Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
TADDEO D’ESTE Di Este. Marchese. Genero di Filippo Arcelli.
1385 ca. – 1448 (giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1403 | |||||
Feb. | Veneto | A Padova per i festeggiamenti legati al matrimonio di Giacomo da Carrara con Belfiore da Varano: partecipa pure ad un torneo al cui termine gli viene aggiudicato il premio per il miglior combattente della parte verde, mentre al marchese di Ferrara Niccolò d’Este è assegnato quello relativo alla parte azzurra. | |||
1413 | |||||
Apr. | Venezia | Croazia | Ha l’incarico di capitano di Zara. Accoglie nella città Niccolò d’Este diretto in pellegrinaggio in Terrasanta. | ||
1414/1416 | Venezia Venezia | Impero Lizzana | 20 lance | Croazia Veneto Trentino | A Zara. Ha il comando della cavalleria veneziana al fine di contrastare in Dalmazia gli ungheri dell’ imperatore Sigismondo (giugno). Nel marzo 1415 chiede l’autorizzazione di rimanere ad Este per potere meglio seguire l’andamento di certi affari di famiglia, compromessi dalla recente morte del padre Azzo, del ramo cadetto dei marchesi di Ferrara. Gli è concessa. nel 1416 è impegnato nelle operazioni militari che portano i veneziani alla conquista di Rovereto a spese di Aldrighetto di Lizzana. |
1417 | |||||
Gen. mar. | 50 lance | Veneto | I padovani vogliono costringere Taddeo d’Este a contribuire alle spese di 100 lance e di 100 fanti. Interviene il doge, su sollecitazione del comune di Este, che intima ai rettori di Padova di desistere da tali pretese. A marzo, dopo avere servito a Verona, viene richiamato a Venezia; gli è aumentata la condotta a 50 lance di fronte alla sua richiesta di essere dispensato dal servizio a causa dei debiti che richiedono una più attiva presenza nelle sue terre. E’ rinviato sul confine orientale. | ||
1418 | Venezia | Impero | 70 lance | Friuli | Combatte agli ordini di Filippo Arcelli le truppe di Sigismondo d’Ungheria. La condotta gli è portata a 70 lance (metà settembre). Con la sua compagnia staziona a Brugnera alla difesa dei confini. |
1419 | |||||
Ago. | Friuli | E’ nominato governatore di Sacile, conquistata da Filippo Arcelli. Soccorre Aviano con 300 cavalli e 40 fanti; sorprende nelle vicinanze Nicolusio di Prata, Antonio di Sacile e Federico di Porcia reduci da una scorreria: degli avversari sono uccisi 400 uomini. | |||
Ott. | Veneto | Al campo di Portobuffolé. | |||
Nov. dic. | 100 lance | Friuli | Si sposta a Cividale del Friuli per difendere con Tristano Savorgnano la località investita dal patriarca di Aquileja Ludovico di Teck e dai capitani ungheri come il bano di Schiavonia Dionigi di Machali (Dionigi Machal). In una sortita fa prigioniero il conte Enrico di Gorizia, che è condotto a Ferrara; costui sarà liberato dopo alcuni mesi solo dietro il pagamento di una grossa taglia. L’assedio si scioglie a metà dicembre. | ||
1420 | |||||
Gen. ott. | Friuli V.Giulia | Combatte sempre gli imperiali in Friuli ed in Venezia Giulia. Nel proseguo della campagna perviene in suo potere il castello di Gorizia, che gli avversari abbandonano, e quello di Duino che appartiene ai Walsee. La guerra si conclude a giugno. A settembre sposa Maddalena Arcelli, figlia di Filippo. Ad ottobre è nuovamente segnalato in Friuli. | |||
1421 | |||||
Gen. mar. | Friuli V.Giulia | A fine gennaio è sollecitato a recarsi ad Udine e da lì muoversi alla volta dell’Istria. E’ nominato governatore generale al posto del convalescente Arcelli in cura a Padova. Si trova a Muggia. | |||
Mag. | Friuli | Persuade Ropreto di Zucco, Enrico di Partistagno e gli Strassoldo ad allearsi con i veneziani contro gli ungheri. | |||
1422 | |||||
