TARTAGLIA

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angelo tartaglia

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TARTAGLIA  (Angelo da Lavello, Angelo Broglio, Tartaglia da Lavello) Di Lavello. Detto Tartaglia perché balbuziente.

Secondo alcuni biografi Tartaglia non è un soprannome, ma il suo vero cognome. Secondo la Cronaca Malatestiana scritta dal figlio Gaspare, sarebbe nato nel 1350  come figlio naturale di Raimondo Orsini del Balzo; di seguito sarebbe stato adottato da Andrea da Lavello, signore di tale località. Conte di Toscanella. Signore di Lavello, Tarquinia, Canino, Acquapendente, Tuscania, Montalto di Castro, Marta, Civitella d’Agliano, Sipicciano, Gradoli e Sutri.

1370 ca. – 1421 (ottobre)

angelo-tartaglia

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
……………..Giovanissimo, milita  nelle compagnie di Ceccolo Broglia. Ai suoi ordini apprende i primi rudimenti dell’arte della guerra. Viene adottato da tale condottiero di cui  Tartaglia assume il cognome ed il vessillo. Alla  morte del Broglia gli succede al comando della  compagnia.
1385Milita nelle compagnie di Alberico da Barbiano. Ha l’occasione di conoscere Muzio Attendolo Sforza.
1401Firenze100 lance
1402
Feb.FirenzeMilanoEmilia

Si distingue per le sue ripetute scaramucce. Con Fuzzolino Tedesco e lo Scorpione assale a Massumatico Alberico da Barbiano: i nemici sono messi in fuga e cercano scampo nel castello; il fossato colmo d’acqua impedisce la salvezza a molti.

Giu.Emilia

Ha numerose vittoriose scaramucce con i viscontei. Gli avversari a fine mese attaccano il campo di Casalecchio di Reno. Il  Tartaglia ha l’incarico di sorvegliare  il ponte sul Reno. Abbandona invece la postazione per gettarsi nel combattimento  lasciando in tal modo sguarniti gli accampamenti dal suo lato. La Compagnia della Rosa si trova senza appoggio, è travolta e si dà alla fuga. Fatto prigioniero, lo Sforza gli addebita la colpa della disfatta: sorge tra i due condottieri un odio insanabile che non impedirà loro di militare assieme per qualche anno.

1403FirenzeSienaToscanaE’ condotto ad Arezzo da Niccolò Ridolfi con Cocco Salimbeni e Giovanni da Pavia (240 lance e 50 fanti) per scacciare da Siena il governatore visconteo Giorgio del Carretto.
1404
Mar.FirenzeMilanoVenetoSi trova a Padova.
Apr.Veneto

Affianca i carraresi alla conquista di Verona. Giunge a San Martino Buon Albergo ed entra nel capoluogo dopo avere superato la resistenza di Ugolotto Biancardo.

Mag.Lombardia

Viene inviato con 300 lance in soccorso del signore di Cremona Ugolino Cavalcabò per contrastare i viscontei.

Giu.Emilia

Coadiuva  Pietro dei Rossi ai danni di Ottobono Terzi. E’ battuto da tale condottiero tra Rossena e Rossenella;  gli sono catturati 360 cavalli.

Ago.EmiliaE’ nuovamente sconfitto dal Terzi nei pressi di Felino. Anche in questa occasione sono fatti prigionieri numerosi cavalli della sua compagnia.
……………..Toscana

Negozia con il capitano ducale della rocca di Montalcino Filippo da Pontremoli;  consegna la fortezza ai senesi di stanza a Montalcinello dietro la somma di 5000 fiorini.

1405
…………….SienaComp. venturaToscanaContrasta in maremma la compagnia di Gaspare degli Ubaldini che, sbandatasi, si è data al saccheggio del territorio.
Ago.FirenzePisa135 lanceToscana
1406
Feb.Alla morte del padre diviene signore di Lavello.
Mar.Toscana

I fiorentini si accampano a San Piero a Grado. Nel giorno dell’Ascensione l’Arno in piena rompe un ponte fortificato che unisce due bastie poste sulle rive.

Giu. sett.Toscana

I pisani muovono all’attacco della bastia rimasta isolata sulla loro sponda: il Tartaglia  si getta a cavallo nel fiume subito dietro lo Sforza anche per mettere in salvo il bestiame che vi ha lasciato nei giorni precedenti; le truppe seguono i due condottieri.  I pisani si ritirano. Insegue gli avversari in fuga e fa molti prigionieri. Continua sempre il suo  dissidio con lo Sforza,   accusato dal Tartaglia di un tentativo di avvelenamento ai suoi danni.  Interviene il commissario Gino Capponi, amico di entrambi, a sedare gli animi. Il  Tartaglia prosegue le operazioni di assedio da Colognole mentre lo Sforza si colloca a Vicopisano da dove inizia ad impedire il vettovagliamento ai difensori.

