni messaggi in Brescia e frustare un ragazzo che lo ha accompagnato. Gian Giacomo da Trivulzio rientra a Milano.  Con il Lautrec ed il Saint-Pol il Trivulzio ispeziona le postazioni di Salò, di Anfo, della Val di Sabbia, di Gavardo e di Peschiera del Garda. A Milano.

Mar.Lombardia

Si ritira a Pontevico per l’avvicinarsi di milizie svizzere e tedesche al servizio dell’imperatore; ha un consiglio di guerra a Cremona con il provveditore generale Andrea Gritti, il Lautrec ed  Borbone; con Pietro Navarro ha il compito di difendere la linea del Po. Invia alla difesa di Asola Antonio da Martinengo, Rizino d’Asola, Pietro da Longhena per un complesso di 500 lance e 2000 fanti di cui molti sono archibugieri. Con il resto delle truppe si ferma inizialmente a Pontevico; presto attraversa l’Oglio e punta verso il milanese. Si sposta a Milano;  contribuisce a respingere un attacco degli imperiali ai borghi cittadini.

Apr.Lombardia

Si trova prima a Pavia; da qui si dirige a Lodi a seguito della partenza degli svizzeri. Recupera il centro e ritorna a Milano con il Gritti.

Mag.Lombardia

Fallisce un tentativo degli imperiali di portare soccorso ai difensori di Brescia. Teodoro da Trivulzio si congiunge a Spirano con il Borbone, tocca Rovato, libera il territorio tra Rezzato e Montichiari dagli ultimi tedeschi che vi si sono attardati,  riprende sempre con il Gritti ad assediare Brescia. Occupa Nave e si ferma a Mompiano con Pietro Navarro alla testa di 8000/10000 uomini. Il Navarro predispone alcune mine che provocano ampie brecce nelle mura. Il Trivulzio fa scavare sotto le loro fondamenta,  le fa puntellare con travi di legno destinate ad essere date alle fiamme. Si arriva ad una tregua di venti giorni tra le parti al cui termine, se non dovessero   giungere soccorsi ai difensori la città si sarebbe arresa. Il presidio avrebbe avuto l’onore delle armi ed a ogni soldato sarebbero state consegnate tre paghe. Discendono gli imperiali dalle Alpi sotto la conduzione di Guglielmo di Rogendorf e del conte Ludovico di Lodrone: costoro entrano in Brescia con 7000 fanti. Con il ritiro degli avversari dall’ assedio di Asola ed il trasferimento dell’ imperatore Massimiliano d’Austria a Milano alla difesa di Brescia rimangono solo 650 fanti spagnoli ed altri 400 di varie nazionalità. Giunge il Lautrec al campo. Dopo un fitto tiro di artiglieria che dura parecchi giorni segue un attacco alla città condotto da cinque punti diversi. I fanti guasconi del  Navarro  cercano di penetrare nelle brecce aperte nelle mura: sono respinti. Lo spagnolo Icart a fine mese tratta la resa a patti con il Lautrec. La città si sarebbe consegnata ai francesi se non fossero arrivati soccorsi entro pochi giorni (per soccorso è considerato un contingente superiore agli 8000 uomini); il presidio sarebbe uscito con armi e bagagli; sarebbero stati forniti dal Lautrec e dal provveditore generale Andrea Gritti un salvacondotto valido per ogni località con l’esclusione di Verona; la città non sarebbe stata oggetto di saccheggio; ai Gambara, ai Migli ed agli altri fautori della causa imperiale non sarebbero stati confiscati i loro beni,  anzi avrebbero riottenuto quanto già confiscato in precedenza; che i veneziani avrebbero liberato i capitani spagnoli trattenuti prigionieri a Padova o a Venezia.

