1441 TARTARO DA PERUGIA (Giovanni da Perugia, Tartaro da Bettona). Di Bettona. Detto il Tartaro.
+ 1460 ca.
Mese, anno | Storia. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1440 | |||||
Lug. | Milano | Firenze |
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Toscana |
Milita agli ordini di Niccolò Piccinino. E’ inviato a Piombino presso Jacopo d’Appiano a seguito delle minacce di Baldaccio d’Anghiari. Si incontra a Suvereto con il condottiero e tenta inutilmente di distoglierlo dalla sua azione. |
1443 | |||||
Giu. | Milano | Bologna | 200 fanti | Emilia |
Si trova alla guardia del castello di Galliera allorché Bologna si ribella a Francesco Piccinino ad opera di Annibale Bentivoglio. Non vuole cedere la fortezza nonostante le preghiere dello stesso Piccinino caduto nelle mani degli avversari; minaccia anzi di bombardare la città e di introdurre nel castello le truppe di Luigi dal Verme. E’ subito assediato dal Bentivoglio e da Pietro Navarrino che comandano 400 cavalli e 500 fanti. I rivoltosi scavano un profondo fossato, costruiscono un alto argine e collocano due gatti sopra le mura cittadine, ai lati del castello di Galliera, bene sorvegliati da soldati armati di balestre e di schioppetti: inefficaci risultano pertanto le sortite degli uomini di Tartaro da Perugia. A fine mese Astorre Manfredi tenta di entrare in Bologna per una porta vicina alla fortezza da lui difesa; Tartaro da Perugia approfitta di tale circostanza per espellere dal castello tutte le persone non necessarie per la sua difesa. |
Lug. |
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Emilia |
I suoi uomini catturano 2 fanti posti alla guardia del barbacane verso Mascarella: sono loro promessi 400 ducati se avessero ucciso Annibale Bentivoglio. Liberati, sono scoperti dai commissari bolognesi perché cadono in contraddizione tra di loro negli interrogatori condotti in modo separato. I rivoltosi cercano di distruggere i mulini nei pressi; l’iniziativa non porta frutti per cui, da parte degli stessi, è costruita una briccola che getta dentro il castello, oltre che grandi sassi, carogne di animali ed escrementi che riempiono di puzza ogni cosa. |
Ago. |
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Emilia e Romagna |
Entra in Galliera Battista Canedoli con l’intenzione di persuaderlo a più miti consigli: Tartaro da Perugia promette di arrendersi a patti alla condizione di non ricevere soccorsi entro il termine di quindici giorni. Vengono a trovarlo anche Tiberto Brandolini e Gregorio d’ Anghiari con i quali capitola dietro un deposito a suo favore a Siena di 3500 ducati. Al termine stabilito abbandona Bologna con i suoi armati ed è scortato fino alla torre dell’Uccellino da 200 cavalli e da 200 fanti. Raggiunge Faenza con 70 fanti ed è qui derubato con i suoi uomini dei bagagli (valore 2000 fiorini); raggiunge Forlì dove riceve qualche sussidio da un ebreo del posto. E’ segnalato a Cesena. |
1453 | |||||
Lug. | Venezia | Milano |
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Veneto e Lombardia |
Combatte agli stipendi dei veneziani contro le truppe del duca Francesco Sforza. Fronteggia gli avversari nel veronese. Si unisce con Jacopo Piccinino per portare soccorsi ai difensori di Ghedi. |
1460 |
Muore. |
CITAZIONI
-Con Giovanni Pollone, Antonio Benzoni, Pietruccio di Calabria, Antonio da Bologna “Praefecti quidem perstrenui.” PORCELLIO
-“Huomo nell’armi molto esperto et al duca et al Piccinino (Niccolò) veramente fedele.” GHIRARDACCI