Giu. autunno | Capitano g.le | Veneto Friuli Croazia | Acquista da Dorotea Descalzo la Valle Scardovara nel territorio di Carmignano di Brenta, la Val Villana, metà delle valli di Vescovana, tutte le valli della Boma ed alcune poste di mulini a Padova. A fine luglio, a seguito della morte dell’Arcelli gli è ancora concesso il comando delle truppe. In Croazia. Ottiene a patti (agosto) dopo un lungo assedio i castelli di Pinguente (Buzet) e quello di Pietra Pelosa. Agli inizi del 1422 porta a compimento la conquista dell’Istria interna. Alla fine del conflitto rientra nelle sue terre; gli è mantenuta la compagnia, nonostante che ad altri condottieri siano ridotti gli organici degli uomini a loro disposizione. Nell’ autunno l’esercito della Serenissima viene ridotto al livello più basso degli ultimi anni (400 lance). Taddeo d’Este continua ad avere il comando delle rimanenti (100). | ||
1424 | |||||
Mag. | Veneto | Con il fratello Francesco viene investito da Niccolò d’Este di una valle posta nel contado di Vighizzolo d’Este: ha l’obbligo di riconoscere ogni anno al marchese di Ferrara un collare ed un laccio per cane. | |||
1426 | |||||
Mar. | Venezia | Milano | 100 lance | Lombardia | Lotta contro i viscontei agli ordini del Carmagnola. Ai primi del mese entra in Brescia. Nel combattimento rimane ferito da un colpo di lancia. |
1427 | |||||
……………. | 500 cavalli | Lombardia | |||
Ott. | Lombardia | Prende parte alla battaglia di Maclodio. | |||
1430 | |||||
Lug. | Chiesa | Bologna | Emilia | Agli stipendi del papa Martino V. I Canedoli si ribellano ai pontifici. Taddeo d’Este tocca Cento; giunge a Corticella ed a San Giovanni in Persiceto per muovere contro Bologna agli ordini di Jacopo Caldora e del legato il vescovo di Tarpeja. | |
1431 | |||||
……………. | Venezia | Milano | 140 lance | ||
Nov. | Venezia | Impero | Friuli | Contrasta ancora una volta gli ungheri dell’ imperatore Sigismondo. Respinge un rinnovato assalto del patriarca di Aquileja sollecitato dai Visconti ad aprire un nuovo fronte sui confini orientali. 6000 uomini tra ungheri e tedeschi invadono il Friuli. Con il provveditore Francesco Loredan e Stefano Maramonte impegna gli avversari in azioni di disturbo in attesa dell’arrivo del Carmagnola e della cavalleria pesante veneziana (1500 cavalli). I nemici sono messi in fuga dopo essere stati sconfitti a Rosazzo. | |
1432 | |||||
Mar. | Lombardia | Viene informato in anticipo dai veneziani della carcerazione per tradimento del Carmagnola. | |||
Autunno | Lombardia | Occupa la Val Sabbia; affianca il provveditore Giorgio Corner in Valtellina al fine di reprimere la rivolta, che ispirata da Niccolò Piccinino e guidata da Stefano Quadrio, procura serie difficoltà alle vie di comunicazione tra il Veneto e le recenti conquiste in Lombardia. | |||
Nov. | Lombardia | A fine mese è sconfitto e fatto prigioniero a Delebio dal Piccinino e da Guido Torelli, dopo che gli è uccisa la cavalcatura nel corso del combattimento. Sono catturati nella circostanza anche Cesare da Martinengo, Taliano Furlano ed il Corner. | |||
1433 | |||||
Apr. | Lombardia | Viene liberato a fine mese a seguito della pace tra i contendenti ed al pagamento di un esoso riscatto. I veneziani gli riconfermano la condotta e lo destinano al presidio di Orzinuovi. | |||
1434 | |||||
Giu. | Venezia | Milano | Romagna e Emilia | Si trova in Romagna a difesa dei pontifici. Si porta a Bologna con 800 uomini, tra cavalli e fanti, in aiuto del Gattamelata e di Brandolino Brandolini per togliere a Gaspare Canedoli San Giovanni in Persiceto e Castel Bolognese. | |
Ago. | Emilia | E’ sconfitto a Castel Bolognese con il Gattamelata e Niccolò da Tolentino; è catturato con 3500 cavalli e 1000 fanti. E’ riscattato dalla Serenissima. | |||