Ott.Siena150 lanceToscana

Le schermaglie tra i due condottieri continuano anche con la conquista di Pisa allorché i fiorentini consegnano 50000 fiorini a Giovanni Gambacorta per ottenere la signoria della città. Il   Tartaglia spinge per entrare nella città per la Porta di San Marco,  il rivale propende per la Porta dei Prati. Decide il Gambacorta aprendo ai fiorentini la Porta di San Marco.

Nov.FirenzeToscanaMilita agli stipendi dei fiorentini per soli cinque giorni. Ad ogni lancia della sua compagnia sono riconosciuti 13 fiorini mentre la sua provvigione personale ascende a 150 fiorini. E’ segnalato a Pisa.
1407
Siena150 lance e 100 fantiToscanaA causa dei suoi continui screzi con lo Sforza preferisce passare agli stipendi dei senesi con una condotta di 150 lance e di 100 provvigionati. La durata della condotta è stabilita in un anno. Ha l’incarico di proteggere il papa Gregorio XII, partito da Roma alla volta di Savona dove avrebbe dovuto incontrarsi con l’antipapa Benedetto XIII. Il pontefice, che proviene da Poggibonsi, giunge a Siena ai primi di settembre;   rimarrà in tale città fino ai primi giorni del gennaio dell’anno seguente allorché riparte alla volta di Lucca per incontrarsi con il suo antagonista al soglio papale.
1408
……………..Comp. venturaSalimbeniToscanaAlla scadenza del contratto lascia Siena per puntare su Roma. Durante la marcia di trasferimento mette a sacco, lungo la via Cassia, alcune terre di Cocco Salimbeni poste tra Cotignano e Radicofani.
Apr.NapoliAntipapaLazioAgli stipendi del re di Napoli Ladislao d’Angiò. Prende parte alla conquista di Roma.
Lug.Toscana

Nel periodo si impossessa di Toscanella (Tuscania) a spese di Paolo Orsini; vi si insedia con le sue masnade e sparge il terrore su tutte le terre vicine.

1409
Gen.NapoliFirenze Siena AntipapaUmbriaNel perugino. E’ qui raggiunto da alcuni ambasciatori che gli sono inviati da Perugia.
Apr.Toscana

Ai primi del mese si muove con Paolo Orsini (ora al servizio del re di Napoli);  si dirige alla volta di Valli e di Siena giungendo sino alle porte della località. I due condottieri sono costretti ad abbandonare le operazioni a seguito di alcune scaramucce.

Giu.Marche

Si trasferisce nella marca d’Ancona con Martino da Faenza e Ceccolino dei Michelotti alla testa di 3000 cavalli. Contrasta Ludovico Migliorati a Servigliano, occupa Smerillo consegnata a Rodolfo da Varano; assedia la rocca di Monte Urano.

Lug.Marche

A Fiastra è affrontato da Ludovico Migliorati che conduce 500 cavalli. Lo scontro avviene a Lauro/Monte San Giacomo; le truppe napoletane hanno la peggio con l’uccisione di 3 caporali e di 100 cavalli, contro i venti degli avversari. Il Tartaglia finge di lasciare le Marche per  collocarsi nel territorio di Montecosaro in località Fontanelle.

……………..Città di CastelloNapoli300 cavalliUmbriaAgli stipendi di Città di Castello con i castellani Miglioruccio di Baccio e  Bartolomeo da Castello.
1410
Lug.Napoli PerugiaFirenze  Siena AntipapaUmbriaE’ chiamato alla difesa di Perugia il Michelotti. La rivalità tra i due capitani fa sì che nella città entrino anche Pieretto de Andreis ed Angelo da Sutri.
Sett.Toscana

Con Ceccolino dei Michelotti depreda nel senese il territorio di Arcidosso. E’ affrontato da Angelo della Pergola.

Ott. nov.Umbria

Difende Todi dagli attacchi dello Sforza; si collega  con Ceccolino dei Michelotti e Conte da Carrara per respingere le minacce portate da Braccio di Montone. Preposto alla guardia di Marsciano, cattura nei pressi Giacomo degli Arcipreti. A novembre respinge un assalto notturno portato alla Porta di San Pietro di Perugia da Braccio di Montone, da Muzio Attendolo  Sforza e da Paolo Orsini con 3000 fanti e 2000 cavalli. Il  Tartaglia esce con la cavalleria dalla città e mette in fuga gli avversari con l’aiuto degli abitanti.  Per il valore dimostrato in tutte queste azioni i perugini gli concedono la loro cittadinanza, una provvigione annua di 300 ducati, nonché case ed immobili appartenenti ai della Cornia che si sono uniti con i fuoriusciti.

1411
Gen.Toscana

Entra in Radicofani con Ceccolino dei Michelotti e mette a sacco la località; scorre a Corsignano (Pienza), Monticchiello e San Quirico d’Orcia facendo prigionieri e razziando bestiame. Ottiene la località   in comproprietà con Vanni Piccolomini. Alla guardia della località si ferma Nanni di Spinello.

