SILVESTRO DA LUCINO

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Castello Savelli Torlonia
Castello Savelli Torlonia, Palombara Sabina

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

SILVESTRO DA LUCINO  (Silvestro del Conte, Silvestro da Piacenza) Di Piacenza.

  • 1467
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1452     
……………..   LombardiaCon Pietro Albano contrasta nel bresciano l’azione di Bartolomeo Colleoni.
……………..   LombardiaSempre con Pietro Albano depreda il cremonese ed il mantovano.
Nov.   Lombardia

Alla testa della sua compagnia di cavalli e di 200 fanti si muove con Petacchia da Viterbo; raggiunge Asola ove il conte Broccardo Persico difende la località con 150 cavalli, 100 arcieri, 50 schioppettieri e 27 artiglieri.

1453     
Giu.   Lombardia

E’ segnalato ancora con Petacchia da Viterbo alla difesa di Asola. Non manca di infestare il mantovano nei pressi di Acquafredda. Dà fuoco alle messi ed assedia il castello: respinto con numerose perdite, rientra ad Asola con le prede.

Lug.   LombardiaAttaccato in Asola da Ludovico Gonzaga, in una sortita cattura 26 cavalli.
1455     
Giu.Comp. venturaSiena Toscana

Affianca Jacopo Piccinino nella sua incursione in Toscana: è inviato dal condottiero a Siena per chiedere alla repubblica 10000 ducati a fronte di un vecchio credito di Niccolò Piccinino mai saldato da tale comune. E’ pure inviato con Giovanni Ungaro da Giberto da Correggio, capitano generale degli avversari, per indurlo ad unirsi con la compagnia ai danni dei suoi datori di lavoro. Il Correggio lo utilizza, a sua volta, per contattare a suo nome, al medesimo scopo, Everso dell’Anguillara, Leonetto Corso e Carlo Gonzaga.

1458     
……………..NapoliRimini  Appoggia ancora Jacopo Piccinino contro Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Ago.Comp. venturaChiesa UmbriaAffianca il Piccinino nelle sue scorrerie in Umbria ai danni dello stato della Chiesa.
AutunnoNapoliRimini MarcheStaziona nella marca di Ancona con Mafio da Pisa alla testa di 6 squadre di cavalli.
1460     
……………..    Il duca di Milano Francesco Sforza consiglia Federico da Montefeltro di arruolarlo nelle proprie compagnie.
Lug.AngiòNapoli Chiesa Abruzzi

Contrasta le truppe del re di Napoli Ferrante d’Aragona e quelle pontificie del papa Pio II. Prende parte alla battaglia di San Flaviano, o San Fabiano (Giulianova), dove ha il comando dello schieramento centrale (la fanteria) contrapposto  a fronte costituito da   da Alessandro Sforza. Lo scontro viene meno a notte inoltrata dopo sette ore. Numerosi sono i morti nel combattimento. I nemici lasciano il loro campo  la  notte seguente. Insegue oltre il Tronto con i suoi veterani le milizie di Alessandro Sforza.

Sett.   Lazio

Giunge nel territorio di Rieti  con 1000 cavalli e 600 fanti per soccorrervi Jacopo Savelli. Si impadronisce di Monteleone Sabino con Antonello da Forlì. Si assesta a Palombara Sabina ed in altri borghi: da questa località compie continue scorrerie nell’agro romano recando gravi danni al capoluogo. Il bestiame razziato è condotto a Palombara Sabina. Si aliena l’animo degli abitanti imponendo tasse ed altri balzelli ai villaggi sottomessi.

Dic.   LazioE sempre segnalato a Palombara Sabina.
1461     
……………….   Lazio

Si trova ancora a Palombara Sabina con Corrado d’Alviano con cui prosegue le proprie incursioni nella Campagna romana in collegamento con Deifobo dell’ Anguillara; quest’ultimo occupa il  castello di Montecelio.

