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SACCOCCIO DA SPOLETO (Piersanto Cecili, Saccoccio Cecili) Di Spoleto. Guelfo.
1465 ca.- 1509 (maggio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1495 | Spoleto | Chiaravalle | 300 fanti | Umbria | Figlio di un notaio comunale; proviene da una illustre famiglia spoletina abitante nel palazzo già dei Vigili, dei Gavotti e, infine, dei Pompilj, annesso alla cosiddetta “Torre dell’Olio” o dalla parte del palazzo comunale in contrada San Giovanni. Nel 1487 ricopre l’incarico di ambasciatore presso lo stato della Chiesa. Nel 1495 con Antonio di Pietro raccoglie molti uomini per soccorrere in Todi i guelfi Atti ai danni dei Chiaravalle. Nello stesso anno è nominato con Giovanni Martani arbitro nella disputa che oppone il comune di Norcia con i fuoriusciti ghibellini. |
1497 | |||||
Lug. | Spoleto | Terni | Umbria | Viene chiamato a far parte dei “Sei dell’Arbitrio” nella guerra contro i ternani che hanno devastato il territorio di Cesi. Oggetto del conflitto che oppone Spoleto e Terni è il dominio delle Terre Arnolfe. Ha il compito di difendere queste ultime contro le incursioni degli avversari. Combatte a fianco di Bartolomeo d’Alviano a Colleluna. L’Alviano lo invia con Moricone di Michelangelo a San Gemini per opporsi all’avanzata dei Savelli e dei Colonna provenienti da Terni. Espugna un’abbazia e la mette a sacco; libera dalla prigionia dei ternani Morichetto da Montefranco e si segnala nell’ affiancare l’Alviano ai danni dei colonnesi. | |
1498 | |||||
Feb. | Umbria | Ad Alviano per le nozze di Bartolomeo d’Alviano con la sorella di Giampaolo Baglioni, Pantasilea. Rappresenta il comune di Spoleto con Antonio Transarici. | |||
………… | Orsini | Colonna | 500 fanti | Lazio | Con la sconfitta degli Orsini a Montecelio i priori di Spoleto gli danno il comando delle milizie comunali per prestare loro soccorso. Lascia la città e si collega con Morgante Baglioni, Giulio Vitelli, Giulio Orsini, Giovanni di Ceri, Gian Giordano Orsini, Fabio Orsini e l’Alviano per attaccare Palombara Sabina difesa bravamente da Troilo Savelli. |
1500 | |||||
Feb. | Umbria | A Foligno per rendere omaggio a Cesare Borgia in viaggio dalla Romagna verso Roma. | |||
1502 | |||||
Gen. | Francia | Napoli | Abruzzi | Appoggia Girolamo Gaglioffi nell’aquilano contro gli aragonesi. | |
Giu. sett. | Chiesa | Camerino | 1000 fanti | Marche Umbria | Con 1000 fanti spoletini combatte i da Varano, signori di Camerino a favore dei pontifici. Si unisce con Oliverotto da Fermo ed assedia il castello di Montesanto, di fronte a Sellano, alla testa di 4000 uomini. |
1503 | |||||
Giu. | Francia | Spagna | 160 fanti | Abruzzi | Si trova a L’Aquila con 160 fanti e 15 cavalli pagati dagli spoletini per combattere gli spagnoli nel regno di Napoli. Molti di costoro sono ammalati di peste, sicché è introdotto in città tale morbo. |
Sett. | Spoleto | Chiesa | Capitano g.le | Marche Umbria | Rientra a Spoleto alla morte del papa Alessandro VI; i suoi concittadini gli affidano il comando delle truppe per compiere una spedizione contro Potenza Picena: in breve tempo, con il tiro delle artiglierie e continui assalti, obbliga il presidio di Camerino alla resa a patti. Per i suoi meriti è esentato dal comune dal pagamento a vita delle imposte; permette il rientro in Potenza Picena ai fuoriusciti e confisca i beni dei contumaci. Negli stessi giorni espugna il castello di San Giovanni detenuto dagli abitanti di Trevi con l’aiuto di alcuni emissari dello stato della Chiesa. I pontifici fatti prigionieri sono fatti uccidere da Saccoccio da Spoleto. |
1504 | |||||
Sett. | Venezia | Umbria | Divenuto capo del partito popolare a Spoleto cerca di insignorirsi della città. Uccide un suo competitore, Galeazzo di Domo, e costringe gli esponenti del partito nobiliare a riparare nella rocca cittadina. Interviene il papa Giulio II che invia nella località il cardinale di San Vitale Antonio Ferrerio con 1000 uomini: sconfitto, è bandito da Spoleto. Passa agli stipendi dei veneziani che gli riconoscono una provvigione annua di 200 ducati. | ||
