TARTARO DA PERUGIA

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Castello di Galliera, Bologna
Castello di Galliera, Bologna

Last Updated on 2024/01/15

TARTARO DA PERUGIA (Giovanni da Perugia, Tartaro da Bettona). Di Bettona. Detto il Tartaro.

  • 1460 ca.
Mese, annoStoria. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1440
Lug.MilanoFirenzeToscana

Milita agli ordini di Niccolò Piccinino. E’ inviato a Piombino presso Jacopo d’Appiano a seguito delle minacce di Baldaccio d’Anghiari. Si incontra a Suvereto con il condottiero e tenta inutilmente di distoglierlo dalla sua azione.

1443
Giu.MilanoBologna200 fantiEmilia

Si trova alla guardia del castello di Galliera allorché Bologna si ribella a Francesco Piccinino ad opera di Annibale Bentivoglio. Non vuole cedere la fortezza nonostante le preghiere dello stesso Piccinino caduto nelle mani degli avversari; minaccia anzi di bombardare la città e di introdurre nel castello le truppe di Luigi dal Verme. E’ subito assediato dal Bentivoglio e da Pietro Navarrino che comandano 400 cavalli e 500 fanti. I rivoltosi scavano un profondo fossato, costruiscono un alto argine e collocano due gatti sopra le mura cittadine, ai lati del castello di Galliera, bene sorvegliati da soldati armati di balestre e di schioppetti: inefficaci risultano pertanto le sortite degli  uomini di Tartaro da Perugia. A fine mese Astorre Manfredi tenta di entrare in Bologna per una porta vicina alla fortezza da lui difesa; Tartaro da Perugia approfitta di tale circostanza per espellere dal castello tutte le persone non necessarie per la sua difesa.

Lug.Emilia

I suoi uomini catturano 2 fanti posti alla guardia del barbacane verso Mascarella: sono loro promessi 400 ducati se sono in grado di uccidere Annibale Bentivoglio. Liberati, vengono scoperti dai commissari bolognesi perché cadono in contraddizione tra di loro negli interrogatori che sono condotti in modo separato. I rivoltosi cercano di distruggere i mulini nei pressi; l’iniziativa non porta frutti per cui, da parte degli stessi, è costruita una briccola che getta dentro il castello, oltre che grandi sassi, carogne di animali ed escrementi che riempiono di puzza ogni cosa.

Ago.Emilia e Romagna

Entra in Galliera Battista Canedoli con l’intenzione di persuaderlo a più miti consigli: Tartaro da Perugia promette di arrendersi a patti alla condizione di non ricevere soccorsi entro il termine di quindici giorni. Vengono a trovarlo anche Tiberto Brandolini e Gregorio d’  Anghiari con i quali capitola dietro un deposito a suo favore a Siena di 3500 ducati. Le sue prospettive di difesa sono del resto ridotte al lumicino, con 40 uomini ammalati di peste ed a disposizione del resto del presidio solo pane ed acqua; senza contare la grande puzza ad appestare l’ambiente. Al termine stabilito abbandona Bologna con i suoi armati; è scortato fino alla torre dell’Uccellino da 200 cavalli e da 200 fanti. Raggiunge Faenza con 70 fanti ed è qui derubato con i suoi uomini dei  bagagli (valore 2000 fiorini); raggiunge Forlì dove riceve qualche sussidio da un ebreo del posto. E’  segnalato a Cesena.

1453
Lug.VeneziaMilanoVeneto e Lombardia

Combatte agli stipendi dei veneziani contro le truppe del duca Francesco Sforza. Fronteggia gli avversari nel veronese.  Si unisce con Jacopo Piccinino per portare soccorsi ai difensori di Ghedi.

1460

Muore.

   CITAZIONI

-Con Giovanni Pollone, Antonio Benzoni, Pietruccio di Calabria, Antonio da Bologna “Praefecti quidem perstrenui.” PORCELLIO

-“Huomo nell’armi molto esperto et al duca et al Piccinino (Niccolò) veramente fedele.” GHIRARDACCI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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