1435 | |||||
Mar. | Veneto | Da Este raggiunge Padova a causa dell’arrivo di Marsilio da Carrara, teso a sollevare il contado padovano ai danni dei veneziani. | |||
Apr. | Veneto | Con la cattura di Marsilio di Carrara e dei suoi complici è chiamato a Venezia a far parte del Maggior Consiglio. Gli è donato un palazzo a Padova. | |||
Lug. | Romagna | Da Ravenna si sposta nel cesenate. Unisce le sue truppe a quelle di Francesco Sforza. | |||
Ago. | Venezia | Fortebraccio | Marche | Con Cristoforo da Tolentino ed il Gattamelata scende con 800 cavalli per la via di Visso; fronteggia Niccolò Fortebraccio, sconfitto ed ucciso a Fiordimonte. | |
Sett. | Romagna | A Ronco. | |||
1437 | |||||
Apr. | Venezia | Milano | Marche | Nella marca di Ancona; si dirige a Loreto; nel suo passaggio per Fano è accolto dalla cittadinanza per ordine di Sigismondo Pandolfo Malatesta. E’ ospitato ad Osimo da Alessandro Sforza. | |
Sett. | Lombardia | Affianca sull’Oglio Gian Francesco Gonzaga. E’ coinvolto nella sconfitta di Calcinato sull’ Oglio ad opera di Niccolò Piccinino. | |||
Ott. | Lombardia | Fronteggia i viscontei nelle vicinanze di Palazzolo sull’Oglio ed a Paratico. | |||
1438 | |||||
Lug. | Lombardia | Con Diotisalvi Lupi (1000 fanti) ha l’incarico di difendere Brescia (600 cavalli) dagli attacchi portati da Niccolò Piccinino. Ha in particolare il compito di garantire la difesa del borgo di Sant’Alessandro e della cittadella vecchia. Cerca vanamente di raggiungere la bassa Riviera del Garda e di pervenire così a Verona attraverso la Val Sabbia: informato che Lazise e Bardolino sono cadute nelle mani di Gian Francesco Gonzaga, rientra a Brescia. | |||
Ago. | Lombardia | Sconfigge i viscontei a Rovato. | |||
Sett. | Lombardia | Rimane alla difesa di Brescia con 600 cavalli e 1000 fanti allorché il Gattamelata esce dalla città per trasferirsi a Verona. | |||
Ott. | Lombardia | Alla difesa di Brescia con Francesco Barbaro: i cittadini gli regalano cera, formaggi e spelta per le cavalcature. Vi è subito assediato dal Niccolò Piccinino che ha ai suoi ordini un esercito di 10000 uomini; i difensori possono contare invece su 4000 uomini fra soldati ed abitanti armati. L’assedio durerà molti mesi. Taddeo d’Este si colloca al borgo di Sant’Alessandro e si distingue per la sua attività organizzativa. Pianta due grosse bombarde a Canton Mombello, una nel rivellino di Torrelonga ed una al Ravarotto, altre due a San Martino. | |||
Nov. | Lombardia | Fa scavare a Brescia una fossa ed un terrapieno da San Pietro in Oliveto fino alla torre di Sant’Andrea ed alla Maddalena. Alla notizia che alcune schiere ducali si sono allontanate dal campo a cercare vettovaglie, esce con molte truppe ed attacca all’ improvviso il nemico distruggendo il castello fatto costruire presso la chiesa di Sant’Apollonio: ritorna in città con alcuni prigionieri (pochi per non doverli mantenere) e un buon bottino. | |||
Dic. | Lombardia | Respinge un assalto portato da Gian Francesco Gonzaga. Si colloca con la cavalleria al Ravarotto da dove accorre secondo le necessità. Rintuzza altri attacchi portati da Niccolò Piccinino. | |||
1439 | |||||
Gen. | Trentino Lombardia | Con Paride di Lodrone e Diotisalvi Lupi sconfigge a Lodrone Taliano Furlano: nello scontro fra i ducali rimangono uccisi 500 fanti per lo più tedeschi, altri 1500 sono fatti prigionieri con 300 cavalli. Assedia Salò con Diotisalvi Lupi e Pietro Avogadro. | |||
Apr. | Lombardia | Per proteggere l’attività di vettovagliamento a Brescia fa fortificare la strada che da Sant’ Eufemia della Fonte conduce a San Bartolomeo ed a Campagnola. | |||