Giu.Veneto e Lombardia

Teodoro da Trivulzio punta ora alla riconquista di Verona con 1200 lance e 10000 fanti: alla difesa della città si trovano 8000 fanti. Sovrintende alla costruzione di un ponte sul Mincio ad Arcé, tra Peschiera del Garda e Valeggio sul Mincio: numerosi uomini d’arme, che militano con gli avversari, domandano di passare al servizio dei veneziani. Invia 500 fanti in Valpolicella. Il Lautrec è convocato  a Milano; il Trivulzio ed il provveditore Andrea Gritti spostano allora il campo a Lonato, Rivoltella del Garda, Solferino e Volta Mantovana. In occasione di tali movimenti i suoi soldati commettono ogni tipo di sopruso nei confronti degli abitanti del mantovano. Il re di Francia infine  ordina al Borbone di consegnare Brescia alla Serenissima. Il Trivulzio invia il Manfrone con 6000 fanti e numerosi cavalli a prendere possesso della città; da parte sua con il resto delle truppe si trasferisce a Monzambano; vengono gettati sul Mincio, presso Peschiera del Garda, due ponti di barche per cui l’esercito veneziano è in grado di trasferirsi nei pressi di Valeggio sul Mincio.

Lug.Veneto

Si accampa a Cavalcaselle ed a Castelnuovo del Garda. Continua la fuga da Verona;  cinque capitani svizzeri domandano di militare per i francesi.

Ago.Veneto

Invia in Verona un tedesco, travestito da frate francescano, affinché  informi i veneziani sullo stato delle difese cittadine e provochi dei tumulti al suo interno a favore della Serenissima. Costui è avvistato e catturato da 300 fanti spagnoli a Ponton. Torturato, decapitato, il cadavere è squartato ed i suoi lacerti sono appesi alla Porta di San Giorgio. Nell’attesa del successo dell’ azione  il Trivulzio decide di riprendere assieme ai  francesi con più forza le operazioni di assedio.  Controlla che sia allestito a Bussolengo un ponte sull’Adige.  Attacca Verona il cui presidio, negli stessi giorni,  scema a soli 4000 fanti (300 spagnoli, 400 svizzeri e 3300 tedeschi). Anche il Trivulzio ha ai suoi ordini un esercito piuttosto eterogeneo composto di francesi, guasconi, spagnoli, lanzichenecchi ed italiani (1000 lance, 2500 stradiotti e 12000 fanti):  la mancanza di amalgama provoca gravi danni in Valpolicella. E’ presa la decisione di assalire la città da due lati (i veneziani a Porta Vescovo, i francesi a Santa Lucia) e di battere le mura, dal monte di San Leonardo nei pressi della Porta di San Giorgio con  trentatre grossi pezzi di artiglieria (tra cannoni e colubrine) e ventidue sagri: si prevede che ogni pezzo spari cinquanta colpi al giorno. Non mancano grossi problemi da risolvere anche perché l’esercito veneziano, anch’esso a causa del ritardo delle paghe, si trova presto ridotto nei suoi effettivi alla metà del previsto (1400 fanti spagnoli e 4000 italiani) Il fatto  determina continue  dilazioni negli attacchi. Il Trivulzio chiede di allargare il fronte dell’attacco a Porta Calzari ed alla cittadella; scopre un sabotatore inviato al campo da Marcantonio Colonna per fare scoppiare i depositi di polvere da sparo e lo fa bruciare vivo; invia Pompeo Castiglione a Venezia per rendere edotta la Signoria delle gravi carenze dal punto di vista logistico che ritardano le operazioni.

Sett.Veneto

Nasce al campo una rissa tra i soldati spagnoli e quelli italiani al soldo della Serenissima. Anche i fanti tedeschi sostengono gli spagnoli. Vi sono più morti d’ambo le parti. Il Trivulzio fa armare gli uomini d’arme riuscendo in tal modo a calmare gli animi. Respinge con i fanti spagnoli una sortita di Marcantonio Colonna portata con 1500 fanti e pochi cavalli. Dopo un nuovo consiglio di guerra si accampa a San Michele Extra:  i veneziani seguitano nella loro offensiva su Porta Vescovo ed i francesi bombardano Porta Calzari. Le artiglierie veneziane abbattono sul loro fronte 100 passi di mura e quelle francesi aprono cinque grandi brecce. Giungono in soccorso di Verona 9000 fanti tedeschi condotti da Giorgio di Liechtenstein e da Leonardo Felzer. Viene seguita la tattica dell’ anno precedente a Brescia; l’esercito alleato si ritira a Villafranca di Verona con il Trivulzio, il Lautrec ed il provveditore Andrea Gritti, mentre le artiglierie sono condotte a San Martino Buon Albergo ed a Vicenza; ad Albaredo d’Adige ripiegano l’altro provveditore generale Giovanni Paolo Gradenigo ed il Manfrone (300 lance, 600 cavalli leggeri e 2000 fanti).

