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SANTO PARENTE (Santo Pierraccini, Santo Petraccini) Di Cotignola. Cugino di Muzio Attendolo Sforza, da cui il soprannome di Parente.
- 1450 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1401 | Firenze | Milano | Veneto | Milita nelle compagnie di Muzio Attendolo Sforza. E’ segnalato ad Este ed a Montagnana; con lo Sforza appoggia l’azione dell’ imperatore Roberto di Baviera. | |
1402 | |||||
Giu. | Emilia | Partecipa alla battaglia di Casalecchio di Reno. Con la sconfitta, viene svaligiato dei suoi beni dai viscontei. E’ costretto a rientrare a piedi a Firenze. | |||
1408 | |||||
Nov. | Ferrara | Parma | Emilia | Combatte per gli estensi le milizie di Ottobono Terzi. E’ catturato in un’imboscata dagli avversari con Lorenzo e Micheletto Attendolo; condotto nel carcere di Parma è fatto torturare ripetutamente dal Terzi. Messo in catene viene inzuppato d’acqua fredda ogni notte. | |
1409 | |||||
Gen. | Emilia | Riesce a fuggire ed a riparare con i congiunti a Felino, castello dei Rossi. | |||
1414 | |||||
Ott. | Napoli | Antip. | Lazio | Contrasta nel Patrimonio le truppe dell’antipapa Giovanni XXIII. Quando Muzio Attendolo Sforza si reca a Napoli presso la regina Giovanna d’Angiò rimane al comando della sua compagnia con Foschino e Micheletto Attendolo. | |
1415 | |||||
Gen. mar. | Sforza | Napoli | Campania | Si unisce con Lorenzo, Micheletto e Foschino Attendolo; depreda con costoro il napoletano allorché Muzio Attendolo è fatto imprigionare in Napoli dalla regina e dal suo favorito Pandolfo Alopo. | |
Ago. | Campania | Muzio Attendolo è imprigionato a Benevento da Giacomo di Borbone conte de la Marche. Catturato con il capitano, Santo Parente riesce ad evadere ed a raggiungere a Pietrafitta Lorenzo Attendolo. | |||
1416 | |||||
Ago. sett. | Sforza | Napoli | Campania Basilicata | Con Lorenzo e Micheletto Attendolo infesta il napoletano, in particolare il contado verso Sella di Montorio. Ripara a Tricarico, combatte Giulio Cesare da Capua e Fabrizio da Capua dai quali viene sconfitto. | |
1417 | |||||
Feb. | Campania | Con la liberazione di Muzio Attendolo Sforza passa agli stipendi della regina di Napoli. | |||
Ott. | Napoli | Perugia | Lazio | Contrasta le milizie di Braccio di Montone. Tende un agguato a Tartaglia nei pressi di Toscanella (Tuscania); incalza il capitano avversario e lo insegue dentro la località: le saracinesche si abbassano alle sue spalle ed è fatto prigioniero. Rilasciato il giorno seguente, ritorna a Viterbo. | |
1418 | |||||
Apr. | Sforza | Napoli | Umbria e Campania | Lascia l’Umbria e raggiunge Muzio Attendolo alla Torre degli Schiavi, presso Francolise, al fine di fronteggiare le truppe di Giovanni Caracciolo. | |
1419 | |||||
Giu. | Napoli | Perugia | Lazio | Prende parte alla battaglia di Montefiascone; costretto a riparare a Viterbo asseconda Muzio Attendolo allorché quest’ ultimo esce per una sortita dalla città con pochi uomini d’arme. Lo Sforza è ferito al collo; Santo Parente cerca di convincerlo a ritirarsi; è minacciato dal congiunto di impiccagione; non se ne dà per inteso, gli prende le briglie della cavalcatura e lo costringe a rientrare a Viterbo. | |
………. | Lazio | Con Gherardo da Cotignola ed Antonio Minuti conduce dal papa Martino V Alessandro Sforza, destinato dal padre alla carriera ecclesiastica. | |||
1421 | |||||
Ott. | Napoli | Re d’Aragona | Campania | E’ inviato ad Acerra in soccorso di Giovan Pietro Origlia. Con 80 uomini d’arme, capitanati anche da Perino e Bettuccio Attendolo, penetra nel centro: ogni soldato, oltre le armi, porta con sé un sacco di polvere da sparo per le bombarde. | |
