Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
STEFANO COLONNA Di Palestrina. Signore di Palestrina, Gallicano nel Lazio, San Vittorino, Castelnuovo di Porto.
+1548 (marzo)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1518 | Lazio | Con Girolamo Mattei è offeso da Camillo Orsini in casa di Giulia la Patrizia, famosa cortigiana romana. | |||
1522 | |||||
Apr. | Milano | Francia | Lombardia | Prende parte alla battaglia della Bicocca. | |
1523 | |||||
Giu. | 1000 fanti | Liguria | Alla conquista di Genova. | ||
Nov. | Lombardia | Si trova alla guardia di Milano: un suo soldato è informato di un trattato ordito da Giovanni Niccolò dei Lanzi e da Morgante da Parma per consegnare ai francesi un bastione della città. Ne informa subito il duca Francesco Sforza che, a sua volta, ne rende edotto Giovanni dei Medici. Quest’ ultimo provvede alla punizione dei colpevoli. Allorché nella città sorge una rissa tra fanti spagnoli ed italiani interviene con Fernando Alarcon a sedare i tumulti: i fanti italiani sono trasferiti alla difesa di Pavia e sono sostituiti in Milano da altrettanti spagnoli che provengono a loro volta dalla stessa città. | |||
1524 | |||||
Gen. | Lombardia | Ha un contrasto con Giovanni dei Medici per la taglia di un prigioniero. | |||
Feb. | Lombardia | Rimane a Milano al comando delle fanterie cittadine nel momento in cui il viceré di Napoli Carlo di Lannoy si dirige nel pavese per fronteggiare i francesi. | |||
Mar. | Lombardia | Riceve dal duca di Milano Francesco Sforza l’incarico di recuperare Castelleone con 1700 fanti e 200 cavalli. | |||
1526 | |||||
Giu. | Chiesa | Impero | Lazio | Raduna truppe con gli Orsini per una spedizione nel regno di Napoli. | |
Sett. nov. | Abruzzi | Staziona a L’Aquila; è presto richiamato per l’avvicinarsi a Gaeta dell’esercito imperiale. A fine mese contrasta i Colonna che minacciano Roma. Si trova alla guardia del borgo di Santo Spirito con 200 fanti ed alcuni pezzi di artiglieria quando Ascanio, Vespasiano ed il cardinale Pompeo Colonna irrompono nella città coadiuvati dal viceré di Sicilia Ugo di Moncada (500 fanti e qualche cavallo). Fa scaricare due volte i suoi pezzi; i colonnesi abbattono la porta ed i suoi uomini si danno alla fuga. Con la sua resistenza dà tempo al papa Clemente VII di rifugiarsi in Castel Sant’Angelo: più tardi, per tale atto, gli sarà concesso in feudo il castello di Stroncone in Umbria. Ai primi di novembre, alla testa di 800 fanti, lascia Roma con Vitello Vitelli diretto verso i possedimenti colonnesi. Sono distrutte Gallicano e Zagarolo; sono messe a sacco Marino e l’abbazia di Subiaco. A metà mese si trasferisce sotto Genazzano con Giovambattista Savelli. A fine mese è segnalato a Vicovaro con Napoleone Orsini ed Amico d’Arsoli. | |||
Dic. | Lazio | Respinge un attacco portato da 2000 fanti colonnesi ad un suo piccolo castello. | |||
1527 | |||||
Gen. | Lazio | Si distingue con Giorgio di Santacroce in alcune scaramucce nella campagna romana. Sconfigge gli avversari a Frosinone: affiancato dagli svizzeri e dagli archibugieri, esce dalla città e sbaraglia su un colle vicino quattro bandiere di fanti tedeschi e spagnoli. I nemici perdono 200 uomini, altri 400 sono fatti prigionieri con le insegne. In Frosinone possono entrare i soccorsi portati da Renzo di Ceri e da Vitello Vitelli. | |||
Mag. | Lazio | Alla difesa di Roma allorché la città viene conquistata dai lanzichenecchi e dagli spagnoli. Si posiziona con le sue truppe attorno al Vaticano; con la sconfitta, si rifugia in Castel Sant’Angelo con il papa. | |||