Ott. nov.200 lance e 300 cavalli leggeriVeneto

A Povegliano Veronese. Invia a Brentonico Babone Naldi e Borghese dal Borgo  per ostacolare il vettovagliamento via Adige a Verona.  Corre il rischio a Villafranca di Verona di essere ucciso dai fanti spagnoli in rivolta per il ritardo delle paghe: il suo indice di gradimento non deve essere elevato se nessuno della Serenissima interviene nella circostanza a suo favore, né durante, né dopo le manifestazioni ostili nei suoi confronti. D’altra parte il suo peso nelle decisioni è relativo perché ufficialmente concorda sempre con il Lautrec.

Dic.Veneto

Con la firma dell’accordo di pace tra francesi e spagnoli rimane al campo a seguire il pagamento delle truppe; il re di Francia licenzia dieci lance della sua compagnia.

1517
Gen.Veneto

Con il Lautrec ed il Gritti si incontra a Dossobuono con il vescovo di Trento, Bernardo di Cles ambasciatore di Massimiliano d’Austria:  Verona viene consegnata ai francesi. A metà mese il Trivulzio entra nella città. I suoi uomini sono svernano nel bergamasco, nel vicentino e nel padovano.

Mar.Veneto

Ispeziona la Chiusa con il Gritti; giunge a Treviso e si reca a Venezia con Camillo e Renato da Trivulzio ed il collaterale generale Pietro Antonio Battaglia. E’ ricevuto a Marghera da alcuni gentiluomini tra i quali il Gritti; smonta a Sant’Andrea dove è in sua attesa il bucintoro; gli sono riconosciute per le sue spese 30 ducati il giorno. E’ segnalato a San Marco e nel Collegio dove si discute sulla riduzione degli organici e delle spese militari in genere; visita l’arsenale e partecipa a varie cerimonie religiose. Ritorna quindi a Padova ed a Verona: gli sono qui consegnati  lo stendardo ed il bastone di governatore generale.

Apr. giu.200 lance e 100 cavalli leggeriVeneto e Lombardia

A Venezia per una visita lampo; a Milano  per acquistare armi e cavalcature; si accomiata dal Lautrec e per Lodi e Pizzighettone rientra a Verona accompagnato dalla moglie e dal figlio. Nella città prende alloggio in Sant’Anastasia a palazzo Maggi; anche per gli uomini della sua condotta sono trovate case in cui essere ospitati. Il costo complessivo annuo della sua condotta, per 10 paghe, è valutato in 30000 ducati.

Lug.Veneto

Prende le difese del connestabile Giorgio di Vailate  licenziato ingiustamente; offeso dalle prime reazioni dei veneziani, ricorda come durante il conflitto in un caso similare, che lo hanno visto coinvolto da parte dei fanti romagnoli, le autorità abbiano ritenuto di lasciar perdere. Alla fine la spunta, Giorgio di Vailate è riassunto e sono licenziati solo i soldati che sono effettivamente venuti a diverbio con il podestà di Verona Alvise Contarini.

Ago.  sett.Veneto

Controlla a Padova con Giano Fregoso l’andamento dei lavori relativi al castello del Portello; a settembre affianca il Gritti e Giorgio Corner a Montagnana ed a Legnago per verificare lo stato delle fortificazioni delle due località.

Nov. dic.Veneto

Assiste alla rassegna delle sue compagnie che si svolge al campo di Marte di Verona. A dicembre il Consiglio dei Savi gli allunga la condotta per un altro anno. Da parte sua invia 100 cavalli leggeri e 20 dei suoi gentiluomini con Andrea Luraghi a difendere, a Concordia, gli interessi dei suoi congiunti ai danni di Giovan Francesco della Mirandola.

1518
Mag.VenetoOspita in Verona il duca di Ferrara Alfonso d’Este.
Sett.Veneto

Viene convocato a Venezia;  alloggia nel suo palazzo di San Polo. La Signoria approfitta della sua disponibilità, si fa prestare 5000 ducati ed allunga il debito nei suoi confronti per altri 5000 ducati avuti in precedenza. E’ ricevuto in Collegio.