Giu.   Lazio

Con l’Alviano difende Palombara Sabina dagli attacchi portati da Giovanni Malavolti. E’ indi assediato nella medesima località, alla testa di 400 cavalli e di 300 fanti, dal Montefeltro: il Savelli si accorda con il papa allorché vede allestite sul campo le artiglierie. Silvestro da Lucino è  lasciato libero di rientrare con 36 uomini d’arme negli Abruzzi.

1462     
Mag.   RomagnaE’ segnalato a Ferrara con Marino di Marzano. I due condottieri si propongono di collegarsi con il signore di Rimini e di proseguire insieme verso gli Abruzzi. Convince Giovan Francesco della Mirandola e Gian Francesco da Piagnano a combattere per il Malatesta contro aragonesi e pontifici. Sempre a Ferrara assolda pure numerose lance spezzate. I bolognesi lo sospettano di voler compiere qualche scorreria nel loro territorio.
Giu. lug.   Emilia Romagna Marche

Lascia il ferrarese ed attraversa il faentino; entra nelle Marche, si congiunge con il Malatesta, giunge a Montesanto (Potenza Picena) per trasferirsi negli Abruzzi dove è atteso da Antonio Caldora e da Giovanni Antonio Caldora. Deve ritornare indietro per 60 miglia con il Malatesta; si accampa a Senigallia a causa dell’ arrivo del Montefeltro.

Ago.   Marche e Puglia

Entra in Senigallia. Si allontana  dalla città inseguito dagli avversari; viene affrontato al guado del fiume Cesano da Napoleone Orsini e da Federico da Montefeltro. Sconfitto nonostante una vigorosa difesa, ripara a Mondolfo ed a Fano. Si imbarca allora con il Malatesta e 15 persone e raggiunge via mare la Puglia alla ricerca di soccorsi presso il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo.

Sett.   Abruzzi e Romagna

A Bisceglie ed a Trani. Vista l’impossibilità di ottenere un qualche aiuto rientra negli Abruzzi con Sigismondo Pandolfo Malatesta; sbarca ad Ortona e prosegue per la Romagna allo scopo di raccogliere nuove truppe. Sono assoldati Niccolò d’Este, figlio del duca Leonello, Pino Ordelaffi ed il della Mirandola.

Ott.   Romagna Marche RomagnaA Rimini con Sismondo Pandolfo Malatesta. Si sposta alla difesa di Fano e da qui si trasferisce a San Giovanni in Marignano.
Nov.   Romagna

Difende  il signore di Cesena Domenico Malatesta contro i pontifici guidati da Astorre Manfredi (500 cavalli e 1000 fanti): sconfigge l’avversario a Meldola con un assalto di sorpresa e gli distrugge il campo nemico.

1463     
Ago.   Abruzzi

Ritorna ad Ortona;  ha da Jacopo  Piccinino il compito di inviare il maggior numero possibile di uomini alla difesa di Fano assediata dal  Montefeltro. Una nave si dirige verso Rimini per timore dei pontifici: questa viene attaccata da una flottiglia avversaria che le impedisce di accedere al porto. Giungono alla fine 2 galee veneziane che consentono l’espletamento delle operazioni di sbarco.

……………….   Romagna

Al termine del conflitto viene inviato da Jacopo Piccinino in Romagna per ottenere da Francesco Sforza la dote della figlia Drusiana (25000 ducati), promessa sposa al suo capitano, ed altro denaro sempre promesso al Piccinino da Pio II .

1464     
Giu.   Molise ed AbruzziRifornisce di vettovaglie le località già controllate dai Caldora, Agnone e Capestrano, ricondotte all’ obbedienza aragonese. Negli stessi giorni con Giovan Francesco della Mirandola e Carlo Baglioni accoglie in quest’ultima località il primogenito di Jacopo Piccinino, Niccolò. Il giovane si ammala di malaria ed in quattro giorni muore per una forte febbre.
Lug.   AbruzziA San Pantalone, nei pressi di Ortona, al comando di 17 squadre di cavalli del Piccinino.
Ago.   Abruzzi e Lombardia

Il re di Napoli gli chiede 4 squadre di uomini d’arme da utilizzare contro gli ultimi ribelli alla corona. Si rifiuta su ordine del Piccinino. Sempre nel mese si reca a Milano per assistere al matrimonio del suo capitano con Drusiana Sforza.