Lug. | Lombardia | Lascia Brescia con Pietro Avogadro e Tebaldo Brusati, che comandano a loro volta 300 fanti; assale Salò con l’aiuto della flotta. Taliano Furlano si allontana da Castenedolo e batte Taddeo d’Este a Rezzato. Incalzato sulla strada di Gavardo, riceve soccorsi da Francesco Barbaro; supera il Chiese a Soprazzocco. | |||
Sett. | Lombardia e Veneto | Si ritira a Toscolano-Maderno con 300 cavalli; è ancora attaccato per terra e per lago dai ducali di Taliano Furlano e di Niccolò Piccinino. Ferito, è catturato; è condotto prigioniero a Peschiera del Garda con Evangelista Manelmi. Le galee e le imbarcazioni veneziane, bersagliate da terra e spinte contro il lido dalla soverchiante flotta viscontea, sono in parte disperse ed in parte cadono in potere degli avversari. | |||
1440 | |||||
Nov. | Veneto | Liberato, rientra nel veronese con la sua compagnia alle stanze invernali. | |||
1441 | |||||
Feb. | Veneto | Si reca a Venezia per le nozze del figlio del doge Francesco Foscari, Jacopo, con la figlia di Leonardo Loredan: nell’ occasione le sue compagnie partecipano in piazza San Marco a due giostre assieme con i soldati del Gattamelata e di Francesco Sforza. Il primo dei due tornei, che si svolge davanti a 30000 persone, è vinto da un suo uomo d’arme, il Furlano, assieme con un armigero dello Sforza. | |||
…………… | Lombardia | Affronta nuovamente Niccolò Piccinino. Si segnala all’assedio di Martinengo. | |||
1443 | |||||
Sett. | Venezia | Chiesa Napoli | Emilia Romagna Marche | Esce da Bologna, raggiunge Ravenna; viene inviato con Guido Rangoni e Tiberto Brandolini in soccorso del marchese della marca Francesco Sforza, assediato in Fano da pontifici ed aragonesi. | |
Ott. | Romagna | Al campo di San Giovanni in Marignano con la sua compagnia e 800 fanti. | |||
Nov. | Romagna e Marche | Si inoltra sino a Rimini; prende parte alla battaglia di Montelauro dove Niccolò Piccinino è battuto grazie al suo intervento. Di seguito affianca Francesco Sforza alla conquista di alcuni castelli del pesarese quali Tomba, Pozzo, Montelauro ed all’assedio di Novilara. | |||
Dic. | Marche | Abbandona la marca di Ancona. | |||
1444 | |||||
Gen. | Romagna | A Ravenna. | |||
Mar. | Marche e Veneto | Ritorna nella marca di Ancona. Si porta a Fermo con Stefano da Riva. Al rientro si imbarca a Rimini e raggiunge Venezia. | |||
1445 | |||||
Sett. | Venezia | Milano | Emilia | Affronta nel bolognese Luigi da San Severino. | |
Ott. | Emilia | Compie una scorreria nella Valle del Reno fino a Luminasio; espugna Sasso da Glosena (Sasso Marconi) dove è ucciso il fuoriuscito Pacifico di Panico. | |||
Nov. | Emilia | Assedia San Giovanni in Persiceto ed Argelato che attacca con le bombarde: il castello sta per arrendersi quando giunge Luigi da San Severino con 4300 cavalli. Taddeo d’Este fa dare alle fiamme il suo campo preferendo ritirarsi verso Bologna. | |||
Dic. | Emilia | Si scontra nuovamente nel bolognese con Luigi da San Severino. Obbliga ilo condottiero ducale a rientrare in Lombardia. | |||
1446 | |||||
Mar. | Emilia | Assale San Lorenzo in Collina con Pietro Navarrino. La località cede a patti. depreda, di seguito, i territori di Crespellano e di Bazzano. Sulla strada del ritorno cade in un agguato teso ai due condottieri da un grande numero di contadini che intendono togliere loro il bottino. | |||
Mag. | Emilia | Con Pietro Navarrino si impadronisce dopo dieci giorni del castello di San Lorenzo in Collina, cui segue la resa, sempre a patti, di Crespellano. Penetra nel contado di San Giovanni in Persiceto con Pietro Navarrino, Simonetto da Castel San Pietro e Tiberto Brandolini. | |||