Giu. | Lazio | Viene inviato da Clemente VII ad Isola Farnese per tentare di convincere il capitano generale dei veneziani Francesco Maria della Rovere a non ritirarsi nel viterbese. | |||
Ago. | Lazio | Rifiuta un’offerta fattagli dai veneziani per una condotta di 600 fanti. | |||
Dic. | Francia | Impero | Emilia | Si incontra a Bologna con il Lautrec. passa al servizio dei francesi in qualità di gentiluomo al seguito del capitano generale transalpino. | |
1528 | |||||
Nov. | 2000 fanti e 200 cavalli leggeri | Lombardia | |||
1529 | |||||
Mar. | Marche | E’ segnalato a Fano. | |||
Mag. | Lombardia | Viene richiamato in Lombardia. A Vermezzo. | |||
Giu. | Lombardia | Agli ordini del Saint-Pol è sconfitto da Antonio di Leyva a Landriano mentre sta per attraversare il Lambro. Nello scontro, con poche eccezioni, i fanti della lega antimperiale si danno alla fuga senza ritegno anche perché demotivati per il ritardo delle paghe. L’eccezione è proprio rappresentata dal Colonna: gli è uccisa la cavalcatura e precipita in un fosso dove è sul punto di morire affogato a causa del peso dell’ armatura. Catturato, è condotto a Milano. | |||
Lug. ago. | Francia | Rilasciato, si reca in Francia. | |||
Sett. | Firenze | Impero Chiesa | Toscana | Rientra in Italia. In Toscana, in difesa dei fiorentini, con un capitano guascone e 300 fanti. | |
Ott. | Toscana | Viene assediato in Firenze. Nella città si fortifica sul Poggio di San Miniato e su quello di San Francesco vicino a Marzio Orsini, costituendo in tal modo la prima linea difensiva. Gli è dato il comando della guardia civica composta di 16 compagnie (di 250 uomini ciascuna tra i 18 ed i 50 anni). I membri delle “Ordinanze” sono riconoscibili per la fascia verde portata a tracolla. | |||
Dic. | Toscana | Presenzia alla rassegna delle truppe tenuta da Malatesta Baglioni al Monte di San Miniato. Gli è affidata la difesa del Monte di San Miniato; si disinteressa delle fortificazioni delle altre parti della città concentrando la sua attenzione solo su questa postazione. Nel suo ambito non riconosce alcun capitano superiore a lui. A metà mese è accampato nel quartiere di San Frediano. Esce da Firenze, dalla Porta di San Niccolò con 1000 archibugieri (tutti in corsaletto, vestiti all’uso spagnolo ed indossanti una camicia bianca sopra l’armatura per farsi riconoscere nella notte) e 400 alabardieri e picchieri. Gira attorno al campo imperiale; con un attacco notturno assale alla chiesa di Santa Margherita a Montici le truppe di Sciarra Colonna. Sono uccise le sentinelle alle Cinquevie, altri nemici sono sorpresi nel sonno. E’ dato l’allarme al campo di Giovambattista Smeraldi: i fiorentini, al buio, abbattono la porta di una stalla di maiali della maremma che, spaventati dalle voci dei soldati, si precipitano verso gli imperiali con orribili grugniti contribuendo ad accrescere il rumore e lo spavento. I tedeschi, alloggiati nelle vicinanze, sono richiamati dal rumore ed accorrono in soccorso degli uomini di Sciarra Colonna. Nasce una mischia furiosa che dura più di un’ora; dalle porte di Firenze escono altre schiere per attaccare gli imperiali secondo accordi presi in precedenza. Alla fine il Baglioni fa suonare la ritirata impedendo una netta vittoria per i fiorentini: tra gli avversari vi sono 200 morti, nessuno tra i fiorentini. Alla morte di Marzio Orsini al Colonna viene dato il comando della compagnia di tale capitano. | |||
1530 | |||||