Nov. dic.Veneto e Lombardia

Si incontra ancora a Verona con il duca di Ferrara;  ottiene il permesso di rientrare a Milano dove è ospitato nel palazzo di Gian Giacomo da Trivulzio. Muore a Chartres il congiunto; non si allontana dalla città finché non è chiaro il pensiero del sovrano francese nei confronti della sua famiglia.  Chiede denaro alla Signoria; i suoi uomini a Verona in sei mesi hanno ricevuto solo due paghe  peraltro  anticipate dallo stesso Trivulzio.

1519
Gen.Lombardia

A Milano per i funerali di Gian Giacomo da Trivulzio cui assiste con il Lautrec. Diviene a Milano la guida della fazione guelfa in contrapposizione a quella ghibellina che vede alla sua testa Galeazzo Visconti.

Feb.Veneto

Si reca a Padova ed a Venezia perché è scaduta la sua ferma. E’ ricevuto in Collegio, si incontra con il doge;  in udienza con il Consiglio dei Dieci si lamenta per il ritardo delle paghe. A Verona.

Sett.LombardiaA Milano, a colloquio con il Lautrec.
Nov.VenetoRiceve a Verona Andrea dal Borgo con altri due commissari imperiali.
1520
Mar.1000 cavalliVeneto

Oltre alla condotta che gli è concessa da parte  veneziana gode di una pensione annua di 4000 ducati che gli è erogata dai francesi. Ha pure dai  trasalpini   il comando (con le relative prebende) di 45 lance che tramite un suo luogotenente operano nell’astigiano.

Apr.VenetoHa l’ordine di inviare a Sacile tutti i cavalli leggeri per fare fronte ad eventuali scorrerie di predoni turchi.
Mag. giu.Veneto

A Venezia con un seguito di 40 persone;  è invitato a prendere parte ad una riunione del Consiglio dei Dieci. A giugno ritorna a Venezia ed è soddisfatto nelle sue spettanze; ha anche il permesso di acquistare un terreno, vicino al castello di Zevio che vorrebbe adibire a pascolo per le sue cavalcature.

Ott.LombardiaViene invitato a Milano dal Lautrec insieme con il provveditore generale Andrea Gritti.
1521
Mar.Lombardia

A caccia al falcone nel pavese con il Lautrec. Informa i veneziani del prossimo conflitto con gli imperiali;  è raggiunto dal  Gritti.

Apr. mag.Lombardia e Veneto

Vi sono le prime riunioni militari per concordare i piani con il Lautrec ed altri capitani francesi come il Lescun ed il Vandenesse. Fa ritorno a Venezia ai primi di maggio; è accolto con il bucintoro, è condotto dal doge e tiene in Collegio una relazione sullo stato delle fortificazioni di Brescia, Verona e Padova. Con Giano Fregoso, Bernardino di Montone, Malatesta Baglioni e Giulio Manfrone consegna pure al Collegio dei Savi un progetto di miglioramento delle fortificazioni di Padova cui hanno collaborato anche altri condottieri.

Giu.Veneto

Invia nel bresciano Pietro da Longhena, Camillo da Martinengo e Giovanni da Sassatello per scoprirvi una congiura, organizzata per conto degli Sforza da Girolamo Morone,  volta a cacciare i francesi dalla Lombardia.

Lug.VeneziaImperoLombardia

A Milano per convincere gli aderenti della fazione guelfa ad abbandonare le loro posizioni filosforzesche. Si dirige al campo di Chiari, fa pressioni per l’assunzione di 3000 fanti grigioni; è segnalato a Cremona ed a Milano dove si trattiene per un consiglio di guerra con il Lautrec ed il Lescun. E’ presa la decisione di concentrare le truppe tra Cremona e Piacenza. I veneziani devono assumere 1400 fanti grigioni ed inviare 200 cavalli leggeri a sorvegliare le rive del Po.