Giu. | Emilia | Si uniscono con i suoi uomini anche le milizie di Guidantonio Manfredi e quelle di Romeo Pepoli: assedia Castelfranco Emilia alla cui difesa si è posto Guglielmo di Monferrato con 500 cavalli e 200 fanti. Contatta in segreto tale capitano: gli propone la consegna ai bolognesi di Castelfranco Emilia e della rocca di San Giovanni in Persiceto, tenute dai suoi uomini, in cambio di una condotta di 500 lance e di 300 fanti da parte di fiorentini, veneziani e bolognesi. Raggiunto l’ accordo, spedisce un trombetta a Bologna per fare notificare i capitolati; si reca, quindi, anch’egli a Bologna e fa approvare al consiglio quanto da lui predisposto; subito dopo si congiunge con Guglielmo di Monferrato; insieme i due condottieri puntano su San Giovanni in Persiceto. Il castellano, nipote del Monferrato, fa entrare Tiberto Brandolini e 300 fanti di Gregorio d’Anghiari; Carlo Gonzaga cerca invano di opporsi alla loro azione. I terrazzani aiutano gli attaccanti contribuendo alla sconfitta del capitano visconteo i cui uomini d’arme sono svaligiati. Con la vittoria Taddeo d’Este può recuperare Sant’Agata Bolognese e Crevalcore; si sposta, da ultimo, a Lavino ed ottiene anche la resa di Argelato. | |||
Lug. | Lombardia | Nel bresciano. | |||
Ago. | Lombardia | Esce da Toscolano-Maderno, attraversa l’Oglio e si ferma nel cremonese a Robecco d’Oglio; tocca San Giovanni in Croce e tenta di liberare Cremona dall’assedio che vi è stato posto da Francesco Piccinino. Giunge a Casalmaggiore. | |||
Sett. | Lombardia | Agli ordini di Micheletto Attendolo sconfigge i ducali sul Mezzano, un’isola sul Po ad un miglio da Casalmaggiore: alla fine della giornata gli sono consegnati, a titolo di bottino, seicento cavalcature sulle 4000 tolte ai ducali. | |||
Nov. | Lombardia | Attraversa l’Adda a Spino; è qui lasciato da Micheletto Attendolo alla guardia del ponte di barche servito ai veneziani per penetrare nel bergamasco. Si avvicinano 2 galeoni ed un’altra imbarcazione dei ducali per rompere il ponte. Taddeo d’Este sconfigge e cattura gli avversari. | |||
1447 | |||||
Ago. | Venezia | Milano | Lombardia | Alla morte di Filippo Maria Visconti viene contattato da un’ambasceria dei piacentini; con il loro consenso si impadronisce di Piacenza e di tutto il territorio. I veneziani lo prepongono con il provveditore Gerardo Dandolo alla difesa della città con 2000 cavalli ed altrettanti fanti. Taddeo d’Este fa costruire oltre i due fossati esistenti, anche un terzo vicino alle mura. | |
Ott. | Lombardia | E’ assediato in Piacenza da Francesco Sforza. Micheletto Attendolo non riesce a prestargli soccorso; vanno a vuoto anche i tentativi di ricevere soccorsi via Po. | |||
Nov. dic. | Lombardia | Piacenza è assalita da più lati (Carlo Gonzaga via fiume alla Porta Fausta; Guidantonio Manfredi e Luigi dal Verme tra la Porta di San Raimondo e la Porta Stravelata). Gli sforzeschi si muovono con una fascina in mano e le armi nell’altra per colmare il terzo fossato: i difensori reagiscono con pietre, cenere, calcina ed acqua bollente respingendo agli inizi ogni tentativo. Taddeo d’Este corre alla difesa delle mura abbattute dalle bombarde con Gerardo Dandolo ed Alberto Scotti. Si accorge tardi che non è stato tagliato un ponte che unisce i fossati con i ripari più interni; invia Giorgio Schiavo a riparare all’ errore. Costui resta ucciso da un colpo di bombarda. Riprende lo scontro; in breve è obbligato ad arretrare con il Dandolo e lo Scotti nella rocca di Sant’Antonino prima e nella cittadella poi ove resiste solo due giorni per la mancanza di vettovaglie. Nel contempo i cittadini si perdono d’animo, abbandonano la difesa delle mura e la città cade in preda del nemico. Piacenza rimane per un mese alla mercé delle soldatesche: case e chiese sono saccheggiate, le donne sono stuprate, imprigionati gli uomini. Fatto prigioniero, Taddeo d’Este è condotto a Cremona dove si rivela utile a Francesco Sforza nel comporre le continue liti nel campo della Repubblica Ambrosiana per la spartizione del bottino. E’ liberato dallo Sforza che gli dona armi e cavalcature. | |||