Gen. | Toscana | Respinge più volte gli attacchi, portati dal principe d’ Orange, contro i bastioni di San Giorgio di cui è preposto alla difesa. Il re di Francia dà ordine pubblicamente a lui ed al Baglioni di abbandonare il servizio dei fiorentini; in segreto fa sapere ad entrambi di non obbedire all’ingiunzione. | |||
Giu. | Toscana | Sdegnato per un atto di disobbedienza ferisce con un colpo di pugnale al collo, al cavaliere di San Miniato, Amico da Venafro: il condottiero è finito dalle sue lance spezzate con ventisette ferite. Per farsi perdonare giorni dopo esce di notte dalla Porta verso Faenza (o quella di Prato, secondo le fonti) per assalire i fanti tedeschi che, con Ludovico di Lodrone, si sono fortificati nel monastero delle monache di San Donato in Polverosa sulla riva destra dell’Arno. Il Baglioni con 1500 fanti si posiziona sulla sponda opposta per sorvegliare i movimenti dei nemici; Pasquino Corso, infine, deve condurre in contemporanea, alla testa di un colonnello di fanti perugini, un attacco diversivo su un altro lato del campo imperiale partendo dalla Porta verso Prato (o di Faenza). I soldati di Stefano Colonna prendono la strada più lunga, seguono al suo intervento l’attacco portato dai fanti di Pasquino Corso, che irrompono al buio nel campo nemico uccidendo nel disordine generale molti uomini (mercanti) e donne (prostitute) che lo frequentano. I fiorentini si impadroniscono di un bastione con Pasquino Corso e Giovanni di Torino. Il Lodrone riorganizza le sue file e si prepara alla difesa con le picche. Il Colonna chiede soccorsi a Pasquino Corso, i cui fanti si sono dati al saccheggio; i fiorentini, con Ivo Biliotti, si gettano contro i lanzichenecchi. Una picca ferisce il Colonna alla bocca e gli porta via alcuni denti; un colpo di alabarda lo ferisce all’inguine. Alle prime luci dell’alba il Baglioni fa suonare la ritirata e Stefano Colonna ripiega con tutti i suoi uomini carichi di prede: tra i fiorentini vi sono 30 morti e 80 feriti, tra gli imperiali 500 morti e 100 feriti. | |||
Ago. | Toscana e Francia | Con la sconfitta di Francesco Ferrucci a Gavinana comprende che la fine della repubblica è prossima; chiede il permesso di rientrare in Francia. E’ probabile che sia stato consapevole dei maneggi del Baglioni anche se non vi partecipa attivamente. Si reca in Francia travestito da frate in compagnia di Dante da Castiglione. | |||
1533 | Francia | Gode di una provvigione annua di 12000 ducati. | |||
1536 | |||||
Mar. | Francia | Impero | Piemonte | Fronteggia le truppe del duca Carlo di Savoia. | |
Apr. mag. | Piemonte | E’ inviato dal Granvelle alla difesa di Torino con 500 uomini d’arme e 4000 fanti. Viene nominato governatore della città. | |||
Giu. | Piemonte | Costretto a ritirarsi con Poton Rossin, Giovanni Caracciolo ed il Buonavalle, tenta di impedire la marcia degli imperiali verso la Provenza. | |||
Lug. | Si ferma a Grasse con il Buonavalle. | ||||
Ago. | Francia | Alla difesa di Arles con Giovanni Caracciolo. I due hanno entrambi la carica di luogotenente regio. Stefano Colonna incomincia con il Caracciolo ad apprestare le prime fortificazioni nei punti più deboli della località; il luogotenente generale Anne de Montmorency spedisce al loro fianco il Buonavalle con altri ordini. L’interferenza provoca confusione negli abitanti della città, che alla fine preferiscono obbedire al Buonavalle; anche Giovanni Caracciolo accetta in sostanza la situazione. Al contrario il Colonna si ribella; sorgono contrasti tra fanti italiani e francesi che terminano con la morte