Mar.UmbriaGli sono consegnati dai perugini 300 fiorini per impedire che Collelungo cada in potere degli avversari.
Mag.Toscana  Lazio ed Umbria

Vende la sua parte di Radicofani ai senesi per 8000 ducati. Nello stesso mese è assediato con il prefetto Giacomo di Vico in Civitavecchia da Braccio di  Montone: giungono da Napoli 7 galee e 2 uscieri carichi uno di destrieri di razza frisone (in quanto il Tartaglia è rimasto privo di cavalcature rimaste uccise nelle precedenti scaramucce) e l’altro di vettovaglie; esce dalla città, si congiunge con Ceccolino dei Michelotti.  Contrasta ancora il Montone in Umbria. Lascia Perugia con molti popolani al fine di impadronirsi di Torgiano;  è sbaragliato dal Montone, dallo  Sforza e dall’ Orsini. Gli sono  catturati 600 cavalli. Molti perugini sono fatti prigionieri e sono costretti a pagare un riscatto per ottenere la libertà.

Giu.Lazio

Con la firma della pace di San Felice si reca a Roma. Con Braccio di Montone, Muzio Attendolo Sforza e Giovanni Colonna  prende parte ad una grande festa organizzata da PaoloOrsini fuori Porta San Paolo, alla Navicella.

Ott.UmbriaGli è rinnovata la condotta dai perugini.
1412
Giu.LazioA fine mese l’esercito napoletano entra nel Patrimonio con 5000 cavalli agli ordini del luogotenente regio Giacomo dei Galgani di Aversa. Ne fanno parte oltre al Tartaglia, altri condottieri come il Malacarne, il Michelotti e Fabrizio da Baschi detto il Ciarfaglia. Si presenta davanti a Viterbo: i cittadini gli si arrendono   senza alcuna condizione. Da tale località le truppe angioine si spargono per il Patrimonio;  in breve tempo, occupano senza trovare alcun contrasto anche Montefiascone, Tuscania,  Bagnorea (Bagnoregio), Acquapendente, Proceno e Corneto (Tarquinia). Assale Orvieto.
Lug.UmbriaAnche Orvieto cede al Tartaglia alla condizione di non ricevere in soccorso 1000 cavalli entro il termine di quindici giorni.
Nov.La provvigione annua che gli viene riconosciuta dai senesi ascende a 300 fiorini e gli è pagata con i proventi derivanti dalla “gabella dei cenci”.
1413
Mag.Capitano generaleLazio ed Umbria

Si presenta davanti alle porte di Viterbo con 500 cavalli e molti fanti; si sposta poi  con 1000 lance nell’orvietano; saccheggia Castel Rubello, espugna Porano, Lubriano, Torricella e Castelluzzo; dà alle fiamme Sugano; sono incendiati i borghi di San Quirico, di Santa Croce, di San Donato e di Casa dei Preti.

Giu.Lazio

Alle foci del Tevere con Ladislao d’Angiò. Entra in Roma dopo sette giorni di scontri. All’alba rompe le mura vicino a Santa Croce, tra la Porta Maggiore e l’Asinaria;  vince la resistenza frapposta da Giovanni Colonna, da Cristoforo Gaetani e da Francesco Orsini. Rimane incerto tutta la mattinata nei pressi del Laterano perché nessuno si muove per affrontarlo; l’antipapa Giovanni XXIII balza a cavallo, abbandona il palazzo Orsini e fugge da Roma con la sua corte prima verso Sutri e poi verso Viterbo. La città è messa a sacco. In Roma entra il re di Napoli Ladislao d’Angiò che si sistema in Laterano. I  cavalli del Tartaglia inseguono i fuggiaschi sulla via Cassia per nove miglia; alcuni prelati muoiono durante la marcia per la stanchezza;  gli stessi venturieri che dovrebbero proteggere la vita dell’antipapa derubano i membri della curia. Il re di Napoli nomina Giulio Cesare da Capua governatore di Roma mentre a Pieretto de Andreis è affidato il comando della zona di Trastevere.

Lug.Capitano g.leLazio

Il Tartaglia è segnalato a Sutri;  ha un colloquio con i rappresentanti del popolo e con il cardinale di Sant’Angelo. Già eletto capitano generale per la conduzione delle operazioni, ottiene da Ladislao d’Angiò anche la carica di   governatore delle terre di Tuscania, Sutri e Acquapendente. Si stabilisce a Tuscania. Alla corte napoletana ricopre la carica di “primo confidente del re”.

Ago.LazioA Roma. Tratta una tregua con gli avversari allorché nella città entrano numerose milizie dell’antipapa.
AutunnoLazio ed Umbria

Si trasferisce nel Patrimonio con Muzio Attendolo Sforza (che ora milita al servizio del re di Napoli), il Malacarne e Buzino da Siena; con 600 lance e 500 fanti scorrazza nelle campagne facendo prigionieri e compiendo ruberie ai danni degli orvietani. Si incontra  a Città della Pieve con il Michelotti allo scopo di intensificare le distruzioni nell’orvietano.