1448 | |||||
Giu. | Lombardia | Muore a fine mese a Mozzanica, forse per veleno perché sospettato di avere tradito la causa della Serenissima alla difesa di Piacenza. E’ sepolto con solenni esequie nella chiesa di San Francesco a Brescia; le sue ceneri saranno più tardi trasportate ad Este per essere poste accanto al figlio Bertoldo nella cappella di famiglia collocata nella chiesa di San Francesco presso l’altare maggiore. Nel suo testamento Taddeo d’Este lascia il denaro per la costruzione ad Este della chiesa di Santa Maria delle Grazie, di seguito ricostruita con annesso convento dei domenicani. Sposa Maddalena Arcelli, figlia di Filippo. |
CITAZIONI
-“Redava dal padre (Azzo) la vigoria nello adoperare le armi da farsene uno de’ guerrieri più famigerati de’ suoi giorni.” NUVOLATO
-“Huomo egregio nell’arte della guerra..Più atto a difendere, che ad offendere.” CORIO
-“Personaggio nelle militari leggi scientissimo.” POGGIALI
-“Homo experto in arte militare.” CAGNOLA
-“Huomo molto bellicoso.” ALBERTI
-“Il qual fu uno solicito homo e portete (alla difesa di Brescia) grande faticha in far repari e in governar la terra.” DA SOLDO
-“Vir et longo belli usu et fide egregia clarus..Qui et annis et corpore gravis ad defendendum quam offendendum aptior peritiorque erat.” SIMONETTA
-“Uno de’ più distinti condottieri de’ suoi tempi.” LITTA
-“Huomo bellicoso.” SANSOVINO
-Con Diotisalvi Lupi “Diedero della lor virtù paragone molto chiaro ed illustre.” SPINO
-“Vir impiger, ac bello utilis.” BRACCIOLINI
-“Uno dei più distinti condottieri del suo tempo.” BOSI
-“Vir bello utilis.” SANT’ANTONINO
-Con Cesare da Marinengo e Taliano Furlano “Capitani di nome fiorito.” VERDIZZOTTI
-“Illustrissimo capitano.” BROGLIO
-“Figura di spicco tra i capitani veneziani.” MALLETT
-“Il governo veneziano non si lasciò sfuggire l’opportunità di legare stabilmente al suo servizio un condottiero, presumibilmente dimostratosi versato nell’esercizio delle armi fin dalle prime prove cui venne chiamato, ma indubbiamente tenuto a riservare alle insegne marciane quella fedeltà e quella lealtà che la sua condizione di suddito..dovevano consigliargli..In ogni caso l’Este non seppe o non volle oppure ancora non gli fu permesso dagli avvenimenti o dallo stesso governo veneto, salire a quelle posizioni di primissimo piano tra i principali capitani degli eserciti veneziani che le premesse giovanili lasciavano presagire…Nel giudizio dei cronisti coevi venne ritenuto più adatto a compiti strettamente difensivi piuttosto che offensivi, per quanto gli fossero unanimamente riconosciute doti di coraggio, ardimento e spregiudicatezza.” F. ROSSI
-“..e quel gentile/Che fé più volte prova smisurata/Taddeo marchese..” SPIRITO
-“Fu uno dei più ammirati condottieri del suo tempo.” ARGEGNI
-Sulla tomba sua e del figlio Bertoldo è riportato il seguente epitaffio. “Hic Veneti decus imperii, certissima quondam/ Praesidia, insignes armis belloque Tadeus,/ Bertoldusque iacent, pater ille, hic filius: ambos/ Stirps Estensis, genitor decessit ad oras/ Cenomammum, servata canit cui Brixia laudes./ Hic Turcis Isthmo expulsis, prope Corinthi/ Moenia procubuit: pietas tua maxime Borsi,/ Cognatos cineres sub eodem marmore clausit.
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