Ott.   AbruzziE’ segnalato a Bucchianico. Luogotenente del Piccinino negli Abruzzi dopo la partenza del suo capitano per Milano viene sollecitato dagli aragonesi a lasciare  il condottiero.
1465     
Giu. lug.   Abruzzi Umbria e Romagna

A fine giugno si allontana dal campo di San Pantalone con Giovanni Giacomo Piccinino al fine di recarsi  a Giulianova dove si trova Drusiana Sforza. A Cerano, porto di Atri, viene a conoscenza del disarmo delle compagnie braccesche avvenuto da parte del duca di Calabria Alfonso d’Avalos; con l’ulteriore  notizia dell’ incarceramento a Napoli e della successiva morte del  Piccinino (luglio)  su ordine  del re di Napoli si dà alla fuga con Giovanni Giacomo Piccinino.  Il suo tentativo ha successo.  Si mette  alla testa di 50 cavalli e con costoro libera a Teramo la vedova del suo capitano.  La conduce in salvo a Perugia; da qui ripara a Cesena con i suoi uomini presso Domenico Malatesta.

Ago.   RomagnaRifiuta le offerte in denaro fattegli da Francesco Sforza. la notizia viene accolta con esultanza dai bracceschi.
Nov.Venezia  Romagna e LombardiaAlla morte di Domenico  Malatesta passa agli stipendi dei veneziani. Milita agli ordini di Bartolomeo Colleoni.
1466     
Giu.VeneziaChiesa Romagna

Viene inviato dai veneziani con Giovan Francesco della Mirandola (500 cavalli) in soccorso del  signore di Forlì Pino Ordelaffi.

1467     
Feb.   LombardiaSi mette in contatto con Niccolò Soderini e Diotisalvi Neroni autori di un tentativo di colpo di stato a Firenze ai danni di Piero dei Medici. é segnalato a Viadana con Francesco da Ortona (Francesco Riccardi).
Mag.VeneziaFirenze Emilia e RomagnaAppoggia Bartolomeo Colleoni contro i fiorentini. Si muove sull’Idice. Si accampa nei pressi di Imola.
Lug. sett.   Emilia

A metà mese si trova con il Colleoni ed Alessandro Sforza su una riva del Senio. Sull’altra riva vi sono invece i rappresentanti del duca di Milano, il Montefeltro ed il commissario fiorentino Angelo della Stufa. Seguono una serie di sfide reciproche. Nello stesso mese prende parte alla battaglia di Molinella; si scontra con le truppe del duca di Calabria;   rimane ferito nel  combattimento. A settembre risulta sempre infermo.

……………….   Romagna

A Ravenna. Muore in tale località per un sasso che lo colpisce alla testa. Ricordato con Giovanni Giacomo Piccinino, Carlo di Montone e Braccio Baglioni in un sirventese ed in una canzonetta, di autore ignoto, scritti in occasione della morte di Jacopo Piccinino.

 CITAZIONI

-“Che tanto fu valoroso guerriero.” GHIRARDACCI

-Con Andrea da Parma “De li principali braceschi presso Jacomo Piccinino.” ANONIMO VERONESE

-“Domesticae militiae Scipionis (di Jacopo Piccinino) praefectus.” PORCELLIO

-Con Sigismondo Pandolfo Malatesta “Capitani esperti.” BALDI

-“Capitano valente.” DIARIO FERRARESE

-“Fu fedele alla memoria ed alle alleanze braccesche del conte Jacopo. Il suo fantasma era la dissoluzione della compagnia: dopo avere più volte rinunciato alle offerte di condotta di Ferrante e di Francesco Sforza, per un breve periodo credette fortemente che il conte Jacopo fosse ancora vivo, e ne cercava conferme da qualcuno che fosse affidabile. Tentò di farsi dire la verità da Nicodemo da Pontremoli a Imola, e in seguito mandò un messaggio a Piero dei Medici.” FERENTE

Fonte immagine: wikipedia

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