di 60/80 uomini d’arme d’ambo le parti. I suoi uomini si ritirano negli alloggiamenti: i fanti francesi della Champagne si accingono ad assalirlo come se fosse un nemico. Il Buonavalle fa da paciere e lo persuade a trasferirsi in un altro sito. Sedato l’ammutinamento, il Colonna chiede al capitano transalpino di raggiungerlo al suo campo; si dichiara offeso, vuole abbandonare la città. I francesi si oppongono; non se ne dà per inteso e, con il permesso del Buonavalle, si imbarca al porto di Trinquetaille per l’Italia. | |||
Nov. | Chiesa | Passa agli stipendi del papa Paolo III. | |||
1537 | |||||
Mag. | Marche | Accoglie in Ancona il nuovo Gonfaloniere della Chiesa Pier Luigi Farnese; ottiene 400 fanti ed alcuni pezzi di artiglieria e rafforza le difese della città. | |||
Estate | Chiesa | Urbino | Marche | Viene inviato con Alessandro Vitelli a Camerino per affrontare le truppe del duca di Urbino. Radunati 12000 uomini tra fanti e cavalli, staziona tra Fermo e Macerata. | |
………….. | Umbria | Si accosta a Valfabbrica, presso Gubbio. In breve tempo obbliga le truppe del duca di Urbino Guidobaldo della Rovere a cedere ed a ripiegare nelle Marche. | |||
1540 | |||||
Lug. | Lazio | E’ contattato dai pontifici tramite Paolo Giovio. | |||
1541 | |||||
Feb. | Lazio | A Palestrina. | |||
1542 | |||||
Mag. | Toscana | A Firenze. | |||
1543 | |||||
………….. | Toscana | Restituisce ai francesi il collare dell’ordine di San Michele. | |||
………….. | Firenze | Toscana | Accetta gli stipendi del duca di Firenze Cosimo dei Medici allorché è licenziato Pirro Colonna: gli è dato il titolo di luogotenente con uno stipendio mensile di 300 ducati ed una condotta di dieci lance spezzate. Si reca a Firenze e vi è ricevuto con tutti gli onori. Transita di seguito per Pistoia, Arezzo e Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) allo scopo di ispezionare i lavori di rafforzamento delle opere difensive. | ||
………….. | Firenze | Francia | Maestro di campo generale | Germania e Francia | E’ inviato a Colonia con 1000 fanti e 300 cavalli in soccorso degli imperiali contro i francesi del duca Guglielmo di Clèves. E’ nominato maestro di campo generale e gli è concessa una provvigione mensile di 200 scudi. Si segnala alla conquista di Dura (Duren) ed all’assedio di Landrecy (Landrecies). |
1544 | |||||
Estate | Firenze | Impero Ottomano | Toscana | E’ inviato con 4000 fanti a Casole per contrastare i turchi del Barbarossa che hanno conquistato Talamone e Porto Ercole. Si unisce con Chiappino Vitelli e gli spagnoli di Giovanni di Luna e scaccia gli avversari anche da Orbetello. | |
1547 | Lazio e Toscana | Rientra a Roma. Viene convocato a Firenze quando si sparge la notizia della rivolta dei Fieschi a Genova. | |||
1548 | |||||
Mar. | Toscana | Muore di febbre ai primi del mese a Pisa. I funerali si svolgono a Firenze in forma solenne. Orazione funebre di Benedetto Varchi; ritratto da Agnolo Bronzino e, probabilmente, anche da Benedetto e Gabriele Calari nella galleria Colonna a Roma; ritratto anche da Giorgio Vasari nella sala di Clemente VII in Palazzo Vecchio a Firenze. In corrispondenza con Paolo Giovio. Sposa Elena Franciotti della Rovere. |
CITAZIONI
-“Uomo di molta e chiara virtù.” VARCHI
-“Si portava con tanta umanità, e con tanta gentilezza e bontà di costumi in ogni suo affare, che non mai più s’era veduto in quei tempi un signore, che facessi il mestiero delle armi, né sì religioso, né sì costumato.” SEGNI
-“Uomo fidelissimo e molto avveduto nell’arme.” UGHI