Ago.Lombardia ed Emilia

Trasferisce il campo da Chiari a Verolanuova; chiede di essere qui raggiunto da alcuni connestabili da lui stimati quali Marco da Napoli, Macone da Correggio, Giorgio di Vailate, Frate da Pavia. Invia  a Peschiera del Garda il Manfrone e Pietro da Longhena;  difende le direttive veneziane che privilegiano la spedizione di truppe sulle montagne veronesi per ostacolare il passo a 8000 fanti svizzeri e tedeschi in marcia da Trento a Mantova, contro le tesi della strategia francese consistenti nel fronteggiare solo in Emilia gli imperiali. Il consiglio dei Savi, seppure con qualche resistenza e molti distinguo, gli dà il permesso di unire le sue forze (800 lance, 600 cavalli leggeri e 5000 fanti disseminati su tutto il territorio) a quelle degli alleati. Giunge a Lonato;  chiede la disponibilità di 1300 fanti di stanza a Verona, di 300 guastatori e di 6 pezzi di artiglieria che si trovano a Brescia. Si collega con i francesi a Cremona, colloca i suoi alloggiamenti a Fontanelle;  a fine mese si porta a Robecco d’Oglio. Ha frequenti colloqui con il Lautrec (cui dà in prestito 4000 ducati);  riceve le  rimostranze del capitano francese per lo scarso peso (quantitativo e qualitativo) delle  fanterie veneziane.

Sett. ott.Emilia e Lombardia

Il Gritti obietta sull’ utilità di soccorrere direttamente Parma; il Trivulzio fa spostare il campo a San Secondo Parmense. Ad ottobre attraversa il Po a Torricella e si dirige a Bordolano al comando della retroguardia. Al campo di Pontevico.

Nov.Lombardia e Veneto

Si collega a Soncino con il Lautrec; si sposta nel cremasco, a Lodi e da qui si trasferisce alla difesa di Milano con 8000 fanti e 1200 lance. La città è attaccata da 20000 fanti e 1500 lance: la resistenza franco-veneziana è subito superata a Porta Ticinese a seguito di un attacco portato da 500/1000 schioppettieri in un punto sorvegliato dai veneziani. Il Trivulzio viene catturato da quattro fanti del marchese di Pescara mentre, disarmato, sta cavalcando una mula per verificare cosa stia succedendo tra Porta Vigentina e Porta Ludovica. Poiché è ammalato è fatto condurre in lettiga da Ferdinando d’Avalos; è liberato dietro il pagamento di un riscatto di 20000 scudi: 6000 in contanti, 4000 garantiti dal marchese di Mantova Federico Gonzaga, i restanti 10000 pagabili in tre rate. Raggiunge Crema e Venezia.

1522
Gen.Veneto e Lombardia

Giunge a Padova ed a Venezia: il numero dei patrizi pronti a riceverlo è ora di molto inferiore alle  volte precedenti; nella  sua relazione in Collegio  risulta che  sia francesi che veneziani hanno le loro specifiche colpe nella recente sconfitta. Ricevuti 4000 ducati, sui 6000 richiesti per pagare la sua taglia, fa ritorno a Verona. Si collega con il Lautrec a Cremona; a Milano è citato come ribelle dal duca Francesco Sforza.

Feb. mar.Lombardia

E’ bandito con i suoi famigliari dal ducato milanese  da Francesco Sforza. Negli stessi giorni si trova a Rovato;  a marzo affianca i francesi all’assedio di Milano.  Un inconveniente lo spinge a curarsi a Bergamo. Guarito, si dirige a Binasco per trasferirsi, nonostante l’opposizione dei veneziani, all’assedio di Pavia. Si colloca davanti alla Porta di Santa Giustina. Costretto a desistere per le forti piogge tallona Prospero Colonna che ripiega su Milano.

Apr.Lombardia

Il Lautrec, a causa della volontà degli svizzeri di lasciare l’esercito francese, accelera i tempi ed assale gli imperiali alla Bicocca. Teodoro da  Trivulzio, che si trova nei pressi di Melegnano con il Navarro, invia 500 /600 schioppettieri agli ordini di Babone Naldi per sostenere l’azione dell’ avanguardia svizzera. Giunti sul fossato, i veneziani devono fermarsi per il fuoco degli avversari; gli svizzeri rimangono soli e sono sterminati.

Mag.Lombardia

Si ritira a Lodi ed a Pontevico; con la perdita di Pizzighettone invia a Milano il nipote Paolo Camillo per ricercare una qualche ipotesi di accordo con il duca di Milano.