Dic.Le sue milizie si impadroniscono di alcune località ancora fedeli all’autorità dell’antipapa.
1414
Apr.UmbriaStringe d’assedio Orvieto.
Giu.Umbria

Si collega con Conte da Carrara e Ceccolino dei Michelotti e si colloca sui confini dello spoletino; infesta il contado di Trevi e di Spoleto verso Azzano e Beroide, giunge sino a Bazzano, Eggi e Santi Apostoli.

Lug.NapoliSpoletoUmbria e Lazio

Si accampa a Busano ed al ponte Bari; da qui ritorna verso Spoleto sino al Tessino davanti alla Porta di San Gregorio. Assedia la località con il Michelotti e Conte da Carrara;  da Coldiluce bombarda la città; rompe in due punti la condotta delle acque.  Rodolfo da Varano, che ne è alla difesa, si arrende in breve tempo. Negli stessi giorni il  Tartaglia è compreso come collegato di Ladislao d’Angiò nella pace stipulata tra il re di Napoli ed i fiorentini.

Ago.PerugiaNapoliUmbriaAlla morte del sovrano di Napoli ritorna agli stipendi di Perugia. Combatte le truppe napoletane a favore dell’antipapa Giovanni XXIII.
Sett.Toscana e Lazio

I senesi per ingraziarselo gli regalano un prezioso elmetto coperto di velluto, decorato con un leone in rilievo e rose bianche d’oro e d’argento sui fianchi,   opera dell’ orafo Giovanni di Turino. Il dono è accompagnato da  una cavalcatura, il tutto per un valore di 600 fiorini. Nello stesso mese  Giovanni XXIII lo nomina vicario generale di Tuscania e della regione circostante; gli è affidato l’incarico di assoggettare per conto dell’antipapa Viterbo e Tarquinia. Si intitola “specialis commissarius pro S. Romana Ecclesia rector patrimonii”.

Ott.LazioAccoglie in Tuscania il cardinale di Sant’ Eustachio Giacomo Isolani. Conquista Tarquinia, mette a sacco la località e ne fa prigionieri un grande numero di cittadini.
Nov. LazioGli abitanti di Viterbo per ingraziarselo gli inviano un dono del valore di 100 fiorini.
Dic.LazioSempre dalla comunità di Viterbo gli è concesso un prestito di 500 ducati.
1415
Gen.Comp. venturaChiesaLazioOccupa nel viterbese i castelli di Sipicciano e di Celleno: il cardinale legato Giacomo Isolani gli ordina di restituire Viterbo allo stato della Chiesa.
Mar.I viterbesi su sua sollecitazione lo raccomandano con grandi lodi ai padri del concilio di Costanza affinché possa ottenere una condotta dalla Santa Sede.
Mag.Comp. venturaUmbriaGiovanni XXIII è deposto dal concilio di Costanza; Gregorio XII, a Rimini, fa atto di rinuncia al papato tramite Carlo Malatesta; solo Benedetto XIII, a Valenza, non accetta la  deposizione decretata dai padri conciliari. Tartaglia approfitta di questa situazione caotica per assalire e depredare in Umbria il castello di Foce nei pressi di Amelia. Il nipote Cristoforo da Lavello è da lui preposto al governo delle città che fanno parte della sua signoria.
……………..SienaPitiglianoUmbria

Milita al soldo dei senesi timorosi di un’azione da parte di Bertoldo Orsini. Al termine delle breve ferma  chiede una prestanza di 1170 ducati di cui una parte è rappresentata da un suo credito verso Giannetto d’Acquasparta (900 ducati): i Dieci lo vogliono obbligare al patto di non combattere per i prossimi due anni a fianco degli avversari del comune. Si rifiuta di rispettare la condizione, insiste ed ottiene lo stesso il denaro.

Lug.Comp. venturaChiesaLazio

Su sollecitazione dei romani, che si sono  ribellati allo stato della Chiesa, decide di occupare Roma ai danni del cardinale Isolani, governatore della città per conto del concilio di Costanza. Entra nel portico di San Pietro con 300 cavalli e ne scaccia Arrigo della Tacca.

Ago.LazioA Tuscania. Vi fa decapitare il Farina ed il Beccarino, da lui sospettati di volerlo uccidere su istigazione di Muzio Attendolo Sforza.
Sett.ChiesaNapoliLazioCombatte le truppe della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. Come compenso della condotta gli sono conferiti dallo stato della Chiesa il vicariato di Tuscania, di Canino, di Civitella d’Agliano e di Sipicciano dietro il censo di un falcone. E’ nominato conte ed ha i poteri di capitano e rettore del Patrimonio.
1416
Apr.600 cavalliToscana  Lazio ed Umbria

Si rifornisce a Siena di quanto è necessario per mettere in ordine le sue compagnie (scudi, balestre, coperte per le cavalcature). Raggiunge Frascati. E’ contattato da Braccio di Montone che lo convince ad appoggiarlo nella guerra contro Perugia; in cambio gli è assicurato il possesso dei beni dello  Sforza.

