SIGISMONDO BRANDOLINI

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Sigismondo Brandolini

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

SIGISMONDO BRANDOLINI  Di Forlì. Conte di Castelnuovo Fogliani.

Signore di  Castell’Arquato e Calvignano. Figlio di Tiberto Brandolini, fratello di Leonello Brandolini, cugino di Giovanni Brandolini.

1435 ca.- 1493

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1453
…………..MilanoVeneziaLombardiaSegue il padre Tiberto nella sua defezione dalle file veneziane a quelle del duca di Milano Francesco Sforza.
EstateLombardiaAffianca il padre nelle sue scorrerie nel bresciano.
1457
Apr.LombardiaAccoglie nel ducato di Milano Federico da Montefeltro.
1458
Feb.EmiliaAi sposa a Bologna con Maria Antonia Bentivoglio, figlia di Annibale.
1459
Mar.NapoliRimini100 cavalliRomagnaContrasta il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta agli ordini di Jacopo Piccinino.
Sett.MilanoGenova75 cavalliLiguria

Affronta i genovesi con Pietro Campofregoso. Attacca all’improvviso Genova che è controllata dai francesi; scala nottetempo le mura e raggiunge la piazza. Il Campofregoso rimane ucciso in combattimento e Sigismondo Brandolini viene catturato. Imprigionato, ancora nel febbraio del 1460 i genovesi non vogliono liberarlo.  Invano Sigismondo Pandolfo Malatesta fa pressioni sul re di Francia Luigi XI affinché sia liberato. Rimane ostaggio degli avversari per più mesi, oggetto di trattative con il padre nel tentativo di indurre quest’ultimo ad unirsi con il fronte antiangioino. Sigismondo Brandolini tratta e si impegna con il governatore di Genova Louis de Laval a farlo rientrare in carcere dopo una licenza nel periodo natalizio a Rivalta. Viene rilasciato con la promessa di rientrare a Genova su richiesta dopo avere trascorso il periodo natalizio con il padre.

1460
Mar.Non rispetta i patti e non ritorna a Genova nonostante i giuramenti in merito.
…………..Coltiva nei confronti del padre un odio violento dovendo  subirne feroci maltrattamenti. Il castellano di Castell’Arquato, che lo esorta a fuggire, è gettato da una torre nonostante i suoi trent’anni di servizio; lo stesso Sigismondo, nell’ occasione, è picchiato a sangue, chiuso in una buca, messo ai ferri e sottoposto a terribili torture.
1461
Feb.LombardiaA Milano, ai funerali di Lucia Terzani madre del duca  Francesco Sforza.
Apr.LombardiaA fine mese viene rimproverato dallo Sforza perché non ha fiducia nel suo arbitrato volto a riconciliarlo con il padre.
1462
Feb.EmiliaAgli inizi del mese cerca di entrare in Piacenza, ribellatasi al dominio sforzesco in seguito alla notizia (falsa) della morte del duca di Milano. Impeditogli l’ingresso nella città  rientra indietro.
Mar.Emilia60 provvigionati escono da Piacenza per sorprendere sui monti sopra Castell’Arquato alcuni contrabbandieri di biade. Tali armati sono posti in fuga con qualche perdita. Sopravviene il Brandolini con i suoi cavalli; il condottiero mette in salvo i fanti a Castell’Arquato.
Apr.EmiliaDichiara di non sapere nulla del desiderio del padre Tiberto di volere defezionare dalle file sforzesche. Viene considerato vittima piuttosto che complice del padre: nel corso del processo che è stato intentato al congiunto  sono resi pubblici i feroci maltrattamenti e le torture che costui avrebbe inflitto ai figli, in particolare allo stesso Sigismondo. Giura fedeltà al duca e gli sono confermati alcuni  possedimenti paterni (Castell’Arquato). Per dimostrare la sua buona volontà il condottiero, con Giorgio da Gallese (Giorgio Brandolini), si attiva per catturare gli uomini d’arme di fiducia che militano nelle compagnie del padre.
Mag.EmiliaCon il fratello Leonello cerca di togliere a Giorgio da Gallese  alcuni beni con un pretesto: Francesco Sforza interviene prontamente  ed impone loro l’immediata restituzione. I 2 fratelli sono così costretti a consegnare le rocche da essi detenute nel ducato di Milano. Anche i capisquadra del padre (rinchiuso in carcere) non accettano di militare ai loro ordini. Ottiene, infine, una condotta dallo Sforza ed è destinato a combattere nel regno di Napoli a favore degli aragonesi contro i seguaci di Giovanni d’Angiò.
1463
Apr.Il governatore francese di Savona invia un proprio messaggero a Francesco Sforza affinché Sigismondo Brandolini si rechi a Genova come da impegni presi al tempo della sua liberazione.
Ago.RomagnaE’ ricompensato dal duca di Milano con i possedimenti, già del padre,  ubicati a Bagnacavallo del valore di 8000 ducati.
1465
Ago.MilanoBaroni ribelliFrancia

Viene inviato in Francia in soccorso del re Luigi XI per contrastare i baroni ribelli. A causa di una caduta da cavallo (vera o presunta che sia) ritarda la partenza.