Giu. sett.Lombardia   Veneto ed Emilia

A giugno si trova a Chiari ed a agosto, alla fine della guerra, a Verona ed a Padova. Chiede il permesso di abbandonare il soldo dei veneziani; si reca a Venezia ed alloggia come altre volte a San Polo. In Collegio si abbraccia con il nuovo doge Andrea Gritti; i Savi lo licenziano perché troppo filofrancese e scelgono come nuovo governatore Francesco Maria della Rovere. Vanamente il Gritti si oppone al suo sollevamento dalla carica in quanto pensa di poterlo utilizzare in Friuli. Per rendergli meno amara la decisione il Consiglio dei Savi gli offre una provvigione annua di 3000 ducati: rifiuta, chiede il congedo immediato che gli è concesso dietro la sua promessa che non avrebbe combattuto i veneziani nel prossimo semestre. Non può fare altro in quanto è creditore verso la Serenissima di 40000 ducati e possiede nel veneziano beni immobiliari per altri 30000 ducati. Accetta le condizioni, lascia la moglie a Verona e si reca a Ferrara con i fuoriusciti milanesi per coadiuvare Alfonso d’Este contro i pontifici.

Ott.FerraraChiesa140 lanceEmilia

Staziona nel ferrarese con 140 lance che hanno già militato con il Trivulzio sotto i veneziani; Francesco I gli riconferma la condotta di 50 lance.

Nov. dic.FranciaImpero VeneziaEmilia e Lombardia

Staziona nei pressi di Reggio Emilia; a dicembre è chiamato dal Bonnivet a Cremona.   Impone tasse ai cittadini;  fa diroccare molte torri cittadine, i merli delle mura e vari palazzi. Gli abitanti sono obbligati a rendere più profondi i fossati attorno alla cinta muraria.

1524
Gen.LombardiaSi dirige a Lodi, tocca Maccastorna con 110 lance, 60 cavalli leggeri e 400/500 fanti. Giunge a Pizzighettone e rientra a Lodi.
Feb.Lombardia

E’ catturato nei pressi di Lodi un messaggero veneziano con alcune lettere: lo fa liberare e gli restituisce le missive chiuse; lo fa anzi scortare dai suoi arcieri fino a Crema. Lascia la città con Ludovico Barbiano da Belgioioso alla testa di 300 cavalli leggeri; si incammina verso  Abbiategrasso.

Apr.Piemonte

Alla difesa di Novara. Le sue condizioni di salute non sono buone: cordiali sono sempre invece i rapporti con i veneziani. Invia, ad esempio, a salutare il provveditore generale Piero Pesaro. E’ sconfitto con il Bonnivet a Romagnano Sesia in uno scontro in cui sono uccisi 1000 svizzeri ed altri 500 muoiono annegati nel fiume.

Ago.FranciaCon 100 lance alla difesa della Provenza invasa dagli imperiali.
Ott.Piemonte LombardiaEntra in Asti e fa il suo ingresso in Milano con il Saint-Pol, il Lescun ed il Vaudemont (300 uomini d’arme e 6000 fanti). I francesi entrano nella città per la Porta Ticinese mentre gli imperiali ne escono per Porta Romana, diretti verso Lodi.
Nov.Lombardia

Si incontra a Certosa di Pavia con il re; ritorna a Milano e si dedica alla revisione delle fortificazioni cittadine,      in particolare i bastioni e le mura. Nominato governatore della città con il la Trémouille, uno dei suoi primi atti consiste nell’esigere dagli abitanti una taglia di 30000 ducati al fine di pagare il soldo ai fanti grigioni, svizzeri ed italiani.

1525
Gen.Lombardia

Rimane alla guardia di Milano con 300 lance, 400 cavalli leggeri, 6000 fanti grigioni e vallesi ed altri 3000 francesi. Presto tutte le truppe sono richiamate a Pavia con l’eccezione degli uomini d’arme e di 3000 fanti.