Mag.MontonePerugiaUmbria

Si congiunge con Braccio di Montone a Ponte San Giovanni; conquista Cerqueto, Papiano, Morcella e Marsciano; dopo un vano tentativo di impadronirsi di Perugia con un assalto condotto alla Porta di Fontenuovo, attacca il castello di Corciano: ne è respinto ed è ferito ad una coscia da un verrettone.

Lug.800 cavalliUmbria

Partecipa alla battaglia di Sant’Egidio dove con 800 cavalli ha il comando dell’avanguardia: nello scontro cattura Carlo Malatesta e Ceccolino dei Michelotti; molti soldati del secondo condottiero sono da lui fatti gettare nel Tevere. Il  Tartaglia consegna prigionieri e prede al Montone che lo ricompensa con la somma di 10000 ducati.

Ago.Umbria

Con Ludovico Colonna uccide a tradimento a Colfiorito l’Orsini che ha fronteggiato il Montone per conto dei perugini: si presenta  dal rivale come latore di una proposta e lo ammazza mentre insieme stanno  discutendo alcuni dettagli in una passeggiata attorno alle mura del castello. Le truppe di Paolo Orsini cercano  di catturarlo; il  Tartaglia è salvato dalle milizie braccesche che sgominano gli avversari. Nell’occasione riesce a catturare Niccolò Orsini, figlio di Bertoldo, e lo fa rinchiudere nel carcere di Orte. Riceve 1500 fiorini dagli abitanti di Spoleto affinché non ne molesti il territorio;  si incammina nell’alto Lazio per impadronirsi di alcune terre  già controllate da Paolo Orsini. Accetta l’incarico che gli è  offerto dai senesi per contrastare il conte di Pitigliano Bertoldo Orsini. Chiede ai priori della Signoria un mutuo di 3000/4000 fiorini; gliene sono concessi 2000. Consiglia i senesi di iniziare subito le operazioni preliminari di guerra perché di lì a poco anch’egli si sarebbe mosso contro Pitigliano e Sorano.

Sett.ChiesaOrsiniLazio Toscana

Invia 100 cavalli in soccorso dei senesi. Non può invece intervenire di persona a loro favore  perché a Sutri viene contattato dal cardinale Stefaneschi, da Renzo Staglia, da   Nardo Venedettini e da Giovanni Cenci.  Si accorda con il popolo romano: gli sono ceduti i due maggiori cespiti di entrata della città, quello del sale e del focatico e la quarta parte della tassa del bestiame. Assume il titolo di rettore del Patrimonio e si obbliga a difendere Roma e lo stato  della Chiesa;  si impegna anche a recuperare alla Santa Sede Bracciano, Campagnano di Roma ed altre terre occupate dal figlio di Paolo Orsini e da altri baroni.

Ott. nov.SienaPitiglianoLazio

Ritorna a Tuscania. Poiché le operazioni di assedio di Pitigliano e di Sorano vanno a rilento viene avvicinato dagli ambasciatori senesi Nicolaccio di Terocco e Cristoforo di Andrea  che reclamano il suo soccorso per  prendere parte attiva alla guerra contro Bertoldo Orsini.  La stipula del contratto  (novembre) prevede a suo favore la consegna di 5200 fiorini da versarsi in tre rate: 500 subito da riscuotere a Viterbo, 500 a Siena per metà dicembre, i restanti 4200 entro un mese dalla fine del conflitto. Gli sono promessi il rifornimento delle vettovaglie per le truppe a sua disposizione, nonché materiali militari quali barili di polvere da bombarda, tre casse di verrettoni, altre di rotelle, armi varie e due spingarde. Negli stessi giorni suoi uomini, agli ordini di Grasso da San Lupidio, si impossessano a Capalbio di 200 maiali che sono condotti prima a Montalto di Castro e poi venduti ai suoi avversari a Pitigliano. I senesi gli impongono di recuperare i 200 suini.