Nov. | Campania | Difende Acerra, attaccata da aragonesi e da bracceschi. E’ respinta una sua prima sortita. Alfonso d’Aragona fa scavare un doppio fossato munito di bastioni attorno alla località per impedire l’ingresso di vettovaglie in essa; sono pure allestite alcune macchine ossidionali, torri montate su quattro ruote alte quanto le mura. In una nuova sortita Santo Parente riesce ad impossessarsi delle bombarde ed a incendiare le bastie costruite dagli avversari. Forti piogge impediscono ai fanti ed ai cavalli degli attaccanti di potere operare con una certa sicurezza su un terreno sempre più viscido. Vi è una tregua con gli avversari su richiesta dei cardinali Fonseca e Fieschi; Acerra è consegnata al papa fino al ristabilimento della pace. Santo Parente esce dalla città e con Perino e Bettuccio Attendolo scorta gli avversari, che trasportano la loro artiglieria a Dogliuolo (Poggioreale). | |||
1423 | |||||
Mag. | Campania | Mette in fuga gli aragonesi a Napoli nei pressi di Castel Capuano. | |||
Giu. | Campania | Si trova alla difesa di Castel Capuano a Napoli con Graziano da Faenza e 400 fanti. Assalito dagli aragonesi è costretto alla resa a patti; al suo ritorno al campo accusa Graziano da Faenza di tradimento per avere accettato la resa. Il condottiero è fatto impiccare da Muzio Attendolo. | |||
1424 | |||||
………. | Abruzzi e Campania | Alla guardia di Ortona. Francesco da Ortona (Francesco Riccardi) lo informa che il conte di Sant’Angelo ha iniziato delle pratiche per defezionare nel campo avverso. Santo Parente irrompe nel palazzo del signore della città dove alloggia Colantonio Zurlo e lo ammazza mentre si trova a letto. I seguaci di quest’ultimo sono parimenti sono uccisi ed i loro beni diventano oggetto di preda da parte degli sforzeschi. Subito dopo si trasferisce a Benevento. | |||
Apr. | Lazio ed Abruzzi | Tocca Rieti, Cittaducale, il Cicolano per collegarsi con Jacopo Caldora a Rocca di Mezzo. | |||
Giu. | Abruzzi | Partecipa alla battaglia di L’Aquila in cui è disfatto Braccio di Montone. Viene preposto all’ avanguardia per sorvegliare i carriaggi; si distingue nel cordo del combattimento nell’ arginare la controffensiva degli avversari. | |||
……… | Milita nelle compagnie di Micheletto Attendolo. | ||||
1438 | |||||
Giu. | Sforza | Marche | Alla guardia della rocca del Girifalco, a Fermo, con Francesco di Matelica. | ||
1445 | |||||
Nov. | Sforza | Chiesa | Marche | Castellano della fortezza del Girifalco a Fermo. Esce dalla fortezza con Alessandro Sforza e Dolce dell’ Anguillara per domare una rivolta degli abitanti: respinto, è obbligato e rientrare. Assediato a sua volta dai pontifici di Taliano Furlano e di Antonio Rido espelle tutti i disabili dalla fortezza e svende le cavalcature agli avversari. Taliano Furlano fa costruire una galleria sotterranea per tagliare le vie di afflusso idrico ai difensori e per collocare una mina sotto la cinta muraria; Santo Parente risponde con lo scavo di una controcava allo scopo di intercettare i guastatori. | |
1446 | |||||
Feb. | Marche | Alessandro Sforza si arrende a patti. Santo Parente lo segue imbarcandosi con Bosio Sforza. | |||
1449 | Napoli | Firenze | 500 fanti | Toscana | Prende parte alla difesa di Castiglione della Pescaia. Lascia spesso tale centro per depredare i contadi di Piombino e di Volterra. |
1450 | Muore. |
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