Feb.Lombardia Svizzera

Fa effettuare ai suoi cavalli alcune scorrerie verso Sant’Angelo Lodigiano, in Brianza e nel bergamasco. Con la sconfitta di Pavia, alla notizia della cattura del re di Francia Francesco I, si rifugia inizialmente a Milano. Sono radunati i soldati che fanno parte del presidio cittadino e con costoro, con armi e bagagli, ed approfittando della nebbia, abbandona la città per Porta Romana. Prende la strada per il lago Maggiore, si dirige a Mesocco: ai suoi uomini si collegano 300 cavalli francesi sbandati. Si congiunge, infine, con la retroguardia dell’esercito francese agli ordini del duca di Alençon.  Nessuno si pone al loro inseguimento.

Mar. mag.100 lanceSvizzera  e Francia

Organizza a Locarno le prime difese con gli svizzeri; è chiamato in Francia; è nominato maresciallo di Francia al posto del morto la Palisse e gli è dato il governo di Lione. A maggio invia a Venezia un suo uomo d’arme, Giorgio Sturion; non manca di partecipare ai vari consigli della corona cui è chiamato.

Sett.FranciaA Lione, di cui è nominato governatore. Pubblica il trattato di pace e di alleanza con il re d’Inghilterra Enrico VIII.
Ott.Francia

Il re di Francia e l’imperatore Carlo V trovano un accordo:  al Trivulzio è temporaneamente diminuito l’organico della sua compagnia.

1526
Mag.FranciaA Lione ed a Parigi per alcune sedute del parlamento.
Giu.60 lanceFranciaA Cognac ed a Angouleme per la sottoscrizione della lega antimperiale.
Lug.FranciaE’ chiamato a far parte del consiglio regio. Continua a svolgere le sue funzioni di governatore di Lione.
1527
Giu.Francia

Creditore ancora di 13000 ducati verso la Serenissima, concorda una transazione per la quale riduce il credito a 10000 ducati ed approva che esso sia pagato in cinque anni in ragione di 2000 ducati l’anno.

Ago.FranciaImperoPiemonte e Liguria

Al fianco del Lautrec a Bosco Marengo; con la conquista di Genova è nominato governatore della città: come primo gesto politico ottiene da Francesco I la sottomissione e la restituzione di Savona ai genovesi.

1528
Apr. ago.Liguria

Raduna 2000 fanti per difendere Genova dalle minacce degli Adorno. A maggio protesta con i veneziani per il trasferimento di Cesare Fregoso dalla Liguria in Friuli; ad agosto, nonostante che sia ancora creditore verso la Serenissima dei 10000 ducati, concede in prestito ai veneziani, per le necessità della guerra, altri 15000 ducati.

Sett. ott.Liguria

Andrea Doria diserta nel campo imperiale. Allorché Genova è quasi vuota di difensori a causa della peste il corsaro genovese assale il Trivulzio dal mare con Filippino e Lazzaro Doria (alcune galee e 500 fanti); a terra i francesi sono attaccati da Sinibaldo Fieschi.  Il Trivulzio si rinchiude con 3000 soldati nel Castelletto; chiede soccorsi al Saint-Pol ed a Francesco Maria della Rovere. Nessuno viene in suo aiuto per cui a fine ottobre deve cedere per la mancanza di vettovaglie. Si allontana dalla città con le sue truppe e le sue artiglierie;  la fortezza è demolita dagli abitanti.

Nov.FranciaAd Alessandria. Da qui ritorna al governo di Lione
1529
Feb.PiemonteAd Alessandria.
Apr. ago.Emilia e Veneto

Il re lo invia a Venezia come proprio ambasciatore. Gli viene incontro a Piacenza Battista da Martinengo. Si reca in Collegio e fa pressione affinché siano restituite Ravenna e Cervia alla Santa Sede. A giugno concede in prestito 6000 ducati destinati alle truppe accampate a Milano (gli è promessa una restituzione del denaro in dieci giorni); a luglio prende commiato. Ad agosto Francesco I lo elegge suo luogotenente in Lombardia: la scelta provoca una grave reazione in Gabriele d’Allègre e nell’ Annebault che si allontanano dal campo per non sottostare ai suoi ordini. Da Venezia raggiunge la moglie a Verona. In autunno è in Francia.