Dic.ToscanaI senesi cercano ora di ammansirlo per cui gli promettono un dono di 1400 fiorini per la prossima Pasqua da incassare sempre in tre rate (500 a Viterbo, 500 a Siena e 400 direttamente al suo cancelliere Giacomo da Orvieto). Gli è anche chiesto di trasferire Grasso da San Lupidio da Montalto di Castro in altra località.
1417
Gen.Manca ancora il suo intervento nella guerra contro Bertoldo Orsini. I senesi tornano alla carica con nuove sollecitazioni; gli è fatto notare che Grasso da San Lupidio, dopo un mese di assenza, è ritornato a Montalto di Castro.
Feb.Altre richieste di aiuto gli giungono a febbraio anche da parte di Ranuccio Farnese che ha il comando delle truppe della repubblica. A tale data i maiali non sono ancora stati restituiti.  Il Tartaglia chiede che alcune famiglie possano lasciare Pitigliano con un salvacondotto: la sua richiesta è rigettata.
Mar.SienaPitiglianoToscanaI cardinali del concilio di Costanza premono perché si ponga termine al conflitto in essere. Anche il  Tartaglia, come rettore del Patrimonio, è invitato dal collegio dei cardinali ad abbandonare la causa dei senesi; d’altro canto i senesi premono ancor più per la sua entrata in campo. Finalmente il condottiero rompe gli indugi e si accampa sotto le mura di Sorano dietro la consegna di 1500 fiorini, in parte regalati, in parte sotto forma di mutuo.
Apr.Dona a Carlo Malatesta una cavalcatura dal pelame bianco in occasione della liberazione dalla prigionia del signore di Rimini.
Mag.ToscanaFa pressioni sui senesi affinché sia fatta giustizia alla nipote Giacomina, moglie di Cristoforo da Lavello, che deve riscuotere del denaro da alcuni abitanti di Santa Fiora. E’ accontentato in larga parte.
Lug.PerugiaChiesa Napoli400 lanceLazio

Abbandona la Toscana per raggiungere a  Roma Braccio di Montone;  si acquartiera nel borgo di San Pietro con 300 cavalli e molti fanti.

Ago.Lazio

All’arrivo di Muzio Attendolo Sforza si colloca con i suoi uomini d’arme nella piazza di San Giovanni in Laterano: gli avversari sono costretti agli inizi a ripiegare per la via Ostiense. Ciò non impedisce loro di effettuare un ampio giro, di calare su Roma da Monte Mario e di impadronirsi della città. Il  Tartaglia lascia Roma con il Montone e Berardo da Varano per la Porta Viridaria; attraversa il Ponte Milvio ed il Ponte Salario e rientra a Tuscania. A fine mese è siglato a Sorano un trattato di pace tra i senesi e Guido Orsini. Chiede il rinnovo della condotta ai senesi: gli è risposto che al momento non vi è bisogno dei suoi servizi.

Sett.LazioCon il cardinale Stefaneschi, Battista ed Antonio Savelli, Giacomo Colonna e Riccardo della Molara offre  all’antipapa Benedetto XIII la consegna di Civitavecchia e di Roma in cambio del deposito su un banco di Firenze della somma di 60000 fiorini. Ambasciatore di tale missione  è il suo segretario Giovanni Vitelleschi, il futuro patriarca. Fallito tale obiettivo, il Tartaglia ritorna a Tuscania. Da qui sguinzaglia, al solito, le sue bande ai danni delle terre vicine senza distinguere tra amici e nemici.
Ott.Lazio

Lo Sforza fa correre alcuni cavalli leggeri sotto le mura di Tuscania mentre il resto dell’ esercito (400 cavalli) si pone in agguato nelle vicinanze. Ingannato dalle apparenze il  Tartaglia esce dalla città, cade parzialmente nell’ imboscata ed è sconfitto dopo un combattimento della durata di tre ore. Ferito, riesce a salvarsi entro le mura della località dopo avere fatto abbassare in fretta la saracinesca. Un terzo delle sue truppe è fatto prigioniero con il fratello Donato da Lavello. A fine mese si congiunge con il Montone a Montefiascone (2000 cavalli e 1000 fanti).

Nov.Lazio

Roma si solleva ai danni dello Sforza per richiamare nella città sia Braccio di Montone che il  Tartaglia. Intervengono il conte di Tagliacozzo (Gian Antonio Orsini) e Francesco Orsini a sedare  gli animi. E’ stipulata a Montefiascone tra i contendenti una tregua di sei mesi.

1418
Gen.ToscanaTre ambasciatori di Siena  consegnano al Tartaglia un dono particolare.
……………..PerugiaToscanaAffronta Micheletto Attendolo.
……………..SienaToscana

Nel corso dell’anno i senesi consegnano al Tartaglia altri 6000 fiorini. In pochi anni, stando nel Patrimonio, il condottiero riceve nel complesso dal comune di Siena 30000 fiorini.

……………..Il nuovo papa Martino V, eletto dal concilio di Costanza, non gli rinnova l’incarico di rettore del Patrimonio.
1419
Gen.UmbriaSposa la nobile orvietana Agnese Monaldeschi della Cervara (dote di 3000 fiorini, dono di nozze del comune di Orvieto, trenta ducati).
Feb.SienaSalimbeniToscanaInvia in soccorso dei senesi 100 cavalli allo scopo di assediare in Tentennano dove si è rinchiuso in una torre dl castello. Cocco Salimbeni.
Giu.PerugiaChiesa NapoliLazio

Muove verso il lago di Bolsena incalzato dallo Sforza. Intercetta con il Montone, a Moiano, 500 fanti inviati in soccorso agli avversari dal Gatto (Giovanni Gatti);  giunge a Castel Cardinale presso Tuscania. Gli avversari si ritirano da Montefiascone verso Viterbo. La fuga avviene in disordine perché tra gli sforzeschi escono senza preavviso Niccolò Orsini e Petrino da Siena; il Montone approfitta di tale circostanza e batte lo  Sforza. Il  Tartaglia assedia Viterbo;  è sconfitto nelle vicinanze da Francesco Sforza e da Micheletto Attendolo che gli catturano 562 cavalli tra i quali si trova anche  Niccolò Piccinino. A Tuscania.