Dic. | Veneto | Staziona nel veronese per impedire il passo a numerosi fanti tedeschi che si stanno spostando dal Trentino verso il centro Italia; raccoglie molti provvigionati. | |||
1508 | |||||
Gen. | 200 fanti | Veneto | In appoggio a Bernardino di Montone nel chiudere i passi della Val d’Adige agli imperiali di Massimiliano d’Austria. | ||
Feb. | Venezia | Impero | 400 fanti | Trentino | Ha l’incarico di connestabile a Rovereto. Presto gli è conferito il comando di 400 fanti. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 1550 ducati. |
1509 | |||||
Apr. | venezia | Francia | 500 fanti | Lombardia | Al campo di Pontevico con 570/700 fanti. E’ inquadrato nella quarta colonna comandata da Bartolomeo d’Alviano. |
Mag. | Lombardia | Cerca di indurre Bartolomeo d’Alviano ad evitare lo scontro ad Agnadello. Prende parte alla battaglia alla testa dei suoi 500 provvigionati e delle cernite padovane e friulane: si colloca su un argine per prevenire l’attacco degli avversari. I suoi uomini stanchi di sottostare passivamente al fuoco nemico superano l’argine e muovono con risolutezza contro l’artiglieria nemica e gli arcieri guasconi che difendono i pezzi. Gli è uccisa la cavalcatura; resta isolato in mezzo a molte squadre nemiche. Saccoccio da Spoleto non si perde d’ animo, inforca un’alabarda e fa strage dei francesi che gli capitano sotto le mani. Giunge vicino al punto in cui si trova il re di Francia Luigi XII; ferito ripetutamente (da due frecce alla fronte e da quattro cavalli che lo trafiggono con le lance ai fianchi) muore allorché la vittoria sembra arridere ai veneziani. Il suo corpo è recuperato e trasportato a Spoleto per esservi sepolto con tutti gli onori probabilmente nella cattedrale. |
CITAZIONI
-“Fu tra i primi a rimettere in onore le fanterie, dando loro ordinamenti precisi e regolamenti stabili. Le così dette “cerne” o accolte di fanti, debitamente levate dalla città o dai borghi, trovarono in questo capitano un valido appoggio ed un efficace impulso.” ARGEGNI
-“Famoso fra i fanti a piedo.” DA PORTO
-“Esperto capitano.” VARIALI
-Con Zitolo da Perugia “Uomini ed eglino d’eccellente e chiara virtù.” BEMBO
-“Fuit hic admodum strenuus, et fortis, patientissimusque laboris et inediae. Guelphae factionis princeps, atque adprimus fuit. Populi partibus semper adhaesit; multa ab eo in patriam beneficia collata sunt, fide quoque et integritate plurimum excellebat; et ex bellis saepe adoreum reportavit. Hunc arma Gallica, pro Venetis pugnantem, in agro Cremonensi absumpserunt” Severo Minervi riportato da FABRETTI
-“Il Minervio chiama Saccoccio Cecili “spoletini nominis precipuum ornamentum”, e tale fu veramente sotto il rispetto delle virtù militari, che più d’ogni altro egli fece risplendere su i campi di battaglia.” SANSI
-“Famoso tra i fanti a piedi.” CASATI
-“Il sir accorto.” DEGLI AGOSTINI
-“…saccoccio spoletino/ che morto fu con tutti i so compagni/ molti franciosi misse a mal camino./ …/ Saccoccio da Spoleto era una furia/ non si potrebbe dir quanto s’adopra/ & quando questo e quello faccia igiuria/ & par che manda il campo sottosopra.” Da “La storia del fatto d’arme di Geradadda” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-“Fu oltremodo strenuo e tenace, fortissimo nel sopportare fatiche e digiuni. Principale esponente della fazione Guelfa e suo capo indiscusso. Fu sempre dalla parte del popolo; molti benefici vennero alla Patria per merito suo, eccellente per lealtà e integrità e dalle guerre riportò gloria.” NOBILI
-“Di lui ci resta una memoria che ha suscitato negli spoletini di tutte le epoche un moto di orgoglio, di condivisione istintive, seppure solo ideali, per gli atteggiamenti coraggiosi ed alteri con cui Piersante Cecili ha fatto onore al nome di Spoleto.” OLD.UNITRESPOLETO.IT
-“Personaggio quasi mitizzato che attaccava facendo ruotare una grande ascia bipenne.” LENCI
Nella foto: Castel San Giovanni (Castel Ritaldi)