1530
Ott.FranciaA Blois. Il re Francesco I gli fa consegnare 800 scudi. Il suo credito verso la corona è superiore ai 40000 scudi.
1531
……………..Lombardia
Lug. ago.100 lanceFranciaHa sempre l’incarico di governatore di Lione. Ad agosto opera nel Delfinato.
1532
Nov.Francia

Muore a Lione. E’ sepolto in tale città nella chiesa dei domenicani di Santa Maria del Conforto. Fa costruire la cappella di San Teodoro nella chiesa di Santo Stefano a Milano. I veneziani fanno porre l’insegna della sua arma sulla Porta Vescovo a Verona. Sposa Bona Bevilacqua.

 CITAZIONI

-“Cugino del celebre Gian Jacopo, ma molto meno provetto di costui come comandante militare.” MALLETT

-“Uomo buono, prudente e valoroso.” VARCHI

-“Fu notato in lui solo ..prudenza, valore e virtù.” LAZARI

-“Belo e grande homo et homo di guerra..Un degno omo e saputo.” SANUDO

-“E’ homo degno, fedel, sa ben il mestier di le arme, tien ben la sua compagnia, non vol si fazi danni; ma è tardo e pigro. Ha questa natura, non si pol far altro, et è bon come l’è per questa Repubblica, a la qual porta grande amor et fede.” Giudizio di Andrea Gritti, riportato dal SANUDO

-“Huomo né ardente, né desideroso di combattere; ma una persona, che per la lunga militia, percioch’egli era intervenuto in più battaglie d’Italia, che alcuno altro capitano del suo tempo, era stimato ottimo di consiglio.” GIOVIO

-“Quale è molto existimato ed a lui ogniuno deferisse. Tutta la fazion sua lo ha per capo e signor, e vien etiam existimato ed amato da li gebellini, che non sono capellazi, ma che attendono a viver, perché l’è tenuto per signor da bene, che non ha mai fatti despiaceri ad alcuno..sa ben dissimular la colera ed è assai più parziale e vendicativo di quello era el signor Zuan Iacomo, ma non lo demonstra..Ha grandissimo credito con la città di Milano e con i Francesi, massime con mons. di Lautrec e col re, tenendolo bon homo di guerra.” ALBERI

-“Valente condottier d’armi.” MANINI

-“Famoso capitano dell’età sua.” BOSI

-“Per virtù e riputatione de fatti di guerra molto illustre.” CAVRIOLO

-“Allobrogorum ductor insignis.” ARLUNO

-“Famoso capitano dell’età sua.” LITTA

-“Thodaro che ne l’armi tanto vale/ e del Triulcio sangue al mondo honore,/ magnianimo, gientil, fido, e leale/ e ne le guerre poi con l’arme in mano/ un Hanibal, un bon scipio africano/ (Alla battaglia di Agnadello)/ Il valoroso signior theodoro/ traulcio sopra un caval sasinato/ dava a nemici diverso martoro/ gettando molti sopra il verde prato./…/ (Alla battaglia di Melegnano) El signior theodoro valoroso/ traulcio ch’era per socorso andato/ del re (Francesco I) come homo de molto disioro/ di poterlo servir in ogni lato/ ed era tutto quanto sanguinoso/ del sangue di color che su quel prato/ con le sue man havea fatti morire/ come inclitto signior colmo d’ardire./…/ Saggio, e prudente signior Thodaro/ gloria del mondo, e di tal arte honore/ disceso qui fra noi dal sommo choro.” DEGLI AGOSTINI

-“Se trouvant par ailleurs guelfes, leurs “capi”, Gian Giacomo et Teodoro Trivulzio, vont utiliser la bannière factionnaire pour agréger autant d’eux de large clientèles contre la promesse de redistribution des richesses puissèes au service de roi de France. Ce faisant, les guelfes deviennent les Lombards le plus francophiles car les Trivulzio sont guelfes. Par antonomasie, les guelfes deviennent synonymes de Trivulzio et de leur impressionante clientèle trivulziesque… (Teodoro) Maréchal de France, chef de la “casa trivulzia” depuis la mort de Gian Giacomo, homme capable de réunir sous ses ailes le deux factions (guelfi e ghibellini) et surtout un des rares Lombards estimés de Lautrec.” DUC

Immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Teodoro_Trivulzio#/media/File:Theodore_Trivulzio.jpg

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