Ago.Lazio

Assale ancora Viterbo;  si accampa  tra le mura e Bagnaia: con gli abitanti di Montefiascone, di Tuscania e di Tarquinia fa tagliare i vigneti che circondano la città. Con l’arrivo a Canepina dello Sforza si allontana.

Sett.ChiesaPerugiaGonfaloniere dello stato della Chiesa    300 lanceLazio Toscana e Umbria

Corrotto dal papa Martino V si riavvicina allo Sforza;   si reca con costui a Firenze,  si incontra con il pontefice e nella chiesa di Santa Maria Novella stipula per un anno la condotta di 300 lance; gli è assegnato uno stipendio di 39000 fiorini; gli sono confermati i vicariati di Tuscania, Canino, Sipicciano e Cencelle già ottenuti dall’antipapa Giovanni XXIII, e gli sono promessi quelli di Montalto di Castro, Abbazia a Ponte, Marta, Castel Araldo, Musignano, Pianzano, Grona e Castel Cardinale. E’  eletto gonfaloniere dello stato della Chiesa. Da parte sua deve restituire alla Chiesa Sutri e Tarquinia.    Si collega con lo Sforza per prestare soccorso ai difensori della la rocca di Spoleto  che si sono ribellati al Montone; si avvia verso Narni e conquista Capitone.  Nello stesso mese si lega in parentela con lo Sforza mediante il matrimonio di una figlia con Giovanni Sforza.

Ott.Umbria e Lazio

Sconfigge a San Gemini  il Gattamelata e Brandolino Brandolini. Assale Orvieto. Toglie l’acqua alla località asportando le condutture in piombo del locale acquedotto. Cattura un cittadino di Orvieto che per avere salva la vita si presta ad organizzare un trattato per fargli avere la città. Malatesta Baglioni si accorge del complotto e ne avvisa il  Montone. Il condottiero perugino, noncurante dello Sforza, esce da Spoleto con 800 cavalli e costringe il traditore a fare un triplice gioco, vale a dire invitare con urgenza il  Tartaglia a farsi avanti. Quest’ultimo esce  da Montefiascone con 300 cavalli e 300 fanti, invia i suoi uomini sotto le mura ed aspetta con prudenza, da lontano, che gli sia aperta la porta come da accordi. I pontifici cadono in un’imboscata e sono sbaragliati; il Tartaglia riesce a fuggire a Sovana dove è assediato per tre giorni dal Montone.

Dic.Umbria e LazioAd Amelia con lo Sforza. Da qui rientra a Tuscania.
1420
……………..UmbriaInvade il territorio di Todi ove si impadronisce di molti castelli. Ripiega con il sopraggiungere dei bracceschi.
Lug.ChiesaComp. venturaLazioAssale Soriano nel Cimino, alla cui difesa si trova Giannetto di Magnamonte al comando delle ultima bande bretoni operanti in Italia. Il venturiere si arrende a patti dietro la consegna di 9000 fiorini da versarsi su un banco di Firenze.
Sett.Dall’ottobre 1419 al settembre di quest’anno gli sono consegnati dalla Camera Apostolica 27150 fiorini.
1421
Mag.Da ottobre 1420 a maggio gli sono forniti dai pontifici altri 19863 fiorini.
Ago. sett.ChiesaNapoli Re d’AragonaCampania

E’ inviato in soccorso di Luigi d’Angiò con 800 cavalli ed alcuni fanti contro la regina Giovanna d’Angiò ed Alfonso d’Aragona. Si dirige ad Aversa dove si è fortificato lo Sforza; cavalca a Castellamare di Stabia con 12000 uomini tra fanti e cavalli per liberare la rocca dall’assedio dei nemici.  I due schieramenti si fronteggiano per diciotto giorni sul Sarno con piccole scaramucce nelle quali il Montone usa un metodo amichevole nei confronti dei soldati del Tartaglia che vengono catturati (rimandati liberi con le armi e le cavalcature) ed uno vessatorio nei riguardi di quelli dello Sforza (invio alle galee come rematori). Sempre a settembre il papa lo eleva al rango di conte ereditario e lo investe di Tuscania.