1467
Mag. giu.MilanoVenezia100 cavalliEmilia e Romagna

Fronteggia le milizie di Bartolomeo Colleoni.  Attraversa Bologna con i ducali e prosegue con costoro fino a Toscanella (Dozza) nel contado di Imola. Staziona sull’Idice.

Lug.EmiliaPrende parte alla battaglia di Molinella.
…………..LombardiaA Milano per le nozze del duca Galeazzo Maria Sforza con la duchessa Bona di Savoia.
1471Ercole d’Este lo raccomanda a Bartolomeo Colleoni per fargli avere una condotta dai veneziani.
1472
Dic.150 cavalliLombardiaHa il comando di 25 lance.
1473
Sett.200 cavalli
1474LombardiaGli è riconosciuta una condotta di 20 uomini d’arme in tempo di pace, aumentabile a 25 in tempo di guerra.
1475
………….MilanoBorgognaPiemonteAll’assedio di San Germano Vercellese.
…………PiemonteFonti descrivono Sigismondo Brandolini come un favorito della duchessa Bona di Savoia e che da lei abbia ricevuto il feudo di Calvignano nel vogherese con il titolo di conte.
1478
Lug.MilanoChiesa NapoliToscanaE’ inviato in soccorso dei fiorentini contro pontifici ed aragonesi.
1479LombardiaAggiunge al suo cognome l’appellativo Visconti. Si intitola “miles ducalis armorum.”
1480VeneziaRomagnaA Rimini.
1482
Giu.MilanoVeneziaEmilia

Combatte i veneziani nella guerra di Ferrara agli ordini di Federico da Montefeltro. Staziona a Stellata e vi contrasta Roberto da San Severino.

Nov.VeneziaMilano Ferrara150 cavalliRomagnaPassa agli stipendi dei veneziani che gli affidano il comando di 150 cavalli. Prende parte alla battaglia di San Biagio nei pressi di Argenta.
1483
Sett.150 cavalliLombardia
Ott.Lombardia

Giunge a Calcinato con Deifobo dell’Anguillara e Rodolfo Gonzaga; si porta a Castenedolo, Travagliato, Pontoglio e Palazzolo sull’Oglio finché Romano di Lombardia non cade nelle mani degli avversari.

Nov.Lombardia

Assedia Virginio Orsini in Bagnolo Mella e costringe alla resa tale capitano. A metà mese recupera Brandico, Ognato e la Motella di Padernello.

………….RomagnaVive a Bagnacavallo dove gode di molte proprietà.
1493Romagna

Redige il suo testamento a Bertinoro. Nel testamento è descritto come “magnus et strenuus vicecomes armorum”. E’ sepolto a Bagnacavallo nella chiesa di San Francesco. Si sposa con Antonia Bentivoglio e Margherita Scotti.

 CITAZIONI

“Distinto condottiere de’ suoi tempi.” LITTA

“Fu tra i capitani principali del suo tempo.” SANSOVINO

“Uno de’ più bravi generali del duca di Milano.” FRIZZI

“Illustruim avorum scientiam professus est, sub Venetis et Insubriis vexillis.” VIVIANI

“Il secondo matrimonio del Brandolini (con Margherita Scotti) dimostra che il condottiero era allora nello stato sforzesco una personalità sufficientemente importante per poter stringere un’alleanza con la famiglia più ragguardevole del Piacentino. Tuttavia, della ordinanze milanesi di battaglia si desume che nei primi mesi del 1470, il Brandolini aveva ai suoi ordini una forza molto più esigua che nel periodo immediatamente successivo alla scomparsa di suo padre..Entrando al servizio della Serenissima, il Brandolini rinnovò la tradizione di suo nonno e dei primi anni di suo padre..Non vi sono prove che egli abbia manovrato, dopo di allora, per affermarsi come uno dei maggiori condottieri al soldo di Venezia; sembra anzi che egli sia sempre rimasto una figura di secondo o di terzo piano.” PARTNER

Fonte immagine in evidenza:beniculturali.itEsaminando l’araldica delle tre lapidi, è possibile individuare alcuni momenti fondamentali della storia dei Brandolini. Il più antico è l’emblema degli scorpioni che appare in due lapidi e che tradizionalmente si considera aggiunto allo stemma di famiglia da Sigismondo I nel XI secolo. Anche l’elemento del braccio armato è assai antico e si ritrova già nella lastra sepolcrale di Tiberio VI (1397) esistente nella chiesa di San Francesco a Bagnacavallo. Le trecce testimoniano invece il sodalizio fra Brandolo V e il Gattamelata del quale già costituivano l’insegna araldica. All’epoca di Tiberio VIII invece appaiono risalire le raffigurazioni del levriero sotto il pino e quella del fanciullo sotto la palma, entrambi di derivazione sforzesca, ed è perciò presumibile che la realizzazione delle tre lapidi risalga a questo periodo (1460 – ’62). Opere di arte veneta secondo quanto afferma A. Corbara che ne ha anche ripercorso lo sviluppo storico attraverso gli emblemi araldici

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