-“Del signor Stefano ho veduto ed inteso assai lodare la prudenza e la gravità da tutti; non si lodò egli però molto dell’ultimo (con gli imperiali), nel quale gli parve che di lui poco conto fosse fatto, onde ei procurò con ogni istanza di ritornare a Fiorenza, ed avendone avuto licenza per mezzo del duca (Cosimo dei Medici), ritornò contentissimo.” ALBERI
-“Generoso Guerriero..Dissero alcuni, ch’egli sempre fu nel combattere più soldato, che capitano: cioè a dire più coragioso, più agile, ed audace, che consigliato, e provido.” DE’ CRESCENZI
-“Huomo vigilante e animoso..Huomo di grandissimo credito in guerra.” GIOVIO
-Con Giovanni Caracciolo “Tous deux chevaliers de l’ordre (di San Michele).” DU BELLAY
-“Operò segnalatissime imprese..mostrò senno non ordinario, e estremo valore..Stefano era alto e assai forte; il volto havea bianco; gli occhi, barba e capelli neri.” ROSCIO
-“Buon condottiero, che apprese l’arte militare alla scuola di Prospero Colonna suo cugino..Uomo che non fu digiuno delle belle lettere, che fece grato accoglimento a Leandro Alberti, quando costui venne nel 1526 a visitar Palestrina, e che nel 1543 diventò consigliere dell’accademia fiorentina.” LITTA
-“L’honor del Phygio & bel seme latino/ Stephan de la colonna ver sostegno/ in soccorso ne ven del firentino/ mandato da Re Franco, altero, e degno. De lui s’alegra, il grande: e ‘l piccolino/ che della fede regia è chiaro pegno./…/ Che dirò poi della mirabil arte/ dell’alto ingegno ardir e cortesia/ del mio Stephan Colonna anzi Dio Marte/ esempio d’humanitade, e leggiadria/ dipenger doverebbe, in mille carte/ de Firentin l’invitto Signore/ sculpir in vivo saxo, sua figura/ di cui la fama più d’un secul dura./…Stephan Colonna, il degno, e gran signore/ delibera uscir for della Citade/ & far a Hispagna noto il suo valore.” ROSEO
-“Buon condottieri d’armi del secolo XVI.” BOSI
-“Comandante insigne nell’arte militare.” GALLUZZI
-“(Lasciò) si se fama di valoroso e prudente capitano, ma non egualmente tenero della causa dei Fiorentini, ai quali mancò quando il suo braccio loro abbisognava.” ALLODOLI
-“Indifferente al tradimento del Malatesta.” ADAR
-“Turin en particulier était déjà entourée d’une enceinte bastionnée, sous la forme d’un rectangle dotée de quatre bastions er de plateformes au milieu de chaque courtine. Celle-ci avait été initiée à l’initiative des Savoyards peu avant l’invasion française. Ainsi, les frères Du Bellay attestent de travaux réalisés par les Français à cette époque sous la direction de Stefano Colonna. Ces bastions devaient étre suffisamment imposants pour étre cités par Rabelais dans Gargantua et Pantagruel publié en 1552 comme “quatre horrifiques pastez de jambon si grands, qu’il me soubvient des quatre bastions de Turin.”” FAUCHERRE-MARTENS-PAUCOT
-“Capitano di molto chiaro nome..Era alto, e assai forte: il volto havea bianco: gli occhi, barba, e capelli neri.” CAPRIOLO
-“Veniva stimato, e honorato grandemente dall’istesso Imperatore, havendolo dichiarato suo Mastro di Campo Generale.” LAZARI
-“Molto amato dai Fiorentini per avergli fedelmente serviti.” BOTTA
-“Alto e robusto, di carnagione chiara, con barba e capelli neri, Stefano Colonna – ottimo stratega e coraggioso soldato – aveva al suo attivo un lungo “palmarés” di battaglie, combattute al servizio della Francia contro l’impero.” A. MONTI
Immagine tratta da Ritratti di cento capitani illustri, con li lor fatti in guerra brevemente scritti intagliati da Aliprando Capriolo et dati in luce da Filippo Thomassino et Giovan Turpino