Ott.Campania

Si dirige con lo Sforza nel territorio di Sessa Aurunca;  da qui ritorna ad Aversa dove contatta il Montone tramite il genero Luigi Monaldeschi della Cervara. E’ accusato presso il papa di tradimento dallo  Sforza e dal suocero Luca Monaldeschi della Cervara, nonché di avere avuto rapporti con il re d’Aragona e Braccio di Montone. Per ordine del papa è catturato  di notte in Aversa mentre sta dormendo. E’ processato  e torturato; in seguito alla sua confessione è decapitato nel mercato vecchio.   Secondo altre fonti è fatto giustiziare da Martino V per i suoi ladrocini e le sue razzie. E’ sepolto ad Aversa nella chiesa di Sant’ Andrea. Parte delle sue milizie si unisce con gli avversari.  In Tuscania fa costruire un palazzo fortificato, chiamato “Lavello” e la “torre della vela”. La sua corte è frequentata dall’ umanista Simone Serdini, detto il Saviozzo. A Tuscania è ricordata la  morte del Tartaglia con un corteo storico denominato “processo e decapitazione del capitano di ventura Angelo da Lavello.” Sposa in prime nozze Anna Oditea Orsini del Balzo ed in seconde Agnese Monaldeschi della Cervara. Suo stemma araldico è il leone che compare nelle insegne poste ai lati della Torre di Lavello a Tuscania.

CITAZIONI

-“Capitano mediocre e di nessuna fede..altro forte uomo d’arme” CUTOLO

-“Rinomato Condottier d’armi.” MURATORI

-“Huomo nella guerra veloroso, e honorato..Huomo che valeva assai col discorso, e giudicio, ma molto più con le mani.” CAMPANO

-“Huomo volubile.” CORIO

-“Gran Capitano de suoi tempi.” SANSOVINO

-“Di molto degno nome.” ROSCIO

-“Valente e notabele homo d’arme.” P. DI MATTIOLO

-“Famoso condottier d’armi.” LITTA

-“Anch’ei celebre Condottiere.” PIGNOTTI

-“Ciò che emerge (dalla sua biografia) è..la grande ambizione di un capitano di ventura, che si è saputo costruire un ruolo importante, divenendo rettore di alcune terre del Patrimonio della Chiesa.” CHIATTI

-“Inter militares duces ea tempestate celebris.” FACIO

-“Celebre condottieri d’armi, resosi famoso nella fine del secolo XIV e nel principio del XV secolo..Valoroso soldato e generale mediocre era più idoneo ad effettuare i progetti altrui che a formarne.” BOSI

-“Insignis illius temporis Dux.” F. ADAMI

-Con Mostarda da Forlì, Brandolino Brandolini, Paolo Orsini e Tommasino Crivelli “Nell’armi riescirono maestri espertissimi.” P. BONOLI

-Con Martino Polsort, Tommasino Crivelli, Fuzzolino Tedesco, Lancillotto Beccaria, Muzio Attendolo Sforza “Tutti capitani provatissimi e già in fama per coraggio e per valentia.” POGGIALI

-“Capitan valente.” CIMINELLO

-“Gran Capitano de suoi tempi.” M. MONALDESCHI

“Esperto condottiero d’infanteria e cavalleria.” TALLEONI

-“Un grande caporale..gran capitanio.” ZAMPOLINI

-“Famoso condottiero.” SANSI

-Con Muzio Attendolo Sforza e Micheletto Attendolo “Bravissimi ufiziali.” MAGRI

-“Muy famoso capitan.” ZURITA

“Altro celebre capitano.” AMIANI

-“Uno dei più valorosi condottieri del suo tempo.” GOZZADINI

-“Animoso e gagliardo.” MINUTI

-“Feroce capitano…/ L’altro fu quel valente paladino/ Tartaglia del Lavello, che sempre vinse,/ cavaliero valoroso ciesarino,/ Costui di tanto honor, fama si cinse,/ che non si fosse stata la lancia di Giuda/ storia di lui più degnia mai se pinse/…/ Questo franco signior tanto honorato,/ nato di dignia prole et sangue degnio,/ passato sì el seguio/ chi merita honore excielso et glorioso,/ da tucti li altri di pregio aprovato/ signior d’ogni virtù più copioso,/ eterno e glorioso,/ che si pò darli in arme il più felice stato,/ questi innanzi agli altri è honorato/…/ Seguì l’arte militare, in modo che al suo tempo per capitano trovò pochi che di gagliardia se li confacesse, per tucti li modi espettanti nel mestiere de l’arme, e per sua magna vertù fece cose meravigliose de laude e d’aquisto di signorie delle cittade, undici di vicariato; molti grandi honori ave e vittorie, con lialtà sempre.” BROGLIO

-“Uomo baldanzoso, mutevole, audace, buon soldato sotto eccellente capitano.” TARTAGLIA

-In uno scontro sotto il castello di Corciano “Il campo era d’intorno tutto unito/ A voler dentro entrar, onde il Tartaglia/ Nel fosso fu d’un verretton ferito.” SPIRITO

-“Di molto degno nome appo nemici.” CAPRIOLO

-“E’ uno dei più noti venturieri che vissero tra il secolo XIV e il secolo XV.” ARGEGNI

BIOGRAFIE SPECIFICHE

-P. Chiatti. La biografia del condottiero Angelo Tartaglia (ca.1370-1421)

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